L’idrato di potassa si scioglie nell’acqua producendo calore; è alcali potentissimo, i Tedeschi lo chiamano kali, ed i corpi che gli somigliano, come
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colla testa d'una donna e che hanno ai fianchi dei fazzoletti di seta nera e dei lacci. Sono i thugs, gli adoratori della sanguinaria Kalì, i terribili
quei sinistri adoratori della dea Kalì e si è misurato col favorito del rajah. - E chi vinse? - Il favorito, mylord. Il thug cadde mezzo strangolato
subito da un cupo a-o-ung prolungato, d'un effetto sinistro. - Quella tigre deve avere veramente nel suo corpo una delle sette anime di Kalì - disse
una delle sette anime della dea Kalì che come sai si chiama anche la Nera. - Non si tratterebbe quindi che di uno di quei terribili solitari che gli
l'occhiata. - Sii maledetto da Brahma, da Siva e da Visnù e che la dea Kalì ti divori il cuore! - urlò il gussain. - Non sono un indiano io, quindi me
cacciatori a gambe levate, era scappata ritornando nel corridoio. - Quella pantera ha l'anima di Kalì! - esclamò Tremal-Naik. - Eccoci in un bell'impiccio
il Trimurti della religione indiana, come un giorno la piccola Darma aveva incarnata Kalì, la sanguinaria divinità, aveva avuto il suo romanzo, come un
tale perchè solamente gli strangolatori indiani adorano i manghi del Gange che, secondo le loro credenze, incarnano l'anima della dea Kalì, - rispose
. Doveva aspettarmelo. - Tremi dinanzi a me? - Io tremare! - esclamò lo strangolatore, sorridendo. - Manciadi non ha paura che di Kâlì. - Kâlì! Chi è
mastro-cannoniere. -Kâlì! ... Kâlì ... - urlarono i thugs. Era il grido di guerra degli strangolatori e fu appoggiato da una tremenda grandinata di palle
vive? - Kâlì, - rispose Saranguy. - Avanzati. Saranguy si avvicinò a quell'indiano il quale lo esaminò attentamente. - Sei forse colui che aspettiamo
§Scesi senza aver destato l'allarme, nei sotterranei, non restava che cercare il gran tempio della dea Kâlì, piombare improvvisamente sull'orda e
terribile che nulla teme. Le teste coronate si curvano sotto il soffio della dea Kâlì, nostra signora. Trema! - Se Negapatnan giammai tremò, il capitano
del circolo e l'avevano lasciato cadere ai piedi del vecchio. - Kâlì! - esclamò egli, alzando gli occhi verso il cielo. Trasse il pugnale dalla cintura
schizzarono dalle orbite e la pelle da bronzina divenne nera. Agitò per qualche istante le braccia, poi si irrigidì. Era morto. - Che la dea Kâlì abbia
§I sotterranei di Raimangal, abitati dai settari di Kâlì, erano vasti quanto mai, forse assai più dei famosi sotterranei di Mavalipuran e di Ellora
terribili degli uomini. Rappresentano la dea Kâlì. - T'inganni, Bhârata! T'inganni! - Tanto peggio. - Tremal-Naik si prese la fronte fra le mani
. - Chi è il tuo capo? chiese Tremal-Naik. - Kâlì. - Sei un sipai. Abbiamo cento colpi da sparare; se non ti allontani sei un uomo morto. Le tavole del
in quegli spaventevoli sotterranei, quando giunse alla pagoda, in mezzo alla quale giganteggiava la sinistra figura di Kâlì, la mostruosa divinità
Vergine verrà abbruciata? - Sì, alla mezzanotte. Il rogo è pronto e la fanciulla salirà nel paradiso di Kâlì. - Grazie, fratello, - rispose con voce
labbra. - È mio, - mormorò con un filo di voce. - Kâlì mi protegge. Camminò in punta dei piedi lungo le pareti della capanna e si fermò a dieci passi
pietre. - Kâlì! - disse Suyodhana, volgendosi verso la statua di bronzo.- Scrivi sul tuo nero libro, il nome di questa nuova vittima. Ad un cenno due
quartier-mastro, con diffidenza. Tremal-Naik gli mostrò l'anello che portava in dito. Il marinaio cadde in ginocchio. - Ordina, inviato di Kâlì, - disse
seconda porta che mettevano nel quadro di poppa. - Siete risoluti? - chiese Tremal-Naik. - Abbiamo messo la nostra vita nelle mani della dea Kâlì
vuole. - Chi è quella brutta figura che ha quattro braccia? - Kalì, la dea dei thugs - rispose Tremal-Naik che l'aveva riconosciuta. - Vi sembra
di una divinità feroce che altro non brama che vittime umane. Si chiama Kalì. - La terribile dea dei thugs indiani? - La dea degli strangolatori
dell'indiano si fece cupo e la sua faccia, che aveva un non so che di feroce, divenne tetra. - Kalì li protegge - mormorò. - Tutto non è ancora perduto
non oda lo squillo di un ramsinga o di un tarè, e che non veda un laccio o una statua della dea Kalì. - Perché? - Perché allora fugge e per parecchi
mesi prima che fosse rapita dai settari di Kalì. - Vedendola, la riconoscereste? - Sì, e sono certo che anch'ella mi riconoscerebbe, quantunque siano