| Io | voglio parlarvi dei vostri doveri. Voglio parlarvi, come il |
Doveri dell'uomo -
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anni di dolori e di osservazioni e di studi. I doveri che | io | vi indicherò, io cerco e cercherò, finché io viva, |
Doveri dell'uomo -
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e di osservazioni e di studi. I doveri che io vi indicherò, | io | cerco e cercherò, finché io viva, adempierli quanto le mie |
Doveri dell'uomo -
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I doveri che io vi indicherò, io cerco e cercherò, finché | io | viva, adempierli quanto le mie forze concedono. Posso |
Doveri dell'uomo -
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giudicate liberamente tra voi medesimi, se vi pare che | io | vi dica la verità: abbandonatemi se vi pare che io predichi |
Doveri dell'uomo -
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pare che io vi dica la verità: abbandonatemi se vi pare che | io | predichi errore; ma seguitemi e operate a seconda dei miei |
Doveri dell'uomo -
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è delitto che cielo e terra condannano. Perché vi parlo | io | dei vostri doveri prima di parlarvi dei vostri diritti? |
Doveri dell'uomo -
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felicità è per gli uomini dell'altre classi, vi parlo | io | di sacrificio e non di conquista? di virtù, di |
Doveri dell'uomo -
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e peggiora in quasi tutti i paesi. Specialmente qui, dove | io | scrivo, il prezzo delle cose necessarie alla vita è andato |
Doveri dell'uomo -
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fratelli! Cos'è la Patria, per l'opinione della quale | io | parlo, se non quel luogo in cui i nostri diritti |
Doveri dell'uomo -
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fine di non porre un muro di separazione fra loro e noi, | io | amerei, che voi otteneste da Monsignore la grazia di essere |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che si darà luogo alla verità e che mi darete il mezzo onde | io | possa regolar meglio questa lontana parte del minimo nostro |
Epistolario ascetico Vol.II -
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per la bocca o per la conosciuta volontà del Superiore. Ed | io | credo, che l' esito della vostra missione d' Inghilterra |
Epistolario ascetico Vol.II -
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l' umanità. Sì, a questa vostra virtù dell' ubbidienza, | io | penso che sieno legate le grazie che Iddio ha disposto di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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anime in cotesto paese; alla vostra perfetta ubbidienza | io | credo legato il buon esito dell' Istituto costà. Sì, di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di questa ubbidienza perfetta, a cui siete chiamati, credo | io | che vi sarà dimandato conto dall' eterno Giudice, e per |
Epistolario ascetico Vol.II -
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merito, e il fa materia di celeste rimunerazione. E tenendo | io | questo punto dell' ubbidienza per lo perno su cui tutto s' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ben credere che mi è di grandissimo dolore qualunque cosa | io | senta farsi contro l' ubbidienza e l' unione col Superiore |
Epistolario ascetico Vol.II -
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sua dei 26 corrente scritta con quella chiarezza che | io | sola desidero. E sebbene mi par di poter prevedere dalla |
Epistolario ascetico Vol.II -
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perchè ogni cosa sia messa in piena luce. Non volendo | io | nessuna altra cosa, che la divina volontà, sono egualmente |
Epistolario ascetico Vol.II -
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il Vescovo non lo desidera e non lo approva, neppur | io | lo desidero nè lo approvo. Se però io omettessi di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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lo approva, neppur io lo desidero nè lo approvo. Se però | io | omettessi di presentare al Vescovo gli schiarimenti |
Epistolario ascetico Vol.II -
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del Vescovo e del Superiore dell' Istituto. In tal maniera | io | pensava, che l' Istituto non potrà esser mai di danno ad |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dell' interno spirito e dell' Istituto medesimo. | Io | ho osservato, che tutti gli Istituti principali e più utili |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dai Vescovi quanto mai fosse possibile. Dietro questa idea | io | ho concepito l' Istituto della Carità in modo che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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questi distratti e stolti dalla loro santa vocazione. | Io | accordo pienamente che avendovi un Vescovo che conosca a |
Epistolario ascetico Vol.II -
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da vero Superiore interno di ogni casa dell' Istituto; | io | accordo pienamente, che non si potrebbe stabilir nulla di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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conservare uno spirito stesso, cioè lo spirito primitivo. | Io | ho conosciuto dei Vescovi nemici capitali di tutti gli |
Epistolario ascetico Vol.II -
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diverrebbe assai dannoso alla S. Chiesa anzichè utile. | Io | ho conosciuti altri Vescovi, non già nemici degli Istituti |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non vi è esempio, ed egli non vi è mai stato, per quanto | io | sappia, che un Istituto religioso in virtù delle sue |
Epistolario ascetico Vol.II -
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mantenere lo spirito religioso sia superflua, che piuttosto | io | temerei che presso alcuni essa potesse sembrare non ancora |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di quello che finora si sia costumato di fare (per quanto | io | sappia) dagli altri religiosi Istituti. Conosco bensì che i |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che debba convivere almeno con due altri suoi correligiosi, | io | per me lo veggo assolutamente indispensabile al |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Le sottometto, dalle quali però intenderà facilmente, che | io | ritrovo al tutto essenziale all' Istituto della Carità la |
Epistolario ascetico Vol.II -
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necessaria libertà, acciocchè egli possa esser utile, come | io | stimo, l' Istituto rispetto a questo punto potrà esistere |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di voler un Istituto particolare anzichè un generale, | io | La prego di notificarmelo, perchè anche ciò solo basterebbe |
Epistolario ascetico Vol.II -
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la cessazione dell' Istituto in Trento. Le meditazioni che | io | ho fatto sulla storia dei diversi Istituti che sono fioriti |
Epistolario ascetico Vol.II -
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quali non può derogare che il solo Sovrano; in tal caso | io | non vorrei mancare certamente d' impiegare i mezzi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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opportuni per implorare una tal deroga, recandomi anche | io | stesso a' piedi del trono, quando potessi contare anche |
Epistolario ascetico Vol.II -
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appoggio deciso di V. A.. Ciò avendo luogo, se dal Sovrano | io | potrò ottenere la grazia bramata, vedrò in questo la divina |
Epistolario ascetico Vol.II -
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grazia bramata, vedrò in questo la divina volontà, essendo | io | persuaso, che se è secondo il divino beneplacito che l' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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sopra gli altri. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.36 | Io | osservo qual grave impressione abbia fatto sopra di voi l' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Restituitela dunque al mondo, onde l' avete presa. | Io | vi ammonisco di vederci in questo fatto un amor proprio |
Epistolario ascetico Vol.II -
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in questo fatto un amor proprio tutt' altro che morto. | Io | sì l' accuso a voi questo nemico, acciocchè lo dobbiate |
Epistolario ascetico Vol.II -
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da voi stesso, e accusatevi colla massima semplicità. Se | io | volessi mettere a confronto due parti della vostra lettera, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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il conte Cesare Castelbarco me ne fa conoscer la perdita. | Io | m' immagino quanta sia la vostra afflizione per un caso sì |
Epistolario ascetico Vol.II -
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quanto sia preziosa per un cristiano la croce. Certo | io | provo contento a rammemorar queste cose, e però il faccio |
Epistolario ascetico Vol.II -
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se le osservazioni che vi farò vengano da Dio, come | io | fermamente credo. La ragione dei vostri mali consiste: 1 |
Epistolario ascetico Vol.II -
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mezzi da accrescere la vostra santificazione . In fatti | io | veggo che quello che vi cagiona turbazione si è l' operare |
Epistolario ascetico Vol.II -
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nella condotta del quale voi vedete molte mancanze. Ora | io | voglio supporre, che tutte le mancanze da voi osservate |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ragione; è un zelo, che non viene da un buon principio. | Io | vi domando: del danno che nasce dall' altrui condotta, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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benedico nel Signore. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.37 | Io | penso che una parola amica, che si versi in un cuore pieno |
Epistolario ascetico Vol.II -
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sapienza; ma spregiato, non diviene che più spaventoso. | Io | non presumo più di entrare con voi in alcuna controversia; |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di tante speranze: « Tu sei Pietro, e sopra questa pietra | io | edificherò la mia Chiesa, e le porte dell' inferno non |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dottrina della Chiesa? la dottrina di Cristo? e sarà mai? | Io | leggo nell' Apostolo, che non sunt facienda mala, ut |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Apostolo, che non sunt facienda mala, ut eveniant bona : | io | trovo concordi tutti i padri, tutti gli scrittori |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Eterno tragga dei beni, dei sommi beni dalle rivoluzioni? | Io | dirò anzi che c' ingiunge di crederlo: perocchè non v' ha |
Epistolario ascetico Vol.II -
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falsa che voi deducete da delle false premesse. Calmate, | io | ve ne scongiuro per amore del nostro comune Signore Gesù |
Epistolario ascetico Vol.II -
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nell' anima vostra. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.37 | Io | so bene che non siete legato con voti all' Istituto. Se |
Epistolario ascetico Vol.II -
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buon teologo, alcune volte, male a proposito. Ciò che | io | bramo si è, che allontanata qualsivoglia sottigliezza di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Dei aguntur, hi sunt filii Dei ». Non crediate adunque, che | io | abbia la temerità di decidere se voi abbiate peccato, o non |
Epistolario ascetico Vol.II -
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peccato, o non peccato a fare quello che avete fatto. Anzi | io | debbo dire che non avete peccato, perchè un uomo non può |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non trova che quest' obbligo sia stato da lui violato. Ora | io | non trovo che voi aveste nessun obbligo preciso di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ma non modificare il giudizio di Dio. La legge, che | io | vorrei che consultaste, si è quella dell' amore: io v' ho |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che io vorrei che consultaste, si è quella dell' amore: | io | v' ho scritto persuaso, che voi siate un vero amatore di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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iustitia vestra », ecc.. Tuttavia se voi mi diceste « | io | non voglio che fuggire il peccato mortale e nulla più »; io |
Epistolario ascetico Vol.II -
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io non voglio che fuggire il peccato mortale e nulla più »; | io | non avrei nulla a replicarvi, ma supplicherei nel silenzio |
Epistolario ascetico Vol.II -
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questo pensar male della vostra anima. Ma fino a tanto che | io | sono persuaso che voi bramiate la perfezione e che bramiate |
Epistolario ascetico Vol.II -
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fatto abbiate cercato di avvicinarvi alla perfezione »: | io | non posso crederlo, e tengo per certo che nè pur la vostra |
Epistolario ascetico Vol.II -
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esponete nella vostra lettera, supponendoli tutti veri, | io | trovo bensì delle cose umilianti all' umanità; ma non dei |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dipendere la mutazione dello stato? Finalmente non vi aveva | io | pregato di avvisarmi, se sentivate di non poter durare alla |
Epistolario ascetico Vol.II -
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in questo procedere la prudenza, la carità, la convenienza? | Io | non attribuisco certamente ciò a vostra malizia, ma bensì |
Epistolario ascetico Vol.II -
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in un tal passo. Per questo appunto, persuaso, come | io | sono, che voi non abbiate operato colla debita |
Epistolario ascetico Vol.II -
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v' invito a ciò fare, e credo che la carità me lo imponga. | Io | vi scongiuro a fare orazione, a pensare alla morte, e a |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ipse et perficiet ». E chi considera bene questo stesso ch' | io | dico risponde a quella difficoltà che Ella vien toccando |
Epistolario ascetico Vol.II -
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rammentarvi la vocazione vostra nella santità della carità. | Io | prego e supplico tutti voi nelle viscere di Gesù |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di Dio, si è l' ubbidienza a' nostri Superiori. A tutti voi | io | dico questo, e in prima al Padre Rettore e al Padre |
Epistolario ascetico Vol.II -
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umile e non mai interrotta orazione. Questo, o mio caro, | io | mi aspetto da voi e da tutti cotesti nostri Novizi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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letta da me e trovata quale mi aspettavo, e più ancora che | io | non mi sapessi aspettare ampia e ricca di cose, specchio di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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pazienza se questa fosse la sola conseguenza dell' essermi | io | arreso al suo cortese invito! Ella non vuole da me udire |
