Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: io

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diceva sempre: -  Io  so nuotare quando il mare è in burrasca! Io so sparare il
sempre: - Io so nuotare quando il mare è in burrasca!  Io  so sparare il fucile! - Io vado da solo e di notte nei
quando il mare è in burrasca! Io so sparare il fucile! -  Io  vado da solo e di notte nei boschi... E non era vero niente
reale. Peccato che non vi fossero anche i principini! -  Io  voglio più bene al re - disse Lucio. - Ed io alla regina -
principini! - Io voglio più bene al re - disse Lucio. - Ed  io  alla regina - fece subito la Maria. - Io voglio bene all'
disse Lucio. - Ed io alla regina - fece subito la Maria. -  Io  voglio bene all' una e all'altro perchè sono tutti e due
Hanno paura dei morti.... IL Fuoco (saltellando qua e là)  Io  no, non ho paura!... Sono abituato a bruciarli.... Una
Ha paura anche lui?... IL CANE (battendo i denti) Io?...  Io  non tremo!... Io non ho mai paura di niente e di nessuno.
lui?... IL CANE (battendo i denti) Io?... Io non tremo!...  Io  non ho mai paura di niente e di nessuno. Ma se te ne vai
perchè sta zitta?... LA GATTA (con accento misterioso)  Io  so di che si tratta!.... TYLTYL (alla Luce) Tu vieni con
Non potrebbe restare con noi Tylô?... IL CANE Sì, Sì !  Io  resto qui, io resto qui!... Voglio rimanere accanto al mio
restare con noi Tylô?... IL CANE Sì, Sì ! Io resto qui,  io  resto qui!... Voglio rimanere accanto al mio piccolo
lontana.... (Bacia i bambini). Quelli che mi amano e che  io  amo mi ritroveranno sempre.... (Volgendosi alle Cose e agli
CHE FA IL SOLE  Io  sono il primo ad alzarmi la mattina, perchè ho da sbrigare
debbo curare i fiori perchè maturino i frutti. Guai se  io  non sciogliessi le nevi sui monti, non spazzassi i geli,
animali non troverebbero nutrimento. Passato il meriggio,  io  comincio a discendere. La luce d'ora in ora si fa più
Li baciò con affetto e disse loro: - Grazie , bambini miei,  io  sono molto contento. Però devo dirvi che, senza saperlo,
a maestro Saverio. Sempronio gli dice: - Signor maestro,  io  non so neanche stampare un O con un bicchiere. Le sarei
riconoscente se m'insegnasse a scrivere! E Sempronella: -  Io  non so contare più là del due. M' insegna l' aritmetica,
so contare più là del due. M' insegna l' aritmetica, perchè  io  possa almeno contare le uova che mi fanno le galline? -
- Chi accudisce a questi animali? - domanda Sempronella. -  Io  stesso. Finita la lezione, vengo a dare il becchime ai
su sette ci vuole. Fa bene al corpo, fa bene all'anima.  Io  chiudo il mulino, e dò la via all'acqua: quella non si
veduto più volte, da che sei nato.... TYLTYL Una casa che  io  ho veduto più volte?... LA LUCE Ma sì, non capisci?... È la
chiederti l'Uccellino Azzurro.... TYLTYL Ma il guaio è che  io  non ce l'ho, l'Uccellino Azzurro!... Quello del Ricordo è
e con una commozione contenuta, ma sincera e profonda,  io  mi congedo da questi due predestinati bambini, la cui alta
molta dignità) Questi volgari insulti non mi toccano....  Io  dunque dicevo: non udrete più la mia voce, non mi vedrete
alla madia, sull'asse, sulla tavola, accanto alla minestra:  io  che sono, posso dirlo, il più fedele commensale e il più
amico dell'Uomo, non vi abbandonerò mai.... IL Fuoco E  io  dunque?... LA LUCE Su, via, il tempo passa, sta per
maleducato di così?... L'ACQUA (avvicinandosi ai bambini)  Io  vi abbraccerò teneramente, bambini miei, senza farvi
bene alle Fontane, bambini; ascoltate i Ruscelli.... perchè  io  abito là.... IL Fuoco Ha inondato ogni cosa!... L'ACQUA
di comprendere quello ch'esse cercheranno di dire....  Io  non posso più.... le lacrime mi soffocano.... m'impediscono
nella minestra, m'ha tirato la coda, m'ha picchiata, mentre  io  non avevo fatto nulla, proprio nulla, ecco!... IL CANE
e tumultuose) No, no!... Non voglio!... Non voglio!...  Io  parlerò sempre!... D'ora innanzi mi comprenderai, non è
Non ci dici nulla?... LA GATTA (fredda, enigmatica)  Io  vi voglio bene a tutti e due, secondo i vostri meriti....
Dirò alla mamma.... LA LUCE Non piangete, cari piccini....  Io  non ho la voce, come l'Acqua; ho soltanto il mio splendore,
messo da parte in tant' anni, e che ho voluto portare  io  stesso, in confidenza, a un legale di là, un po' mio
vogliono mettere un compromesso, mi voglion giocare sicuro,  io  che non ho mai fatto nè detto male di nessuno.... » « Ma
presontuoso di don Carlo. » « Oh!... » « Cosa so  io  de' garbugli che può avere colui?... E bene, sul conto suo,
che dovevo sapere.... che quel prete era nativo di qui; eh'  io  conosceva quali corrispondenze avesse, perchè quest'estate
che so io.... Vi dico che avevo tanto di testa. Cercava ben  io  di rimbeccar quelle antifone alla meglio, ma era peggio! Io
io di rimbeccar quelle antifone alla meglio, ma era peggio!  Io  aveva bel dire: la responsabilità è sempre del povero
saprò. » « In somma, in somma! volete proprio saperlo?...  Io  credo che ci sia in aria qualcosa di torbido, di marcio,
volgendosi al deputato politico. « Eh cosa vuol mai eh'  io  sappia, io? » rispose quegli. « Lei, don Gioachimo, lei sa
mio signor Mauro, ch'io non m'impaccio di faccende mondane!  Io  vivo in questa tana, come il tasso di montagna.... Io non
Io vivo in questa tana, come il tasso di montagna....  Io  non c'entro, io non c'entro, lo dico e lo protesto! dormo
questa tana, come il tasso di montagna.... Io non c'entro,  io  non c'entro, lo dico e lo protesto! dormo all'ombra del mio
Caspita, su' trent' anni, come voi adesso, ne feci anch'  io  di belle, e qui e via di qui; ma era il secolo passato,
da vero, » il curato ripigliò; « ma questa sua confidenza  io  non l' approvo: son cose fuori di luogo: una ragazza, una
» « A me, come me, certo che no; ma se, per causa sua,  io  avessi de' pasticci? Io ci vedo da lontano.... Quel vecchio
certo che no; ma se, per causa sua, io avessi de' pasticci?  Io  ci vedo da lontano.... Quel vecchio milord, che sarà
voglion tirar dentro per i capegli, me? Oh se la sbagliano!  Io  me ne lavo le mani, non ne voglio sa- per nulla, faccian
come pochi pur troppo rispondono in questi casì - Ma,  io  non ho che questa tosa, e ch'ella se lo trovi il marito, e
loro babbo non aveva mai voluto che andassero a scuola. -  Io  non ci ho mai messo piede, e non voglio che ci andiate
offrirsi come sostegno alla vicina. L'olmo disse: - Giacchè  io  non riesco a fare l'uva è meglio che sostenga questa
E Passero rispose: - E se il sasso lo avesse già in tasca?  Io  mi fido poco, perciò sta' sicuro che appena vedo l'uomo
Tu vai a metterti sul balcone e fingi di essere la dama e  io  di quaggiú ti faccio la serenata. - Se mai toccherebbe a te
da velo, e devo dire che come dama convinceva abbastanza.  Io  facevo ancora resistenza. - Guarda che non ci riesco, non
sulla balaustra e guardando in su con gli occhi sognanti,  io  imbracciai il liuto che non c'era e attaccai: - Plin plin,
succede quando si è presa una grossissima arrabbiatura.  Io  non capivo
é segno che è un ridicolo pregiudizio aristocratico. - Ed  io  allora fui obbligata di mutar opinione. Figurarsi! la Conny
aristocratica! ah! ah! mi fa ridere soltanto a pensarci....  Io  lo spauracchio della zia marchesa e della cugina contessa !
