| La | Direzione centrale è in via Santa Margherita num. 18, ed è |
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sede della Questura. _ V' hanno sei Sezioni distribuite per | la | città: la prima., via Pontaccio n. 19 _ la seconda, via |
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Questura. _ V' hanno sei Sezioni distribuite per la città: | la | prima., via Pontaccio n. 19 _ la seconda, via Santa |
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distribuite per la città: la prima., via Pontaccio n. 19 _ | la | seconda, via Santa Margherita n. 10 _ la terza, via Cerva |
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Pontaccio n. 19 _ la seconda, via Santa Margherita n. 10 _ | la | terza, via Cerva n. 14 _ la quarta Corso di Porta Romana n. |
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via Santa Margherita n. 10 _ la terza, via Cerva n. 14 _ | la | quarta Corso di Porta Romana n. 98 _ la quinta, via San |
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via Cerva n. 14 _ la quarta Corso di Porta Romana n. 98 _ | la | quinta, via San Simone n. 12 _ la sesta, via Terraggio n. |
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di Porta Romana n. 98 _ la quinta, via San Simone n. 12 _ | la | sesta, via Terraggio n. 4. |
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e Piombofino Il Re Porcaro Il Reuccio Gamberino | La | danza degli Gnomi I tre talismani La fiaccola dei desideri |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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Il Reuccio Gamberino La danza degli Gnomi I tre talismani | La | fiaccola dei desideri La lepre d'argento Nonsò La leggenda |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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danza degli Gnomi I tre talismani La fiaccola dei desideri | La | lepre d'argento Nonsò La leggenda dei sei compagni La |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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talismani La fiaccola dei desideri La lepre d'argento Nonsò | La | leggenda dei sei compagni La camicia della trisavola La |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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La lepre d'argento Nonsò La leggenda dei sei compagni | La | camicia della trisavola La cavallina del negromante Nevina |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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La leggenda dei sei compagni La camicia della trisavola | La | cavallina del negromante Nevina e Fiordaprile |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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una volta un barbiere che faceva | la | barba alla povera gente. Scorticava le facce con un vecchio |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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di umore allegro, rispondeva: - Per un soldino, vi faccio | la | barba e una braciola; e brontolate? Una braciola costa di |
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per stagnare il sangue. Quando non aveva da fare, prendeva | la | chitarra e sedeva davanti la bottega, strimpellando e |
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non aveva da fare, prendeva la chitarra e sedeva davanti | la | bottega, strimpellando e cantando: - Chi la vuol cruda, chi |
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sedeva davanti la bottega, strimpellando e cantando: - Chi | la | vuol cruda, chi la vuol cotta E c'è chi vuole la Reginotta. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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bottega, strimpellando e cantando: - Chi la vuol cruda, chi | la | vuol cotta E c'è chi vuole la Reginotta. Chi la vuol cotta, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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- Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta E c'è chi vuole | la | Reginotta. Chi la vuol cotta, chi la vuol cruda; Ma io |
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cruda, chi la vuol cotta E c'è chi vuole la Reginotta. Chi | la | vuol cotta, chi la vuol cruda; Ma io vorrei ... E si |
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cotta E c'è chi vuole la Reginotta. Chi la vuol cotta, chi | la | vuol cruda; Ma io vorrei ... E si fermava. Gli domandavano: |
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lo so io! Un giorno, mentr'egli cantava, passò il Re. - Chi | la | vuol cotta, chi la vuol cruda; Ma io vorrei ... - Ebbene? |
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mentr'egli cantava, passò il Re. - Chi la vuol cotta, chi | la | vuol cruda; Ma io vorrei ... - Ebbene? Che vorresti? - |
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- domandò il Re. - Maestà, è inutile ve lo dica; non me | la | potreste dare neppur voi. - Voglio saperlo. - Se ve lo |
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voi. - Voglio saperlo. - Se ve lo dico, Maestà, vi verrà | la | voglia come a me. - Dimmelo. Chi la vuol cotta, chi la vuol |
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dico, Maestà, vi verrà la voglia come a me. - Dimmelo. Chi | la | vuol cotta, chi la vuol cruda; Ma io vorrei ... tanto di |
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la voglia come a me. - Dimmelo. Chi la vuol cotta, chi | la | vuol cruda; Ma io vorrei ... tanto di coda! ... Tanto di |
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- Cantala un'altra volta. Il barbiere cominciò daccapo: Chi | la | vuol cruda, chi la vuol cotta, E c'è chi vuole la |
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volta. Il barbiere cominciò daccapo: Chi la vuol cruda, chi | la | vuol cotta, E c'è chi vuole la Reginotta. - E tu non |
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Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta, E c'è chi vuole | la | Reginotta. - E tu non vorresti la Reginotta? Preferisci la |
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cotta, E c'è chi vuole la Reginotta. - E tu non vorresti | la | Reginotta? Preferisci la coda? Sarai servito. Arrestatelo, |
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la Reginotta. - E tu non vorresti la Reginotta? Preferisci | la | coda? Sarai servito. Arrestatelo, e conducetelo a palazzo. |
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coda a un cavallo e preparassero un paiolo da struggervi | la | pece. - La vuoi? Eccola qui. E con le proprie mani intinse |
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cavallo e preparassero un paiolo da struggervi la pece. - | La | vuoi? Eccola qui. E con le proprie mani intinse la base |
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pece. - La vuoi? Eccola qui. E con le proprie mani intinse | la | base della coda nella pece bollente e l'appiccicò al |
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stanno le code. Il barbiere non disse né ahi né bahi, quasi | la | pece bollente non lo avesse scottato. Anzi, prima di |
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bollente non lo avesse scottato. Anzi, prima di nasconder | la | coda nei calzoni, si voltò verso il Re, la inarcò e |
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di nasconder la coda nei calzoni, si voltò verso il Re, | la | inarcò e l'agitò, come soglion fare i cavalli quando sono |
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il Re. Gli fecero un buco nei calzoni, ne cavarono fuori | la | coda e lo lasciarono andare. La gente correva dietro al |
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calzoni, ne cavarono fuori la coda e lo lasciarono andare. | La | gente correva dietro al barbiere, ridendo, fischiando, |
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dietro al barbiere, ridendo, fischiando, urlando: - Oh, | la | coda! Oh, la coda! Il barbiere se n'andò difilato in |
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barbiere, ridendo, fischiando, urlando: - Oh, la coda! Oh, | la | coda! Il barbiere se n'andò difilato in bottega, senza |
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neppure voltarsi, scodinzolando. Quando aveva finito di far | la | barba agli avventori, prendeva, al solito, la chitarra e si |
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finito di far la barba agli avventori, prendeva, al solito, | la | chitarra e si sedeva davanti la bottega, a strimpellare e a |
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prendeva, al solito, la chitarra e si sedeva davanti | la | bottega, a strimpellare e a cantare: - Chi la vuol cotta, |
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davanti la bottega, a strimpellare e a cantare: - Chi | la | vuol cotta, chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno |
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a strimpellare e a cantare: - Chi la vuol cotta, chi | la | vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la vuol |
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vuol cotta, chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno | la | coda! Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta, E ora aspetto |
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chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi | la | vuol cruda, chi la vuol cotta, E ora aspetto ... E si |
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Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la vuol cruda, chi | la | vuol cotta, E ora aspetto ... E si fermava. Gli |
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Trin, trin! - Impertinente! Dategli cento nerbate sotto | la | coda. Le guardie fecero per afferrare il barbiere; ma |
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fatto? - gli disse un Ministro: - Ora che il barbiere ha | la | coda, nessuno ce la può con lui. Il Re pensò: - Se me |
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un Ministro: - Ora che il barbiere ha la coda, nessuno ce | la | può con lui. Il Re pensò: - Se me n'appiccicassi due io? |
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ai migliori cavalli della sua scuderia, e da sé, perché | la | cosa non si risapesse, strusse la pece nel paiolo, ve le |
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scuderia, e da sé, perché la cosa non si risapesse, strusse | la | pece nel paiolo, ve le intinse alla base e cercò di |
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e cercò di appiccicarsele nel posto dove stanno le code. | La | pece bollente scottava. Sua Maestà cominciò a strillare e |
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scottava. Sua Maestà cominciò a strillare e saltare per | la | stanza, mandando accidenti al barbiere. Le code non gli si |
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a cantare un'altra canzonetta: - E una, e due, e tre, Vuol | la | coda come me! Con le code ci vuol Fortuna, Ne vuol due e |
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Con le code ci vuol Fortuna, Ne vuol due e non n'ha una. | La | gente si domandava: - Chi ne vuol due e non ne ha una? - E |
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ne ha una? - E una, e due, e tre, Lo so io e lo sa il Re. | La | gente scrollava il capo: - Il barbiere è ammattito. Il Re |
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foco e fiamme contro di lui; ma doveva frenarsi. Chi ce | la | poteva con quel demonio da che aveva la coda? E cercava |
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frenarsi. Chi ce la poteva con quel demonio da che aveva | la | coda? E cercava un'occasione, per fargliele pagare tutte a |
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fa a cacciarlo? - Nessuno gli dia pane, acqua e foco, pena | la | vita: dovrà andarsene coi suoi piedi, se non vuol morire di |
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e di freddo. - Ben pensata! E il Re fece il decreto: - Pena | la | vita, nessuno dia pane, acqua e foco al barbiere. Il |
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dia pane, acqua e foco al barbiere. Il barbiere chiuse | la | bottega, e con la chitarra a tracolla, andò a presentarsi |
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e foco al barbiere. Il barbiere chiuse la bottega, e con | la | chitarra a tracolla, andò a presentarsi al Re:. - Me ne |
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una canzonetta al cospetto di Vostra Maestà e di tutta | la | corte.. - Ti sia concesso. Il barbiere accordò la chitarra |
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di tutta la corte.. - Ti sia concesso. Il barbiere accordò | la | chitarra e si mise a cantare: - Chi la vuol cotta, chi la |
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Il barbiere accordò la chitarra e si mise a cantare: - Chi | la | vuol cotta, chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno |
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la chitarra e si mise a cantare: - Chi la vuol cotta, chi | la | vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la vuol |
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vuol cotta, chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno | la | coda! Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta, E ora aspetto |
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chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi | la | vuol cruda, chi la vuol cotta, E ora aspetto ... la |
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Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la vuol cruda, chi | la | vuol cotta, E ora aspetto ... la Reginotta! La Reginotta! |
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Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta, E ora aspetto ... | la | Reginotta! La Reginotta! La Reginotta! - Levati di torno, |
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cruda, chi la vuol cotta, E ora aspetto ... la Reginotta! | La | Reginotta! La Reginotta! - Levati di torno, mascalzone! Il |
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vuol cotta, E ora aspetto ... la Reginotta! La Reginotta! | La | Reginotta! - Levati di torno, mascalzone! Il barbiere voltò |
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Il barbiere voltò le spalle a Sua Maestà, inarcò; agitò | la | coda, come fanno i cavalli quando sono allegri, si curvò |
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di Portogallo? Ti hanno chiesto tutti e tre, e attendono | la | tua risposta. - Chi debbo sposar io, deve dirlo radichetta. |
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radichetta. - E chi mai è cotesta radichetta? - Eccola qui. | La | Reginotta cavò di tasca una radichetta scura, bitorzoluta. |
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- Quando avrò vicino chi dovrà essere il mio sposo, | la | radichetta germoglierà. Me l'ha data una Fata. Dice: Se |
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E invitò i tre Reucci per vedere chi di loro avrebbe,avuto | la | virtù di far germogliare la radichetta. Arrivò primo il |
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chi di loro avrebbe,avuto la virtù di far germogliare | la | radichetta. Arrivò primo il Reuccio di Francia. |
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Francia. Presuntuoso, superbo, disse: - Vedrete, Reginotta; | la | faccio fiorire di botto. Cavatela fuori. La radichetta, |
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Reginotta; la faccio fiorire di botto. Cavatela fuori. | La | radichetta, scura e bitorzoluta essa era, scura e |
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di Francia non l'avesse fatta fiorire alla prima. Ma più | la | toccava, e più scura e bitorzoluta diventava. - L'avete |
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diventava. - L'avete fatto a posta, per onta! Maestà, me | la | pagherete! E andò via, senza salutare nessuno, minaccioso. |
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pieno di gentilezze: - Vi piacerebbe, Reginotta, se | la | bella sorte toccasse a me? - Mi piacerebbe. E cavò di tasca |
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bella sorte toccasse a me? - Mi piacerebbe. E cavò di tasca | la | radichetta. Scura e bitorzoluta essa era, scura e |
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essa era, scura e bitorzoluta rimase. Il Reuccio | la | toccava, la strofinava delicatamente, mortificato che un |
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era, scura e bitorzoluta rimase. Il Reuccio la toccava, | la | strofinava delicatamente, mortificato che un Reuccio di |
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di Spagna non fosse riuscito a farla fiorire. Ma più | la | toccava e strofinava, e più scura e bitorzoluta diventava. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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diventava. - L'avete fatto a posta, per onta! Maestà, me | la | pagherete! E andò via impettito e gonfio, senza salutare |
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un sorrisetto di soddisfazione sulle labbra, aspettando che | la | Reginotta cavasse fuori la radichetta. Gli pareva che già |
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sulle labbra, aspettando che la Reginotta cavasse fuori | la | radichetta. Gli pareva che già dovesse cavarla di tasca |
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rimase. - L'avete fatto a posta, per onta! Maestà, me | la | pagherete! E andò via, anche lui, senza salutare nessuno. I |
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di Spagna e di Portogallo fecero lega tra loro e intimarono | la | guerra al povero Re, che non c'entrava per niente. Alle |
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molto forte. Il Re dovette scappare a cavallo per salvare | la | vita. - Ah, se fosse qui il barbiere! - esclamò. - Maestà, |
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per una radica maledetta! Dammela qua; voglio buttarla via. | La | Reginotta la cavò di tasca e gliela porse piangendo: - |
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maledetta! Dammela qua; voglio buttarla via. La Reginotta | la | cavò di tasca e gliela porse piangendo: - Maestà, voi |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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tasca e gliela porse piangendo: - Maestà, voi buttate via | la | mia Fortuna. - Butterei via anche te, in questo momento! Il |
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te, in questo momento! Il Re era su tutte le furie. Aperse | la | finestra e scagliò fuori la radichetta con la maggior forza |
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era su tutte le furie. Aperse la finestra e scagliò fuori | la | radichetta con la maggior forza che poté. - Ora, di nuovo |
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furie. Aperse la finestra e scagliò fuori la radichetta con | la | maggior forza che poté. - Ora, di nuovo alla guerra! Fate |
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Questa volta vinceremo. Gli pareva che, buttando via | la | radichetta, si fosse già levato il malaugurio di dosso. |
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Entrò tutt'a un tratto il Ministro: - Maestà! Maestà! | La | radichetta è fiorita! É cascata in testa a uno che passava |
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É cascata in testa a uno che passava per caso sotto | la | finestra. Appena la raccolse, gli fiorì in mano. Questo è |
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testa a uno che passava per caso sotto la finestra. Appena | la | raccolse, gli fiorì in mano. Questo è buon segno. - Chi |
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quello dalla coda, che veniva avanti facendo inchini, con | la | chitarra a tracolla e la radichetta fiorita in mano. E |
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veniva avanti facendo inchini, con la chitarra a tracolla e | la | radichetta fiorita in mano. E prima che il Re, sbalordito, |
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una parola, egli si mette a suonare e a cantare: - Chi | la | vuol cotta, chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno |
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si mette a suonare e a cantare: - Chi la vuol cotta, chi | la | vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la vuol |
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vuol cotta, chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno | la | coda! Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta, Ora mi spetta |
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chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi | la | vuol cruda, chi la vuol cotta, Ora mi spetta la Reginotta. |
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Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la vuol cruda, chi | la | vuol cotta, Ora mi spetta la Reginotta. Se non son Reuccio, |
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coda! Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta, Ora mi spetta | la | Reginotta. Se non son Reuccio, sono Principe, e posso |
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col Re. E vi farò vedere che prodezze può far fare | la | coda. Al Re non parve vero. Lo mise a capo dell'esercito, e |
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Lo mise a capo dell'esercito, e fu un taglia, taglia. Con | la | coda all'aria, e la chitarra afferrata a due mani pel |
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e fu un taglia, taglia. Con la coda all'aria, e | la | chitarra afferrata a due mani pel manico - non volle |
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a capo d'esso c'era il barbiere, cioè il Principe, con | la | coda all'aria e la chitarra al fianco, che andava sonando e |
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c'era il barbiere, cioè il Principe, con la coda all'aria e | la | chitarra al fianco, che andava sonando e cantando: - Chi la |
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la chitarra al fianco, che andava sonando e cantando: - Chi | la | vuol cruda, chi la vuol cotta, Ora mi spetta la Reginotta. |
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che andava sonando e cantando: - Chi la vuol cruda, chi | la | vuol cotta, Ora mi spetta la Reginotta. Alla Reginotta però |
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- Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta, Ora mi spetta | la | Reginotta. Alla Reginotta però quell'uomo con la coda non |
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mi spetta la Reginotta. Alla Reginotta però quell'uomo con | la | coda non andava; le faceva schifo e paura insieme, e non |
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per nulla sposarlo; ma non diceva il perché. Figuratevi | la | rabbia di Sua Maestà, che aveva tanto sofferto appunto per |
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Sua Maestà, che aveva tanto sofferto appunto per lei e per | la | sua radichetta. - E perché non vuoi sposarlo? É nobile, è |
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perché non vuoi sposarlo? É nobile, è giovane. - Perché ha | la | coda. - Non è nulla - disse il Principe. - Me la faccio |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Perché ha la coda. - Non è nulla - disse il Principe. - Me | la | faccio tagliare. Non c'era verso né di tagliarla, né di |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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palazzo reale pareva un inferno, col Re che urlava contro | la | Reginotta, col Principe che strepitava e cantava da mattina |
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Principe che strepitava e cantava da mattina a sera: - Chi | la | vuol cruda, chi la vuol cotta; ora mi spetta la Reginotta |
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e cantava da mattina a sera: - Chi la vuol cruda, chi | la | vuol cotta; ora mi spetta la Reginotta -; con la Reginotta |
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sera: - Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta; ora mi spetta | la | Reginotta -; con la Reginotta che piangeva notte e giorno, |
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cruda, chi la vuol cotta; ora mi spetta la Reginotta -; con | la | Reginotta che piangeva notte e giorno, e intisichiva dal |
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e giorno, e intisichiva dal dispiacere di quello sposo con | la | coda. Si presentò una vecchina; voleva parlare con la |
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con la coda. Si presentò una vecchina; voleva parlare con | la | Reginotta. - Mi riconosci? - Non vi ho mai vista! - Mi |
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- Mi riconosci? S'era trasfigurata. Pareva un sole. - | La | mia buona Fata! Quella della radichetta! E le si gettò ai |
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- Per pietà, buona Fata; salvatemi voi. Il Principe con | la | coda non lo voglio! Meglio morta. - Non t'angustiare. |
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Ripareremo. Le disse quel che doveva fare e sparì. | La | Reginotta, tutta contenta, andò di là, dove erano il Re e |
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là, dove erano il Re e lo sposo. - Maestà, prendete in mano | la | radichetta germogliata. Voi appiccicaste la coda e voi |
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in mano la radichetta germogliata. Voi appiccicaste | la | coda e voi dovete farla sparire. Infatti di mano in mano |
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in mano che il Re strappava le foglie della radichetta, | la | coda del principe si accorciava, si accorciava. Strappata |
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accorciava, si accorciava. Strappata l'ultima fogliolina, | la | coda sparì interamente; non se ne vedeva neppure il segno. |
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coda sparì interamente; non se ne vedeva neppure il segno. | La | Reginotta e il Principe si sposarono, e vissero fino alla |
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alla vecchiezza, con gran numero di figli attorno. Stretta | la | foglia sia, larga la via, Dite la vostra, ché ho detto la |
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gran numero di figli attorno. Stretta la foglia sia, larga | la | via, Dite la vostra, ché ho detto la mia. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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di figli attorno. Stretta la foglia sia, larga la via, Dite | la | vostra, ché ho detto la mia. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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la foglia sia, larga la via, Dite la vostra, ché ho detto | la | mia. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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| La | gratitudine della Regina e la mia! |
LE ULTIME FIABE -
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gratitudine della Regina e | la | mia! |
LE ULTIME FIABE -
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E frulla! E frulla! E frulla! E frulla! (Il Reuccio e | la | Reginotta, intanto, brancicano sul tronco dove la Fata ha |
LE ULTIME FIABE -
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Reuccio e la Reginotta, intanto, brancicano sul tronco dove | la | Fata ha posato le loro teste. La Reginotta prende la testa |
LE ULTIME FIABE -
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brancicano sul tronco dove la Fata ha posato le loro teste. | La | Reginotta prende la testa del fratello; questi la testa di |
LE ULTIME FIABE -
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dove la Fata ha posato le loro teste. La Reginotta prende | la | testa del fratello; questi la testa di lei. Se le adattano |
LE ULTIME FIABE -
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teste. La Reginotta prende la testa del fratello; questi | la | testa di lei. Se le adattano sul collo.) |
LE ULTIME FIABE -
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volte il bene bisogna farlo con | la | forza ... (La Fata stende un braccio, stacca la testa di |
LE ULTIME FIABE -
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farlo con la forza ... (La Fata stende un braccio, stacca | la | testa di rapa del Reuccio e la posa sopra uno dei tronchi |
LE ULTIME FIABE -
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stende un braccio, stacca la testa di rapa del Reuccio e | la | posa sopra uno dei tronchi stesi per terra; fa la stessa |
LE ULTIME FIABE -
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Reuccio e la posa sopra uno dei tronchi stesi per terra; fa | la | stessa operazione alla Reginotta, e da un albero stacca |
LE ULTIME FIABE -
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mestolo. Il paiolo messo sui fornello comincia a bollire, e | la | Fata agita forte col mestolo le foglie che vi ha gettato |
LE ULTIME FIABE -
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col mestolo le foglie che vi ha gettato dentro. Il Re, | la | Regina e il Ministro guardano intenti, spaventati.) |
LE ULTIME FIABE -
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| la | tempesta viene la calma! Tre giorni fa il cielo era cupo, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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la tempesta viene | la | calma! Tre giorni fa il cielo era cupo, ora invece è |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Tre giorni fa il cielo era cupo, ora invece è sereno. | La | pace è conclusa, l'assedio è levato. Stamani, dal buco |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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e di esser buono. Così l'onore è stato salvo... e anche | la | mobilia e lo specchio grande, perché ho levato la barricata |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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e anche la mobilia e lo specchio grande, perché ho levato | la | barricata e sono uscito di camera. Viva la libertà! |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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perché ho levato la barricata e sono uscito di camera. Viva | la | libertà! |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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| la | sera dopo la preghiera e dopo innumerevoli meriti |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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la sera dopo | la | preghiera e dopo innumerevoli meriti acquistati, sono da me |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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innumerevoli meriti acquistati, sono da me benedetti con | la | papale benedizione che V. S. mi concedette di largire nel |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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| La | signora Ernesta Villa era andata dalla Marulli a un'ora |
GIACINTA -
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verso le undici di mattina: - Devo parlarti a quattr'occhi. | La | signora Teresa credette si trattasse d'uno dei soliti |
GIACINTA -
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Oh, gravissima! - Insomma? ... Piú di un migliaio di lire? | La | signora Villa rise, alla sua volta; ma si ricompose subito: |
GIACINTA -
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sapermi risolvere. Non mi riesce neppur ora di trovare | la | via! La Marulli stava muta: - Quelle moine di gattina la |
GIACINTA -
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risolvere. Non mi riesce neppur ora di trovare la via! | La | Marulli stava muta: - Quelle moine di gattina la mettevano |
GIACINTA -
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la via! La Marulli stava muta: - Quelle moine di gattina | la | mettevano in sospetto. Dove andavano a parare? E la signora |
GIACINTA -
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gattina la mettevano in sospetto. Dove andavano a parare? E | la | signora Villa riprendeva: - Una cosa, certamente, da non |
GIACINTA -
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non credersi; un'infamità, non c'è dubbio! Lo abbiamo detto | la | sera scorsa colla Giulia Maiocchi, in teatro. Ma che |
GIACINTA -
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ha i suoi doveri; non voglio mancarvi. Però non è facile. - | La | signora Maiocchi - annunciò la cameriera. - Oh, giusto lei! |
GIACINTA -
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Però non è facile. - La signora Maiocchi - annunciò | la | cameriera. - Oh, giusto lei! La Maiocchi entrava |
GIACINTA -
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signora Maiocchi - annunciò la cameriera. - Oh, giusto lei! | La | Maiocchi entrava frettolosamente, facendo frusciare pel |
GIACINTA -
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arrivati di fresco da Parigi, ma cosí salati! ... E | la | contessa? - Grazie, sta bene - rispose la Marulli. - O |
GIACINTA -
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salati! ... E la contessa? - Grazie, sta bene - rispose | la | Marulli. - O siedi, un momentino! ... E la signora Villa la |
GIACINTA -
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bene - rispose la Marulli. - O siedi, un momentino! ... E | la | signora Villa la forzava, afferrandola pel braccio: - ... |
GIACINTA -
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la Marulli. - O siedi, un momentino! ... E la signora Villa | la | forzava, afferrandola pel braccio: - ... Capiti a proposito |
GIACINTA -
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a proposito - Parlavate di me? - Sono d'intesa - pensò | la | Marulli, vedendole cosí facilmente dimenticare la sua |
GIACINTA -
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- pensò la Marulli, vedendole cosí facilmente dimenticare | la | sua fretta. - Dicevo, come tu sai ... - incominciò la |
GIACINTA -
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la sua fretta. - Dicevo, come tu sai ... - incominciò | la | signora Villa. - Ah! ... - fece la Maiocchi, con aria |
GIACINTA -
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tu sai ... - incominciò la signora Villa. - Ah! ... - fece | la | Maiocchi, con aria compunta - Un'infamia! - Un'infamia! Bel |
GIACINTA -
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quel Gerace non mi va! - Si tratta di Gerace? - domandò | la | signora Teresa, un po' intrigata. - E ... della contessa. |
GIACINTA -
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signora Teresa, un po' intrigata. - E ... della contessa. | La | Villa aveva rapidamente soffiato quel titolo nell'orecchio; |
GIACINTA -
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e tentennando il capo, con le labbra strette, | la | fissava in viso. - Una vanteria di lui - soggiunse la |
GIACINTA -
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la fissava in viso. - Una vanteria di lui - soggiunse | la | Maiocchi. - Gentaccia quei napolitani! Gentaccia senza |
GIACINTA -
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sballoni di prima forza. Non gli ho potuti mai soffrire. | La | Marulli taceva continuando a sorridere e a guardare ora |
GIACINTA -
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e a guardare ora l'una ora l'altra. - Non ci credi? - disse | la | signora Villa. - Oh, non si parla d'altro, mia cara! La |
GIACINTA -
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la signora Villa. - Oh, non si parla d'altro, mia cara! | La | Maiocchi alzava le pupille al soffitto, era invasata |
GIACINTA -
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- Sí, sí, credo tutto; crederei anche peggio - rispondeva | la | signora Marulli tranquillamente. - Vi ringrazio, vi sono |
GIACINTA -
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nel cuore ... Ma che volete che faccia? Non si tappa | la | bocca ai maldicenti. - Capisco - diceva la Maiocchi. - Però |
GIACINTA -
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Non si tappa la bocca ai maldicenti. - Capisco - diceva | la | Maiocchi. - Però scusa, la contessa ... - No, il seccatore |
GIACINTA -
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maldicenti. - Capisco - diceva la Maiocchi. - Però scusa, | la | contessa ... - No, il seccatore è lui - la interruppe la |
GIACINTA -
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- Però scusa, la contessa ... - No, il seccatore è lui - | la | interruppe la signora Villa. - Le sta sempre tra' piedi! |
GIACINTA -
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la contessa ... - No, il seccatore è lui - la interruppe | la | signora Villa. - Le sta sempre tra' piedi! Vuoi che lo |
GIACINTA -
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Vuoi che lo mandi via? Siamo giuste! - Capisco - riprese | la | Maiocchi. - Però la reputazione d'una signora non va |
GIACINTA -
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via? Siamo giuste! - Capisco - riprese la Maiocchi. - Però | la | reputazione d'una signora non va sacrificata a uno sciocco |
GIACINTA -
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a uno sciocco ... Non si parla d'altro, ti ripeto! | La | signora Marulli si mordeva le labbra. Tanta carità nel |
GIACINTA -
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Marulli si mordeva le labbra. Tanta carità nel prossimo | la | indispettiva. Quel titolo di contessa, sbattutole in viso |
GIACINTA -
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Col prendersela, che s'ottiene? I calunniatori rincarano | la | dose, per fare piú effetto ... Un bel risultato! |
GIACINTA -
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... Non voglio scomodarmi. - Forse hai ragione! - disse | la | signora Villa, piccata. - Da' retta a un'amica - soggiunse |
GIACINTA -
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signora Villa, piccata. - Da' retta a un'amica - soggiunse | la | Maiocchi. - Bada un po' a quel pulcinella! - Sai che mi |
GIACINTA -
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Marulli mogie mogie, invelenite. - Stupide! - conchiuse | la | signora Villa. - Dovevamo figurarcelo: la mamma regge il |
GIACINTA -
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- conchiuse la signora Villa. - Dovevamo figurarcelo: | la | mamma regge il sacco alla figliuola. Se la veggano loro! |
GIACINTA -
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figurarcelo: la mamma regge il sacco alla figliuola. Se | la | veggano loro! ... La signora Marulli era rimasta scossa: - |
GIACINTA -
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regge il sacco alla figliuola. Se la veggano loro! ... | La | signora Marulli era rimasta scossa: - Possibile? Sua figlia |
GIACINTA -
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Non ci mancava altro che questa! ... E lei che già sognava | la | vita tranquilla di chi è arrivato alla meta e vuol godersi |
GIACINTA -
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fino allora nessun senso per lei ... - Ah! ... È vero! E | la | figurina di porcellana, ch'ella teneva fra due dita, volò a |
GIACINTA -
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contro il muro. - Era vero! ... E quando? Quando lei, dopo | la | fuga del Savani, metteva una pietra sul suo passato! Quando |
GIACINTA -
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in alto! ... Ma voglio vederla! ... L'han da fare con me! E | la | sera stessa rimase da sola a sola colla Giacinta: - Quel |
GIACINTA -
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- disse. - È un buon giovane ... - Buonissimo! Ma pare che | la | gente non la intenda cosí ... Giacinta alzò la testa: - |
GIACINTA -
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un buon giovane ... - Buonissimo! Ma pare che la gente non | la | intenda cosí ... Giacinta alzò la testa: - Come la intende? |
GIACINTA -
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Ma pare che la gente non la intenda cosí ... Giacinta alzò | la | testa: - Come la intende? - Con una persona che non si sa |
GIACINTA -
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non la intenda cosí ... Giacinta alzò la testa: - Come | la | intende? - Con una persona che non si sa precisamente chi |
GIACINTA -
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no. Già te lo affibbiano ... per amante. - Che sciocchezza! | La | signora Teresa abbassò gli occhi e non aggiunse piú nulla. |
GIACINTA -
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malattia del sonno. Appena si siede ... eccolo là! ... | La | Regina, meno male, dormiglia! ... E poi, la sventura di |
LE ULTIME FIABE -
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eccolo là! ... La Regina, meno male, dormiglia! ... E poi, | la | sventura di quei due figli! ... (Girando lo sguardo |
LE ULTIME FIABE -
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attorno) Dove sono andati? Dovrebbero essere qui. Uno con | la | testa di rapa! L'altra con la testa di mela! Quasi due |
LE ULTIME FIABE -
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essere qui. Uno con la testa di rapa! L'altra con | la | testa di mela! Quasi due cretini ... Che famiglia reale |
LE ULTIME FIABE -
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Prendetela! (Le due Cameriere tentano di afferrare | la | rana che saltella qua e là, ma non vi riescono. Il Reuccio |
LE ULTIME FIABE -
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che saltella qua e là, ma non vi riescono. Il Reuccio e | la | Reginotta si divertono e ridono. Le Cameriere, stizzite, |
LE ULTIME FIABE -
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stizzite, afferrano alcuni sassi e li tirano contro | la | rana che non vuol lasciarsi prendere.) |
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estate senza temporale... NARCISO: In quanto a temporale | la | mia Marianna l'è ona tronada sola ; ma è una donna |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
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Ha visto quel ritratto a olio nella sua stanza? quella è | la | mia prima moglie. MARIANNA: Un'espressione dolce, |
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dà pace... NARCISO: Fragilità delle cose umane... MARIANNA: | La | seconda signora Ballanzini deve aver avuta una grande |
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deve aver avuta una grande attrattiva per vincere | la | memoria di una donna così bella e ideale... NARCISO: Non mi |
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... scarligon ... MARIANNA: Qui c'è della musica? Suona | la | signora Ballanzini? NARCISO: Sarebbe una buona suonatrice |
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MARIANNA: Questa è vecchia musica da canto... NARCISO: | La | povera Carolina aveva una bella voce e qualche volta la |
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La povera Carolina aveva una bella voce e qualche volta | la | sera d'inverno, quando el fioccava, la se metteva lì, |
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voce e qualche volta la sera d'inverno, quando el fioccava, | la | se metteva lì, povera veggia, e intanto che io dava |
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veggia, e intanto che io dava un'occhiata alla gazzetta | la | si divertiva colla Sonnambula e col Trovatore ... Anche lei |
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divertiva colla Sonnambula e col Trovatore ... Anche lei sa | la | musica? MARIANNA: È il mio maggior divertimento. Che cosa è |
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Che cosa è questa: Serenata valacca ? NARCISO: L'era | la | sua romanza favorita... MARIANNA ( suona e canta ) NARCISO |
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MARIANNA ( suona e canta ) NARCISO ( siede e accompagna | la | musica con una controscena ): La par la soa vôs che vegna |
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( siede e accompagna la musica con una controscena ): | La | par la soa vôs che vegna dal ciel... T'è lì, t'è lì... che |
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siede e accompagna la musica con una controscena ): La par | la | soa vôs che vegna dal ciel... T'è lì, t'è lì... che me ven |
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parla in del coeur... Cosa l'è che vola per l'aria? Finita | la | romanza Marianna si alza e si avvicina alla sedia dove sta |
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di sorridere ): Dolci, cari... MARIANNA: Ho forse evocata | la | voce d'una povera morta... NARCISO: Ha fatto vivere a un |
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vivere a un morto un minuto di... di... di... Che ciallon, | la | dirà... Ma sont on omm insci... Me commoevi per pocch... |
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Ma sont on omm insci... Me commoevi per pocch... Che | la | mi suoni qualche cosa d'allegro: una polketta, un galopp... |
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suoni qualche cosa d'allegro: una polketta, un galopp... ( | la | conduce al piano ). MARIANNA: ( canterà una romanza allegra |
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( canterà una romanza allegra ) NARCISO: ( si muove per | la | stanza in preda a un dolce orgasmo ) Chissà come l'è fa sto |
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della romanza: non si accorge che dietro di lui è entrata | la | Ballanzini che dopo aver contemplato un istante la scena si |
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entrata la Ballanzini che dopo aver contemplato un istante | la | scena si fa a battere sulla schiena del marito ) LA |
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istante la scena si fa a battere sulla schiena del marito ) | LA | BALLANZINI: Uno due e tre... galeotto infame! NARCISO: Oh |
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BALLANZINI: Uno due e tre... galeotto infame! NARCISO: Oh | la | mia Marianna! ( l'abbraccia ) LA SPAZZOLETTI ( Cessa di |
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infame! NARCISO: Oh la mia Marianna! ( l'abbraccia ) | LA | SPAZZOLETTI ( Cessa di suonare e vede Luigi ): Luigi, sei |
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Cessa di suonare e vede Luigi ): Luigi, sei qui? LUIGI: Oh | la | mia Marianna ( si abbracciano ) pausa LUIGI: Oh la mia |
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Oh la mia Marianna ( si abbracciano ) pausa LUIGI: Oh | la | mia povera Marianna! NARCISO ( imitando con caricatura ): |
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povera Marianna! NARCISO ( imitando con caricatura ): Oh | la | mia povera Marianna! LA SPAZZOLETTI: Oh il mio Luigi...! LA |
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( imitando con caricatura ): Oh la mia povera Marianna! | LA | SPAZZOLETTI: Oh il mio Luigi...! LA BALLANZINI: Oh el me |
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la mia povera Marianna! LA SPAZZOLETTI: Oh il mio Luigi...! | LA | BALLANZINI: Oh el me baloss! NARCISO: Ma donde siete |
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Oh el me baloss! NARCISO: Ma donde siete sbucati? | la | corsa non è ancora arrivata. LUIGI: La signora Ballanzini |
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donde siete sbucati? la corsa non è ancora arrivata. LUIGI: | La | signora Ballanzini era così impaziente che questa mattina |
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che questa mattina ha voluto prendere una carrozza. | LA | BALLANZINI: Per rivà a temp a batt la musica! LA |
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una carrozza. LA BALLANZINI: Per rivà a temp a batt | la | musica! LA SPAZZOLETTI: Come avete potuto passare la notte? |
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carrozza. LA BALLANZINI: Per rivà a temp a batt la musica! | LA | SPAZZOLETTI: Come avete potuto passare la notte? LUIGI: La |
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a batt la musica! LA SPAZZOLETTI: Come avete potuto passare | la | notte? LUIGI: La signora Ballanzini ha voluto presentarmi |
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LA SPAZZOLETTI: Come avete potuto passare la notte? LUIGI: | La | signora Ballanzini ha voluto presentarmi ad alcuni suoi |
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ad alcuni suoi amici che mi accolsero con molta cortesia. | LA | SPAZZOLETTI: La quale non potrà mai essere superata dalla |
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amici che mi accolsero con molta cortesia. LA SPAZZOLETTI: | La | quale non potrà mai essere superata dalla cortesia con cui |
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con cui mi ha ospitato in casa sua il signor Ballanzini. | LA | BALLANZINI: Oh el sem che l'è bravo monsù de fa i |
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che lasciassi una povera creatura di Dio su una strada? | La | carità cristiana... LA BALLANZINI: Fa minga la dottrina del |
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creatura di Dio su una strada? La carità cristiana... | LA | BALLANZINI: Fa minga la dottrina del diavolo... Se |
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una strada? La carità cristiana... LA BALLANZINI: Fa minga | la | dottrina del diavolo... Se permetten parli mì. Il signor |
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e sem vegnù apposta in carrozza perché sta bella sciora | la | pudess ciappà la prima corsa che va in giò... NARCISO: |
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in carrozza perché sta bella sciora la pudess ciappà | la | prima corsa che va in giò... NARCISO: Come? io speravo che |
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Come? io speravo che restassero almeno a far colazione. | LA | BALLANZINI: Mangiaran con pussee appetitt a Milan... Quindi |
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Milan... Quindi disaria che gh'è minga temp de perd. LUIGI: | La | signora Ballanzini ha ragione: avrei dovuto essere a Milano |
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tutte le premurose gentilezze che ha usate a mia moglie... | LA | BALLANZINI: El s'è pagaa de mornee, ch'el vaga là. LUIGI: E |
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quest'avventura sarà il principio della nostra amicizia. | LA | SPAZZOLETTI ( alla Ballanzini ): Io chiedo perdono alla |
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): Io chiedo perdono alla signora Ballanzini d'aver invasa | la | sua casa... LA BALLANZINI: Che la se figura cara el me |
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alla signora Ballanzini d'aver invasa la sua casa... | LA | BALLANZINI: Che la se figura cara el me tesor... LA |
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Ballanzini d'aver invasa la sua casa... LA BALLANZINI: Che | la | se figura cara el me tesor... LA SPAZZOLETTI: E spero che |
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casa... LA BALLANZINI: Che la se figura cara el me tesor... | LA | SPAZZOLETTI: E spero che ella verrà qualche volta a Milano |
