cantine di Paperon de Paperoni!" "Bravo, vi proporrò per una medaglia d'argento!" "Ma come?" protestò il capitano, indignato. "Io vi porto tutte queste
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venenum?, cioè, nella coda c'è il veleno? Ergo, stando in coda, c'è pericolo di morire avvelenati! E questo pericolo lo sto affrontando io!" "Non sarà
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Ma io ve la riferisco in lingua topesca: si chiama La guerra dei topi e delle rane; attenti che incomincio. Il topo istruito si ripulì la bocca, si
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- Cattivo! cattivo! - si mise a singhiozzare la Lilia. - S' io non avessi la famiglia, alla quale non voglio dare dispiaceri anche maggiori, verrei
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spiava. I passeri, guidati da Cipí, si allinearono sopra il muro del cortile. — Io dico che là dentro c'è del buono! - disse Beccodolce che non ne poteva
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Per fortuna babbo e mamma arrivarono in tempo e lo riportarono nel nido. — Perché fai il disubbidiente? — disse la mamma. — Io voglio vedere che cosa
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, arrossì sulle punte dei petali, cercò di chiudere il viso nella corolla e con un filo di voce rispose: — Io... sono stata io... Cipí si mise a ridere
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la passeretta migliorava. Qualche volta essa diceva al compagno: — Che tristezza dover stare qui inoperosa, io che facevo tutto da sola e volavo piú
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parevano dire: beccatemi. Beccodolce osservò: — La gabbia è alzata, ci si passa...! — Io vado! — esclamò l'ultimo nato di Piumaleggera. Cipí si oppose
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figlio scomparso: — Se lo trovo gli faccio perdere io il vizio di uscire di notte! Ed io credevo di aver allevato dei figli per bene! — Malediceva e
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pensieri, a te io rivelo che per molti giorni, all'inizio, la mia mente è rimasta vuota ed incapace, come se non avessi mai tenuto fra le dita un pennello
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8. Gentile taceva, perché non toccava certamente a lui iniziare la conversazione. — Penserai che io sia qui per parlare del ritratto, - disse
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Veneto. - Io non vi farò della storia in particolare: è compito del maestro - seguitò il signor Goffredo visibilmente commosso - Vi dirò senz'altro che
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La predicazione di Gesù. Diceva: - La dottrina che vi predico è del Padre mio che mi ha mandato sulla terra. - Diceva: - Io sono la luce del mondo
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, rifà i conti coi servi. Viene avanti quel dei cinque talenti, e gliene presenta altri cinque, dicendo: - Tu me n'hai dati cinque e, come vedi, io li
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cena. Nel porsi a mensa, disse: - Ho ardentemente desiderato di fare questa cena con voi, prima che io inizi la mia Passione. - E, avendo amati i suoi
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. Così oggi è intero il diritto della Nazione, ed io posso in piena libertà sciogliere il voto fatto sulla tomba del magnanimo genitore. Impugnando le
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- disse Anselmuccio ridendo. - No! io mi chiamo Cherubino e quello si chiama Rubino - rispose Cherubino senza degnarsi di guardare Anselmuccio. Rubino
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i ragazzi del vicinato. La mia camera guardava su questo cortile: io però preferivo rimanere in una stanza all'ultimo piano, una specie di soffitta
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. - Io un testone? - rispose Minghin arrabbiato - non vedi che testa piccola ho io? - e se la toccava. Aveva la nuca tanto piccola che la se poteva
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Mitighin si convince. Io ho un padrone: padrone per modo di dire perchè oggigiorno non debbono esistere padroni o servitori. È proprietario del campo
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per forza che andasse così! - commenta Stucchino, che nel frattempo ha- ritrovato il suo scilinguagnolo. - Se io me ne fossi andato solo soletto in
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con aria spaurita e assonnata: - Ah, sei tu? Buon giorno, Jörg! Dove sono stato stanotte? Ma sì, io... sono stato... dovevo andare a trovare un amico
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cavaliere. Così rispose il conte: «Se lo vuoi, lo sarai, buon Blabante. Ma gridami il perché di questo nuovo desiderio, giacché io ti conosco da sempre e
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- E va bene! - sospirò. - Avete vinto voi! Tu, Melchiorre, occupati della bambina, che io penso a questo furfante d'un cané. Melchiorre sorrise