Epistolario ascetico Vol.II -
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sarebbero tali se non fossero anche nuove. E come Le dirò | io | cosa che non Le sia forse stata detta da altri, se non anco |
Epistolario ascetico Vol.II -
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della cristiana verità. Mio carissimo signor Cesare, | io | credo ora di averle dato prova della stima che fo di Lei e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Ella ne faccia quel conto che il suo senno Le suggerirà. | Io | son certo che le cose da me dette non tolgono all' opera |
Epistolario ascetico Vol.II -
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1.39 Il mio sentimento è che facciate i voti, essendo | io | appieno convinto, che, facendoli, voi farete cosa grata a |
Epistolario ascetico Vol.II -
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nostra peregrinazione. Non riprendo che si ragioni ; ma | io | dico che vi sono delle ragioni primarie e di assoluta |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Provvidenza amorosissima che tutto regola e dispone: dunque | io | debbo essere contento di tutto ciò che non dipende da me: |
Epistolario ascetico Vol.II -
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migliore per la massima mia santificazione e beatitudine se | io | me ne approfitto. Essendo Iddio infinitamente buono, debbo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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buono, debbo confidare e buttarmi in Lui, anche quando | io | sono cattivo, debole, infermo: debbo sforzarmi, come posso |
Epistolario ascetico Vol.II -
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religiosi è una via sicura di salute e di perfezione. | Io | mi accorgo, che Iddio mi fa sentire profondamente al cuore |
Epistolario ascetico Vol.II -
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verità. Che importa dunque che i miei Superiori fallino? | Io | sono sicuro. D' altra parte se fallano i miei Superiori, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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miei giudizii, e pospormi a tutti in ordine alla virtù. Se | io | fo un atto generoso e santo, sono certo che non me ne |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che gli effetti di quest' atto saranno buoni per me: e se | io | mi butto in Dio (per quanto miseramente posso) son certo, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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fanno andare innanzi i deboli e gl' infermi e i peccatori. | Io | sono persuaso che nel fondo del vostro cuore prevalgono |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che non han fine alcuno, e molto meno danno edificazione. | Io | vi esorto a distruggerle al tutto, facendo che le ragioni |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e santa Fede! a te, quantunque abbi le bende agli occhi, | io | mi attengo con tutto il cuore. [...OMISSIS...] In quanto al |
Epistolario ascetico Vol.II -
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minute circostanze, non potete portarne un giudizio sicuro. | Io | ho riandato molte volte ciò che si è fatto e credo che nel |
Epistolario ascetico Vol.II -
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scandalo. Se si tratta semplicemente di mortificazioni, | io | non sono del vostro avviso. L' Istituto pregia sopratutto |
Epistolario ascetico Vol.II -
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prenderanno scandalo? Questo è quello che non deve essere: | io | bramo, e spero che si otterrà col tempo, che tutti i membri |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dei fratelli per così piccole cose, è una vera ignoranza: | io | voglio che tutti i nostri fratelli sieno in ciò istruiti |
Epistolario ascetico Vol.II -
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in omnibus charitas ». Circa all' opinioni politiche, | io | son certo che voi vi atterrete alle dottrine espresse dal |
Epistolario ascetico Vol.II -
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De La Mennais. Forse voi avrete anco letta la lettera, che | io | ho diretta a questo sacerdote e che fu tradotta anche in |
Epistolario ascetico Vol.II -
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esemplare. Ha forse detto Gesù Cristo al suo celeste Padre: | io | non voglio stare nella Giudea, perchè provo delle |
Epistolario ascetico Vol.II -
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obbliga sino alla stessa morte. E non vale mica il dire, | io | non intendevo di prendermi queste obbligazioni quando feci |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che non riceve la missione de' suoi Superiori, e che dice: | io | voglio fare l' apostolo per impedire l' attacco de' miei |
Epistolario ascetico Vol.II -
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assoluta, simile a quella di Gesù Cristo sulla croce. | Io | non potrei mai permettere che nessuno dei nostri compagni |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che impedisse all' Istituto il disporne, giacchè peccherei | io | stesso mortalmente contro il voto e farei peccare i miei |
Epistolario ascetico Vol.II -
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gli orecchi acciocchè non sentano le divine parole! Quand' | io | considero da una parte l' insistenza di Dio per fare del |
Epistolario ascetico Vol.II -
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della corrispondenza da parte mia, ma gli ostacoli ch' | io | oppongo al mio infinito benefattore e la guerra che gli |
Epistolario ascetico Vol.II -
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anche una larga vena di consolazione? Ah sì, ed infinita! | Io | la trovo sempre in quelle parole: « Surgam et ibo ad patrem |
Epistolario ascetico Vol.II -
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potervi recare qualche sollievo nella vostra afflizione, se | io | sapessi il modo! Chi sa, che forse non vi gioverebbe l' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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fare il viaggio per la spesa, ciò non vi trattenga; pagherò | io | per voi. In somma disponete di me, come si fa de' veri |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che egli è infinito, e non ce ne faremo più meraviglia. Ma | io | sono stata una gran peccatrice, Ella mi dice, e dov' è la |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ragione: sopra questa ci possiamo riposare. Come Ella vede, | io | parlo di alcune penitenze, delle arbitrarie ch' Ella stessa |
Epistolario ascetico Vol.II -
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appunto, staccandoci sempre più da noi stessi e dal mondo. | Io | sono stato più lungo in questa mia di quello che avrei |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ne scusi. Ma sopra tutto preghi il Signore anch' Ella (come | io | farò pure indegnamente per Lei) per i molti miei bisogni d' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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il non saperne altra: il che però non vuol dire che | io | sappia questa in cui scrivo. [...OMISSIS...] 1.41 La sua |
Epistolario ascetico Vol.II -
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amicizia: uno di quei pegni che non si dimenticano più. | Io | ne La ringrazio con tutto il cuore. L' opuscolo di cui Ella |
Epistolario ascetico Vol.II -
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messo in giro anche costì, ma da Lei non veduto, neppur | io | potei averlo ancor nelle mani. Ne seppi l' esistenza solo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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più importante è la mia fede, che, come sento si attacca. | Io | non pretendo già di essere infallibile; ma guai se la fede |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ella è dunque indipendente tutta dal ragionamento, ed | io | non ho mai fatto dei miei ragionamenti (Dio me ne guardi!) |
Epistolario ascetico Vol.II -
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giudizio, ma non per questo la mia fede ne soffrirebbe. Ora | io | non sono già nato per esser dotto o per acquistarmene la |
Epistolario ascetico Vol.II -
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devoto della sua Chiesa. Da questo Ella conoscerà, che | io | non posso valutar molto quella qualsiasi riputazione di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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mi dice avermi per l' addietro acquistata, e che l' esser | io | convinto d' ignoranza, non è quel che mi pesa. Il mio |
Epistolario ascetico Vol.II -
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mia intemerata credenza più luminosa; giacchè tutto ciò che | io | avessi detto contro questa credenza, l' avrei detto |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Le dirò di più; a chi mi ebbe mostrato qualche mio sbaglio | io | professai sempre gratitudine, come voleva il dovere, nè |
Epistolario ascetico Vol.II -
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feci e fo nelle cose più indifferenti, come nol farei | io | in un punto sì capitale come è quello della mia religione, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di rendermi maestro di errore al mio prossimo? Che cosa ho | io | voluto mai altro nei poveri miei scritti, che giovare alle |
Epistolario ascetico Vol.II -
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miei scritti, che giovare alle anime? Ed ora le pervertirò | io | stesso? e ad occhi aperti? Iddio nol permetterà mai; io n' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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io stesso? e ad occhi aperti? Iddio nol permetterà mai; | io | n' ho tutta e in lui solo la fiducia, in lui che m' infuse |
Epistolario ascetico Vol.II -
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eresia sono state condannate giustissimamente dalla Chiesa: | io | le ho sempre condannate e detestate insieme con essa; e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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insieme con essa; e com' è egli dunque possibile che | io | segua costoro? e voglia esser anch' io un tralcio reciso |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dunque possibile che io segua costoro? e voglia esser anch' | io | un tralcio reciso dalla vite, buono da gittarsi solo sul |
Epistolario ascetico Vol.II -
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gradazioni, sono certamente sotto i miei occhi; e pure | io | non veggo che un solo dei sentimenti espressi nelle mie |
Epistolario ascetico Vol.II -
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sentimenti condannati di que' novatori. Che anzi più volte, | io | citai le proposizioni condannate in essi, a fin di mostrare |
Epistolario ascetico Vol.II -
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delle dottrine filosofiche e dello stile rigoroso, che | io | stimai bene d' adoperare nel « Trattato della Coscienza » |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che voleva « inimicus homo, qui superseminavit zizaniam ». | Io | ne addoloro pel ben comune: per veder quelli che doveano |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e pel bene della sua Chiesa? che c' è a temere? gli darò | io | cagione di dirmi: « modicae fidei, quare dubitasti? » No |
Epistolario ascetico Vol.II -
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giudizio è stato sempre la mia regola, sarà tale ancora. | Io | amerò egualmente una regola sì cara, sì dolce, sì certa, sì |
Epistolario ascetico Vol.II -
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giudizio le renderà più utili ai miei prossimi pei quali | io | le scrissi, credendo di scrivere quello che il lume del |
Epistolario ascetico Vol.II -
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a qualunque sia prezzo la verità e di non tradirla giammai. | Io | sono persuaso che questa sia la più bella disposizione che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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sua lettera mi descrive. Non è certamente bisogno, che | io | osservi che i doveri nostri verso la verità sono molti, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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[...OMISSIS...] come dice S. Giacomo. Perciò | io | credo che Ella si troverà ben contenta se in tutti i suoi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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troppo acerba. E tale sarebbe anche agli occhi miei, se | io | avessi così scritto, perchè il mio avversario fu il primo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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qual' è l' integrità della fede , come vi credete che | io | abbia fatto. Ma io protesto che questa è per me una ragione |
Epistolario ascetico Vol.II -
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della fede , come vi credete che io abbia fatto. Ma | io | protesto che questa è per me una ragione che non val nulla; |
Epistolario ascetico Vol.II -
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grazie a Dio, non iscrivo, nè ho mai scritto. Perchè scrivo | io | dunque? Scrivo pel bene pubblico; e dal momento che io |
Epistolario ascetico Vol.II -
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io dunque? Scrivo pel bene pubblico; e dal momento che | io | stimo che questo sia il mio dovere, reputo di scrivere in |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e se v' ha un modo di fare del bene al mio avversario, | io | credo che sia questo da me adoperato, e di cui nostro |
Epistolario ascetico Vol.II -
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è volpe; come è pur troppo il caso mio, per quanto mi pare. | Io | non ho avuto in vista altro che di scuotere gli avversari, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ancor tessendo continuamente contro l' Istituto, e che | io | debbo dalle loro tenebre tirare in manifesta luce. Credo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dalle loro tenebre tirare in manifesta luce. Credo che | io | sono nelle presenti circostanze obbligato a fare fronte, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e chi può dubitarne? Tutto il resto è inganno e pazzia. Ma | io | non ho inteso di dipartirmene, e vorrei morire più tosto |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e se nulla affatto vi replicassi, sembrerebbe che | io | non avessi aggradita l' amorevole vostra ammonizione, o non |
Epistolario ascetico Vol.II -
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come sono solito e come voi volete certamente che | io | faccia. E in primo luogo vi dirò, che il sentimento vostro |
Epistolario ascetico Vol.II -
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m' incute timore, e comincio a dubitare non forse | io | abbia ecceduto nell' uso di espressioni biasimanti ed |
Epistolario ascetico Vol.II -
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essere utile nella causa presente. Sia pur dunque vero, che | io | abbia errato, e voi condannatemi pure; ch' è io non intendo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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vero, che io abbia errato, e voi condannatemi pure; ch' è | io | non intendo difendermi, sapendo troppo bene di essere |