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che ella verrà qualche volta a Milano con suo marito... | LA | BALLANZINI: Immaginas! Mènica portem el bicocchin... |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
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almeno un caffè e latte, una cioccolatta, ona barbajada... | LA | BALLANZINI ( mentre si spoglia ): Un risott alla milanese, |
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MENICA ( reca un arcolaio con su un'ascia ingarbugliata ) | LA | BALLANZINI: T'è minga nancamò finii de sgarbialla? MENICA: |
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finii de sgarbialla? MENICA: Pussee se lavora pussee se | la | ingarbia. ( siede a svolgere la matassa ) LA BALLANZINI: A |
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Pussee se lavora pussee se la ingarbia. ( siede a svolgere | la | matassa ) LA BALLANZINI: A che ora l'è vegnuda ier sira |
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pussee se la ingarbia. ( siede a svolgere la matassa ) | LA | BALLANZINI: A che ora l'è vegnuda ier sira quella sciora |
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vegnuda ier sira quella sciora lì? MENICA: Coll'ultima... | LA | BALLANZINI: Dove l'à dormì? MENICA: Nella stanza della sora |
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Dove l'à dormì? MENICA: Nella stanza della sora Carolina... | LA | BALLANZINI: Anh... a che ora l'è levada su...? MENICA: Poc |
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Anh... a che ora l'è levada su...? MENICA: Poc fa... | LA | BALLANZINI: Vo de là a mettere in sorieura. Finiss de |
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de là a mettere in sorieura. Finiss de sgarbialla. MENICA: | La | gh'à un diavol gelos per cavel. Pover sor Narcis, l'è sta |
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MENICA: Bravo martor... bevi GAITAN: Te credet no? te voeut | la | proeva? MENICA: Dammela sta preuva... GAITAN: Dil no al |
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martor. De che acqua el parla? de che miracol el discor? | LA | BALLANZINI ( esce in giubboncino leggiero un po' simile a |
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chì, te set intrega come ona settimana. Va a mett in orden | la | stanza de quella sciora... Met feura tutt coss all'aria. |
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quella sciora... Met feura tutt coss all'aria. Menica esce. | LA | BALLANZINI: E adess el sor Ballanzini el giusterà i cunt |
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scappà via colla sciorina. GAITAN ( tra sè ): Eccola chi | la | miracolosa botteglia... Adess ghe la foo alla Menica... Ghe |
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( tra sè ): Eccola chi la miracolosa botteglia... Adess ghe | la | foo alla Menica... Ghe ne voja in testa un sidellin... LA |
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la foo alla Menica... Ghe ne voja in testa un sidellin... | LA | BALLANZINI: E minga content de vess scappaa, el troevi chi |
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miracolo per me... ( versa l'acqua in testa alla padrona ) | LA | BALLANZINI ( strilla ): Ohi, ohi... cosa l'è... cosa l'è... |
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contadino che aveva una figliuola. Egli andava a giornata; | la | figliuola filava stoppa o tesseva tela per conto delle |
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o tesseva tela per conto delle vicine: così campavano | la | vita. Avvenne una gran siccità: nei campi non nacque un |
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pane e acqua. Il padre sospirava pensando all'avvenire; ma | la | ragazza, gioviale anche nella miseria, canticchiava da |
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da mattina a sera, come quand'era al telaio e con | la | rocca al fianco e lo stomaco pieno. Il padre la |
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e con la rocca al fianco e lo stomaco pieno. Il padre | la | rabbrontolava: - Con che cuore tu canti? Ci rimane da |
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sarò morta, non canterò più. Mentre parlavano, comparve su | la | soglia una donna scarna, allampanata, che pareva il |
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allampanata, che pareva il ritratto della fame. - Fate | la | carità, buona gente! - Siamo più miseri di voi - rispose il |
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miseri di voi - rispose il padre. - Rivolgetevi altrove. | La | ragazza invece prese la pagnottella, che doveva essere il |
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il padre. - Rivolgetevi altrove. La ragazza invece prese | la | pagnottella, che doveva essere il suo desinare di quel |
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che doveva essere il suo desinare di quel giorno, e | la | porse alla vecchia: - Mangiatela voi per me. - Grazie, |
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- Mangiatela voi per me. - Grazie, figliuola. Intascata | la | pagnottella, la vecchina cavò di sotto lo scialle unto e |
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voi per me. - Grazie, figliuola. Intascata la pagnottella, | la | vecchina cavò di sotto lo scialle unto e stracciato una |
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figliuola; non ho altro; forse ti servirà. E andò via. | La | ragazza si rimise a canterellare, picchiando con le nocche |
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a canterellare, picchiando con le nocche delle dita su | la | padellina che dava un bel suono; poi, per chiasso, la posò |
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su la padellina che dava un bel suono; poi, per chiasso, | la | posò sul focolare spento e, ridendo, disse al padre: - Che |
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ancora finito di parlare, che una fiammata si accese, e | la | padellina cominciò a friggere, spandendo attorno un odore |
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le vicine più povere di loro. L'odore si sentiva per tutta | la | via. D'allora in poi, a ogni mezzogiorno, la ragazza |
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per tutta la via. D'allora in poi, a ogni mezzogiorno, | la | ragazza metteva la padellina sul focolare spento e |
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D'allora in poi, a ogni mezzogiorno, la ragazza metteva | la | padellina sul focolare spento e domandava al padre: - Che |
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Una costoletta? Una frittata? - Una frittata. E poco dopo | la | frittata era bell'e cotta da poter bastare fino per otto |
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le vicine più povere di loro. L'odore si sentiva per tutta | la | via. La cosa fece senso. Le stesse vicine che ricevevano la |
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più povere di loro. L'odore si sentiva per tutta la via. | La | cosa fece senso. Le stesse vicine che ricevevano la carità, |
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la via. La cosa fece senso. Le stesse vicine che ricevevano | la | carità, cominciarono a ciarlare: - Come mai padre e figlia, |
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e figlia, con quella miseria, senza guadagno alcuno, se | la | scialavano a quel modo? Le ciarle giunsero fino |
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giunsero fino all'orecchio del Re. Giusto in quei giorni | la | Regina s'era ammalata con un'inappetenza che non le |
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nessun cibo, e i medici non sapevano come rimediarvi. | La | Regina avrebbe voluto qualcosa da ristorarla col solo |
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per contentarla. Ma davanti alle pietanze più squisite, | la | Regina torceva il capo nauseata: - Portatele via; mi si |
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far preparare il pranzo della Regina da costoro. Forse, per | la | stranezza, lo gradirà. E mandò a chiamare la ragazza. - |
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Forse, per la stranezza, lo gradirà. E mandò a chiamare | la | ragazza. - Vuoi essere la cuoca della Regina? - Come piace |
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lo gradirà. E mandò a chiamare la ragazza. - Vuoi essere | la | cuoca della Regina? - Come piace a Vostra Maestà. - Vieni |
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mio padre. - Soltanto tuo padre. Giunta l'ora del desinare, | la | ragazza si presentò alla Regina: - Maestà, che volete? Una |
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che volete? Una costoletta? Una frittata? - Una costoletta. | La | ragazza mandò via di cucina tutte le persone ch'erano a |
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si chiuse a chiave di dentro insieme col padre, e mise | la | padellina sul focolare spento: - Padellina, una costoletta! |
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padellina sul focolare spento: - Padellina, una costoletta! | La | Regina all'odore della costoletta fumante nel piatto, si |
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rimedio o d'una costoletta o d'una frittata, giacché | la | padellina non dava altro. Un giorno il Reuccio entrò in |
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Sempre; ma ogni volta hanno un sapore diverso. - E come fa | la | vostra cuoca? - Se lo sa lei. Il Reuccio entrò in grande |
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e io. - Io sono il Reuccio! - Reuccio o non Reuccio, ho | la | parola di Sua Maestà; in cucina dobbiamo starci soltanto |
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soltanto mio padre e io. Il Reuccio, indispettito, afferrò | la | padellina ch'era lì tutta affumicata e gliela strofinò |
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come quella d'una mora. Ma da quel giorno in poi, | la | padellina non frisse più; e il nero del fumo rimase su la |
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la padellina non frisse più; e il nero del fumo rimase su | la | faccia della ragazza, quasi fosse stato il color naturale |
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pelle; né acqua né sapone riuscirono mai a mandarlo via. | La | Regina, non potendo più mangiare la solita costoletta o la |
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mai a mandarlo via. La Regina, non potendo più mangiare | la | solita costoletta o la solita frittata, tornò a peggiorare |
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La Regina, non potendo più mangiare la solita costoletta o | la | solita frittata, tornò a peggiorare e si ridusse in fin di |
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propri occhi, montò in furore, e per poco non fece tagliar | la | testa al Reuccio. Alle preghiere della Regina, si contentò |
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dal regno coi soli vestiti che si trovava indosso. | La | ragazza, non avendo più nulla da fare nel palazzo reale, |
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reale, tornò a casa col padre, e tutti e due ripresero | la | vita consueta: egli andava a giornata, ella filava stoppa o |
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vicine; ma non cantava più, né si faceva più vedere su | la | porta, di casa per via della faccia impiastricciata di |
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temeva d'esser schernita, e spesso esclamava: - Maledetta | la | padellina e chi me la diè! - Non dire così, non dire così! |
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e spesso esclamava: - Maledetta la padellina e chi me | la | diè! - Non dire così, non dire così! - sentì rispondersi un |
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voce fioca, fioca, che veniva dal fondo della stanza, | la | ragazza si voltò, ma non vide nessuno; e, più arrabbiata, |
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ma non vide nessuno; e, più arrabbiata, ripeté: - Maledetta | la | padellina e chi me la diè! - Non dire così, non dire così! |
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più arrabbiata, ripeté: - Maledetta la padellina e chi me | la | diè! - Non dire così, non dire così! - Chi siete che |
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non dire così! - Chi siete che parlate? Mi fate paura. | La | voce fioca fioca rispose per l'ultima volta |
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per l'ultima volta lentissimamente: - Non dire così! | La | sera tornato il padre dal lavoro, ella gli raccontò tutto: |
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Per quel giorno il padre non andò a lavorare; e poiché | la | ragazza, dalla paura di quella voce fioca fioca, non aveva |
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quella voce fioca fioca, non aveva il coraggio di ripetere | la | sua maledizione, il padre, che voleva accertarsi se mai non |
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Fantasia alterata della figliuola, esclamò lui: - Maledetta | la | padellina e chi ce la diè! - Ahi! In risposta aveva |
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figliuola, esclamò lui: - Maledetta la padellina e chi ce | la | diè! - Ahi! In risposta aveva ricevuto uno schiaffo. Disse |
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ci accadranno, se restiamo ancora qui! Fanno per aprire | la | porta e non possono smuovere il paletto della toppa; fanno |
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possono smuovere il paletto della toppa; fanno per aprire | la | finestra e chiamare aiuto, e il lucchetto della finestra è |
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da mangiare. Il giorno dopo però cominciarono a provar | la | fame. Erano come murati in casa e non potevano nemmeno |
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gridare al soccorso! - Ah, poverini a noi! Morremo di fame. | La | padellina stava appesa a un chiodo, pulita e luccicante |
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rimasta dal momento che il Reuccio l'aveva strofinata su | la | faccia della ragazza. La ragazza la guardava in cagnesco, |
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il Reuccio l'aveva strofinata su la faccia della ragazza. | La | ragazza la guardava in cagnesco, con gli occhi pieni di |
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l'aveva strofinata su la faccia della ragazza. La ragazza | la | guardava in cagnesco, con gli occhi pieni di lagrime, e si |
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di lagrime, e si sentiva gorgogliare in gola: Maledetta | la | padellina e chi me la diè! La vide smuoversi e la sentì |
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gorgogliare in gola: Maledetta la padellina e chi me | la | diè! La vide smuoversi e la sentì risonare come quando la |
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in gola: Maledetta la padellina e chi me la diè! | La | vide smuoversi e la sentì risonare come quando la prima |
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Maledetta la padellina e chi me la diè! La vide smuoversi e | la | sentì risonare come quando la prima volta ella vi aveva |
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la diè! La vide smuoversi e la sentì risonare come quando | la | prima volta ella vi aveva picchiato su con le nocche delle |
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volta ella vi aveva picchiato su con le nocche delle dita. | La | staccò dal chiodo, la posò sul focolare spento, e disse al |
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su con le nocche delle dita. La staccò dal chiodo, | la | posò sul focolare spento, e disse al padre: - Che volete? |
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Non avea finito di parlare, che una fiammata si accese, e | la | padellina cominciò a friggere, spandendo attorno un odore |
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morto. Padre e figlia, a una voce, esclamarono: - Benedetta | la | padellina e chi ce la diè! Corsero alla porta, ma il |
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a una voce, esclamarono: - Benedetta la padellina e chi ce | la | diè! Corsero alla porta, ma il paletto non si poteva |
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odore delle pietanze si sentiva dalla via. Il Re, saputa | la | cosa, mandò subito per la ragazza. - Aprite, vi vuole Sua |
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sentiva dalla via. Il Re, saputa la cosa, mandò subito per | la | ragazza. - Aprite, vi vuole Sua Maestà. - Non possiamo |
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aprire; aprite voi. Il Re manda i magnani per forzare | la | serratura o sfondare la porta; i magnani tentano, |
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Il Re manda i magnani per forzare la serratura o sfondare | la | porta; i magnani tentano, ritentano, ma inutilmente. Manda |
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dei muratori si spuntano, il muro par fatto di bronzo. | La | Regina agonizzava. Il Re avrebbe dato la metà del regno pur |
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fatto di bronzo. La Regina agonizzava. Il Re avrebbe dato | la | metà del regno pur di vederla risanare con le costolette e |
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con quel muro che resistevano a tutto? Un giorno finalmente | la | Regina chiude gli occhi e rimane immobile: la credono |
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finalmente la Regina chiude gli occhi e rimane immobile: | la | credono morta, e si leva un gran pianto per tutto il |
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e dal dolore, si strappava i capelli. A un tratto | la | Regina riapre gli occhi e dice: - Ho fatto un sogno. Mi |
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Ho fatto un sogno. Mi pareva d'essere stata portata dietro | la | porta di quella casa, e che il solo odore delle pietanze |
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I servitori presero il letto come una barella e portarono | la | Regina dietro la porta che non poteva aprirsi. - Regina |
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il letto come una barella e portarono la Regina dietro | la | porta che non poteva aprirsi. - Regina delle cuoche, fammi |
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Si sentì subito un odore delizioso che si sparse per tutta | la | via. La Regina annusava e rinasceva da morte a vita. |
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subito un odore delizioso che si sparse per tutta la via. | La | Regina annusava e rinasceva da morte a vita. Annusavano il |
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a vita. Annusavano il Re, i Ministri, il séguito di corte, | la | folla pigiata nella via attorno al letto della Regina, e |
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a fare spesa e ad accendere un fornello. Aspettavano che | la | Regina fosse portata col letto dietro la porta di quella |
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Aspettavano che la Regina fosse portata col letto dietro | la | porta di quella casa, e appena l'odore delle pietanze |
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Re e della Regina che non era ancora ristabilita in salute. | La | gente, preso gusto a quel genere di desinare così buono e |
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gli pareva vero tornare Reuccio, anche a patto di sposare | la | Regina delle cuoche. Appena arrivato, andò a picchiare alla |
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aprire. - Sono il Reuccio. Invece della porta si aperse | la | finestra, e comparve la ragazza con la faccia nera e la |
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Invece della porta si aperse la finestra, e comparve | la | ragazza con la faccia nera e la padellina in mano; la |
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porta si aperse la finestra, e comparve la ragazza con | la | faccia nera e la padellina in mano; la padellina era |
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la finestra, e comparve la ragazza con la faccia nera e | la | padellina in mano; la padellina era affumicata. - Questa è |
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la ragazza con la faccia nera e la padellina in mano; | la | padellina era affumicata. - Questa è la mia dote. Chi mi |
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padellina in mano; la padellina era affumicata. - Questa è | la | mia dote. Chi mi vuole per mogliera Dee farsi la faccia |
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- Questa è la mia dote. Chi mi vuole per mogliera Dee farsi | la | faccia nera. E se nera non se la fa, D'onde viene se |
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per mogliera Dee farsi la faccia nera. E se nera non se | la | fa, D'onde viene se n'andrà. Il Reuccio esitava; gli sapeva |
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dell'arrivo di lui. Poi si strinse nelle spalle, prese | la | padellina e, chiusi gli occhi, se la strofinò su la faccia, |
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nelle spalle, prese la padellina e, chiusi gli occhi, se | la | strofinò su la faccia, tingendosi peggio di un moro. E |
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prese la padellina e, chiusi gli occhi, se la strofinò su | la | faccia, tingendosi peggio di un moro. E mentre la sua |
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su la faccia, tingendosi peggio di un moro. E mentre | la | sua anneriva, quella della ragazza ridiventava bianca come |
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sua anneriva, quella della ragazza ridiventava bianca come | la | cera. - Ora potete entrare. Infatti la porta si spalancò da |
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bianca come la cera. - Ora potete entrare. Infatti | la | porta si spalancò da sé, e il Reuccio trovò su la soglia la |
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Infatti la porta si spalancò da sé, e il Reuccio trovò su | la | soglia la ragazza vestita come una Regina, con la collana, |
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la porta si spalancò da sé, e il Reuccio trovò su la soglia | la | ragazza vestita come una Regina, con la collana, lo |
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trovò su la soglia la ragazza vestita come una Regina, con | la | collana, lo spillone, gli orecchini e i braccialetti |
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gli orecchini e i braccialetti regalatile quando faceva | la | cuoca; sembrava una Regina nata, tanto era bella e |
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tanto era bella e dignitosa. Il popolo applaudiva: - Viva | la | Reginotta! Viva il Reuccio! E nello stesso tempo rideva, |
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costui tutto impiastricciato a quel modo; ma rise per poco. | La | ragazza prese il grembiule, lo passò su la faccia del |
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rise per poco. La ragazza prese il grembiule, lo passò su | la | faccia del Reuccio, e in men che non si dice gliela ripulì. |
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men che non si dice gliela ripulì. Prima che si sposassero, | la | Regina era già bell'e guarita. Le feste delle nozze |
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Figuriamoci che cuccagna! Pareva tutti i giorni un festino. | La | gente si dava bel tempo, e all'ora del desinare mettevano |
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Padellina, una frittata! E tutte le padelline friggevano; | la | gente mangiava a ufo. Frittate e costolette avevano ogni |
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a brontolare. - Sempre costolette! Sempre frittate! | La | Fata che aveva regalato la padellina portentosa alla |
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costolette! Sempre frittate! La Fata che aveva regalato | la | padellina portentosa alla ragazza, in premio della carità |
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| La | chiesa di Sant'Eufemia è antichissima; fu fondata verso il |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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verso il 478 da San Senatore, vescovo di Milano, presso | la | casa di sua abitazione. Venne rifabbricata nel XIV secolo |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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gotica forma all'ordine corintio sul principio del XVII. | La | facciata ha un bel pronao d' ordine fonico; grande ne è il |
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un bel pronao d' ordine fonico; grande ne è il pregio per | la | sua elegante semplicità; il restante al di sopra è di |
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il restante al di sopra è di ordine composito. Possiede | la | chiesa pitture del Tiziano, di Marco da Oggiono, la più |
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la chiesa pitture del Tiziano, di Marco da Oggiono, | la | più stimabile di questo pittore su tavola, rappresentante |
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lavori su disegno dell'architetto Enrico Terzaghi per | la | rivendicazione dell'antica gotica forma. |
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periodo di grandezza e di gloria durante il quale | la | capitale del mondo maggiormente rifulse si chiuse colla |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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mondo maggiormente rifulse si chiuse colla Repubblica, e | la | maestà del sistema Repubblicano con gli Scipioni. Dopo la |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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e la maestà del sistema Repubblicano con gli Scipioni. Dopo | la | battaglia di Zama, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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una volta una bambina, figlia d'un calzolaio. | La | madre, cullandola, le cantava sempre: - Dormi, figlia |
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per ridere: Dormi, il Reuccio arriva! Dormi, figlia Regina! | La | madre, dopo pochi mesi, morì e il calzolaio riprese subito |
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e il calzolaio riprese subito moglie. Da prima, parve che | la | matrigna volesse bene alla figliastra. Spesso, |
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che non c'era nessuna speranza di avere un figliuolo, | la | matrigna, indispettita, cominciò a prendersela con la |
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la matrigna, indispettita, cominciò a prendersela con | la | bambina. La maltrattava senza ragione, la picchiava, le |
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indispettita, cominciò a prendersela con la bambina. | La | maltrattava senza ragione, la picchiava, le faceva patire |
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a prendersela con la bambina. La maltrattava senza ragione, | la | picchiava, le faceva patire la fame. Il suo babbo le voleva |
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maltrattava senza ragione, la picchiava, le faceva patire | la | fame. Il suo babbo le voleva bene, ma si lasciava menare |
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donna. - Babbo, vostra moglie m'ha picchiato! - Perché non | la | chiami mamma? Chiamala mamma. - La mia mamma non è più qui. |
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picchiato! - Perché non la chiami mamma? Chiamala mamma. - | La | mia mamma non è più qui. - Allora, fa bene a picchiarti, |
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a picchiarti, figlia Regina! Soleva dirle così. Una volta | la | poverina era stata lasciata languire di fame un'intera |
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era stata lasciata languire di fame un'intera giornata, e | la | matrigna voleva che le stesse davanti, a guardarla, mentre |
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due palmenti. - Ogni boccone, uno stranguglione! - borbottò | la | bambina. - Figlia di tua madre, via di qua! Non ti voglio |
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voglio più tra' piedi. Via di qua! E, a pugni e a pedate, | la | cacciò fuori di casa. Il marito era andato a consegnare un |
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a un avventore. Tornato in bottega, domandò: - Dov'è | la | bambina? - A fare il chiasso, la fannullona! Viene la |
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bottega, domandò: - Dov'è la bambina? - A fare il chiasso, | la | fannullona! Viene la notte, e la bambina non si vede. - Oh |
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Dov'è la bambina? - A fare il chiasso, la fannullona! Viene | la | notte, e la bambina non si vede. - Oh Dio! Le sarà accaduto |
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- A fare il chiasso, la fannullona! Viene la notte, e | la | bambina non si vede. - Oh Dio! Le sarà accaduto un malanno! |
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torna, se ne va a letto. Il calzolaio, che faceva sempre | la | volontà della moglie, non insistette. La mattina però, |
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che faceva sempre la volontà della moglie, non insistette. | La | mattina però, levatosi per tempo, il suo primo pensiero fu |
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però, levatosi per tempo, il suo primo pensiero fu per | la | bambina. Il letto era ancora intatto, e l'uscio socchiuso. |
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mia! Dove sarà mai? Vado a cercarla. - Vuoi perdere | la | giornata? - disse quella donnaccia - Tu resta a lavorare; |
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- Tu resta a lavorare; vado io. Vedi com'è cattiva! Se | la | trovo, la picchio di santa ragione. E uscì fuori. - Vicine, |
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resta a lavorare; vado io. Vedi com'è cattiva! Se la trovo, | la | picchio di santa ragione. E uscì fuori. - Vicine, avete |
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E le buttò addosso un catino d'acqua. Di donna che era, | la | matrigna diventò lupa; ma lei non se n'accorgeva. Credeva |
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ma lei non se n'accorgeva. Credeva di parlare e abbaiava. | La | gente fuggiva al solo vederla comparire. Torna a casa e |
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io, marito mio! Credeva di parlare e abbaiava. Colui, che | la | vedeva in forma di lupa con tanto di bocca spalancata, |
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morsicato; e perciò dava botte che rompevano le ossa. | La | donna, vista la mala parata, scappò a gambe levate. Per le |
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e perciò dava botte che rompevano le ossa. La donna, vista | la | mala parata, scappò a gambe levate. Per le vie, la gente le |
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vista la mala parata, scappò a gambe levate. Per le vie, | la | gente le correva appresso con pali, forconi, spiedi e armi |
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Dàgli alla lupa! Dàgli! Tornarono addietro soltanto quando | la | perdettero di vista. S'era rifugiata in una tana. E la |
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la perdettero di vista. S'era rifugiata in una tana. E | la | bambina? Messasi a camminare sempre diritto davanti a sé, |
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una vecchietta. - Bambina, perché piangi? Dove vai? - | La | matrigna mi ha scacciata di casa a pugni e a pedate. Vo |
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lasciatemi andare! - Se t'incontrano i lupi, ti sbranano. - | La | mia matrigna è assai peggio dei lupi; lasciatemi andare. - |
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- Dormi con me questa notte; domani all'alba andrai via. | La | buona vecchietta la fece entrare in casa, le diè da |
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notte; domani all'alba andrai via. La buona vecchietta | la | fece entrare in casa, le diè da mangiare e da bere, e la |
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la fece entrare in casa, le diè da mangiare e da bere, e | la | mise a letto. La mattina, prima che partisse, le regalò un |
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in casa, le diè da mangiare e da bere, e la mise a letto. | La | mattina, prima che partisse, le regalò un anellino: - |
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le regalò un anellino: - Tienlo sempre in dito; sarà | la | tua Fortuna. Quando ti trovi in qualche pericolo, di': |
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qualche pericolo, di': "Anellino, aiutami tu!". Ti aiuterà. | La | vecchia era una Fata, e l'anellino era fatato. Poco dopo |
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una Fata, e l'anellino era fatato. Poco dopo sopraggiunse | la | matrigna. La Fata le buttò addosso il catino d'acqua e la |
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l'anellino era fatato. Poco dopo sopraggiunse la matrigna. | La | Fata le buttò addosso il catino d'acqua e la cambiò in |
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la matrigna. La Fata le buttò addosso il catino d'acqua e | la | cambiò in lupa. Cammina, cammina, cammina, la povera |
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d'acqua e la cambiò in lupa. Cammina, cammina, cammina, | la | povera bambina si smarrì in mezzo a un bosco. Cominciava a |
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gli urli delle bestie feroci. - Ora mi mangiano viva! | La | poverina piangeva, col viso tra le mani, seduta per terra. |
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tra le erbe e le macchie: - Oh, che buon odore! Uh! Uh! | La | poverina, le si accapponava la pelle. Si rannicchiò, |
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Oh, che buon odore! Uh! Uh! La poverina, le si accapponava | la | pelle. Si rannicchiò, dicendo sottovoce: - Anellino, |
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Quella forma nera nera le si aggirava dattorno fiutando: - | La | sento e non la trovo! Uh! Uh! Frugava rabbiosamente tra le |
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nera le si aggirava dattorno fiutando: - La sento e non | la | trovo! Uh! Uh! Frugava rabbiosamente tra le macchie e le |
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tra le macchie e le erbe, e tornava a fiutare. Una volta | la | bambina si sentì quel fiato grosso proprio su la faccia, e |
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Una volta la bambina si sentì quel fiato grosso proprio su | la | faccia, e le si gelò il sangue per la paura. - Anellino, |
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grosso proprio su la faccia, e le si gelò il sangue per | la | paura. - Anellino, aiutami tu! · - La sento e non la trovo! |
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si gelò il sangue per la paura. - Anellino, aiutami tu! · - | La | sento e non la trovo! É andata via; ha lasciato qui l'odore |
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per la paura. - Anellino, aiutami tu! · - La sento e non | la | trovo! É andata via; ha lasciato qui l'odore soltanto. E il |
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allontanò tra le macchie e gli alberi folti. Fatto giorno, | la | bambina si rimise in cammino. - Ho fame, anellino; aiutami |
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finalmente fuori dal bosco e si sentì allargare il cuore. | La | campagna era tutta verde; fiori di qua, fiori di là al due |
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con le piume di mille colori. - Uccello, è questa | la | strada che mena lassù? - Sì, è questa. Là finisce ogni |
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un albero all'altro. Un po' impaurita, domandò: - É questa | la | strada che mena lassù? - Sì, è questa. Là finisce ogni |
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T'aspettavo. - Mi conoscete? - Ti conosco, E nel baciarla, | la | tastava tutta. - Che carni fresche! Che bel boccone! Vieni, |
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Vieni, vieni: questa è casa tua. E si leccava le labbra con | la | lingua. La bambina entrò in sospetto: - Perché dice: Che |
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questa è casa tua. E si leccava le labbra con la lingua. | La | bambina entrò in sospetto: - Perché dice: Che bel boccone? |
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serpentelli alle dita a mo' d'anelli: e non più | la | veste di seta e ricami d'oro, ma di strane pelli di bestie |
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che si nutriva di bambini. Figuriamoci che cuore fece | la | poverina a quella vista! - Anellino, aiutami tu! - Uh! Uh! |
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vista! - Anellino, aiutami tu! - Uh! Uh! Che buon odore! | La | Mammadraga la fiutava tutta, ma non poteva toccarla per via |
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aiutami tu! - Uh! Uh! Che buon odore! La Mammadraga | la | fiutava tutta, ma non poteva toccarla per via dell'anellino |
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Che ci hai addosso? Fammi vedere. Perché nascondi le mani? | La | bambina, tremante, le mostrò le mani. - Oh, che brutto |
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rame. Te ne darò uno d'oro. - Questo mi piace e mi basta. | La | Mammadraga le voltò le spalle e la lasciò sola. Di fuori, |
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mi piace e mi basta. La Mammadraga le voltò le spalle e | la | lasciò sola. Di fuori, il palazzo della Mammadraga era |
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luccicanti e il becco insanguinato. - Anellino, aiutami tu! | La | bambina, rabbrividita, si mise a girare per tutte quelle |
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chiasso. Picchiò e l'uscio s'aperse da sé. Ogni notte | la | Mammadraga andava a rubar bambini per farsi la provvista, e |
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Ogni notte la Mammadraga andava a rubar bambini per farsi | la | provvista, e li teneva chiusi lì a fine d'ingrassarli e |
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due, talvolta tre e ne mancava sempre uno. Appena videro | la | bambina, le furono attorno: - Come ti chiami? - Caterina. - |
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il chiasso! Fa' il chiasso con noi! - Ah, poveretti! | La | Mammadraga ci mangerà! I bambini si misero a strillare e si |
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e si attaccarono ai panni di lei. - Quando viene qui | la | Mammadraga, teniamoci forte per le mani. L'anellino ci |
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mani. L'anellino ci aiuterà. Infatti, a mezzogiorno, entrò | la | Mammadraga per scegliere il bambino da divorarsi a pranzo. |
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E, presi per mano, si strinsero tutti attorno a Caterina. | La | Mammadraga dalla rabbia si mordeva le labbra, si storceva |
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non poteva toccarla, per via dell'anellino. E andò via, con | la | spuma alla bocca, minacciando. L'anellino faceva miracoli. |
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dolci d'ogni sorta. Ora che erano avvisati, appena entrava | la | Mammadraga, si prendevano per la mano e si afferravano ai |
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avvisati, appena entrava la Mammadraga, si prendevano per | la | mano e si afferravano ai panni della bambina. - Scellerata, |
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bambina. - Scellerata, sei tu! Vuoi farmi morire di fame! E | la | Mammadraga andava via, con la spuma alla bocca, |
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Vuoi farmi morire di fame! E la Mammadraga andava via, con | la | spuma alla bocca, minacciando. Scappare però non potevano. |
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minacciando. Scappare però non potevano. Una mattina, | la | Mammadraga tornò alla sua spelonca, seguita da una lupa e |
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Mammadraga tornò alla sua spelonca, seguita da una lupa e | la | mise di guardia all'uscio della grotta dov'erano chiusi i |
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all'uscio della grotta dov'erano chiusi i bambini. Era | la | matrigna di Caterina. La lupa la riconobbe, e disse alla |
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dov'erano chiusi i bambini. Era la matrigna di Caterina. | La | lupa la riconobbe, e disse alla Mammadraga: - Volete |
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chiusi i bambini. Era la matrigna di Caterina. La lupa | la | riconobbe, e disse alla Mammadraga: - Volete l'anellino? |
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tutti a morire lì. Così passarono molti mesi. Una notte | la | bambina si mise a chiamare: - Vecchina mia, dove tu sei? - |
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mise a chiamare: - Vecchina mia, dove tu sei? - Eccomi. - | La | lupa vuole quest'anellino per lasciarci scappare. - Dalle |
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- Dalle quest'altro. Le spiegò come doveva fare e disparve. | La | mattina: - Lupa, lupetta, lasciaci scappare! - Che mi dà!? |
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- Quell'anellino. Gli altri bambini s'erano già presi per | la | mano e si tenevano attaccati forte ai panni della compagna. |
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ai panni della compagna. - Tieni qui - disse Caterina. | La | lupa stese la zampa e la bambina le infilò l'altro anellino |
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della compagna. - Tieni qui - disse Caterina. La lupa stese | la | zampa e la bambina le infilò l'altro anellino in un dito. E |
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- Tieni qui - disse Caterina. La lupa stese la zampa e | la | bambina le infilò l'altro anellino in un dito. E che |
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e tutti gli altri bambini tanti lupacchiotti, l'uno con | la | coda dell'altro fra i denti; il primo teneva fra i denti la |
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la coda dell'altro fra i denti; il primo teneva fra i denti | la | coda di Caterina. La lupa invece ridivenne donna, e la |
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i denti; il primo teneva fra i denti la coda di Caterina. | La | lupa invece ridivenne donna, e la bambina, lupa com'era, |
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la coda di Caterina. La lupa invece ridivenne donna, e | la | bambina, lupa com'era, riconobbe in lei la matrigna. - |
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donna, e la bambina, lupa com'era, riconobbe in lei | la | matrigna. - Scellerata, che m'hai fatto! Ora la Mammadraga |
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in lei la matrigna. - Scellerata, che m'hai fatto! Ora | la | Mammadraga mi mangerà! E andò a rannicchiarsi nell'angolo |
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a rannicchiarsi nell'angolo più oscuro della grotta. Venne | la | Mammadraga: - Lupa, e questi lupacchiotti? - Sono miei |
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stanotte. - E i bambini? - Se li è divorati quella lì. | La | Mammadraga si slanciò addosso alla donna e ne fece quattro |
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- É carne avvelenata! Muoio! Muoio! Si voltarono e videro | la | Mammadraga che si rotolava per terra e dava gli ultimi |
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presero allegramente per le mani e fecero un ballo attorno | la | Mammadraga morta, saltando e cantando: - Qua finisce ogni |
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dov'erano ammonticchiate tutte le ossa dei bambini che | la | Mammadraga s'era spolpati e videro un brulichio di ossa che |
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Mammadraga l'è finita! Mammadraga l'è finita! Partiti loro, | la | bambina stette ad aspettare. La Fata le aveva detto quel |
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l'è finita! Partiti loro, la bambina stette ad aspettare. | La | Fata le aveva detto quel che sarebbe avvenuto. A un tratto, |
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quel che sarebbe avvenuto. A un tratto, gran rumore, quasi | la | spelonca crollasse. Invece la spelonca diventava un palazzo |
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un tratto, gran rumore, quasi la spelonca crollasse. Invece | la | spelonca diventava un palazzo così magnifico, che lo stesso |
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dalle piume di mille colori. - Padrona, comandate. Ora | la | padrona siete voi. Venne la scimmia, saltellando, facendo |
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- Padrona, comandate. Ora la padrona siete voi. Venne | la | scimmia, saltellando, facendo mosse buffe: - Padrona, |
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saltellando, facendo mosse buffe: - Padrona, comandate. Ora | la | padrona siete voi. E Caterina veniva servita come una |
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ma, sola sola, in quel palazzo cominciava ad annoiarsi. | La | Fata le aveva detto: - Devi attendere il Reuccio di |
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arrivasse. Una mattina, ecco un uomo laggiù che prendeva | la | strada della collina: - Sarà il Reuccio. Indossò i più |
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le lagrime agli occhi. - Mangiate, bevete, e riposatevi. | La | vostra figliuola non è lontana di qui. - Come lo, sapete, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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partire. - Non vo' chiudere quest'occhi, prima di ritrovare | la | mia figliuola. - É qui vicina. L'ho mandata a chiamare. |
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vi servo a tavola io stessa. Poteva mai immaginare che | la | sua figliuola avesse quel palazzo e fosse così straricca? |
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di malumore. Una zingara gli aveva predetto: - Sposerete | la | figlia d'un calzolaio! - Ti si secchi la lingua! E, per |
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- Sposerete la figlia d'un calzolaio! - Ti si secchi | la | lingua! E, per distrarsi del brutto presagio, andava a |
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Reuccio. - Che cosa siete? - Quel che vuole il Reuccio. - | La | mia Reginotta, qua la mano. - Di là c'è mio padre; chiedete |
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siete? - Quel che vuole il Reuccio. - La mia Reginotta, qua | la | mano. - Di là c'è mio padre; chiedete il suo consenso. |
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povero vecchio! Mia figlia è perduta e non so dove sia. | La | cerco invano da tant'anni. - Che commedia è questa! - |
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- Dite, buon vecchio: dopo tant'anni come riconoscereste | la | figliuola? - Ha tre nèi sotto la nuca. - Come questi qui? E |
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come riconoscereste la figliuola? - Ha tre nèi sotto | la | nuca. - Come questi qui? E si chinò per farglieli vedere. - |
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- Ora manca soltanto il vostro consenso. - E sposereste | la | figliuola d'un calzolaio? Il Reuccio stupì! La zingara |
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E sposereste la figliuola d'un calzolaio? Il Reuccio stupì! | La | zingara aveva predetto il vero. La giovane però era così |
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Il Reuccio stupì! La zingara aveva predetto il vero. | La | giovane però era così bella che non c'era Reginotta al |
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| La | massaia quella sera aveva detto: - La tacchina non si è |
SCURPIDDU -
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massaia quella sera aveva detto: - | La | tacchina non si è smarrita; è stata presa. Sospettava della |
SCURPIDDU -
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corsa fino alla mezzadria di Poggio Don Croce. Davanti a | la | porta della casa, una ragazzina, figlia del mezzadro, |
SCURPIDDU -
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mangiare grufolando; glieli buttava a uno a uno. - Dammi | la | tacchina! - le disse brusco brusco. - Quale tacchina? - |
SCURPIDDU -
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- le disse brusco brusco. - Quale tacchina? - rispose | la | ragazza rizzando la testa spettinata, e cacciando indietro |
SCURPIDDU -
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brusco. - Quale tacchina? - rispose la ragazza rizzando | la | testa spettinata, e cacciando indietro le ciocche dei |
SCURPIDDU -
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che vi siete presa ieri. - Sei pazzo? - Sì, se l'è presa | la | tua mamma che la voleva per chioccia; l'ha detto la |
SCURPIDDU -
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ieri. - Sei pazzo? - Sì, se l'è presa la tua mamma che | la | voleva per chioccia; l'ha detto la massaia. Dammi la |
SCURPIDDU -
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presa la tua mamma che la voleva per chioccia; l'ha detto | la | massaia. Dammi la tacchina! - Va a farti benedire! Sei |
SCURPIDDU -
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che la voleva per chioccia; l'ha detto la massaia. Dammi | la | tacchina! - Va a farti benedire! Sei pazzo? - Dammi la |
SCURPIDDU -
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la tacchina! - Va a farti benedire! Sei pazzo? - Dammi | la | tacchina! - replicò Scurpiddu con aria minacciosa. - Mamma! |
SCURPIDDU -
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- replicò Scurpiddu con aria minacciosa. - Mamma! - chiamò | la | ragazza. E alla chiamata, comparve su la soglia la |
SCURPIDDU -
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- Mamma! - chiamò la ragazza. E alla chiamata, comparve su | la | soglia la mezzadra. - Dice che gli abbiamo preso una |
SCURPIDDU -
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- chiamò la ragazza. E alla chiamata, comparve su la soglia | la | mezzadra. - Dice che gli abbiamo preso una tacchina, per |
SCURPIDDU -
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- Dice che gli abbiamo preso una tacchina, per chioccia. | La | mezzadra cominciò a sbraitare: - Se l'è sognato la tua |
SCURPIDDU -
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La mezzadra cominciò a sbraitare: - Se l'è sognato | la | tua massaia? Verrò a dirglielo sul muso. Per chi ci |
SCURPIDDU -
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rizzò infuriato e prese una zolla per lanciargliela. Lesta, | la | mezzadra gli corse addosso e gli rattenne il braccio: - |
SCURPIDDU -
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vado io dalla tua massaia. Mi sentirà! Vedendola prendere | la | viottola, Scurpiddu tornò mogio mogio tra i tacchini; e di |