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- Quello non cambia. È avanti, che bisogna guardare. - Forse... gli altri. Ma io... - Tu vai a scuola, immagino. - Ci andavo, si. - Quindi dovrai
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altre ne ha combinate, quel delinquente. - Io l'ho sempre sospettato. - Con quella faccia... - Che bel furbastro. - E non solo lui, anche gli altri
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, l'Enrichetta e tutte quante le altre... Come sono noiose, certe volte! Sempre a ricordarsi del passato: a che serve, dico io? E gli uomini, poi! L'Ernesto
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Sebbene la casa di Caterí sembri, a vederla, una casa come tutte le altre, io vi debbo raccontare la sua storia perché, fra centomila che ne so, è
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. - Tutta di sacco, sei, e ti credi bella. È vero che ti credi bella? - Sì. - E io ti butterò nella spazzatura, con la faccia in giú. Ci si sta bene nella
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, proprio poco. E ora l'ornino l'ha portata via. — Capisco, disse Tit. — Ma perché non mi hai detto prima che hai un soldo? Io qua vedo un soldo. — Sí
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— E forse, — strillò sempre piú severo il gallo, — anche contro i galli e le galline? — Non sia mai, — disse la rondine, — Però, voi, signore... — Io
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si mosse. Guardò Pic con uno sguardo sprezzante, e chiese con calma: — E se io le tenessi giú, le mani? Pic non rispose, ma semplicemente si levò di
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combattere le tigri e la morte era certa. Allora io senza dir niente presi una spada e andai verso la Macchia delle Tigri. Conoscevo questa Macchia e
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, io non sono il solo, dunque, che conosca í suoi meriti! — gridò il povero mercante di stoffe. — È la donna dei miei sogni. Non parla mai, sta sempre
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Passai io, e dissi, in tono severo e solenne: — Figli miei, perché mai state qui senza far niente, mentre tutti lavorano? Non sapete che l'ozio è il
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parola, gli dava un calcio. — Bene, — dissi io. — Ora lavorerete e sarete onesti. Che cosa vi piacerebbe di fare? — Io il campione, — rispose Massimo
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mi voglia in casa. Eppure io filo e tesso trame d'argento, le appendo ai soffitti come panneggi e piglio le mosche. Tu, baco da seta, fili soltanto
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mangiucchiata in punta, fa udire la sua voce: - E io, e io? Ogni tanto il birichino mi dimentica a casa, mi succhia come fossi liquerizia o mi
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si strozza e si punisce da sè dell' ingordigia. Il tacchino grida facendo la ruota e zampettando - Io, io, io, adesso vengo io! - Nessuno gli bada
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tutti dovevano lasciare il lavoro, togliersi dalla circolazione e con ordine e calma dirigersi ai rifugi e nei portoni delle case. Io, con altri miei
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? - Io sono il caporale. Quel signore scende da cavallo e si mette a raccogliere legna, poi, deposto il fardello ai piedi del caporale, lo saluta e gli
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I comandamenti di Dio o Decalogo Io sono il Signore Dio tuo: - 1. Non avrai altro Dio fuori che me. - 2. Non nominare il nome di Dio invano. - 3
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Uh! Uh! Il vento soffia, ulula, infuria! Prepotentaccio di un vento! Appena esce di casa, grida: - Fate largo, fate largo! Passo io, io! Scuote le
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al viso tondo e roseo, potrebbe essere confusa con Nino. Quando glielo dicono, si offende e grida: Io sono più bella! Ninetto ribatte: - Ma io sono
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fosse: ora io son venuta qui apposta per levarvi tal curiosità. Così preluse la signora Giannina al suo discorso; e tosto mise mano in cotal forma: "La
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Giunti davanti la grotta, il bel giovane picchiò. — Chi siete? Son io e Serpentina. — Chi volete? — La Fata Regina. - La grotta si spalancò, e si
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essere marito e moglie. Dunque, facciamo così: il fuso lo tengo io, e quando torna tua madre, glielo do. - No, per carità! - esclamò la ragazza. - Non
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come un angolo di pagina. Io e il mio papà andiamo a trovarlo spesso. Suona benissimo i bonghetti, il tamburo e la batteria Ha insegnato anche a me
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me e così io cado seduto in una morbida cassata siciliana. Mentre Nerone continua ad ingozzarsi, Maristella ed io ci buttiamo alla disperata ricerca
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