Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: jean

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Le tre vie della pittura

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Caroli, Flavio 12 occorrenze

sull’erba, fig. 26), il secondo è Claude Monet (Colazione 25. Jean-Baptiste-Camille Corot, Il Foro visto dai giardini Farnese. Parigi, Musée du Louvre

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comporta e che esigono per questo secolo una trattazione specifica. Perciò ci limiteremo ora soltanto a due esempi, che citiamo allo scopo 60. Jean-Antoine

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con prepotenza a dirci di una nuova interiorità, sconvolta dai 63. Jean-Louis-Théodore Géricault, Il rapitore di bambini, Springfield, Museum of Fine

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al compito, come vediamo nei cinque “ritratti di monomaniaci” (Il rapitore di bambini, fig. 63) che Jean-Louis-Théodore Géricault esegue, intorno al

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, Autoritratto. Darmstadt, Fondazione Ludwig Meidner. approdati all'“Africa Interiore” teorizzata dal poeta romantico Jean Paul Richter, il continente sconosciuto

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’andirivieni 76. François Boucher, La marchesa di Pompadour alla toiletta. Cambridge (Mass.), Fogg Art Museum. 77. Jean-Baptiste-Siméon Chardin, Giovane con un

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Restiamo in Francia, e osserviamo il Giovane con un castello di carte (fig. 77), del più intimo dei pittori d’oltralpe: Jean-Baptiste-Siméon Chardin

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: Jean-Etienne Liotard. Liotard nasce a Ginevra, per alcuni anni lavora nella sua città, e per il resto della lunga vita non fa che spostarsi da una

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bamboccianti raffiguravano i poveracci con intenti di comicità e dileggio. Qui vedremo, invece, immagini in cui è evidente la 81. Jean-Etienne Liotard

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assurdità, l’aneddoto che vuole Watteau, 92. Jean-Antoine Watteau, La proposta imbarazzante. San Pietroburgo, Ermitage. morente, costretto da un

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Abilissimo narratore della vita frivola e leggera parigina è Jean-Honoré Fragonard, che vediamo nella Lettera d’amore (fig. 93). La pittura è veloce

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romanzo erotico della storia?), e vediamo, di Joshua Reynolds, Ninfa e Cupido (fig. 94). In realtà, questo dipinto è Jean-Honoré Fragonard, La lettera

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L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi

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Vettese, Angela 9 occorrenze

, organizzata da Jean-Hubert Martin al Centre Pompidou di Parigi nel 1989, ampiamente accusata di colonialismo culturale, e la Documenta 11, sotto la

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come Hans Belting (nel suo The End of the History of Art del 1987) e teorici anche molto diversi, da Paul Virilio a Slavoj Žižek a Jean Clair, hanno

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più pacata e tradizionale: si incominciò a parlare di una «condizione postmoderna», espressione cara al filosofo Jean-Frangois Lyotard, in antitesi

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di Jean Baudrillard, a cui si sono ispirati molti artisti che hanno lavorato assemblando oggetti: per il filosofo francese è insito nell’uomo un

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carrozzerie delle automobili; Jean Tinguely si è sbizzarrito a costruire strutture mobili con ferraglia usata; Arman ha raccolto e diviso per generi gli

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Jean-Marie Floch, nelle parole della sua allieva Giulia Ceriani, è «una dimensione operativa del pensiero che non ha mai distinto tra alto e basso

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riempiono le strade e talvolta anche le gallerie d’arte se l’artista in questione è scaltro come lo sono stati Keith Haring, Jean-Michel Basquiat o

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germogli di ciò che, nel 1989, Carole Jean Uhlaner ha chiamato «capitale relazionale» e che porta dal rapporto con i pari alle relazioni con i

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talenti come Keith Haring, Jean-Michel Basquiat e Kenny Scharf. Fu così che un'arte originariamente nata senza alcuno scopo né valore commerciale si

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