SCURPIDDU -
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mogio mogio tra i tacchini; e di là seguì con gli occhi | la | mezzadra che andava di furia, brontolando. Poco dopo |
SCURPIDDU -
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brontolando. Poco dopo s'udivano le strida del diverbio tra | la | massaia e lei davanti la masseria. Scurpiddu credeva di |
SCURPIDDU -
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le strida del diverbio tra la massaia e lei davanti | la | masseria. Scurpiddu credeva di aver fatto una bella cosa, |
SCURPIDDU -
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credeva di aver fatto una bella cosa, andando a chiedere | la | tacchina; e per dispetto di quella strega che voleva |
SCURPIDDU -
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più verdi alle viti. Tiù! Tiù ! Anche Paola svolazzava per | la | vigna a beccare qualche racìmolo, e andava e veniva, quasi |
SCURPIDDU -
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Scurpiddu tirò loro due sassolini. richiamandoli con | la | voce. E quando ebbe tutto il branco davanti a sè: Marcia! |
SCURPIDDU -
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aggiungeva. Li aveva visti poco prima scendere per | la | strada del Monte. Cercavano gli amici . Ma non li avevano |
SCURPIDDU -
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sul dorso di Capobanda , e gli beccava delicatamente | la | pelle grinzosa e bitorzoluta della testa. Il tacchino la |
SCURPIDDU -
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la pelle grinzosa e bitorzoluta della testa. Il tacchino | la | lasciava fare. - E sessantuno!- finì di contare la massaia. |
SCURPIDDU -
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tacchino la lasciava fare. - E sessantuno!- finì di contare | la | massaia. Scurpiddu , che questa volta non se l'aspettava |
SCURPIDDU -
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- Ma che fai? Dove le conduci queste bestie? - gli domandò | la | massaia un po' stizzita, Scurpiddu non sapeva che |
SCURPIDDU -
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tra gli ulivi non si era vista anima viva in tutta | la | giornata; e lui non si era mosso da sedere su un masso per |
SCURPIDDU -
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e lui non si era mosso da sedere su un masso per far meglio | la | guardia. In quei pochi minuti che era andato a leticare con |
SCURPIDDU -
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guardia. In quei pochi minuti che era andato a leticare con | la | mezzadra? - Hai fatto male, - lo sgridò la massaia. - E |
SCURPIDDU -
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a leticare con la mezzadra? - Hai fatto male, - lo sgridò | la | massaia. - E un'altra volta, quando nella masseria vien |
SCURPIDDU -
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che gli vuol male a questo povero orfanello! - piagnucolò | la | mamma di Scurpiddu per difenderlo. - No, si distrae con |
SCURPIDDU -
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Seduto su un mucchio di sassi, coi gomiti su le ginocchia e | la | testa tra le mani, singhiozzava di rabbia, senza poter |
SCURPIDDU -
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massaio Turi: - Manca un'altra tacchina, - gli disse | la | moglie. Massaio Turi stette un po' a riflettere, e domandò |
SCURPIDDU -
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Calcapaglia , a cui ha preso tre galline. Deve aver | la | tana nella vallata sotto la roccia; le fanno già la posta, |
SCURPIDDU -
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ha preso tre galline. Deve aver la tana nella vallata sotto | la | roccia; le fanno già la posta, lui e suo genero. E hanno |
SCURPIDDU -
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aver la tana nella vallata sotto la roccia; le fanno già | la | posta, lui e suo genero. E hanno visto anche i |
SCURPIDDU -
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suo genero. E hanno visto anche i volpacchiotti. Se trovano | la | tana, ve li affumicano dentro. Ma le volpi sono maliziose. |
SCURPIDDU -
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fresca nel prato vicino alla fontana, muterai pascolo. | La | volpe non verrà fin là, specie di giorno! - Ecco!- esclamò |
SCURPIDDU -
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lassù, senza Paola , gli sembrava di essere dimezzato. | La | massaia avea chiuso la tàccola in una stanza nel momento |
SCURPIDDU -
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, gli sembrava di essere dimezzato. La massaia avea chiuso | la | tàccola in una stanza nel momento che Scurpiddu conduceva |
SCURPIDDU -
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E Scurpiddu era partito con un po' di broncio, perchè | la | coscienza gli diceva di non meritare quel castigo. Lassù, |
SCURPIDDU -
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delle ulive, dentro lo stanzone del frantoio, che quando | la | mula con gli occhi bendati faceva girare la màcina, era |
SCURPIDDU -
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che quando la mula con gli occhi bendati faceva girare | la | màcina, era assai incomodo salire e scendere; mancava lo |
SCURPIDDU -
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salire e scendere; mancava lo spazio, ogni volta che | la | mula rasentava lo scalino. Colà però la persona malata |
SCURPIDDU -
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ogni volta che la mula rasentava lo scalino. Colà però | la | persona malata poteva riposare tranquilla. Di tanto in |
SCURPIDDU -
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malata poteva riposare tranquilla. Di tanto in tanto, | la | massaia andava a visitarla, a portarle una tazza di brodo, |
SCURPIDDU -
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coraggio. - Vi raccomando quella creatura, massaia! Quasi | la | povera donna si vedesse proprio in punto di morte. |
SCURPIDDU -
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donna si vedesse proprio in punto di morte. Scurpiddu | la | vedeva la mattina, appena alzàtosi da letto; e la sera, |
SCURPIDDU -
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si vedesse proprio in punto di morte. Scurpiddu la vedeva | la | mattina, appena alzàtosi da letto; e la sera, fino a che la |
SCURPIDDU -
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Scurpiddu la vedeva la mattina, appena alzàtosi da letto; e | la | sera, fino a che la povera donna non si sentiva chiudere le |
SCURPIDDU -
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la mattina, appena alzàtosi da letto; e la sera, fino a che | la | povera donna non si sentiva chiudere le pupille dalla |
SCURPIDDU -
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mio! E quella mattina, nel prato, Scurpiddu brontolava: - | La | mamma a letto… e Paola carcerata! Rimaneva a lungo con gli |
SCURPIDDU -
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| La | chiesa di San Raffaele riconosce la sua erezione dal re |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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chiesa di San Raffaele riconosce | la | sua erezione dal re Berengario; in seguito fu ricostrutta |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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in seguito fu ricostrutta con disegno del Pellegrini: | la | grandiosa facciata non è ancora finita. Contiene qualche |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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il querciuolo... già tutta, in un solo superbo monologo, | la | selva stormì! Gli augelli si destano cantando alleluia, le |
FIABE E LEGGENDE -
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augelli si destano cantando alleluia, le vette si indorano, | la | valle è men buia, lontani comignoli la nebbia disvela, |
FIABE E LEGGENDE -
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vette si indorano, la valle è men buia, lontani comignoli | la | nebbia disvela, comincia a far vela, nel tremulo spazio, la |
FIABE E LEGGENDE -
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la nebbia disvela, comincia a far vela, nel tremulo spazio, | la | nave del dì! |
FIABE E LEGGENDE -
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ad assicurare ogni oggetto contro | la | violenza del mare. La Clelia proseguì colle mure alla |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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ad assicurare ogni oggetto contro la violenza del mare. | La | Clelia proseguì colle mure alla sinistra |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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di perverso dominio colla stessa ipocrisia con cui | la | tenne schiava, liberò la Niobe delle nazioni, la vecchia |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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colla stessa ipocrisia con cui la tenne schiava, liberò | la | Niobe delle nazioni, la vecchia metropoli del mondo, la |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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con cui la tenne schiava, liberò la Niobe delle nazioni, | la | vecchia metropoli del mondo, la dominatrice, la martire, la |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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la Niobe delle nazioni, la vecchia metropoli del mondo, | la | dominatrice, la martire, la più grande delle glorie umane! |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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nazioni, la vecchia metropoli del mondo, la dominatrice, | la | martire, la più grande delle glorie umane! Egli fu il |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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la vecchia metropoli del mondo, la dominatrice, la martire, | la | più grande delle glorie umane! Egli fu il continuatore |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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Totila alla testa delle feroci sue orde conquistava Roma, | la | distruggeva, ne sterminava la popolazione ed era questa |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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sue orde conquistava Roma, la distruggeva, ne sterminava | la | popolazione ed era questa giustizia di Dio! «Morrà di ferro |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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facile preda e palpitò di gioia il fallace suo cuore mentre | la | stringeva tra le ugne! Che bell’appannaggio al crescente |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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Regina! Io, intanto, mangio | la | frutta. (Torna a sedersi a tavola, e sbuccia e mangia |
LE ULTIME FIABE -
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pere, pesche, vuotando presto una fruttiera. Vedendo che | la | Regina non parla, le ripete:) Regina, raccontate ... (E si |
LE ULTIME FIABE -
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le ripete:) Regina, raccontate ... (E si rimette a mangiare | la | frutta.) |
LE ULTIME FIABE -
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| La | mattina che la signora Villa e le Maiocchi, mamma e figlia, |
GIACINTA -
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mattina che | la | signora Villa e le Maiocchi, mamma e figlia, eran venute in |
GIACINTA -
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infossati, pareva avesse pianto. - Che hai? - le domandò | la | signora Villa. - Nulla. Sto bene. - Bene? ... Ma se non ti |
GIACINTA -
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- Nulla. Sto bene. - Bene? ... Ma se non ti si riconosce! | La | Maiocchi aveva tirata la signora Teresa verso la finestra, |
GIACINTA -
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... Ma se non ti si riconosce! La Maiocchi aveva tirata | la | signora Teresa verso la finestra, mentre Elisa e la Villa |
GIACINTA -
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riconosce! La Maiocchi aveva tirata la signora Teresa verso | la | finestra, mentre Elisa e la Villa mettevano sossopra mucchi |
GIACINTA -
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tirata la signora Teresa verso la finestra, mentre Elisa e | la | Villa mettevano sossopra mucchi di biancheria: - Bada, |
GIACINTA -
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matrimonio ... , non vedi? ... - È lei che l'ha voluto! | La | signora Teresa s'irritava: - Ve la prendete con me! Credete |
GIACINTA -
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- È lei che l'ha voluto! La signora Teresa s'irritava: - Ve | la | prendete con me! Credete dunque che io menta? - È proprio |
GIACINTA -
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inesplicabile! - Giulia, vieni qui; guarda che bellezza! | La | signora Villa era in estasi davanti a certe camicie di |
GIACINTA -
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Villa era in estasi davanti a certe camicie di Vienna. E | la | Maiocchi lodava, ammirava anche lei, facendo delle |
GIACINTA -
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sua madre? - Bellissimo! Elegantissimo! Una magnificenza! E | la | signora Villa faceva passare in mano dell'Elisa o della sua |
GIACINTA -
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per far meglio apprezzare il merletto, un ricamo o | la | qualità di una stoffa. Giacinta stava zitta. E quando la |
GIACINTA -
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o la qualità di una stoffa. Giacinta stava zitta. E quando | la | signora Villa rivolgevasi a lei, rispondeva con un sorriso |
GIACINTA -
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sensazione di liscio che le faceva correre dei brividi per | la | schiena, come se quelle lenzuola di tela di Olanda |
GIACINTA -
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degli sposi ... - Una cosa provvisoria - diceva | la | signora Teresa, conducendole a traverso le impalcature e |
GIACINTA -
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di gonne che sollevavano della polvere dappertutto. | La | signora Villa saltellava, di qua e di là, sugli arnesi |
GIACINTA -
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dei piccoli gridi, ridendo, facendo delle moine per | la | paura di conciarsi il vestito o di vedersi cascar addosso |
GIACINTA -
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diventava un gioiello. - Una cosa provvisoria - ripeteva | la | Marulli - Giacinta si è innamorata della palazzina qui |
GIACINTA -
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sciocca da farlo capire. I proprietarii, naturalmente, ora | la | prendono per la gola. - Lascia andare! Qui starai da |
GIACINTA -
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capire. I proprietarii, naturalmente, ora la prendono per | la | gola. - Lascia andare! Qui starai da regina! Ma per le |
GIACINTA -
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Qui starai da regina! Ma per le scale, nell'andar via, | la | Maiocchi diceva, in un orecchio alla Villa, che le Marulli |
GIACINTA -
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te n'avvredai, come diceva quello! - Dio! Mi son conciata! | La | signora Maiocchi voleva montar subito in casa per ripulire |
GIACINTA -
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signora Maiocchi voleva montar subito in casa per ripulire | la | coda della veste da parecchi schizzi di calce e di tinta - |
GIACINTA -
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schizzi di calce e di tinta - Un abito rovinato! - Ma | la | Villa la trattenne. - Che ne diceva lei? Dovevasi credere |
GIACINTA -
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di calce e di tinta - Un abito rovinato! - Ma la Villa | la | trattenne. - Che ne diceva lei? Dovevasi credere alle |
GIACINTA -
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arrivare al battente. Allora pensò di alzare da terra | la | so- rellina, la quale bussò lungamente. Tutt’e due, udendo |
Le Fate d'Oro -
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battente. Allora pensò di alzare da terra la so- rellina, | la | quale bussò lungamente. Tutt’e due, udendo quel lungo mar- |
Le Fate d'Oro -
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tellìo, dissero: - Che cosa ci diranno quando apri- ranno | la | porta? - E la porta di cristallo si spalancò e comparve una |
Le Fate d'Oro -
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- Che cosa ci diranno quando apri- ranno la porta? - E | la | porta di cristallo si spalancò e comparve una vecchia con |
Le Fate d'Oro -
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spalancò e comparve una vecchia con una lanterna in mano. | La | donna era vestita del colore de- gli scogli ed il vestito |
Le Fate d'Oro -
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per gli scogli. Essi giunsero a casa pieni di spavento. | La | barca del babbo tor- nava appunto in porto in quel momento |
Le Fate d'Oro -
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del babbo tor- nava appunto in porto in quel momento e | la | mamma aveva preparato una buona ce- netta. I bimbi, ancora |
Le Fate d'Oro -
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- I bambini, nei giorni seguenti, cerca- rono e ricercarono | la | porta di cristallo, ma non poterono trovare nemmeno la |
Le Fate d'Oro -
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la porta di cristallo, ma non poterono trovare nemmeno | la | caverna. Dopo qualche tempo, mentre un dì Nennella si |
Le Fate d'Oro -
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ad un tratto un voce dolce, che cantava: - Io del mare son | la | figlia, Fendo l'acqua come chiglia; Alle stelle so cantare; |
Le Fate d'Oro -
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Alle stelle so cantare; Sono amata in fondo al mare. | La | Medusa luminosa Mi fa scorta come a sposa; Alle stelle so |
Le Fate d'Oro -
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a casa, e do- vette farsi aiutare dalla moglie e dai figli. | La | testa del pesce era simile a quella di una bella ragazza, |
Le Fate d'Oro -
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ar- gentee squame; e il corpo terminava in una lunga coda. | La | moglie del pescatore disse: - Che bel pesce! Deve essere |
Le Fate d'Oro -
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bel pesce! Deve essere eccellente di sapore, ma io temo che | la | caldaia sia troppo piccola per potervelo cuocere. - Non |
Le Fate d'Oro -
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prima di tagliarlo, il pesce cantasse. - Ed io, - disse | la | bimba - vorrei che il povero pesce tornasse nell’acqua. - |
Le Fate d'Oro -
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pesce, che era stato posato sulla tavola di cucina, alzò | la | testa ornata da lunghi capelli color d'oro, agitò la coda e |
Le Fate d'Oro -
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alzò la testa ornata da lunghi capelli color d'oro, agitò | la | coda e si mise a cantare: - Io del mare son la figlia, Son |
Le Fate d'Oro -
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d'oro, agitò la coda e si mise a cantare: - Io del mare son | la | figlia, Son sorella alla conchiglia; Or chi ignora le mie |
Le Fate d'Oro -
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Non più fender posso l'onda, Nè cantare sulla sponda, Con | la | rete fui pescata; Oh! la sorte è ben cangiata. - Ma questa |
Le Fate d'Oro -
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Nè cantare sulla sponda, Con la rete fui pescata; Oh! | la | sorte è ben cangiata. - Ma questa è una sirena! - disse il |
Le Fate d'Oro -
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- Ma questa è una sirena! - disse il pescatore. E lui e | la | sua famiglia ne ebbero tanta compassione che si misero a |
Le Fate d'Oro -
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tanta compassione che si misero a piangere; il pescatore | la | prese per la testa, la moglie per la cintura e i bimbi per |
Le Fate d'Oro -
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che si misero a piangere; il pescatore la prese per | la | testa, la moglie per la cintura e i bimbi per la coda e la |
Le Fate d'Oro -
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si misero a piangere; il pescatore la prese per la testa, | la | moglie per la cintura e i bimbi per la coda e la |
Le Fate d'Oro -
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piangere; il pescatore la prese per la testa, la moglie per | la | cintura e i bimbi per la coda e la riportarono in riva al |
Le Fate d'Oro -
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prese per la testa, la moglie per la cintura e i bimbi per | la | coda e la riportarono in riva al mare. Colà giunti |
Le Fate d'Oro -
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la testa, la moglie per la cintura e i bimbi per la coda e | la | riportarono in riva al mare. Colà giunti s'inginocchiarono |
Le Fate d'Oro -
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tutti sulla riva per non farle male e, uno, due e tre, | la | lanciarono nell'acqua. La Sirena si mise a nuotare |
Le Fate d'Oro -
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non farle male e, uno, due e tre, la lanciarono nell'acqua. | La | Sirena si mise a nuotare cantando: - Tre passi in alto |
Le Fate d'Oro -
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e allor mi trovi. Di cristalli in sulla porta Bussa pur | la | terza volta. Su' miei doni può contare Chi mi rese al mio |
Le Fate d'Oro -
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doni può contare Chi mi rese al mio bel mare. - Intanto che | la | Sirena nuotava al largo, l’acqua si apriva e scintillava |
Le Fate d'Oro -
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d'argento. Il pescatore, che si affrettò a caricare tanto | la | barca di monete, vide sommergere la Sirena con dolore; e |
Le Fate d'Oro -
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a caricare tanto la barca di monete, vide sommergere | la | Sirena con dolore; e più tardi, quando ebbe spese le poche |
Le Fate d'Oro -
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più misero di prima. Un giorno Felice disse: - Dove sarà | la | porta di cristallo? - E allora Nennella si rammentò dei tre |
Le Fate d'Oro -
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scogli; poi, seguendo l'indicazione della Sirena, trovarono | la | porta di cristallo dalla quale partiva molta luce. Felice |
Le Fate d'Oro -
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dalla quale partiva molta luce. Felice alzò Nennella, | la | quale bussò tre volte col battente che era d'argento. La |
Le Fate d'Oro -
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la quale bussò tre volte col battente che era d'argento. | La | vecchia coi capelli di alghe e l'a- bito coperto di musco |
Le Fate d'Oro -
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capelli di alghe e l'a- bito coperto di musco marino, aprì | la | porta e domandò loro che cosa volevano. - Scusi, - rispose |
Le Fate d'Oro -
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i doni che ci ha promesso una sirena. - Entrate, - ordinò | la | vecchia. Ciò detto li precedè in un corridoio scavato nella |
Le Fate d'Oro -
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devano gli stallattiti scintillanti al par di diamanti. | La | vecchia disse: - Io voglio molto bene alle sirene. Esse |
Le Fate d'Oro -
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vengono qui a rifugiarsi dalla tempe- sta.... Ora vi darò | la | merenda. - E tirò fuori dalla roccia una tavola rotonda. Su |
Le Fate d'Oro -
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di mare. - Grazie! - disse Nennella rifiutando il vino che | la | vecchia le porgeva. - Perchè? - domandò la vecchia. |
Le Fate d'Oro -
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il vino che la vecchia le porgeva. - Perchè? - domandò | la | vecchia. Nennella non poteva rispondere dallo spavento; |
Le Fate d'Oro -
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Nennella non poteva rispondere dallo spavento; Felice prese | la | parola per lei. - Le dirò, la mia sorellina teme che il |
Le Fate d'Oro -
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dallo spavento; Felice prese la parola per lei. - Le dirò, | la | mia sorellina teme che il vino sappia di pesce. - Ma è |
Le Fate d'Oro -
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è eccellente quando ci si è - fatto l'abitudine; - rispose | la | vecchia del mare empiendo le conchiglie. Il vino aveva, |
Le Fate d'Oro -
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alla pioggia! - Diamanti! raccattateli, bambini! - disse | la | vecchia. I magnifici cristalli bianchi che pen- devano |
Le Fate d'Oro -
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cadere i dia- manti per terra a guisa di gocce. Allora | la | vecchia disse: - Quei che lasciò la Sirena partire, Prenda |
Le Fate d'Oro -
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guisa di gocce. Allora la vecchia disse: - Quei che lasciò | la | Sirena partire, Prenda i diamanti o si affretti a fuggire. |
Le Fate d'Oro -
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si empì le tasche, Nennella il grembiule, e, ringraziata | la | vecchia, fug- girono tutt'e due dalla porta di cristallo. |
Le Fate d'Oro -
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giunsero al villaggio, dopo aver smarrita per tre volte | la | via. Trovarono delle case che prima non c'erano, e |
Le Fate d'Oro -
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guardando a traverso i ve- tri della loro casuccia, videro | la | zuppa del babbo bell’e pronta, e la mamma che aveva i |
Le Fate d'Oro -
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loro casuccia, videro la zuppa del babbo bell’e pronta, e | la | mamma che aveva i capelli canuti e guardava una barchettina |
Le Fate d'Oro -
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una barchettina e una bambola posate sul tavolino. - | La | mamma stamattina aveva i ca- pelli neri, ed ora perchè è |
Le Fate d'Oro -
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i nostri balocchi? - Essi alzarono il saliscendi e aprirono | la | porta. - Mamma cara, piangi forse perchè abbiamo fatto |
Le Fate d'Oro -
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Abbiamo le tasche piene di dia- manti, - aggiunse Nennella. | La | madre si alzò e li guardò come se non li conoscesse. Il |
Le Fate d'Oro -
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siamo stati assenti soltanto alcune ore. - Il babbo e | la | mamma li abbracciarono piangendo dalla gioia. La sera |
Le Fate d'Oro -
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Il babbo e la mamma li abbracciarono piangendo dalla gioia. | La | sera passata nella caverna era durata vent'anni, e il |
Le Fate d'Oro -
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nella caverna era durata vent'anni, e il pesca- tore e | la | moglie, per vent'anni continui, avevano pianto per morti i |
Le Fate d'Oro -
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i loro bambini. Essi venderono i diamanti e lasciarono | la | casupola per stabilirsi in un palazzo dì marmo. Ma poco |
Le Fate d'Oro -
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in un palazzo dì marmo. Ma poco dopo rimpiangevano | la | vita passata, perchè erano ricchi senza es- sere felici. |
Le Fate d'Oro -
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alla porta di cristallo con il battente d'argento. | La | vecchia aprì e domandò che cosa voleva il signore, che cosa |
Le Fate d'Oro -
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aprì e domandò che cosa voleva il signore, che cosa voleva | la | si- gnora. - Desideriamo che il babbo e la mamma tornino |
Le Fate d'Oro -
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che cosa voleva la si- gnora. - Desideriamo che il babbo e | la | mamma tornino felici come prima. - Entrate subito, purchè |
Le Fate d'Oro -
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avete preso vent'anni di vita in ricompensa di aver ridato | la | libertà alla Sirena? - No, signore; - disse la vecchia - no |
Le Fate d'Oro -
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aver ridato la libertà alla Sirena? - No, signore; - disse | la | vecchia - no davvero, signora. Ho voluto dimostrarvi che i |
Le Fate d'Oro -
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durezza. Nennella e Felice, ciò nono- stante ringraziarono | la | vecchia e si affret- tarono ad uscire. La porta di |
Le Fate d'Oro -
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ringraziarono la vecchia e si affret- tarono ad uscire. | La | porta di cristallo si chiuse subito dietro a loro, ed essi |
Le Fate d'Oro -
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verso casa, felici di esser ritornati bambini. Il babbo e | la | mamma li aspettavano sulla porta della loro casupola; essi |
Le Fate d'Oro -
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della loro casupola; essi non erano più canuti; avevano | la | faccia alle- gra e felice, e sulla tavola c'era la bar- |
Le Fate d'Oro -
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avevano la faccia alle- gra e felice, e sulla tavola c'era | la | bar- chettina e la vecchia bambola. |
Le Fate d'Oro -
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alle- gra e felice, e sulla tavola c'era la bar- chettina e | la | vecchia bambola. |
Le Fate d'Oro -
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è | la | prima volta che la sento nominare! Giacché è Fata ... sarà |
LE ULTIME FIABE -
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è la prima volta che | la | sento nominare! Giacché è Fata ... sarà buona come tutte le |
LE ULTIME FIABE -
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rapidamente nella via di Riparazione, toccando terra presso | la | casa che gli era stata indicata. Il giovane balzò dai |
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Questi riprese l'alto colla sua gondola, e ristette sopra | la | porta ad aspettare che quegli uscisse. L'Albani attraversò |
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che quegli uscisse. L'Albani attraversò rapidamente | la | galleria terrena, o piuttosto un viale di rose d'ogni |
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e di topazi, splendenti come foglie irrorate dal mattino. | La | tunica, chiusa sul petto da una croce di diamanti, scendeva |
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il vermiglio delle labbra, l'ebano delle chiome, rivelavano | la | donna sotto la effige dell'angelo. - Che cercate, o |
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labbra, l'ebano delle chiome, rivelavano la donna sotto | la | effige dell'angelo. - Che cercate, o fratello, nella casa |
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cercate, o fratello, nella casa di benedizione? - chiese | la | donna all'Albani con soavissimo accento. - Io cerco - |
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di fratello consolatore. - Il ministro è assente - disse | la | donna - ma egli sarà di ritorno fra poco. Noi dobbiamo |
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... - Fidelia! ... Il nome che voi profferite - disse | la | donna - mi dà a conoscere il vostro ... Voi siete l'Albani |
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perocché sulla terra i dolori sono sempre imminenti ... | La | vostra fidanzata è là, nell'intimo sacrario del ministro, |
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avete prevenuta coll'impaziente desiderio. Così parlando, | la | sposa del ministro prese per mano l'Albani e lo introdusse |
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dove, sovra un divano coperto di bianchi drappi, sedeva | la | figlia del Gran Proposto. L'Albani, al primo vederla, la |
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la figlia del Gran Proposto. L'Albani, al primo vederla, | la | credette una statua. Ma le candide forme erano animate, la |
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la credette una statua. Ma le candide forme erano animate, | la | statua levossi in piedi, e sciolse la voce: - Amico! |
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forme erano animate, la statua levossi in piedi, e sciolse | la | voce: - Amico! fratello! - esclamò Fidelia coll'accento |
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della più viva commozione. - E tu pure hai indovinato | la | strada più breve per toccare la meta! I nostri cuori si |
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- E tu pure hai indovinato la strada più breve per toccare | la | meta! I nostri cuori si attraggono! L'Albani non potè |
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del bene vi ha qui riuniti innanzi l'ora prefissa - parlò | la | sposa del ministro - noi compiremo la cerimonia in questo |
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prefissa - parlò la sposa del ministro - noi compiremo | la | cerimonia in questo luogo. Fratello Consolatore sarà qui |
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benefico sono preziosi agli infelici, e noi che respiriamo | la | gioia, non dobbiamo usurpare i diritti del dolore. Prima |
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un attestato di reciproca fiducia necessaria a guarentire | la | vostra pace avvenire; io vi lascio, o figliuoli! Quando la |
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la vostra pace avvenire; io vi lascio, o figliuoli! Quando | la | vostra confessione sarà compiuta, io verrò qui, col |
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qui, col ministro, a benedire i vostri legami di spirito! | La | sacerdotessa pose la mano di Fidelia in quella del suo |
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a benedire i vostri legami di spirito! La sacerdotessa pose | la | mano di Fidelia in quella del suo giovane fidanzato, e uscì |
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uscì dalla rotonda. Allora l'Albani, rimanendo genuflesso, | la | mano di Fidelia stretta alle labbra, cominciò la sua |
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la mano di Fidelia stretta alle labbra, cominciò | la | sua confessione: - Oh sì! Una santa istituzione è codesta, |
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si conoscano. Miserabile quell'uomo che pretende affermare | la | fede della sua compagna colla dissimulazione e |
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sua compagna colla dissimulazione e coll'inganno! Ed era | la | mia una immensa stoltezza di affidarmi ai rigori delle |
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il divino istinto del perdono; a te, che assumendo | la | missione dell'angelo, hai steso la mano al caduto per |
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a te, che assumendo la missione dell'angelo, hai steso | la | mano al caduto per redimerlo dalla vergogna e dai rimorsi, |
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- interruppe Fidelia con un leggiero brivido di terrore - | la | confessione non è obbligatoria. Io posso dispensarti |
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dall'accusare le tue colpe, prevenendoti col mio perdono. | La | donna che si consacra ad un uomo per tutta la vita, non |
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mio perdono. La donna che si consacra ad un uomo per tutta | la | vita, non solo deve assolvere il di lui passato, ma anche |
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il di lui passato, ma anche il di lui avvenire. In ciò | la | donna è più sublime di Dio! Così parlando, Fidelia chinò le |
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io ti prego di acconsentirmi questo sfogo dell'anima che | la | legge mi impone, perocché io sappia che l'uomo non può |
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non può gustare, nelle braccia di una donna, tutta intera | la | voluttà dell'amore, quand'egli non sia ben certo che questa |
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della tua illibatezza? - esclamò l'Albani trattenendo | la | giovinetta con dolce violenza. - Tutta la tua vita si |
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trattenendo la giovinetta con dolce violenza. - Tutta | la | tua vita si riflette nel tuo purissimo sguardo. Nella |
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pieghe dei lini che disegnano le tue membra, io respiro | la | vergine, indovino una limpida fonte, a cui nessuno ha mai |
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una limpida fonte, a cui nessuno ha mai portato le labbra! | La | legge mi comanda di proferire a mia volta la parola |
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le labbra! La legge mi comanda di proferire a mia volta | la | parola perdono; ed io, per obbedire a questa legge, ti |
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perdono; ed io, per obbedire a questa legge, ti perdono | la | sola colpa che in te riconosco, quella di aver amato un |
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di un lungo abbracciamento, non si accorsero che | la | porta si era aperta, che non erano più soli. Speranza e |
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rotonda. Il ministro si accostò al due amanti per compiere | la | cerimonia dell'unione spirituale colla formola prescritta |
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amerò sempre! - disse l'Albani - mentre il sacerdote univa | la | sua mano a quella di Fidelia. La giovinetta replicò la |
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mentre il sacerdote univa la sua mano a quella di Fidelia. | La | giovinetta replicò la promessa con tremula voce. E mentre |
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la sua mano a quella di Fidelia. La giovinetta replicò | la | promessa con tremula voce. E mentre il ministro baciava in |
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partirono i primi squilli del richiamo delle vergini | La | cerimonia era compiuta. I due giovani si levarono in piedi. |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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cerimonia era compiuta. I due giovani si levarono in piedi. | La | sposa del ministro offerse il braccio a Fidelia, e tutti |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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dal sacrario. Appena sboccati nella via, l'Albani scosse | la | funicella che pendeva dalla sua gondola, e il conduttore, |
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potentissimo Mago! Abbiate pazienza. Ecco il Reuccio e | la | Reginotta. (Scuote il Re e la Regina) Maestà! Maestà! |
LE ULTIME FIABE -
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pazienza. Ecco il Reuccio e la Reginotta. (Scuote il Re e | la | Regina) Maestà! Maestà! |
LE ULTIME FIABE -
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molto giovane, che voleva prender moglie, ma voleva sposare | la | più bella ragazza del mondo. - E se non è di sangue reale? |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Non me n'importa nulla. - Allora sappiate, Maestà, che | la | più bella ragazza del mondo è la figliuola di un ciaba. Ma |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sappiate, Maestà, che la più bella ragazza del mondo è | la | figliuola di un ciaba. Ma il popolo, che è maligno, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un ciaba. Ma il popolo, che è maligno, potrebbe chiamarla: | la | Regina Ciabatta ... Maestà, non sta bene: rifletteteci |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Maestà, non sta bene: rifletteteci meglio. Il Re rispose: - | La | figliuola del ciaba è la più bella ragazza del mondo? La |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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meglio. Il Re rispose: - La figliuola del ciaba è | la | più bella ragazza del mondo? La figliuola del ciaba sarà |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- La figliuola del ciaba è la più bella ragazza del mondo? | La | figliuola del ciaba sarà dunque mia sposa e Regina. Andrò a |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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incontrarono una vecchia che domandava l'elemosina: - Fate | la | carità! Fate la carità! Il Re non se ne dava per inteso. La |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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vecchia che domandava l'elemosina: - Fate la carità! Fate | la | carità! Il Re non se ne dava per inteso. La vecchina |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la carità! Fate la carità! Il Re non se ne dava per inteso. | La | vecchina arrancava dietro il cavallo. - Fate la carità! |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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per inteso. La vecchina arrancava dietro il cavallo. - Fate | la | carità! Fate la carità! Il cavallo del Re s'adombrò, e urtò |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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arrancava dietro il cavallo. - Fate la carità! Fate | la | carità! Il cavallo del Re s'adombrò, e urtò la vecchina che |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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carità! Fate la carità! Il cavallo del Re s'adombrò, e urtò | la | vecchina che cadde per terra. Il Re, senza punto curarsene, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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innanzi; ma il servitore, impietosito, scese da cavallo, | la | sollevò, e visto che non s'era fatta nulla di male, cavò di |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Accetta in ricambio questo anellino e portalo al dito; sarà | la | tua fortuna. Arrivati in quel paese, il Re accompagnato dal |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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il Re accompagnato dal servitore passò e ripassò davanti | la | bottega del ciaba, finché non gli riuscì di vedere la bella |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la bottega del ciaba, finché non gli riuscì di vedere | la | bella ragazza, che era la più bella del mondo. Rimase |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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finché non gli riuscì di vedere la bella ragazza, che era | la | più bella del mondo. Rimase abbagliato! E, senza por tempo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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por tempo in mezzo, disse al ciaba: - Io sono il Re: vo' | la | tua figliuola per moglie. - Maestà, c'è un intoppo. La mia |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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vo' la tua figliuola per moglie. - Maestà, c'è un intoppo. | La | mia figliuola ha una malìa: chi le parlerà la prima volta e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un intoppo. La mia figliuola ha una malìa: chi le parlerà | la | prima volta e le farà provare una puntura al dito mignolo, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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rimase un po' turbato; ma poi pensò: - Se questa malìa è | la | sua buona Sorte, costei dev'essere destinata a sposare un |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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tutto allegro, disse al ciaba: - Proviamo. Il ciaba chiamò | la | figliuola, senza dirle del Re; e come questi se la vide |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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chiamò la figliuola, senza dirle del Re; e come questi se | la | vide dinanzi, restò più abbagliato di prima. - Buon giorno, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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alla ragazza: - Badate, è Sua Maestà! - Ahi! Ahi! Ahi! | La | ragazza si sentiva un'atroce puntura al dito mignolo, e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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si sentiva un'atroce puntura al dito mignolo, e scoteva | la | mano: - Ahi! Ahi! Ahi! Figuriamoci il viso del Re, come |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Figuriamoci il viso del Re, come capì che quella ragazza, | la | più bella del mondo, era destinata a quel tanghero del suo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Prese in disparte il ciaba e gli disse: - Lascia fare a me; | la | tua figliuola sarà Regina. Tornato al palazzo reale, chiamò |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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al palazzo reale, chiamò il servitore: - Prima che tu sposi | la | figliuola del ciaba, devi rendermi un servigio: mi fido |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di te. Portami questa lettera al Re di Spagna, e attendi | la | risposta; ma nessuno deve sapere dove tu vada e perché. - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sapere dove tu vada e perché. - Maestà, sarà fatto. Prese | la | lettera e partì. A metà di strada incontrò quella vecchina: |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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quel che ti aspetta. Quella lettera è un tradimento! Se tu | la | presenti al Re, sarai subito ammazzato. Portagli questa, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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questa, invece: farà un altro effetto. Allora lui prese | la | lettera della vecchina, e quella del Re la buttò via. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Allora lui prese la lettera della vecchina, e quella del Re | la | buttò via. Ringraziò e proseguì il viaggio. Era già passato |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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quando fu quel giorno, andò insieme coi ministri a rilevare | la | sposa con la carrozza di gala. In casa del ciaba trovarono |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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giorno, andò insieme coi ministri a rilevare la sposa con | la | carrozza di gala. In casa del ciaba trovarono una granata |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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alla stanza, e il Re disse ai ministri: - Ecco Sua Maestà | la | Regina! I ministri, stupefatti, si guardarono in viso senza |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Maestà, è una granata! Il Re in quella granata ci vedeva | la | figliuola del ciaba, la più bella ragazza del mondo; e, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Il Re in quella granata ci vedeva la figliuola del ciaba, | la | più bella ragazza del mondo; e, presala pel manico (lui |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mondo; e, presala pel manico (lui credeva di prenderla per | la | mano) la portò in carrozza e cominciò a dirle tante belle |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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presala pel manico (lui credeva di prenderla per la mano) | la | portò in carrozza e cominciò a dirle tante belle cose. I |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Ma questa qui è una granata! Il Re montò sulle furie; | la | prese per un'offesa alla Regina. Fece fermar la carrozza e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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furie; la prese per un'offesa alla Regina. Fece fermar | la | carrozza e ordinò ai soldati che legassero |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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lo trascinassero fino al palazzo reale. Gli altri, vista | la | mala parata, stettero zitti. E il Re, giunto al palazzo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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reale, si affacciò alla finestra per mostrare al popolo | la | Regina: - Ecco la vostra Regina! Non avea finito di dirlo, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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alla finestra per mostrare al popolo la Regina: - Ecco | la | vostra Regina! Non avea finito di dirlo, che gli cadde come |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Maestà pareva proprio uno spazzino. Con chi prendersela? | La | colpa era della sua cattiva stella, e di quella malìa della |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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raccontò ogni cosa: - Come va questa faccenda? - Maestà, | la | faccenda è piana. Quell'Uomo possiede l'anello incantato |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Bisogna trovare un'astuzia per portargli via quell'anello: | la | forza non vale. Pensa e ripensa, un giorno il Re, visto che |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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del ciaba: - Buon giorno, bella ragazza! - Ahi! Ahi! Ahi! | La | ragazza sentiva un'atroce puntura al dito mignolo e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sentiva un'atroce puntura al dito mignolo e scuoteva | la | mano! - Ahi! Ahi! Ahi! Ora la cosa andava bene, e il Re |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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al dito mignolo e scuoteva la mano! - Ahi! Ahi! Ahi! Ora | la | cosa andava bene, e il Re ordinò di bel nuovo i preparativi |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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per le nozze. E quando fu quel giorno, andò a rilevare | la | sposa colla carrozza di gala. Giunti al palazzo reale, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sui muri: Fai, fai, fai, Non l'hai avuta e non l'avrai. | La | Regina veniva ai ricevimenti di Corte, veniva nella sala da |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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rubato l'anello, ed era uscito dal palazzo reale, piangendo | la | sua sventura. Fuori le porte della città avea trovato la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la sua sventura. Fuori le porte della città avea trovato | la | vecchina: - Ah, vecchina mia! Mi han rubato l'anello. - Non |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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diSperare, non è nulla. Quando il Re avrà sposato, appena | la | Regina sarà entrata nel suo appartamento, pianta questo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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in segreto ogni cosa. - Come va questa faccenda? - Maestà, | la | faccenda è piana. Quell'Uomo ha avuto un chiodo incantato |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Ma che offesa ho io fatto a codesta fata Regina? Non | la | conosco neppur di vista! - No, Maestà. Vi rammentate d'una |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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che vi domandò l'elemosina il giorno che voi andavate | la | prima volta dal ciaba? Vi ricordate che la urtaste col |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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che voi andavate la prima volta dal ciaba? Vi ricordate che | la | urtaste col cavallo e cadde per terra? - Sì. - Era lei, la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la urtaste col cavallo e cadde per terra? - Sì. - Era lei, | la | fata Regina. Il Re dovette persuadersi che era inutile |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Fata, e si rassegnò a sposare una bella ragazza, sì, ma non | la | più bella del mondo. Sposò la Reginotta di Francia. Il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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una bella ragazza, sì, ma non la più bella del mondo. Sposò | la | Reginotta di Francia. Il servitore sposò la figliuola del |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mondo. Sposò la Reginotta di Francia. Il servitore sposò | la | figliuola del ciaba; e il Re gli diè una ricca dote e lo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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povero padre pensò d'andarsene in una pianura e chiamare | la | Sorte: - Sorte, o Sorte! Gli apparve una vecchia, colla |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mie figliuole. - Menale qui ad una ad una; si sceglieranno | la | Sorte colle loro mani. Il buon Uomo, tornato a casa tutto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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tornato a casa tutto contento, disse alle figliuole: - | La | vostra fortuna è trovata! E raccontò ogni cosa. Allora la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- La vostra fortuna è trovata! E raccontò ogni cosa. Allora | la | maggiore si fece avanti, ringalluzzita: - La prima scelta |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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cosa. Allora la maggiore si fece avanti, ringalluzzita: - | La | prima scelta tocca a me. Sceglierò il meglio! Il giorno |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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conocchia e col fuso: - Perché m'hai tu chiamata? - Ecco | la | mia figliuola maggiore. La vecchia cavò di tasca tre |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Perché m'hai tu chiamata? - Ecco la mia figliuola maggiore. | La | vecchia cavò di tasca tre anelli, uno d'oro, uno d'argento, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Naturalmente prese l'anello d'oro. - Maestà, vi saluto! | La | vecchia le fece un inchino e sparì. Tornati a casa, la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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La vecchia le fece un inchino e sparì. Tornati a casa, | la | sorella maggiore, pavoneggiandosi, disse alle altre due: - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Il giorno dopo andò col padre l'altra figlia. Comparve | la | vecchia colla conocchia e col fuso, e cavò di tasca due |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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s'intende, prese quello d'argento. - Principessa vi saluto! | La | vecchia le fece un inchino e sparì. Tornata a casa, quella |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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io sarò Principessa! E tutt'e due si diedero a canzonare | la | sorella minore: - Che volete? Chi tardi arriva male |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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al mondo prima. Lei zitta. Il giorno dopo andò col padre | la | figliuola minore. Comparve la vecchia colla conocchia e col |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Il giorno dopo andò col padre la figliuola minore. Comparve | la | vecchia colla conocchia e col fuso e cavò di tasca, come la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la vecchia colla conocchia e col fuso e cavò di tasca, come | la | prima volta, tre anelli, uno d'oro, uno d'argento e uno di |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Con gran rabbia di suo padre, avea preso quello di ferro. | La | vecchia non le disse nulla, e sparì. Per la strada il sarto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di ferro. La vecchia non le disse nulla, e sparì. Per | la | strada il sarto continuò a brontolare: - Perché non quello |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Come videro l'anello di ferro, si contorcevano dalle risa e | la | canzonavano. Saputo poi che lo avea scelto fra uno d'oro e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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lo avea scelto fra uno d'oro e uno d'argento, per grulla | la | presero e per grulla la lasciarono. E lei, zitta. Intanto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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d'oro e uno d'argento, per grulla la presero e per grulla | la | lasciarono. E lei, zitta. Intanto si sparse la voce che le |
