Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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pubblicarono i seguenti giornali: L'Opinione liberale,  La  Capitale italiana, L'Avanti, La Nuova Antologia. La
L'Opinione liberale, La Capitale italiana, L'Avanti,  La  Nuova Antologia. La Cultura,La Rivista d'Italia, L'Ariel,
La Capitale italiana, L'Avanti, La Nuova Antologia.  La  Cultura,La Rivista d'Italia, L'Ariel, Il Fanfulla
Rivista d'Italia, L'Ariel, Il Fanfulla quotidiano,  La  Rassegna settimanale universale, La Biblioteca italiana, La
Il Fanfulla quotidiano, La Rassegna settimanale universale,  La  Biblioteca italiana, La Rivista italiana di filosofia, La
La Rassegna settimanale universale, La Biblioteca italiana,  La  Rivista italiana di filosofia, La Rivista politica e
La Biblioteca italiana, La Rivista italiana di filosofia,  La  Rivista politica e letteraria, Il Don Chisciotte.
pubblicarono i seguenti giornali: L'Opinione liberale,  La  Capitale italiana, L'Avanti, La Nuova Antologia. La
L'Opinione liberale, La Capitale italiana, L'Avanti,  La  Nuova Antologia. La Cultura, La Rivista d'Italia, L'Ariel,
La Capitale italiana, L'Avanti, La Nuova Antologia.  La  Cultura, La Rivista d'Italia, L'Ariel, Il Fanfulla
italiana, L'Avanti, La Nuova Antologia. La Cultura,  La  Rivista d'Italia, L'Ariel, Il Fanfulla quotidiano, La
La Rivista d'Italia, L'Ariel, Il Fanfulla quotidiano,  La  Rassegna settimanale universale, La Biblioteca italiana, La
Il Fanfulla quotidiano, La Rassegna settimanale universale,  La  Biblioteca italiana, La Rivista italiana di filosofia, La
La Rassegna settimanale universale, La Biblioteca italiana,  La  Rivista italiana di filosofia, La Rivista politica e
La Biblioteca italiana, La Rivista italiana di filosofia,  La  Rivista politica e letteraria, Il Don Chisciotte, Il
Don Chisciotte, Il Pensiero nuovo, Il Sant'Uberto di Roma;  La  Gazzetta del Popolo della domenica, Il Venerdì della
della domenica, Il Venerdì della Contessa, Il Germinal,  La  Gazzetta del popolo, La Stampa, gazzetta piemontese di
della Contessa, Il Germinal, La Gazzetta del popolo,  La  Stampa, gazzetta piemontese di Torino; La Settimana, Il
del popolo, La Stampa, gazzetta piemontese di Torino;  La  Settimana, Il Fiore, Il Consalvo, II Marzocco, Il Corriere
di Firenze; Il Corriere della Sera, Il Secolo illustrato,  La  Domenica letteraria, L'Anthologie-Revue, L'Amore
Pensiero italiano, L'Antologia minima, L'Italia letteraria,  La  Lega lombarda, Il Sole, Il Risveglio educativo, La Gazzetta
La Lega lombarda, Il Sole, Il Risveglio educativo,  La  Gazzetta letteraria, La Libreria italiana di Milano; Il
Il Sole, Il Risveglio educativo, La Gazzetta letteraria,  La  Libreria italiana di Milano; Il Mattino, Il Pungolo
 LA  GNA' NUNZIA attonita;LA GNA' LOLA in gran turbamento;
turbamento; COMARE CAMILLA che fa capolino dalla cantonata;  LA  ZIA FILOMENA sull'uscio di casa; LO ZIO BRASI presso la
LA ZIA FILOMENA sull'uscio di casa; LO ZIO BRASI presso  la  tettoia.
 La  Ruggera! La Ruggera!...
Ruggera!  La  Ruggera!...
trepidava di gioia nel parlatorio.  La  zia monaca le aveva regalato un bel Gesù Bambino di cera e
un bel Gesù Bambino di cera e molti dolci. Il Bambino, con  la  guancia appoggiata su la manina, pareva dormisse tra erbe e
e molti dolci. Il Bambino, con la guancia appoggiata su  la  manina, pareva dormisse tra erbe e fiori. — Farai la
su la manina, pareva dormisse tra erbe e fiori. — Farai  la  novena? — Si, zia. — E come la farai? — Non lo so; me lo
tra erbe e fiori. — Farai la novena? — Si, zia. — E come  la  farai? — Non lo so; me lo dirà la mamma. — Di' : sei
— Si, zia. — E come la farai? — Non lo so; me lo dirà  la  mamma. — Di' : sei contenta d'avere questo bel Bambino
e alzò gli occhi al cielo; non sapeva esprimersi meglio.  La  zia e le altre monache, dietro la grata, ride- vano di
sapeva esprimersi meglio. La zia e le altre monache, dietro  la  grata, ride- vano di tenerezza. Riposti i dolci nel
le quattro punte. — Non ne mangi neppur uno? — le domandò  la  zia. — No, li serbo tutti al Bambino, per quando si
Oh, amore santo! Te ne darò degli altri per te. — Sì, zia!  La  risposta fu così vivace, così allegra che le risate delle
che le risate delle monache non finivano più. E intanto che  la  zia saliva su in camera, le monache si divertivano a gara a
in camera, le monache si divertivano a gara a interrogare  la  piccina. — Vuoi venire a star qui con noi? — E la mamma?
la piccina. — Vuoi venire a star qui con noi? — E  la  mamma? Resterebbe sola sola. — Verrebbe anche la mamma. — E
noi? — E la mamma? Resterebbe sola sola. — Verrebbe anche  la  mamma. — E la maestra? — Anche lei, se tu vuoi. — E il
mamma? Resterebbe sola sola. — Verrebbe anche la mamma. — E  la  maestra? — Anche lei, se tu vuoi. — E il maestro d'
non poterono rispondere: Verrebbe anche lui. Vedendo che  la  bambina guardava ansiosamente dalla parte per dove la zia
che la bambina guardava ansiosamente dalla parte per dove  la  zia era sparita, una monaca disse: — Tu guardi se la zia
dove la zia era sparita, una monaca disse: — Tu guardi se  la  zia arriva. Eh, ti piacciono i dolci? — Piacciono anche a
ne mangio. — Perchè? Sei in gastigo? Quando sono cattiva,  la  mamma mi dice: — Niente dolce a tavola! — Oppure: — Niente
dice: — Niente dolce a tavola! — Oppure: — Niente frutte!  La  bambina parlava con tanta grazia, con tanta ingenuità, che
con tanta grazia, con tanta ingenuità, che le monache se  la  sarebbero divorata dai baci, se non ci fosse stata di mezzo
sarebbero divorata dai baci, se non ci fosse stata di mezzo  la  doppia grata. Enrichetta si mise subito a sgretolare
si svegliasse. Il Bambino Gesù continuava a dormire, con  la  guancia su la manina. — Zia, quando si sveglia ? —
Il Bambino Gesù continuava a dormire, con la guancia su  la  manina. — Zia, quando si sveglia ? — Domattina. — Dorme
? — Domattina. — Dorme troppo ! — Bada però ; non fare  la  cattiva a casa, altrimenti il Bambino Gesù se ne ritorna
il collo, alzò le spalle, mise graziosamente l'indice su  la  bocca, e riprese a sgretolare il dolce. ***
nello stallatico. COMARE CAMILLA s'avvia a casa sua.  LA  ZIA FILOMENA mette la chiave nella toppa. LA GNA' NUNZIA
COMARE CAMILLA s'avvia a casa sua. LA ZIA FILOMENA mette  la  chiave nella toppa. LA GNA' NUNZIA entra nella bettola per
a casa sua. LA ZIA FILOMENA mette la chiave nella toppa.  LA  GNA' NUNZIA entra nella bettola per togliersi la
toppa. LA GNA' NUNZIA entra nella bettola per togliersi  la  mantellina.
asciuga  la  bocca colla mano e la guarda come non avesse udito, con
asciuga la bocca colla mano e  la  guarda come non avesse udito, con quegli occhi spenti che
con quegli occhi spenti che non dicono nulla, accendendo  la  pipa tranquillamente: tanto che la povera donna si
dicono nulla, accendendo la pipa tranquillamente: tanto che  la  povera donna si smarrisce sempre più, e a un tratto gli
dinanzi, per slacciargli le ciocie fradice. Egli  la  respinge col piede, borbottando:
zia Pina chiude  la  finestra).
 la  balla e mostrando la tela).
la balla e mostrando  la  tela).
chiesa e si disperde a destra e a sinistra. TURIDDU MACCA,  LA  GNA' LOLA, COMARE CAMILLA, LA GNA' NUNZIA, LA ZIA FILOMENA
e a sinistra. TURIDDU MACCA, LA GNA' LOLA, COMARE CAMILLA,  LA  GNA' NUNZIA, LA ZIA FILOMENA vengono avanti senza badare a
MACCA, LA GNA' LOLA, COMARE CAMILLA, LA GNA' NUNZIA,  LA  ZIA FILOMENA vengono avanti senza badare a SANTUZZA che
vengono avanti senza badare a SANTUZZA che resta verso  la  viottola in fondo a destra, imbacuccata nella mantellina.
corrono verso il fondo, vociando;  la  gna' Nunzia colle mani nei capelli, fuori di sè. Due
capelli, fuori di sè. Due carabinieri attraversano correndo  la  scena. Cala la tela).
di sè. Due carabinieri attraversano correndo la scena. Cala  la  tela).
 La  mia disgrazia, Nino! La mia cattiva stella!...
mia disgrazia, Nino!  La  mia cattiva stella!...
