Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Le due vie

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Brandi, Cesare 50 occorrenze

Il secondo punto di stazione non sarà neppure il punto di stazione di un determinato spettatore o ricevente, ma considererà l’opera d’arte

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È chiaro dunque che, dopo che si è riconosciuta questa posizione dialettica dello spettatore verso l’opera, rientrerà nel metodo di una corretta

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Una volta riconosciuta l’origine simbolica alla radice della creazione artistica, e come questa origine simbolica non andava confusa con i

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al di là di quei primi termini che s’incontrano, l’autore e il ricevente. In realtà espressione e impressione provengono non già da due punti di

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L’individuazione del tema spaziale ha sempre rappresentato il momento cruciale in cui viene a schiudersi, come si schiude l’uovo e nasce il pulcino

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In realtà la gloria di Wright da un lato e di Gropius dall’altro fu l’individuazione di un decisivo tema per l’architettura, e codesto tema fu l

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l’interno, e non l’esterno. Anche il suo aspetto notturno, che è di grande importanza per il grattacielo, con le finestre illuminate, dando luogo per

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Ma il tema dell’interno, trasposto all’esterno, lo troviamo integro nel solo ramo dell’architettura che sia davvero moderno e vitale — l’urbanistica

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Per il fatto che l’opera d’arte entra a far parte del mondo della vita, per i mezzi fisici in cui è stata estrinsecata, come tale diviene oggetto e

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Ecco allora che è avvenuto l’ingresso nel nostro discorso di un elemento, l’industria, al cui processo tecnologico dilagante è ricollegato il

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ripresentano nelle fasi della civiltà, l’espressione 'morte dell’arte' significa che nell’epoca della massima razionalizzazione della coscienza (che per

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L’enorme successo e la diffusione della pop-art si deve proprio all’aver individuato l’oscuro richiamo della coscienza comune a questo rovesciamento

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Proprio per questo non si nega l’arte contemporanea negando che abbia il carattere delle avanguardie storiche: l’identità o coincidenza, come avrebbe

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mondo della vita. In quel medesimo momento, e proprio in tale riconoscimento, noi possediamo l’opera d’arte nella sua peculiarità fenomenologica

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Il fotografo è autore nella scelta dell’oggetto e delle modalità con cui appare l’oggetto, e spettatore dell’oggetto intenzionato come tale: come

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Naturalmente, se questo nelle sue grandi linee si rivela lo schema generale del rapporto fra pittura e fotografia, luna e l’altra anche nel periodo

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Solo limitatamente alla sua fenomenicità strumentale, legata ai mezzi fisici attraverso cui avviene l’epifania, l’opera d’arte potrà allora essere

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oggetto familiare, per cui si sovrappone una immagine stereotipa all’aspetto che effettivamente l’oggetto presenta. Tutto questo, anche se detto in

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la stessa costituzione d’oggetto, l’oggetto sospeso sulla propria esitenzialità. Non è più un trompe-l’oeil, ma rivela lo stesso processo di

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Fino al punto che la pittura trompe-l’oeil che attualmente sopravvive, non potendo reinserirsi, mimandola, su una corrente valida di pittura, in

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Comunque il caso della pittura fiamminga può considerarsi l’eccezione più rilevante di un arricchimento semantico dell’immagine ottenuto nel momento

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Se per causa, infatti, s’intende l’autore, in quanto crea l'opera, e cioè sceglie, aduna, compone i mezzi fisici che la costituiranno, una causa va

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dipinti come si comportano? Occorre riconoscere che con l’una e con l’altra si comportano indifferentemente. È a questo punto che conviene ricordare la

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L’opera d’arte realizza una presenza; ma noi sappiamo che, nel realizzare una presenza, l’opera d’arte si pone al tempo stesso altra dal fenomeno. L

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Né, con l’interrogare la presenza che realizza l’opera d’arte nella sua struttura formale, se ne verrà ad infrangere l’unità, ché anzi, da una tale

