Ha sognato che un suo conoscente, molto pratico e deciso, le impediva per due ore di prendere il treno. Le scompigliava i tanti bagagli. Le
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Non le riesce di interpretare un suo sogno recente e questo la inquieta.
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Ogni giomo si esercita almeno un'ora al pianoforte. Le restano da riordinare molte schede dei suoi pazienti.
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Scalza si sporge dal muro che circonda il giardino. Di sotto due uomini le gridano di stare attenta. Ma si lascia cadere tranquilla, s'alza e va
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Anche le due donne sono diverse, ora si chiudono in silenzi torvi, trascorrono i pomeriggi e le sere, ognuna nella sua stanza, davanti al televisore.
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Da sempre mi mancano le parole e io ne ho nostalgia. Per questo cucio, cucio, cucio.
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Cuci una foglia vicino alle parole, cuci le parole tra loro, guarda una foglia come viene soffiata lontano.
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Ma è adesso che vengono Hitler (31 gennaio, un giorno di San Geminiano!), l 'incendio del Parlamento, le finte elezioni.
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Le pietre trasparenti, una luce che rallenta e cura.
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A metà settembre torna a Capalbio, per la sagra del cinghiale, carne fra le più fragranti.
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Dice che è tardi, deve tomarsene a casa. Domani le tocca alzarsi presto per andare al lavoro.
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Non c'è più il pulpito con la scaletta intarsiata e la porta cigolante. Non c'è più la statua della santa incollanata di rose. All'eucarestia le
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Il resto, la casa, le giornate, lo subisce acquietata. Dentro invece si sbaglia,verso il passato-avvenire.
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Dietro le siepi dei viali un'infinità di piccole pietre grige tutte delle medesime dimensioni tutte appartenenti a qualcuno da cercare, seguendo come
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La furia improvvisa delle campane nel sabato lontano di resurrezione e il sole ancora dolce nella strada, le strisce d'ombra sui marciapiedi e le
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È triste, il fidanzato lontano non scrive da tanto. Va dalla madre di lui e la trova in cucina a lustrare pentole di rame. Parla con la vecchia, le
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Mi chiedo, osservando le foto più antiche, se tra quei nomi ci siano anche quelli le cui ossa andarono disperse nel trasporto dal vecchio cimitero a
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quadro - che conserva le ossa degli 800 martiri in una cappella della cattedrale di Otranto. Con un'ostinazione che non doveva conoscere noia, il
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Descriverlo, accettare le metafore, perfettamente sufficienti, indifferenti in apparenza ma vive del suo sguardo, morte del suo splendore, del male
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L' azzurro smemorato del crepuscolo a strisce, attraverso le persiane della camera. Lo stesso azzurro con le macchie scure delle piante sotto di sé
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da pranzo. Ora lui sorride, le carezzai capelli. Lei va nel bagno a lavarsi gli occhi, ad azzurrarsi le palpebre, come per una festa.
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Con gli occhi velati, le guance smunte, le labbra livide, all'alba e di notte, va a spezzare nelle aiuole dei vicini i boccioli della rosa tea
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... Le vele le vele le vele Che schioccano e frustano al vento Che gonfia di vane sequele Le vele le vele le vele! Che tesson e tesson: lamento
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In un momento Sono sfiorite le rose I petali caduti Perché io non potevo dimenticare le rose Le cercavamo insieme Abbiamo trovato delle rose Erano le
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d'intorno era già arcanamente illustrato del giardino il verde Sogno nell'apparenza sovrumana De le corrusche sue statue superbe: E udìi canto udìi voce di
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Io sono giunto alla città nel mezzo del bosco. Batto ala porta, nessuno domanda, batto a tutte le porte della città muta; non odo che fontane cantare
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nella notte, triste cancellatura nella chiarità dell'alba. Le antichissime sale morivano di noia: solamente l'eco delle gavotte, ballate in tempi
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Sbarrò nell'ombra i grigi occhi perduti: l'alba coglieva con le dita bianche le ultime stelle per i cieli muti. Egli pensò che il cuor tremi alle
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Le cose ch'io vidi nel fondo del mare, i baratri oscuri, le luci lontane e grovigli d'alghe e creature strane, Senia, a te sola lo voglio narrare
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Marzo ventoso mese adolescente marzo luminoso marzo impenitente. Marzo che fai tuoi giochi con le nuvole in alto e con l'ombra e le luci dài mutevol
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Tace la notte intorno a me solenne le ore vanno e sfilan le memorie siccome un nero e funebre convoglio. Del cielo nelle oscurità remote nell'ombra
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destin scende e spera, e vanno a gara altre gocce senza fin. Giù l'attende terra molle dove all'altre unita va a formar le pozze putride per i campi e
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, hai parole inghiottite. Sei buia. Per te l'alba è silenzio. E sei come le voci della terra - l'urto della secchia nel pozzo, la canzone del fuoco, il
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Un lenzuolo di nebbia avvolge il cielo, e la pioggia minuta e lenta cade; le colline lontane han messo il velo, e di fango si coprono le strade
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Qui a bu, boira. Come, come restar fra queste mura quando sapete che son fioriti il monte e la pianura, e conoscete, conoscete le valli e le pendici
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Nelle eterne solitudini ride il sole come un pazzo, e le fervide risate son di raggi immense ondate; per le selve e i precipizi, lungo i solchi e
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del Bello e del Ver!... Avviva i fantasimi che vivono un'ora, le amiche dell'anima che un soffio scolora; ti gonfia di orgoglio, vigliacco diventa
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profumo dei fiori e dei vini; le gonne di seta, nell'ombra compresse, con lunghi bisbigli ridevano anch'esse. E Lisa, una pallida dall'occhio di foco
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, per le strade e le piazze: io cercherò colui che l'a- nima mia ama. - Io l'ho cercato e non l'ho trovato. CANTICO DEI CANTICI Caniico dei Cantici
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biancheggia, non batton fronda i platani per le deserte vie, sparse di strane ombrìe. Qui il tarlo, occulto e vigile come le noie umane, solo negli
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attaccar la briglia alle fossette delle vostre spalle, la noia, il condottier della famiglia, si dipingea di ciel le guancie gialle! Giacchè, marchesa, voi
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Di tutte le notti fu il lungo lavoro, la dea che mi segue da sera a mattin; amica, due chèrubi parlaron fra loro, per fosco, per duro, per dolce
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sui balcon sorridono le matrone galanti, e i giovani eleganti stan pallidi a russar: è questa l'ora; o amabili compagni, è questa l'ora; coll'arte
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- Amor ci suscita, ma come, e donde?- Le razze intrecciansi, nessun risponde. Inconscie reclute, travolte in guerra, piovono l'anime su questa terra
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Datemi un nappo, datemi dei versi; le imposte aprite, entrino i venti e il sole: quanti fantasmi nel cervel dispersi! Che musica di forme, e di
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. Uscir? ... di fango sono un mar le strade, e le mie scarpe han l'aria miseranda; che cesserà, l'oste mi persuade, e ch'io pazienti ancor mi
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Un lenzuolo di nebbia avvolge il cielo, e la pioggia minuta e lenta cade; le colline lontane han messo il velo, e di fango si coprono le strade
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Amo sedermi, quando spunta il sole, tra queste blande aiuole, nel silenzio infinito, nella pace profonda che il buio orbe circonda. Le perle di
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, al vostro ginocchio cadranno i miei versi; parlate, e le imagini verran dalle stelle per farsi più belle tra i vostri doppier
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il rantolo, vi scroscia il riso; tutte le aureole del paradiso, tutte le furie del folle inferno vi cantan l'epica del Padre Eterno! Madre
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