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e per grulla la lasciarono. E lei, zitta. Intanto si sparse | la | voce che le tre belle figliuole del sarto avevano gli |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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ammaliato dalla maggiore: - Siate Regina del Portogallo! | La | sposò con grandi feste e la menò via. Poco dopo venne un |
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- Siate Regina del Portogallo! La sposò con grandi feste e | la | menò via. Poco dopo venne un Principe. Rimase ammaliato |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Rimase ammaliato dalla seconda. - Siate Principessa! | La | sposò con grandi feste e la menò via. Restava l'ultima. Non |
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seconda. - Siate Principessa! La sposò con grandi feste e | la | menò via. Restava l'ultima. Non la chiedeva nessuno. Un |
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sposò con grandi feste e la menò via. Restava l'ultima. Non | la | chiedeva nessuno. Un giorno, finalmente, si presentò un |
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noi per ora ce l'abbiamo. Stava per passare un altr'anno. | La | minore restava sempre in casa, e il padre non faceva altro |
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si merita altro! Si sposarono, senza feste e senza nulla, e | la | menò via. Allora il sarto disse: - Voglio andar a visitare |
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menò via. Allora il sarto disse: - Voglio andar a visitare | la | mia figliuola Regina. La trovò che piangeva. - Che cos'hai, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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disse: - Voglio andar a visitare la mia figliuola Regina. | La | trovò che piangeva. - Che cos'hai, figliuola mia? - Sono |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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guai a te!". Son certa, babbo mio, che mi farà tagliar | la | testa. Quel povero padre, come potea rimediare? E partì per |
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E partì per far visita alla figliuola Principessa. | La | trovò che piangeva. - Che cos'hai, figliuola mia? - Sono |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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finestra: - Mercante, se portate bella roba, montate su. | La | Regina vuol comprare. Montò su, e chi era mai la Regina? La |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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su. La Regina vuol comprare. Montò su, e chi era mai | la | Regina? La sua figliuola minore, la moglie del pecoraio. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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La Regina vuol comprare. Montò su, e chi era mai la Regina? | La | sua figliuola minore, la moglie del pecoraio. Quello rimase |
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Montò su, e chi era mai la Regina? La sua figliuola minore, | la | moglie del pecoraio. Quello rimase di sasso; non potea |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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da vendere. - Vi sentite male, poverino? - gli disse | la | Regina. - Figliuola mia, sono tuo padre! E ti chiedo |
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incenerito. Dopo che quello ebbe mangiato e bevuto, | la | figliuola gli disse: - Questi doni son per voi. Questa |
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disse: - Questi doni son per voi. Questa nocciuola è per | la | sorella maggiore: questa boccettina di acqua per l'altra. |
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sorella maggiore: questa boccettina di acqua per l'altra. | La | nocciuola, dee inghiottirsela col guscio; l'acqua, dee |
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più. E che badino, babbo! Quando le due sorelle intesero | la | bella fortuna toccata alla minore e videro quella sorta di |
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Si beffava di loro con quella nocciuola e con quell'acqua! | La | maggiore buttò la nocciuola in terra, e la pestò col |
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con quella nocciuola e con quell'acqua! La maggiore buttò | la | nocciuola in terra, e la pestò col calcagno. La nocciuola |
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con quell'acqua! La maggiore buttò la nocciuola in terra, e | la | pestò col calcagno. La nocciuola schizzò sangue. C'era |
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buttò la nocciuola in terra, e la pestò col calcagno. | La | nocciuola schizzò sangue. C'era dentro un bambino piccino |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un bambino piccino piccino: lei gli aveva schiacciata | la | testa! Il Re, visto quell'atto di superbia e il bambino |
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mozzatele il capo! E, senza pietà né misericordia, | la | fece mettere a morte. L'altra, nello stesso tempo, avea |
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a una finestra, n'avea versata tutta l'acqua. Sotto | la | finestra passavano dei ragazzi che trascinavano un gatto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Ah, scellerata! - urlò il Principe. - Hai tolto | la | Sorte ai nostri figliuoli! E in quel momento di furore, la |
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la Sorte ai nostri figliuoli! E in quel momento di furore, | la | strangolò colle sue mani. Il babbo tornò dalla figliuola |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Appena avrò buone notizie, vi manderò a chiamare. | La | sera tornò re Sole, e lei gli domandò: - Maestà, che cosa |
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che cosa avete visto nel vostro viaggio? - Ho visto tagliar | la | testa a una Regina e strangolare una Principessa. Se lo |
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giorno dopo, appena fu giunto nel luogo dov'era seppellita | la | Regina, picchiò sulla fossa e disse: - Tu che stai sotto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sulla fossa e disse: - Tu che stai sotto terra, Mi manda | la | tua sorella; Se dal buio volessi uscire, Del mal fatto ti |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Sto bene sotto terra. Dio gli dia male e malanno! Vo' | la | nuova avanti l'anno! - Resta lì, donnaccia infame! E il re |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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continuò il suo viaggio. Arrivato dov'era stata sepolta | la | Principessa, picchiò sulla fossa e disse: - Tu che stai |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sulla fossa e disse: - Tu che stai sotto terra, Mi manda | la | tua sorella; Se vuoi tornare da morte a vita, Del mal fatto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Sto bene sotto terra. Male occulto o mal palese, Vo' | la | nuova avanti un mese! Resta lì, donnaccia infame! Re Sole |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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e quelle due sorelle se le mangiarono i vermi. Stretta è | la | foglia, larga è la via. Dite la vostra, ché ho detto la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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se le mangiarono i vermi. Stretta è la foglia, larga è | la | via. Dite la vostra, ché ho detto la mia. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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i vermi. Stretta è la foglia, larga è la via. Dite | la | vostra, ché ho detto la mia. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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è la foglia, larga è la via. Dite la vostra, ché ho detto | la | mia. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un Manovale povero, ma povero, che aveva tre figliuoli. | La | notte che gli nacque il maggiore, in casa non c'era neppure |
Le Fate d'Oro -
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in casa non c'era neppure un pochino di olio per empire | la | lucerna; e lui se ne stava al buio, in cucina, a sedere, e |
Le Fate d'Oro -
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che era, si trovò in ginocchio. - Alzati, - gli ordinò | la | Fata, con una voce squillante come un campanello - alzati e |
Le Fate d'Oro -
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ho bisogno di te. - Il Manovale si alzò sbalordito e seguì | la | Fata, la quale, entrata nella stanza dove dormivano la |
Le Fate d'Oro -
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di te. - Il Manovale si alzò sbalordito e seguì la Fata, | la | quale, entrata nella stanza dove dormivano la moglie e il |
Le Fate d'Oro -
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la Fata, la quale, entrata nella stanza dove dormivano | la | moglie e il bambino, si avvicinò a questo e gli aprì |
Le Fate d'Oro -
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di luce e portata dalle nuvole luminose, la- sciò | la | stanza e uscì dalla stamberga fa- cendo segno al Manovale |
Le Fate d'Oro -
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segno al Manovale di seguirla. Era una notte buia come | la | gola del lupo, e il Manovale, prima di passare la so- glia |
Le Fate d'Oro -
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buia come la gola del lupo, e il Manovale, prima di passare | la | so- glia di casa, si fermò e si voltò addietro. Gli |
Le Fate d'Oro -
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fermò e si voltò addietro. Gli dispiaceva di lasciar sola | la | moglie e il bambino. La Fata se ne accòrse. - Non temere; |
Le Fate d'Oro -
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Gli dispiaceva di lasciar sola la moglie e il bambino. | La | Fata se ne accòrse. - Non temere; non si desteranno fin- |
Le Fate d'Oro -
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e vuoto come una canna secca. Era il tredicesimo. | La | Fata si fermò e gli dette una chia- vicina d'oro, |
Le Fate d'Oro -
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vedrai una porta; cerca il buco della serratura, mettici | la | chiave, e girala piano piano, perché se svegli il Nano, che |
Le Fate d'Oro -
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che cura tutte le ferite; l'anello dell'invisibilità, e | la | tromba fatata. Il balsamo e l'anello sono per me; la tromba |
Le Fate d'Oro -
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e la tromba fatata. Il balsamo e l'anello sono per me; | la | tromba puoi tenerla e ti gio- verà. - Il Manovale non fece |
Le Fate d'Oro -
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il guanciale, acchiappò i tre oggetti, e poi risalì su. | La | Fata lo aspettava ansiosa. - Senti, conserva questa tromba |
Le Fate d'Oro -
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e nei momenti di grande angoscia soffiaci dentro. Io sono | la | Fata della notte e viag- gio per l'emisfero; ma in |
Le Fate d'Oro -
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convincermi che anche i ricchi sono molto infelici. - E | la | Fata della notte si allontanò, sol- levata dalle nuvole |
Le Fate d'Oro -
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Manovale, rimasto solo nel bosco, si pentì di aver lasciato | la | moglie e il bam- bino, che avevano forse bisogno di lui, |
Le Fate d'Oro -
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dirgli: - Serbala e riponila; ma riponila bene che nessuno | la | trovi; quella tromba è preziosa. - Il Manovale fece una |
Le Fate d'Oro -
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è preziosa. - Il Manovale fece una spallata e si mise | la | tromba sotto il braccio. Arrivò a casa: la moglie e il |
Le Fate d'Oro -
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e si mise la tromba sotto il braccio. Arrivò a casa: | la | moglie e il bambino dormivano sempre. Dove doveva riporla |
Le Fate d'Oro -
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era stanco morto, ma sen- tendosi dire e ripetere che | la | serbasse, scavò una buca fonda nell'impiantito della |
Le Fate d'Oro -
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scavò una buca fonda nell'impiantito della cucina, ce | la | nascose e poi la ricoprì; ma fede nella tromba non ne aveva |
Le Fate d'Oro -
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fonda nell'impiantito della cucina, ce la nascose e poi | la | ricoprì; ma fede nella tromba non ne aveva davvero. L'anno |
Le Fate d'Oro -
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giorno, al Manovale nacque un altro figliuolo ma- schio, e | la | sera gli comparve la stessa Fata dalla cappa del camino; |
Le Fate d'Oro -
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nacque un altro figliuolo ma- schio, e la sera gli comparve | la | stessa Fata dalla cappa del camino; costei guardò e |
Le Fate d'Oro -
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era una femmina e il Manovale, sgomento, vedendosi crescere | la | famiglia, la chiamò Miseria. Alla tromba non ci pensò |
Le Fate d'Oro -
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e il Manovale, sgomento, vedendosi crescere la famiglia, | la | chiamò Miseria. Alla tromba non ci pensò neppure, ma si |
Le Fate d'Oro -
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ci pensò neppure, ma si mise in cucina al buio ad aspettare | la | Fata: la Fata quella volta non venne. Il Manovale andò in |
Le Fate d'Oro -
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neppure, ma si mise in cucina al buio ad aspettare la Fata: | la | Fata quella volta non venne. Il Manovale andò in cerca del |
Le Fate d'Oro -
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più. Passò le notti a ciel sereno per vedere se scorgeva | la | Fata nei suoi viaggi nel firmamento. La Fata non passò mai. |
Le Fate d'Oro -
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vedere se scorgeva la Fata nei suoi viaggi nel firmamento. | La | Fata non passò mai. Intanto la famiglia cresceva e le |
Le Fate d'Oro -
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suoi viaggi nel firmamento. La Fata non passò mai. Intanto | la | famiglia cresceva e le tribola- zioni aumentavano. La sera |
Le Fate d'Oro -
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la famiglia cresceva e le tribola- zioni aumentavano. | La | sera della Befana i tre bambini lo avevano pregato e |
Le Fate d'Oro -
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—piagnuco- lavano. Il Manovale si ricordò della tromba. Se | la | Fata aveva voglia di aiutarlo, egli pensava, non aveva |
Le Fate d'Oro -
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voglia di aiutarlo, egli pensava, non aveva bisogno che | la | chiamasse. Doveva essere un inganno: era meglio che con la |
Le Fate d'Oro -
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la chiamasse. Doveva essere un inganno: era meglio che con | la | tromba contentasse i bambini. Difatti li mandò a letto, |
Le Fate d'Oro -
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mandò a letto, quindi scavò nel luogo dove aveva nascosta | la | tromba e la trasse fuori lucida come uno specchio. La |
Le Fate d'Oro -
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quindi scavò nel luogo dove aveva nascosta la tromba e | la | trasse fuori lucida come uno specchio. La guardò, la |
Le Fate d'Oro -
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la tromba e la trasse fuori lucida come uno specchio. | La | guardò, la rigirò, ebbe per un momento la tentazione di |
Le Fate d'Oro -
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e la trasse fuori lucida come uno specchio. La guardò, | la | rigirò, ebbe per un momento la tentazione di mettersela |
Le Fate d'Oro -
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uno specchio. La guardò, la rigirò, ebbe per un momento | la | tentazione di mettersela alla bocca; ma. si vinse, e posò |
Le Fate d'Oro -
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tentazione di mettersela alla bocca; ma. si vinse, e posò | la | tromba sul letto dei suoi bambini che dormivano. In quella |
Le Fate d'Oro -
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che dormivano. In quella notte però ebbe un sogno. Vide | la | Fata che lo guardava in atto mi- naccioso, e si allontanava |
Le Fate d'Oro -
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allontanava lasciando sulla sua casa una striscia di fuoco. | La | mattina dipoi dormì a lungo, e quando si alzò era pentito; |
Le Fate d'Oro -
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dormì a lungo, e quando si alzò era pentito; voleva provare | la | virtù della tromba. La Fata aveva ragione d'essere in col- |
Le Fate d'Oro -
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si alzò era pentito; voleva provare la virtù della tromba. | La | Fata aveva ragione d'essere in col- lera. Perchè l'accusava |
Le Fate d'Oro -
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un turco nano, brutto quanto mai, e aveva portato via | la | bimba insieme con la tromba. Il Manovale si mise a |
Le Fate d'Oro -
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brutto quanto mai, e aveva portato via la bimba insieme con | la | tromba. Il Manovale si mise a piangere, la mo- glie si mise |
Le Fate d'Oro -
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insieme con la tromba. Il Manovale si mise a piangere, | la | mo- glie si mise a piangere, i ragazzi piange- vano: |
Le Fate d'Oro -
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ma un chiarore così forte che gli permetteva di vedere | la | ghiaia nel letto del fiume, e i pesci che guizzavano |
Le Fate d'Oro -
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che guizzavano nell'acqua. Avvolta in quel chiarore c'era | la | Fata, non più bella e sorridente come l'aveva veduta le |
Le Fate d'Oro -
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lo sguardo severo come eragli comparsa in sogno. Lentamente | la | Fata s'innalzò sopra le acque. - Non mi hai creduto, - gli |
Le Fate d'Oro -
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ti trovi! - Il pover'uomo si raccomandava. Giurava che ora | la | credeva; che sa- rebbe andato chissà dove per ritrovare la |
Le Fate d'Oro -
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la credeva; che sa- rebbe andato chissà dove per ritrovare | la | sua Miseria. La Fata, vedendolo piangere e suppli- care a |
Le Fate d'Oro -
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sa- rebbe andato chissà dove per ritrovare la sua Miseria. | La | Fata, vedendolo piangere e suppli- care a quel modo, si |
Le Fate d'Oro -
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il Nano dopo che gli aveva rubato il balsamo, l'anello e | la | tromba; lì dentro c'era la sua Miseria, ma l'unico ingresso |
Le Fate d'Oro -
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rubato il balsamo, l'anello e la tromba; lì dentro c'era | la | sua Miseria, ma l'unico ingresso a quella fortezza era di- |
Le Fate d'Oro -
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era di- feso da una porta tutta di ferro, per aprir | la | quale occorreva una chiave d'oro, e la forza di dieci |
Le Fate d'Oro -
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di ferro, per aprir la quale occorreva una chiave d'oro, e | la | forza di dieci giganti per farla girare sui cardini. Egli |
Le Fate d'Oro -
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farla girare sui cardini. Egli le rispose che se gli dava | la | chiave d'oro, la forza di dieci giganti l'a- vrebbe avuta, |
Le Fate d'Oro -
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cardini. Egli le rispose che se gli dava la chiave d'oro, | la | forza di dieci giganti l'a- vrebbe avuta, pur di riportarsi |
Le Fate d'Oro -
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dieci giganti l'a- vrebbe avuta, pur di riportarsi a casa | la | sua Miseria. La Fata si trasse dalla cintura la chia- |
Le Fate d'Oro -
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l'a- vrebbe avuta, pur di riportarsi a casa la sua Miseria. | La | Fata si trasse dalla cintura la chia- vicina d'oro e ordinò |
Le Fate d'Oro -
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a casa la sua Miseria. La Fata si trasse dalla cintura | la | chia- vicina d'oro e ordinò alle nuvole di trasportare il |
Le Fate d'Oro -
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informò che sulla sponda avrebbe trovato una grotta; dentro | la | grotta ci era un vestiario da turco; doveva in- dossarlo |
Le Fate d'Oro -
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dal Nano, che vegliava sempre da un finestrino. Per | la | strada avrebbe incontrato un altro turco: dovevano |
Le Fate d'Oro -
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dovevano camminare in compagnia e aspettare che battesse | la | mezzanotte per girare la chiave. Il Manovale ringraziò la |
Le Fate d'Oro -
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compagnia e aspettare che battesse la mezzanotte per girare | la | chiave. Il Manovale ringraziò la Fata e fece come gli aveva |
Le Fate d'Oro -
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la mezzanotte per girare la chiave. Il Manovale ringraziò | la | Fata e fece come gli aveva detto. Alla porta della |
Le Fate d'Oro -
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ter- ribile nascosta sotto il mantello. Quando suonò | la | mezzanotte, il Manovale mise la chiave nella serratura, ma |
Le Fate d'Oro -
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il mantello. Quando suonò la mezzanotte, il Manovale mise | la | chiave nella serratura, ma appena andò per girarla, cento |
Le Fate d'Oro -
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ad abbaiare, e gli si scatenarono addosso. Il turco, con | la | scimitarra, tagliò la testa a tutti. Erano i cani del Nano. |
Le Fate d'Oro -
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si scatenarono addosso. Il turco, con la scimitarra, tagliò | la | testa a tutti. Erano i cani del Nano. Dopo poco il |
Le Fate d'Oro -
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Dopo poco il Manovale, facendo uno sforzo terribile, spinse | la | porta, lasciando il compagno a guardia. Entrò dentro la |
Le Fate d'Oro -
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la porta, lasciando il compagno a guardia. Entrò dentro | la | fortezza. Camminava a tastoni per le stanze; c'era un buio |
Le Fate d'Oro -
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come in gola al lupo, e il Manovale disperava di trovare | la | sua Miseria, quando dai larghi finestroni vide entrare un |
Le Fate d'Oro -
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letto. In quel letto dormiva Mi- seria. Sognava e chiamava | la | mamma, il babbo e i fratellini. Il Manovale se la prese in |
Le Fate d'Oro -
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chiamava la mamma, il babbo e i fratellini. Il Manovale se | la | prese in collo, l'av- volse nel suo lungo mantello bianco, |
Le Fate d'Oro -
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in collo, l'av- volse nel suo lungo mantello bianco, e | la | portò via addormentata, uscendo con lei sano e salvo dal |
Le Fate d'Oro -
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palazzo del Nano. Il suo compagno era sparito. Egli portò | la | bambina nella grotta dove si era vestito da turco, per |
Le Fate d'Oro -
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vestito da turco, per riprendere i suoi panni, e ci trovò | la | Fata, alla quale espresse tutta la sua gratitudine, e |
Le Fate d'Oro -
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i suoi panni, e ci trovò la Fata, alla quale espresse tutta | la | sua gratitudine, e restituì la chiave. La Fata fu commossa |
Le Fate d'Oro -
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alla quale espresse tutta la sua gratitudine, e restituì | la | chiave. La Fata fu commossa dall'affetto che aveva quel |
Le Fate d'Oro -
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espresse tutta la sua gratitudine, e restituì la chiave. | La | Fata fu commossa dall'affetto che aveva quel pover'uomo per |
Le Fate d'Oro -
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Fata fu commossa dall'affetto che aveva quel pover'uomo per | la | sua bam- bina. - Miseria non conoscerà la miseria - disse |
Le Fate d'Oro -
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pover'uomo per la sua bam- bina. - Miseria non conoscerà | la | miseria - disse dandogli la chiave. - Questa ti servirà ad |
Le Fate d'Oro -
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bina. - Miseria non conoscerà la miseria - disse dandogli | la | chiave. - Questa ti servirà ad aprire una cassetta piena |
Le Fate d'Oro -
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non te ne valere al- tro che quando ti manca il lavoro. - | La | Fata sparì dopo aver ordinato alle nuvole di trasportarlo |
Le Fate d'Oro -
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tenero padre tornò a casa con- tento come una pasqua con | la | sua cara Miseria, che si svegliò nel suo letto e credè |
Le Fate d'Oro -
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| La | chiesa di San Sebastiano, di proprietà del Comune, è opera |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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di proprietà del Comune, è opera del Pellegrini, e devesi | la | sua erezione al voto fatto dai Milanesi durante la peste |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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e devesi la sua erezione al voto fatto dai Milanesi durante | la | peste dell'anno 1576. La prima pietra fu posta da San |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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al voto fatto dai Milanesi durante la peste dell'anno 1576. | La | prima pietra fu posta da San Carlo. E di forma circolare, |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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ed una delle più belle che vanti Milano. Magnifica è | la | parte esterna, ornata di lesene binate, d' ordine dorico, |
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jonico si vede superiormente all'attico praticabile. | La | cupola torreggia sopra questo secondo ordine. Tre porte, |
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all'interno, il quale corrisponde alla bellezza esterna per | la | sua semplicità ed eleganza; un ordine di lesene disposte in |
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pitture: il San Sebastiano è del Bramante. _ Sotto | la | Repubblica Cisalpina essa servì di Circolo costituzionale. |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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badava a Paola che lo seguiva con larghe volate lungo | la | strada, mentre egli conduceva i tacchini alla pastura. La |
SCURPIDDU -
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la strada, mentre egli conduceva i tacchini alla pastura. | La | notte avea sognato sua madre e glien'era rimasto un vivo |
SCURPIDDU -
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al sole su lo scalino della porta di casa, tenendogli | la | testa fra le ginocchia, dopo avergli lavato la faccia. Ora, |
SCURPIDDU -
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tenendogli la testa fra le ginocchia, dopo avergli lavato | la | faccia. Ora, se sua madre fosse in paese, egli andrebbe a |
SCURPIDDU -
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e di Pasqua. Egli invece non andava in paese nemmeno per | la | festa della Patrona. Quella sera restava quasi solo alla |
SCURPIDDU -
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si udiva, ora sì, ora no, lo scoppio delle bombe. | La | domenica dell'ottavàrio però vedeva lassù, lassù, la |
SCURPIDDU -
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bombe. La domenica dell'ottavàrio però vedeva lassù, lassù, | la | luminaria della processione, e distingueva, dai molti lumi, |
SCURPIDDU -
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luminaria della processione, e distingueva, dai molti lumi, | la | bara di santa Agrippina portata dai devoti per lo stradone |
SCURPIDDU -
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che sua madre, una volta lo aveva condotto per mano dietro | la | processione; e rivedeva i confrati, la banda impennacchiata |
SCURPIDDU -
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per mano dietro la processione; e rivedeva i confrati, | la | banda impennacchiata che suonava, i preti con le torce, e |
SCURPIDDU -
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banda impennacchiata che suonava, i preti con le torce, e | la | folla che recitava il rosario, tra il polverio sollevato |
SCURPIDDU -
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fette di giuggiolena col miele, che portavano attorno tra | la | folla il loro banco con su la tenda di tela e i lumi, e si |
SCURPIDDU -
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che portavano attorno tra la folla il loro banco con su | la | tenda di tela e i lumi, e si fermavano di tratto in tratto, |
SCURPIDDU -
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Torrone! Gli veniva, l'acquolina in bocca ricordando. - | La | massaia mi regalerà un pezzo di torrone! - pensava. Ma non |
SCURPIDDU -
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di rado. Se un uccellino fosse venuto a dirgli dov'era | la | sua mamma, egli sarebbe andato a trovarla, lasciando là |
SCURPIDDU -
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E si sarebbe messo il cuore in pace. Una mattina, per | la | strada dell'Arcura, si era incontrato con lo zi' Girolamo |
SCURPIDDU -
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Montedoro - soggiunse lo zi' Girolamo, toccando il bue su | la | schiena con la punta del bastone. Il bue si mosse a |
SCURPIDDU -
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lo zi' Girolamo, toccando il bue su la schiena con | la | punta del bastone. Il bue si mosse a saltelloni, e la carne |
SCURPIDDU -
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con la punta del bastone. Il bue si mosse a saltelloni, e | la | carne gli ballava sotto i fianchi. - E tua madre? - domandò |
SCURPIDDU -
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non aggiunse altro. Scurpiddu lo vide allontanarsi per | la | viottola, a sinistra, e stette un pezzetto a guardarlo |
SCURPIDDU -
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curava di aizzare Massaio e Don Pietro che si azzuffavano. | La | tàccola saltava, con brevi volatine, da un tacchino |
SCURPIDDU -
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scorgere, un po' maravigliata che quel giorno egli non | la | invitasse a posarglisi su la spalla come al solito. |
SCURPIDDU -
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che quel giorno egli non la invitasse a posarglisi su | la | spalla come al solito. All'ultimo, dopo un lungo giro, andò |
SCURPIDDU -
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All'ultimo, dopo un lungo giro, andò a posarglisi su | la | testa, beccandogli il berretto. Scurpiddu allora la prese, |
SCURPIDDU -
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su la testa, beccandogli il berretto. Scurpiddu allora | la | prese, e pòstala su l'indice di una mano, con l'altra la |
SCURPIDDU -
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la prese, e pòstala su l'indice di una mano, con l'altra | la | lisciava, le dava buffettini sul becco per irritarla. - Hai |
SCURPIDDU -
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irritarla. - Hai sentito, Paola ? Lo zi' Girolamo dice che | la | mia mamma tornerà. Paola rispose con un gracchio, e a lui |
SCURPIDDU -
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canto di un merlo tra i mandorli di Rossignolo gli rammentò | la | nidiata di merli scoperta un anno addietro tra i rovi della |
SCURPIDDU -
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. I merli non avrebbe potuto addestrarli in libertà come | la | tàccola. E tornava a ripensare il sogno della notte avanti. |
SCURPIDDU -
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pianto. Ritornando, ora non piangeva più; gli accennava con | la | testa di andarle incontro: e visto che egli non si era |
SCURPIDDU -
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saliva dall'altra parte della collina dell'Arcura, prima | la | testa, poi il busto, poi tutta la persona di una donna con |
SCURPIDDU -
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dell'Arcura, prima la testa, poi il busto, poi tutta | la | persona di una donna con la mantellina addosso, che si |
SCURPIDDU -
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testa, poi il busto, poi tutta la persona di una donna con | la | mantellina addosso, che si avvicinava guardandolo con |
SCURPIDDU -
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dormicchiasse in piedi. Scurpiddu seguì con gli occhi | la | povera donna; e siccome colei non sapeva in che modo |
SCURPIDDU -
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dal ciglione per andare fino a quel cristiano, egli | la | richiamò. - Scendete di qui: laggiù c'è il viottolo. Lo zi' |
SCURPIDDU -
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il viottolo. Lo zi' Girolamo dapprima aveva indicato con | la | mano la via da prendere, poi si era messo a interrogare la |
SCURPIDDU -
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Lo zi' Girolamo dapprima aveva indicato con la mano | la | via da prendere, poi si era messo a interrogare la donna. |
SCURPIDDU -
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la mano la via da prendere, poi si era messo a interrogare | la | donna. Che dicevano? La poveretta doveva raccontare cose |
SCURPIDDU -
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poi si era messo a interrogare la donna. Che dicevano? | La | poveretta doveva raccontare cose tristi, giacchè lo zi' |
SCURPIDDU -
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le mani, alzava gli occhi al cielo per dire: - Sia fatta | la | volontà di Dio - e tornava a crollare il capo. |
SCURPIDDU -
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di Dio - e tornava a crollare il capo. Improvvisamente | la | donna si rivolse verso il ragazzo e si diè a correre pel |
SCURPIDDU -
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e si diè a correre pel viottolo, lasciandosi cascare | la | mantellina su le spalle, gridando: - Mommo! ... Mommo! La |
SCURPIDDU -
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la mantellina su le spalle, gridando: - Mommo! ... Mommo! | La | voce della poveretta era così arrochita che neppure a quel |
SCURPIDDU -
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poveretta era così arrochita che neppure a quel grido Mommo | la | riconobbe. E quando si vide abbracciato e baciato, e le |
SCURPIDDU -
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abbracciato e baciato, e le lagrime di lei gli bagnarono | la | faccia, egli la guardò stupito e le domandò: - Chi siete |
SCURPIDDU -
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baciato, e le lagrime di lei gli bagnarono la faccia, egli | la | guardò stupito e le domandò: - Chi siete voi? - Non mi |
SCURPIDDU -
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- Chi siete voi? - Non mi riconosce! - esclamò, desolata, | la | meschina. - Sono la tua mamma! Figliuolo mio! Mommo mio! |
SCURPIDDU -
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Non mi riconosce! - esclamò, desolata, la meschina. - Sono | la | tua mamma! Figliuolo mio! Mommo mio! Sono la tua mamma! |
SCURPIDDU -
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- Sono la tua mamma! Figliuolo mio! Mommo mio! Sono | la | tua mamma! Scurpiddu era così sbalordito, che non sapeva |
SCURPIDDU -
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mamma. Ma non rinveniva dallo stupore, e sembrava avesse su | la | faccia un'espressione di rancore pel lungo abbandono; per |
SCURPIDDU -
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un'espressione di rancore pel lungo abbandono; per ciò | la | poveretta credè opportuno di giustificarsi: - Ho pensato |
SCURPIDDU -
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mesi all'ospedale. Credevo di morire senza vederti! ... Ora | la | Bella Madre Santissima mi ha fatto la grazia! Questo è |
SCURPIDDU -
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vederti! ... Ora la Bella Madre Santissima mi ha fatto | la | grazia! Questo è miracolo di Gesù Cristo! Trovarti qui! ... |
SCURPIDDU -
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morto ... - balbettò Scurpiddu . - Lo so, lo so! Ed è stata | la | mia mala sorte. Ti racconterò poi. Come sei cresciuto! Ti |
SCURPIDDU -
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... Altrettanto Paradiso ai tuoi benefattori, quant'è | la | carità che ti hanno fatto! - Andate alla masseria, - |
SCURPIDDU -
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rispondere altrimenti che mettendo in grembo alla mamma | la | tàccola che era venuta a posarglisi su la spalla. |
SCURPIDDU -
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grembo alla mamma la tàccola che era venuta a posarglisi su | la | spalla. Sorrideva, quasi non credesse ancora ai suoi occhi |
SCURPIDDU -
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piena di tristezza, che lo zi' Girolamo, capito quel che | la | poveretta voleva dire, la consolò esclamando: - Gesù Cristo |
SCURPIDDU -
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lo zi' Girolamo, capito quel che la poveretta voleva dire, | la | consolò esclamando: - Gesù Cristo vi darà la salute! Quella |
SCURPIDDU -
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voleva dire, la consolò esclamando: - Gesù Cristo vi darà | la | salute! Quella sera, all'arrivo, davanti al pollaio dove la |
SCURPIDDU -
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la salute! Quella sera, all'arrivo, davanti al pollaio dove | la | massaia lo attendeva, secondo il solito, per fare la |
SCURPIDDU -
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dove la massaia lo attendeva, secondo il solito, per fare | la | rassegna dei tacchini, Scurpiddu parve impazzito dalla |
SCURPIDDU -
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dei tacchini, Scurpiddu parve impazzito dalla gioia. - | La | mia mamma! La mia mamma! - gridava. E faceva salti e |
SCURPIDDU -
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Scurpiddu parve impazzito dalla gioia. - La mia mamma! | La | mia mamma! - gridava. E faceva salti e capriole. |
SCURPIDDU -
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una volta due sorelle rimaste orfane sin dall'infanzia: | la | maggiore bella quanto il Sole, diritta come un fuso, con |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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diritta come un fuso, con una gran chioma che pareva d'oro; | la | minore così così, né bella né brutta, piccina, magrolina e |
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né brutta, piccina, magrolina e Zoppina da un piede. Per | la | sorella, non aveva nome: era semplicemente la Zoppina. La |
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un piede. Per la sorella, non aveva nome: era semplicemente | la | Zoppina. La vecchia nonna, da cui erano state raccolte in |
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la sorella, non aveva nome: era semplicemente la Zoppina. | La | vecchia nonna, da cui erano state raccolte in casa, non |
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erano state raccolte in casa, non avrebbe voluto che costei | la | chiamasse sempre con quel nomignolo: - Che colpa n'ha, la |
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la chiamasse sempre con quel nomignolo: - Che colpa n'ha, | la | poverina? É mancanza di carità rammentarle il suo difetto. |
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- O se è vero ch'ella è Zoppina! Non me lo invento io. E | la | cattiva rideva, per giunta. Si fosse pure contentata di |
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quel nomignolo soltanto! Non sarebbe stato niente, perché | la | Zoppina non se ne faceva, come se non dicesse a lei. Il |
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se ne faceva, come se non dicesse a lei. Il peggio era che | la | maltrattava anche coi fatti, quasi non fosse stata dello |
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manine, o pure allo specchio o alla finestra, quantunque | la | nonna spesso la sgridasse: - Chi aspetti lì, a quella |
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allo specchio o alla finestra, quantunque la nonna spesso | la | sgridasse: - Chi aspetti lì, a quella finestra? - Aspetto |
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chiasso. Si era messa in testa che il Reuccio, passando per | la | strada, dovesse restare incantato dalle bellezze di lei e |
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incantato dalle bellezze di lei e farla Reginotta. E | la | mattina, quando il Reuccio andava a caccia, seguito da |
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sporgeva fuori dalla finestra, facendosi quasi sventolare | la | sua gran chioma d'oro per attirarne gli sguardi. Il Reuccio |
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domani. Se mi guarda, è fatta: sarò Reginotta. E sfogava | la | sua rabbia contro la sorella. Arrivava fino a picchiarla, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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è fatta: sarò Reginotta. E sfogava la sua rabbia contro | la | sorella. Arrivava fino a picchiarla, se le pareva di non |
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di essersi fatta più bella, lavata, pettinata, e con | la | biancheria di bucato. Un giorno, che s'era alzata dal letto |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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- Zoppina, va' a comprarmi il latte: e sia fresco, Zoppina! | La | povera Zoppina era scesa in istrada, e, ciampicando, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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era scesa in istrada, e, ciampicando, s'avviava verso | la | bottega del lattaio, quando, dalla svolta della cantonata, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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il Reuccio poté frenare a tempo il suo cavallo e salvarle | la | vita. Scese subito di sella, l'aiutò a rizzarsi in piedi, |
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Allora le porse il braccio, l'accompagnò dal lattaio e poi | la | ricondusse fino alla porta di casa. La sorella maggiore già |
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dal lattaio e poi la ricondusse fino alla porta di casa. | La | sorella maggiore già s'affrettava a scender le scale per |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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giorno parve ch'ella avesse un diavolo per capello: niente | la | contentò, niente le andò a verso: - Zoppina! Zoppinaccia! |
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le andò a verso: - Zoppina! Zoppinaccia! Brutta Zoppaccia! | La | poverina si mise a piangere. - Fa' la volontà di Dio - le |
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Brutta Zoppaccia! La poverina si mise a piangere. - Fa' | la | volontà di Dio - le disse la nonna. - Dio ti aiuterà. La |
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si mise a piangere. - Fa' la volontà di Dio - le disse | la | nonna. - Dio ti aiuterà. La nonna, ch'era molto vecchia, si |
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la volontà di Dio - le disse la nonna. - Dio ti aiuterà. | La | nonna, ch'era molto vecchia, si ridusse in fin di vita. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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non si merita punto i maltrattamenti che tu le fai. E non | la | chiamare più Zoppina! - O se è vero ch'ella è Zoppina - fu |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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chiamare più Zoppina! - O se è vero ch'ella è Zoppina - fu | la | risposta di lei. - Non me lo invento io. - Senti: verrà un |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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invento io. - Senti: verrà un giorno che vorresti esser tu | la | Zoppina! E la vecchia morì. Rimaste sole, la sorella |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Senti: verrà un giorno che vorresti esser tu la Zoppina! E | la | vecchia morì. Rimaste sole, la sorella maggiore si tenne |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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esser tu la Zoppina! E la vecchia morì. Rimaste sole, | la | sorella maggiore si tenne per padrona addirittura. Se la |
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la sorella maggiore si tenne per padrona addirittura. Se | la | nonna le avesse raccomandato di far peggio di prima, quella |
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quella cattiva ragazza non avrebbe potuto far peggio. | La | povera Zoppina piangeva giorno e notte. Colei sfoggiava |
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abiti di seta, collane, e anelli, e orecchini di brillanti: | la | Zoppina, doveva indossare un vestituccio di stoffa |