lo spauracchio della zia marchesa e della cugina contessa !  Io  che, se vien la Comune, scendo in piazza e divento
e accanto al suo quello grassotto e rosso di un bambino. Ma  io  lo conosco da un pezzo quel viso!... Quando l' ho visto?...
Quando l' ho visto?... forse qui, un'altra volta: ma no,  io  conosco quella donna, e mi par di sapere che voce ha. È
che non avendo la mamma nè una sorella a cui confidarle,  io  abbia quella gran passione di scrivere. Essendo poi quasi
sta molto a Roma, e non avendo la smania dei divertimenti,  io  lavoro molto coll' immaginazione, e su una parola, su una
una manciata di castagne. La donna sorride.... Oh, ma  io  lo conosco quel sorriso! Chi può essere? Io sono curiosa,
Oh, ma io lo conosco quel sorriso! Chi può essere?  Io  sono curiosa, molto curiosa! pare impossibile, non é vero?
é vero? perché di solito la gente curiosa è pettegola ed  io  non lo sono punto. Misi il dito sul bottone del campanello
parlare. Mio cugino é un giovane di spirito.... dicono;  io  non saprei dire se è vero, perchè con le signorine non si
di non dire mai quello che pensano, come se fosse, che so  io  un' indecenza, e soffocano tutte le idee gentili che il
ama le originalità, - disse Gian Carlo, o Carletto, com'  io  mi ostino a chiamarlo. - I servitori stanno in anticamera
con tanta disinvoltura di cose frivole con le signore, che  io  non so rico-noscerlo e lo ascolto attonita. Egli è al suo
non è mai stato. Egli fa una vita laboriosissima, e quand'  io  ritorno dal teatro, dove vado con mia zia o con mia cugina,
uscio é chiuso, e non appare la luce di sotto la fessura, e  io  penso al babbo che é a Roma. Una volta avevo molta
mie osservazioni e dei miei giudizi. Una sera mi disse: -  Io  ho sempre creduto che chi osserva, studia e analizza tutto,
della vita: ma vedo che non é vero. Non c'é nessuna donna  io  credo, più anatomista di te; eppure sei quella che ha la
gentile, che la loro attenzione si concentrò tutta in lui.  Io  ne approfittai per scappar da Giacomo. - E cosi? - Era
domestico mi disse, uscendo, che quell' uomo era tisico, ed  io  quella notte sognai che lo conducevo insieme a sua moglie e
l'altra un pochino. C' era da vergognarsi? Forse si; ma  io  non me ne vergognai! Cinque anni fa avevo la veste corta, e
la gamba fino al ginocchio.... Ed ora.... Non vi pare che  io  abbia ragione di ridere? - Non lasciarla andare, Manolo!
- Lo sappiamo, pur troppo! - mormorò la zia con un sospiro.  Io  continuai: - Perché ero la figlia del soprintendente
- e diventai il beniamino di tutte. Due giorni dopo  io  non avevo più soggezione di nessuno e nessuno aveva
chi di noi avrebbe avuto il premio. - Il Moscerino - dissi  io  e molte altre. - Oh, no: l'hai tu, Conny! di sicuro! -
di dire che il premio è tuo perché sei la più brava! -  Io  le risposi: - Si vedrai! - E mi misi a studiare con ardore.
resistette altro. Ma un giorno pensai con spavento: - Se  io  ho il premio, non l' ha il Moscerino che ha studiato tutto
a miss Jane, che era diventata rossa come una brace.  Io  uscii e un minuto dopo, indossata in furia la giacchetta e
si chinò confusa ad accarezzare la testina del suo bambino.  Io  le facevo soggezione. Perchè?... per il mio vestito di
è un tormento. - Perchè non potermi salutare? - Vuol ch'  io  la saluti in faccia alla gente? - Che male c' è? - Per me è
Ora è vestita come una signora, ma quando l' incontro sono  io  che ho vergogna a salutar lei. - Io le presi la mano. Era
quando l' incontro sono io che ho vergogna a salutar lei. -  Io  le presi la mano. Era sempre il mio Moscerino con quel bel
Che bei tempi! Beata lei che può studiare ancora! -  Io  mi chinai a baciare il bambino. - Com' è bello! - dissi. -
- Sì: ma lei è sempre la figliuola di don Emanuele, ed  io  del calzolaio. Non insista è giusto ch'ella dia del tu a me
calzolaio. Non insista è giusto ch'ella dia del tu a me ed  io  del lei....a lei.... lo le voglio bene ugualmente, sa ? - e
- Veda che stu-pida sono mai! A volte mi figuro di scrivere  io  un libro!... - ma si interruppe. Li ha visti? - mi dimandò
le scuole? Com' era buono! come parlava, povero vecchietto!  Io  ho una sua lettera: lo sa? - No: non lo sapevo: la pregai
Moscerino, - diceva la lettera "lasci che la chiami anch'  io  come la chiamano le sue compagne, - e la lodava de' suoi
società. La fruttaiola mormorò: - Aveva proprio ragione! -  Io  riposi quella lettera nella sua scatola da torrone, e
racconta! - E Filippo mi condusse vicino a una poltrona.  Io  mi sedetti, mi soffiai il naso, tossii, poi dissi: - Non
il fumo della sigaretta; con tanta insistenza, ch'  io  saltavo per l' inquietudine sulla seggiola. A un tratto,
le sue mani bianche e profumate. - Ah! guarda cosa faccio  io  invece! - e mi baciai le mie. La zia prese un'aria
esagerazioni! esclamò. - Quando Carletto smetterà le sue,  io  smetterò le mie! - risposi, e mi sedetti, pigliando di sul
la mano che teneva il giornale. - Vedi! non c' intendiamo!  Io  non mi vergogno d'esser nobile: sono fiera anzi della mia
professo le idee del babbo; ma questo non vuol dire che  io  debba vergognarmi d'aver frequentato le scuole pubbliche, e
ma è lo stesso, - rispose Carletto con un' aria seccata.  Io  ero confusa, credo per la prina volta; non sapevo più come
- Conny! ti sei lasciata sopraffare? - mi dimandò Filippo.  Io  non potei rispondere, perchè mi prese un colpo di tosse. -
d'una doccia d'acqua gelata: non è forse vero Elisa? -  Io  battei le mani ridendo. Mia cugina si alzò indignata:
In ogni suo discorso c' entra l'io, e questo benedetto  io  dice e fa le più strane cose; tutte le avventure più
e colmano di cortesie. - Non tutti, non tutti; - corressi  io  sorridendo - vi è chi rimpiange che il coraggio di trovar