Epistolario ascetico Vol.II -
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capace di qualsiasi male, se Iddio non mi sostiene. Ma | io | crederei di ostentare una falsa umiltà e di mancare alla |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di gloria a Dio; e dite certamente benissimo. Nè pur | io | posso concepire una tal cosa; perchè le ingiurie sono |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non mi giustificano, se ho ecceduto nel mio scritto; ed | io | vi ripeto che non voglio scusarmene; e che, se non provano |
Epistolario ascetico Vol.II -
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opporsi. Ad ogni modo, nel dubbio in cui mi avete messo, | io | approfitterò del vostro avviso in altre occasioni; e voi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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[...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.41 Statevi certo che | io | non ho rancore con nessuno, ma che credo fermamente che la |
Epistolario ascetico Vol.II -
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inganno che ha fatto molto male alla santa Chiesa. | Io | credo, che voi converrete meco; perchè son certo che siete |
Epistolario ascetico Vol.II -
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indifferente, universale: ecco lo studio principale che | io | aspetto da voi: ecco la vera scienza dell' Istituto a cui |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non JESUM CHRISTUM , et HUNC CRUCIFIXUM . State certo che | io | non avrò altra allegrezza da voi che questa di vedervi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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esecutore, pronto ed allegro. Ad arrivare a questo, veggo | io | bene che vi bisogna altresì di mettere lo studio in secondo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Ecco quali ossa esulteranno: « exultabunt ossa humiliata . | Io | veggo dalla cara vostra, che mi ha rallegrato, come il |
Epistolario ascetico Vol.II -
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mi domandate di essere dispensato dall' ufficio di Prefetto | io | ne scriverò a cotesto vostro Superiore. Gesù Cristo vi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che Ella stessa soffre per la malattia manifestatalesi. | Io | la farò raccomandare al Signore da delle anime buone, come |
Epistolario ascetico Vol.II -
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al Signore da delle anime buone, come Ella desidera, ed | io | stesso indegnamente presenterò le mie povere preghiere al |
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soprannaturale, superiore e vincitrice di quello. Perciò | io | non ho punto dubitato a dirle in sul principio di questa |
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prova, sono argomenti di santa speranza e letizia; ed | io | fin d' ora la divido con Lei. Del resto affine di poter |
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nell' anima mia. L' uomo s' abitua alle cose dolci, ed | io | m' ero così abituato alla cara e pia vostra conversazione, |
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massime dopo che il Signore ha detto: [...OMISSIS...] . | Io | non cesso d' innalzare al nostro Padre quella stessa |
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saprebbero più cosa volere, se non lo stesso voler di Dio. | Io | certo quando mi sento più infermo nel corpo e nell' anima, |
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nell' anima, allora Iddio mi dona maggior fiducia, veggendo | io | che egli ha qui un' occasione maggiore dove spiegare la |
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ma l' esperimento nel fondo dell' anima. Nel tempo che | io | mi sono trattenuto in Torino, e fui gentilmente alloggiato |
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in Torino, e fui gentilmente alloggiato in casa Cavour, | io | m' ebbi tante prove della bontà e purità di quell' anima, |
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sì cara parte. Se non che dando poi luogo alla riflessione, | io | ben mi accorgo che quegli stessi aurei pregi della defunta |
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senza la quale è ben piccola ogni altra! Ecco donde | io | credo che potremo, mia cara signora, attingere quella |
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come avrei desiderato e m' avea fatto sperare. Ora dovendo | io | partire in sui primi di settembre per Bergamo, dove debbo |
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l' adoro e ne giubilo. Vi spiegherò dunque le massime che | io | tengo in ciò, e che sono conformi a quelle delle nostre « |
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e che sono conformi a quelle delle nostre « Costituzioni ». | Io | distinguo fra il ricevere in Casa e il mandare avanti nei |
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Massime » e nel « Memoriale della prima prova », senza ch' | io | abbia una ragione positiva da dover giudicare assai |
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molti vengono a noi coi piedi e non col cuore; ma non posso | io | giudicare che facciano così, fino che non ho delle prove |
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così, fino che non ho delle prove positive. D' altra parte, | io | considero la venuta a noi d' un fedele di Cristo sotto due |
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divina, non risparmiandosi in nulla per secondarla. Or se | io | rimando un aspirante senza esser certo che gli manchi la |
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esser certo che gli manchi la vocazione, non m' espongo | io | a rifiutare forse un dono che mi voleva fare la divina |
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Cristo mi domanda, e non ho ragioni positive in contrario, | io | debbo accoglierlo non solo, ma affaticarmi con pazienza e |
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egli non può riuscire membro dell' Istituto: allora solo | io | sono giustificato davanti a Dio, se lo licenzio; ed anzi |
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», dice la sacra Scrittura. Queste massime vorrei | io | seguite con semplicità da ogni Superiore dell' Istituto che |
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consultori, ai quali, appunto perchè ne sento il bisogno, | io | sempre, quando posso, ricorro. Un' altra varietà cade nell' |
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sono buoni, e possano fare andar più avanti l' Istituto. Ma | io | mi contento che si faccia al prossimo tutto quel bene che |
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consecrare tutta a lui solo in servigio de' prossimi, | io | non dubito punto che siate chiamata, come dite, all' |
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mia mediazione: egli da se stesso vi condurrà a me, ed | io | vi riceverò fra le povere serve e felici spose del Signore. |
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l' orazione, il santo affetto, la pratica d' ogni virtù. | Io | so che lo farete, e perciò non dubito punto del buon esito: |
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mio Signore che niuno confonde! oh preghiera potentissima! | Io | non vorrei che vi lasciaste dall' inimico rinserrare mai il |
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1.42 Ella m' onora colle sue domande più ch' | io | non merito. Non le direi certamente cosa ch' ella non |
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misteriosi e di precetti sublimi. Forse quel volume che | io | ho stampato col titolo di « Catechetica », le potrà |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ammirazione, nè attira a sè l' uomo creato per l' infinito. | Io | vorrei che si parlasse ai giovanetti sempre in modo come si |
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scritte per la gioventù ve ne sono tante, e molte di buone; | io | difficilmente potrei indicargliene di quelle ch' ella non |
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Vi ha in que' sei discorsetti un cotal principio di ciò che | io | voglio dire, ma ancor lontano dal perfetto. Del resto, come |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ma ancor lontano dal perfetto. Del resto, come le dicevo, | io | non ho a dirle che quelle cose che ella già sa, e che d' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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1.16 Poichè non posso venirvi a trovare essendo anch' | io | mezzo malato, vi scriverò. E così un malato favellando |
Epistolario ascetico Vol.I -
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malato favellando coll' altro, ci conforteremo a vicenda. | Io | vedrò di dirvi brevemente quelle cose che sian di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e ne pregavano Dio colle lagrime sugli occhi, come | io | ho letto nelle lor vite, non potendo trattenermi dal |
Epistolario ascetico Vol.I -
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letto nelle lor vite, non potendo trattenermi dal piangere | io | medesimo. Quando poi le avevano, pareva loro di essere più |
Epistolario ascetico Vol.I -
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quanto più era gravosa e aspra la loro croce. | Io | ho letto di una povera donna, molestata da un orrido |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ma a me dispiace quando alcuno mi fa questa obbiezione, ed | io | fidatamente loro rispondo, che Iddio ci può far santi, e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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loro rispondo, che Iddio ci può far santi, e che | io | lo spero in Gesù Cristo, e che tutti ne abbiamo il diritto, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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alla sua Madre, e a tutti i Santi. Voi pregate per me, ed | io | farò similmente per voi. Vi prego di non mostrare questa |
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anzi quale odio non mostrerebbesi contro di noi stessi? | Io | vi confesso, o fratello, che sento questa voce in tutti i |
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elogio, egli non arrossiva di dire ingenuamente: « « | Io | son debitore ai sapienti ed agli insipienti » » |
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questo, o fratel caro, si è il segnale di verace amore ch' | io | vi do, di volere sempre più aprire le orecchie ed il cuore |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fango. Ma non così è di voi, caro fratello: se fate bene, | io | veggo che tutti s' allegrano: se fate male, tutti se ne |
Epistolario ascetico Vol.I -
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degli altri. Imperciocchè qual uomo è senza difetto? E se | io | sopporto gli altrui, godo di adempire la legge che ci dà |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dell' amore; e se la riconoscete, qual cosa non mi debbo | io | promettere? Voi da capo ai piedi reso più perfetto e più |
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capo ai piedi reso più perfetto e più saggio; imperciocchè | io | credo che non siavi uomo che resister possa alla violenza |
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quel libricciuolo latino in uso degli ecclesiastici. | Io | per me credo che sia un libro eccellente, e che avrà |
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nel senno e avvedimento di chi da principio la governasse. | Io | che ho avuto il singolare contento di avere conosciuta la |
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già mi sento venire in cotale speranza che quanto | io | modellava in capo, altri in opera eseguisca. Non conosco |
Epistolario ascetico Vol.I -
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con se medesimo, che si è mostrata con me affabilissimo. | Io | pensai di fare il mio conto, e di prendere per ciò con |
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sua amicizia. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.21 | Io | stesso voglio procacciarmi il piacere di scriverle alcuna |
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Margherita. La posso assicurare, signora Marchesa, che | io | l' ho letto e riletto più volte, non solo con grande |
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Rivolgendo però intorno il guardo su tutto il clero che | io | conosco, ed esaminando i mezzi necessari per sì fatto |
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o nessun gusto almeno a Comunità religiose. Per questo | io | non potrei trovare, per quanto cercassi, nè pure un prete |
Epistolario ascetico Vol.I -
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trovare, per quanto cercassi, nè pure un prete solo, su cui | io | potessi fondare speranza di averlo come membro. Questo |
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degli aiuti ai Parroci ed ai Curati nella cura delle anime! | Io | sono vivamente tocco da questo pensiero, sebbene molte |
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avessero una qualche idea di vita comune. Per fare questo | io | credo che gioveranno moltissimo gli Oratorii; specialmente |
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i titoli esteriori che trova il mondo da differenziarli. | Io | la posso assicurare, egregio sig. Marchese, o come la |
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aderiscono al loro corpo ed al loro capo. Non è già che | io | non sappia che pii e santissimi uomini risplendono anche ai |
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sollievo anche nei maggiori rammarichi! Quello però che | io | voglio dire si è, che io vivamente amerei, che questi pii |
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rammarichi! Quello però che io voglio dire si è, che | io | vivamente amerei, che questi pii cristiani, dispersi pel |
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fra i cristiani, non di un sol luogo, ma di molti; | io | mi aspetterei facilmente di veder sorgere vie più maestosa |
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e cooperiamo altresì, acciocchè venga fatta tal cosa. | Io | mi sono aperto con chi mi ha prevenuto: io non credo di |
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fatta tal cosa. Io mi sono aperto con chi mi ha prevenuto: | io | non credo di avere fatto altro in tutta questa lettera, che |
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e solidità. Sento che Ella dice avere bisogno di me, ed | io | ben volentieri mi presto in tutto quello che mai potessi, |
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mai potessi, basta che mi venga accennato il modo in cui | io | potrei giovare. Il tenore della mia vita e le molte brighe |
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cui Dio sa quanto stretto conto dovrò rendere, fa sì che | io | sia privo di aderenze, e come solitario in mezzo agli |
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con profitto quanto si crederebbe utile. Non ostante | io | desidero solo, che Ella mi comandi, perchè io adempirò |
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Non ostante io desidero solo, che Ella mi comandi, perchè | io | adempirò fedelmente come posso quanto mi incumbe. Se poi l' |
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impegni. Ella mi dica pure di quanto ci sarebbe bisogno, ed | io | contribuirò quello che potrò. Oh Dio renda perfetta una |