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i giorni: - Zoppina! Zoppinaccia! Zoppina del diavolo! | La | poverina faceva la volontà, di Dio, come le aveva detto la |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Zoppinaccia! Zoppina del diavolo! La poverina faceva | la | volontà, di Dio, come le aveva detto la nonna; ma la notte, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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La poverina faceva la volontà, di Dio, come le aveva detto | la | nonna; ma la notte, nella sua misera cameretta, si metteva |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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faceva la volontà, di Dio, come le aveva detto la nonna; ma | la | notte, nella sua misera cameretta, si metteva a piangere, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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con l'acqua, il Fiorellino parve risuscitato, e riempiva | la | camera del suo profumo. Quando la sorella la sgridava: - |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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risuscitato, e riempiva la camera del suo profumo. Quando | la | sorella la sgridava: - Zoppina! Zoppinaccia ... Zoppaccia |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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e riempiva la camera del suo profumo. Quando la sorella | la | sgridava: - Zoppina! Zoppinaccia ... Zoppaccia del diavolo! |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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e si sentiva consolata. Verso mezzanotte, entrata in letto, | la | poverina s'era messa a piangere: - Nonnina mia, nonnina |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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il lume. Nella camera non c'era nessuno: né quella era | la | voce della sua nonna. - Mi sarà parso! Spense il lume e si |
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osò domandare: - In nome del Signore, chi sei? ... Sei tu | la | mia nonnina? Passato un mese, il Fiore era sempre così |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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da potersi credere spiccato allora allora dalla pianta. | La | Zoppina n'era meravigliata, e cominciò a sospettare che |
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e che fosse sua quella voce da lei udita ogni notte. Perciò | la | notte appresso, appena sentì dire: - Ci penserò io - subito |
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- In nome del Signore, tu chi sei? Ma non ebbe risposta. | La | mattina si sveglia, cerca tastoni la veste, e al tatto si |
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Ma non ebbe risposta. La mattina si sveglia, cerca tastoni | la | veste, e al tatto si accorge che la stoffa era un'altra. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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sveglia, cerca tastoni la veste, e al tatto si accorge che | la | stoffa era un'altra. Apre gli scuretti della finestra, e |
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un'altra. Apre gli scuretti della finestra, e che vede? Su | la | seggiola a piè del letto, vede steso un vestito nuovo, così |
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della sorella. Il giorno dipoi si sveglia, cerca tastoni | la | veste, e al tatto si accorge che la stoffa era un'altra. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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sveglia, cerca tastoni la veste, e al tatto si accorge che | la | stoffa era un'altra. Apre gli scuretti della finestra, e |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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un'altra. Apre gli scuretti della finestra, e che vede? Su | la | seggiola, a piè del letto, vede steso un secondo vestito |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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nascose quell'altro nell'armadio, per via della sorella. | La | sorella che non le aveva badato il giorno avanti, vedendola |
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notato che il Reuccio, passando, alzava gli occhi verso | la | facciata della casa loro, come sé cercasse qualche persona |
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il cavallo e tirò via. Quel giorno ella fu così cattiva con | la | Zoppina, che la poveretta piangendo si mise a gridare: - Ah |
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via. Quel giorno ella fu così cattiva con la Zoppina, che | la | poveretta piangendo si mise a gridare: - Ah nonnina, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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gridare: - Ah nonnina, nonnina, vi siete scordata di me! E | la | sorella, inviperita: - Te la do io la nonnina! E picchia. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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vi siete scordata di me! E la sorella, inviperita: - Te | la | do io la nonnina! E picchia. .... - Te la do io la nonnina! |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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scordata di me! E la sorella, inviperita: - Te la do io | la | nonnina! E picchia. .... - Te la do io la nonnina! E |
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inviperita: - Te la do io la nonnina! E picchia. .... - Te | la | do io la nonnina! E picchia. Le lasciò le lividure. La |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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- Te la do io la nonnina! E picchia. .... - Te la do io | la | nonnina! E picchia. Le lasciò le lividure. La notte, la |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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- Te la do io la nonnina! E picchia. Le lasciò le lividure. | La | notte, la Zoppina: - Nonnina mia, nonnina mia, pensateci |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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io la nonnina! E picchia. Le lasciò le lividure. La notte, | la | Zoppina: - Nonnina mia, nonnina mia, pensateci voi per me. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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- Ci penserò io! Ci penserò io! Svegliatasi, cerca tastoni | la | veste, e al tatto si accorge che la stoffa era un'altra. |
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cerca tastoni la veste, e al tatto si accorge che | la | stoffa era un'altra. Apre gli scuretti della finestra, e |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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un'altra. Apre gli scuretti della finestra, e che vede? Su | la | seggiola, a piè del letto, vede steso un terzo vestito |
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tutto ricamato d'oro, tempestato di pietre preziose: neppur | la | Regina doveva averne uno pari. Questa volta era inutile |
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Non sapeva risolversi ad indossare uno di quelli: intanto | la | sorella, di là, gridava: - Zoppina! Zoppinaccia! Non senti |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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da indossare: me l'han portati via. - Zoppaccia, non me | la | dài ad intendere. Per acchetare la sorella, la poverina, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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via. - Zoppaccia, non me la dài ad intendere. Per acchetare | la | sorella, la poverina, mezzo sbalordita, le raccontò tutto: |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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non me la dài ad intendere. Per acchetare la sorella, | la | poverina, mezzo sbalordita, le raccontò tutto: del |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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della voce udita di notte, degli altri vestiti trovati su | la | seggiola: e glieli fece vedere. Colei non voleva crederle. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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fece vedere. Colei non voleva crederle. - Zoppaccia, non me | la | dài ad intendere. Prese i vestiti e il vasetto col Fiore e |
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i vestiti e il vasetto col Fiore e li portò in camera sua. | La | Zoppina dovette indossare un abito vecchio della sorella. |
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e pareva più buffa che non era. - Vo' provar io! - disse | la | sorella maggiore. E la notte appresso, spento il lume, |
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non era. - Vo' provar io! - disse la sorella maggiore. E | la | notte appresso, spento il lume, cominciò a dire: - Nonnina |
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- Ci penserò io! Ci penserò io! Rimase stupita. - Dunque | la | Zoppina non aveva mentito! E la mattina, svegliatasi, cercò |
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Rimase stupita. - Dunque la Zoppina non aveva mentito! E | la | mattina, svegliatasi, cercò tastoni la veste; al tasto |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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non aveva mentito! E la mattina, svegliatasi, cercò tastoni | la | veste; al tasto s'accorse che la stoffa non era quella. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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svegliatasi, cercò tastoni la veste; al tasto s'accorse che | la | stoffa non era quella. Aperse gli scuretti della finestra, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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che si facesse giorno, per vedere se le accadeva come | la | mattina avanti. Le accadde peggio. Su la seggiola a piè del |
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le accadeva come la mattina avanti. Le accadde peggio. Su | la | seggiola a piè del letto trovò steso un vestito fatto di |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Le lasciò le lividure, Caparbia, volle ritentare; ma | la | mattina seguente, non solo non trovò nulla né sulla |
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ripicchia! Le lasciò le lividure. Il giorno dopo si sparse | la | notizia ch'era stato scoperto un furto nella guardaroba |
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tre abiti di gala, abiti di un valore inestimabile; tutta | la | corte era sossopra; il Re e la Regina su le furie; i |
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valore inestimabile; tutta la corte era sossopra; il Re e | la | Regina su le furie; i Ministri spaventati della collera |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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furie; i Ministri spaventati della collera reale perdevano | la | testa. Il Re li aveva radunati a consiglio. - Se fra tre |
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ricerca, fruga, rifruga non trovarono niente neppur lì. | La | sorella maggiore intanto, di nascosto dalle guardie, |
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ladra! Zoppaccia ladra! Che tradimento volevi farmi! | La | povera Zoppina, atterrita di veder tanti brutti ceffi, non |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Una guardia, più sospettosa dei compagni, tastata | la | materassa del letto della sorella maggiore, disse: - |
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sorella maggiore, disse: - Scucite qui. Scuciono e fra | la | lana eccoti gli abiti regali di gala, proprio quelli |
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regali di gala, proprio quelli trovati dalla Zoppina su | la | seggiola in camera sua. - La ladra è lei! La ladra è lei! - |
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trovati dalla Zoppina su la seggiola in camera sua. - | La | ladra è lei! La ladra è lei! - urlava la sorella maggiore. |
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Zoppina su la seggiola in camera sua. - La ladra è lei! | La | ladra è lei! - urlava la sorella maggiore. Ma le guardie le |
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in camera sua. - La ladra è lei! La ladra è lei! - urlava | la | sorella maggiore. Ma le guardie le acciuffarono tutte e |
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le acciuffarono tutte e due, e le condussero in carcere, | La | Zoppina neppure piangeva; guardava attorno, stupefatta. |
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guardava attorno, stupefatta. L'altra pareva impazzita: - | La | ladra è lei! La ladra è lei! Nella prigione, le chiusero in |
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stupefatta. L'altra pareva impazzita: - La ladra è lei! | La | ladra è lei! Nella prigione, le chiusero in due stanze |
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è lei! Nella prigione, le chiusero in due stanze separate. | La | Zoppina, al buio, pregava a mani giunte: - Ah nonnina, |
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- Ci penserò io! Ci penserò io! Si volse dalla parte d'onde | la | voce veniva e, nel buio, vide il Fiorellino rosso che |
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A poco a poco quel luccichio crebbe, crebbe, illuminò tutta | la | stanza, e fra lo splendore comparve una bellissima donna |
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penare. Ora son qua io per te! E detto questo, scomparve. | La | mattina il Reuccio, nel punto di montar a cavallo, vide per |
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mandava; un odore di paradiso. Subito gli venne in mente | la | Zoppina, a cui aveva molto pensato dal giorno che la |
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mente la Zoppina, a cui aveva molto pensato dal giorno che | la | raccattò da terra come quel Fiore: gli era parsa tanto |
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l'acqua, in camera sua; lo chiamò il Fiore della Zoppina. | La | notte, sul punto di addormentarsi, a un tratto ode: - Psi! |
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dirò: ma non accendere il lume. E Fata Fiore gli raccontò | la | dolorosa storia della Zoppina. Verso la fine il Reuccio |
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Fiore gli raccontò la dolorosa storia della Zoppina. Verso | la | fine il Reuccio piangeva. Non attese che fosse giorno, e |
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al piedi del Re: - Maestà, Fatemi sposare questa Zoppina! | La | Reginotta dev'esser lei. Il Re non disse di sì né di no. Ma |
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non sembrava più lei; pareva una Strega. L'ammanettarono e | la | introdussero al cospetto del Re. Aperto l'uscio della |
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del Re. Aperto l'uscio della prigione dov'era rinchiusa | la | Zoppina, le guardie si arrestarono meravigliate su la |
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la Zoppina, le guardie si arrestarono meravigliate su | la | soglia. La nera stanzaccia s'era trasformata in un |
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le guardie si arrestarono meravigliate su la soglia. | La | nera stanzaccia s'era trasformata in un magnifico giardino |
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s'era trasformata in un magnifico giardino fiorito, e | la | Zoppina, così bella da non riconoscersi, con indosso un |
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e ne faceva tanti bei mazzi. - Questo pel Re, questo per | la | Regina, e questo pel Reuccio che sospira. Subito il Re e la |
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la Regina, e questo pel Reuccio che sospira. Subito il Re e | la | corte andarono alla prigione per condur via la Zoppina con |
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il Re e la corte andarono alla prigione per condur via | la | Zoppina con tutti gli onori di Reginotta. La sorella |
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per condur via la Zoppina con tutti gli onori di Reginotta. | La | sorella maggiore, appena la vide, diede in ismanie e |
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tutti gli onori di Reginotta. La sorella maggiore, appena | la | vide, diede in ismanie e furori: - Ah! Zoppina ladra! Mi |
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farle grazia, vedendola così cattiva fino all'ultimo contro | la | sua buona sorella, che implorava per essa il perdono reale. |
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implorava per essa il perdono reale. Diventata Reginotta, | la | Zoppina che per virtù di Fata Fiore non era più Zoppina, a |
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... Sono così debole che ho perduto | la | memoria. Un po' di quel pasticcio, Maestà, forse me la |
LE ULTIME FIABE -
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la memoria. Un po' di quel pasticcio, Maestà, forse me | la | farebbe tornare! |
LE ULTIME FIABE -
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trasalito! Vuole restare. Ecco: | la | rimetto nell'acqua. (Esegue. Si sente un piccolo tonfo e |
LE ULTIME FIABE -
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nell'acqua. (Esegue. Si sente un piccolo tonfo e poi | la | parola: Grazie!) |
LE ULTIME FIABE -
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il Re! Viva il Re! (La Regina osserva, stupìta, | la | trasformazione del Re che sembra un otre sgonfiato.) |
LE ULTIME FIABE -
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lavoro della donna fuori casa — | La | madre operaia — La necessità del lavoro femminile — |
Vita intima -
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lavoro della donna fuori casa — La madre operaia — | La | necessità del lavoro femminile — L'ideale — La donna negli |
Vita intima -
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operaia — La necessità del lavoro femminile — L'ideale — | La | donna negli stabilimenti industriali — Il progresso dei |
Vita intima -
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evoluzione della famiglia) si può dire che sia diminuita | la | recondita simpatia morale , che siano rallentati gli |
Vita intima -
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siano rallentati gli affetti, per mancanza d' intimità. E | la | causa della poco intimità in molte famiglie, è, mi pare, la |
Vita intima -
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la causa della poco intimità in molte famiglie, è, mi pare, | la | necessità della donna di lavorare fuori di casa. Il lavoro |
Vita intima -
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della famiglia fossero obbligati a vivere fuori di casa, | la | maggior parte del giorno, e spesso la sera. Vediamo |
Vita intima -
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vivere fuori di casa, la maggior parte del giorno, e spesso | la | sera. Vediamo l'operaia dei grandi stabilimenti |
Vita intima -
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e i ragazzi e le giovinette da mattina a sera. E | la | sera, tornando dal lavoro , dopo di essere passata a |
Vita intima -
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deve darsi intorno a preparare l'unico pasto che raduna | la | famiglia. Ed è quella, ordinariamente la sola ora in cui i |
Vita intima -
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pasto che raduna la famiglia. Ed è quella, ordinariamente | la | sola ora in cui i vari membri della famiglia si trovano; |
Vita intima -
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in cui i vari membri della famiglia si trovano; ora, in cui | la | stanchezza, che non può avere un pronto conforto di riposo |
Vita intima -
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commesse o maestre ? ... A che si riduce per esse | la | famiglia ? ... Al ritrovo di qualche ora, la sera; ora |
Vita intima -
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per esse la famiglia ? ... Al ritrovo di qualche ora, | la | sera; ora stanca, nella quale non desiderano che il riposo, |
Vita intima -
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nella quale non desiderano che il riposo, necessario a | la | fatica del domani. E pure bisogna benedire al progresso |
Vita intima -
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benedire al progresso sociale, che offre un lavoro onesto a | la | madre, a la fanciulla, e con il lavoro rende possibile |
Vita intima -
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progresso sociale, che offre un lavoro onesto a la madre, a | la | fanciulla, e con il lavoro rende possibile l'indipendenza e |
Vita intima -
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possibile l'indipendenza e spesso il mantenersi oneste. | La | donna che lavora fuori delle mura domestiche, che può |
Vita intima -
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secolo alcuno che idealizza l'imagine della donna, che | la | trasporta al di là del con-tatto della vita materiale. Per |
Vita intima -
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al di là del con-tatto della vita materiale. Per costoro | la | donna amante, vergine, angelo, giovine, bella, un essere |
Vita intima -
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vergine, angelo, giovine, bella, un essere che a pena tocca | la | terra; i suoi piedi non rasentano la polvere, le sue mani |
Vita intima -
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che a pena tocca la terra; i suoi piedi non rasentano | la | polvere, le sue mani non lavorano; e questa adorazione è un |
Vita intima -
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sue mani non lavorano; e questa adorazione è un omaggio a | la | delicatezza del suo cuore, una pietosa cura della debolezza |
Vita intima -
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e i più rozzi dei nostri montanari, possono condannare | la | donna al duro lavoro. C'è chi pensa, che il titolo di sposa |
Vita intima -
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a camminar nelle fangose vie delle città; un far discendere | la | vergine dal suo piedestallo ed esporla agli sguardi di |
Vita intima -
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suo piedestallo ed esporla agli sguardi di tutti. Imporre a | la | donna le fatiche della vita, obbligare la sposa a la dura |
Vita intima -
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tutti. Imporre a la donna le fatiche della vita, obbligare | la | sposa a la dura lotta della realtà, rapire la grazia a |
Vita intima -
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a la donna le fatiche della vita, obbligare la sposa a | la | dura lotta della realtà, rapire la grazia a quella, a |
Vita intima -
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obbligare la sposa a la dura lotta della realtà, rapire | la | grazia a quella, a questa il fascino ideale del pudore, che |
Vita intima -
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che qualità squisita e armamento. Ma chi ancora idealizza | la | donna in questa maniera, dimentica una cosa: che la donna |
Vita intima -
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la donna in questa maniera, dimentica una cosa: che | la | donna deve vivere , provvedere a se stessa e spesso anche a |
Vita intima -
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donna deve vivere , provvedere a se stessa e spesso anche a | la | sua famiglia. Dimentica, che poche sono le donne alle quali |
Vita intima -
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che poche sono le donne alle quali è concesso attraversare | la | vita senza lavoro; che anzi, per la maggior parte, le donne |
Vita intima -
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è concesso attraversare la vita senza lavoro; che anzi, per | la | maggior parte, le donne reclamano come un beneficio, come |
Vita intima -
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le donne reclamano come un beneficio, come una necessità | la | sovrana legge del lavoro. Spesso è la stessa condizione di |
Vita intima -
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come una necessità la sovrana legge del lavoro. Spesso è | la | stessa condizione di madre di famiglia che loro impone un |
Vita intima -
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che le toglie a le mortificazioni di essere d'aggravio a | la | famiglia. Sicuro; la donna dovrebbe essere l'angelo della |
Vita intima -
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mortificazioni di essere d'aggravio a la famiglia. Sicuro; | la | donna dovrebbe essere l'angelo della casa e non occuparsi |
Vita intima -
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a taluni può parere bello, avrebbe per fine di ripiombare | la | donna nell'antico stato dal quale si è elevata con tanto |
Vita intima -
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linguaggio inspirato dalla pietà e da generoso desiderio, | la | condizione della donna operaia , esposta a lavoro spesso |
Vita intima -
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della donna operaia , esposta a lavoro spesso dannoso a | la | salute , quasi sempre faticoso per un compenso |
Vita intima -
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o quasi inferiore a quello dell'operaio. Dal 1847 in poi | la | condizione della operaia e specie dell'operaia dei grandi |
Vita intima -
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di malattia , di gravidanza, ecc. Ora, se per l'operaio | la | miseria vuol dire fame, per l'operaia vuol dire fame e |
Vita intima -
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inasprite dal bisogno, avvilite, disperate, perduta | la | fiducia in sè, nella società, nella Provvidenza, maledicono |
Vita intima -
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lavoro che non basta a sostentarle, che manca spesso, che | la | concorrenza loro strappa di mano, e ricordano di essere |
Vita intima -
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! … Nel secolo XIX si è fatto il possibile di assircurare | la | condizione degli operai per mezzo di società di mutuo |
Vita intima -
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è ancora in pieno vigore e se più non dice indigenza, dice | la | condizione delle classi operaie che non ha altra risorsa se |
Vita intima -
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non le braccia e vive a giornata. Quando il lavoro abbonda, | la | condizione dell'operaio non è cattiva; qualche volta |
Vita intima -
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presenta anche qualche agiatezza. Ma se il lavoro manca, è | la | ruina. La mancanza del lavoro toglie a la famiglia pane e |
Vita intima -
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anche qualche agiatezza. Ma se il lavoro manca, è la ruina. | La | mancanza del lavoro toglie a la famiglia pane e tetto. |
Vita intima -
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lavoro manca, è la ruina. La mancanza del lavoro toglie a | la | famiglia pane e tetto. L'operaio, e sopra tutto l'operaio |
Vita intima -
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degli stabilimenti, non è mai sicuro del domani. Per lui | la | fortuna di migliorare lo stato della famiglia è rara è |
Vita intima -
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lo stato della famiglia è rara è invece spessissima | la | probalità della miseria. Il pauperismo non è conseguenza |
Vita intima -
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da parecchi; non è punto vero che nel tempo andato | la | condizione dell'operaio fosse migliore e più sicura. Al |
Vita intima -
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isolati e dispersi e soffrivano e morivano senza che | la | società badasse a loro. Oggi gli operai formano una classe |
Vita intima -
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una classe considerevole. Una crisi industriale vuol dire | la | miseria di migliaia e migliaia d' uomini , donne e |
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d' uomini , donne e fanciulli , di intere famiglie. E | la | stampa se ne occupa, la carità si desta, il governo si |
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e fanciulli , di intere famiglie. E la stampa se ne occupa, | la | carità si desta, il governo si inquieta e provvede se può e |
Vita intima -
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E l' interesse generale per il povero che soffre, dice che | la | società moderna ha per i diseredati una sollecitudine che |
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indifferenti e qualche volta crudeli per ignoranza. Come | la | famiglia é la base della società , così il matrimonio è la |
Vita intima -
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e qualche volta crudeli per ignoranza. Come la famiglia é | la | base della società , così il matrimonio è la base della |
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la famiglia é la base della società , così il matrimonio è | la | base della famiglia. Non si può parlare della famiglia |
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come quello del principio del secolo. Dice Letourneau: « | La | peur du mariage et de la famille, est le trait particulier |
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del secolo. Dice Letourneau: « La peur du mariage et de | la | famille, est le trait particulier de la matrimonialitè |
Vita intima -
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du mariage et de la famille, est le trait particulier de | la | matrimonialitè d'aujourdhui ». D. A. Bartillon scrive che |
Vita intima -
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ai venticinque anni per l'uomo, dai diciannove ai venti per | la | donna. E osserva che in Inghilterra la maggior parte dei |
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ai venti per la donna. E osserva che in Inghilterra | la | maggior parte dei matrimoni si fanno fra uomini e donne |
Vita intima -
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232 Si ammogliano prima dei venticinque anni. A Parigi, ove | la | lotta per la vita è più aspra e la passione del danaro più |
Vita intima -
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prima dei venticinque anni. A Parigi, ove la lotta per | la | vita è più aspra e la passione del danaro più dominante, |
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anni. A Parigi, ove la lotta per la vita è più aspra e | la | passione del danaro più dominante, abbondano i matrimoni in |
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quantum iù scarso di nascite per ogni matrimonio. Quale è | la | causa di ciò ? Le crescenti difficoltà della vita, dicono |
Vita intima -
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? Le crescenti difficoltà della vita, dicono gli studiosi; | la | paura, che va sempre aumentando, dei crucci e dei disagi; |
Vita intima -
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paura, che va sempre aumentando, dei crucci e dei disagi; | la | previdenza spinta al punto da diventare timidezza; un |
Vita intima -
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i matrimoni sono meno frequenti che per il passato « d'où | la | pire, la plus honteuse des sèlcction, la rèlaction par |
Vita intima -
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sono meno frequenti che per il passato « d'où la pire, | la | plus honteuse des sèlcction, la rèlaction par l'argent ». |
Vita intima -
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il passato « d'où la pire, la plus honteuse des sèlcction, | la | rèlaction par l'argent ». Un altro grande moralista |
Vita intima -
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ove, per certo, vi si ricorse in principio per emancipare | la | donna patrizia dalla dura schiavitù coniugale. Ma il |
Vita intima -
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surement, continua il moralista francese « à l'amour de | la | dot, plus généralment aux beaux yeux de la. cassette u'il |
Vita intima -
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tempi, non sono sempre considerati nel matrimonio. Spesso | la | donna si sposa per avere una posizione, per acquistare |
Vita intima -
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per acquistare indipendenza, qualche volta anche per | la | smania degli agi materiali e perfino dei divertimenti e del |
Vita intima -
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tratto al matrimonio dal calcolo materiale. In generale poi | la | brutale realtà mostra che anche nei matrimoni così detti di |
Vita intima -
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Non è certo raro lo spettacolo di matrimoni infelici, per | la | sproporzione che vi si trova fra il dovere e la volontà e |
Vita intima -
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per la sproporzione che vi si trova fra il dovere e | la | volontà e la possibilità di compirlo. Il professore Lorenz |
Vita intima -
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sproporzione che vi si trova fra il dovere e la volontà e | la | possibilità di compirlo. Il professore Lorenz von Stein, fa |
Vita intima -
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pittura tutta poetica, anzi fantastica e tale che ritorna | la | donna allo stato di schiava volontaria. Ecco quanto dice |
Vita intima -
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abbia altro desiderio, altro piacere di quello di rendergli | la | casa bella e cara; una specie di paradiso, fulgido di luce, |
Vita intima -
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dalla corsa sfrenata al lavoro che mantiene e procura | la | ricchezza. La madre è tolta alle cure di madre e di |
Vita intima -
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sfrenata al lavoro che mantiene e procura la ricchezza. | La | madre è tolta alle cure di madre e di massaia, da mille |
Vita intima -
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da mille impegni che sono diventati altrettanti doveri. | La | non facile occupazione di conservare nella casa il lusso |
Vita intima -
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l'abbigliamento, gli spettacoli, le conferenze di moda, | la | lettura dei romanzi ; tutta una vita affannosa. E i figli ? |
Vita intima -
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dei pasti; e non c'è tempo nè voglia e nè pure si sente | la | necessità di una mutua continua sorveglianza, d' uno |
Vita intima -
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E quante impreviste e improvvise vicende sorgono a turbare | la | pace del matrimonio fra i poveri ! Vi sono le crisi |
Vita intima -
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e tolgono il lavoro del padre di famiglia e mettono | la | madre nell'impossibilità di occuparsi fuori di casa. E |
Vita intima -
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ciò inasprisce il carattere e influisce tristamente su | la | vita domestica, dove la cruda necessità entra per scacciare |
Vita intima -
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e influisce tristamente su la vita domestica, dove | la | cruda necessità entra per scacciare la modesta agiatezza, |
Vita intima -
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vita domestica, dove la cruda necessità entra per scacciare | la | modesta agiatezza, la mutua tolleranza, la generosità e |
Vita intima -
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cruda necessità entra per scacciare la modesta agiatezza, | la | mutua tolleranza, la generosità e spesso la virtù. Non di |
Vita intima -
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per scacciare la modesta agiatezza, la mutua tolleranza, | la | generosità e spesso la virtù. Non di rado allora l'uomo |
Vita intima -
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agiatezza, la mutua tolleranza, la generosità e spesso | la | virtù. Non di rado allora l'uomo disperato cerca conforto e |
Vita intima -
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e nei liquori; a l' osteria finiscono gli ultimi risparmi; | la | casa diventa un doloroso luogo di querele, pianti, |
Vita intima -
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diventa un doloroso luogo di querele, pianti, rimproveri. E | la | ruina del matrimonio e della vita di famiglia si compie. |
Vita intima -
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fra operai che resistono agli urti della male sorte e con | la | forza della volontà, l' economia, il buon senso e l'amore, |
Vita intima -
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salvano dalla ruina. E quando il lavoro c'è, e il padre e | la | madre possono guadagnare la loro giornata ? I figli |
Vita intima -
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il lavoro c'è, e il padre e la madre possono guadagnare | la | loro giornata ? I figli piccoletti che non possono ancora |
Vita intima -
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sorelle più grandicelli, che non li possono educare per | la | ragione che non sono educati. Padre e madre tornano a |
Vita intima -
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per necessità di tempo. Il pasto solo della sera riunisce | la | famiglia. La madre non ha che la serata per accudire alle |
Vita intima -
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di tempo. Il pasto solo della sera riunisce la famiglia. | La | madre non ha che la serata per accudire alle faccende |
Vita intima -
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solo della sera riunisce la famiglia. La madre non ha che | la | serata per accudire alle faccende domestiche, per badare ai |
Vita intima -
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accudire alle faccende domestiche, per badare ai vestiti, a | la | biancheria, a l'ordine della casa. E il da fare la rende |
Vita intima -
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a la biancheria, a l'ordine della casa. E il da fare | la | rende inquieta, irascibile, attrabiliare. I fanciulli fanno |
Vita intima -
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intanto disfoga in mal umore, in lagnanze e in maledizioni, | la | sua vitaccia faticosa e grama. Il marito, che ha sgobbato |
Vita intima -
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momenti di grande lavoro, l'operaio non ha libera neppure | la | festa; anche quel giorno è tolto a la vita della famiglia ! |
Vita intima -
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non ha libera neppure la festa; anche quel giorno è tolto a | la | vita della famiglia ! Spesso deve lavorare delle ore in più |
Vita intima -
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assentandosi da casa il poco tempo che di solito vi passa. | La | sua abitazione è lontana dall'officina ? Si alza il mattino |
Vita intima -
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il mattino quando i figli dormono ancora sodamente, e torna | la | sera quando già sono a letto. Alle volte l'officina è così |
Vita intima -
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è così lontana, che l'operaio è costretto a starvi tutta | la | settimana, non tornando a casa che il sabato sera. Il |
Vita intima -
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l'intera giornata lontani dalla famiglia. A Colmar verso | la | fine del novembre 1873, sopra 8109 operai impiegati |
Vita intima -
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disotto dei 13 anni, e 115,391 uomini. Quale doveva essere | la | vita di famiglia di quella povera gente ? Qual è la vita di |
Vita intima -
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essere la vita di famiglia di quella povera gente ? Qual è | la | vita di famiglia di molti operai e operaie della nostra |
Vita intima -
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Italia Nei centri industriali il padre è a l'officina, | la | madre nelle filande, nei filatoi nelle fabbriche tessili; i |
Vita intima -
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non manca, e nè pure il companatico; quello che manca è | la | vita della famiglia. Scrive Herbert Spencer: « Quando con |
Vita intima -
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vita della famiglia. Scrive Herbert Spencer: « Quando con | la | legge sui poveri i provvide pubblicamente ai bambini che |
Vita intima -
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non potevano o non volevano sostentare adeguatamente , | la | società assunse funzioni familiari, come fece pure. |
Vita intima -
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in qualche modo cura dei genitori non aiutati dai figli. | La | legislazione ha di recente rallentati i legami famigliari |
Vita intima -
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dei figliuoli e sostituendo l'educazione pubblica a | la | paterna. Ed ha sostituita maggiormente la responsabilità |
Vita intima -
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pubblica a la paterna. Ed ha sostituita maggiormente | la | responsabilità dei genitori con quella nazionale, quando le |
Vita intima -
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riconoscere come unità sociale l'individuo piuttosto che | la | famiglia, è davvero giunto adesso al punto che i doveri |
Vita intima -
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famiglia, nel secolo XIX, contribuisce anche l'emigrazione. | La | popolazione dei paesi inciviliti, nel nostro secolo, si è |
Vita intima -
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pochissimi gli emigranti; solamente nel secolo XIX cominciò | la | grande emigrazione che porta ciascun anno gli Europei a |
Vita intima -
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migliaia nei paesi tuttora deserti del Nuovo Mondo. Durante | la | carestia dell'Irlanda, causata dalla malattia nelle patate, |
Vita intima -
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genitori ; le donne staccandosi dalla loro famiglia. E | la | lontananza illanguidisce i ricordi e scema o annulla gli |
Vita intima -
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tutto il gradito spettacolo della famiglia come il cuore e | la | ragione la vorrebbero. Ma sono ancora le famiglie ideali. |
Vita intima -
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spettacolo della famiglia come il cuore e la ragione | la | vorrebbero. Ma sono ancora le famiglie ideali. Si trovano |
Vita intima -
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Ma sono ancora le famiglie ideali. Si trovano là dove | la | ricchezza non ha introdotto fra le mura domestiche troppe |
Vita intima -
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padre di famiglia guadagna abbastanza con il suo impiego e | la | madre può darsi tutta alle cure domestiche, a l'educazione |
Vita intima -
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fra i campaguoli agiati, fra i contadini che lavorano | la | terra propria; fra i piccoli commercianti; fra gli operai |
Vita intima -
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propria. Queste famiglie che il bisogno non disgiunge, che | la | smania dell'apparire non tocca, che l'emigrazione non |
Vita intima -
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del secolo XIX.? Nel secolo XIX tutto è stato trasformato. | La | società moderna più non riconosce il diritto d'un uomo |
Vita intima -
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modo di vivere; libertà di industria e di commercio; | la | società contemporanea riposa su la libertà individuale. |
Vita intima -
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e di commercio; la società contemporanea riposa su | la | libertà individuale. Dell'antico non sussistono che la |
Vita intima -
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su la libertà individuale. Dell'antico non sussistono che | la | famiglia e la proprietà. Ma la famiglia sussiste in modo |
Vita intima -
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individuale. Dell'antico non sussistono che la famiglia e | la | proprietà. Ma la famiglia sussiste in modo differente |
Vita intima -
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non sussistono che la famiglia e la proprietà. Ma | la | famiglia sussiste in modo differente dall'antico. Siamo noi |
Vita intima -
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dei nostri avi ? Chi potrebbe affermarlo. ? Per certo | la | nostra vita è meglio organizzata di quella dei nostri padri |
Vita intima -
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prodotti dell'industria e del commercio sono adesso a | la | portata di tutti e in ogni casa è entrato il bisogno di un |
Vita intima -
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ha maggiori esigenze di un gran signore dei tempi andati. | La | vita materiale, l'intellettuale, la sociale : tutto è |
Vita intima -
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dei tempi andati. La vita materiale, l'intellettuale, | la | sociale : tutto è cambiato. Più la civiltà progredisce e |
Vita intima -
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l'intellettuale, la sociale : tutto è cambiato. Più | la | civiltà progredisce e più la sua corsa si fa rapida. |
Vita intima -
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: tutto è cambiato. Più la civiltà progredisce e più | la | sua corsa si fa rapida. Dobbiamo sgomentarci per ciò ? |
Vita intima -
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che manco si sarebbero immaginate, e non ha perito. | La | storia della civiltà insegna ad avere confidenza |
Vita intima -
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che bella notte! | La | luna è argento fino, le nuvolette invece son zaffiro e |
FIABE E LEGGENDE -
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come tutto riposa! Oh l'antica repubblica come dorme! | La | sposa dell'Oceano stanotte si rifiuta all'amplesso, e il |
FIABE E LEGGENDE -
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s'è addormentato anch'esso. Però veglian gli amanti ; odi | la | serenata ? Già sospirato ha il fiauto, la ghitarra è |
FIABE E LEGGENDE -
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gli amanti ; odi la serenata ? Già sospirato ha il fiauto, | la | ghitarra è intonata, e la gondola, nido d'affetto e di |
FIABE E LEGGENDE -
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? Già sospirato ha il fiauto, la ghitarra è intonata, e | la | gondola, nido d'affetto e di armonia, lungo il buio canale |
FIABE E LEGGENDE -
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Senti il dolce motivo e le dolci parole: " Io son come | la | zànzera intorno al candelabro: mi struggo a un vago raggio |
FIABE E LEGGENDE -
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a un vago raggio di neve e di cinabro! ". " Sporgi al veron | la | candida faccia che m'innamora, quelle due labbra rosee fa' |
FIABE E LEGGENDE -
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labbra rosee fa' ch'io le vegga ancora! ". " Io son come | la | nuvola che assorbe il sol d'estate: dileguerò guardandoti, |
FIABE E LEGGENDE -
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le stelle del Signore se mi farai, schiudendola, | la | carità di un fiore! " " Io son come il famelico che muor |
FIABE E LEGGENDE -
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di un fiore! " " Io son come il famelico che muor sotto | la | reggia... ". L'una, mentre la musica, sull'acqua che |
FIABE E LEGGENDE -
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il famelico che muor sotto la reggia... ". L'una, mentre | la | musica, sull'acqua che nereggia, lenta lenta svanisce, il |
FIABE E LEGGENDE -
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è il vento che move dall'azzurro ove siedi... si dirìa che | la | statua trema dal capo ai piedi. |
FIABE E LEGGENDE -