camelia bianca che mi faceva un corno sulla testa? Non ero  io  la Conny? la famosa Conny che ha suscitato, - me lo ha
a cose vuote e leggiere per piacere altrui. No, no,  io  non sono vanitosa. Quando mi vesto io non penso agli altri:
altrui. No, no, io non sono vanitosa. Quando mi vesto  io  non penso agli altri: non faccio che contentare il mio
han qualcosa di raffazzonato, di non ben definito che (sono  io  forse un'originale) mi fa dubitare del carattere della
tristezza. È un fatto ch'egli è uno dei più bei giovani ch'  io  conosca: in quella sera la sua testa piccola e bionda
e disse con un suono di voce che mi turbò: - Conny,  io  mi sono riconciliato colla signorina; ora tu, buona e
- e rideva. Sprofondata nell'angolo oscuro della carrozza,  io  vedevo brillare davanti a me gli occhi di Carletto, che
spettacolo, - disse l'Elisa ridendo. - Lo so; ma sai che  io  non bado a ciò che usa. Sono venuta in teatro per il Don
rise: e Carletto mi guardò con un' espressione seria.  Io  arrossii, ma dissi stendendo la mano al Rinaldi: - Oh! non
un sorriso, e disse lentamente, con serietà: - Questa volta  io  credo che donna Conny abbia ragione. La signorina De Lami
e di muffa che c'è nella nostra biblioteca di campagna.  Io  credo ch' egli viva fuori di questo mondo, in un mondo
Consulta Archeologica, non c' è da stupirsi quindi ch'  io  abbia una spruzzatura storico-artistica nella mia testa,
a questi studi, via, sarebbe troppo.... originale. - Non me  Io  ripeta, conte, perchè forse sarebbe il modo d' invogliarmi
l'onestà, ha di più eletto! Di queste signore - aggiunse -  io  ne ho trovate parecchie in provincia: ne conosco a Ferrara,
ha più tempo di esser seria. - E meno egoista.... - dissi  io  ridendo. - Da noi le signore si prodigano e non hanno tempo
Feci cenno di no, senza guardarlo. Si arrivò alla carrozza,  io  salii e mia cugina dopo di me. Carletto si scusò, dolente
nessun angolo di salotto più simpatico e comodo del mio: ed  io  ogni tanto gli facevo la sorpresa di una nuova comodità:
Una mattina, verso mezzogiorno, egli entrò nel mio salotto:  io  mi ero appena alzata, perchè avevo ballato tutta la notte
trovarmi? - Egli si chinò per guardarmi negli occhi. Perché  io  non li alzai, non gli lasciai leggere che cosa passava nel
Conny, - disse finalmente - il tuo babbo è lontano, ed  io  mi credo quasi in dovere di pigliare il suo posto: io, il
ti terranno luogo di tutte le gioie più sante e più care! -  Io  sollevai la testa: tutto il sangue m' era salito al viso. -
e lei, in mezzo ai miei libri, è stata troppo bella perchè  io  vi voglia rinunciare. Voi mi avete detto e ripetuto troppo
buona, che sono colta, che sono una donnina forte, perchè  io  lo possa dimenticare, per il piacere di sentirmi dire che
per provocare questo sfogo più che per altro, Conny. Per te  io  metterei la mano sul fuoco: ma non vorrei che tu, per esser
è la società, e diventerai scettica anche tu. - Si alzò.  Io  singhiozzai. - Le mie parole ti hanno fatto male figliuola,
i capelli - ma ti faranno pensare, ed è quello ch'  io  voglio. Non t' ho detto tutto, ma tu capirai anche quello
ma un cocchiere che ha il petto delicato più di una signora  io  non lo tengo! - Gli hai detto di venire a prenderci alle
Conny! come sei cattiva! Vedi, mi vuoi far credere che sono  io  che t' ho affascinata! ma sei invece tu, più alta, più
nella sua poltrona coi piedi contro la bocca della stufa. -  Io  presi una seggiola e mi sedetti dietro di lei, voltandole
un giro a piedi. Va bene, Conny? dimmi di sì dunque! - E s'  io  volessi dir di no? Non sei buona. - Eppure.... - Oh Conny,
era accaduta, e la povera Clara era già dimenticata. Ma  io  non riuscivo a strappare il mio pensiero da lei. L'avevo
fra loro, con gran vivacità, del matrimonio di Paola,  io  dimandai alla signora grassotta che mi era vicina: - Scusi,
abbiamo visto come ha saputo lui insinuarsi nel suo cuore.  Io  badavo ad aprir gli occhi a sua madre: " Voi non conoscete
fulmine dalla percezione viva della verità, come se la cosa  io  l'avessi sempre sospettata, come se tutto fosse stato
che la baci. - E mi abbracciò stretta. Non ricordo come  io  sia uscita di là; so che mi trovai in carrozza cogli occhi
sua anima. Egli passò dalla parte mia e mi prese le mani;  io  le ritirai con ispavento: - No! - dissi con voce rauca. -
che ero in carrozza e che mia cugina parlava, parlava, e  io  ascoltavo senza capire; due cavalli ci rasentarono come un
senza capire; due cavalli ci rasentarono come un fulmine ed  io  pensai: perché i miei cavalli non corrono? e mi prese
- Riconducete la signora Contessa a casa sua, - ed  io  salii lentamente la scala, entrai in casa, apersi l' uscio
che m'aveva parlato d'amore; quegli che mi adorava! Avevo  io  il diritto di condannare lui e me al dolore, senza una
nessuno avrebbe potuto restituirmi il suo amore, perchè  io  lo avevo insultato! e un uomo come lui non perdona un
c' era il conte Rinaldi. Il babbo mi venne incontro:  io  gli buttai le braccia al collo e lo baciai con una
molto i giovani seri come Rinaldi. Non è forse vero? -  Io  lo ascoltavo trasognata, non trovando parole per
col viso contratto d' emozione. Non sapevo bene perché, ma  io  fui presa da un tremito: non ancora rimessa dal profondo
Lesse egli ne' miei occhi spauriti e supplichevoli?  io  lessi ne' suoi, pieni di un desolato dolore.... Restò a
a desinare con noi. Il babbo credette tutta la sera che  io  mi sentissi male, ma era assorto in una gran beatitudine,
dopo aver preso il caffè si alzò per andarsene, dicendo che  io  avevo bisogno di riposo. Si chinò sul sofà sul quale mi
