giuridico sempre più unitario e integrato, come pure il ricorso ordinario al metodo decisionale caro a Jean Monnet. Tra artificiose teorie di contro-limiti
Blanchard e Jean Tirole è l'oggetto dell'articolo. Dopo una sintetica descrizione delle linee generali del modello, l'articolo si concentra in particolare
nel 1671 Jean Picard ne ottenne una misura migliore, il calcolo risultò convincente anche per una mente pignola come la sua.
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Il lavoro sui satelliti di Giove attrasse l’attenzione dell’abate Jean Picard, stimato astronomo francese, che segnalò Cassini al ministro Jean
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astronomica nell’isola di Cayenna (Sud America), dove nella primavera del 1672 inviò Jean Richer con uno strumento che consentiva di stimare angoli di 5
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confermata una anomalia già nota: periodicamente si registrava una differenza di parecchi minuti nel verificarsi delle eclissi del satellite Io. Jean
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César-François detto Cassini III e Jean-Dominique Cassini IV, che presentò l’opera cartografica in 182 fogli frutto di quasi 130 anni di lavoro all
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Decisivo per la sua vita fu l’incontro con l’abate e astronomo francese Jean Picard, che nel 1671 si recò all’Osservatorio di Copenaghen per
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era compiuto, il testimone passava agli eredi: il figlio Jacques, il nipote Maraldi, il nipote César e il pronipote Jean-Dominique, che dirigerà l
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partecipato con Jean-Baptiste Délambre (1749-1822) alla misura dell’arco di meridiano tra Dunkerque e Barcellona che porterà alla definizione del metro (ma
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stati i calcoli del francese Urbain-Jean-Joseph Le Verrier, basati sulla legge di Newton e sulle perturbazioni gravitazionali di Urano. Ne parleremo
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dal cielo piovessero pietre. A chiudere la questione fu Jean-Baptiste Biot (1774-1862) quando il 26 aprile 1803 una gragnuola di meteoriti si abbatté
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Dopo una lunga pausa, nel 1518 Jean Fernel, medico di Enrico II, riprese le misure contando il numero di giri della ruota di una carrozza da Parigi
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misurato Cassini III e La Caille: veniva comunemente chiamato “la Meridiana”. Pierre Méchain (1744-1804), il cacciatore di comete, e Jean-Baptiste Delambre
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Lo strumento adottato fu una sorta di raffinato teodolite, il “cerchio ripetitore” progettato da Jean-Charles Borda e costruito da Etienne Lenoir
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Come si è già accennato, per ordine di Laplace l’epopea della misura del mondo proseguì con François Arago (1786-1853) e Jean-Baptiste Biot, che
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Poco dopo, Lalande ottenne un suo osservatorio al Palais du Luxembourg. Qui nel 1753 conobbe l’orologiaio del re Jean André Lepaute e, in modo più
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del moto della Luna, Leonhard Euler, Alexis-Claude Clairaut, Jean le Rond d’Alembert e Pierre-Simon de Laplace (1749-1827), che perfezionò il metodo
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