La festa nel pineto
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Sebbene la casa di Caterí sembri, a vederla, una casa come tutte le altre, io vi debbo raccontare la sua storia perché, fra centomila che ne so, è
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altre cose che, io, come potrei sapere? Ma insomma basti dire che stava li solo in un canto, mentre passava quel bel corteo, e la bella Maria Rosina cosí
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— Indovina, — disse la mamma a Paolo Pietro, — che cosa ti porto in questo canestro. — Uova e insalata. — No. — Focaccia col basilico. — No. — Carote
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La casa è grigia, piuttosto brutta. Per guardare fuori della finestra bisogna salire su di una sedia, e stare molto attenti, perché la sedia zoppica
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Bellissima è la piú contenta perché, essendo tutta di stoffa, non sente né fame né freddo, al contrario di Rosetta e di Caterinuccia. Ora vi fu un
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- Che cosa faresti se non venisse? - No. - Stupida! Stupida! È vero che sei stupida? - Sí - E anche brutta. - No, — fece la povera Bellissima
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le braccia come per dire all'omino: — Sono uno straccio, sí, sí. Mettetemi nel sacco e lasciate a Caterinuccia un soldo per la cena —. L'ornino capi
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Caterinuccia, col suo soldo in mano. Poi ebbe paura della strada vuota, richiuse la porta e accese la candela. Proprio allora si sentì: Toc, toc! ma
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freddo, e vi fece molte cuciture col filo nero. Però il vestito rimase sempre alquanto strappato. Uscirono, lasciando la porta socchiusa. Caterí
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zampetta? » Io gliela porsi tremando. Egli mangiò la briciola piano piano, poi si sedette e si mise a fare la calza, e se ne andò. — E poi? — chiese
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, trionfante. Tutti lo guardarono con ammirazione; Tit si prese il viso fra le mani e incominciò a pensare. Doveva ricordare tutta la sua vita, molte, molte
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ammirazione. — E codesta donnettina, chi è? La vostra servetta? — chiese la signora Guardaboschi, accennando a Caterí, la quale, sentendo che si parlava di
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— Tit, piangi? — Che? Hai sognato! — rispose la voce adirata di Tit. — Continua a dormire! E Caterí si addormentò, finalmente. Sperava di sognare
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Era la festa della Signora del Pineto. Ella aveva invitato molte bambine, e fate, e nani del bosco. Le bambine con le trecce giú per le spalle e i
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La Signora del Pineto aveva cantato proprio bene, e tutti si felicitarono con lei. Ma alcune dissero: — Che boria! — e non le rivolsero neppure la
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Caterina era molto confusa mentre saliva la scala d'oro del castello, anche perché due o tre lucciole si misero a ridere vedendo che le si era
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almeno che ci muoviamo per andarcene, — borbottò Pic. Ma Sbarraponti, che era il piú orgoglioso e il piú astuto dei tre, non poté sopportare la vergogna
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fragole. La Signora del Pineto si avvicinò: — Avete trovato Bellissima? - chiese con leggera ironia. — No, — rispose Tit, e non parlò affatto della sua
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portare un grembiule bianco, e con tono d'importanza ordinò i medicinali. Poi comandò: — Potete andare. Sempre tenendo il soldo e la trombetta
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La vile congiura
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Pensate, dopo tanti giorni, Tit aveva finalmente riaperto gli occhi! Caterí inciampò nella vesta, dalla sorpresa, e una mosca che abitava là sul
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vedevano molte cupole rosse come il sole con bandiere bianche e gialle sventolanti sulle cime. Doveva essere qualche ricchissimo regno. — Lí abita la
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Felice che era bello e alto e tutto vestito di ferro, ma non conoscevo la Principessa delle Querce. La notte del matrimonio erano venute tutte le
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ero mai stato in ginocchio in tutta la mia vita. E la Principessa sorrise e mi baciò sulla fronte. La Principessa mi baciò sulla fronte e poi mi
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È una cosa inverosimile e non la direi se non fosse vera. Nell'occhio destro dell'eroe si vide una lagrima. — Oh, Caterí, avevo creduto che ella