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più unite le forze che combattono. Così molte volte | io | pensava, invidiando quei primi tempi del cristianesimo, in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che da Lei mi è offerita una candida amicizia e religiosa. | Io | la accetto, mio signore, di tutto cuore, anzi non altro che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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cuore umano, e degli avversari che si vogliono combattere. | Io | sono bensì persuaso che vi siano molte classi diverse di |
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dell' età nostra, la necessità di un ragionare , ed | io | aggiungerò di un ragionare non troppo speculativo e arido, |
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amicizia: queste cose ed altre tali sono bisognevoli, | io | credo, in tutte l' opere che dirizzare si vogliano non ad |
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che ci è suggerita dallo stesso spirito del cristianesimo? | Io | dunque la conforto, quanto so e posso, ad occuparsi nell' |
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lavori. Non dubiti adunque di mettersi all' impresa, ed | io | me ne tengo sicuro. A proposito degli autori apologisti che |
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Quantunque tratti in gran parte di materie politiche, | io | non esito di annoverarla fra i nostri apologisti e dei più |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non dice! e con che evidenza di principii e di ragioni!... | Io | termino colla speranza che questo nostro carteggio, così |
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di mano in mano i prospetti. [...OMISSIS...] 1.22 Pensando | io | come potessi cooperare al nobile e cattolico loro disegno |
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ottima società non è instituita, di cominciare a fare anch' | io | così; al che mi sono offerito, e mi offerisco. Per altro |
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ai bisogni generali della Chiesa di Dio. Così da gran tempo | io | me la ho ideata, prima che avessi l' onore di conoscere |
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persona. Se mai Ella avesse da viaggiare verso il Tirolo, | io | Le offerisco la mia casa qualunque ella sia: e sarebbe mia |
Epistolario ascetico Vol.I -
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pietà, e avviate ancora per gli altri giorni feriali. Oh! | io | ben li credo quei piaceri purissimi, e soavissimi, di cui |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dai figliuoli del mondo! Lei avventurato! Lei felice! | Io | so bene che talora anche, come scrive, Ella proverà delle |
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particolari interessi, anzichè alla sua gloria: allora | io | mi confido che tanto faremo, quanto basterà per renderci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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poi i suoi sentimenti, e quando a Lei paia a proposito, | io | scriverò al Provveditore; gli esporrò la cosa, e sentiremo, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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consigli mi sembrano prudentissimi per quanto posso vedere | io | da lontano, e non dubito che avranno buon effetto. D' una |
Epistolario ascetico Vol.I -
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avranno buon effetto. D' una cosa sommamente mi duole, che | io | non potrò dare a questa bell' opera quell' assistenza ch' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non potrò dare a questa bell' opera quell' assistenza ch' | io | vorrei. Ella si rammenterà, Ven.ma signora marchesa, come |
Epistolario ascetico Vol.I -
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le ho manifestato il desiderio che nutriva di potere anch' | io | contribuire all' opera con qualche somma. Adesso però sono |
Epistolario ascetico Vol.I -
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mancare de' mezzi necessari quando a lui piaccia, ed | io | credo che gli piaccia. Prosegua adunque con quella sua |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Vescovo sarebbe favorevolissimo: ella stessa lo conosce: | io | mi confido che non trascurerebbe nessuna cosa per poter |
Epistolario ascetico Vol.I -
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quasi troppo sublimi e difficili. Le ragioni di ciò | io | credo che sieno la lingua latina andata in disuso, la poca |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che ho con voi, nè del poco che vi dirò vi lagnerete che | io | il faccia avaramente, tenendo piuttosto questa mia brevità |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di poi quello che tengono di comune. Ma che mai sto | io | pur qui a farvi la descrizione del modo onde si succedono |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per alcuni nèi, che sembra loro di vedere in questo, che | io | non dubiterò di chiamare divino volume. Noi teniamocelo al |
Epistolario ascetico Vol.I -
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detto di me la veneratissima signora Marchesa, veggendo che | io | nulla rispondo, per ben un anno, ad un gentilissimo suo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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un gentilissimo suo foglio? Per farmela buona, almeno che | io | debba essermi qualche solenne zoticone o bifolco di prima |
Epistolario ascetico Vol.I -
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lume dal Signore a riconoscere la sua santa volontà. | Io | non posso a meno che aprire alla sua saviezza e prudenza |
Epistolario ascetico Vol.I -
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da Lei concepiti della carità. Le modificazioni perciò che | io | proporrei non consisterebbero punto nel diminuire gli |
Epistolario ascetico Vol.I -
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questo, quale sarebbe il disegno, su cui (se a Dio piace) | io | bramo ardentemente di vedere eretta una famiglia di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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teologica e le vedute ordinarie dell' umana prudenza. | Io | ho in me stesso una ferma credenza, che tutti i santi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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erano preordinati. Su questo fondamento appoggiato, | io | credo, senza alcun dubbio, che S. Gaetano, S. Ignazio, e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nel tenere lontanissime le dignità , o piuttosto | io | amerei dire i pesi dell' ecclesiastico ministero, dal loro |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fino che Iddio non ha parlato chiaro, non si può per quanto | io | credo, diffinire da questo lato la cosa. Discorrendo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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anche secondo quello che l' intimo spirito mi suggerisce, | io | comprendo bensì quanto sia ragionevole il suo timore, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di Colui che ci manda. - Rispetto alla seconda difficoltà, | io | convengo benissimo con Lei e con le sentenze e coi fatti di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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il medesimo ministero. - Signora Marchesa, per quanto | io | intendo, lo spirito della superbia è molto fino, e s' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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in tante parti, che allontana da loro gli uomini del mondo. | Io | non negherò finalmente che anche semplici religiosi non |
Epistolario ascetico Vol.I -
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superiori, ma ben anche l' umiltà di tutto il corpo (il che | io | credo della più alta importanza), dandoglisi un impianto |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ne ha incoraggiato. Ora, prima di cominciare cosa alcuna, | io | penso di consultare il sentimento del Santo Padre, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tutte, secondo ciò che egli aveva detto: « Quando | io | sarò esaltato da terra, trarrò a me tutte le cose ». L' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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della carità. [...OMISSIS...] 1.26 Sebbene da qualche tempo | io | non m' abbia dato il singolar piacere di trattenermi un |
Epistolario ascetico Vol.I -
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volontà del Signore, chè finora sembra che egli voglia, che | io | mi occupi piuttosto di questo che in altre opere. Della |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di questo che in altre opere. Della religione de' Milanesi | io | sono molto contento, e La assicuro che ci trovo delle anime |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sta nella classe mezzana. D' altra parte questa bontà vera | io | non posso attribuirla che agli ottimi semi posti in questa |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Italiani dice così: [...OMISSIS...] Ella però dirà che se | io | me ne vo di tal passo più tosto Le mando un trattato che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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mi perdoni, se con un amico di sì vera religione come Lei, | io | trovo diletto grandissimo a intertenermi degli argomenti |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sapienti secondo il nostro Signor Gesù Cristo. Egli sa che | io | lo desidero: ma quando n' avrò mai la grazia imprezzabile? |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Mi dite in quella d' avermi scritto da Caldas; ma nulla | io | ne vidi. Della vostra fermata io godo, poichè ritengo in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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da Caldas; ma nulla io ne vidi. Della vostra fermata | io | godo, poichè ritengo in animo che voi dobbiate giovare al |
Epistolario ascetico Vol.I -
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pensando al tempo avvenire. Chi sa in quale stato allora | io | mi trovi! forse in uno stato da cui voi rifuggirete. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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altra risoluzione della persona vostra senza comunicarmela. | Io | v' amo, e l' amore mi dà questo diritto. Da sei mesi sono a |
Epistolario ascetico Vol.I -
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a Genova, un solo avviso basterebbe che me ne deste, perchè | io | volassi ad abbracciarvi. Scrivetemi, ma ditemi ogni cosa |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la vita. [...OMISSIS...] 1.27 Voi vorreste sapere ciò che | io | senta di quella questione; « se sia peggio avere un ottimo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Salutate tutti, specialmente il caro vostro fratello. | Io | per grazia divina lavoro, parmi, più del solito. Veggo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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più del solito. Veggo chiaramente la volontà di Dio, che | io | debba essere ancora lontano da voi. Prima che sia perfetta |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ed a voi onorevole, o se più vi piace scambiar gli epiteti. | Io | vi conforto certamente a corrispondervi con quell' amore |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di comunicarmi sul piano de' Sacerdoti della Carità. Avendo | io | tutta la fiducia in Lei, a che la sua carità mi dà sempre |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nuovi conforti, e non essendo ancora venuto il momento che | io | possa, ciò che sommamente desidero, trasferirmi in cotesta |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la magnificenza di quello di Salomone! Beato dunque | io | vi credo di tale sposalizio, a cui il Signore vi vuole |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la vostra amorevole confidenza. E bene, sappiate, che anch' | io | ho fatto una consimile risoluzione; ho risoluto cioè di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Religione. Ma voi mi domanderete impaziente, se penso anche | io | di vestire l' Ignaziane divise? Infinitamente amo queste |
Epistolario ascetico Vol.I -
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alle stesse bandiere. Forse vi piacerebbe sapere di più: e | io | tutto vi dirò, quando potrò vedervi e abbracciarvi: ma per |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ora vi basti il cenno che ve n' ho fatto. Non è però che | io | sappia il tempo stabilito dal Signore all' effetto di tale |
Epistolario ascetico Vol.I -
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incessantemente, perchè da lui solo deve venire ogni cosa. | Io | vi abbraccio, e dicovi di bel nuovo, pregate. Voi volete |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che facciano presentemente i Gesuiti, a questo riguardo, | io | non so, spero però che non vorranno obbligarsi a tenere le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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come sembra da qualche tratto della vostra lettera, che | io | vi sia meno amorevole? Nè pure se io volessi, non potrei |
Epistolario ascetico Vol.I -
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vostra lettera, che io vi sia meno amorevole? Nè pure se | io | volessi, non potrei non amarvi; ed amarvi più che da |
Epistolario ascetico Vol.I -
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egli darebbe a chi spera in lui il modo d' escirne. In fine | io | credo, che non ci sia da titubare circa il darsi alla |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fratello carissimo in G. Cristo, mi consola e conforta. | Io | lo tengo come una nuova prova della volontà del Signore. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nuova prova della volontà del Signore. Come v' ho scritto, | io | sono già pronto. Non è però che all' istante ci possiamo |
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della società. Spero che esprimendo più chiaramente ciò che | io | intendeva dire col (1 2), tutte due queste difficoltà |
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possano cavarsi i superiori della società ed i pastori. | Io | propongo oltre di ciò, che nelle costituzioni si |
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acconcio il monte di Domodossola; dalla descrizione che | io | ne udii, a me pure sembra così. Desidero di visitarlo, ma |
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avessero converrebbe diligentemente nascondere. Non già ch' | io | creda, che voi abbiate voluto ingannare; conosco troppo la |
Epistolario ascetico Vol.I -
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conosco troppo la candidezza dell' anima vostra; ma bensì | io | credo abbiate ingannato voi stesso, cangiandovi in una |
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opera nostra, ma per la salute delle nostre anime, che | io | credo dovere esporvi meglio quale sia lo spirito, secondo |
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esporvi meglio quale sia lo spirito, secondo il quale | io | ho desiderato sempre di regolarmi, e che dovrà essere |
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gli argomenti delle giornaliere nostre meditazioni . | Io | vi propongo appunto questo spirito tanto importante ad |