 La  gna' Lola?... La moglie di compar Alfìo?...
gna' Lola?...  La  moglie di compar Alfìo?...
ha facoltà di intuire e cogliere  la  vita borghese con ischiettezza. Bel saggio n'è la
cogliere la vita borghese con ischiettezza. Bel saggio n'è  la  descrizione di una festa da ballo; - più bella, perchè
di una festa da ballo; - più bella, perchè molto più breve,  la  descrizione d'una passeggiata nei giardini pubblici....»
d'una passeggiata nei giardini pubblici....» Giornale  La  Nuova Antologia di Roma (1 Aprile 1886).
 la  mantellina e se la mette sul braccio)
la mantellina e se  la  mette sul braccio)
a dire però alla strega: - O questa storia finisce... o  la  faccio finire io!.. - Le schiaccio la testa con la zappa,
storia finisce... o la faccio finire io!.. - Le schiaccio  la  testa con la zappa, come a una serpe e perdo la libertà...
o la faccio finire io!.. - Le schiaccio la testa con  la  zappa, come a una serpe e perdo la libertà... Tanto!...
schiaccio la testa con la zappa, come a una serpe e perdo  la  libertà... Tanto!...
è vero! Lungo il vostro cammino, vi sorprendono i venti,  la  pioggia, la tempesta; la morte vi coglie sul mare, su
il vostro cammino, vi sorprendono i venti, la pioggia,  la  tempesta; la morte vi coglie sul mare, su spiaggie
cammino, vi sorprendono i venti, la pioggia, la tempesta;  la  morte vi coglie sul mare, su spiaggie inospiti, o
infaticabili. No, non è per voi tutte egualmente benigna  la  sorte... Volteggiano, stridono; è il gran giorno della
io me  la  rompo davvero la gamba, se volete!
io me la rompo davvero  la  gamba, se volete!
moglie sa che  la  berretta la porto a modo mio
moglie sa che la berretta  la  porto a modo mio
comare Angiola scrolla il capo, senza rispondere,  la  fanno sedere).
 la  bile che ci ho messo dentro non la conti?...
la bile che ci ho messo dentro non  la  conti?...
avrà da pigliar moglie, manterrà  la  famiglia con la figura!
avrà da pigliar moglie, manterrà la famiglia con  la  figura!
Il Drago Pag. 1  La  prima sigaretta » 56 I padroncini » 66 La Commissione »76
Il Drago Pag. 1 La prima sigaretta » 56 I padroncini » 66  La  Commissione »76 Aria! Moto! »86 Paura » 94 La commedia dei
» 66 La Commissione »76 Aria! Moto! »86 Paura » 94  La  commedia dei grandi rifatta dai piccini » 102
rispettala, come ti deve amare e rispettare lei, secondo  la  santa legge di Dio... La mia casa è sempre casa vostra...
amare e rispettare lei, secondo la santa legge di Dio...  La  mia casa è sempre casa vostra... Dio vi benedica!....
casa vostra... Dio vi benedica!.... Prudenza, figliola mia:  la  moglie prudente fa la famiglia felice. Via! Via! Senza
benedica!.... Prudenza, figliola mia: la moglie prudente fa  la  famiglia felice. Via! Via! Senza piangere... Ti
del palazzo Roccasciano assediavano di preghiere  la  principessa, perchè aprisse le sue sale a qualche ballo. -
a qualche ballo. - Via, si persuada una volta! - diceva  la  Giordano. - Nessuna casa si presta come la sua; e poi,
volta! - diceva la Giordano. - Nessuna casa si presta come  la  sua; e poi, sotto la sua direzione, sarebbe assicurata la
- Nessuna casa si presta come la sua; e poi, sotto  la  sua direzione, sarebbe assicurata la più splendida
la sua; e poi, sotto la sua direzione, sarebbe assicurata  la  più splendida riuscita! Donna Cecilia Morlieri, disgustata,
fuori tutto quello che aveva in corpo. - Ora viene a farti  la  corte, dopo averti sparlato che peggio non si potrebbe. Non
che peggio non si potrebbe. Non trova un cane che le pigli  la  figliuola, e vorrebbe organizzare una caccia in grande, a
e certe cose non le posso tollerare... - Chiacchiere! -  la  principessa difendeva la Giordano - Non dare ascolto alle
tollerare... - Chiacchiere! - la principessa difendeva  la  Giordano - Non dare ascolto alle male lingue. D'altronde,
- Non ha denari? Sfido io! dopo che sta giuocandosi perfino  la  camicia che indossa! - diceva la Giordano alle Valdieri,
sta giuocandosi perfino la camicia che indossa! - diceva  la  Giordano alle Valdieri, irritatissima. - Sicuro! E poi -
le carte per una serata! - È una vergogna! Nostra zia  la  marchesa aveva un abito fatto venire apposta da Parigi. -
- L'ho sempre detto io, che questa non è casa! Ma come  la  stagione s'avanzava, la principessa si vedeva, con un
io, che questa non è casa! Ma come la stagione s'avanzava,  la  principessa si vedeva, con un sospiro di sollievo, sempre
ricominciavano a lagnarsi di perdere, a prendersela con  la  sorte o ad accusarsi l'uno con l'altro. Il marchese
- Siete un iettatore! Non giuocherò più con voi! - Ma se  la  disdetta mi perseguita! Perdo da un mese! - Tanto era vero
mese! - Tanto era vero che non sapeva come fare a contentar  la  Rosalia, che voleva la carrozza il giovedì e la domenica,
che non sapeva come fare a contentar la Rosalia, che voleva  la  carrozza il giovedì e la domenica, ora che la musica
a contentar la Rosalia, che voleva la carrozza il giovedì e  la  domenica, ora che la musica suonava di sera al Foro
che voleva la carrozza il giovedì e la domenica, ora che  la  musica suonava di sera al Foro Italico. - Andate là,
alle Tignazze: non c'era altro prodotto che il vino! e  la  fabbrica d'agro cotto era lasciata a mezzo. - Non ho mai un
a mezzo. - Non ho mai un giorno di vena! - si lamentava  la  principessa con la Morlieri. A sentire il solito
ho mai un giorno di vena! - si lamentava la principessa con  la  Morlieri. A sentire il solito ritornello, donna Cecilia
vincere mai!... Prima di tutto, perchè non sai giuocare...  La  principessa alzava le spalle, ridendo. - Insegnami tu! -
che diventi cattiva? - Terzo, finalmente, perchè sprechi  la  vincita invece di riporla da parte. - Non è vero niente;
Del resto, io non giuocherò più... andrò in campagna,  la  mia salute ne ha bisogno. Voglio ristabilirmi, voglio
un paio di mesi senza toccare una carta, per vedere se  la  disdetta si stancherà. Tu verrai a trovarmi, qualche volta?
Tu verrai a trovarmi, qualche volta? Non lasciarmi sola...  La  solitudine della principessa durava un giorno. Appena
che si trascinavano dietro altre persone, sicuri di trovare  la  più larga ospitalità, un posto a tavola e un altro a
il primo di tutti, con una valigia, un sacco da notte,  la  cappelliera e ogni sorta d'involti e d'involtini; affittava
sorta d'involti e d'involtini; affittava un villino per  la  Rosalia e accaparrava per sè la più bella stanza di Villa
affittava un villino per la Rosalia e accaparrava per sè  la  più bella stanza di Villa Oriente, dove andava e veniva a
principessa svanivano come nebbia al sole; il movimento,  la  folla le piacevano, e ricominciava a giuocare, da principio
E come il marchese e qualche altro erano dalla sua, e  la  principessa non domandava se non di farsi pregare,
non domandava se non di farsi pregare, combinavano  la  partita, si chiudevano in uno stanzino, non si trovavano
si chiudevano in uno stanzino, non si trovavano più. -  La  principessa? Dov'è la principessa? - A confessarsi, con
uno stanzino, non si trovavano più. - La principessa? Dov'è  la  principessa? - A confessarsi, con padre Agatino! - diceva
- A confessarsi, con padre Agatino! - diceva ad alta voce  la  de Fiorio, ridendo sgangheratamente. - Che sguaiata! Ci si
ridendo sgangheratamente. - Che sguaiata! Ci si vede ancora  la  tabaccaia! - osservava una delle Valdieri. Ma il barone de
un cagnolino, e si guardava attorno, tutto stupito, quando  la  società rideva alle sconvenienze di lei. Padre Agatino, il
tutti i preti del paese, e li invitava a Villa Oriente.  La  principessa li accoglieva graziosamente, offriva loro il
una tovaglia per l'altare e di far fondere una campana per  la  matrice; poi si andava a sedere intorno al tavolo verde.
D'Errando alla società raccolta nel salotto, intanto che  la  padrona di casa non si vedeva. - Grazioso! Ben detto! -
di casa non si vedeva. - Grazioso! Ben detto! - rispondeva  la  Giordano - Lei gli aveva messo gli occhi addosso per la
la Giordano - Lei gli aveva messo gli occhi addosso per  la  figliuola, e lo adulava, lo trovava spiritoso. Riuniti in
e intanto che una delle Valdieri tempestava sul pianoforte,  la  principessa continuava a giuocar grosso, chiusa nello
con D'Errando! - ingiungeva in un orecchio alla figliuola  la  Giordano. - Se non m'invita! E quando finalmente li vedeva
fosse ora assicurato... Dopo una di quelle serate,  la  principessa si levava tardi, con la testa addolorata, la
una di quelle serate, la principessa si levava tardi, con  la  testa addolorata, la lingua amara, una sfinitezza in tutta
la principessa si levava tardi, con la testa addolorata,  la  lingua amara, una sfinitezza in tutta la persona. Un
testa addolorata, la lingua amara, una sfinitezza in tutta  la  persona. Un giorno, inaspettata, arrivò donna Cecilia
Morlieri. - Cecilia! Come sei buona d'esser venuta! - e  la  principessa faceva uno sforzo per alzarsi dalla poltrona. -
dalla poltrona. - Che cos'hai?.. Ti senti male? - Molto...  la  testa!.. - Ma come vuoi star bene, in questa scatola! Donna
imposte, spalancava le persiane, faceva irrompere l'aria e  la  luce, trascinava l'amica in giardino. Esse percorrevano di
di su e di giù i viali, lentamente, chiacchierando;  la  principessa si appoggiava al braccio della compagna; a un
arrossendo. Una cosa da nulla... Ma, appena rientrate,  la  principessa chiedeva: - È venuto nessuno? - Sono di là, con
nessuno? - Sono di là, con padre Agatino - rispondeva  la  cameriera. - Se hai da fare, Sabina, senza cerimonie!... -
rosse di coloro, e gli sguardi e i segni scambiati con  la  principessa, un risolino le increspò le labbra sottili. -
con compunzione, impazientandosi soltanto se  la  cameriera tardava a recar le portate, intanto che la
se la cameriera tardava a recar le portate, intanto che  la  principessa assaggiava appena le vivande. - L'aria di
padre Agostino e i compagni erano spariti, lei non ebbe più  la  forza di resistere. - Permetti, cara Cecilia, che mi
un dolor di capo da non reggere. Buona notte. Donna Cecilia  la  vedeva allontanarsi, con una scrollata di spalle. - Il lupo
 La  mamma l'avrebbe maritata... Era la sua prediletta!... Ma
mamma l'avrebbe maritata... Era  la  sua prediletta!... Ma con un altro...
alla cantonata...  La  torcia! la torcia!... Gliela porgerai dalla finestra!...
alla cantonata... La torcia!  la  torcia!... Gliela porgerai dalla finestra!...