Si chinò sul sofà sul quale mi aveva fatto distendere:  io  gli ubbidivo colla docilità di una bambina: una bambina
perdonare. - Buona sera donna Conny, - mi disse forte;  io  gli stesi tutt' e due le mani, egli le prese, esitò, poi le
forse troppo ardito.... Non tèma: non ci tornerò più. -  Io  gli sfiorai colla punta delle dita i capelli, dicendo con
giorni: la zia e l' Elisa avevano chiesto di vedermi, ma  io  mi chiusi in camera, e miss Jane ebbe l'ordine di dire
te lo dica.... Conny, non vuoi proprio confidarmi nulla? -  Io  respiravo a fatica: avevo un nodo alla gola, che m'
questo permesso: egli vuole una spiegazione.... di che? né  io  né sua madre siamo riusciti a saperlo. Dice che è un vostro
siamo riusciti a saperlo. Dice che è un vostro segreto.  Io  mi fido di te, Conny... e di Carletto: per questo non ho
Carletto: per questo non ho insistito perchè tu parlassi. -  Io  mi ero accostato il manicotto sulla bocca per soffocare i
del suo ritorno bastavano a fugare tutto il disprezzo ch'  io  avevo provato per lui? Come lo amavo! come lo amavo se mi
fondo al cuore. Il babbo spinse la porticina della chiesa:  io  lo seguii, ma prima di richiuderla mi voltai. La ragazza s'
Era forse necessario: hai fatto la tua esperienza. -  Io  m'aggrappai stretta e convulsa al suo collo. - Non è stato
- disse poi con una voce ferma e forte, - ti giuro che  io  ho fatto di tutto per evitare alla tua figliuola questo
in tutto, di non essere ingannata: non è vero Conny? Vedi,  io  mi ero detto: Conny è buona e seria. Conny conosce il mondo
giorno Enzo disse ai suoi compagni: -  Io  ho un leone e un lupo. Li accarezzo, dò loro da mangiare,
mai seriamente discorso intorno a così gravi cose; ma  io  ben conobbi tutta la vostra vita dal primo giorno che mi
dentro talvolta! Non so dir con quale ardore cercassi anch'  io  questa che voi chiamate virtù, certezza e verità, la fede!
la trovai. Tutto calpestato, tutto disseccato e morto! Ond'  io  penso che questa lede non sia che il rifugio dell' anime
stimi forza! Tu non vedi con quell' occhio di pace con che  io  guardo uomini e cose, per ascendere fino a Colui che gli
gomma ce li siamo dovuti infilare davvero, Ippolita i suoi,  io  un paio in dotazione del castello, che i piedi mi ci
no?! - fece Ippolita tra i denti, in maniera che sentissi  io  sola. Difatti era seccante. Con quell'acqua saltava anche
un'ora. - Da New York? - Lei diceva New, pronunciato Niú,  io  Nuova come dicevano in casa mia se mai capitava di
Non aspettò, quel giorno, che gliela mettesse sul vassoio.  Io  però avevo fatto in tempo a vedere che la calligrafia era
arrivano piú lettere, sono loro che le fanno sparire. Ma  io  devo sapere... devo, assolutamente... si tratta della mia
al caso. Finii col dire solo: - Dài, non ti disperare. -  Io  non mi dispero, - rispose Ippolita, col mento in su. Poi,
con zia Augusta! Traduzione: tienila occupata mentre  io  vado a cercare la lettera in camera sua. Figuriamoci che
la lettera in camera sua. Figuriamoci che bell'imbroglio.  Io  non ci volevo mica stare, solo che la contessa venne fuori
di sopra raspava nella sua corrispondenza privata, e che  io  lo sapevo. Ippolita era mia amica e mai al mondo avrei
tanto, per fortuna. Ippolita chiamò d'in cima alle scale e  io  scattai su come una molla, giuro che mai nessuno aveva
in giro: - E allora? L'hai letta? Tant'è, la curiosità.  Io  non lo avrei fatto, di leggere di nascosto una lettera
per sogno, - guardandomi male come se me lo fossi inventato  io  che prima aveva intenzione di farlo. Ah ecco. Lo dicevo
tu pensi d'essermi più lontano, allora è spesse tolte ch'  io  ti son più vicino. » Quando tu credi quasi perduta ogni
Non volerti credere derelitto del tutto, se per alcun tempo  io  ti mandi alcuna tribolazione, oppure io ti ritolga la
se per alcun tempo io ti mandi alcuna tribolazione, oppure  io  ti ritolga la bramata consolazione; essendo che per tal via
del tuo; poichè mio è ogni bene e ogni dono perfetto. » Se  io  ti lascio venire gravezza alcuna o avversità, non
alcuna o avversità, non isdegnartene, nè cader di animo;  io  posso rilevartene prestamente, e cambiarti in gaudio ogni
e cambiarti in gaudio ogni noia. » Ma non pertanto  io  son giusto, e da commendare altamente, quando io fo questo
pertanto io son giusto, e da commendare altamente, quando  io  fo questo con te!... » La fanciulla leggeva queste schiette
povero mio cuore, che siete mai? È questa la felicità ch'  io  cercava, la verità, la pace di cui tanto ebbe sete l' anima
sostieni l' anima mia, dammi la virtù di soffrire, o ch'  io  mi perdo!... - E gli uomini?... essi che non credono e non
a vile, mi chiamano stolido, fors' anche infame!... No, no  io  fui, e sono più forte di voi tutti! Sia ciò che vuole, la
infinito desiderio della, verità, gridali più alto di voi;  io  vi disprezzo. Ho ben già fatto anche di più; a questa
penosa del dubbio? E se fu un martirio, perchè non ne ho  io  trion- fato ancora?... Io sono cattolico! l ' ho detto, e i
fu un martirio, perchè non ne ho io trion- fato ancora?...  Io  sono cattolico! l ' ho detto, e i miei amici risero; ho
quasi mi fa maledir l' intelletto, e sospirar di finire! -  Io  aveva tanto bisogno di riposo, eppure sento che nel mio
su la vita passata, mi ricordo che a quindici anni  io  contava già degli amari giorni; che talvolta io veniva meno
anni io contava già degli amari giorni; che talvolta  io  veniva meno sotto il peso della noia, e tal' altra la mia
la mia mente perdevasi nell' infinito. Ma almeno, allora  io  poteva piangere.... Oh perchè la povera mia madre mi fu
E conce mai mio padre fu sempre così avido di grandezze, e  io  così indifferente a ciò che si chiama gloria e fortuna ...
