Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Gambalesta

216043
Luigi Capuana 36 occorrenze
  • 1947
  • Società Editrice Tirrena
  • Livorno
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Una mattina Cuddu era andato, al solito, da compare Sidoro; e, non avendolo trovato in casa, si era diretto verso la merceria che quegli aveva nella

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Uscito di casa con la ferma intenzione di non recarsi dal sarto, Cuddu aveva errato un po' per vicoli e vicoletti, fermandosi davanti a una bottega

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Cuddu l'aveva passata liscia; e da due giorni non si moveva di casa. Per occuparlo la mamma gli faceva riempire, al solito, i rocchetti dell'ordito

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Ormai a Ràbbato lo sapevano tutti: se si voleva un espresso che portasse una lettera e riportasse sùbito la risposta, bisognava mandare Gambalesta

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per la manica della giacchetta, lo fermò; e rientrò nello stallatico. Cuddu non rispose. Appoggiò le spalle allo stipite del portone e rimase a

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Cuddu non si era addormentato sùbito su lo strame accanto a Pino; eppure gli sembrava di sognare di trovarsi colà, mentre fuori scrosciava la pioggia

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, ma non gli sembrava mai sufficiente. Avrebbe voluto aver uno dei cannelli della fonte di Ràbbato, dove le acquaiole andavano ad attingere l'acqua

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; Intanto, così tornava a dimenticare sua madre, con viva curiosità di vedere come avrebbero fatto la guerra. Oggi stesso? Domani? Dove? Per la strada o più

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la gran cappa di neve, Mongibello ; e a Cuddu sembrava più piccolo di quanto lo vedeva dalla spianata davanti a casa sua, perché qui le colline

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Era arrivato con la Squadra davanti a una gran porta senza portone, come quella di Ràbbato, ma più grande assai; ed era penetrato, confuso con gli

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per mano con la mano rimastagli libera, se lo tirava dietro. - È finita la guerra? - egli domanda. - È finita - rispose quegli ridendo. - Hai fame

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ricordo del morto, steso lungo per terra dentro il portone con la bocca aperta e gli occhi spalancati... E, dopo le fucilate, tutta quella gran folla

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figurava che il mare fosse un fiume più grande assai di quello che egli aveva passato su la barcaccia attaccata alla fune. Che fune ci sarebbe voluta qui, da

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il sarto era avvenuta la stessa scena che nella bottega del calzolaio. Se dal sarto c'erano le seggiole con la spalliera, bisognava però starvi a

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quel ragazzo, raccolto mezzo morto nella campagna di Milazzo, assieme con altri feriti, fosse stato a battersi tra le Squadre, perché ognuno

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punto dove i ranocchi stavano immobili con le teste fuori dell'acqua, gli occhi verdi a fior di pelle che guardavano intenti, e stese lentamente la

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cattive serate invernali, mentre pioveva a dirotto e il vento, ululando, scoteva la porta e l' imposta della finestra. Visto apparire su la sporgenza

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. - E la tua mamma perché non vuole? - Che ne so!... Fammi vedere la grotta. Tornarono un po' indietro. La porticina era rimasta aperta. L'entrata era

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- E stai sempre solo tutta la giornata? Come ti chiami? - Pino. E tu? - Cuddu. Pino, messosi a rincorrere grilli e farfalle, gli raccontava intanto

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- soggiunse Pino. - E ora andiamo! - disse compare Nunzio a Cuddu. - Mettiti a tracolla la carniera da un lato e la gabbiola del furetto dall'altro. Non

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andava avanti. Compare Nunzio batteva su le macchie e sui cespi delle erbacce con la canna del fucile sùbito ricaricato. Cuddu, intanto, alle parole

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il cacciatore. - Ma io sono più malizioso di loro. E rimase così immobile, quasi un'ora. Sem- brava che i piccioni si fossero passata la voce. Cuddu

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olive nere salate, gliele dava, ripetendo: - Ti bastano? - E me n'avanza! - La risposta me la porterai a casa questa sera. Se c' è qualcuno da me, mi

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Mentre Cuddu cavava dal petto la lettera, il vecchio ricercava la sua in fondo a una sacca deposta accanto, e gliela metteva dentro lo sparato

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le strinse significativamente. Cuddu ripeté lo stesso gesto. E, tornato a casa, raccontò tutto alla mamma. Quel mistero intrigava la poveretta

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Tre mesi dopo, i viaggi di Cuddu erano diventati più frequenti. Andava e veniva due, tre volte la settimana; e nelle giornate di cattivo tempo

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! Compare Sidoro crollò il capo, sorridendo. Il mercoledì appresso, prima di consegnargli la lettera, egli disse a Cuddu: - Lèvati una scarpa e una

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spiegarsi perché compare Sidoro e quell'uomo ce l'avessero contro costui; e, rimettendo l'altra lettera tra la pianta del piede e la calza e infilandosi la

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tutti brizzolati di neve. I tre birri portavano i fucili a bandoliera, ma col calcio in su perché la neve non penetrasse nelle canne. Cuddu si era

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per sparare, aveva abbassato la testa, turandosi le orecchie per non sentire il botto. - Morte a nessuno! - replicò il signore in tuba. - I birri

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terreno, larga e con una finestra da lato, di faccia alla porta era rizzato il telaio. L'arcolaio stava presso la finestra, in guisa che la mamma poteva

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delle lettere! La poveretta tremava, pensando che compare Sidoro si era servito di suo figlio per la rivoluzione. E siccome quella vecchia aveva detto

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il comando della ragazzaglia, e la sgridava anche lui come l' istruttore; i suoi militi però marciavano assai meglio di quegli altri in fondo alla

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Pur troppo, lo avevano mezzo bruciato il bel Palermo, come aveva detto quel vecchio contadino! Que e , lastricato sossopra, case crivellate da

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Ràbbato. - Il diavolo mi porti se l' ho mai inteso nominare questo tuo paese. Ràbbato hai detto? - Sissignore. - Dov' è la lettera? Cuddu si cavò la

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po' indietro. Al cenno del Generale, porse la lettera, cavandosi, il berretto. - Compare Sidoro vuole la risposta. Vedendolo sorridere, Cuddu prese

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