Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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dos pè sto,  kai  ghen kinèso: «Dammi un punto d'appoggio e ti solleverò la
è la causa dell' essere delle cose, poichè «he usia arche  kai  aitia tis estin» (1) ed è causa «tu einai». Ma qui l'
dunque non solo vuole, che la natura divina «to agathon  kai  to ariston» esista nel Motore supremo, che paragona al
[...OMISSIS...] . Come dunque dice che «to agathon  kai  ariston» oltre avere un' esistenza separata, è ancora la
intelligibile unico è la mente, che «to auto esti to noun  kai  to noumenon». Così è perfettamente congiunta la mente colla
«theia ton epistemon» e «ton theion», e «theiotate  kai  timiotate», c' è anche il Bene, la causa finale, e
dieci che Aristotele attribuisce ad alcuni Pitagorici, «hen  kai  plethos». Egli move dal principio, che se l' uno è, dee
l' essenza è l' indefinito: la prima coppia, «peras  kai  apeiron», delle dieci pitagoriche. Di che conchiude, che
cose distinte colla mente: il tutto, e le due parti «to hen  kai  to on». Ma, quando la mente considera queste due parti
pari e dispari, la seconda coppia pitagorica «peritton  kai  artion». Poichè, dice, se due sono gli elementi dell' uno
, il principio dell' arte e della scienza , «technes arche  kai  epistemes», dell' arte se riguarda la generazione o l'
da quello, che prima avea chiamato «technes arche  kai  epistemes», con che intendeva l' universale, e da quello
giudizio che unisce, e però il vero qui è «to sygkeisthai  kai  hen einai», al secondo corrisponde l' intuizione, e però
verità del fatto, copulati insieme, onde la formola «hen  kai  polla», che è la tessera del sistema platonico, distinto
delle opinioni e delle persuasioni ferme e vere, «doxai  kai  pisteis gignontai bebaioi kai aletheis»; quando poi si
ferme e vere, «doxai kai pisteis gignontai bebaioi  kai  aletheis»; quando poi si volge a ciò che è razionale, cioè
alla prima, se rettamente è posta, egli attribuisce «doxai  kai  pisteis bebaioi kai aletheis». Onde questa eccellente
è posta, egli attribuisce «doxai kai pisteis bebaioi  kai  aletheis». Onde questa eccellente distinzione risponde a
l' antico errore di Parmenide: «to gar auto noein esti te  kai  einai». - Ci si dirà: « Per voi non esiste se non ciò che
Dall' ignorazione di essa ricevette rincalzo l' «hen to on  kai  pan» di Parmenide, come si deduce da un luogo del dialogo,
conseguenza dal primo: « « e perciò anche vi parlo; «oti  kai  lalo umin» (2) »: quasi dicesse: « Io ho la facoltà e il