e conobbi, sarei stato più infelice che adesso non sia.  Io  non so quale condanna mi s' aggravi sul capo, ma so che ho
soffrire que' pochi che mi amarono.... No, no! è meglio ch'  io  discacci questi dolorosi pensieri.... E tornava a
quest' ultima illusione. La buona fanciulla, l'unica ch'  io  abbia amato coll'anima mia, l'unica che non abbia ardito
essa m'abbandona, non è più qui! Dunque non la vedrò più? E  io  sperava di trovar vicino a lei una pace che per breve tempo
que' pochi giorni fuggitivi, i soli giorni che con dolcezza  io  richiami!... - Buona e povera Maria! anche tu hai
molto dolore; pure fosti meno sventurata di me. Non sono  io  sulla terra solo, al pari di te? Ma tu vivi ancora la tua
e care, sono lagrime di virtù e di rassegnazione:  io  invece non posso piangere, e se piangessi, non avrei
O Signora, questa è la fede che m'hai data?... Eppure,  io  credeva!... e quando pregai d' esser ricevuto nel grembo
creatura, la quale per l'amor mio è fatta infelice?  Io  devo cercarla, ridonarle la pace che le ho tolta; e,
cosa vorrà mai quest' originale? O ch'egli è matto, o ch'  io  non ci vedo. La mattina vegnente, non mancò all' ora data;
il vostro onesto costume, la vostra premura, meritano ch'  io  metta in voi maggior confidenza. Voi mi conoscete appena, e
e imparasse a conoscere uomini e cose. Ma era tardi.  Io  aveva già sposata la parte degli oppressi; io amava il
Ma era tardi. Io aveva già sposata la parte degli oppressi;  io  amava il culto solenne, maestoso della Chiesa a cui mi
dottrina, e la troppo mutabile fede nel seno della quale  io  nacqui, non avevano parlato mai al mio cuore. « Nel mio
sognatore, da utopista, da uomo nato fuor del tempo suo. E  io  che, dopo tanta guerra di dubbii e di terrori, non perdei
volontà di bene, la quale fu l'alito primo di mia vita;  io  che potei credere e riposare nella verità promessa da Colui
una croce annunziò tutti gli uomini esser fratelli, doveva  io  forse mettermi alla tremenda prova di disperare un' altra
alla Provvidenza che mi tolse di mezzo a coloro i quali  io  voleva poter amare come fratelli, e che invece mi
speranze, i forti auguri di virtù e di giustizia ch'  io  non temeva far manifesti a chiunque si fosse, con la
potevano consolarmi delle traversie sopravvenute. Allora  io  scriveva:
agli uomini che i buoni vincono i catliivi. «Siate buoni ed  io  vi assisterò sempre». Noi ogni anno nel dì di Pasqua,
per fare vita di società? Veramente non lo sapevo nemmeno  io  che vita mi aspettassi di fare, al castello. M'immaginavo
non gli succedesse mai niente di avventuroso. Mica vero.  Io  il fiocco in testa non l'ho mai portato; be', da piccola,
azzurri sempre uguali. L'altra parte - che poi ero sempre  io  - non stava nella pelle dalla bramosia di andare, scoprire
così d' attraversare il sentiero della sua passeggiata.  Io  però ringrazio la fortuna che m' ha fatto incontrar con
incontrar con lei. » « Signore, non so veramente a che  io  debba questa sua gentilezza. » « Signor abate, lei non mi
» « Signor abate, lei non mi conosce; non sa nè manco chi  io  mi sia; e io, al contrario, sebbene non sappia il suo nome,
conoscere a lei quantunque ciò forse poco le importi.  Io  sono inglese, e mi chiamo Arnoldo Leslie. » « Forse è della
e ristette pensoso alcun tempo, poi soggiunse: « Stamane,  io  passava a caso per la piazza del paese: vidi aperte le
e di parole , che non credetti quasi a me stesso, tanto  io  era lontano dall'aspettarmi di trovare in un oscuro
d' un particolare sentimento del suo cuore. D'altra parte,  io  non dissi se non quello che l'anima mia, e la povera
que' buoni contadini, mi chiamavano alla memoria. » « Oh!  io  me n' avvidi, signor abate; voi parlavate secondo il cuore,
» « Lei si piace, signore mio, di far del romanzesco,  io  credo! » disse don Carlo, con un cotal sorriso di
volontà. Vi parrà, certo, un capriccio.... Ma se sapeste!  Io  son solo! e spero d'aver ritrovato in voi un' anima che m'
monotona e grave ad altrui! » « È dunque vero?... e a ciò  io  m' aspettava. Voi dunque avete sofferto?... » « Ma, buon
» « Ma, buon Dio! cosa domandate voi da me? » « Quel ch'  io  domandi? nol so. » E il giovine rimase di nuovo mutolo e
la vista di questi luoghi, in vece di consolarmi, come  io  sperava, mi rattrista. Non so se questo giovi; ma la
poesia, accarezzato dalle speranze, e adesso.... » « Eppure  io  credeva » Arnoldo rispose « che una scena bella com' è
soggiunse con voce tremante di commovimento : - « Ma, s'  io  vi dicessi che, appena cinque giorni fa, in questi luoghi,
Là stanno le due donne abbandonate; esse m'aspettano, e  io  so che han bisogno di consolazione. Permettete dunque,
forza del mio intelletto a una meta novella: Fin d'allora  io  voleva abbandonar l'eresia; pure colui ch' io venerava come
Fin d'allora io voleva abbandonar l'eresia; pure colui ch'  io  venerava come mio salvatore, m' aveva letto in cuore; e,
riprese Arnoldo, « mio padre mi richiamò a casa; ma avendo  io  rifiutato un illustre matrimonio, al quale egli stesso mi
del suo sdegno, egli m' abbia maledetto.... Oh Dio! No, no,  io  non lo crederò mai; e tu, o Signore, non consenti che un
che un padre maledica il figliuol suo!... Il vero è ch'  io  son fuggito come un colpevole; che ho abbandonato famiglia,
una promessa, un affetto.... Ah! si, che almeno  io  la ritrovi quella virtuosa fanciulla! Essa non mi
so uno straccio! Ma se, per la verità, non v'avessi intes'  io  a raccontare voi stesso la vostra storia, la crederei
che mi appiccicavano tutti addosso a prima vista.  Io  non mi sentivo mica giudiziosa, dentro. Avventurosa,
piú su delle nostre teste. Un giorno mi girò di difenderla,  io  e la Guasti ci pestammo nei gabinetti e fu cosí che