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A questa obbiezione vale allora contrapporre che proprio nell’ambito di due sistemi opposti di pensiero, quali l’ontologismo di Heidegger e il

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Heidegger, indagando l’origine dell’opera d’arte 5, comincia in primo luogo a distinguere in che differisca l'esser-cosa dell’opera d’arte rispetto

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Donde il riferimento a Lenin, per cui «l’arte non chiede che le sue opere vengano riconosciute come realtà», rafforza l’interpretazione dell’arte

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Solo dopo avere documentato con due testi espliciti e di provenienza antitetica, l’ineluttabilità di concettualizzare l’arte come realtà, e sia pure

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Dunque la necessità di aggirare l’aporia si presenta inevitabilmente anche a chi dall’aporia si parte come da uno scoglio irremovibile. Ma l’aporia

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Si sono così distinte le attitudini fondamentali che possono essere assunte dal ricevente verso l’opera d’arte. In primo luogo sta l’attitudine di

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’arte intesa nella presenza che realizza. L’opera d’arte si trova ad essere configurata, una volta rescisso il cordone ombelicale con l’autore, come

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L’esempio ha dunque chiarito un punto fondamentale, e cioè quella oscura «intelligenza di se stessa» a cui deve l’opera d’arte l’apparente

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Senonché avviene qui un capovolgimento, perché quel tasso di disordine che caratterizza l’entropia di un fenomeno diventa, nell’informazione, l

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Il messaggio dell’opera d’arte non sarà dunque da decodificare come messaggio che struttura l’opera d’arte, ma come la serie dei messaggi che l’opera

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importante mostrare come le asserzioni del Dewey apparivano intenibili anche su quel terreno. Ma l’ultimo rilievo vale in accezione generale: il punto di

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Pure, il predominio delle scienze, nella civiltà attuale, rende a taluni molto doloroso e quasi scandaloso di doversi rassegnare a staccare l

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L’impossibilità di un’estetica semantica da nessuno meglio che dal Teyssèdre è stata rilevata, e proprio dallo stesso campo semantico in cui il

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Il quadro generale si presenta ormai abbastanza chiaro: i tentativi di concettualizzare l’arte come segno, come messaggio, come comunicazione si sono

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e semiosi si presentificano alla coscienza stessa. In modo particolare, per quel che riguarda l’opera d’arte, e cioè la pura astanza alla coscienza

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L’analisi strutturale dell’opera d’arte va dunque rivolta all’opera d’arte nella sua specificità, che non è quella di trasmettere dei significati

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La necessità di tenere separata la poetica — idest l’estetica — dalla linguistica, non si giustifica soltanto, come vorrebbe allora lo Jakobson 7

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«I linguisti — osserva in limine Barthes 8 — non sono i soli ad avere in sospetto la natura linguistica dell’immagine: l’opinione comune subodora

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Dal nostro punto di vista la facilitazione che Barthes si accorda con l’immagine pubblicitaria non è affatto una facilitazione: era una necessità

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L’esistenza assoluta di un codice, alla base di una espressione artistica, non è mai una ragione sufficiente per assimilare l’arte al linguaggio

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L’assimilazione del principio di ragione sufficiente al principio di identità è anche ripresa da Heidegger, seppur con altri argomenti 814

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di causalità, ma il principio che, nella ratio pone l’essere, per cui l’essere è la ratio, il fondamento supremo. Ma quale è in definitiva il movente

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di Socrate non sta certo nella premessa maggiore. L’articolazione del sillogismo esibisce dunque lo schema tipico del rapporto da premessa a

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corrente, non si produrrebbe luce, il secondo come quello che, senza l’intervento umano, la lampada non si accenderebbe. Ma nel primo caso il rapporto

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«Le mythe marxiste d’un âge d’or — scrive Mircea Éliade 38 — amené par le triomphe définitif du prolétariat, constitue l’expression la plus articulée

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