Allora, con questo velluto me ne faccio  la  guarnizione d'un mantello per me - finì col dire la Cerchi.
faccio la guarnizione d'un mantello per me - finì col dire  la  Cerchi. Quasi di tutto era così: osservava la roba,
finì col dire la Cerchi. Quasi di tutto era così: osservava  la  roba, dichiarandola troppo buona per la figliuola, poi la
era così: osservava la roba, dichiarandola troppo buona per  la  figliuola, poi la metteva da parte per sè, meno le scarpe,
la roba, dichiarandola troppo buona per la figliuola, poi  la  metteva da parte per sè, meno le scarpe, le calze, e altre
infantile diceva che li avrebbe staccati, tanto per  la  Camilla erano un lusso inutile. Camilla stava là zitta a
era troppo per lei. Macchinalmente seguiva con gli occhi  la  scelta, alla quale la zia avea piacere ch'ella assistesse
Macchinalmente seguiva con gli occhi la scelta, alla quale  la  zia avea piacere ch'ella assistesse perchè le voleva assai
più d'una bambina, ma n'era contenta. - Così, pensava,  la  mamma litigherà meno col babbo, a causa de' vestiti che le
dài a Camilla il mio mantello di velluto bianco; - disse  la  Marietta - tanto è macchiato di sciroppo, davanti! - Un
a Camilla, e il velluto non si può tingere - osservò  la  signora Amalia. - Prendilo, qualcosa te ne farai -
Amalia. - Prendilo, qualcosa te ne farai - consigliò  la  signora de' Rivani. - Ne farò un bel guanciale per il
Rivani. - Ne farò un bel guanciale per il salotto - disse  la  madre di Camilla; e si prese il mantello. - Oh, la Giulia,
- disse la madre di Camilla; e si prese il mantello. - Oh,  la  Giulia, guarda la Giulia! - esclamò a un tratto Camilla,
di Camilla; e si prese il mantello. - Oh, la Giulia, guarda  la  Giulia! - esclamò a un tratto Camilla, additando la
guarda la Giulia! - esclamò a un tratto Camilla, additando  la  bambola. - Ah! E io che me n'ero scordata! O chi l'ha messa
E io che me n'ero scordata! O chi l'ha messa qui? - disse  la  Marietta afferrando la pupattola per le vesti e tirandola a
O chi l'ha messa qui? - disse la Marietta afferrando  la  pupattola per le vesti e tirandola a sè. Ma quando l'ebbe
le vesti e tirandola a sè. Ma quando l'ebbe in braccio e  la  guardò si mise a ridere, a ridere come una scapata, levando
mise a ridere, a ridere come una scapata, levando in aria  la  gamba mutilata. - È storpia! Non ha più un piede! È
dal sorcio. - Peccato! Una così graziosa bambola! - fece  la  signora de' Rivani. - Che costava cinquecento lire -
- Che costava cinquecento lire - soggiunse con una smorfia  la  sorella. - Avessi io cinquecento lire da buttar via in
Camilla, e accostandosi alla cuginetta, carezzò leggermente  la  bambola sul capo, ravviandole i capelli scomposti,
sul capo, ravviandole i capelli scomposti, arruffati.  La  Giulia, che aveva riaperto gli occhi e li teneva sbarrati,
aveva riaperto gli occhi e li teneva sbarrati, non ostante  la  luce viva alla quale non era più abituata da tanto tempo,
e di dentro al vetro dovette parlare, implorando pietà,  la  piccola anima sua; perchè la buona bambina, tutta
parlare, implorando pietà, la piccola anima sua; perchè  la  buona bambina, tutta intenerita, ripetè con accento più
ripetè con accento più commosso che mai: - Poverina!  La  Marietta avea posata la pupattola sur una sedia. - Non è
più commosso che mai: - Poverina! La Marietta avea posata  la  pupattola sur una sedia. - Non è più buona a nulla, così -
una sedia. - Non è più buona a nulla, così - diss'ella. -  La  puoi fare accomodare - suggerì la signora Amalia. Ma la
così - diss'ella. - La puoi fare accomodare - suggerì  la  signora Amalia. Ma la signora de' Rivani, che avea visto la
- La puoi fare accomodare - suggerì la signora Amalia. Ma  la  signora de' Rivani, che avea visto la sua figliuola alzare
la signora Amalia. Ma la signora de' Rivani, che avea visto  la  sua figliuola alzare le spalle e sapeva quanti giocattoli
alzare le spalle e sapeva quanti giocattoli di prezzo  la  bambina aveva sciupati senza più curarsene, si voltò alla
anche le manca un piede. - Camilla, rimasta senza fiato per  la  commozione, guardò la Marietta, che, indifferente, disse,
- Camilla, rimasta senza fiato per la commozione, guardò  la  Marietta, che, indifferente, disse, con un sorriso: - Sì,
ne fare! Due piccole braccia tremanti dalla gioia strinsero  la  pupattola a un petto dove il cuore batteva come se avesse
materno. - Le daremo anche il baule col corredo - disse  la  signora de' Rivani. Ma per quanto il bauletto fosse cercato
Rivani. Ma per quanto il bauletto fosse cercato per tutta  la  casa, non ci fu modo di ritrovarlo. Chi sa dove era andata
ci fu modo di ritrovarlo. Chi sa dove era andata a finire  la  roba della povera Giulia, mentre la Marietta la lasciava
era andata a finire la roba della povera Giulia, mentre  la  Marietta la lasciava cosi abbandonata rovinarsi in fondo a
a finire la roba della povera Giulia, mentre la Marietta  la  lasciava cosi abbandonata rovinarsi in fondo a un armadio!
farò io un vestitino con qualcosa di mio che non porto più.  La  Marietta, che rientrava allora in guardaroba, a corsa, dopo
che doveva esservi una bella differenza tra gli abiti che  la  sua pupattola aveva prima e quelli che avrebbe avuti ora:
sua madre troncò con un: - Taci! - ben meritato. Era vero;  la  Giulia era entrata in quella casa circondata da un lusso
che il suo povero cuore di bimba diseredata da offrirle; ma  la  Giulia aveva sofferto abbastanza, trascinata da un mobile
benessere nuovo, un sentimento di sicurezza de' più dolci  la  riempivano di gioia, di serenità. Povera e felice! non si
alla elegante casa de' Rivani, dove aveva conosciuto  la  vita di chi si diverte, non quella di chi è amato davvero.
vita di chi si diverte, non quella di chi è amato davvero.  La  Marietta la vide andarsene senza farle una carezza, senza
si diverte, non quella di chi è amato davvero. La Marietta  la  vide andarsene senza farle una carezza, senza darle un
in braccio un'ultima volta: ormai, agli occhi suoi,  la  Giulia era un balocco guasto e null'altro. Nel cortile,
Nel cortile, dappiede alle scale, il Moro insellato per  la  passeggiata a Villa Borghese, aspettava, tenuto per la
per la passeggiata a Villa Borghese, aspettava, tenuto per  la  cavezza, la padroncina, sbuffando e raspando, co' segni
a Villa Borghese, aspettava, tenuto per la cavezza,  la  padroncina, sbuffando e raspando, co' segni della più viva
e raspando, co' segni della più viva impazienza. Girò  la  testa quando la signora Amalia e Camilla scesero le scale.
co' segni della più viva impazienza. Girò la testa quando  la  signora Amalia e Camilla scesero le scale. La bambola
testa quando la signora Amalia e Camilla scesero le scale.  La  bambola avrebbe voluto stringersi ancòra più alla sua nuova
nuova amica; fissò gli occhi sul cavallo capriccioso come  la  Marietta... e se le lacrime del cuore potessero filtrare
vestita da ballo, avrebbe voluto fare  la  parte sua per aiutar la Marietta. Ma in quale modo? Il suo
da ballo, avrebbe voluto fare la parte sua per aiutar  la  Marietta. Ma in quale modo? Il suo corpo non aveva potere
erano chiuse da loro, come le si chiudevano sempre quando  la  coricavano supina; e così muta, immobile, pareva che
malanno: una gastrica per indigestione, aggiungendo che  la  bambina doveva per un pezzo dimenticarsi che paste e
e guardarsi poi sempre dai dolciumi, tanto perniciosi per  la  salute. Quando, tra i medicamenti che le furono ordinati,
lotta. Non lo voleva ingoiare a nessun costo. Il babbo,  la  mamma, il dottore, le erano tutti al capezzale per
mio, sii buonina; se ubbidisci, guarirai! - le diceva  la  madre, facendole cento carezze su la testolina indolorita.
guarirai! - le diceva la madre, facendole cento carezze su  la  testolina indolorita. - Dimmi che cosa vuoi, e il tuo babbo
indolorita. - Dimmi che cosa vuoi, e il tuo babbo te  la  porta! - le susurrava il padre dal canto suo. Il dottore
faceva meno complimenti, si sa: - Bisogna che prenda  la  medicina, non c'è rimedio! - esclamava in tono risoluto.