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Provvidenza, e non ci fa verun bene, ma molto male. Essendo | io | persuaso che voi avrete la compiacenza di formare argomento |
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circa l' estensione dell' Istituto. Voi dite benissimo, ed | io | ho sempre riflettuto lo stesso. Ma per la grazia del |
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della santificazione del clero. Ma egli è impossibile che | io | mi esprima chiaro in una lettera senza fare un trattato. E` |
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carissimo nel Signore. Attendete con piena pace all' opera. | Io | sono impaziente di essere con voi. Quanto è buono il |
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la stima e per l' amore manifestato verso il loro padre. | Io | non posso che sperare, che il Signore la benedirà nella |
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del bene come del male. Ho pensato tante volte allorquando | io | più mi trovava in uno stato di debolezza e di impotenza: « |
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quali abissi di umiliazioni dobbiamo approfondarci! Quanto | io | desidererei che il Signore me li facesse penetrare tutti, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e tranquillità nel nostro Signore, a cui mi raccomandi. | Io | pure il fo indegnamente. Mentre scriveva questa, ricevo la |
Epistolario ascetico Vol.I -
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19, nella quale trovo qualche pensiero simile a quello che | io | dico sopra... Quanto mi è dolce il potere essere rammentato |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nel mezzo di loro, come Ella mi scrive che faranno! | Io | sento tanto più il pregio di questa loro bontà, quanto meno |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che hanno fatto i santi uomini coll' aiuto del Signore. | Io | più imperfetto infinitamente di tutti, lo veggo, lo sento |
Epistolario ascetico Vol.I -
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viene maneggiato ed informato dallo spirito del Signore! | Io | parlo queste cose, perchè mi accusa qualche poco di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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misericondia del Signore che mi perdonerà; giacchè tanto | io | ne sono più pieno di tutti. Io finisco supplicandolo di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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mi perdonerà; giacchè tanto io ne sono più pieno di tutti. | Io | finisco supplicandolo di pregare costantemente il Signore |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sera quando Ella mi ha favorito della sua conversazione, | io | ho manifestata la massima, « che quando si leggono libri |
Epistolario ascetico Vol.I -
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insieme col buon grano dall' inimico. Caro Visconti, | io | non sono niente scrupoloso per quanto spero: ma in materia |
Epistolario ascetico Vol.I -
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a questi riflessi che sottometto alla sua saviezza. | Io | mi sono creduto in dovere di coscienza di fare ciò, e |
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nel Signore, è egli possibile che voi crediate che | io | vi potessi lasciare senza risposta, perchè io avessi mutate |
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crediate che io vi potessi lasciare senza risposta, perchè | io | avessi mutate intenzioni rispetto a voi? Se ciò fosse |
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chiarezza. Ma consolatevi, mio carissimo, confortatevi. | Io | pure in mezzo al dolore che provo pe' medesimi, giacchè è |
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Signore. Mio caro, voi siete ammalato. Sappiate che anch' | io | sono egualmente, sebbene ora sto meglio. Non sarebbe egli |
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la nostra, ma secondo la sua adorabile volontà ». Mio caro, | io | spero che l' aria del santo Monte Calvario vi gioverà; e |
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così vi inspira il vostro spirito, per il 20 di febbraio; | io | desidero di abbracciarvi in quel giorno. Non dubitate dell' |
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abbracciarvi in quel giorno. Non dubitate dell' amore mio, | io | desidererei di potervi sollevare, di poter dare qualche |
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di poter dare qualche conforto al vostro spirito; | io | non mancherò, se il Signore mi assiste, di usare con voi |
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Società che il Signore potrebbe volere per noi formare. | Io | finisco abbracciandovi caramente nel Signore, a cui solo |
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Oh mio caro amico! Quanto è grande la bontà del Signore! | Io | che dovrei essere morto mille volte, perchè fosse tolto via |
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adorabile, e nelle lagrime della nostra tenera madre Maria? | Io | tremo a questo pensiero; quale orrore m' incute! quale |
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quella luce pura! quel gaudio pieno! Mio caro! | Io | le descrivo con questo ciò che Ella mi chiede circa questa |
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col suggerimento, mi intercederà anche la grazia di farlo. | Io | sono qui come, Le diceva, fino da martedì precedente alle |
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potuto finire bene le sue cose prima d' essere con me. | Io | lo attendo con ansietà, e spero che verrà presto: le sue |
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e di una umiltà incredibile, e mi danno tanto a sperare. | Io | ho estremo bisogno di lui, della sua attività, del suo |
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estremo bisogno di lui, della sua attività, del suo zelo. | Io | sono inerte, indeciso nelle minime cose. Per questo non ho |
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ora, perchè non ci sarebbe chi tenesse bene la disciplina: | io | non sarei buono che di dare loro de' mali esempi per la mia |
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e mollezza. Ma se viene il buon Francese ne accetterò: | io | pregherò tanto Iddio che mi conceda allora di scandalezzare |
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sono indifferenti: il Signore la consolerà certamente. | Io | spero di venire, non però prima dell' autunno; allora solo |
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Mellerio non sa niente di ciò che dissi di lui; sono | io | che presento ciò che sarà, se a Dio ne piace. Tante e poi |
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gli baci le mani per me, e gli dica, se crede, dove | io | sono. Mi saluti tanto il Brunati. Mio caro amico, la |
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adunque tranquilli e fermi, fino che egli non ci muova. | Io | sono qui fino dal principio della quaresima: la famigliuola |
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anco argomento alcune cose della carissima vostra. | Io | voglio certo, come voi dite, che siamo tutti parti d' una |
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non ci lascia all' oscuro. Mio carissimo, vi dico il vero, | io | per me non ne dubito, e spero nella sua infinita |
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nella sua infinita misericordia che, facendo ciò che fo, | io | faccia ciò che egli vuole. Voi mi direte, che è questo? |
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che è questo? Egli è impossibile scriverlo, perchè se | io | dicessi in generale, che è unicamente di abbandonarsi alla |
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luogo alla scelta è prudente che si elegga il più basso, | io | sono intieramente con voi, purchè vi sia luogo alla scelta, |
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impariamo che nel mondo non c' è nè basso nè alto. Ciò che | io | sento per me, che vuole il Signore, si è che non cerchi |
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il Signore, si è che non cerchi nulla, e nulla, in quanto | io | possa, ricusi, offerendomi a lui intieramente, senza |
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se potessi infinitamente a questo suo volere unirmi! | Io | dunque, vi dico il vero: chi mi domandasse, se voglio fare |
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di dire tosto di sì, se non gli aggiungessi anche: purchè | io | non li cerchi, ma la divina Provvidenza, colle circostanze |
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esterne, me li offerisca. Chi mi domandasse poi, se | io | voglio ricusare i mestieri alti di carità, quando la divina |
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Provvidenza, per le circostanze esterne, me li offerisse, | io | non oserei parimenti rispondere di sì: ma non vorrei nè pur |
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non solo, ma la carità nella volontà divina, è quella che | io | sommamente desidero, acciocchè non faccia il mio volere, |
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della carità, ma faccia quello di Dio che è carità. Ma | io | non posso, come diceva, in una lettera darvi una chiara |
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come diceva, in una lettera darvi una chiara idea di quanto | io | intendo; sebbene in questo poco, che ho detto, c' è tutto |
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onde gli umili sono esaltati al di sopra degli orgogliosi. | Io | vi conforto di leggere e rendervi famigliari le divine |
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dello spirito del secolo, le trovò basse e spregevoli. | Io | non sapeva, egli dice, che quelle Scritture prendono |
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non so dirvi altro che quanto altre volte vi dissi. | Io | non posso chiamarvi, perchè ho bisogno io stesso di essere |
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volte vi dissi. Io non posso chiamarvi, perchè ho bisogno | io | stesso di essere chiamato. Non sono chi chiama, ma chi è |
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i passi del chiamato che risponde alla chiamata. Se fossi | io | che chiamassi, dovrei garantirli io, e sarei un menzognero |
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e fate ciò che vi dirà. Se il signore vi manda qui, | io | vi abbraccio già da quest' ora col cuore. Teniamoci |
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Perciò, certo delle misericordie che il Signore mi fa, | io | debbo contare fra le somme, come voi dite, e veramente |
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quel solo che vi ama, e che a duri colpi vi vuol perfetto. | Io | lo intendo dal vostro modo di parlare che mi riesce tanto |
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come letterato forse unicamente o come bibliotecario. | Io | me ne congratulo con voi. Maria Ss., Sant' Ignazio, S. |
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Pregate dunque anche per me, per me povero peccatore. | Io | passerò da Brescia sulla fine di luglio per recarmi a bere |
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parole: « E dunque pensa Ella di ritornare in Diocesi? » | Io | gli risposi che « questo era appunto il mio desiderio: »gli |
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Provvidenza il chiamò all' altra vita. Gli aggiunsi che | io | attendeva l' elezione del nuovo Sommo Pontefice per non |
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sicuramente al nostro fine, la salute delle anime. | Io | non posso in tutto questo tempo applicare la Messa per |
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orazioni per lo stesso fine; e massimamente perchè | io | non metta ostacolo alle divine misericordie colla enormità |
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sa che il Signore non li voglia tutti suoi nella Religione? | Io | vi prego e supplico di considerarli come vostre viscere, e |
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assicuro, mio caro amico e fratello in Gesù carissimo, che | io | sospiro il momento di trovarmi unito a voi. Ma questo |
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di capo nostro, ma dietro la sua adorabile Provvidenza. | Io | per me vi assicuro che ho vergogna a parlarvi; perchè sento |
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Certo, per voi almeno, questo è il tempo del noviziato. | Io | non ne ho fatto che un poco l' anno scorso, ma il Signore |
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osservazione che può essere falsa e può essere vera, e che | io | vi faccio per mostrarvi tutto il mio cuore aperto, e non |
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per l' affare di cui si trattava. Ora permettetemi che | io | vi dica che, se la somma è forte, io non me ne smarrisco, |
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Ora permettetemi che io vi dica che, se la somma è forte, | io | non me ne smarrisco, se ella è proporzionata alle mie |
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proporzionata alle mie forze, e che è necessario sempre che | io | la sappia tutta, per poter fare le mie ragioni, e disporre |
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poter fare le mie ragioni, e disporre le cose in modo che | io | possa avere pronti i danari al tempo che bisognano. E` |
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ci renda mai meno sinceri e piani in tutte le nostre vie. | Io | sarei indegno di essere vostro compagno, mio caro, e voi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fatto i fa7bisogno più bassi per accidente o per isbaglio, | io | richiamo tutte queste parole, e vi prego di perdonarmele |
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Amatemi nel Signore, e compatitemi. State certo che | io | vi porto sempre nel cuore, e massimamente all' altare. |
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giorni. Mi presentò un Cardinale che ha della bontà per me. | Io | trovai il Papa benissimo e graziosissimo. Dopo avergli |
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mio cuore, e che forma la base principale del nostro piano. | Io | gli risposi presso a poco così: « Santissimo Padre, io non |
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Io gli risposi presso a poco così: « Santissimo Padre, | io | non so come sia stata rappresentata la cosa a Vostra |
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Vostra Santità, ma La posso però assicurare di questo, che | io | non ho mai inteso di cominciare con cose grandi, ma con |
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opera sarà da Dio, non mancherà già egli di favorirla ». - | Io | qui gli domandai la benedizione per voi e per tutti quelli |
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mi lasciò una grande allegrezza interiore e tranquillità, | io | dimandai al Cardinale, mio più confidente, che cosa avessi |
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restarmi ancora qui. Egli mi rispose che era necessario che | io | mi trattenessi, che io facessi un compendio delle |
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mi rispose che era necessario che io mi trattenessi, che | io | facessi un compendio delle Costituzioni per presentarle poi |
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Regolari da esaminare, e, Dio volendo, anche da approvare. | Io | spero oltracciò che ci saranno accordate delle Indulgenze |
