dei firmamenti E i gonfii che vanno piangenti E l’ombre del | lavoro | umano curve là sui poggi algenti E ancora per teneri cieli |
perché il pastor m'amava, e, nei dintorni, il mio mesto | lavoro | agli astri si portava, perché un giorno avean visto in sul |
amici, di risate ebbri, e di vita, se studio, o sogno, se | lavoro | o rido o se uno slancio d'arte mi trasporta se miro la |
rientrar non può nei tuoi eterni giri ad ozïare nel | lavoro | giocondo ed oblioso. è suo destino attender senza speme né |
non ho. Sa lei chi era Tonio ? - mio figlio! un bel bruno! | Lavoro | e digiuno - l'han fatto morir. Gli ostieri, sa domine ? - |