ci pestammo nei gabinetti e fu cosí che diventammo amiche.  Io  e Ippolita, voglio dire. Sono stata io a dirle che se non
diventammo amiche. Io e Ippolita, voglio dire. Sono stata  io  a dirle che se non voleva passare da principessa Tumistufi
imparare a leggere e a scrivere è un perdere il tempo. E  io  non posso disubbidire a mio padre. - Tu sei un figliolo
della persecuzione, confidava l'anima sua al Signore. - «  Io  mi confido nel Signore. Perché dite voi all'anima mia: Ti
effusione del cuore. Ecco qual povera cosa siam noi!  Io  stimava d'avere vinto per sempre contro il mio passato, mi
suo?... Egli sedè le intere notti al mio capezzale, quand'  io  lottando col male e venuto quasi all'agonia delirava e
allo strazio de' nervi e allo spavento dell'anima. -  Io  era solo, povero, lontano da' miei, calpestato da' potenti,
spartito il suo pane e profferta la metà della sua tazza,  io  scrissi le pagine consacrate alla gloria d'un Grande che
alla gloria d'un Grande che non è più; e a quelle pagine  io  poneva in fronte il nome dell' amico venerato e caro. Nulla
posso quasi dire: L'anima mia é trista fino alla morte....  Io  viveva qui dimenticato, e non potei dimenticare. Le
mio dolore s'aggiunge una piaga novella, il rimorso: poiché  io  sono ancora talvolta il trastullo d'una fuggitiva larva di
tempo, e farsi campione del vizio imbellettato di virtù....  Io  volli sposare la parte di coloro che patiscono; e nato
ovvero di disperazione, questo sacro e terribil dovere ch'  io  m' assunsi - io così pieno ancora di ribelle volontà, di
questo sacro e terribil dovere ch' io m' assunsi -  io  così pieno ancora di ribelle volontà, di mortali odii,
cuore: O Signore! come potrò recar la tua pace agli uomini,  io  che non ebbi mai pace per me!... In codesti giorni d'
parlarono il vero e furono infelici, e infelici ben più ch'  io  non sia! Ma anche la poesia è morta nel mio cuore! - Io
ch' io non sia! Ma anche la poesia è morta nel mio cuore! -  Io  aveva fermo nell' animo di non tornar mai più agli antichi
e coll' amor paterno. Ma le mie forze non basteranno,  io  temo, all' altezza del concetto. Quando nè lo studio nè la
imposture mondane, delle rugginose pretensioni della forza:  io  cercava invece d'abbracciare il povero e l'oppresso, che al
e della religione. E i miei fratelli risero di me. Allora  io  non poteva più ritornar fanciullo, raccogliermi nell'
di vivere e d'operare. Gli uomini mi calunniavano, e  io  li amai; mi respinsero, e chinai la testa; poi venni a
valle il mio oscuro ma innocente apostolato. E oggi, anch'  io  ripeto a te le dolorose parole che un moribondo amico manda
e m' avvidi come, nell' ampio teatro del mondo, il poco ch'  io  potessi fare m' avrebbe alla fine guadagnato le ire e le
le quali morì crocifisso Colui che aveva pur detto a tutti:  Io  sono la via, la verità, e la vita!... Vi ricordate? La
la verità, e la vita!... Vi ricordate? La prima volta ch'  io  ho voluto parlar da un pulpito, con nuovo ardimento, di
fu scandolezzata la debole virtù. Così sempre avviene; ed  io  non ho voluto chiamar sulla casa di mio padre, sui vostri
che si ricordino di me nelle loro orazioni care al Signore;  io  non n'ebbi mai tanto bisogno come in questo momento. Se mai
le mie forze e fare in me effetto contrario a quello ch'  io  m' era promesso. Un' altra cosa vi commetto per la mia cara
e mi sforzano a piangere un'altra volta Perchè non sono  io  nato che per invocar la benedizione del Signore sopra
ogni lor bene nel patimento mitigato dalla speranza?...  Io  la sentiva pure nel mio cuore una fiamma più ardente, l'
lamento: - « La parte mia è il Signore; e per questo  io  l' aspetterò. » Buono è il Signore all' anima che in lui
più grave sciagura sovrasta a me o ad alcuno de' miei cari.  Io  ne ho da parecchi giorni il doloroso presentimento; poichè
scrivere, non posso nè manco pensare.... 19 d' agosto.  Io  mi reputava cosi forte, così provato nella vita, e padrone
dal patimento, consunti dalla disperazione o dal rimorso,  io  credeva che più nulla d'umano potesse conturbare ancora i
che forse fu la prima cagione di tutte le mie disgrazie.  Io  gli aveva dato, nella generosa effusione del mio cuore
parietaria le rovine dell' antica torre lombarda: è là dov'  io  passo, in faccia alle maestose, lontane ghiacciaie dell'
gli occhi. Quella voce non mi parve al tutto ignota; ma  Io  strano vestire, la sua dubitazione, lo sgomento con che
di me, dopo essersi di nuovo guardato dietro le spalle: «  Io  sono Alberto ***: fui vostro amico! » Era colui che m'avea
Egli dimorò sotto al mio tetto due dì e due notti, nè  io  gli domandai se fosse innocente, o perchè avesse scelto
e per leggiere cause, non dubitò farsi reo contro di me.  Io  non so le conseguenze, le quali per la mia pietà potrei
nel fondo dell'anima, mi giudicherà! Quando volle partire,  io  gli aveva stesa la mano e lo contemplava fissamente senza
le forti presunzioni e i deboli attentati, de' superbi....  Io  tutto spero, tutto tento, nulla presumo! » .... « Se è vero
riposta quella felicità ch' è data ai mortali; se è vero,  io  dico, tutto questo, deve scusarsi la nostra curiosità che
vorrebbe possedere lo scibile umano. Anzi questa curiosità  io  la reputo come il possente motivo onde la natura invita l'
i Greci, si abbraccia la nube per la diva. - Non già ch'  io  abborra dall' uso giudizioso dell'ipotesi: so benissimo ch'
imparò come due mirabili forze equilibrino i firmamenti.  Io  abborro che lo stromento diventi la cosa, che la via si
e l'edificio s' innalzerà verso il cielo saldo e sublime.  Io  l'ho detto: Umana perfezione? un sogno: - Umana
una via di cui non conosco la meta, ma sulla quale  io  pure cammino.