non c'è rimedio! - esclamava in tono risoluto. Invece,  la  piccina respingeva la tazzetta, tenendo ostinatamente il
- esclamava in tono risoluto. Invece, la piccina respingeva  la  tazzetta, tenendo ostinatamente il capo sotto le coperte.
regalare un oggetto che desiderava da un pezzo. Si scoperse  la  testa, e attirando a sè la bambola, mostrò la spilla di
da un pezzo. Si scoperse la testa, e attirando a sè  la  bambola, mostrò la spilla di brillanti che le scintillava
Si scoperse la testa, e attirando a sè la bambola, mostrò  la  spilla di brillanti che le scintillava su' capelli color
su' capelli color del grano: poi venne a patti: - Se  la  mamma mi dà questa spilla, prendo l'olio. - Non è una cosa
- Non è una cosa adattata a te, mia carina - osservò  la  signora de' Rivani. - Allora non lo piglio! - protestò la
la signora de' Rivani. - Allora non lo piglio! - protestò  la  Marietta, ricacciando sotto la testa. - Dalle quello che
non lo piglio! - protestò la Marietta, ricacciando sotto  la  testa. - Dalle quello che vuole! - fece, come al solito, il
come al solito, il signor Giovanni - purchè guarisca. Così  la  bambina inghiotti, con gran disgusto, la bevanda oleosa. La
guarisca. Così la bambina inghiotti, con gran disgusto,  la  bevanda oleosa. La Giulia, che aveva assistito a tutta la
la bambina inghiotti, con gran disgusto, la bevanda oleosa.  La  Giulia, che aveva assistito a tutta la scena senza potervi
la bevanda oleosa. La Giulia, che aveva assistito a tutta  la  scena senza potervi metter bocca, rifletteva da sè sola su
una cosa: subito dopo un'altra. Benedetta bambina! E pure  la  bambola sentiva di volerle bene nel vederla soffrire,
a causa della gola: un gran brutto peccataccio. Quando  la  Marietta s'avvide che alla sua pupattola non avevan più
Lasciarla a quel modo per tanto tempo? E volle che  la  governante la spogliasse con ogni cura, riponendo nel
a quel modo per tanto tempo? E volle che la governante  la  spogliasse con ogni cura, riponendo nel baulino il
cura, riponendo nel baulino il bell'abito, e rivestendo  la  Giulia da casa, come una piccola amica che le stesse a
come una piccola amica che le stesse a tener compagnia.  La  governante fece tosto quello che la signorina chiedeva. E
a tener compagnia. La governante fece tosto quello che  la  signorina chiedeva. E allora cominciò tra la Marietta e la
quello che la signorina chiedeva. E allora cominciò tra  la  Marietta e la Giulia un periodo di grande intimità.
la signorina chiedeva. E allora cominciò tra la Marietta e  la  Giulia un periodo di grande intimità. Costretta a star in
un periodo di grande intimità. Costretta a star in letto,  la  bambina non aveva le consuete distrazioni delle amiche,
degli spettacoli al teatro; sicchè l'unica sua compagna era  la  bambola, che la distraeva senza stancarla. Appena sveglia,
al teatro; sicchè l'unica sua compagna era la bambola, che  la  distraeva senza stancarla. Appena sveglia, ella stendeva la
la distraeva senza stancarla. Appena sveglia, ella stendeva  la  mano e se la pigliava per non lasciarla quasi più fino al
senza stancarla. Appena sveglia, ella stendeva la mano e se  la  pigliava per non lasciarla quasi più fino al momento
non lasciarla quasi più fino al momento d'addormentarsi.  La  Giulia stava lì con la più affettuosa pazienza. Mi direte
più fino al momento d'addormentarsi. La Giulia stava lì con  la  più affettuosa pazienza. Mi direte che, per qualunque
d'ira, accompagnati da gesti vivaci e da forti parole. No,  la  Giulia, per quanto tormentata dall'irrequietezza dell'amica
come un uccello morto d'una ferita nella schiena. Se  la  minestra non le piaceva, o se le rifiutavano una frutta,
una frutta, che il medico aveva proibita, daccapo  la  medesima storia: spintoni, magari pedate... Poi di nuovo
Poi di nuovo carezze, e bei vestiti addosso. Del resto,  la  Giulia non era sola a patire del carattere incostante della
le zampe tarchiate sul letto, incominciava a leccare  la  mano della bimba, che ora gli fregava la grossa testa,
a leccare la mano della bimba, che ora gli fregava  la  grossa testa, quasi quadrata, con grande tenerezza, ora
testa, quasi quadrata, con grande tenerezza, ora glie  la  percoteva rabbiosamente con tutto quel po' di forza che
tutto quel po' di forza che aveva. In quest'ultimo caso,  la  lingua molle e tiepida del buon cane passava lesta dalla
con trasporto: forse perchè odorava della padroncina. - Non  la  voglio più pettinata così - dichiarò un giorno la Marietta
- Non la voglio più pettinata così - dichiarò un giorno  la  Marietta alla governante, disfacendo con un gesto di bizza
governante, disfacendo con un gesto di bizza i ricci che  la  brava donna aveva proprio allora piegati col ferro. Col suo
aveva proprio allora piegati col ferro. Col suo buon garbo,  la  governante ricominciò l'acconciatura, studiandosi di farla
l'acconciatura, studiandosi di farla in modo da contentare  la  bimba; avvolse i bei capelli biondi in tanti nodi su l'alto
tra questi nodi un nastro di raso rosso, e incipriò tutta  la  testa, leggermente. La Marietta fu molto soddisfatta,
di raso rosso, e incipriò tutta la testa, leggermente.  La  Marietta fu molto soddisfatta, allora. - La mia Giulia è
leggermente. La Marietta fu molto soddisfatta, allora. -  La  mia Giulia è bella come la mamma quando va al ballo di
fu molto soddisfatta, allora. - La mia Giulia è bella come  la  mamma quando va al ballo di Corte! - disse con un sorriso,
disse con un sorriso, girando e rigirando da tutte le parti  la  pupattola, che sorrideva anche lei, in cuor suo, di quelle
in testa una nuova idea: - Adesso voglio - diss'ella - che  la  Giulia abbia un mantello di velluto bianco eguale al mio. -
Giulia abbia un mantello di velluto bianco eguale al mio. -  La  governante interrogò la signora in proposito. Questa
di velluto bianco eguale al mio. - La governante interrogò  la  signora in proposito. Questa rispose: - Glie lo faremo, mia
alla sua bambola, purchè non avesse faticato lei a farla.  La  Giulia, ch'era stata tutta felice al pensiero d'indossare
mantello, ebbe una stretta al cuore quando intese che  la  fanciulla rifiutava di lavorare per amor suo; ma,
suo; ma, vanitosella com'era, si consolò poi quando vide  la  signora de' Rivani e la governante mettersi loro all'opera
com'era, si consolò poi quando vide la signora de' Rivani e  la  governante mettersi loro all'opera come due sarte di
se il modello le stava bene. Il primo giorno in cui  la  Marietta uscì di casa a fare una trottata a Villa Borghese,
si sarebbero dette due sorelline sedute accanto, tanto  la  Giulia era grande, tanto aveva naturale il visetto roseo,
tanto aveva naturale il visetto roseo, belli i capelli.  La  giornata era mite, benchè il mese di gennaio fosse appena a
mazzi meschini, quasi senza profumo, ma bellini e graditi.  La  Marietta rise come una pazzerella perchè una di queste
bambina, aspettando di vedere anche quella stendere  la  sua manina inguantata per accogliere le viole... Cotesta fu
per accogliere le viole... Cotesta fu un'avventura che  la  Marietta raccontò poi a tutti, divertendosi molto
alla pupattola: - È vero, è quasi come una di noi. Arrivata  la  carrozza verso il centro della villa, la Marietta espresse
di noi. Arrivata la carrozza verso il centro della villa,  la  Marietta espresse il desiderio di scendere a far quattro
il legno piano piano le avrebbe seguite lungo il viale.  La  signora de' Rivani acconsentì, col patto, però, che la
La signora de' Rivani acconsentì, col patto, però, che  la  passeggiata a piedi fosse davvero corta e che la fanciulla
però, che la passeggiata a piedi fosse davvero corta e che  la  fanciulla non si lasciasse andare, per nessun motivo, a
andare, per nessun motivo, a qualcuno de' suoi capriccetti.  La  Marietta baciava le mani della mamma, promettendo con mille
equestre di Nuova York dava i suoi spettacoli serali.  La  maggiore attrattiva di codesti spettacoli era Jenny Bilson,
d'intelligenza a un piccolissimo cavallo tutto bianco come  la  neve, con lunga la coda e la criniera come d'argento.
piccolissimo cavallo tutto bianco come la neve, con lunga  la  coda e la criniera come d'argento. Bastava ch'ella si
cavallo tutto bianco come la neve, con lunga la coda e  la  criniera come d'argento. Bastava ch'ella si presentasse al
ZIO BRASI attraversa  la  scena dalla sinistra con un fascio di fieno in capo, che va
con un fascio di fieno in capo, che va a deporre sotto  la  tettoia. - COMARE CAMILLA sulla terrazza, ripiegando della
il viale per andare in chiesa. Un contadino seduto sotto  la  tettoia, col mento fra le mani, canticchiando. Suona la
la tettoia, col mento fra le mani, canticchiando. Suona  la  messa - La ZIA FILOMENA esce dalla bettola della gna'
col mento fra le mani, canticchiando. Suona la messa -  La  ZIA FILOMENA esce dalla bettola della gna' NUNZIA, portando
Ecco come fate.... una frustata nel sangue, e poi subito  la  doccia fredda! Tanto peggio per chi ci casca! Voi non la
la doccia fredda! Tanto peggio per chi ci casca! Voi non  la  perdete la testa, beata voi!
fredda! Tanto peggio per chi ci casca! Voi non la perdete  la  testa, beata voi!
lascia cascare su  la  seggiola, china, con la faccia tra le mani).
lascia cascare su la seggiola, china, con  la  faccia tra le mani).
 la  medaglia con gesto significativo e baciandosi la punta
la medaglia con gesto significativo e baciandosi  la  punta delle dita)
123 Cattiveria » 127 II croccante » 132 Malizietta » 138  La  partenza di Lulù » 144 La tazza di cioccolatte » 150 La
croccante » 132 Malizietta » 138 La partenza di Lulù » 144  La  tazza di cioccolatte » 150 La pappa pel bambino Gesù » 156
138 La partenza di Lulù » 144 La tazza di cioccolatte » 150  La  pappa pel bambino Gesù » 156
 la  vera malia è la mia disgrazia... Dovevo sposar voi... Sarei
la vera malia è  la  mia disgrazia... Dovevo sposar voi... Sarei stato felice...
avevo voi nel cuore! Ma eravate promessa... Dissi: Prendo  la  sorella... Sarà quasi lo stesso... Destino infame! La colpa
la sorella... Sarà quasi lo stesso... Destino infame!  La  colpa è del destino! Che male c'è, lana se mi volete
un asino, e ve lo provo. Per  la  figlia di mastro Giovanni il cordaio non diceva lo stesso?
lo stesso? E chi l' ha guarita? Don Saverio Teri, con  la  medaglia benedetta... dopo aver disfatta la malia...