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delle vette alpine che si profilano alle sue spalle e | la | bella maschera sembra un volto giovane, modellato in una |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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un volto giovane, modellato in una creta rossigna dove | la | stecca d'uno scultore maestro abbia segnato poche rughe |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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hanno un bagliore giovanissimo, ironico, vigilante. | La | figlia, la nipote, il nipotino, che sfaccendano nella |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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un bagliore giovanissimo, ironico, vigilante. La figlia, | la | nipote, il nipotino, che sfaccendano nella grande cucina, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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seduto ai suoi piedi sopra uno sgabello basso le ripeto per | la | decima volta la mia profferta supplichevole: - Aggiungo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sopra uno sgabello basso le ripeto per la decima volta | la | mia profferta supplichevole: - Aggiungo dieci lire ... ne |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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- Aggiungo dieci lire ... ne aggiungo quindici. | La | vecchia non ha capito. La nipote s'avvicina, le sillaba |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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lire ... ne aggiungo quindici. La vecchia non ha capito. | La | nipote s'avvicina, le sillaba forte all'orecchio: "aggiunge |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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le sillaba forte all'orecchio: "aggiunge quindici lire". | La | vecchia esita. Poi s'alza, si volge alle donne con un |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Esulto. Ho sentito in quella contumelia il consenso. | La | vecchia incarta in una pagina del nipotino il robert |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sfuggito non so come alle razzie degli antiquari. E | la | mia gioia è tale che quasi non sento che la vecchia canta, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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antiquari. E la mia gioia è tale che quasi non sento che | la | vecchia canta, certo per consolarsi del distacco da quella |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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non appartenerle, sembra giungere da un'altra stanza: | La | bela madamin la völo maridè, al Düca di Sassònia i so la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sembra giungere da un'altra stanza: La bela madamin | la | völo maridè, al Düca di Sassònia i so la völo dè. Ma come? |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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La bela madamin la völo maridè, al Düca di Sassònia i so | la | völo dè. Ma come? Si canta, dunque ancora sui nostri colli |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Ma come? Si canta, dunque ancora sui nostri colli torinesi | La | bela madamin la canzone di Carolina di Savoia? Avevo dovuto |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dunque ancora sui nostri colli torinesi La bela madamin | la | canzone di Carolina di Savoia? Avevo dovuto occuparmene per |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dovuto occuparmene per certi studi di folklore subalpino, | la | conoscevo attraverso le versioni del Nigra, ma la credevo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la conoscevo attraverso le versioni del Nigra, ma | la | credevo un fossile ormai della letteratura popolare e |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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ad un tratto dinnanzi viva e fresca nella luce del sole | la | bella specie creduta estinta. Ed eccomi seduto ancora sullo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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i versi sul dorso del piccolo pendolo già incartato: | La | bela madamin la völo maridè, che al Düca di Sassònia i so |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dorso del piccolo pendolo già incartato: La bela madamin | la | völo maridè, che al Düca di Sassònia i so la völo dè. - O |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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bela madamin la völo maridè, che al Düca di Sassònia i so | la | völo dè. - O s'a m'è bin pi car ün pover paisan che 'l Düca |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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onur! 'l Düca di Sassònia a l'è ün gran signur. 'l re cön | la | Regina l'an piàla bin për man, a San Giuan l'an mnàla, en |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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- Da già che a l'è cusì, da già ch'a l'è destin, faruma | la | girada anturn a tüt Türin. - Cara la mia cügnà, perchè che |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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l'è destin, faruma la girada anturn a tüt Türin. - Cara | la | mia cügnà, perchè che piuri tant? Mi sun venüa da'n Fransa |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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in Casa di Savoia, ch'a l'è 'n t'in bel giardin. - Cara | la | mia cügnà andè pür volontè, che drinta a la Sassònia a fa |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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giardin. - Cara la mia cügnà andè pür volontè, che drinta a | la | Sassònia a fa tanto bel stè! - Cara la mia cügnà tuchè-me'n |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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che drinta a la Sassònia a fa tanto bel stè! - Cara | la | mia cügnà tuchè-me'n po' la man: Tüt lon che v'racomandö |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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a fa tanto bel stè! - Cara la mia cügnà tuchè-me'n po' | la | man: Tüt lon che v'racomandö s'à l'è la mia maman. |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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tuchè-me'n po' la man: Tüt lon che v'racomandö s'à l'è | la | mia maman. Tuchè-me'n po' la man, me cari sitadin, Për vive |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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lon che v'racomandö s'à l'è la mia maman. Tuchè-me'n po' | la | man, me cari sitadin, Për vive che mi viva vëdrö mai pi |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Për vive che mi viva vëdrö mai pi Türin! E sapete chi era | la | bela madamin La figlia del re. - Quale re? - Il re di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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viva vëdrö mai pi Türin! E sapete chi era la bela madamin | La | figlia del re. - Quale re? - Il re di Savoia. - E la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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La figlia del re. - Quale re? - Il re di Savoia. - E | la | cognata? e il duca di Sassonia? La vecchia, le donne non |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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- Il re di Savoia. - E la cognata? e il duca di Sassonia? | La | vecchia, le donne non sanno altro. È forse necessario |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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È forse necessario sapere? Nulla nuoce alla poesia come | la | cosa certa, nessuna cosa le è favorevole come la perfetta |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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come la cosa certa, nessuna cosa le è favorevole come | la | perfetta ignoranza. *** Esco, scendo verso Torino che |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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delle Alpi. Sono felice. Zufolo, canto. Ho sotto il braccio | la | bella cosa di bronzo. Ho nell'orecchio la bella cosa di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sotto il braccio la bella cosa di bronzo. Ho nell'orecchio | la | bella cosa di parole; e penso che l'una e l'altra risalgono |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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è più viva, è più fresca di quella fatta di metallo ... | La | bela madamin la principessa Maria Carolina Antonietta di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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è più fresca di quella fatta di metallo ... La bela madamin | la | principessa Maria Carolina Antonietta di Savoia, figlia di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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E ancora una volta chiederò al sogno, al sogno soltanto | la | cosa impossibile a tutti (anche impossibile a Dio) di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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impossibile a Dio) di resuscitare il passato. *** Ed ecco | la | Torino d'oggi scompare. Scendo al piano. Dove sono? Non |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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queste nubi, queste querce, questi olmi che confondono | la | ramaglia in alto formando un corridoio sulla strada mal |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sulla verzura selvaggia il Monte dei Cappuccini, a destra | la | Basilica di Superga - Superga: siamo dunque dopo la metà |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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destra la Basilica di Superga - Superga: siamo dunque dopo | la | metà del 1700. Cammino lungo il fiume: è bene il Po, lo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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le cose familiari stranamente deformate dall'incubo. Ecco | la | città. Torino? Sulla sponda opposta s'innalza un baluardo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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tetti, le cupole, i campanili, le torri ... Ma Torino? Sì. | La | cupola della Metropolitana, il campanile di San Lorenzo, i |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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rialzato dalla parte della coccarda bianca; e sotto | la | parrucca candida i sopraccigli, gli occhi, i mustacchi |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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porta dalla favolosa architettura barocca: Porta Padana: | la | Porta di Po! Troverò dunque Piazza Vittorio. Entro, ma |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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ma Piazza Vittorio non esiste più, non esiste ancora. | La | città comincia dove termina oggi Via Po. Ecco Via Po |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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forse l'assenza di lastrico, di selciato, di rotaie, e | la | Dora, quel ruscello che scorre nel mezzo, e la scarsità, la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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di rotaie, e la Dora, quel ruscello che scorre nel mezzo, e | la | scarsità, la povertà dei negozi le danno quell'aspetto |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la Dora, quel ruscello che scorre nel mezzo, e la scarsità, | la | povertà dei negozi le danno quell'aspetto sinistro di fame |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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nel mezzo l'anagramma in corsivo sotto lo stemma sabaudo; e | la | folla è fittissima e gaia; Gianduia e Giromette; contadini |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e un tal cavaliere Mattè macchinista deplorano " ... | la | fatal pioggia importuna che ieri sera nocque al |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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... Prima della partenza il Nuziale Corteggio attraverserà | la | città di Torino uscendo di Palazzo a Piazza San Giovanni |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Via Nuova, Porta Nuova, Porta di Po, volendo il Re e | la | Regina assecondare così la pubblica brama di vedere ancora |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Porta di Po, volendo il Re e la Regina assecondare così | la | pubblica brama di vedere ancora una volta in essa l'Amata |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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... " "29 Settembre dell'anno 1781". Leggo anch'io | la | lista delle "sontuose Nutiali allegrezze per l'eccelso |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Ieri al Castello di Moncalieri ebbero luogo le nozze. Oggi | la | nuova Duchessa di Sassonia partirà per Dresda e farà per |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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... Da già ch'a l'è cusì, da già ch'a l'è destin faruma | la | girada anturn a tüt Türin ... La bela Carulina ... la bela |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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già ch'a l'è destin faruma la girada anturn a tüt Türin ... | La | bela Carulina ... la bela madamin ... Si parlava intorno, a |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la girada anturn a tüt Türin ... La bela Carulina ... | la | bela madamin ... Si parlava intorno, a mezza voce, di non |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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ieri si sperava di vederla a Moncalieri. - Non ho ricevuta | la | carta d'accoglienza. - Ma non è possibile! - Proprio così, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Erano in molti? - Non molti. Forse cento invitati. Il Re, | la | Regina, la Principessa Carlotta di Carignano, il Cardinale |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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molti? - Non molti. Forse cento invitati. Il Re, la Regina, | la | Principessa Carlotta di Carignano, il Cardinale Marcolini, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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mai ... - Ha smaniato? - No, no. Ha significato come dire | la | sua rassegnazione. Nel momento del sì ha capito che si |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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ed inchinato al Re e alla Regina, fece agli sposi | la | consueta interrogazione. Il Principe di Piemonte rispose |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Il Principe di Piemonte rispose immantinente; ma | la | Principessa fu vista impallidire, alzarsi, vacillare, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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inginocchiati alle sue spalle; lo sguardo di Sua Maestà | la | dominò, la piegò, la fece inginocchiare, prorompere non in |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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alle sue spalle; lo sguardo di Sua Maestà la dominò, | la | piegò, la fece inginocchiare, prorompere non in uno ma in |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sue spalle; lo sguardo di Sua Maestà la dominò, la piegò, | la | fece inginocchiare, prorompere non in uno ma in tre sì |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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non in uno ma in tre sì consecutivi che fecero ridere tutta | la | Corte ... Sia detto tra noi, Monsignore, io non vorrei |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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del Conte Lamarmora. - Perchè? - Perchè s'è presa tutta | la | responsabilità di fronte al Re di questa gita d'addio per |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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di fronte al Re di questa gita d'addio per compiacere | la | Regina e la Principessa. Lei sa che ancora sabato scorso |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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al Re di questa gita d'addio per compiacere la Regina e | la | Principessa. Lei sa che ancora sabato scorso era stabilito |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dove i Commissari del Re di Savoia avrebbero consegnata | la | sposa ai Commissari del Duca di Sassonia. Sarebbe stato il |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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del Duca di Sassonia. Sarebbe stato il partito migliore. Ma | la | Principessa, povera bimba, cerca ogni pretesto per |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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povera bimba, cerca ogni pretesto per prolungare di un'ora | la | sua partenza. Ha supplicato, ha smaniato per passare a |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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ha smaniato per passare a Torino un giorno ancora e | la | Regina ha avuto l'idea di una passeggiata d'addio per la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e la Regina ha avuto l'idea di una passeggiata d'addio per | la | città con relativa esposizione della Santissima Sindone |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Non vorrei essere cattivo profeta, ma non mi stupirei che | la | Principessa Carolina desse in convulsioni nel bel mezzo di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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... - Povra masnà! Siamo in Piazza del Castello, | la | Piazza Castello settecentesca quasi simile a quella d'oggi |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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quasi simile a quella d'oggi e pure tanto diversa. | La | illumina un sole non vero: il sole che illumina le vecchie |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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barocco si prolungano ai lati di Palazzo Madama dividendo | la | Piazza per metà; e l'assenza di lastrico e di rotaie, di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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in rame e dalle stoviglie di Savona (non l'arte imita | la | vita, ma la vita l'arte; le cose non esistono se prima non |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e dalle stoviglie di Savona (non l'arte imita la vita, ma | la | vita l'arte; le cose non esistono se prima non le rivelano |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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non esistono se prima non le rivelano gli artisti) e v'è | la | berlina dai quattro cavalli recalcitranti raffrenati dal |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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cavalli recalcitranti raffrenati dal postiglione; v'è | la | portantina ducale, il servo che conduce il cane al |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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al guinzaglio, i due abati che s'incontrano e si stringono | la | mano, la madre che ammonisce il bambino, i comici nella |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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i due abati che s'incontrano e si stringono la mano, | la | madre che ammonisce il bambino, i comici nella loro |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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baracca, il cerretano che vende l' elisir di lunga vita, | la | sibilla che predice le sorti. E la folla è disposta secondo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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l' elisir di lunga vita, la sibilla che predice le sorti. E | la | folla è disposta secondo il gusto convenuto che importarono |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e sulla folla ondeggia con un ritmo vago, insistente, | la | canzone del giorno. Ma oltre Palazzo Madama, che preclude |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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canzone del giorno. Ma oltre Palazzo Madama, che preclude | la | vista dell'altra metà della Piazza, s'alza un mormorìo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Portici e resto immobile, rapito dal quadro più solenne che | la | fede intatta abbia offerto mai ad occhi mortali. Tutta la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la fede intatta abbia offerto mai ad occhi mortali. Tutta | la | Piazza fluttua d'una moltitudine indescrivibile ed è |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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in un tempio che ha per cupola il cielo. In fondo s'eleva | la | loggia che divide Piazza Castello dalla Piazza del Palazzo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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protetta da un baldacchino vermiglio pende ben tesa | la | Santissima Sindone, la reliquia esposta alla folla per |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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baldacchino vermiglio pende ben tesa la Santissima Sindone, | la | reliquia esposta alla folla per poche ore, il tesoro unico |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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E mille labbra cantano il Te Deum e mille occhi fissano | la | duplice immagine del Corpo Divino. Dal mattino si officia |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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nella luce del sole; tutto il popolo prega ad alta voce per | la | giovinetta sabauda che partirà tra poche ore per la terra |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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per la giovinetta sabauda che partirà tra poche ore per | la | terra lontana. Tra i colonnati barocchi dell'alta loggia |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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i Mazzieri, i Caudatari, i Sindaci, i Decurioni ... Ma | la | bela madamin della canzone? Il baldacchino reale è deserto. |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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bela madamin della canzone? Il baldacchino reale è deserto. | La | Corte s'è ritirata da poco per le ultime cerimonie di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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per le ultime cerimonie di Palazzo e le udienze di congedo. | La | bela madamin! ... Voglio vederla ... Entro nella Reggia. |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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riesco nella Cappella del SS. Sudario, salgo lungo | la | grande scala di marmo nero alla sala degli Svizzeri, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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scala di marmo nero alla sala degli Svizzeri, attraverso | la | sala degli Staffieri, la sala dei Paggi, la sala del Trono, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sala degli Svizzeri, attraverso la sala degli Staffieri, | la | sala dei Paggi, la sala del Trono, la sala delle Udienze, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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attraverso la sala degli Staffieri, la sala dei Paggi, | la | sala del Trono, la sala delle Udienze, la sala del Gran |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sala degli Staffieri, la sala dei Paggi, la sala del Trono, | la | sala delle Udienze, la sala del Gran Consiglio. Dame e |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sala dei Paggi, la sala del Trono, la sala delle Udienze, | la | sala del Gran Consiglio. Dame e cavalieri - i più bei nomi |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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vanno, ridono, parlano, con le loro labbra di carne ... Ma | la | bela madamin ... dov'è? dov'è il delicato fantasma delle |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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il delicato fantasma delle mie allucinazioni? Attraverso | la | lunga Galleria del Danieli passo sotto i cieli favolosi del |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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lampadari avanzo, apro una porta socchiusa. Odo una voce. | La | bela madamin No. Non è lei. Allibisco. In mezzo alla sala |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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troppo corruscante di pacifico guerriero settecentesco, | la | porpora crociata di bianco del mantello cesareo avvolta con |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dalle grazie di Watteau. Sua Maestà rilegge una lettera; | la | carta pergamenata gli garrisce tra i pollici nervosi scossi |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Cavaliere d'onore, l'Uditore Borsetti, Segretario di Stato, | la | Marchesa di Cinzano, Dama d'onore, la Contessa di Salmour e |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Segretario di Stato, la Marchesa di Cinzano, Dama d'onore, | la | Contessa di Salmour e la Marchesa di Verolengo, Dame di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Marchesa di Cinzano, Dama d'onore, la Contessa di Salmour e | la | Marchesa di Verolengo, Dame di Palazzo" ... - E souma |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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ma dsôura a tüt gnüne masnôiade, gnün tapage an facia a | la | pôpôlassiôn ... Oh il mio dolce dialetto così vivo fra |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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conclude Sua Maestà senza alzare gli occhi dalla lettera. E | la | lettera è del genero lontano, Antonio Clemente Duca di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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è dello sconosciuto signore che attende in terra barbarica | la | giovinetta soave. Dice: " ... il en coûtera sans doute à la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la giovinetta soave. Dice: " ... il en coûtera sans doute à | la | sensibilité de Madame la Princesse de s'éloigner de ses |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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" ... il en coûtera sans doute à la sensibilité de Madame | la | Princesse de s'éloigner de ses illustres parents et d'une |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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de lui adoucir l'amertume de cette séparation ... ". *** Ma | la | bela madamin Passo nel Gabinetto Cinese, attraverso le sale |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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delicata interpretazione vivente che mai sia stata fatta de | la | toilette de la Mariée Maria Carolina Antonietta di Savoia |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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vivente che mai sia stata fatta de la toilette de | la | Mariée Maria Carolina Antonietta di Savoia Duchessa di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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cameriere chine o ginocchioni intente all'opera delicata. | La | cognata, che presiede da parigina esperta, le ha tolto lo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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incipriata, bianco il viso passato alla cerussa bianca, | la | veste di raso splendente dal guardinfante mostruoso, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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labbra e delle gote, il nero degli occhi e dei sopraccigli. | La | cognata stessa Adelaide di Francia, nipote di Luigi XV, ha |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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con gl'immensi capelli biondi il Palazzo Madama o | la | galera capitana degli Stati Sardi; ma la Regina, la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Palazzo Madama o la galera capitana degli Stati Sardi; ma | la | Regina, la Principessa, si sono opposte e l'artista ha |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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o la galera capitana degli Stati Sardi; ma la Regina, | la | Principessa, si sono opposte e l'artista ha costrutto con |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Principessa, si sono opposte e l'artista ha costrutto con | la | chioma densa un edificio a tre piani coronato da un nido |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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assistita dal compagno. - Ravissante! Ravissante! - mormora | la | cognata che le sta alle spalle puntandole di sua mano un |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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carità! Vieni, vieni a vederti e non piangerai più. Prende | la | sposa per mano, la conduce dinnanzi al grande specchio |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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a vederti e non piangerai più. Prende la sposa per mano, | la | conduce dinnanzi al grande specchio ovale della parete. Le |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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ovale della parete. Le lacrime s'arrestano d'improvviso. | La | bimba, che ieri ancora giocava alle dame in visita, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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della polvere l'ultima traccia di lagrime. - Sua Maestà | la | Regina! - annunzia un servo. Camerieri, parrucchieri, servi |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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servi balzano in piedi, rigidi, addossati alle pareti. | La | madre sosta sulla soglia, sorride, tende le braccia alla |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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soglia, sorride, tende le braccia alla figlia, l'abbraccia, | la | bacia, ma con delicatezza trepidante, come si odora un |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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*** ... Da già ch'a l'è cusì, da già ch'a l'è destin faruma | la | girada anturn a tüt Türin ... Oh, l'interminabile fila di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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capovolti, sculpite, dorate, sovraccariche di tutta | la | mitologia e di tutto il simbolismo pazzesco del barocco; |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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impennacchiati, con non altro di libero che le zampe e | la | coda prolissa, cocchieri e staffieri a codino rigidi come |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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regina, ma tutte le belle dame della nobiltà subalpina, | la | Marchesa di San Damiano, la Marchesa d'Ormea, la Contessa |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dame della nobiltà subalpina, la Marchesa di San Damiano, | la | Marchesa d'Ormea, la Contessa Morozzo, la Contessa Della |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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subalpina, la Marchesa di San Damiano, la Marchesa d'Ormea, | la | Contessa Morozzo, la Contessa Della Rocca, la Marchesa di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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di San Damiano, la Marchesa d'Ormea, la Contessa Morozzo, | la | Contessa Della Rocca, la Marchesa di San Germano, la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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d'Ormea, la Contessa Morozzo, la Contessa Della Rocca, | la | Marchesa di San Germano, la Marchesa di Cinzano, la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la Contessa Della Rocca, la Marchesa di San Germano, | la | Marchesa di Cinzano, la Contessa di Salmour, la Marchesa di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Rocca, la Marchesa di San Germano, la Marchesa di Cinzano, | la | Contessa di Salmour, la Marchesa di Verolengo ... E fra |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Germano, la Marchesa di Cinzano, la Contessa di Salmour, | la | Marchesa di Verolengo ... E fra tutte, bellissima, come la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la Marchesa di Verolengo ... E fra tutte, bellissima, come | la | Principessa della favola, come la Figlia del Re, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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tutte, bellissima, come la Principessa della favola, come | la | Figlia del Re, leggendaria, è la sposa tutta bianca, tutta |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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della favola, come la Figlia del Re, leggendaria, è | la | sposa tutta bianca, tutta d'argento ... - La bela Carôlin! |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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leggendaria, è la sposa tutta bianca, tutta d'argento ... - | La | bela Carôlin! La folla che stipa Piazza Castello, i |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sposa tutta bianca, tutta d'argento ... - La bela Carôlin! | La | folla che stipa Piazza Castello, i portici, i colonnati, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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brulica sugli alberi, sulle ringhiere, sui tetti, acclama | la | sposa con un fremito che parte dal cuore. Il popolo ama |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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del Re, l'ama come una delicata bimbetta sua, | la | bela Carôlin è popolare ovunque, dai parchi della Venaria |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dove non sdegna di interrompere i suoi giochi per rivolgere | la | parola a un giardiniere che pota, a una lavandaia che |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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che pota, a una lavandaia che piange. - Madama Carôlin! | la | bela Carôlin! Mai il popolo ha sentito così forte la sua |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la bela Carôlin! Mai il popolo ha sentito così forte | la | sua tenerezza commossa come in quest'ora dell'ultimo addio. |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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... Da già ch'a l'è cusì, da già ch'a l'è destin faruma | la | girada anturn a tüt Türin ... Il lungo corteo d'equipaggi |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e banda intarsiata pure d'argento e d'azzurro, spicca | la | Compagnia Colonnella con le Corporazioni dei Mercanti e dei |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. Tutti formano tra | la | folla varia un disegno ordinato a colori vivacissimi dove |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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passa come tra una doppia siepe di divise smaglianti. | La | sposa diciassettenne non ha mai visto tanto fasto nella sua |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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clangore esultante di tutte le campane di tutte le chiese: | la | Metropolitana, Santa Teresa, la Consolata, i Santi Martiri |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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campane di tutte le chiese: la Metropolitana, Santa Teresa, | la | Consolata, i Santi Martiri Tebei, tutti i provincialeschi |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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nuziali, i grossi confetti settecenteschi detti giüraje E | la | folla s'accalca, fluttua, acclama. La sposa protende le |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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detti giüraje E la folla s'accalca, fluttua, acclama. | La | sposa protende le mani e mille mani si protendono |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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si protendono affettuose in una stretta d'ultimo addio. - | La | bela Carôlin! La piazza San Carlo è convertita in una sala |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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in una stretta d'ultimo addio. - La bela Carôlin! | La | piazza San Carlo è convertita in una sala immensa: "sta una |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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in una sala immensa: "sta una tavola ivi disposta | la | quale fa vedere un corpo di bacili di confetti canditi e di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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le Altezze Reali dell'apparato più con gli occhi che con | la | bocca e prendono gran piacere in vedere a dare il sacco di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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piacere in vedere a dare il sacco di detta tavola e dare | la | scalata alla piramide fruttata e inzuccherata". La sposa |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e dare la scalata alla piramide fruttata e inzuccherata". | La | sposa giovinetta ride a quel gioco, ride fino alle lagrime |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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lagrime della folla che corre, sale, rotola, schiamazza. | La | sposa ha tutto dimenticato e pensa che la vita prosegua |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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schiamazza. La sposa ha tutto dimenticato e pensa che | la | vita prosegua così in un corteo dorato e infiorato tra una |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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calice della medicina troppo amara. Fuori di Porta Nuova | la | folla si estende fino al Parco del Valentino. Dinnanzi al |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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in versi dove il Po dimostra alla Dora sconsolata per | la | dipartita della Principessa la necessità che lo splendore |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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alla Dora sconsolata per la dipartita della Principessa | la | necessità che lo splendore della Casa Sabauda s'estenda |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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ogni confine ... Di che bell'astro il nostro ciel si priva! | La | bela Carôlin s'annoia mortalmente alle interminabili ottave |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dalla madre e dalla cognata. E l'amarezza del distacco, | la | realtà dell'ora triste la riprendono ancora e le stringono |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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E l'amarezza del distacco, la realtà dell'ora triste | la | riprendono ancora e le stringono il cuore distratto per |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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carrozze fosche e disadorne. Il corteo s'arresta presso | la | Porta. Bisogna scendere con la Marchesa di Cinzano, con la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Il corteo s'arresta presso la Porta. Bisogna scendere con | la | Marchesa di Cinzano, con la Contessa di Salmour, con il |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la Porta. Bisogna scendere con la Marchesa di Cinzano, con | la | Contessa di Salmour, con il Marchese di Bianzé, bisogna |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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gala. Un tappeto infiorato segna il breve percorso ... Ma | la | bela Carôlin che tormenta da mezz'ora la mano della Regina, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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percorso ... Ma la bela Carôlin che tormenta da mezz'ora | la | mano della Regina, s'è ora afferrata al braccio di lei e |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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il Conte Lamarmora apre lo sportello e l'invita a scendere, | la | piccola si getta al collo della madre, disperata, folle. Il |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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braccia di lei a forza come si spezza una catena; a forza | la | fanno scendere, le fanno attraversare il breve spazio |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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quasi di peso nella carrozza da viaggio. E là dentro | la | bimba si vede perduta. - Maman! maman! - grida |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sportelli mentre le quattro carrozze s'aprono il varco tra | la | folla. - Maman! maman! Oimè, la madre, gli amici restano |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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s'aprono il varco tra la folla. - Maman! maman! Oimè, | la | madre, gli amici restano indietro, ritornano nelle berline |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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restano indietro, ritornano nelle berline dorate verso | la | Reggia, ch'ella ha dovuto lasciare per sempre. Allora la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la Reggia, ch'ella ha dovuto lasciare per sempre. Allora | la | piccola è presa dal panico folle come chi è trascinato alla |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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panico folle come chi è trascinato alla morte. Ha di fronte | la | severa Marchesa di Salmour, l'arcigno Ambasciatore di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Si vede sola, perduta, si protende forsennata verso | la | folla invocando soccorso. - Maman! maman! E nella folla |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sferzano i cavalli: il convoglio s'affretta, fende | la | folla, procede di corsa, è sul ponte, è oltre il fiume, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dispare ... *** Il Duca di Sassonia fu ottimo sposo per | la | bela Carôlin Il 17 marzo scriveva alla Regina |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dighe des bontés d'une princesse qui réunit aux charmes de | la | plus aimable figure, toutes les vertus de ses augustes |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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les vertus de ses augustes parents". Il 28 dicembre 1782 | la | bela Carôlin moriva in Dresda, poco più di un anno dopo le |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e a diciannove anni non ancora compiuti. Tuchè-me'n po' | la | man, me cari sitadin, Për vive che mi viva vëdrö mai pi |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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che una cosa a questo mondo: avere un figlio maschio; e | la | Regina gli fece un figlio maschio. Ma il Re appena lo vide |
Le Fate d'Oro -
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figlio maschio. Ma il Re appena lo vide rimase di sasso, e | la | Regina pianse dirottamente. Il bambino aveva intorno al |
Le Fate d'Oro -
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e voglio che tutti gli astrologhi del mio regno, pena | la | testa, vengano subito a palazzo. - Gli astrologhi andarono, |
Le Fate d'Oro -
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l'avevano mai veduto. Il Re era diventato malinconico, e | la | Regina non si poteva dar pace d'aver messo al mondo quel |
Le Fate d'Oro -
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rosso dal collo del Principe reale, venga a palazzo, pena | la | testa. Chi m'in- gannerà sarà frustato; chi mi consolerà |
Le Fate d'Oro -
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chi mi consolerà sarà ricompensato. - Tutti venivano a dir | la | sua, e le guar- die avevano la frusta in mano dalla mat- |
Le Fate d'Oro -
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- Tutti venivano a dir la sua, e le guar- die avevano | la | frusta in mano dalla mat- tina alla sera. Un giorno arrivò |
Le Fate d'Oro -
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vostro figliuolo, bisogna che mi cediate il potere. - Il Re | la | guardò meravigliato. Nes- suno gli aveva mai parlato in |
Le Fate d'Oro -
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meravigliato. Nes- suno gli aveva mai parlato in quel modo. | La | vecchina non fiatò, ma il collare color sangue sparì per un |
Le Fate d'Oro -
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come per incanto dal collo del bambino. Il Re si levò | la | corona e la mise in testa alla vecchina, si levò il manto e |
Le Fate d'Oro -
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incanto dal collo del bambino. Il Re si levò la corona e | la | mise in testa alla vecchina, si levò il manto e glielo mise |
Le Fate d'Oro -
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e glielo mise sulle spalle, in mano le dette lo scettro, | la | fece seder sul trono e poi emanò un terzo bando. - Comando |
Le Fate d'Oro -
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- I sudditi mormoravano e dicevano che il Re era ammattito. | La | vecchina ordinò che fossero ab- battuti tutti gli alberi |
Le Fate d'Oro -
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vano continuamente i boschi; i cani erano sempre in moto, e | la | cerbiatta col collare di rose non si trovava. Intanto il |
Le Fate d'Oro -
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di sangue del figlio del Re diventava sempre più grande; | la | Regina si struggeva in pianto, il Re in- cominciava a |
Le Fate d'Oro -
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in- cominciava a temere un inganno. Un giorno fece chiamare | la | vecchina e glielo disse; ma costei rispose: - Sacra Real |
Le Fate d'Oro -
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rispose: - Sacra Real Maestà, se prima della luna nuova | la | cerbiatta col collare di rose non è a palazzo, fatemi pure |
Le Fate d'Oro -
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era mal di poco. Passano sette, passano otto giorni, e | la | cerbiatta non si vede. Alla fine dell'ottavo giorno il Re |
Le Fate d'Oro -
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Alla fine dell'ottavo giorno il Re fece chiamare di nuovo | la | vecchina, le strappò la corona, il manto, le tolse lo |
Le Fate d'Oro -
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giorno il Re fece chiamare di nuovo la vecchina, le strappò | la | corona, il manto, le tolse lo scettro e la fece legare |
Le Fate d'Oro -
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le strappò la corona, il manto, le tolse lo scettro e | la | fece legare dalle guardie. L'aveva ingannato, aveva |
Le Fate d'Oro -
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L'aveva ingannato, aveva devastato le sue foreste, meritava | la | morte e l'a- vrebbe. La mattina seguente ordinò che le |
Le Fate d'Oro -
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devastato le sue foreste, meritava la morte e l'a- vrebbe. | La | mattina seguente ordinò che le fosse tagliata la testa. La |
Le Fate d'Oro -
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vrebbe. La mattina seguente ordinò che le fosse tagliata | la | testa. La vecchina fu messa in una prigione sotterranea; ma |
Le Fate d'Oro -
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La mattina seguente ordinò che le fosse tagliata la testa. | La | vecchina fu messa in una prigione sotterranea; ma essa non |
Le Fate d'Oro -
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tutti i servi, i cortigiani e le guardie, e ordinò che | la | vecchina fosse condotta in sua presenza. Appena la vide le |
Le Fate d'Oro -
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che la vecchina fosse condotta in sua presenza. Appena | la | vide le raccontò il sogno e voleva che essa glielo |
Le Fate d'Oro -
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in libertà, datemi un cavallo, e avanti domattina | la | cerbiatta sarà qui. - Nessuno però la doveva pedinare per |
Le Fate d'Oro -
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e avanti domattina la cerbiatta sarà qui. - Nessuno però | la | doveva pedinare per veder dove andava. Il Re dubitava della |
Le Fate d'Oro -
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vecchina; ma costei tanto fece e tanto disse; che egli | la | lasciò in libertà e le permise di sce- gliere un cavallo |
Le Fate d'Oro -
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di sce- gliere un cavallo fra quelli delle sue scu- derie. | La | vecchina si fece sellare un ca- vallo bianco, veloce come |
Le Fate d'Oro -
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forcò e via di galoppo. Il cavallo, appena ebbe in groppa | la | vecchina, pareva che sapesse da se la strada e avesse le |
Le Fate d'Oro -
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appena ebbe in groppa la vecchina, pareva che sapesse da se | la | strada e avesse le ali. Saliva i monti, scen- deva nelle |
Le Fate d'Oro -
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udì quel lamento rizzò le orecchie, sbuffò, e riprese | la | corsa, schivando i tronchi d'albero e i rami che |
Le Fate d'Oro -
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e si fermò di botto. In mezzo a quella radura, giaceva | la | bella cerbiatta ansante, e grondava sangue da una larga |
Le Fate d'Oro -
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a co- ricarsi accanto alla povera bestia e le lec- cava | la | ferita. La vecchina, intanto, cavò di tasca una boccetta |
Le Fate d'Oro -
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accanto alla povera bestia e le lec- cava la ferita. | La | vecchina, intanto, cavò di tasca una boccetta d'unguento e |
Le Fate d'Oro -
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intanto, cavò di tasca una boccetta d'unguento e le spalmò | la | ferita, che si richiuse subito. Ma la cerbiatta ap- pena |
Le Fate d'Oro -
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e le spalmò la ferita, che si richiuse subito. Ma | la | cerbiatta ap- pena guarita si alzò e in due salti fu |
Le Fate d'Oro -
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fu lontana. Il cavallo nitriva che faceva compas- sione, | la | vecchina la chiamava, ma lei non ascoltava nulla e correva |
Le Fate d'Oro -
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Il cavallo nitriva che faceva compas- sione, la vecchina | la | chiamava, ma lei non ascoltava nulla e correva come il |
Le Fate d'Oro -
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in una valle profonda. In mezzo scorreva un torrente. | La | cerbiatta, sentendosi inseguìta da vicino, stava per |
Le Fate d'Oro -
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quando si fermò un istante a specchiarsi. In quell'istante | la | vecchina la rag- giunse, l'afferrò per il collare di rose, |
Le Fate d'Oro -
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un istante a specchiarsi. In quell'istante la vecchina | la | rag- giunse, l'afferrò per il collare di rose, e così |
Le Fate d'Oro -
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l'afferrò per il collare di rose, e così prigioniera | la | condusse al castello. Il Re non si muoveva dalla finestra |
Le Fate d'Oro -
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castello. Il Re non si muoveva dalla finestra per veder se | la | vecchina arrivava. Appena la vide fece suonare le trombe, e |
Le Fate d'Oro -
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dalla finestra per veder se la vecchina arrivava. Appena | la | vide fece suonare le trombe, e la vecchina insieme con la |
Le Fate d'Oro -
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vecchina arrivava. Appena la vide fece suonare le trombe, e | la | vecchina insieme con la cerbiatta en- trarono nel cortile |
Le Fate d'Oro -
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la vide fece suonare le trombe, e la vecchina insieme con | la | cerbiatta en- trarono nel cortile della reggia, in mezzo |
Le Fate d'Oro -
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cortile della reggia, in mezzo alle allegre fanfare. Subito | la | cerbiatta fu portata alla pre- senza del Re, della Regina, |
Le Fate d'Oro -
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pre- senza del Re, della Regina, del loro figlio e di tutta | la | Corte. La vecchina colse una rosa dal collare fiorito, la |
Le Fate d'Oro -
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del Re, della Regina, del loro figlio e di tutta la Corte. | La | vecchina colse una rosa dal collare fiorito, la passò tre |
Le Fate d'Oro -
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la Corte. La vecchina colse una rosa dal collare fiorito, | la | passò tre volte sul collare di san- gue del figliuolo del |
Le Fate d'Oro -
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di sangue, ma lacrime limpide come gocce d'acqua. Il Re e | la | Regina abbracciarono il fi- glio, piangendo e ridendo dalla |
Le Fate d'Oro -
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glio, piangendo e ridendo dalla gioia. Quan- do rialzarono | la | testa, cercarono la vecchi- na; ma cerca che ti cerco, la |
Le Fate d'Oro -
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dalla gioia. Quan- do rialzarono la testa, cercarono | la | vecchi- na; ma cerca che ti cerco, la vecchina non c'era |
Le Fate d'Oro -
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la testa, cercarono la vecchi- na; ma cerca che ti cerco, | la | vecchina non c'era più. La cerbiatta, invece, s'era |
Le Fate d'Oro -
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na; ma cerca che ti cerco, la vecchina non c'era più. | La | cerbiatta, invece, s'era accucciata ai piedi del figliuolo |
Le Fate d'Oro -
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mai gli occhi dal viso. Il Re voleva rivedere ad ogni costo | la | vecchina. Con quel gran debito di rico- noscenza nel cuore, |
Le Fate d'Oro -
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non poteva stare. Ma per quanto desse ordine a chiunque | la | vedeva di ricondurgliela, non riuscì a sa- perne nulla. |
Le Fate d'Oro -
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dai suoi cortigiani, in una pianura immensa, solo con | la | cerbiatta. Era tardi, aveva fame e bussò alla porta di una |