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o indirettamente, all' aumento dell' opera pia. | Io | dunque mi tratterrò ancora qui; lavorerò intanto delle |
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nel Signore: è pur bello essere così rannodati nella unità. | Io | vedo la mano di Dio sopra N. N., e la traccia di una sua |
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è mai infallibile nelle cose politiche. Onde dunque saprò | io | indubitatamente che il suo comando è conforme in queste |
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e vi unirete così di nuovo. Per altro ne' vostri studii | io | molto mi conforto. So che il demonio mette il suo capo da |
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di prudenza che Iddio ci comunica: « in lumine ambulare ». | Io | sentirò volentieri il vostro parere sopra ciò; e a quello |
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vostre forze, e vedere se il peso è ad esse proporzionato. | Io | non vi dirò che una cosa sola: « che assumiate solamente |
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Sarà infine quello che egli vorrà: e sia benedetto. | Io | vi dico sinceramente che spasimo di venire nel mio caro |
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pazienza ed ilarità, colla quale Ella le riceve e sopporta. | Io | non so dirle, se non che questo è un fabbricarsi tale |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dirle, se non che questo è un fabbricarsi tale corona, che | io | ben le invidio. La grazia del Signore fa pure le cose |
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caro nome di Maria un balsamo a tutte le nostre piaghe? | Io | vorrei ben sapere da Lei quante volte avrà sperimentato il |
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volontieri di questa Madre e Signora nostra, in quanto che | io | spero che Ella vorrà dire, anche per me, miserabile |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fare regolari e compiti, tanto più gioverà. Ecco quanto | io | vi posso dire di questi due vostri nipoti, tanto a me cari |
Epistolario ascetico Vol.I -
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« Si non facio opera Patris mei, nolite credere ». Ed | io | ho pensato molte volte qual fosse la ragione, per la quale |
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non raccontò a Giuseppe l' apparizione dell' Angelo, ed | io | credo che fosse perchè non poteva darne prova, ed era tanto |
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dalle massime che si stabiliscono a principio. Dunque | io | giudico di somma importanza l' occuparci seriamente a |
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pazienza e vivere in pace, meditando sulle anime nostre. | Io | voleva partire di qui già è molto. Vedo che fu |
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qualche poco di tempo ancora, ma non molto. Sebbene | io | sia sempre al monte Calvario col mio pensiero e nella cara |
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i suoi disegni. Mio caro, pregate, come fate, per me. | Io | non celebro il santo Sacrificio che per voi, e per me |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che non è intervenuta a formare. Ed è per questo che | io | credo che S. Giovanni dicesse che tutto ciò che è nel mondo |
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quello che si è nascosto ai nostri occhi. Ho perduto anch' | io | il padre e dei cari amici, ma immagino che stieno facendo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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facendo un viaggio, dal quale aspetto che ritornino e che | io | li possa di nuovo riabbracciare. Gran conforto mi dà il |
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a me piace, perchè essi saranno la mia delizia, senza che | io | li perda più mai. Tutta la rassegnazione adunque nella |
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al piantare una istituzione che porterebbe questo effetto, | io | sono intimamente persuaso che non può essere opera di |
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Nulla dunque dee essere staccato da questi centri. | Io | son d' avviso che siamo venuti in tempi ne' quali nessuna |
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possibili. Contentiamoci adunque di stare al fatto: | io | sono veramente contentissimo di questo mio eremitaggio, e |
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sono pegni di un amor singolare, prezioso, sublime. Sebbene | io | sia pur troppo insofferente, tuttavia ogni qual volta mi |
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avere per la morte della povera Giovannina Patrizi, e che | io | divido con voi, mi stringe a scrivervi la presente per |
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vuole, ma in quel poco tempo s' odono le parole della vita. | Io | per me vi conforto a farlo quanto so e posso, e spero che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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si potrà eleggere un capo stabile secondo le Costituzioni. | Io | ho vergogna a dirvi chi questi sia; ma la vostra carità sa |
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dite dello scoraggiamento che sentite nel vostro spirito, | io | credo che ciò sia voluto da Dio per farvi sperimentare l' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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confacente, e cerca un riposo nel suo ben essere; | io | credo bensì che sia un giusto motivo da conoscere in noi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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troppo vivo della prosperità e buona nutrizione del corpo, | io | confesso che è pure una gran pena per lo spirito, un gran |
Epistolario ascetico Vol.I -
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pena per lo spirito, un gran timore, una gran croce; ed | io | la provo continuamente. Tuttavia è l' intenzione dello |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e chiamatemi fratello, se così vi piace, che me ne trovo | io | anche troppo onorato: ma via, per amore poi posso essere e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Signore aprirà il cuore del nostro Sovrano », ecc. poichè | io | stimerei meglio di non pensare a questa cosa: se l' opera è |
Epistolario ascetico Vol.I -
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suo esito: abbandoniamoci più ciecamente alla Provvidenza: | io | stimo che dobbiamo fare tutto quel bene che possiamo al |
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un luogo o nell' altro. Vi dirò poi anche quale intenzione | io | avrei. Non è già necessario di avere una positiva |
Epistolario ascetico Vol.I -
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in ogni modo, qualunque cosa si abbia in animo di fare, ed | io | ho gran fiducia di ottenerla per alcuni buoni indizi che n' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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divina parmi che ogni dì s' acquisti nelle virtù religiose: | io | solo me ne resto come uno scoglio resistente al mare delle |
Epistolario ascetico Vol.I -
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d' un vantaggio all' umanità incalcolabile. Cotale stima ho | io | delle menti italiane! capaci per mio avviso di tutta la |
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Non si faccia meraviglia di questa grande stima che ho | io | degli ingegni e degli animi de' miei connazionali, per non |
Epistolario ascetico Vol.I -
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animi de' miei connazionali, per non vedere que' frutti che | io | accenno; perciocchè troppe cause mettono fin' ora |
Epistolario ascetico Vol.I -
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cercano concordemente, ma separati e senza quasi saperlo; | io | vedrei in questa tendenza un seme di grandi beni, e un |
Epistolario ascetico Vol.I -
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se non dalla radice divina del Vangelo. Non è già ch' | io | ammetta miglioramenti successivi nell' essenza del |
Epistolario ascetico Vol.I -
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della sua gentile lettera, che mi fa certa fede, non essere | io | punto dimenticato da Lei, anzi, ciò che io punto non |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fede, non essere io punto dimenticato da Lei, anzi, ciò che | io | punto non merito, molto ben ricordato. Ma La ringrazio poi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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indossando questa sacra divisa, che tanto indegnamente | io | pure porto, entra in un ufficio così consolante, così |
Epistolario ascetico Vol.I -
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agio, come se non l' avessero ricevuta, o peggio ancora. | Io | sono entrato in questo discorso quasi senza avvedermene; ma |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di fare; perchè questa bella indifferenza, credola | io | la disposizione migliore per servire Iddio con sicurezza, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ben pensare che trafitture sianmi state al cuore, e quanto | io | senta l' amarezza del caso, sì per l' amore che io porto a |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e quanto io senta l' amarezza del caso, sì per l' amore che | io | porto a lui, sì per la tenera amicizia che vi è fra di noi. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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porto a lui, sì per la tenera amicizia che vi è fra di noi. | Io | ho raccomandato tosto a Dio il caro infermo e voi stesso |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tutto è di Dio, tutto sacrifichiamo a lui col cuore. | Io | spero che il Signore ci salverà il caro Matteo, lo donerà |
Epistolario ascetico Vol.I -
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corso che prende la malattia e delle decisioni de' medici: | io | spero che il sangue lo salverà. Noi, vi ripeto, pregheremo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sempre estremamente pericoloso e contro le regole comuni. | Io | vi supplico dunque caldissimamente di non volere, di qui in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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solo: noi lo facciamo ogni giorno in comune e in privato. | Io | dico sempre Messa per l' anima mia e per quella di coloro |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Cristo, a cui solo sia onore e gloria, amen . Per quanto | io | sia misero e nullo nel regno di Dio, non ho potuto però a |
Epistolario ascetico Vol.I -
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almeno con altrettanta umiltà! Un indegnissimo adunque qual | io | mi sono, che non dovrebbe aprir bocca, non può d' altra |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di unione e santa amicizia fra noi ecclesiastici. Per ciò | io | non posso che lodare molto il loro pensiero di essersi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di ricorrere a me, come fanno nella loro lettera; perchè | io | volessi servire loro di centro e di capo nella loro santa |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e di capo nella loro santa corrispondenza. Iddio sa chi | io | mi sono; un vero nulla, un peggiore del nulla, perchè il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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società del Calvario, nella quale non ci è nessuno a cui | io | sia degno di allacciare le scarpe. E giacchè tengo che sia |
Epistolario ascetico Vol.I -
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giorno che Iddio vuole fare egli tutte le cose, essendoci | io | piuttosto per figura che per altro. Miei cari consacerdoti |
Epistolario ascetico Vol.I -
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posso dunque dir loro circa la proposta che essi mi fanno? | Io | non mi ricuserò neppure a loro, se persistono nel loro |
Epistolario ascetico Vol.I -
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essi si dichiarano miei figliuoli in Gesù Cristo, ed | io | li abbraccierò per tali, se il Signore li conferma in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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li conferma in questo volere. Ma, prima di fare ciò, | io | voglio che esaminiamo meglio la volontà di Dio, che è |
Epistolario ascetico Vol.I -
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quella sola che noi desideriamo di fare. A tal fine adunque | io | li prego caldamente di occupare i tre ultimi giorni di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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qualche mortificazione di bocca: e il medesimo farò anch' | io | volentieri con Loewenbruck e con Molinari, che mi |
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medesima determinazione e persuasione; e quando ciò fosse, | io | non mi ricuserò punto di assumere nel Signore la loro |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ciò si confermi nei loro cuori dalla voce dello Spirito, | io | comincierò ben volentieri a comunicare loro quelle |
Epistolario ascetico Vol.I -
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quest' oggi spero che mi sarà conceduto. In primo luogo, | io | non mi rifiuto, nè pure ora, dopo essermi raccomandato al |
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bonum et quam incundum habitare fratres in unum! » dico | io | sempre; e questa unità, per la quale è così dolce trovarsi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nel quale è pur dolce trovarsi e abitare insieme. Or | io | credo di non dover punto differire a comunicar loro qualche |
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e contraddistingue questo Istituto, ecco che cosa | io | suggerisco loro per ora. Conviene che ciascuno si faccia un |
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scrivano successivamente quelle regolette e que' mezzi che | io | un poco alla volta verrò loro indicando secondo l' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sacerdotale gravità e maturità. Questi tre esercizi per ora | io | credo opportuni per incominciare; e, se li trovano |
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vengono prescritti i suddetti esercizi: [...OMISSIS...] . | Io | spero che prendendo a fare con fervore e soprattutto con |
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sommo bene, nè far più conto alcuno di tutte l' altre cose. | Io | adunque attendo che mi informino dopo qualche tempo dell' |
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in succo e sangue, non basta averlo letto qualche volta; ed | io | n' ho veduto degli ottimi effetti, non già alla prima |
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abbracciatemi i compagni, ed amatemi nel Signore, come | io | v' amo. Ciò che potreste inculcare a Don Giulio si è che |
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questa affettuosa confidenza. 1.31 Ella mi fa cuore perchè | io | ponga mano alle teorie sociali. M' invita ad un arringo |
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è pure una causa medesima; e all' amor dell' unico bene che | io | m' abbia, è ben poco qualunque sacrifizio; è il tesoro nel |
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, di cui non ho finora messo in pubblico che la radice. | Io | desidero che questa radice prenda; se prende, apparirà |