Teri, con la medaglia benedetta... dopo aver disfatta  la  malia...
faccio  la  festa! Com'è vero Dio, ti faccio la festa, prima di tuo
faccio la festa! Com'è vero Dio, ti faccio  la  festa, prima di tuo marito!
spazio; ma  la  Marietta, indovinando che lì dentro doveva esserci una gran
sorridere al suo babbo. In un momento furono a casa. Costì  la  fanciulletta non ebbe pace fino che non fu aperta la
Costì la fanciulletta non ebbe pace fino che non fu aperta  la  scatola; e quando, svolta dal suo lenzuolo di carta velina,
svolta dal suo lenzuolo di carta velina, venne fuori  la  magnifica bambola, la piccina mandò un grido di maraviglia
lenzuolo di carta velina, venne fuori la magnifica bambola,  la  piccina mandò un grido di maraviglia e di gioia, facendosi
ammattita. - O non ringrazi il tuo babbo? - le domandò  la  madre. Allora, ella ebbe uno slancio di grande tenerezza, e
tenerezza, e si buttò fra le braccia del babbo, che se  la  strinse forte sul cuore. - Babbo, quanto costa? - chiese la
la strinse forte sul cuore. - Babbo, quanto costa? - chiese  la  bambina, che, vedendo la ricchezza del dono, voleva sfogar
- Babbo, quanto costa? - chiese la bambina, che, vedendo  la  ricchezza del dono, voleva sfogar un po' la sua vanità
che, vedendo la ricchezza del dono, voleva sfogar un po'  la  sua vanità dicendo alle amiche il gran valore della sua
alle amiche il gran valore della sua bambola. - Costa  la  promessa che tu sia buona - rispose semplicemente il babbo;
- È stata buona, dimmi, nel tempo ch'io ero lontano?  La  signora de' Rivani si strinse nelle spalle e, per non
dispiaceri a chi le vuol bene. - Ah, birichina! Ti ripiglio  la  bambola, sai! - fece il babbo. La Marietta gli diede subito
birichina! Ti ripiglio la bambola, sai! - fece il babbo.  La  Marietta gli diede subito qualche altro bacio; e siccome
marrone ricamato d'oro; l'abito da corse, di seta scozzese;  la  veste da camera di crespo della China color limone; poi
colori e di forme diverse, uno più elegante dell'altro.  La  biancheria pareva appartenere a una figliuola di re, fina
prezioso. A ogni oggettino ch'ella prendeva in mano,  la  Marietta aveva nuove esclamazioni, nuovi sorrisi di
- Voglio mettere nome Giulia alla mia bambola - disse  la  bambina. - Ti piace, mamma, questo nome? La signora de'
bambola - disse la bambina. - Ti piace, mamma, questo nome?  La  signora de' Rivani rispose di sì; e la Marietta cominciò
mamma, questo nome? La signora de' Rivani rispose di sì; e  la  Marietta cominciò subito a chiamar la pupattola: - Giulia!
rispose di sì; e la Marietta cominciò subito a chiamar  la  pupattola: - Giulia! Giulia! - come avrebbe chiamata una
una sorellina. Quando fu l'ora d'andare a letto, volle che  la  sua cara Giulia fosse coricata insieme a lei e posasse la
la sua cara Giulia fosse coricata insieme a lei e posasse  la  testolina bionda sul suo guanciale. Perciò la spogliò con
lei e posasse la testolina bionda sul suo guanciale. Perciò  la  spogliò con ogni cura; e scelta tra la biancheria una
guanciale. Perciò la spogliò con ogni cura; e scelta tra  la  biancheria una camicina da notte, accollata e con le
capelli, che chiuse in una reticella di seta rossa, e poi  la  mise sotto le lenzuola, dove andò subito a raggiungerla. Il
raggiungerla. Il signor de' Rivani, che gongolava a vedere  la  sua creatura così felice, venne ancòra a baciarla e a
- Non ti ho detto - le mormorò all'orecchio - che  la  tua bambola ha un'altra virtù: parla. - Parla? - esclamò la
la tua bambola ha un'altra virtù: parla. - Parla? - esclamò  la  bambina con maraviglia. - Sì, ascolta. E, sotto le coltri,
tirò lo spago che faceva dire alla pupattola: Mamma!  La  Marietta mise un grido, e rizzatasi a seder sul letto, si
un grido, e rizzatasi a seder sul letto, si chinó tutta su  la  sua nuova amica. - T'amo! - soggiunse questa nella sua
quando il signor de' Rivani ebbe tirato l'altro spago.  La  bambina non sapeva spiegarsi come succedesse quel miracolo;
miracolo; ma il cuore le batteva molto forte mentre, con  la  mano tremante dalla commozione, tirava anche lei Io spago
dalla commozione, tirava anche lei Io spago che dava  la  favella alla Giulia. Quella notte sognò tante cose
il cane da caccia del suo babbo, e che tutti e tre, lei,  la  Giulia e Fido, stavano a pranzo insieme, ridendo e
mattino seguente,  la  Marietta non ebbe bisogno, come al solito, d'essere
svegliata; era appena giorno quando lei stessa chiamò  la  governante, pregandola d'aprirle subito la finestra per
stessa chiamò la governante, pregandola d'aprirle subito  la  finestra per poter vedere lì accanto la sua bambola; e
d'aprirle subito la finestra per poter vedere lì accanto  la  sua bambola; e prima di vestirsi per sè volle vestir la
la sua bambola; e prima di vestirsi per sè volle vestir  la  Giulia con l'elegante accappattoio di crespo della China
di crespo della China color limone; poi le tolse di capo  la  reticella, le disfece le trecce, ma per quanto si provasse
qualcuno di que' bei capelli biondi come il grano, quando  la  governante le venne in aiuto. Presa la Giulia su le
il grano, quando la governante le venne in aiuto. Presa  la  Giulia su le ginocchia, la pettinò tale e quale una
le venne in aiuto. Presa la Giulia su le ginocchia,  la  pettinò tale e quale una signorina grande. Tornata subito
e quale una signorina grande. Tornata subito di buon umore,  la  fanciulla s'alzò anche lei. Aveva un gran d'affare quel
bambola, poi vestir questa daccapo per far visite; giacché  la  mamma avea promesso di condurre la Marietta a trovar delle
per far visite; giacché la mamma avea promesso di condurre  la  Marietta a trovar delle famiglie di parenti cui augurare un
delle famiglie di parenti cui augurare un buon Natale; e  la  Marietta voleva seco anche la pupattola. All'ora della
augurare un buon Natale; e la Marietta voleva seco anche  la  pupattola. All'ora della colazione, la bambina si pose la
voleva seco anche la pupattola. All'ora della colazione,  la  bambina si pose la Giulia accosto, sur una seggiola dove
la pupattola. All'ora della colazione, la bambina si pose  la  Giulia accosto, sur una seggiola dove aveva messo due
molto ma delle quali, certo, non poteva profittare, perchè  la  sua natura non ne aveva bisogno; sì che a poco a poco gli
si trovarono pronte tutte e due, bambina e pupattola:  la  prima, ben calda nel suo bel mantellino di velluto bianco,
dei tanti regali che le avea portato il babbo da Milano;  la  seconda, col famoso abito di velluto marrone ricamato
di cigno. C'è da figurarsi l'entusiasmo che destò  la  Giulia nelle cuginette e le amiche della Marietta; non si
ogni cosa che portava addosso; e volevano toccar tutto; ma  la  padroncina non permetteva troppe confidenze. - Si sciupa! -
- Si sciupa! - badava a gridare, scostandosi, tanto che  la  Leopoldina, una bimba delle più invidiose, fece una scenata
di singhiozzi per averla un momento in braccio; e quando  la  buona signora de' Rivani la tolse alla propria figliuola
un momento in braccio; e quando la buona signora de' Rivani  la  tolse alla propria figliuola per affidarla alla fanciulla,
alla propria figliuola per affidarla alla fanciulla, essa  la  gettò dispettosamente per terra e scappò via in un'altra
dispettosamente per terra e scappò via in un'altra stanza.  La  povera Giulia sentì una forte scossa in tutta la sua
stanza. La povera Giulia sentì una forte scossa in tutta  la  sua personcina; non precisamente un dolore acuto come
Fortuna che il suo cappellone di velluto le aveva riparata  la  testa! Altrimenti, con quel colpo violento, se la sarebbe
riparata la testa! Altrimenti, con quel colpo violento, se  la  sarebbe spezzata! Molto diversa dall'ammirazione pericolosa
più gentili che una bambina possa avere. Quando vide  la  bellissima pupattola della Marietta, Camilla rimase muta,
dolcemente. - Ti piace? È carina, è vero? - le domandò  la  cugina fortunata. L'altra accennava di sì, di sì, col capo.