Le Fate d'Oro -
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c'era un trono tutto d'oro, e su questo trono stava seduta | la | vecchina più grinzosa che mai. Costei sorrise al figliuolo |
Le Fate d'Oro -
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che mai. Costei sorrise al figliuolo del Re e ac- carezzò | la | cerbiatta domandando loro che cosa erano venuti a |
Le Fate d'Oro -
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vigliato che non si rammentava neppure che aveva fame. | La | vecchina lo fece sedere e gli disse che essa voleva dargli |
Le Fate d'Oro -
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prender moglie, perché nessuna donna avrebbe tollerato | la | cerbiatta, e lui non acconsentirebbe mai a separarsi da |
Le Fate d'Oro -
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alla quale voleva tutto il bene del mondo! E chinan- dosi | la | baciò sulla fronte. In quel momento cadde il collare di |
Le Fate d'Oro -
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e una carnagione di latte e sangue. Il figliuolo del Re | la | guardava esta- tico, e lei lo fissava sempre senza proferir |
Le Fate d'Oro -
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esta- tico, e lei lo fissava sempre senza proferir parola. | La | vecchina spiegò tutto, raccontando che una Fata cattiva e |
Le Fate d'Oro -
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per salvarla. Il Principe reale, promise di sposare | la | bella ragazza, e insieme ad essa e alla vecchina fece |
Le Fate d'Oro -
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e furono felici e contenti; e quando mori- rono il Re e | la | Regina, i due Principi ere- ditarono tutto il reame e |
Le Fate d'Oro -
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ditarono tutto il reame e camparono quanto Matusalemme. E | la | vecchina? Essa è sempre nella sua capanna pic- cina |
Le Fate d'Oro -
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Regina! Voglio accertarmi ... (Cerca in tutte le sue tasche | la | chiave della cella dov'è rinchiusa la Reginotta e non la |
LE ULTIME FIABE -
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tutte le sue tasche la chiave della cella dov'è rinchiusa | la | Reginotta e non la trova. Al Ministro) Eccellenza, andate a |
LE ULTIME FIABE -
|
la chiave della cella dov'è rinchiusa la Reginotta e non | la | trova. Al Ministro) Eccellenza, andate a cercare la chiave |
LE ULTIME FIABE -
|
e non la trova. Al Ministro) Eccellenza, andate a cercare | la | chiave in tutti i cassetti della mia camera ... |
LE ULTIME FIABE -
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... (Il Ministro esce di corsa.) Lo fate apposta. Ed ecco, | la | collera mi ha smosso di nuovo l'appetito ... Qualcosa da |
LE ULTIME FIABE -
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una volta un sarto, che campava | la | vita mettendo toppe e rivoltando vestiti usati. Nella sua |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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ci si vedeva appena; per ciò lavorava sempre davanti | la | porta, con gli occhiali sul naso; e, tirando l'ago, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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figliuola bella quanto il sole, ma senza braccia, ed era | la | sua disperazione. Le vicine lo aiutavano: oggi una, domani |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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oggi una, domani un'altra, si prestavano a vestire | la | ragazza, a pettinarla, a lavarle la faccia; egli doveva |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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si prestavano a vestire la ragazza, a pettinarla, a lavarle | la | faccia; egli doveva imboccarla. A ogni boccone, brontolava: |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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brontolava: - Chi non ha braccia, non dovrebbe aver bocca! | La | ragazza, invece di arrabbiarsi per questo continuo |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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a ridere e rispondeva: - Dovevate farmi le braccia e non | la | bocca. La colpa è vostra. - Hai ragione. E il vecchio |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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e rispondeva: - Dovevate farmi le braccia e non la bocca. | La | colpa è vostra. - Hai ragione. E il vecchio riprendeva a |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Zun! Zun! Invece il cattivo tempo peggiorò: gli venne meno | la | vista, gli occhiali non lo aiutarono più; e gli avventori |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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e del suo lavoro. - Figliuola mia, come faremo? - Faremo | la | volontà di Dio. Il bel tempo dee venire. Per abitudine, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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dee venire. Per abitudine, ogni mattina il sarto, aperta | la | botteguccia, si metteva a sedere davanti la porta con le |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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sarto, aperta la botteguccia, si metteva a sedere davanti | la | porta con le mani in mano, aspettando gli avventori che non |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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uomo. - Grazie. Che debbo farne? A cucire non ci vedo più. | La | ragazza, sentendo parlare, s'era affacciata alla porta. - |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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se n'è andato, Il bel tempo è già arrivato. Zun! Zun! Zun! | La | signora, ridendo, scantonò e sparì. Poco dopo, ecco un |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Andò subito a fare un po' di spesa, e poi si mise a cuocere | la | minestra, rimuginando le parole dello sconosciuto: Verrò a |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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- Da qui a domani c'è ventiquattr'ore. Finito di desinare, | la | ragazza guarda per caso la giacca e dà un grido di |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Finito di desinare, la ragazza guarda per caso | la | giacca e dà un grido di sorpresa: la giacca era già bell'e |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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guarda per caso la giacca e dà un grido di sorpresa: | la | giacca era già bell'e rattoppata, e così bene, che pareva |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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della signora! Infatti l'ago non era più al posto dove | la | signora lo aveva messo. - Zitta, figliuola; quest'ago è la |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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la signora lo aveva messo. - Zitta, figliuola; quest'ago è | la | nostra Fortuna. Il padrone della giacca venne a |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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il cenciaiolo li avrebbe voluti. Il sarto se ne stava tutta | la | giornata seduto davanti la porta con le mani in mano |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Il sarto se ne stava tutta la giornata seduto davanti | la | porta con le mani in mano canterellando: - Il mal tempo se |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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passando a cavallo insieme con uno scudiero davanti | la | bottega del sarto, vide la ragazza che stava a sedere |
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insieme con uno scudiero davanti la bottega del sarto, vide | la | ragazza che stava a sedere accanto al padre, e rimase |
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- Ma è senza braccia, Reuccio! - Peccato! Ci ripensò tutta | la | notte, e il giorno appresso volle rivederla. Passò a |
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da Regina. Peccato non abbia le braccia! Ci ripensò tutta | la | notte, e il giorno appresso volle rivederla. Giunto davanti |
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notte, e il giorno appresso volle rivederla. Giunto davanti | la | bottega, sentendo canterellare il sarto, fermò il cavallo: |
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Zun! Zun! Zun! Il Reuccio intanto teneva fissi gli occhi su | la | ragazza. Il sarto, che non sapeva chi egli fosse, lo |
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cieco a palazzo, e raccontò quello ch'era accaduto. Il Re e | la | Regina montarono in furore contro il sarto: - Vecchio |
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- Maestà, io non ci ho colpa! - Vecchio stregone! O rendi | la | vista al Reuccio, o ti fo arrostire vivo vivo! Il povero |
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e dallo sportellino dell'uscio gli diceva: - O rendi | la | vista al Reuccio, o ti fo arrostire vivo vivo. É passato un |
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o ti fo arrostire vivo vivo. É passato un giorno. - O rendi | la | vista al Reuccio, o ti fo arrostire vivo vivo. Son passati |
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E il Re, dallo sportellino dell'uscio: - O rendi | la | vista al Reuccio, o ti fo arrostire vivo vivo. Sono passati |
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Grazia, Maestà! Almeno, prima di morire, Fatemi rivedere | la | figliuola! La grazia gli fu concessa. Il Re e la Regina, |
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Almeno, prima di morire, Fatemi rivedere la figliuola! | La | grazia gli fu concessa. Il Re e la Regina, che avevano |
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rivedere la figliuola! La grazia gli fu concessa. Il Re e | la | Regina, che avevano sentito magnificare dal Reuccio la |
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Re e la Regina, che avevano sentito magnificare dal Reuccio | la | grande bellezza di costei, vollero vederla quand'ella venne |
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battendo le mani dall'allegrezza, si mise a gridare: - | La | vedo! La vedo! Accanto a lei c'è una signora. Il Re e la |
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le mani dall'allegrezza, si mise a gridare: - La vedo! | La | vedo! Accanto a lei c'è una signora. Il Re e la Regina |
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- La vedo! La vedo! Accanto a lei c'è una signora. Il Re e | la | Regina credettero che il Reuccio fosse ammattito. Dov'era |
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ammattito. Dov'era quella signora? - É lì, accanto a lei, e | la | tiene per la mano. - Per la mano? Se non ha braccia! - Io |
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quella signora? - É lì, accanto a lei, e la tiene per | la | mano. - Per la mano? Se non ha braccia! - Io la vedo con le |
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- É lì, accanto a lei, e la tiene per la mano. - Per | la | mano? Se non ha braccia! - Io la vedo con le braccia; ma |
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tiene per la mano. - Per la mano? Se non ha braccia! - Io | la | vedo con le braccia; ma non vedo voialtri. Il Re e la |
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- Io la vedo con le braccia; ma non vedo voialtri. Il Re e | la | Regina, per accertarsi se il Reuccio la vedeva davvero, |
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voialtri. Il Re e la Regina, per accertarsi se il Reuccio | la | vedeva davvero, facevano muovere la ragazza, in punta di |
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se il Reuccio la vedeva davvero, facevano muovere | la | ragazza, in punta di piedi, pel salone; e il Reuccio la |
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la ragazza, in punta di piedi, pel salone; e il Reuccio | la | seguiva con gli occhi inariditi: - É lì ... Ora si affaccia |
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... Ora fa così col capo ... Ora si siede per terra; e | la | signora che l'accompagna fa pure quel che fa lei. Il Re e |
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signora che l'accompagna fa pure quel che fa lei. Il Re e | la | Regina, stupiti, non sapevano che pensare di quel miracolo. |
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che pensare di quel miracolo. - Chi è, bella ragazza, | la | signora invisibile che vi accompagna? - Maestà, non lo so; |
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Maestà, non lo so; son venuta sola a palazzo ... Ahi! Ahi! | La | ragazza sentiva acuti dolori nel punto dove avrebbero |
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le braccia. - Ahi! Ahi! Ed ecco venirle fuori prima | la | punta delle dita, poi le mani, poi i polsi, poi gli |
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e bianche come l'alabastro. Il Reuccio, urtando il Re e | la | Regina, si precipita verso la ragazza, le prende |
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Il Reuccio, urtando il Re e la Regina, si precipita verso | la | ragazza, le prende ansiosamente le mani e comincia a |
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Ma strofinava inutilmente. - Zitti - fece il Reuccio. - | La | signora parla. Il Re e la Regina, dopo tutto quello che |
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- Zitti - fece il Reuccio. - La signora parla. Il Re e | la | Regina, dopo tutto quello che avevano visto, erano proprio |
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diventare. Era chiaro: se il Reuccio voleva ricuperare | la | vista, doveva sposare quella ragazza. La Regina si sdegnò: |
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voleva ricuperare la vista, doveva sposare quella ragazza. | La | Regina si sdegnò: - Sposare la figlia d'un sarto! Ma il Re, |
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sposare quella ragazza. La Regina si sdegnò: - Sposare | la | figlia d'un sarto! Ma il Re, che voleva molto bene al |
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cominciarono subito i preparativi delle nozze del Reuccio. | La | ragazza, vestita con gli abiti da Reginotta, pareva davvero |
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vestita con gli abiti da Reginotta, pareva davvero un sole. | La | Regina non sapeva darsene pace, e le faceva ogni giorno |
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darsene pace, e le faceva ogni giorno mille dispetti. | La | mattina stessa delle nozze, per avvilirla al cospetto di |
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stessa delle nozze, per avvilirla al cospetto di tutta | la | corte, le disse: - Reginotta, ho uno strappo nel manto |
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nel manto reale; nessuno può rammendarlo meglio di voi. | La | ragazza, senza scomporsi, andò di là, prese l'ago datole |
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cominciò umilmente il rammendo del manto della Regina. | La | Regina, vedendola così rassegnata, diventò una vipera: - |
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E le strappò di mano il manto reale. - Infatti, - rispose | la | ragazza - non ho mai dato un punto in vita mia. L'ago |
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L'ago intanto era rimasto attaccato alla stoffa, e durante | la | cerimonia degli sponsali la Regina si sentiva cucire, |
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alla stoffa, e durante la cerimonia degli sponsali | la | Regina si sentiva cucire, cucire tutti i panni addosso, |
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i suoi strilli! Tentava di strapparsi le vesti ma | la | cucitura era così forte, che ci voleva ben altro per |
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ben altro per disfarla. E l'ago cuciva, cuciva, cuciva; e | la | Regina strillava come una pazza, sentendosi trapassare le |
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piedi della Reginotta: - Reginotta, perdono! Salvatemi voi! | La | Reginotta, che aveva già capito di esser protetta da una |
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appetito! Vi faccio compagnia. Che buon odore! ... (Il Re | la | guarda, stupìto, e la lascia fare. La vecchia si serve dei |
LE ULTIME FIABE -
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compagnia. Che buon odore! ... (Il Re la guarda, stupìto, e | la | lascia fare. La vecchia si serve dei meglio bocconi e |
LE ULTIME FIABE -
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odore! ... (Il Re la guarda, stupìto, e la lascia fare. | La | vecchia si serve dei meglio bocconi e mangia |
LE ULTIME FIABE -
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e contraffatta nella persona, e non se ne davano pace. | La | tenevan rinchiusa, sola sola, in una camera appartata e, un |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sola, in una camera appartata e, un giorno il Re, un giorno | la | Regina, le portavan da mangiare in una cesta. Quando erano |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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andar pel mondo. Il cuore mi presagisce che troverò | la | mia fortuna. Il Re non voleva acconsentire: - Dove sarebbe |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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il Re non seppe resistere: - Figliuola mia, parti pure! | La | diè quattrini a sufficienza, e una notte, mentre tutti nel |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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e una notte, mentre tutti nel palazzo reale dormivano, | la | Reginotta si messe in via. Cammina, cammina, arrivò in una |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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modo. - Che cosa è stato, lucertolina? - Mi hanno rotto | la | coda e non ritrovo il pezzettino. O, se tu me lo trovassi, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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O, se tu me lo trovassi, ti farei un gran regalo. | La | Reginotta, impietosita, si dié a frugare: e fruga e rifruga |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mia. Pel tuo regalo, scava qui sotto. Scavato un tantino, | la | Reginotta tirò fuori una cipolla poco più grossa d'una |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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debbo farne? - Tienla cara. Un giorno, forse, ti servirà. | La | Reginotta se la mise in tasca. Strada facendo, incontrò una |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Tienla cara. Un giorno, forse, ti servirà. La Reginotta se | la | mise in tasca. Strada facendo, incontrò una povera vecchia |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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tratto si rompe il sacco, e tutto il grano le va per terra. | La | vecchia cominciò a pelarsi dalla stizza. - Non è nulla |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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cominciò a pelarsi dalla stizza. - Non è nulla disse | la | Reginotta. Ve lo raccatterò io. - Ah, i chicchi son |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Se ne mancasse uno solo, mio marito mi ammazzerebbe! E | la | Reginotta, con una santa pazienza, glielo raccattò tutto, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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che ne faccia? - Tienlo caro. Un giorno, forse, ti servirà. | La | Reginotta se lo mise in tasca. Cammina, cammina, arrivò |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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cascata nel fosso e mi son rotta una gamba. Scese laggiù, | la | prese in collo, e poi la fasciò così bene con un |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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son rotta una gamba. Scese laggiù, la prese in collo, e poi | la | fasciò così bene con un fazzoletto, che quella, alla |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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me ne faccia? - Tienlo caro. Un giorno, forse, ti servirà. | La | Reginotta le staccò dal collare il sonaglino e se lo mise |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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dal collare il sonaglino e se lo mise in tasca, insieme con | la | cipolletta e il coltellino da due soldi. Cammina, cammina, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mano. - Anime cristiane, datemi alloggio per questa notte! | La | padrona pareva una buona donna, e si misero a ragionare in |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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una buona donna, e si misero a ragionare in cucina, mentre | la | pentola bolliva. - Chi siete? Dove andate? La Reginotta |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mentre la pentola bolliva. - Chi siete? Dove andate? | La | Reginotta cominciò a raccontarle la sua storia. - Zitta, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Chi siete? Dove andate? La Reginotta cominciò a raccontarle | la | sua storia. - Zitta, zitta, chiacchierona! Zitta, zitta! |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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storia. - Zitta, zitta, chiacchierona! Zitta, zitta! Era | la | pentola che brontolava; ma la sentiva lei sola. Non le diè |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Zitta, zitta! Era la pentola che brontolava; ma | la | sentiva lei sola. Non le diè retta e continuò un altro |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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reale. - Zitta, zitta, chiacchierona! Zitta, zitta! Era | la | pentola che brontolava; ma la sentiva lei sola. Rimase |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Zitta, zitta! Era la pentola che brontolava; ma | la | sentiva lei sola. Rimase colpita; e si fermò. - E dopo? - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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lei sola. Rimase colpita; e si fermò. - E dopo? - domandò | la | donna. - Eccomi qui. Quando giunse il marito, quella donna |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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che è un sole: conduciamola dal Re. Gli diremo che è | la | sua figliuola, resa così bella da una Fata. La Reginotta la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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diremo che è la sua figliuola, resa così bella da una Fata. | La | Reginotta la chiuderemo nel granaio e ve la lasceremo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la sua figliuola, resa così bella da una Fata. La Reginotta | la | chiuderemo nel granaio e ve la lasceremo morire. - Ma il Re |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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da una Fata. La Reginotta la chiuderemo nel granaio e ve | la | lasceremo morire. - Ma il Re come potrà crederlo? - Ci ho |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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i segnali. Così fecero. Nel mezzo della notte, afferrarono | la | povera Reginotta, la chiusero in un granaio, e il giorno |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Nel mezzo della notte, afferrarono la povera Reginotta, | la | chiusero in un granaio, e il giorno dopo condussero la loro |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la chiusero in un granaio, e il giorno dopo condussero | la | loro figliuola al palazzo reale. Il Re e la Regina, sentita |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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dopo condussero la loro figliuola al palazzo reale. Il Re e | la | Regina, sentita quella storia della Fata, rimanevano ancora |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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quella storia della Fata, rimanevano ancora incerti. Allora | la | ragazza, indettata, disse: - Maestà, non vi ricordate di |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sei nata Regina e non puoi godere della tua Sorte"? Il Re e | la | Regina rimasero. Quelle parole non potea saperle nessun |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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rimasero. Quelle parole non potea saperle nessun altro, che | la | loro figliuola! Abbracciarono la ragazza, e bandirono feste |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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saperle nessun altro, che la loro figliuola! Abbracciarono | la | ragazza, e bandirono feste reali. Ai due che l'avean |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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condotta regalarono un monte di monete d'oro. Intanto | la | povera Reginotta, dopo essersi per tre giorni stemperata in |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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della cipolletta: - Poteva ingannare un po' lo stomaco! E | la | cavò di tasca. - Comanda! Comanda! - Da mangiare! Ed ecco |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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le vigne, gli alberi di quella fattoria eran distrutti. | La | Reginotta partì e arrivò in una città, dove c'era un Re che |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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i più dotti, i più valenti, non n'avean saputo conoscere | la | malattia. Dicevano ch'era matto: ma egli ragionava |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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affacciato a una finestra del palazzo reale, e vide passar | la | Reginotta. - Oh! Com'è brutta! La voglio qui! La voglio |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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reale, e vide passar la Reginotta. - Oh! Com'è brutta! | La | voglio qui! La voglio qui! Il Re la fece chiamare: - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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passar la Reginotta. - Oh! Com'è brutta! La voglio qui! | La | voglio qui! Il Re la fece chiamare: - Ragazza, vorresti |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Oh! Com'è brutta! La voglio qui! La voglio qui! Il Re | la | fece chiamare: - Ragazza, vorresti entrare a servizio? - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Bruttona, fai questo! Bruttona, fai quello. Il Reuccio non | la | comandava altrimenti: volea perfino che rigovernasse i |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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che rigovernasse i piatti. Una volta al Reuccio gli venne | la | voglia dei bacelli; ed era d'autunno! Dove andare a |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mangiare. Il Re avrebbe pagato quei bacelli a peso d'oro. | La | Reginotta rammentossi della cipolletta e la cavò di tasca. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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a peso d'oro. La Reginotta rammentossi della cipolletta e | la | cavò di tasca. - Comanda! Comanda! - Un bel piatto di |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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gli venne voglia d'un pasticcio di lumache. Ma non era | la | stagione. - Pasticcino di lumache! Pasticcino di lumache! |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mangiare. Il Re avrebbe pagato quelle lumache a peso d'oro. | La | Reginotta corse di bel nuovo alla cipolletta. - Comanda! |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un po' in carne. Un'altra volta finalmente gli venne | la | voglia delle polpettine di rondine. Non era la stagione. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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gli venne la voglia delle polpettine di rondine. Non era | la | stagione. Dove andare a pescarle? - Polpettine di rondine! |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Il Re quelle rondini le avrebbe pagate a peso d'oro. | La | Reginotta, al solito, cavò di tasca la cipolletta. - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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pagate a peso d'oro. La Reginotta, al solito, cavò di tasca | la | cipolletta. - Comanda! Comanda! - Polpettine di rondine! Il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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neppure d'essere stato malato. E, un giorno, vista | la | Reginotta: - Oh, come è brutta! - esclamò. - Ma chi è |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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è brutta! - esclamò. - Ma chi è costei? Cacciatela via! | La | Reginotta andò via piangendo: - La sua stella voleva così! |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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costei? Cacciatela via! La Reginotta andò via piangendo: - | La | sua stella voleva così! E incontrò la vecchia, quella del |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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andò via piangendo: - La sua stella voleva così! E incontrò | la | vecchia, quella del grano. - Che cosa è accaduto, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Sta' allegra, figliuola mia! Ti aiuterò io. Vieni con me. E | la | condusse davanti a una grotta. - Ascolta: lì dentro c'è la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la condusse davanti a una grotta. - Ascolta: lì dentro c'è | la | fontana della bellezza. Chi può tuffarvisi a un tratto, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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quattro stanze. Nella prima c'è un drago: buttagli in gola | la | cipolletta, e ti lascerà passare. Nella seconda c'è un |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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d'acciaio, con una mazza di ferro brandita: mostragli | la | lama del coltellino, e ti lascerà passare. Nella terza c'è |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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paura; se no, addio; sei spacciata. Nella quarta stanza c'è | la | fontana. Appena entrata lì, senza esitare un momento, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un momento, tùffati dentro l'acqua con tutte le vesti. | La | Reginotta entrò. Ed ecco il drago con tanto di bocca, che |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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che stendeva il collo per inghiottirsela. Gli butta in gola | la | cipolletta, e quello si ritira, si attorciglia chetamente, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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tutto coperto d'acciaio, che si slancia incontro brandendo | la | mazza, cacciando terribili urli. Gli mostra la lama del |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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brandendo la mazza, cacciando terribili urli. Gli mostra | la | lama del coltellino, e il gigante va a rannicchiarsi in un |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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coltellino, e il gigante va a rannicchiarsi in un canto. | La | Reginotta passa oltre nella terza stanza. Ed ecco il leone, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di esse, le sbrana e se le divora. E lei passa oltre. Vede | la | fontana, e vi si tuffa dentro con tutte le vesti. Si sentì |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Oh, che bellezza! Oh, che bellezza! Se fosse sangue reale, | la | prenderei per moglie. Il Re, che voleva bene al figliuolo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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dovrà farmi tre regali. - Che regali dovrebbe fare? - | La | cresta del gallo d'oro, la pelle del re Moro, il pesce |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Che regali dovrebbe fare? - La cresta del gallo d'oro, | la | pelle del re Moro, il pesce senza fiele. Gli do tempo tre |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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fu tutt'una. E tornò trionfante. - Va bene - disse | la | Reginotta. - Mettetelo lì. Aspetto la pelle del re Moro. Il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Va bene - disse la Reginotta. - Mettetelo lì. Aspetto | la | pelle del re Moro. Il re Moro era terribile. Con lui, fin |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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nessun guerriero. Il Reuccio mandò a sfidarlo: ne voleva | la | pelle. - Venga a prendersela. Si combatterono colle spade, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Son morto! Il Reuccio lo scorticò con diligenza e portò | la | pelle alla Reginotta. - Va bene: mettetela là. Aspetto il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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giorno, tirò fuori un Pesciolino di meschina apparenza. | La | fortuna lo aveva aiutato: era il pesce senza fiele. - Va |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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aveva aiutato: era il pesce senza fiele. - Va bene - disse | la | Reginotta; - mettetelo lì. Ora si mandi dal Re mio padre. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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l'ambasciatore tornò presto: - Quello dice che siamo matti. | La | sua figliuola l'ha lì, chi volesse vederla. - Dunque tu ci |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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lì, chi volesse vederla. - Dunque tu ci hai corbellati! E | la | misero in prigione. Le rimaneva in tasca il sonaglino. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Disperata, si diè a sonarlo furiosamente. Accorse | la | capretta. - Ah, capretta, capretta! Guarda a che sono |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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bene e trattienila in bocca. E intanto che masticava, | la | Reginotta ritornava bruttissima e contraffatta nella |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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senza che le guardie e i carcerieri se n'accorgessero, e | la | Reginotta in quattro salti andò a presentarsi ai suoi |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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in quattro salti andò a presentarsi ai suoi genitori. Come | la | videro, il Re e la Regina capiron subito l'inganno. E |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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a presentarsi ai suoi genitori. Come la videro, il Re e | la | Regina capiron subito l'inganno. E sentito il tradimento di |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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e quella moglie, li mandarono ad arrestare e, insieme con | la | loro figliuola, li fecero buttare in prigione. La Reginotta |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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con la loro figliuola, li fecero buttare in prigione. | La | Reginotta sputò fuori l'erba e ridiventò bellissima. Da che |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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occhi di giorno, con le dita di notte. Continuava a palpare | la | pietra, dal pavimento fin dove arrivavano le sue braccia, |
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e del resto non aveva altro da leggere. Era stata proprio | la | sua arte a condurlo al carcere. La corporazione era forte, |
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Era stata proprio la sua arte a condurlo al carcere. | La | corporazione era forte, rigida nella sua ortodossia, |
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riconosciuta dall' Imperatore, e il suo dettato era chiaro: | la | materia era infinitamente divisibile. La sua immagine era |
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era chiaro: la materia era infinitamente divisibile. | La | sua immagine era l' acqua, non la sabbia; sostenere che ci |
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infinitamente divisibile. La sua immagine era l' acqua, non | la | sabbia; sostenere che ci fossero quei granelli ultimi, gli |
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granelli ultimi, gli atomi, era eresia. Forse chi spendesse | la | vita a dividere l' acqua incontrerebbe alla fine una |
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Non poteva ritrattare. L' occhio della mente gli diceva che | la | materia era vacua e rada, come il cielo stellato; granelli |
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lo avevano murato vivo: affinché parlasse a confutarlo | la | spietata durezza e impenetrabilità della pietra; ma Memnone |
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e impenetrabilità della pietra; ma Memnone sapeva che | la | pietra mentiva, e sapeva che questo era il nocciolo dell' |
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capace di attraversare l' argilla indurita, il bronzo, e | la | pietra che lo seppelliva; e che il suo stesso corpo avrebbe |
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stesso corpo avrebbe potuto assottigliarsi fino a penetrare | la | pietra. Come? "Homo est quod est", l' uomo è ciò che |
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che solo lui ed Ecate conoscevano. Da allora, filtrò | la | broda scartandone le parti più spesse. Dopo qualche mese, o |
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debolezza, ma poi notò, alla luce della finestrella, che | la | sua mano si faceva sempre più diafana, finché ne distinse |
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anch' esse. Si accinse alla prova. Puntò un dito contro | la | pietra e spinse. Provò un formicolio, e vide che il dito |
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e vide che il dito penetrava. Era una doppia vittoria: | la | conferma della sua visione, e la porta verso la libertà. |
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Era una doppia vittoria: la conferma della sua visione, e | la | porta verso la libertà. Attese una notte illune, poi |
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vittoria: la conferma della sua visione, e la porta verso | la | libertà. Attese una notte illune, poi premette le due palme |
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una notte illune, poi premette le due palme con tutta | la | sua forza. Entravano, anche se a stento; entrarono anche le |
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anche se a stento; entrarono anche le braccia. Spinse con | la | fronte, la sentì fondersi con la pietra, progredire |
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a stento; entrarono anche le braccia. Spinse con la fronte, | la | sentì fondersi con la pietra, progredire lentissima, e |
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le braccia. Spinse con la fronte, la sentì fondersi con | la | pietra, progredire lentissima, e nello stesso tempo fu |
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sentì i piedi staccarsi dal pavimento. Quanto era spessa | la | parete? Forse una tesa: la superficie esterna non poteva |
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dal pavimento. Quanto era spessa la parete? Forse una tesa: | la | superficie esterna non poteva essere lontana. S' accorse |
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esterna non poteva essere lontana. S' accorse presto che | la | sua destra era emersa: la sentiva muovere libera nell' |
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lontana. S' accorse presto che la sua destra era emersa: | la | sentiva muovere libera nell' aria, ma stentò a sciogliere |
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della pietra. Non poteva premere dal di fuori contro | la | parete: le mani tornavano a invischiarsi. Si sentiva come |
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nascondersi, subito. Camminava a stento, ma non solo per | la | debolezza e la fatica del tragitto. Bastava il peso del suo |
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subito. Camminava a stento, ma non solo per la debolezza e | la | fatica del tragitto. Bastava il peso del suo corpo, benché |
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correre, senza fermarsi mai. Fino a quando? Era questa | la | libertà? Questo il suo prezzo? Trovò Ecate. Lo aveva |
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meglio aspettare, per sconfiggere i suoi avversari con | la | testimonianza del fatto? La materia, anche la sua, era |
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i suoi avversari con la testimonianza del fatto? | La | materia, anche la sua, era penetrabile, dunque discreta, |
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avversari con la testimonianza del fatto? La materia, anche | la | sua, era penetrabile, dunque discreta, dunque fatta d' |
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lo avrebbe potuto contraddire senza contraddirsi. Prevalse | la | fame. Ecate porse cibo a Memnone giacente: spalla di |
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si enucleassero. Dovette aiutarlo Ecate, facendo leva con | la | punta del coltello. Meglio, per ora, latte, uova e |
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corpo estenuato non sopportava pressioni, tuttavia, dopo | la | lunga astinenza, si stava gonfiando di voglia. Memnone |
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astinenza, si stava gonfiando di voglia. Memnone attirò | la | donna nel letto, la spogliò, e come, poche ore prima, aveva |
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gonfiando di voglia. Memnone attirò la donna nel letto, | la | spogliò, e come, poche ore prima, aveva esplorato la pietra |
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letto, la spogliò, e come, poche ore prima, aveva esplorato | la | pietra del carcere, ne esplorò la pelle: era rimasta |
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prima, aveva esplorato la pietra del carcere, ne esplorò | la | pelle: era rimasta giovane, la sentì morbida, tesa e |
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del carcere, ne esplorò la pelle: era rimasta giovane, | la | sentì morbida, tesa e profumata. Abbracciò la donna, |
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giovane, la sentì morbida, tesa e profumata. Abbracciò | la | donna, allegro di quel vigore ridestato: era un effetto |
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non vinto. Travolto dal desiderio, aveva dimenticato | la | sua nuova condizione. Strinse a sé la donna, e sentì il |
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aveva dimenticato la sua nuova condizione. Strinse a sé | la | donna, e sentì il proprio confine diluirsi nel suo, le due |
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Ecate, troppo più forti delle sue, si rinserrarono. Riprovò | la | vertigine che lo aveva invaso mentre migrava attraverso la |
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la vertigine che lo aveva invaso mentre migrava attraverso | la | pietra: non più fastidiosa adesso, ma deliziosa e mortale. |
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non più fastidiosa adesso, ma deliziosa e mortale. Trascinò | la | donna con sé nella notte perpetua dell' impossibile. |
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- Ne dubito. Ho l'anima percossa da sinistri presentimenti. | La | lettera dello sfortunato Malthus ha scosso la mia fede ... |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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La lettera dello sfortunato Malthus ha scosso | la | mia fede ... Temo che ogni sforzo della scienza per |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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le sorti dell'umanità sia opera vana. Forse provvederà | la | ... natura. I due primati si separarano, e ciascuno prese |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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... natura. I due primati si separarano, e ciascuno prese | la | sua via negli spazii dell'aria. |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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che una gallina piccina piccina, che le teneva compagnia. | La | gallina faceva certe ovina piccine come ceci, ma con una |
Le Fate d'Oro -
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ceci, ma con una frittatina fatta con una di quelle ovina, | la | vecchina si sfamava. Un giorno la frittatina era pronta, |
Le Fate d'Oro -
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con una di quelle ovina, la vecchina si sfamava. Un giorno | la | frittatina era pronta, fu- mante, sulla tavola, quando |
Le Fate d'Oro -
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le parti, poi si fermò sull'orlo del piatto, prese in bocca | la | frittatina e volò via. La vecchina rimase brutta, più |
Le Fate d'Oro -
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del piatto, prese in bocca la frittatina e volò via. | La | vecchina rimase brutta, più brutta del solito, e per quel |
Le Fate d'Oro -
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pensò di farsi un panettino. Ci diventò rossa a lavorare | la | pasta,a scaldare il forno; ma quando il panettino fu sulla |
Le Fate d'Oro -
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il moscone dalle ali d'oro che se lo prese, e volò via. | La | vecchina, che aveva visto il mo- scone col panettino in |
Le Fate d'Oro -
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in bocca, piangeva da intenerire i sassi, ma nessuno | la | sentiva su quel monte alto e deserto. Soltanto la sua |
Le Fate d'Oro -
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nessuno la sentiva su quel monte alto e deserto. Soltanto | la | sua gallina la compativa e faceva: coccodè! coc- codè! La |
Le Fate d'Oro -
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su quel monte alto e deserto. Soltanto la sua gallina | la | compativa e faceva: coccodè! coc- codè! La vecchina, |
Le Fate d'Oro -
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la sua gallina la compativa e faceva: coccodè! coc- codè! | La | vecchina, allora, non sapendo come sfamarsi, prese alcuni |
Le Fate d'Oro -
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pappina con l'olio. Ma quando stava per mettersi in bocca | la | prima cucchiaiata, capitò il solito moscone e portò via la |
Le Fate d'Oro -
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la prima cucchiaiata, capitò il solito moscone e portò via | la | pappa con la sco- della e tutto. La vecchina si mise a |
Le Fate d'Oro -
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capitò il solito moscone e portò via la pappa con | la | sco- della e tutto. La vecchina si mise a piangere ed a |
Le Fate d'Oro -
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moscone e portò via la pappa con la sco- della e tutto. | La | vecchina si mise a piangere ed a strapparsi i capelli. - |
Le Fate d'Oro -
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e una vocina che diceva: - Apritemi per carità! - | La | vecchina, che da anni e anni non sentiva più una voce |
Le Fate d'Oro -
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una bambinuccia pic- cina piccina. - Chi sei? - le domandò | la | vec- china. - Sono Miserina. - E che cosa vieni a fare |
Le Fate d'Oro -
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- Sono venuta a cercare l'erba me- ravigliosa per guarire | la | mia mamma, che spasima in un fondo di letto.. - O chi ti |
Le Fate d'Oro -
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mamma, che spasima in un fondo di letto.. - O chi ti indicò | la | strada fra que- sti sassi? - Il moscone dalle ali d'oro, |
Le Fate d'Oro -
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il moscone va in giro e mi porta sempre da mangiare. - | La | vecchina fremeva; le ballava la scuffia, le tremava la |
Le Fate d'Oro -
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porta sempre da mangiare. - La vecchina fremeva; le ballava | la | scuffia, le tremava la bazza. - Il tuo moscone dalle ali |
Le Fate d'Oro -
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- La vecchina fremeva; le ballava la scuffia, le tremava | la | bazza. - Il tuo moscone dalle ali d'oro è un ladro! - Come |
Le Fate d'Oro -
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mia, e tutte e tre le volte mi ha rubato il de- sinare. | La | bimba si turbò. - Non credevo che il moscone dalle ali |
Le Fate d'Oro -
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facesse certe cose per darmi da mangiare. Non aprirò più | la | mela.... Ma sa- preste indicarmi dove potrei trovare l'erba |
Le Fate d'Oro -
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indicarmi dove potrei trovare l'erba meravigliosa per | la | mamma, che è amma- lata? - La vecchina esitó. Sai che |
Le Fate d'Oro -
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l'erba meravigliosa per la mamma, che è amma- lata? - | La | vecchina esitó. Sai che l'erba meravigliosa non si lascia |
Le Fate d'Oro -
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tre prove. - Le farò, - rispose Miserina - pur di guarire | la | mia mamma. - La prima prova è di andare di notte a prender |
Le Fate d'Oro -
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farò, - rispose Miserina - pur di guarire la mia mamma. - | La | prima prova è di andare di notte a prender la chiave della |
Le Fate d'Oro -
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mia mamma. - La prima prova è di andare di notte a prender | la | chiave della grotta dove cresce l'erba meravigliosa, nel |
Le Fate d'Oro -
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- ci andrò stanotte e mi farò guidare dal mo- scone. - | La | notte, infatti, Miserina partì e dette la via al moscone |
Le Fate d'Oro -
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dal mo- scone. - La notte, infatti, Miserina partì e dette | la | via al moscone dalle ali d'oro. Quelle ali, al buio, |
Le Fate d'Oro -
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lupo. Miserina capì che doveva met- tergli una mano sotto | la | pancia per pi- gliare la chiave. Vi potete figurare se |
Le Fate d'Oro -
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doveva met- tergli una mano sotto la pancia per pi- gliare | la | chiave. Vi potete figurare se quella piccinuccia tremasse! |
Le Fate d'Oro -
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un piccolo movimento, ma non si svegliò, e Miserina, con | la | sua brava chiave in mano, rifece la strada, e quando fu |
Le Fate d'Oro -