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è pur troppo l' impazienza e la fretta. Nulla di meno | io | non m' arretro, e spero. E` nell' ordine della divina |
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e spero. E` nell' ordine della divina Provvidenza che | io | pongo molta fiducia ed in que' semi indistruttibili che l' |
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finisco. Supplico la loro bontà di orazioni per tutti noi: | io | celebro ogni giorno messa unicamente per me e per gli miei |
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la nostra piccola società: egli sia lodato in eterno. | Io | me ne devo restare qui qualche poco per affari appunto |
Epistolario ascetico Vol.I -
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qui direttamente dove le lettere mi vengono sicure. | Io | sono pur sempre al Calvario col cuore e in mezzo di loro. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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vostro e suo. Ora me lo confermate e con più vivi colori. | Io | non so se non ripetervi quello che vi sapete, e che è pure |
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alla volontà del celeste Padre, anzi in essa giubilare. | Io | non vi dico altro, se non che tutte queste cose che già |
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che umilia innalzerà, quel Dio che mortifica vivificherà. | Io | non mancherò di aggiungere le mie povere orazioni |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che della sua amatissima Madre, nostra gloria e letizia. | Io | me ne congratulo con voi, io ne ringrazio il cielo, io vi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nostra gloria e letizia. Io me ne congratulo con voi, | io | ne ringrazio il cielo, io vi scongiuro a perseverare su |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Io me ne congratulo con voi, io ne ringrazio il cielo, | io | vi scongiuro a perseverare su questa via sino alla fine, ed |
Epistolario ascetico Vol.I -
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gli sforzi della nostra volontà, non la sana in noi. Perciò | io | vi consiglio e conforto a cercare tutti i mezzi possibili |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la lettera che mi ha consegnata...... Ora mi permetta che | io | scriva quello che non ho potuto dire, per la ristrettezza |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che si propone di assumere l' Istituto della Carità, come | io | il concepisco. Dissi già che questa obbiezione riposa sopra |
Epistolario ascetico Vol.I -
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determinate, si viene con ciò stesso ad assumerle tutte. Ma | io | rifletto che nessuno può mettere legge alla Provvidenza, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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il Vangelo? La carità non è di sua natura universale? Posso | io | arbitrariamente prefiggermi di esercitare la carità solo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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mia miserabilità è infinitamente lontana da queste cose: ed | io | non posso che trascinarmi per le vie le più ordinarie e |
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sarebbe uno di quei principii arbitrarii, ai quali | io | fo sempre guerra in tutte le cose. Sicchè gli esterni |
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e il sapere aspettare è di sommo momento per noi; che | io | sono nemico della fretta, e che mi è carissima oltre modo, |
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applicarveli. D' altro lato, mio caro, non crediate che | io | abbia fatto nessun giudizio sulla vostra condotta, ma |
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; e le apparenze mi davano da temere. Se dunque credete che | io | abbia fallato nell' esporvi anche i miei dubbi sulla vostra |
Epistolario ascetico Vol.I -
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esporvi anche i miei dubbi sulla vostra condotta, non solo | io | ve ne dimando umilmente perdono, ma anche mi sottometto ben |
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obbligo di scrivermi, secondo l' istruzione datavi, e che | io | v' avessi scritto due volte in quel mezzo. Riflettete |
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darmi la trista nuova del pericolo in cui era la casa. Ma | io | non voglio, mio caro, che con me usiate simiglianti |
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di tutto, passo passo, del bene e del male. Se poi | io | vi avrei consigliato ad andare a Torino, anche posta tutta |
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perchè ne ignoro ancora i fini particolari. Ma forse anco | io | avrei preferito di espormi al pericolo dell' occupazione |
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prendete dolcemente, e intendete in sano modo le cose che | io | v' ho dette. E non mi conoscete ancora? E non sapete ch' io |
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io v' ho dette. E non mi conoscete ancora? E non sapete ch' | io | non voglio, se non il bene? Sì, per la divina misericordia, |
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implorata ed ottenuta l' apostolica benedizione; perciò | io | mi fo animo di venire ai santissimi piedi notificando a |
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santa memoria di Pio VIII si era degnata di offrirmene ov' | io | le avessi dimandate, il che ho differito di fare fin adesso |
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dell' anima; oltre tutto ciò ed altri vantaggi, | io | veggo che ce n' avrebbe in ciò uno singolarissimo, qual è |
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in posto e in istato da contemplare tanta bellezza. Ah se | io | potessi trasfondere questo mio sentimento o anzi questo |
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per Cristo. In quanto alla casa di cui sono livellario, | io | la metto in pienissima disposizione del pubblico per farvi |
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del pubblico per farvi lo Spedale ; e anzi lo scriverò | io | medesimo al caro Bianchi, nella lettera che qui unisco. |
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insieme; ma ciascuno pensare da sè, scrivere e mandare. | Io | poi vi manderò, se ci sarà bisogno, un Regolamento |
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ne manchi uno solo. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.32 | Io | temo che quelli ai quali Ella ha affidato l' esame delle |
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e la prima sua cooperazione ed appoggio, e possa | io | sperare che Ella me lo presti di tutta sua persuasione. Io |
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io sperare che Ella me lo presti di tutta sua persuasione. | Io | credo che l' opera sia adattata ai tempi, e che riuscirebbe |
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salute e della pace, « quae exsuperat omnem sensum ». | Io | qui sono consolato assai, perchè ho trovato le cose in |
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toglie dal dirvi pienamente rimesso in istato: ma spera ed | io | pure, che se n' andrà. Intanto questi son tutti sperimenti |
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a me, o voi tutti che affaticate e siete aggravati, ed | io | vi ristorerò » ». E quanto bene, che prima gli era |
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che a ciascun che soffre e che ama lui, dice: « Sono | io | stesso con lui nella tribolazione, e nel trarrò io fuori, e |
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« Sono io stesso con lui nella tribolazione, e nel trarrò | io | fuori, e lo glorificherò », patisce egli stesso con noi, e |
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a voi tutto il mio cuore, e per dirvi con quanta pena | io | mi stia da voi diviso di corpo (chè di spirito nol sono |
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progresso ne' santi vostri propositi. Non già che l' essere | io | vicino a voi possa arrecarvi qualche grazia, o che io possa |
Epistolario ascetico Vol.I -
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io vicino a voi possa arrecarvi qualche grazia, o che | io | possa molto colle mie parole aiutarvi e sostenervi nelle |
Epistolario ascetico Vol.I -
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amate, vuol saperne anch' il male. Oltracciò, conoscendo | io | la vostra carità e umiltà e la vostra dedicazione al |
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buona parte e in edificazione dell' uomo interiore, quanto | io | vi fossi per ripetere degl' insegnamenti del Signore, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fossi per ripetere degl' insegnamenti del Signore, sebbene | io | sia tanto indegno di proferirli. Ed è appunto per questa |
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che spero essere negli animi di tutti voi, che | io | voglio dirvi nella presente (ciò che farei a voce se |
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come de' nostri: questa non può esser che l' opera di Dio: | io | non v' entro, e non desidero se non quello che Dio Le |
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della perfezione non viene che da Dio, e perciò, sebbene | io | non La esorti punto a prendere il nostro Istituto, tuttavia |
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« in lege Domini voluntas eius »: nulla di più semplice, ed | io | credo altresì nulla di più dolce. Ciò dunque perchè si |
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in trovare i segni del divino volere. Senza questi, so | io | che lo studio, in ragion d' esempio, sia la strada della |
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salute? Quanti vi hanno trovato l' eterna dannazione! So | io | che la predicazione mi gioverà? Quanti, predicando agli |
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questo? Subito con un sentimento di bella umiltà diciamo: « | io | era in errore, ora ho conosciuto il vero: ne sia lode a |
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no. Per tal fine non fuggiamo la disputa accademica : anzi, | io | vi do per consiglio di cercarla voi stesso, ma sempre con |
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nella mia patria; e mi chiedete di voler entrar anch' | io | in parte della spesa necessaria per quest' opera. In quanto |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per quest' opera. In quanto a quest' ultimo punto, | io | non mi ricuso; e scrivo al conte Salvadori di dar per me |
Epistolario ascetico Vol.I -
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al conte Salvadori di dar per me quella somma maggiore ch' | io | posso. Dopo di ciò però permettetemi, mio caro D. Paolo, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Dopo di ciò però permettetemi, mio caro D. Paolo, ch' | io | vi dica candidamente il mio sentimento, come si fa cogli |
Epistolario ascetico Vol.I -
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stessa, in quanto alla massima de' reclusori de' poveri, | io | ho variato di sentimento. Fu un tempo nel quale io |
Epistolario ascetico Vol.I -
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poveri, io ho variato di sentimento. Fu un tempo nel quale | io | accoglieva con entusiasmo tutti questi progetti e piani di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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verginale somministra incessantemente ad un cuore benevolo. | Io | vi dico la verità, non sono più amante de' reclusori de' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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scritto sopra di essi, e più di tutto dopo aver meditato | io | stesso sull' intrinseca natura della cosa. Egli è bensì |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ciò che ho detto e ne sentirete la verità: ma ch' | io | l' abbia detto nol dite a persona del mondo, perocchè gli |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la vostra condotta, l' incarico datovi vi diverrà, come | io | spero, una via diritta pel Cielo. Primieramente vi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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stato dell' anima vostra che diligentemente mi descrivete, | io | spero bene, mio caro, nella misericordia di Dio. Io veggo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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io spero bene, mio caro, nella misericordia di Dio. | Io | veggo che il Signore permette che l' inimico del bene vi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di amore? Dite tosto: questo è spirito di Dio, e | io | debbo secondarlo. E` all' incontro uno spirito di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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è spirito del demonio che mi seduce, che mi violenta; | io | non voglio acconsentirvi, lo sofferirò come una |
Epistolario ascetico Vol.I -
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acconsentirvi, lo sofferirò come una tribolazione, ma | io | non lo seconderò, non opererò nulla dietro il suo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e non è considerata dagli uomini: tanto più ella è da Dio! | Io | spero che voi ne riporterete colla vostra costanza, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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è soggetto ». La prima questione può essere controversa, ed | io | non l' ho mai definitivamente decisa. Ma la seconda non è |
Epistolario ascetico Vol.I -
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un' idra con cento capi e non potrebbe sussistere. | Io | non dirò dunque che l' Istituto della Provvidenza debba |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non vede il bene, e la maniera di ottenerlo », oppure: « | io | sono chiamato da Dio ad evangelizzare questi popoli: dunque |
Epistolario ascetico Vol.I -
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in vocatione »: e non mutate col pretesto di maggior bene. | Io | veggo tutte le orribili conseguenze che si trarrebbe dietro |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e per molte altre voi vedete adunque la risposta ch' | io | son disposto a dare, alla vostra lettera del 21 corrente. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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son disposto a dare, alla vostra lettera del 21 corrente. | Io | non posso assolutamente concedervi nè pure ad tempus quella |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Carità secondo la vostra lettera del 30 ottobre; o che | io | assuma i vostri impegni e che disaggravi voi dalla |
Epistolario ascetico Vol.I -
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minimo posto che giudicherò di assegnarvi al Calvario ». | Io | accetto questa seconda proposta, e vedrò in questa mia |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per venire a Rovereto, dove vi fermerete in casa mia, ed | io | ci verrò pure tosto; mi direte tutti i vostri impegni, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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1.33 Sabbato è giunto qui il caro vice7Superiore, ed | io | pure mi son qua recato tosto per conferire con lui. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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intieramente rientrato in se stesso. Come vi aveva scritto | io | sperava che il Signore non avrebbe certamente abbandonato |