Le piaceva tanto da lasciarle quasi gli occhi addosso.  La  Marietta, che di Camilla si fidava perchè la sapeva buona e
occhi addosso. La Marietta, che di Camilla si fidava perchè  la  sapeva buona e assennata, le disse, porgendole la bambola:
perchè la sapeva buona e assennata, le disse, porgendole  la  bambola: - Guardala, guardala pure... prendila in braccio -
in braccio - e intanto che Camilla, tutta contenta,  la  pigliava con delicatezza, per paura di sgualcire quel
per paura di sgualcire quel vestito così signorile,  la  Marietta si mise a raccontarle per filo e per segno quanta
per filo e per segno quanta magnifica roba aveva  la  sua bambola. Non finiva più d'enumerarne le ricchezze. Ma
della Giulia, quasi avesse, chi sa come, indovinato che  la  pupattola aveva un'anima dentro di sè, molto dentro, chi sa
lucente, iridato. - Costa cinquecento lire, sai! - fece  la  Marietta inarcando le sopracciglia, perchè sapeva di dire
mai avuta una bambola simile. Sospirò leggermente e rese  la  troppo bella Giulia alla sua proprietaria. La sera di quel
e rese la troppo bella Giulia alla sua proprietaria.  La  sera di quel medesimo giorno, le piccole parenti e le
luogo, erano tutte riunite in casa de' Rivani, a godervi  la  festa dell'albero di Natale: il bell'abete carico di
tutti gl'invitati grandi e piccini. Anche in codesta festa  la  Giulia ebbe i principali onori, un vero trionfo. Le avevano
perch'era una piccola spilla della signora de' Rivani, che  la  bambina aveva voluta a forza, per uno de' suoi soliti
incredula, in tutti quegli occhi spalancati e allegri.  La  Giulia godeva infinitamente. La sua innata vanità, che non
occhi spalancati e allegri. La Giulia godeva infinitamente.  La  sua innata vanità, che non era poca, si sentiva lusingare
in una delle prime famiglie di Roma! Avrebbe pagato che  la  potesse vedere a quella festa il vecchietto burlatore! Ma
da ballo: una polka. In quel punto vi fu tra' bambini  la  più gioconda confusione; chi correva di qua, chi di là, i
della Marietta disse a questa: - Io voglio ballare con  la  tua bambola. - Con la mia bambola? E perchè non balli con
a questa: - Io voglio ballare con la tua bambola. - Con  la  mia bambola? E perchè non balli con me? - Perchè lei è più
è più bella di tutte voi altre! Una risata generale accolse  la  curiosa risposta, che nessuno s'aspettava; e la prima
accolse la curiosa risposta, che nessuno s'aspettava; e  la  prima coppia che diede principio alle danze fu quella di
signora - perchè è troppo originale! Un poeta! Dunque,  la  Giulia ballava con un poeta in erba, e non poco se ne
insuperbiva. Quando furono le dieci, s'aperse per i piccini  la  sala della cena, e accaldati, sudati, essi vi si
precipitarono dentro, con molta sete e non poco appetito.  La  Giulia fu posta a sedere tra il suo ballerino e la
La Giulia fu posta a sedere tra il suo ballerino e  la  Marietta, che si buttò sui dolci più che sul resto, non
non ostante le giuste osservazioni della sua governante,  la  quale stava in piedi dietro la sedia. Alla fine, vedendo
della sua governante, la quale stava in piedi dietro  la  sedia. Alla fine, vedendo che non c'era verso di farla
Alla fine, vedendo che non c'era verso di farla ubbidire,  la  governante corse a chiamare la signora de' Rivani. Senza
verso di farla ubbidire, la governante corse a chiamare  la  signora de' Rivani. Senza dire una sola parola, la mamma,
chiamare la signora de' Rivani. Senza dire una sola parola,  la  mamma, conoscendo il debole della bimba, prese la bambola e
parola, la mamma, conoscendo il debole della bimba, prese  la  bambola e se la portò via: era l'unico mezzo per far cedere
conoscendo il debole della bimba, prese la bambola e se  la  portò via: era l'unico mezzo per far cedere la Marietta.
bambola e se la portò via: era l'unico mezzo per far cedere  la  Marietta. Questa seguì sua madre; pregò, scongiurò, e, per
e, per l'intercessione del babbo, sempre indulgente, riebbe  la  sua pupattola. - Tu vuoi, cattiva, che questa bella festa
cattiva, che questa bella festa finisca male! - sgridò  la  signora. Già la Marietta piangeva a cald'occhi. - Non la
questa bella festa finisca male! - sgridò la signora. Già  la  Marietta piangeva a cald'occhi. - Non la far piangere così!
la signora. Già la Marietta piangeva a cald'occhi. - Non  la  far piangere così! - disse con bontà il signor Giovanni
alla moglie. - Purchè non tocchi più un dolce! - fece  la  madre. La Marietta promise, e mantenne. Ma il male era già
moglie. - Purchè non tocchi più un dolce! - fece la madre.  La  Marietta promise, e mantenne. Ma il male era già fatto.
e mantenne. Ma il male era già fatto. Nella nottata,  la  bambina sofferse d'agitazione; poi di male allo stomaco;
poi di male allo stomaco; finalmente, le si sviluppò  la  febbre. Tutti di casa erano sossopra: il babbo, la mamma,
sviluppò la febbre. Tutti di casa erano sossopra: il babbo,  la  mamma, le persone di servizio; chi le scaldava dei
chiamando tutti, senza lasciare un momento di pace.  La  Giulia, ch'era buttata da una parte del letto,
nuovo libro. È quel fortunato romanzo che ha per titolo  La  ballerina, ed é scritto appositamente per la Revue des deux
ha per titolo La ballerina, ed é scritto appositamente per  la  Revue des deux Mondes, da Matilde Serao. I lettori si sono
Serao. I lettori si sono appassionati per Carmela Minino,  la  ballerinetta napoletana, bruttina e buona, sfortunata e
per rimanere onesta: ora un maggior trionfo aspetta  la  vivace narrazione della scrittrice napoletana: il cav.
elegantissima raccolta dei Semprevivi, che va a ruba per  la  bontà del testo, per l' accuratezza dell'edizione, per la
la bontà del testo, per l' accuratezza dell'edizione, per  la  modicità del prezzo. Il Telegrafo di Livorno, 29 giugno
voce, fermando mas. Paolo e  la  zia Pina che vorrebbero persuadere lana a prender la
e la zia Pina che vorrebbero persuadere lana a prender  la  medaglia).
te  la  godrai!... Mala fine, Signore!... Rottura di collo,
Mala fine, Signore!... Rottura di collo, Signore!... Non te  la  godrai!
Il cavallino saltava, montato da lei, gli ostacoli, ballava  la  polka, camminava ritto su le zampe di dietro,
ella era discesa, faceva il morto. - Shake hand! - ordinava  la  bambina, porgendogli la mano. E l'animale le dava prima una
il morto. - Shake hand! - ordinava la bambina, porgendogli  la  mano. E l'animale le dava prima una zampa, quindi l'altra.
de' Rivani, che non tralasciava occasione di far divertire  la  sua figliuola, le aveva raccontato, mentre ella era malata,
di Jenny, fotografata su quel gioiello di cavallino.  La  Marietta non istava alle mosse per la smania d'andare al
di cavallino. La Marietta non istava alle mosse per  la  smania d'andare al Circo; anzi, aveva macchinato in testa
bianco con sopra Jenny Bilson, ch'ella subito riconobbe.  La  mamma ebbe un bel chiamarla: non dava retta, e seguitava a
come ammattita. Nella sua corsa si trascinava dietro  la  bambola per un braccio, senza più badarci, quasi avesse
senza più badarci, quasi avesse portato uno straccio; e  la  povera Giulia, nell'andare così balzellon balzelloni, si
le sue sofferenze. Ah, che sorte crudele era, in fondo,  la  sua, non ostante che a tutti ella sembrasse così fortunata!
sotto, impigliandosi, chi sa come, a uno degli spaghi che  la  facevano parlare. La Marietta tirò, non avvedendosi di
chi sa come, a uno degli spaghi che la facevano parlare.  La  Marietta tirò, non avvedendosi di nulla. - Mam...! - fece
Marietta tirò, non avvedendosi di nulla. - Mam...! - fece  la  vocetta nasale della Giulia, senza terminare la parola, che
- fece la vocetta nasale della Giulia, senza terminare  la  parola, che rimase a mezzo in un piccolo schianto, leggero,
quasi un singhiozzo represso. In quel grido pietoso, di cui  la  Marietta non avea capito lo strazio, s'era spezzata una
non avea capito lo strazio, s'era spezzata una molla:  la  bambola non poteva ormai pronunziare il più dolce dei nomi:
Il servitore, mandato dietro dalla madre, raggiunse  la  Marietta, e se la riportò in braccio fino alla carrozza:
mandato dietro dalla madre, raggiunse la Marietta, e se  la  riportò in braccio fino alla carrozza: dove la signora de'
e se la riportò in braccio fino alla carrozza: dove  la  signora de' Rivani le si mostrò molto corrucciata e
scontenta, ordinando al cocchiere di tornar subito a casa.  La  bambina aveva abbassato la testa, con tanto di broncio.