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— Ma è Grigia! — esclamarono insieme Tit e Caterí. — Come? Voi la conoscete? — Tutti la conoscono di fama. La Regina delle Fate ne parla sempre. — Ah
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il pranzo e si ripulí bene le mani con uno strofinaccio, prima di andare incontro a Tit e a Caterí. — Sono contenta che la brava Grigia abbia trovato
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La Regina delle Fate le disse: — Sai che hai trovato marito? — e le diede una leggera spinta. Ed ella disse: — Sí. Allora Caterinuccia esclamò: — Oh
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Allora Tit disse: — Principessa, la mia trombetta d'argento non suona piú, — ed ella gli disse: — Ti darò in regalo la mia chitarretta —Tit rise; i
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piano al primo per consegnare le armi a Tit. Quando la guardia dice: — Uscita! — Tit e la Principessa se ne ritornano al loro palazzetto rosso. Cercate
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Fornaio che abitava lì vicino: — Mi vuoi per fare il pane? — gli chiese. — Signor Negretti, — rispose il fornaio, — con le sue mani nere vuol toccare la
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asciugargliele. Poi scappava e si nascondeva e faceva: Bu! Bu!, dietro una pietra. Negretti correva dietro la pietra, ma intanto si accorgeva che il
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Per la strada suonava con la tromba l'inno del Re, e tutte le ragazze si affacciavano; ma alcune avevano il naso troppo lungo, altre i piedi troppo
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La grande impresa
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Intanto Nerone con un balzo guadagna il tetto della mercedes e acciuffa con la bocca la borsa. L'autista, ignaro di ciò che gli capita sopra la testa
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Antonio Ferrara è nato a Portici, in provincia di Napoli. A Napoli ci è rimasto fino all'età di ventuno anni. Adesso vive a Novara con la moglie
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Dal mio balcone si vede benissimo il salotto di casa Nasochiuso. La signora Nasochiuso è seduta sul sofà con una sua amica, la signora Preziosi
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Non mi fissa mai direttamente. Si ferma a quattro passi di distanza e si siede sulla coda. Resta così per un po', poi si alza e raggiunge la
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Vicino casa nostra abita una signora magra con gli occhiali, la signora Nasochiuso. È così magra che le zanzare la mancano. I cattivi odori la fanno
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aiuto a caricare, porto via il carrello vuoto e prendo la monetina. Mentre sistemo un carrello qualcosa attira la mia attenzione: in uno dei carrelli
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Improvvisamente la macchina parte e si porta via la borsa dritto sul tetto, come l'insegna di uno strano taxi. Il guidatore non si è accorto di nulla
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Oggi avevamo verifica di italiano. Prima la maestra ha spiegato l'importanza delle virgole, a che servono e quando si usano. Ci ha spiegato che le
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- Andiamo? — urlo nel citofono senza scendere dalla bici. - Dove? — gracchia la voce di Maristella nel microfono. - A trovare Aziz. Non si era già
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La signora Nasochiuso, poi, dice che tutti i tamburi puzzano, perché sono fatti con la pelle di capra. La gente odia il suono del mio tamburo perciò
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Maristella Nasochíuso è la mia amica e compagna di classe preferita. Ha i capelli biondi e lunghi e la pelle bianca come una nuvola. Le piace
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Lavoro dalle quattro e mezzo del pomeriggio fino alle sette e mezzo, cioè da quando chiude la scuola a quando chiude il supermercato. Alle otto sono
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Saliamo le scale di corsa. Nerone si ferma giusto un attimo a fare la pipì alla base dell'albero di natale del pianerottolo, mentre noi suoniamo il
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Chi sono p. 8 I jeans » 10 A scuola » 12 Casa sua » 14 Lavoro » 16 A casa » 18 La vicina » 20 Casablanca » 22 Il nonno » 26 La nebbia » 28 Aldo e suo
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, infatti ho la pelle come loro, né bianca né nera. lo ho la pelle, i capelli e la religione diversa dai bambini italiani, però ho la pelle, i capelli
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