Perciò la teneva molto cara. - Allora non lo voglio neppure  io  il tuo treno! - esclamò la Maria. Porteremo le nostre
vedere! - Perché, tu dici che è profonda? - Credo di no, ma  io  i piedi non ce li inetto, grazie tante. Guardai l'acqua
Allora domani, eh, con gli stivaloni di gomma. - Domani. Né  io  né lei immaginavamo nemmeno lontanamente quanti giorni
rispondeva, « è un semplice sopore, cosa naturale....  Io  me l'aspettavo..., bisogna che sia così! » Ma lo speziale,
di compassione la destra sul capo chino della giovinetta.  Io  l'ho amata!... » rispos' egli. ln quel mezzo, il medico
perseguitata?... Oh Dio! che ho fatto di male? O mia madre,  io  pensava sempre a voi, quand' ero lontana; ma questo povero
non verrà.... ah no! eccolo, è lui.... Perdono, o Signore!  io  ascoltai la sua promessa, perdono! - E ricadeva
suo sguardo è impossibile non dire la verità!... Oh caro!  io  l'avrò convertito, egli crederà nella nostra santa fede,
di chi racconta lunghi travagli sostenuti, ripigliava: -  Io  non ho amato altri che te, e non te l'ho detto mai.... ma,
madre è morta, mio fratello, mio padre, tutti son morti!...  io  sono sola a questo mondo.... e tu, tu mi puoi dare il
mondo.... e tu, tu mi puoi dare il paradiso o l'inferno....  Io  vorrei esser tua; ma temo che lassù in cielo non sia
mano! Dio ne benedirà! Ma, chi è mai quel prete? lo vedi?  io  lo riconosco.... è lui, è mio fratello, è il tuo amico....
a' tormenti, contemplavano estatiche la corona celestiale.  Io  non dirò tutto il patire di quella meschina, che già questa
a terra, taceva. « O Maria! » diss' egli finalmente, «  io  benedico quest'aria così serena e in pace, questa gioia di
del mondo.... Oh vi fossi nato anch' io, oh fossi anch'  io  Italiano!... Ma voi lo sapete, Maria, io ho risoluto di non
io, oh fossi anch' io Italiano!... Ma voi lo sapete, Maria,  io  ho risoluto di non abbandonarli più questi luoghi. Ora sono
de' miei padri, a portare un nome non mio.... Una volta  io  era potente, adulato, cercato; ora mi respingono tutti. Ma
povera, ma beata con voi, è la sola felicità alla quale  io  voglia, alla quale mi sia concesso aspirare. » « Lei è
» « Lei è buono, e de' cuori come il suo ce n' è pochi. Ma  io  cerco inutilmente di esprimere quello che sento.... Pure,
mia? dopo tutto quello ch' è stato, dopo tanto amore?... Oh  io  vi amo ancora, Maria, v' amo come la prima volta che vi ho
capriccio l' hanno consigliato, e che ha ancora, lasci ch'  io  lo dica, lo stesso cuore e la stessa virtù! » « Buon Dio!
più! » « Ah! signor Arnoldo, non dica, non pensi così.  Io  era già morta, e lei mi salvò! La riconoscenza ch'io ne
non andrei superbo di mostrare a tutti qual tesoro  io  possegga? non benedirei sempre il cielo di poter mettervi a
abbia preso a voler bene a una poveretta come me; ma so ch'  io  non lo meritava, e che non ero nata per questa fortuna. Oh
cosa così amara non potrei dirla.... E insieme, capisco ch'  io  le parlo troppo male; pure, al momento in che siamo,
amarmi più, potreste pensare, Maria, che verrebbe tempo ch'  io  avessi a mancare alla mia fede, all'amore?... » « No! vedo
bello! « Maria, Maria, che cosa dite mai? » « Ah! lasci ch'  io  sfoghi tante cose che da gran tempo porto nel cuore! Quella
bella, la più santa creatura del Signore, l'unica luce ch'  io  avessi ancora, puoi abbandonarmi? Abbandonarmi, quand' io,
patria, parenti, nome, tutto?... Cielo! dunque la virtù ch'  io  cercai, altro non era che un delirio, la poesia de' vent'
sbigottita fanciulla, « e non mi lasci in questo modo....  Io  le ho parlato come una povera giovine onesta, ho fatto il
l'avevano mica chiusa in una cella Ippolita. Quando  io  e i suoi zii eravamo entrati in quella sala d'aspetto, lei
- esclamò la zia e fece il giro della panca di corsa.  Io  dietro, e lo zio pure. La mia amica era ancora drizzata in
come prima, e dunque a cosa gli fosse servito gridare tanto  io  proprio non lo so, se non gli era bastato nemmeno per
non si sfogava le sarebbe rimasto il groppo sul cuore.  Io  adesso con la Vittorina ci avevo abbastanza confidenza, non
ch'  io  scorreva cogli occhi e col cuore quel manoscritto, a me
è.... Poh! tenetelo, tenetelo pur fin che v' aggrada, ch'  io  per me di coceste malinconie non ho mai voluto l' impaccio
Mi riuscì di accomodarla con monsignore; e d'allora in poi,  io  solo, povero vecchio qual mi vedete, ho tirata la barca
famiglia di Bernardo quelle buone e sincere creature ch'  io  aveva già preso ad amare, e che nella fede de' loro cuori
ridere, certe volte! Ci attaccavamo la ridarella a vicenda,  io  a lei o lei a me, e poi viceversa e versavice e cosí avanti
stazione e al paese. E poi, naturalmente, nelle cantine.  Io  ci tenevo alle cantine, perché avevo la fissa di cercare il
due. Insomma Ippolita davanti, perché conosceva i posti, e  io  dietro, in punta di piedi per non farci sentire. Difatti si
un finestrino con le sbarre e con tante ragnatele, come  io  avevo immaginato che dovessero essercene nei sotterranei. E
rabbia! Cosí non possiamo saperlo, se c'è o no! - Mah, sai,  io  non ci credo mica tanto a queste storie dei tesori
bianchi in fila... L'ho detto che era più coraggiosa di me.  Io  nemmeno per cento lire, che a quei tempi erano tante, avrei
fa piacere, specialmente cosí quasi al buio come siamo. -  Io  non l'ho mai capita questa cosa, che il buio faccia paura,
lo diceva anche per il gusto di fare un po' la misteriosa,  io  non so; ad ogni modo si sentiva benissimo che adesso non
Maghe 15 Un giovane con giacca di bambagia 16 Se moglie  io  voglio 17 I sogni negli stagni 18 Un lanoso agnello di
subacqueo nuota a fondo 26 Ad Acqui acquistai un aquaio 27  Io  ho sette o otto nova 28 Ho un anno 30 O ho o non ho 32 Un
essere appiccato? - Si - rispose timido il contadino -  io  vorrei essere impiccato a una pianta di fragole. Tutti i
Maria, ascoltami, te ne scongiuro! » « Pensi, signore!  io  non posso, non devo.... » « No, Maria, bisogna che tu
e lei vorrà farmi più infelice di quel ch'io sono?... » « E  io  non ho altra speranza che l'amor tuo! Dal primo giorno che
« No, no! per carità, non si prenda cosi amaro gioco di me.  Io  non so che cosa lei voglia dirmi!... « O Maria, tu sei la
non vuoi credere al tuo cuore, perchè non a me stesso?  Io  non ho mentito mai: non temere.... Non mi rispondi? non mi
è nostra! - Francesco scuote la testa. - Sì.... ma  io  penso che sia più prudente nasconderla, perchè, sai....