di tornar subito a casa. La bambina aveva abbassato  la  testa, con tanto di broncio. Voleva vedere Jenny Bilson;
un cavallino tutto bianco, simile a quello, voleva! E  la  Giulia stava lì, buttata di fianco sur un sedile, con gli
con gli occhietti mezzo chiusi, come svenuta. - Dov'è  la  spilla di brillanti? domandò vivamente la signora alla
svenuta. - Dov'è la spilla di brillanti? domandò vivamente  la  signora alla Marietta. Questa prese in braccio la bambola e
vivamente la signora alla Marietta. Questa prese in braccio  la  bambola e cercò; cercò anche la madre; ma la spilla non
Questa prese in braccio la bambola e cercò; cercò anche  la  madre; ma la spilla non c'era più; s'era perduta là giù nel
in braccio la bambola e cercò; cercò anche la madre; ma  la  spilla non c'era più; s'era perduta là giù nel prato, chi
 La  signora che desidera essere presentata a Sua Maestà la
signora che desidera essere presentata a Sua Maestà  la  Regina, deve prima pensar bene, se il suo ceto, la sua
Maestà la Regina, deve prima pensar bene, se il suo ceto,  la  sua condizione, la sua posizione in società, le possono far
deve prima pensar bene, se il suo ceto, la sua condizione,  la  sua posizione in società, le possono far concedere
è, quindi, ben fatto parlarne a qualche dama della Regina,  la  quale, a sua volta, interpelli diplomaticamente la dama di
Regina, la quale, a sua volta, interpelli diplomaticamente  la  dama di Corte, che è più accanto alla Regina. Quando si è
accanto alla Regina. Quando si è certi, ufficiosamente, che  la  domanda sarà bene accolta, allora si farà una
viene sempre accordata, quindici o venti giorni dopo  la  domanda, e la signora ne è avvertita da otto a dieci giorni
accordata, quindici o venti giorni dopo la domanda, e  la  signora ne è avvertita da otto a dieci giorni prima, con
otto a dieci giorni prima, con lettera della dama di Corte.  La  signora, per andare a quest'udienza, non veste mai di nero:
grande cerimonia: se è una sposa giovane, può arrischiare  la  toque rotonda, ma ricca, carica di piume: oltre i
sempre il grande cappello sontuoso: veletta mai.  La  signora che va in udienza reale non porta nè manicotto, nè
nè porte - mouchoirs, nè porta-biglietti, nulla che indichi  la  passeggiata, altra visita; e via via: se ha le lenti, le
anello. I guanti sono glacés, grigio perla o bianchi: ma  la  mano destra deve esser nuda. La signora va sola,
grigio perla o bianchi: ma la mano destra deve esser nuda.  La  signora va sola, all'udienza reale: arriva almeno dieci
terza anticamera, prima del salotto della Regina. Quando  la  dama, entrata prima di lei, viene via, la signora
Regina. Quando la dama, entrata prima di lei, viene via,  la  signora presentata è accompagnata, preceduta, sino alla
facendo una riverenza sulla porta, annunzia a Sua Maestà  la  signora. Costei deve fare tre belle riverenze: una, sulla
che attende, in piedi, presso un divano e che ha sempre  la  bontà di stendere la mano alla nuova arrivata, invitandola
presso un divano e che ha sempre la bontà di stendere  la  mano alla nuova arrivata, invitandola a sedere. Baciare la
la mano alla nuova arrivata, invitandola a sedere. Baciare  la  mano alla Regina non è obbligo, alle signore: ma atto
parlare: rispondere brevemente: attendere da Sua Maestà,  la  conversazione. Beninteso che per tutte le signore
l'udienza è da sola a sola, non assiste neanche  la  dama. A un certo punto, amabilmente, Sua Maestà fa
amabilmente, Sua Maestà fa intendere che l'udienza finita.  La  signora si leva, ringrazia Sua Maestà dell'onore concessole
indietreggiando, fa le tre riverenze, andandosene, mentre  la  Regina resta, ritta, presso il divano. Per la presentazione
mentre la Regina resta, ritta, presso il divano. Per  la  presentazione a principesse ereditarie o semplicemente
e di traduzione sono riservati per tutti i paesi, compresi  la  Svezia, la Norvegia e l'Olanda. Si riterrà contraffatto
sono riservati per tutti i paesi, compresi la Svezia,  la  Norvegia e l'Olanda. Si riterrà contraffatto qualunque
qualunque esemplare di quest'opera che non porti  la  firma dell'autrice.
alle cintole delle sottane, per ristringersele. E sempre  la  tosse. Non di meno seguitava a far l'obbligo suo in casa e
fiato. A scuola, le maestre, notando il suo pallore e  la  stanchezza di tutto il piccolo corpo, le domandavano che
si sentisse. - Io?... Nulla - rispondeva invariabilmente  la  bimba, e abbassava il capo, mentre su la tinta cerea delle
invariabilmente la bimba, e abbassava il capo, mentre su  la  tinta cerea delle guance le si diffondeva un leggiero
guance le si diffondeva un leggiero rossore. Un giorno che  la  fanciulla stava peggio, la direttrice mandò a chiamare la
leggiero rossore. Un giorno che la fanciulla stava peggio,  la  direttrice mandò a chiamare la signora Amalia e la condusse
la fanciulla stava peggio, la direttrice mandò a chiamare  la  signora Amalia e la condusse nel proprio gabinetto. - L'ho
peggio, la direttrice mandò a chiamare la signora Amalia e  la  condusse nel proprio gabinetto. - L'ho fatta incomodare,
e fece il viso di chi si stupisce; poi rispose: - Le dico  la  verità, a me, finora, non m'ha dato nell'occhio. La
Le dico la verità, a me, finora, non m'ha dato nell'occhio.  La  direttrice, ch'era un'ottima madre di famiglia e adorava i
- Io, vede, se avessi una delle mie creature malata come  la  sua, non so che cosa farei! La Cerchi si morse le labbra,
mie creature malata come la sua, non so che cosa farei!  La  Cerchi si morse le labbra, ma si contenne. - Io faccio
siamo più i signori d'una volta... Temendo d'averla offesa,  la  direttrice la interruppe con voce più mite: - Lei, signora,
d'una volta... Temendo d'averla offesa, la direttrice  la  interruppe con voce più mite: - Lei, signora, non ha
Camilla, col suo caratterino serio, meditativo, e con  la  sua gracile salute va tenuta, mi servo d'un termine
e... - Che cosa manca a mia figlia? - chiese bruscamente  la  Cerchi; poi si rimise, e dichiarò: - Del poco che resta in
in casa è padrona lei; capirà, è figlia unica... Nessuno  la  sgrida, nessuno la maltratta... - Dio mi guardi dal pensare
lei; capirà, è figlia unica... Nessuno la sgrida, nessuno  la  maltratta... - Dio mi guardi dal pensare che si maltratti
si maltratti una bambina, e per di più, malata - interpose  la  maestra, - solamente, glie lo dico con tutta franchezza,
il cuore... - E io, che cosa faccio per... - Ci pensi;  la  osservi; veda di farla guarire, poverina! Dietro queste
veda di farla guarire, poverina! Dietro queste parole,  la  direttrice salutò la signora Amalia, che se ne andò con le
poverina! Dietro queste parole, la direttrice salutò  la  signora Amalia, che se ne andò con le fiamme in viso,
mentre in casa era tutto il santo giorno a gingillarsi con  la  bambola? La bambina stava in piedi davanti a lei, dritta
era tutto il santo giorno a gingillarsi con la bambola?  La  bambina stava in piedi davanti a lei, dritta come una
Non batteva ciglio; non diceva una sillaba. In tanto,  la  Cerchi, alzatasi dalla sua solita poltrona, passeggiava su
dalla sua solita poltrona, passeggiava su e giù per  la  stanza, indispettita. D'improvviso si fermò. La figura
e giù per la stanza, indispettita. D'improvviso si fermò.  La  figura interita, ma presso a cadere, della piccina, l'aveva
ma presso a cadere, della piccina, l'aveva colpita. Per  la  prima volta vide quel pallore da giglio, quei lividi in
in torno alle occhiaie, tutte le membra rifinite. Raddolcì  la  voce, e chiese: - Che hai, si può sapere? Ti senti proprio
Poi soggiunse, dopo un poco: - Mamma, posso andare?  La  signora Amalia accennò di sì col capo, e la bambina
posso andare? La signora Amalia accennò di sì col capo, e  la  bambina s'affrettò a chiudersi in camera sua. Costì la
e la bambina s'affrettò a chiudersi in camera sua. Costì  la  Giulia l'aspettava: ella ch'era diventata la confidente di
sua. Costì la Giulia l'aspettava: ella ch'era diventata  la  confidente di tutto quanto accadeva in quella povera vita
e piena di sofferenze. - Mi vuoi bene, tu? - chiese  la  fanciulla abbracciandosi la bambola. Stettero così un pezzo
- Mi vuoi bene, tu? - chiese la fanciulla abbracciandosi  la  bambola. Stettero così un pezzo con gli occhi fissi una
che se avessero parlato un'intera giornata. - Ora lascia  la  scopa; finisco io di spazzare - diceva ogni tanto la
lascia la scopa; finisco io di spazzare - diceva ogni tanto  la  signora Amalia a sua figlia, nei giorni che seguirono il
a sua figlia, nei giorni che seguirono il colloquio con  la  direttrice. Ma nel mettersi a ripulire la casa, brontolava
il colloquio con la direttrice. Ma nel mettersi a ripulire  la  casa, brontolava e sbuffava, in tal modo, ribattendo sempre
di sbrigare le faccende nell'ore del primo mattino, mentre  la  madre era ancora a letto: quelle ore in cui una volta
tanto per vederla pulitina se non elegante. Adesso  la  Giulia rimaneva anche spesso co' capelli arruffati, perchè
sua non aveva nè tempo nè forza da pettinarla. Però quando  la  signora Amalia s'alzava, quasi ogni cosa era lesta, perfino
Amalia s'alzava, quasi ogni cosa era lesta, perfino calda  la  tazza del caffè co' biscotti, alla quale ella non avea mai
- Perchè non hai dormito un'ora di più? - domandava  la  madre, contenta non di meno, nel suo egoismo, di veder
tutto in ordine senza averci contribuito lei: non tanto per  la  fatica materiale quanto per il disgusto dell'abbassamento a
trovarsi costretta. - Stavo meglio stamane - rispondeva  la  bimba, asciugandosi la fronte sudata. Ma era una pietosa
- Stavo meglio stamane - rispondeva la bimba, asciugandosi  la  fronte sudata. Ma era una pietosa bugia, di quelle rare
s'andava sempre più consumando. Venne poi il tempo in cui  la  direttrice della scuola scrisse alla signora Cerchi che,
scuola scrisse alla signora Cerchi che, per conto suo, per  la  quiete della sua coscienza, ella non poteva più permettere
a studiare, e pregava i genitori di tenere in casa  la  creatura e lì di curarla. - Anche la malattia! Questa mi ci
di tenere in casa la creatura e lì di curarla. - Anche  la  malattia! Questa mi ci mancava! - esclamò la signora Amalia
- Anche la malattia! Questa mi ci mancava! - esclamò  la  signora Amalia con un rumoroso sospiro di disperazione
e le pesasse. Dapprima leggiera, poi un po' più forte,  la  febbre coglieva quasi tutte le sere la bambina. Verso il
un po' più forte, la febbre coglieva quasi tutte le sere  la  bambina. Verso il calare del sole erano piccoli brividi a
a letto, e coprirsi bene, fin che il calore venisse e  la  facesse addormentare. Al mattino, dopo una notte dal sonno
per cui le dava fastidio il muoversi; e per sollevare  la  testa dal guanciale doveva riflettere che c'era da fare,
- Mi sento male, Giulia! - diceva piano alla bambola. E  la  Giulia avrebbe voluto alzarsi in vece sua e ingegnarsi a
di avvenimenti più malinconici che maravigliosi. Sicchè  la  pupattola vedeva la sua povera amica abbandonare il
malinconici che maravigliosi. Sicchè la pupattola vedeva  la  sua povera amica abbandonare il calduccio del letto e la
la sua povera amica abbandonare il calduccio del letto e  la  sentiva tossire, con que' colpi di tosse secca che, in chi
nel cuore. Più in là i brividi si fecero più acuti.  La  bambina batteva i denti come uno che è nudo nel gennaio; e
le faceva buttar via tutto da dosso; e allontanare  la  Giulia, come se la pupattola avesse avuto del sangue nelle
buttar via tutto da dosso; e allontanare la Giulia, come se  la  pupattola avesse avuto del sangue nelle vene. In quel
eccessivo smaniava, senza riposo. Una notte, finita ch'ebbe  la  bottiglia che si era messa vicino al letto, s'alzò a piedi
- si faceva dire ogni poco dalla pupattola, quasi che  la  dolcezza di quella parola avesse potuto farla star meglio.
