Piuma mette K. O. l'amico Massimo
ALEKSEJ K. TOLSTOJ
Bauer, K. B., 428.
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Belar, K., 405, 409.
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Burns, R. K., 311, 420.
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Gartner, K. V., 24.
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Henke, K., 425.
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Laubenheimer, K., 428.
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Mülsow. K., 292, 419.
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Pearson, K., 42, 401.
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Sax, K., 207, 209, 411.
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Santos, J. K., 155, 407.
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Tjebbes, K., 405.
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Una radiazione non monocromatica sarà rappresentata da una somma di termini del tipo (55) (con diverse λ e quindi diverse k e v) ognuna
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È naturale intanto definire come centro della riga spettrale il «baricentro» dell'intensità, cioè il valore k di k definito da
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frequenze comprese in un piccolo intervallo, ossia che A(k) si possa ritenere diverso da zero solo per k compreso entro un piccolo intervallo . Potremo
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Sostituendovi la u(K) ricavata da (275'), si ottiene l'equazione caratteristica del K-esimo polinomio di Laguerre:
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Di solito si usano i due interi k ed n (anzichè k ed n') per caratterizzare l'orbita.
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cioè ritenere p misurato (in unità quantistiche) da l anzichè da k: la (329') dà un'approssimazione un po' migliore della (329), e per k = 1 dà
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La moltiplicazione di una matrice per una costante k si esegue moltiplicando ogni elemento della matrice per k: anche questo risulta immediatamente
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(65) si riduce a un sistema di tre equazioni lineari ed omogenee nelle tre incognite (si potrebbero scrivere tre di tali sistemi, corrispondenti a k
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Ricordiamo dal § 12 che, in particolare, la matrice che nello schema K rappresenta l'osservabile K, cioè la stessa che serve a definire lo schema, è
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(165) semplicemente cambiando k in k - 1: quindi
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e per k = 1, 2, ...
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dove i coefficienti sono ricavati dalle (185'), che nel caso attuale si scrivono, prendendo k = 1 (per k = 2 si avrebbe un sistema equivalente):
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K
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(Stat. Uebers. der k. k. österr. Strafanst., 1875).
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43. Per l’accennata discussione, distinguiamo tre casi, secondo che è h 2 k o h 2 > k o h 2 = h 2 = k.
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A) h 2 k (il che implica k >0).
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B) h 2 > k.
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a) Supposto anzitutto h > 0, notiamo che con questa ipotesi (e con la precedente h 2 > k) sono compatibili le tre eventualità k > 0, k 0 e k = 0.
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C) h 2 = k (il che implica k > 0, salvo il caso h = k = 0).
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Infine se h > 0, k = 0 (la h 2 > k è implicitamente soddisfatta) si ha
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c) Se h = 0, la h 2 > k implica k 0; e le radici della (50), date da
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potenziale con applicazione al caso particolare in cui X = kx n, Y = k y n, Y = k y n (k, n costanti).
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Qui conviene immaginare la crosta K divisa in due parti mediante la superficie sferica di raggio ρ, che passa per il punto potenziato P. Diremo K 1
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Detto k il coefficiente di proporzionalità, p il peso del rettangolo, α la sua area, mostrare che si ha k σ cos2 α = p sin α.
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Per ricavare R 1 basta moltiplicarle ordinatamente per 1, k, k 1, k 2, k 3 e sommare.
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Approfondire il caso di 4 appoggi nei vertici di un rettangolo, supponendo tutti eguali i coefficienti di cedimento (k i = k).
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y'' = k;
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k = + c;
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(47') Γ z = - B (k - k 0),
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dove k - k 0 è ancora il divario della curvatura (con segno) fra due stati.
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t - cosϑ k
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83.I vettori t, n, e la curvatura per un’elica circolare. - In base al n. prec., la componente k x t di t secondo k vale cosϑ; la differenza
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dove la costante k, detta costante di Boltzmann, non è altro che il rapporto tra la costante R dei gas perfetti e il numero di Avogadro. Il valore di
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entropia = k log probabilità.
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k) L'autorizzazione a contrarre mutui;
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