Allora tiriamo qui la tavola soltanto; ci monterò sopra  io  e l'aiuterò. - In un momento, grazie all'aiuto di Francesco
non so dove, e quella donna cattiva mi farebbe morire....  Io  non voglio più stare con voglio venire con voi. - Quale
col mento una direzione. - Quella presso la quale abitavamo  io  e la mia mamma. - Dove? - Qui accanto. Dalla soffitta vi
- Dove? - Qui accanto. Dalla soffitta vi vedevo giocare....  Io  vi conosco bene. - E, col dito teso, indica: - Ecco
non potrete! - dice Nicoletta. - Non si può farle nulla.  Io  credo che sia una vecchia strega. Oggi non mi ha dato che
mi ha risposto che sarebbe un impiccio di meno.... Allora  io  ho detto che volevo prendere le mie robe e andarmene
fra noi? E perché non è partito? perché non lascia ch'  io  sopporti in pace questo male? « È che aspetta il vostro
aspetta il vostro perdono.... » « E intanto che aspetta....  io  qui finisco, dimenticato da, tutti.... Oh! aspetti, aspetti
dimenticato da, tutti.... Oh! aspetti, aspetti pure, ch'  io  morirò ben presto, e porterò con me nella fossa il nome di
Ma, voi l' avete già detta!... e Arnoldo, lasciate ch'  io  vi confidi tutto, Arnoldo è là che v' ascolta, che piange
bagnò mia lagrima, il suo sguardo fu lucido e fisso. - Era  Io  strano e fiero contrasto di due cuori concitati, diversi; e
dice degli strafalcioni e gli altri bambini ridono; però  io  credo che la sua preghiera sia ascoltata, perchè, Chicchi
Venderò i manzi e comprerò una casini col terrazzino.  Io  starò sul terrazzino e la gente mi farà la riverenza: -
voi m' educaste ad amare il bello e il vero. Fu allora che  io  v' udii parlare degli uomini e delle cose, talvolta colla
alle confidenti gioie d'allora. Foste voi che, a' que' dì,  io  ascoltava ripetermi:
d'un bel mucchio di foglie secche colà raccolte: intanto  io  pensava che miglior giaciglio non avrei forse trovato a
che possedeva! Egli ci diceva sempre: - Sono povero anch'  io  al par di voi altri, sapete! ma il Maestro, in nome del
parlo, ha voluto essere quaggiù l'ultimo degli uomini, ed  io  v' amo tutti come miei fratelli.... La povertà è la terra
montanaro, era tutt' altro da quello che compariva. E com'  io  appunto di là passava, mi fe' un cenno del capo
il Sasso Aguzzo; insomma, chi ne disse una, chi un'altra;  io  per me non potrei giurar nulla. Quello che so pur troppo, è
certamente gli dovevano pesare. Il montanaro, vedendo ch'  io  me ne stava imperterrito senza più dargli ascolto, credè
un poco; e dall'alto guardando giù nel cantuccio dov'  io  stava, mi salutarono un'altra volta, e disparvero. Io
dov' io stava, mi salutarono un'altra volta, e disparvero.  Io  dormii un sonno intero e tranquillo, come da lungo tempo
di guida per la valle e sul monte; poiché la sera prima  io  aveva detto che volentieri avrei fatto un'escursione nel
fatto un'escursione nel dintorno. Ma non appena seppe com'  io  volessi prima di tutto far la conoscenza del signor curato,
di cuore: - Guai, a questo mondo, a chi non vuol tacere!  Io  per me vedo che non potrò rifarmi più da simile tracollo!
non mi tolse dall' intento mio: e quella sera medesima,  io  era amichevolmente seduto vicino a lui ad un piccolo desco,
potuto dire di quegli antichi tempi di miseria tutto quanto  io  voleva e non voleva sapere. Allora lo posi alle strette; e
perchè non m' arrischi a disturbarla un momento.  Io  sono una persona oscura, senza nome; ella, un signore
suo, al pari di quello dell' ultimo degli uomini. Dunque  io  mi presento a lei, a cercar giustizia per il nome mio
cara dell'anima stessa.... Ella m' intende, signore.... » «  Io  non intendo nulla, signor abate; e quello che so, è che non
l'abito di che sono vestito mi proibisca di parlare com'  io  fo?... non sa chi io sia » « Voi non siete uno ch' è nel
vestito mi proibisca di parlare com' io fo?... non sa chi  io  sia » « Voi non siete uno ch' è nel miglior senno, signor
il prete, con voce fatta più umile, « ella vuole ch'  io  arrossisca dinanzi a lei, nel ripetere una storia che copre
no, non è vero!... Vuoi tu vedermi disperato, vuoi ch'  io  maledica al mondo e a Dio?... A questa imprecazione la
Maria, non m'abbandonare, non morire Tu sei una santa,  io  ti venero come mia madre... farò tutto quello che vuoi;
forse odioso?... no, no! dimmi che non è vero! E perdonami;  io  voleva un poco delle tua felicità, un poco della pace del
Parla Maria! ma non mi togliere tutta la speranza. Vuoi ch'  io  parta che corra a gettarmi a' piedi di mio padre?... me
oggi.... subito! Ma tu vivi, aspettami, e lascia ch'  io  creda all'amor tuo. » « Sì, sì, è meglio che parta, signor
un segreto fremito di terrore; « è meglio che parta adesso!  Io  per me, spero che Dio m'ajuterà.... Senta dunque; se lei
a quella buona Elisa, se la si ricorda ancora del mio nome.  Io  intanto penserò a lei, sempre a lei, signor Arnoldo, ch' è
a lei, signor Arnoldo, ch' è stato così buono per me!  Io  non aveva più nulla a questo mondo, nulla fuorchè ia mia
fuorchè ia mia onestà; lei ha avuto compassione di me, e  io  la benedirò sempre, pregherò sempre per lei!... » Arnoldo
di compiacenza, soggiungeva: « Questo è vero! Eppure  io  sono la prova del contrario. Se fossi sempre stato quel
sempre in tempo perché Ippolita non se ne accorgesse.  Io  non li capivo tanto, quegli sguardi. Sembravano
strano? Ippolita però disse a muso duro che se non venivo  io  non usciva neanche lei, e cosí siamo andate in tre. La zia
becco! Ma c'ero io. Ippolita non era del tutto abbandonata.  Io  potevo e dovevo fare qualcosa per impedire questa marcia
dove sono finite le sue lettere, no? Da quel che le scrivo  io  deve averlo capito per forza che non mi sono arrivate. -
questo, adesso! Sta' a sentire: quando ha suonato il gong  io  dicevo che se avessi saputo che la mamma era abbastanza
alla nonna. Amalindo però si scusò: -Essi leticavano ed  io  ho prese le giuggiole e me le sono mangiate. - La nonna
le mani in tasca e dice che così non sente freddo. Ma  io  credo che non voglia farsi vedere da meno dei compagni più