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e Miserina, con la sua brava chiave in mano, rifece | la | strada, e quando fu all'imboccatura della tana mandò un |
Le Fate d'Oro -
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della tana mandò un gran sospiro. Il moscone | la | ricondusse dalla vec- china alla quale Miserina raccontò |
Le Fate d'Oro -
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alla quale Miserina raccontò tutto. - Stanotte, - le disse | la | vecchina - devi metterti in cammino ben provvista, perché |
Le Fate d'Oro -
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- devi metterti in cammino ben provvista, perché dietro | la | porta della grotta dove cresce l'erba meravigliosa, c'è un |
Le Fate d'Oro -
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e ne facessi delle schiacciate per buttarle al drago?... - | La | vecchina le disse che facesse pure, e Miserina stette tutto |
Le Fate d'Oro -
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gliere canestre di ghiande, a cuocerle e ad impastarle. | La | sera non ne poteva più, ma aveva fatto due schiacciatone da |
Le Fate d'Oro -
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da sfamare dieci draghi. E anche quella sera dette | la | via al moscone e si avviò dietro a lui. Il moscone dalle |
Le Fate d'Oro -
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moscone e si avviò dietro a lui. Il moscone dalle ali d'oro | la | menò in riva a un lago e si fermò all'imboccatura di una |
Le Fate d'Oro -
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e si fermò all'imboccatura di una grotta. Miserina mise | la | chiave nella serratura e aprì. - Che vuoi? - domandò una |
Le Fate d'Oro -
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- Sono Miserina, e vengo a prender l'erba meravigliosa per | la | mamma malata. - Allora non porti altro che miseria, e te ne |
Le Fate d'Oro -
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e roba buona. - Il drago guardó subito se Miserina di- ceva | la | verità. Le schiacciate gli fecero gola e la lasciò passare, |
Le Fate d'Oro -
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di- ceva la verità. Le schiacciate gli fecero gola e | la | lasciò passare, ma l’avvertì che se gli pestava una |
Le Fate d'Oro -
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dove mettere i piedini per arrivare in fondo, dove c'era | la | fontana presso la quale cre- sceva l'erba meravigliosa. |
Le Fate d'Oro -
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piedini per arrivare in fondo, dove c'era la fontana presso | la | quale cre- sceva l'erba meravigliosa. Finalmente potè |
Le Fate d'Oro -
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ma il drago, che aveva divorate le schiacciate, non | la | vo- leva lasciare andare se non le prometteva di tornar la |
Le Fate d'Oro -
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la vo- leva lasciare andare se non le prometteva di tornar | la | sera dopo da lui con altre due schiacciate. Miserina glielo |
Le Fate d'Oro -
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Miserina glielo promise. Bada bene, se non mantieni | la | pro- messa, io non t'insegno dov'è la fontana della Salute, |
Le Fate d'Oro -
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bene, se non mantieni la pro- messa, io non t'insegno dov'è | la | fontana della Salute, nella quale bisogna tuffare 1'erba |
Le Fate d'Oro -
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le ghiande, cuocerle, impastarle, stanca come era? | La | vecchina la consolò. - Prova: se ne vedon tanti dei mi- |
Le Fate d'Oro -
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ghiande, cuocerle, impastarle, stanca come era? La vecchina | la | consolò. - Prova: se ne vedon tanti dei mi- racoli. - |
Le Fate d'Oro -
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il drago e andò alla fontana. Questa volta non aprì neppur | la | mela di legno dov’era il moscone, perché la strada la |
Le Fate d'Oro -
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non aprì neppur la mela di legno dov’era il moscone, perché | la | strada la sapeva da sè, e in poco tempo tornò gloriosa e |
Le Fate d'Oro -
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la mela di legno dov’era il moscone, perché la strada | la | sapeva da sè, e in poco tempo tornò gloriosa e trionfante |
Le Fate d'Oro -
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dalla vecchina col ramo in mano, gocciolante d'acqua. | La | vecchina l’abbracciò e le dette una spilla d'oro, dicendole |
Le Fate d'Oro -
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quando aveva bisogno di lei bastava che ficcasse in terra | la | spilla e le sarebbe apparsa. Miserina dette la via al |
Le Fate d'Oro -
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in terra la spilla e le sarebbe apparsa. Miserina dette | la | via al moscone, per- ché le insegnasse la strada più corta, |
Le Fate d'Oro -
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Miserina dette la via al moscone, per- ché le insegnasse | la | strada più corta, e tra- versando la valle degli |
Le Fate d'Oro -
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per- ché le insegnasse la strada più corta, e tra- versando | la | valle degli Incantesimi tornò dalla sua mamma. Ella stava |
Le Fate d'Oro -
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il ramo del- l’erba meravigliosa, si riebbe, abbracciò | la | bimba, si fece raccontare quel che aveva fatto per |
Le Fate d'Oro -
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dalla consola- zione. Miserina campò felice e contenta con | la | sua mamma, e non ebbe mai bisogno di ficcar lo spillo d'oro |
Le Fate d'Oro -
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bisogno di ficcar lo spillo d'oro in terra per chia- mare | la | vecchina. E il moscone dalle ali d'oro? È rimasto nella |
Le Fate d'Oro -
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simi ad aspettare un'altra bambina affet- tuosa per | la | mamma sua, come Miserina. |
Le Fate d'Oro -
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levatosi, secondo il solito alle sette albe, metteva | la | casa a rumore. Aveva tirato pei piedi la servotta che |
Racconti 2 -
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albe, metteva la casa a rumore. Aveva tirato pei piedi | la | servotta che dormiva, nello stanzino accanto alla cucina, |
Racconti 2 -
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cima alla scala, aveva dato una voce al ragazzo coricato su | la | ticchiena della stalla: - Dà l'orzo alla mula e cava |
Racconti 2 -
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Non ti son parse sufficienti dieci ore di sonno? - Prèsia, | la | servotta, si stirava tutta, sbadigliava, niente persuasa |
Racconti 2 -
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fare. - Non lo sai? Sangue di ... ! Volete farmi disperare! | La | semente del grano dovrò andare a buttarla al diavolo forse |
Racconti 2 -
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donna Carmela. Don Michele stette zitto, aggirandosi per | la | camera, brontolando parole mozze, scostando una sedia, |
Racconti 2 -
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sedia, appendendo una chiave al suo chiodo, stizzito che | la | semente fosse all'ordine e cosí gli mancasse un pretesto di |
Racconti 2 -
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serviva per lui solo, don Michele scendeva giú in istalla. | La | mula non voleva bere; e il ragazzo, sapendo che le mani e |
Racconti 2 -
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gli lasciavano il segno per un paio di giorni quando | la | mula non voleva bere, s'era messo a piangere: - Sono io |
Racconti 2 -
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forse che le dico di non bere? ... Ehíi! ... Ehíi! ... - E | la | stimolava col fischio. La mula annusava l'acqua |
Racconti 2 -
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bere? ... Ehíi! ... Ehíi! ... - E la stimolava col fischio. | La | mula annusava l'acqua svogliatamente, agitando le orecchie |
Racconti 2 -
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le orecchie stracche stracche; e intingendo nel catino | la | punta delle labbra, scuoteva la testa, sbuffava, faceva |
Racconti 2 -
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e intingendo nel catino la punta delle labbra, scuoteva | la | testa, sbuffava, faceva versacci col muso all'aria, |
Racconti 2 -
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Don Michele diè una pedata al ragazzo e gli strappò di mano | la | fune della cavezza. - T'ingegni, eh? di farmi patire |
Racconti 2 -
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avrò scorticato vivo con le mie proprie mani! E accarezzava | la | mula, palpandole la pancia, accomodandole il ciuffo sulla |
Racconti 2 -
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con le mie proprie mani! E accarezzava la mula, palpandole | la | pancia, accomodandole il ciuffo sulla fronte, passandole la |
Racconti 2 -
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la pancia, accomodandole il ciuffo sulla fronte, passandole | la | mano sulla schiena. - Che hai, bella bellina? Perché non |
Racconti 2 -
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bellina? Perché non vuoi bere? Ehíi! Ehíi, bella! - Ma | la | mula si tirava indietro, sorda alle carezze e al fischio |
Racconti 2 -
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e a invocare nello stesso tempo, le anime del Purgatorio, | la | Madonna e sant'Alòi protettore dei cavalli, degli asini e |
Racconti 2 -
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con le mani ciondoloni e le gambe larghe, guardava | la | mula che, attaccata alla mangiatoia, nemmeno fiutava l'orzo |
Racconti 2 -
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che, attaccata alla mangiatoia, nemmeno fiutava l'orzo o | la | paglia, e voltava la testa verso di lui, quasi domandasse |
Racconti 2 -
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mangiatoia, nemmeno fiutava l'orzo o la paglia, e voltava | la | testa verso di lui, quasi domandasse aiuto, poverina, con |
Racconti 2 -
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quegli occhi dolenti. - Quarant'onze di mula! Un tegolo su | la | testa! Quest'anno, dovrò chieder l'elemosina con una canna |
Racconti 2 -
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si voltò come un arrabbiato: - Che avete? - Niente, forse | la | febbre. Badate alla mula -. La povera donna non poteva star |
Racconti 2 -
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- Che avete? - Niente, forse la febbre. Badate alla mula -. | La | povera donna non poteva star ritta e si appoggiava al muro, |
Racconti 2 -
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aveva appena trent'anni. Don Michele continuava a guardare | la | mula, quasi avesse voluto risanarla con gli occhi e col |
Racconti 2 -
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moglie disse soltanto - Cercate d'ammalarvi pure voi! Cosí | la | festa sarà completa -. Donna Carmela, che aveva fatto il |
Racconti 2 -
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don Michele, potete disporvi a far conciare questo cuoio; | la | mula è ita! Don Michele tornava a prendersela coi santi e |
Racconti 2 -
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è ita! Don Michele tornava a prendersela coi santi e con | la | Madonna, e non si accorgeva della moglie che tremava in un |
Racconti 2 -
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come una moribonda. - Ah, Signore, Signore! Sia fatta | la | vostra santa volontà! - Eran dodici anni che la poveretta |
Racconti 2 -
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Sia fatta la vostra santa volontà! - Eran dodici anni che | la | poveretta faceva, a quel modo, la santa volontà di Dio; |
Racconti 2 -
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- Eran dodici anni che la poveretta faceva, a quel modo, | la | santa volontà di Dio; senza un giorno lieto e tranquillo, |
Racconti 2 -
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che non aveva mai avuto una buona parola per lei, e che | la | teneva quasi senza scarpe ai piedi, quantunque ella gli |
Racconti 2 -
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gli avesse portato piú di ottocent'onze di dote! E tutta | la | giornata stette là e in cucina a preparare beveroni di |
Racconti 2 -
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insieme con Prèsia, o a fare suffumigi di nepitella sotto | la | froge della mula, mentre don Michele, tenendola per la |
Racconti 2 -
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la froge della mula, mentre don Michele, tenendola per | la | cavezza accanto alla mangiatoia, le parlava come a una |
Racconti 2 -
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accanto alla mangiatoia, le parlava come a una cristiana; e | la | mula alzava la testa e lo guardava quasi capisse quei |
Racconti 2 -
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le parlava come a una cristiana; e la mula alzava | la | testa e lo guardava quasi capisse quei discorsi. La povera |
Racconti 2 -
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alzava la testa e lo guardava quasi capisse quei discorsi. | La | povera donna si sentiva rotte schiena e gambe dal salire e |
Racconti 2 -
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potuto mettere fra i denti neanco uno spicchio di fava; | la | bocca dello stomaco le si era serrata. Quell'odor di |
Racconti 2 -
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le si era serrata. Quell'odor di nepitella che invadeva | la | casa le dava nausea; e don Michele inoltre, mangiando, |
Racconti 2 -
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se pure sant'Alòi lo benedice -. Di chiamare il medico per | la | moglie non se ne discorreva neppure. Anzi, in quegli otto |
Racconti 2 -
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replicato piú volte: - Cercate di ammalarvi anche voi; cosí | la | festa sarà completa! - E la voce pareva minacciasse. Per |
Racconti 2 -
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di ammalarvi anche voi; cosí la festa sarà completa! - E | la | voce pareva minacciasse. Per non fargli fare altri peccati, |
Racconti 2 -
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puzzo di setone e di nepitella che le mozzava il fiato. E | la | notte, appena don Michele, che dormiva vestito, si levava |
Racconti 2 -
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che dormiva vestito, si levava per visitare e assistere | la | povera bestia, ella gli andava dietro, mezza discinta; e |
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al muro per non cadere, tanto stentava a reggersi in piedi. | La | mattina che non ebbe piú forza di levarsi, don Michele |
Racconti 2 -
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mia rovina! Siete sempre stata una buona a niente e per ciò | la | casa è al tracollo! E Cristo, di lassú, vede la mula e non |
Racconti 2 -
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e per ciò la casa è al tracollo! E Cristo, di lassú, vede | la | mula e non vede voi, non vede! - State zitto - gli disse la |
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la mula e non vede voi, non vede! - State zitto - gli disse | la | poveretta. - Questa volta il Signore vi ascolterà! - Don |
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- Don Michele fece un'alzata di spalla e andò presso | la | mula, ch'era diventata uno scheletro e si strascinava tra |
Racconti 2 -
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mula, ch'era diventata uno scheletro e si strascinava tra | la | vita e la morte. Quarant'onze di mula! E ora nessuno |
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diventata uno scheletro e si strascinava tra la vita e | la | morte. Quarant'onze di mula! E ora nessuno l'avrebbe pagata |
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di venire a dirgli che mentre lui si confondeva con | la | mula, la povera signora moriva, don Michele rispose: - Va a |
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venire a dirgli che mentre lui si confondeva con la mula, | la | povera signora moriva, don Michele rispose: - Va a farti |
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moriva, don Michele rispose: - Va a farti friggere tu e | la | tua signora! Prèsia insistette: - Se passa don Antonio, gli |
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dirò di salire. - Zitta! - E fece atto di volerle dare con | la | fune della cavezza. Prèsia alzò la voce: - Già la povera |
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atto di volerle dare con la fune della cavezza. Prèsia alzò | la | voce: - Già la povera signora morrà prima della mula; e voi |
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dare con la fune della cavezza. Prèsia alzò la voce: - Già | la | povera signora morrà prima della mula; e voi l'avrete su la |
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la povera signora morrà prima della mula; e voi l'avrete su | la | coscienza! Neppure una cagna si lascia in abbandono a |
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vita! Per questo ora Dio non vi aiuta! - Zitta!!! - | La | mula morrà; il Signore è giusto! Ma voi meritereste anche |
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le viste di non sentirla, e col capo della fune strofinava | la | fronte della mula che teneva giú la testa e pareva volesse |
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della fune strofinava la fronte della mula che teneva giú | la | testa e pareva volesse baciare la terra. Quando la gna' |
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della mula che teneva giú la testa e pareva volesse baciare | la | terra. Quando la gna' Rosa, una vicina, venne a dirgli: - |
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giú la testa e pareva volesse baciare la terra. Quando | la | gna' Rosa, una vicina, venne a dirgli: - C'è il dottore - |
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rovesciar giú dal cielo angioli, santi, serafini, e Gesú e | la | Madonna ... - Anima dannata! - La gna Rosa scappò via, |
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santi, serafini, e Gesú e la Madonna ... - Anima dannata! - | La | gna Rosa scappò via, facendosi il segno della santa croce: |
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il segno della santa croce: - È proprio miracolo, se | la | casa non subissa dalle fondamenta! - Don Michele trovò don |
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già scritto qualcosa su d'un pezzettino di carta. - Ma è | la | prima mattina ch'ella resta a letto! - E non sapeva |
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della sedia e il capo fra le mani. - Non c'è figliuoli, e | la | roba torna alla parentela - dicevano tra loro le comari del |
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penare dodici anni quella santa creatura. Finalmente, se | la | leva di torno! - La povera donna era stesa sul letto, col |
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quella santa creatura. Finalmente, se la leva di torno! - | La | povera donna era stesa sul letto, col capo affondato nei |
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gli occhi infossati, il naso filigginoso e un affanno che | la | faceva smaniare. Appena il viatico andò via, ella fe' cenno |
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bene? Ora rimango in mezzo a una strada; devo rendere | la | dote. E se muore anche la mula, è meglio impiccarmi! Ci ho |
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mezzo a una strada; devo rendere la dote. E se muore anche | la | mula, è meglio impiccarmi! Ci ho già pensato. Faccio un |
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a una trave del tetto. - Scellerato! Ne sareste capace! - | La | poveretta lo rimproverava dolcemente, guardandolo con occhi |
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di perdono. Ma colui continuava, e le lagrime gli lavavano | la | faccia: - Sí, sí! Se accade la disgrazia, com'è vero che |
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e le lagrime gli lavavano la faccia: - Sí, sí! Se accade | la | disgrazia, com'è vero che c'è Dio, subito m'impicco! ... Ma |
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disgrazia, com'è vero che c'è Dio, subito m'impicco! ... Ma | la | bella Madre dei malati farà il miracolo! ... Se no, prima |
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... Se no, prima che i vostri parenti vengano a spogliarmi | la | casa per riprendere la dote, un nodo scorsoio alla fune |
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vostri parenti vengano a spogliarmi la casa per riprendere | la | dote, un nodo scorsoio alla fune della cavezza ... Cosí |
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a stento una mano. Don Michele pareva volesse sbattere | la | testa ai muri dalla desolazione. Allora donna Carmela, |
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e scarmigliata, si asciugava gli occhi col grembiule, | la | chiamò e le disse una parola che dovette replicare perché |
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sentendo dalla sua stessa bocca ch'ella voleva lasciare | la | propria roba al marito, con l'obbligo di quattro messe nei |
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a tanto strazio, era andato giú in istalla; e accarezzava | la | mula, e le lavava le froge con acqua di nepitella. - Se non |
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di stenti; chi se ne cura? Povera bestia! Lo sai che ora | la | padrona non scenderà piú a portarti con le sue mani la |
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ora la padrona non scenderà piú a portarti con le sue mani | la | misurina dell'orzo? La mula, per l'acqua di nepitella che |
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piú a portarti con le sue mani la misurina dell'orzo? | La | mula, per l'acqua di nepitella che le entrava nelle narici, |
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l'acqua di nepitella che le entrava nelle narici, scuoteva | la | testa e pareva rispondesse che piú non le importava di |
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istalla, sedeva da piè del letto, con le braccia in croce e | la | testa bassa, tutto compunto; e sua moglie non migliorava né |
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non migliorava né peggiorava, sempre con quell'affanno che | la | faceva smaniare. - Se la bella Madre dei malati non vuol |
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sempre con quell'affanno che la faceva smaniare. - Se | la | bella Madre dei malati non vuol farle il miracolo, perché |
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bella Madre dei malati non vuol farle il miracolo, perché | la | lascia qui, a penare, questa santa creatura? È uno strazio! |
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strazio! Dovrebbe portarsela in paradiso. - Già! Ora che | la | signora ha fatto testamento, la Madonna dovrebbe portarsela |
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in paradiso. - Già! Ora che la signora ha fatto testamento, | la | Madonna dovrebbe portarsela in paradiso -. E Prèsia andò a |
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stare a sentirle; ribolliva tutta dentro, e si mordeva | la | lingua che non sapeva piú tenere in freno. Il dottore |
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cosí lo zi' Decu, che una mattina disse chiaro e tondo che | la | mula non sarebbe arrivata fino a sera: - Mandatela a |
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dava pace: - Quarant'onze di mula! ... Ah, in casa mia c'è | la | maledizione di Dio! Voglio farla ribenedire da cima a |
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e ha avuto tutti i sacramenti della chiesa, costei campa! E | la | mula che pareva dovesse guarire, se la mangeranno i cani |
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costei campa! E la mula che pareva dovesse guarire, se | la | mangeranno i cani dietro il Castello! Ah, c'è qualcuno |
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tre figliuole: le due maggiori eran superbe e cattive, | la | minore, invece, era la più bella e buona creatura che ci |
Le Fate d'Oro -
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due maggiori eran superbe e cattive, la minore, invece, era | la | più bella e buona creatura che ci fosse al mondo. Non |
Le Fate d'Oro -
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creatura che ci fosse al mondo. Non soltanto il padre e | la | madre anda- vano orgogliosi di lei, ma anche tutti i sud- |
Le Fate d'Oro -
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avrebbero sposato. - Io non sposerò se non un Re, - disse | la | maggiore. - E io almeno almeno un Granduca, - disse la |
Le Fate d'Oro -
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la maggiore. - E io almeno almeno un Granduca, - disse | la | secondogenita. - Come siete ambiziose! - osservò la minore |
Le Fate d'Oro -
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- disse la secondogenita. - Come siete ambiziose! - osservò | la | minore ridendo. - Io mi contenterei anche del Bue Rosso di |
Le Fate d'Oro -
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- Io mi contenterei anche del Bue Rosso di Narroway. - | La | mattina dopo, essa non pensava già più a quel che aveva |
Le Fate d'Oro -
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dopo, essa non pensava già più a quel che aveva detto | la | sera prima; se ne dicon tante delle cose senza riflettere! |
Le Fate d'Oro -
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alla porta di casa. Era il Bue Rosso, che veniva a prendere | la | sua sposa. Vi potete figurare come tutti al pa- lazzo si |
Le Fate d'Oro -
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delle bestie più orribili che vi fossero al mondo. Il Re e | la | Regina non sapevano come fare a salvar la figliuola. |
Le Fate d'Oro -
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al mondo. Il Re e la Regina non sapevano come fare a salvar | la | figliuola. Finalmente, pensa e ripensa, stabilirono |
Le Fate d'Oro -
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stabilirono d'ingannare il Bue Rosso e di mandarlo via con | la | balia, che era una vecchiona, brutta e grinzosa. Infatti, |
Le Fate d'Oro -
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un bosco folto, ma aiutatemi a dir folto, fece un salto, e | la | vecchia cascò per terra. Allora il Bue Rosso tornò |
Le Fate d'Oro -
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tornò addietro, mugghiando più forte di prima. Il Re e | la | Regina gli misero in groppa a una a una tutte le serve; e |
Le Fate d'Oro -
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loro furono meglio trattate della balia. Allora il Re e | la | Regina furono costretti a mettergli in groppa la figliuola |
Le Fate d'Oro -
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il Re e la Regina furono costretti a mettergli in groppa | la | figliuola minore. La Principessa e il Bue traversarono |
Le Fate d'Oro -
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furono costretti a mettergli in groppa la figliuola minore. | La | Principessa e il Bue traversarono tante e tante foreste |
Le Fate d'Oro -
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pagnia. Quando furono in mezzo agli ospiti del castello, | la | Principessa scòrse uno spillo conficcato nel cuoio del Bue, |
Le Fate d'Oro -
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glielo tolse, e tutti restarono a bocca aperta, vedendo | la | bestia spaventosa convertirsi in un gio- vane e bellissimo |
Le Fate d'Oro -
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e bellissimo Principe. Figuratevi un po' come fosse felice | la | Principessa ve- dendolo cadere ai suoi piedi, ringrazian- |
Le Fate d'Oro -
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e per quanto lo cercassero non poterono più trovarlo. | La | Principessa risolse di visitare tutto il mondo per |
Le Fate d'Oro -
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attraversò un bosco foltissimo, e avendo smarrita | la | via mentre annottava, essa era certa di dover morire di |
Le Fate d'Oro -
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abitava una vecchie- rella, che le dette cibo ed alloggio. | La | mattina la vecchierella le consegnò tre noci, dicendole che |
Le Fate d'Oro -
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vecchie- rella, che le dette cibo ed alloggio. La mattina | la | vecchierella le consegnò tre noci, dicendole che non le |
Le Fate d'Oro -
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non si sentiva schiantare il cuore dal dolore. Le insegnò | la | strada e la mandò in pace con Dio, e la Principessa riprese |
Le Fate d'Oro -
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schiantare il cuore dal dolore. Le insegnò la strada e | la | mandò in pace con Dio, e la Principessa riprese il faticoso |
Le Fate d'Oro -
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dolore. Le insegnò la strada e la mandò in pace con Dio, e | la | Principessa riprese il faticoso viaggio. Non aveva fatto |
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e di belle cose per lo sposalizio del Duca. Finalmente | la | bella Principessa giunse in vista di un castello che non |
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dame, cavalieri, paggi e valletti. Potete essere sicuri che | la | Principessa a quella vista si sentì schiantare il cuore dal |
Le Fate d'Oro -
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ne scappò fuori una vecchina piccina pic- cina, che cardava | la | lana. La Principessa andò subito al castello e chiese di |
Le Fate d'Oro -
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fuori una vecchina piccina pic- cina, che cardava la lana. | La | Principessa andò subito al castello e chiese di vedere la |
Le Fate d'Oro -
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La Principessa andò subito al castello e chiese di vedere | la | signora, la quale, appena scòrse la don- nina, piccina |
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andò subito al castello e chiese di vedere la signora, | la | quale, appena scòrse la don- nina, piccina piccina, che |
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e chiese di vedere la signora, la quale, appena scòrse | la | don- nina, piccina piccina, che cardava senza fermarsi mai, |
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don- nina, piccina piccina, che cardava senza fermarsi mai, | la | chiese alla Principessa, e le offrì in cambio di scegliere |
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in cambio di scegliere qualche cosa nel castello. - Ve | la | darò soltanto col patto che ritardiate di un giorno il |
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sta- notte sulla terrazza davanti alla camera di lui. - | La | signora desiderava tanto la don- nina, che concesse alla |
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davanti alla camera di lui. - La signora desiderava tanto | la | don- nina, che concesse alla Principessa quanto chiedeva. |
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chiedeva. Quando fu buio e il Duca fu bene addormentato, | la | ragazza andò sulla terrazza, e con voce dolce e monotona |
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e monotona co- minciò a cantare. Cantò e ricantò tutta | la | notte, ma il Duca non si svegliò mai, e la mattina la |
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e ricantò tutta la notte, ma il Duca non si svegliò mai, e | la | mattina la innamorata scese desolata dalla terrazza senza |
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tutta la notte, ma il Duca non si svegliò mai, e la mattina | la | innamorata scese desolata dalla terrazza senza sapere se |
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senza sapere se era stata udita o no. Ella schiacciò | la | seconda noce dalla quale scappò fuori una donnina, piccina |
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quale scappò fuori una donnina, piccina piccina, che filava | la | canapa. Essa piac- que tanto alla signora che, dietro |
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acconsentì a protrarre di un altro giorno le nozze. Ma | la | Principessa non fu più fortu- nata la seconda notte della |
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giorno le nozze. Ma la Principessa non fu più fortu- nata | la | seconda notte della prima. Dispe- rata, schiacciò l’ultima |
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e ne uscì fuori una donnina, piccina piccina, che dipanava | la | seta. Allo stesso patto la cede alla signora. La mattina, |
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piccina piccina, che dipanava la seta. Allo stesso patto | la | cede alla signora. La mattina, allorchè il Duca si ve- |
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dipanava la seta. Allo stesso patto la cede alla signora. | La | mattina, allorchè il Duca si ve- stiva, il servo gli |
Le Fate d'Oro -
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di seguito. - Il Duca si coricò, fece finta di dor- mire, e | la | Principessa, entrando nella ter- razza, si mise a cantare |
Le Fate d'Oro -
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che mai, pensando che era l'ultima volta che tentava | la | prova. Il Duca udendo la voce della bella e cara |
Le Fate d'Oro -
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che era l'ultima volta che tentava la prova. Il Duca udendo | la | voce della bella e cara Principessa, si alzò. Corse subito |
Le Fate d'Oro -
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una maga, i cui incantesimi sarebbero cessati soltanto dopo | la | loro unione. La Principessa, felicissima di poterlo |
Le Fate d'Oro -
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incantesimi sarebbero cessati soltanto dopo la loro unione. | La | Principessa, felicissima di poterlo liberare, acconsentì a |
Le Fate d'Oro -
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felicissima di poterlo liberare, acconsentì a sposarlo, e | la | maga fuggì dal paese spaventata dalla collera del Duca, e |
Le Fate d'Oro -
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aveva paura di morire prima di aver trovato pel suo Reuccio | la | più bella, la più ricca, la più buona Reginotta del mondo. |
LE ULTIME FIABE -
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morire prima di aver trovato pel suo Reuccio la più bella, | la | più ricca, la più buona Reginotta del mondo. La Regina gli |
LE ULTIME FIABE -
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di aver trovato pel suo Reuccio la più bella, la più ricca, | la | più buona Reginotta del mondo. La Regina gli diceva: - La |
LE ULTIME FIABE -
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più bella, la più ricca, la più buona Reginotta del mondo. | La | Regina gli diceva: - La più buona, sì; è l'importante. Ma |
LE ULTIME FIABE -
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la più buona Reginotta del mondo. La Regina gli diceva: - | La | più buona, sì; è l'importante. Ma ... - Ma che cosa? - Non |
LE ULTIME FIABE -
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... - Ma che cosa? - Non vorrebbe dir niente se non fosse | la | più bella; la bellezza dura poco. E poi ... - E poi che |
LE ULTIME FIABE -
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cosa? - Non vorrebbe dir niente se non fosse la più bella; | la | bellezza dura poco. E poi ... - E poi che cosa? - Non |
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contento di quel che gli era stato rivelato. Quantunque | la | Regina avesse detto: - Non voglio saper niente! - nel suo |
LE ULTIME FIABE -
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saper niente! - nel suo interno si struggeva di conoscere | la | risposta del Mago. Il Re, dall'altro canto, era smanioso di |
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Mago. Il Re, dall'altro canto, era smanioso di parteciparle | la | triste notizia, per avere almeno una persona con cui |
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per avere almeno una persona con cui sfogarsi a lamentare | la | cattiva sorte del Reuccio. Ma nessuno dei due voleva essere |
LE ULTIME FIABE -
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Ma nessuno dei due voleva essere il primo a disdirsi. | La | Regina, a un gesto equivoco del Re, si affrettava a |
LE ULTIME FIABE -
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dirvi qualcosa? - rispondeva il Re impermalito. Un giorno, | la | Regina disse al Re: - Maestà, voi avete una gran voglia di |
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Re: - Maestà, voi avete una gran voglia di farmi conoscere | la | risposta del Mago. - Io? - rispose il Re. - Maestà, voi |
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muore! - Dice il Gran Mago - replicò il Re alzando | la | voce - che il Reuccio sposerà una cagnetta zoppa! Zoppa, |
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Avevan finito, come sempre, con scambiarsi insolenze. | La | Regina, piccosa, andò a trovare il Gran Mago, e per |
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chiaro: non capisco. - Non è colpa mia, se non capite! | La | Regina tornò, mortificatissima, al palazzo reale. Il Re |
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il Consiglio della Corona. - Maestà, mandiamo a chiedere | la | Reginotta di Spagna? Fu interrogato il Reuccio: - Reuccio, |
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di Spagna? Fu interrogato il Reuccio: - Reuccio, sposereste | la | Reginotta di Spagna? - È nera come il pepe e gobbina per |
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Si accostò, e dai solchi delle ruote sul terreno, capì che | la | povera cagnetta era stata travolta sotto le ruote di un |
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di un carro e ne aveva avuto stritolata una zampa. Perciò | la | poverina guaiva, guaiva! Pareva che chiedesse aiuto. |
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guaiva! Pareva che chiedesse aiuto. Impietosito il Reuccio | la | raccolse, l'affidò a uno del suo seguito, e tornò indietro |
LE ULTIME FIABE -
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a uno del suo seguito, e tornò indietro per medicarla. | La | cagnetta guardava con certi occhi pieni di gratitudine, |
LE ULTIME FIABE -
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mentre il Reuccio le avvolgeva con empiastri e bambagia | la | zampa e gliela fasciava strettamente. Poi, accarezzandola, |
LE ULTIME FIABE -
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fasciava strettamente. Poi, accarezzandola, lisciandole | la | testina, egli la coricava colle sue mani in un morbido |
LE ULTIME FIABE -
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Poi, accarezzandola, lisciandole la testina, egli | la | coricava colle sue mani in un morbido giaciglio e le |
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colle sue mani in un morbido giaciglio e le rivolgeva | la | parola, quasi la cagnetta fosse capace d'intenderlo: - Sta |
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in un morbido giaciglio e le rivolgeva la parola, quasi | la | cagnetta fosse capace d'intenderlo: - Sta tranquilla, non |
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dalla Regina: - Avete visto, Maestà? Già abbiamo in casa | la | cagnetta zoppa! Il Reuccio le sta attorno per curarla; non |
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sposare quella cagnetta zoppa? - Tutto è possibile, Maestà. | La | follia umana non ha confini! - Ci vuol poco a sbarazzarsi |
LE ULTIME FIABE -
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giardino, vicino alla vasca, lo stesso Re prese pel collo | la | cagnetta, la buttò nell'acqua. In quel momento, nei viali |
LE ULTIME FIABE -
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alla vasca, lo stesso Re prese pel collo la cagnetta, | la | buttò nell'acqua. In quel momento, nei viali non c'era |
LE ULTIME FIABE -
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nell'acqua. In quel momento, nei viali non c'era nessuno. | La | cagnetta si dibatteva per nuotare, non ostante la zampa |
LE ULTIME FIABE -
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nessuno. La cagnetta si dibatteva per nuotare, non ostante | la | zampa ancora fasciata; abbaiava, guaiva, ma le ondate la |
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la zampa ancora fasciata; abbaiava, guaiva, ma le ondate | la | ributtavano indietro dalla sponda. I suoi guaiti divenivano |
LE ULTIME FIABE -
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buttarsi vestito, nella vasca, fu tutt'uno. Sollevò in alto | la | cagnetta estenuata, e la posò su l'erba, in pieno sole. Tre |
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fu tutt'uno. Sollevò in alto la cagnetta estenuata, e | la | posò su l'erba, in pieno sole. Tre quarti d'ora dopo, essa |
LE ULTIME FIABE -
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dal dispetto apprendendo che il Reuccio aveva salvato | la | cagnetta; e corse dalla Regina: - Maestà! Abbiamo |
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e corse dalla Regina: - Maestà! Abbiamo nuovamente | la | zoppetta in casa! Il Gran Mago non si è ingannato! - Ma |
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che il Reuccio vorrà sposarla? - Tutto è possibile, Maestà! | La | follia umana non ha confini! - E allora io farei ... così e |
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una delle guardie del palazzo reale, le ordinò: - Pena | la | testa, porterai con te, in fondo al bosco, questa cagnetta, |
LE ULTIME FIABE -
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con te, in fondo al bosco, questa cagnetta, l'ammazzerai e | la | seppellirai sotto un albero. Nessuno dovrà saperne mai |
LE ULTIME FIABE -
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albero. Nessuno dovrà saperne mai niente. - L'ammazzerò e | la | seppellirò sotto un albero. Nessuno ne saprà mai niente! Il |
LE ULTIME FIABE -
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atterrito dall'idea di non giungere in tempo a salvare | la | persona in pericolo. Tutto ad un tratto, nel centro di una |
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davanti alla guardia reale che teneva afferrata pel collo | la | cagnetta e impugnava con l'altra mano la spada sguainata. |
LE ULTIME FIABE -
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pel collo la cagnetta e impugnava con l'altra mano | la | spada sguainata. La faccia della guardia era sconvolta. Il |
LE ULTIME FIABE -
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cagnetta e impugnava con l'altra mano la spada sguainata. | La | faccia della guardia era sconvolta. Il braccio che |
LE ULTIME FIABE -
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della guardia era sconvolta. Il braccio che impugnava | la | spada le si era irrigidito in alto: non poteva colpire. - |
LE ULTIME FIABE -
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Ferma! - gridò il Reuccio. Non occorreva. Gli tolse di mano | la | cagnetta che cominciò ad abbaiare, a saltare dalla |
LE ULTIME FIABE -
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a saltare dalla contentezza, a dimenare allegramente | la | coda; mentre la guardia balbettava: - Ordine di Sua Maestà! |
LE ULTIME FIABE -
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dalla contentezza, a dimenare allegramente la coda; mentre | la | guardia balbettava: - Ordine di Sua Maestà! Dovevo |
LE ULTIME FIABE -
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- Sarà fatto, Reuccio! E, appena pronunciate queste parole, | la | rigidezza del braccio sparì. Il Reuccio andò a trovare un |
LE ULTIME FIABE -
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presentare quel mazzolino alla Reginotta. - Ma qui non c'è | la | Reginotta! - C'è! C'è! - Qui c'è il Reuccio: eccolo. - |
LE ULTIME FIABE -
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Ogni mattina alla stessa ora, il Reuccio trovava al portone | la | bambina scalza e cenciosa, con un mazzolino di violette in |
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cenciosa, con un mazzolino di violette in mano. - Sono per | la | Reginotta. - Grazie! - e le regalava due soldi. Quei |
LE ULTIME FIABE -
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lo sai che qui non c'è Reginotta? - C'è! C'è! - rispondeva | la | bambina. Neppure questo era naturale. Si decise anche lui |
LE ULTIME FIABE -
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Dunque non si era ingannato! Quella cagnetta zoppa era | la | sua Reginetta! Per togliere il maleficio buttatole addosso |
LE ULTIME FIABE -
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di re Corvo, occorrevano dieci stille del sangue di lui. | La | moglie di re Corvo voleva far sposare la Reginotta con suo |
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del sangue di lui. La moglie di re Corvo voleva far sposare | la | Reginotta con suo figlio, il reuccio Corvino, nero come il |
LE ULTIME FIABE -
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e che si nutriva di carogne. Per vendicarsi del rifiuto, | la | moglie di re Corvo, una potentissima Strega, aveva |
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una potentissima Strega, aveva trasformato in cagnetta | la | bella figliola del Re di Portogallo, e più non se n'era |
LE ULTIME FIABE -
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aveva domandato al Gran Mago il Reuccio. - Quanto il sole e | la | luna. - È buona? - Più del pane. Non domandate se è ricca, |
LE ULTIME FIABE -
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le dieci gocce di sangue occorrenti a disfare il maleficio. | La | sfida era pericolosa; ma il Reuccio l'affrontava con gran |
LE ULTIME FIABE -
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egli si esercitava al bersaglio con l'arco. Il Re e | la | Regina erano contenti di non sentirgli neppur nominare la |
LE ULTIME FIABE -
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e la Regina erano contenti di non sentirgli neppur nominare | la | cagnetta zoppa e di vederlo distratto in quel modo. Ma la |
LE ULTIME FIABE -
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la cagnetta zoppa e di vederlo distratto in quel modo. Ma | la | mattina che il Reuccio, armato di tutto punto, con arco e |
LE ULTIME FIABE -
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annunziare che andava a combattere contro re Corvo, il Re e | la | Regina allibirono. - Non andate, Reuccio! re Corvo è |
LE ULTIME FIABE -
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Quel giorno re Corvo aleggiava, quasi per minaccia, sopra | la | casa rustica del contadino che aveva in consegna la |
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sopra la casa rustica del contadino che aveva in consegna | la | cagnetta. Crà! Crà! Crà! - La cagnetta, impaurita, si era |
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che aveva in consegna la cagnetta. Crà! Crà! Crà! - | La | cagnetta, impaurita, si era rincantucciata vicino al |
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nell'aria, tanto stava fermo, molto in alto, sopra | la | casetta del vecchio contadino. Arriva il Reuccio, incocca |
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Arriva il Reuccio, incocca l'arco e lascia scappare | la | prima freccia. - Crà! Crà! Crà! - Re Corvo non si mosse. La |
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la prima freccia. - Crà! Crà! Crà! - Re Corvo non si mosse. | La | freccia era passata, senza ferirlo, tra le penne di un'ala. |
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di un'ala. Il Reuccio tornò ad incoccare l'arco e, presa | la | mira, lasciò scappare il secondo colpo! Re Corvo non si |
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Crà! - Quasi dicesse: - Sei giovane! Mi fai compassione! - | La | freccia era passata, senza ferirlo, tra le penne della |
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ferirlo, tra le penne della coda. Il Reuccio incoccò per | la | terza volta l'arco. E anche questa volta la freccia passò, |
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incoccò per la terza volta l'arco. E anche questa volta | la | freccia passò, inoffensiva, tra le penne dell'altra ala di |
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Il Reuccio, imperterrito, fu più lesto di lui. Prese | la | mira, e la freccia andò a piantarsi, diritta, nel centro |
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imperterrito, fu più lesto di lui. Prese la mira, e | la | freccia andò a piantarsi, diritta, nel centro del cuore del |
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a stille dalla ferita da cui il Reuccio aveva strappato | la | freccia. Egli lo raccolse in una boccettina di oro. Senza |
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le ali e le zampe, corse a prendere in braccio | la | cagnetta, e baciandola e accarezzandola la portò dal Gran |
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in braccio la cagnetta, e baciandola e accarezzandola | la | portò dal Gran Mago. Il Re e la Regina, intanto, erano in |
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baciandola e accarezzandola la portò dal Gran Mago. Il Re e | la | Regina, intanto, erano in angoscia per la sorte toccata al |
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Mago. Il Re e la Regina, intanto, erano in angoscia per | la | sorte toccata al Reuccio; non sapevano spiegarsi come mai |
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In questo frattempo, chi arriva a palazzo reale? Il Re e | la | Regina del Portogallo! Con gran seguito di carrozze, di |
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gran seguito di carrozze, di carri, di cavalieri. - Dov'è | la | Reginotta mia figlia? - Dov'è la Reginotta? Piangevano e |
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di cavalieri. - Dov'è la Reginotta mia figlia? - Dov'è | la | Reginotta? Piangevano e sembravano ammattiti, perché |
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nessuno sapeva niente della Reginotta loro figlia. - Dov'è | la | Reginotta mia figlia? - Dov'è la Reginotta? Chi può dire |
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loro figlia. - Dov'è la Reginotta mia figlia? - Dov'è | la | Reginotta? Chi può dire quel che accadde al presentarsi del |
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su le spalle, più biondi dell'oro, bella quanto il sole e | la | luna, e che sorrideva, commovente di bontà? Il maleficio |
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con suoni e con canti. C'è chi arriva e chi va via ... Dite | la | vostra che ho detto la mia. |
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C'è chi arriva e chi va via ... Dite la vostra che ho detto | la | mia. |
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