dolcezza di quella parola avesse potuto farla star meglio.  La  bambola ripeteva: T'amo; con tutta l'animuccia sua; ma a
un poco ma meno di prima, coperta d'un largo grembiule  la  bella veste da camera, ch'era uno spoglio della signora de'
della signora de' Rivani. Quando il male s'aggravò e  la  bambina non potè levarsi quasi più affatto, la sua
s'aggravò e la bambina non potè levarsi quasi più affatto,  la  sua solitudine le sarebbe parsa insoffribile, se quella
bambola, piccola immagine umana, non fosse stata con lei.  La  Giulia sentiva perfettamente la propria azione benefica, e
non fosse stata con lei. La Giulia sentiva perfettamente  la  propria azione benefica, e si compiaceva d'esser lì a
d'esser lì a fianco della povera inferma. Com'era diversa  la  malattia di Camilla da quella che aveva avuta Marietta per
malattia di Camilla da quella che aveva avuta Marietta per  la  sua gola! Si ricordava d'aver patito anche quella volta, ma
nella smania dell'insonnia, Camilla sbatteva un braccio su  la  pupattola: e subito la paura d'averla sciupata, più ancora
Camilla sbatteva un braccio su la pupattola: e subito  la  paura d'averla sciupata, più ancora quella di averle fatto
mosse. Chiese con voce fioca: - Mamma, mi dai una camicina?  La  signora Amalia aprì un cassetto e prese una camicia della
- No, non per me... - fece questa. - O per chi? - Per  la  Giulia... Sono lì, accanto alle mie, le sue camicine. La
la Giulia... Sono lì, accanto alle mie, le sue camicine.  La  madre prese quel che le si chiedeva, ma ci fece la sua
La madre prese quel che le si chiedeva, ma ci fece  la  sua brava osservazione: - Sei malata e pensi sempre ai
a guarire. Camilla avrebbe voluto dirle che per essa  la  Giulia non era soltanto un balocco; ma stette zitta; e
si sollevò a stento sul guanciale e lentamente mise  la  camicia linda, bene stirata, alla sua compagna di letto.
linda, bene stirata, alla sua compagna di letto. Quando  la  zia de' Rivani seppe che la bambina era tanto malata, venne
sua compagna di letto. Quando la zia de' Rivani seppe che  la  bambina era tanto malata, venne subito a trovarla,
era tanto malata, venne subito a trovarla, rimproverando  la  sorella di non averla avvertita prima. La signora Amalia si
rimproverando la sorella di non averla avvertita prima.  La  signora Amalia si scusò assicurandola ch'ella avea ritenuto
sarai guarita ti regalerò un giocattolo nuovo - le diceva  la  zia - basta che tu sia ubbidiente al dottore. Un giocattolo
alla zia, contentandosi di baciarle piano piano una mano:  la  bella mano inguantata e odorosa. - Marietta come sta? - era
- Marietta come sta? - era una delle sue poche domande.  La  Marietta stava bene; ma non aveva voglia di far niente;
e una signorina di Berlino che avevano preso in casa perchè  la  bambina imparasse il tedesco, se n'era andata su due piedi
quel cristiano e tutta  la  sua famiglia mandano a pregare l'eccellenza vostra di
famiglia mandano a pregare l'eccellenza vostra di fargli  la  carità...
ALFIO, dalla destra, TURIDDU, LO ZIO BRASI,  LA  GNA' LOLA, COMARE CAMILLA e LA ZIA FILOMENA
TURIDDU, LO ZIO BRASI, LA GNA' LOLA, COMARE CAMILLA e  LA  ZIA FILOMENA
fastidio perchè erano quelle dei suoi propri cavalli. Tutta  la  giornata le bastava appena per occuparsi dei suoi affari,
dei suoi affari, che richiedevano una vigilanza continua;  la  sera, qualche volta, andava dalla principessa. Questa, ora
donna Cecilia ricca, pretendeva che anche lei facesse  la  partita. - Andiamo, non esser tanta avara! Che cosa vuoi
sia che vincesse o perdesse lasciava subito il suo posto.  La  principessa non poteva tollerarla; se la vedeva perdere le
il suo posto. La principessa non poteva tollerarla; se  la  vedeva perdere le offriva insistentemente la rivincita, se
tollerarla; se la vedeva perdere le offriva insistentemente  la  rivincita, se la vedeva vincere diventava intrattabile. -
vedeva perdere le offriva insistentemente la rivincita, se  la  vedeva vincere diventava intrattabile. - Che modo èquesto
i denari a chi me li ha prestati. - A chi? - Alla tasca!  La  principessa cominciava a irritarsi sordamente contro donna
cominciava a irritarsi sordamente contro donna Cecilia;  la  loro amicizia si raffreddava. - Guardate che aria! Come se
Roccasciano quando c'era molta gente, e si poteva passar  la  serata altrimenti che a guardare le faccie gialle dei
gialle dei giuocatori intorno al tavolo verde. Ora non  la  lasciavano più sola, in un angolo, come quand'era povera;
di due anni fa e i guanti lavati, continuavano a citare  la  parentela: «Mio zio il principe!.. mia cugina la
a citare la parentela: «Mio zio il principe!.. mia cugina  la  duchessa!..» e sospiravano a ogni annunzio di matrimonio. -
le sue eterne geremiadi sui cucinieri che gli rovinavano  la  salute. - È una disdetta! Tutti guatteri, signora, mi
Tutti guatteri, signora, mi creda: tutti guatteri infami.  La  Giordano, dopo un lungo manovrare, appena la vedeva sola,
infami. La Giordano, dopo un lungo manovrare, appena  la  vedeva sola, andava a mettersele al fianco, non perdendo
andava a mettersele al fianco, non perdendo cogli occhi  la  figliuola, sempre più brutta, che non era ancora riuscita a
a maritare. - I giovanotti oggi non s'accasano più! Hanno  la  testa altrove!.. La signora conosce il professore Quartini?
oggi non s'accasano più! Hanno la testa altrove!..  La  signora conosce il professore Quartini? - Sicuro. E con
in faccia. Dall'altro lato del salone Giorgio Furleo e  la  signorina Marco giuocavano ancora in società, come cinque
in società, come cinque anni prima, lui aspettando sempre  la  promozione, e se la pigliavano con la sorte! Da parte sua
anni prima, lui aspettando sempre la promozione, e se  la  pigliavano con la sorte! Da parte sua il barone de Fiorio
lui aspettando sempre la promozione, e se la pigliavano con  la  sorte! Da parte sua il barone de Fiorio portava in giro la
la sorte! Da parte sua il barone de Fiorio portava in giro  la  sua inconsolabile malinconia, dopo che la moglie lo aveva
portava in giro la sua inconsolabile malinconia, dopo che  la  moglie lo aveva piantato col barbiere. - Povero diavolo! Un
a casa, e i giuocaturi si lagnavano sempre di perdere:  la  principessa che si faceva rubare, padre Agatino che si
che si faceva rubare, padre Agatino che si rovinava con  la  ganza, il marchese che sentenziava: «Gli zolfi sono finiti;
di un grosso terno vinto dal Fornari, che era straricco,  la  principessa esclamava: - A chi sorte e a chi sporte! - La
la principessa esclamava: - A chi sorte e a chi sporte! -  La  sorte è di chi se la fa - rispose donna Cecilia,
- A chi sorte e a chi sporte! - La sorte è di chi se  la  fa - rispose donna Cecilia, indispettita.
lampo gli attraversa il pensiero, e prendendo lana per  la  testa, rialzandole la faccia, e guardandola fiso, domanda:)
il pensiero, e prendendo lana per la testa, rialzandole  la  faccia, e guardandola fiso, domanda:)