Epistolario ascetico Vol.I -
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»; ma dite più tosto: « forse Ella potrebbe aver creduto... | Io | temo non forse Ella, ecc. »: come vuole la modestia e la |
Epistolario ascetico Vol.I -
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un po' di pazienza offerendo la vostra croce al Signore. | Io | penserò intanto qualche via di consolarvi; e alla più lunga |
Epistolario ascetico Vol.I -
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mezzo secolo è materialismo. Storia di dolore e di sangue. | Io | li ho veduti gli uomini che negavano Dio, religione, virtù, |
Doveri dell'uomo -
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né cosa alcuna fuorché la vanità dei loro sistemi, | io | lo dico con profondo convincimento, non riuscirete. Avrete |
Doveri dell'uomo -
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sommosse, non la vera, la grande Rivoluzione che voi ed | io | invochiamo. Quella Rivoluzione, se non è una illusione |
Doveri dell'uomo -
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è lo scopo vostro; godere è il vostro diritto, perché | io | so che quella parola non può creare se non egoisti, e fu in |
Doveri dell'uomo -
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compirete se non migliorandovi e soddisfacendo al Dovere. | Io | v'ho additato, come meglio ho potuto, qual sia il Dovere |
Doveri dell'uomo -
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voler fare gli Esercizi per acquistare la compunzione; ma | io | voglio che li facciate per acquistare l' ilarità ed |
Epistolario ascetico Vol.III -
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il tiene stretto come si stringe il bambino alla madre. | Io | vi rivolgerò dunque le parole di S. Agostino |
Epistolario ascetico Vol.III -
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dovrà ragionare così: « La Religione cattolica è vera; | io | lo so perchè non posso negare la tal prova convincente: |
Epistolario ascetico Vol.III -
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veri tutti i singoli articoli della loro Fede : dunque | io | n' ho abbastanza, non debbo cercare altro per crederli: |
Epistolario ascetico Vol.III -
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laberinto, dal quale non so se potrò uscire. E intanto che | io | giro per le sinuose vie di questo laberinto, io non credo: |
Epistolario ascetico Vol.III -
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intanto che io giro per le sinuose vie di questo laberinto, | io | non credo: intanto io resto infedele alla verità |
Epistolario ascetico Vol.III -
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le sinuose vie di questo laberinto, io non credo: intanto | io | resto infedele alla verità conosciuta, e mi rendo ingrato a |
Epistolario ascetico Vol.III -
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S. Giovanni, che Ella pur ama. Mia signora Contessa, | io | aveva preso la penna per suggerirle qualche libro secondo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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a Gesù Cristo: Credo, Domine, adiuva incredulitatem meam . | Io | stimo indispensabile a Lei per poter vincere d' un colpo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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A conferma di questo gran principio suggerito dalla logica, | io | bramerei che Ella volesse trovare tempo da leggere una mia |
Epistolario ascetico Vol.III -
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a Dio. Se Ella amerà che, dopo letti gli accennati libri, | io | gliene suggerisca degli altri, ben volentieri lo farò. 1.43 |
Epistolario ascetico Vol.III -
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sempre più la santifichi e consumi nella sua carità. Ora | io | ben devo pregarla, come la prego istantemente, di |
Epistolario ascetico Vol.III -
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buona strada, a malgrado delle continue opposizioni che | io | metto alle sue misericordie. Egli è infinitamente buono e |
Epistolario ascetico Vol.III -
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se dovessi pensare a me stesso, sarei disperato. E se | io | spero tanto, benchè del tutto infedele e mancante alle |
Epistolario ascetico Vol.III -
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più si glorifica colla sua liberalità verso i malvagi. Onde | io | mi propongo per questa ragione di voler sperare ancor più |
Epistolario ascetico Vol.III -
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E` ella contenta? Vuol Ella entrare in questa gara con me? | Io | credo di sì, e con tanta generosità, che m' aiuterà colle |
Epistolario ascetico Vol.III -
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dirigano. Giova sopratutto un buon Catechismo diocesano, ed | io | provo co' fatti che l' esser disposto secondo l' ordine |
Epistolario ascetico Vol.III -
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si potrà con piccoli passi ma sicuri giungere al molto. | Io | me Le offerisco tutto alla sua ubbidienza, e mi troverà |
Epistolario ascetico Vol.III -
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per una via sicura dalle diaboliche illusioni. Di poi, | io | vorrei consigliare quella persona ad acquistare un gran |
Epistolario ascetico Vol.III -
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è materia sufficiente per piangere mille anni. E che dico | io | mille anni? anzi per bruciare in eterno. Se una persona |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ogni più gran sacrificio e di dare anche la propria vita, | io | suggerirei alla indicata persona due mezzi principali. Il |
Epistolario ascetico Vol.III -
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qualora lo pratichiamo assiduamente e con affetto sincero! | Io | consiglierei la nota persona a darsi all' orazione più |
Epistolario ascetico Vol.III -
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detta persona facesse degli atti esterni per umiliarsi: ed | io | le rispondo che gli atti esterni fatti con sincerità sono |
Epistolario ascetico Vol.III -
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della Svizzera? Iddio sa quanto ardentemente anch' | io | desidero la conversione di tante anime ingannate; ma vi |
Epistolario ascetico Vol.III -
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di quello che disse Cristo agli Apostoli: Rogate , anzi | io | metterò il verbo in prima persona, « rogemus Dominum messis |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ut mittat operarios in messem suam »? Pretendete forse che | io | vi dica di più? pretendete che io sia di più di nostro |
Epistolario ascetico Vol.III -
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»? Pretendete forse che io vi dica di più? pretendete che | io | sia di più di nostro Signore? « Non est discipulus supra |
Epistolario ascetico Vol.III -
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sono da lui destinati a tant' opera; credete voi che | io | aspetterò le vostre preghiere e le vostre suppliche per |
Epistolario ascetico Vol.III -
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dell' ubbidienza e dell' indifferenza, al celeste Padre. | Io | mi accorgo, caro fratello, dalla vostra lettera che non |
Epistolario ascetico Vol.III -
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dolore in depor al mondo il Sole della giustizia, che anzi | io | tengo (e credo che voi pure lo terrete meco, perocchè io lo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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io tengo (e credo che voi pure lo terrete meco, perocchè | io | lo tengo con autorità venerande e con tutti i devoti della |
Epistolario ascetico Vol.III -
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e lacera gli orecchi cristiani; non è da lasciarsi passare, | io | dico, senza qualche emendazione, ed io prego voi di |
Epistolario ascetico Vol.III -
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lasciarsi passare, io dico, senza qualche emendazione, ed | io | prego voi di procurarla questa emendazione a vantaggio de' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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lettori, ne prego voi per l' amore che voi portate a Maria. | Io | per me non solo veggo che la divina Scrittura favella |
Epistolario ascetico Vol.III -
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della divina Scrittura, tutto ad onor di MARIA, | io | vo' che facciate un' altra osservazione, e non è l' unica |
Epistolario ascetico Vol.III -
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e scelte ad esprimere gli oracoli della divina rivelazione, | io | non mi trattengo dal dire, che quella frase orientale ed |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Figlio fu riflettuta e rinnovata nell' anima della Madre. | Io | spero, anzi sono certo, che all' illustre e pio autore |
Epistolario ascetico Vol.III -
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stile e della erudizione, è pieno di affetto per MARIA, ed | io | credo che a lui stesso gradir dovrebbe l' udire cosa, da |
Epistolario ascetico Vol.III -
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mandare qualche vostra noticella ai direttori del giornale, | io | non ho minima difficoltà di permettervi, che li preghiate |
Epistolario ascetico Vol.III -
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esercizi? R. S. Ignazio. Sulle tracce di S. Ignazio | io | misi insieme il libro intitolato: « Manuale dell' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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avrà già inferito, quanto sarei ora per dirle, cioè che | io | non consiglierei mai ad una società religiosa di pigliare |
Epistolario ascetico Vol.III -
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a lui, vittime immolate sull' altare del divino amore. « « | Io | sono venuto a portare il fuoco in terra » », Egli disse, e |
Epistolario ascetico Vol.III -
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è morto, e dove i suoi seguaci debbono pure morire. « « | Io | vi mando come pecore in mezzo ai lupi » » e anche questo, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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incoraggia colle consolazioni al suo più fedele servizio. | Io | so, che Ella piena di Fede, e nutrita delle profonde verità |
Epistolario ascetico Vol.III -
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in una lettera; e perciò attutendo quel sentimento ch' | io | provo di continuo, direi quasi, di sdegno, Le dirò in |
Epistolario ascetico Vol.III -
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il prezzo, e perdendone molte perdon sè stessi. Di che | io | voglio raccogliere che la persona più di tutte importante |
Epistolario ascetico Vol.III -
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più ampi che non si costuma ne' Seminari a' dì nostri; ed | io | credo che la sua penetrazione volesse forse alludere a |
Epistolario ascetico Vol.III -
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cattolicismo del dottor Newman, e viene attribuita a V. S.. | Io | pensai che, se questa lettera è veramente sua, a Lei non |
Epistolario ascetico Vol.III -
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se questa lettera è veramente sua, a Lei non dispiacerà che | io | soddisfi al bisogno del mio cuore che brama farle conoscere |
Epistolario ascetico Vol.III -
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è avvenuta per un atto di questa potestà ». Quando | io | lessi nella medesima lettera, che ciò che tiene lontane |
Epistolario ascetico Vol.III -
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sono le dottrine, ma alcune pratiche della Chiesa Romana, | io | ho concepito la più viva speranza, che Iddio, compiendo le |
Epistolario ascetico Vol.III -
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slegherebbe; si legherebbe e si slegherebbe a vicenda. | Io | confido nella retta intelligenza di V. R. e nel lume che Le |
Epistolario ascetico Vol.III -
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alla prima, alla terza, o alla sesta ora della giornata, | io | non vorrei che egli aspettasse a venire a lavorare nella |
Epistolario ascetico Vol.III -
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vero non credebant »: i primi fanno la strada agli altri. | Io | credo che quelli che si unirono testè alla Chiesa |
Epistolario ascetico Vol.III -
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tutte le umane calamità! Tali sono i sentimenti che | io | veggo in Lei, mio caro Marchese, e di cui io pure traggo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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sentimenti che io veggo in Lei, mio caro Marchese, e di cui | io | pure traggo come in questa, così in ogni altra sciagura |
Epistolario ascetico Vol.III -
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accelerare il momento della beatitudine di quelle anime. | Io | unirò certamente le mie povere preci alle sue ed a quelle |
Epistolario ascetico Vol.III -
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copiosamente consola. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.46 | Io | spero che vedrò il sig. Newman, che Ella menziona nella |
Epistolario ascetico Vol.III -
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è così grande, e, se mi permette di dire, così cieco, che | io | credo che sarebbe impossibile di far rientrare nella Chiesa |
Epistolario ascetico Vol.III -
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di rito, inducendole al rito latino od altro; o almeno | io | giudico che per tali nazioni sarebbe uno sforzo assai più |
Epistolario ascetico Vol.III -
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l' efficacia del pubblico culto sul sentimento religioso, | io | credo, che una delle principali massime della Chiesa |
Epistolario ascetico Vol.III -
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che vi scorga a ben giudicare delle cose presenti. | Io | non dubito che il movimento italiano sia ordinato da Dio a |
Epistolario ascetico Vol.III -
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da ringraziarnelo a sufficienza. Del rimanente ancora | io | vi ripeto essere io persuasissimo che tutto ciò che accade |
Epistolario ascetico Vol.III -
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a sufficienza. Del rimanente ancora io vi ripeto essere | io | persuasissimo che tutto ciò che accade di bene e di male, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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e a tremare per la gioventù in questo secolo nequam! Quand' | io | considero i rischi d' un giovane in mezzo al mondo, reputo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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temeva potergli diminuire la pienezza della mercede. Sì, | io | lo conobbi intimamente questo caro nostro fratello, che fu |
Epistolario ascetico Vol.III -
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donatoci da Dio, perchè noi ne caviamo copioso profitto. | Io | intanto mi sono subito a Dio rivolto, sia per offerirgli il |
Epistolario ascetico Vol.III -
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esempio, a cui tutti i cristiani debbono conformarsi. Ed | io | menzionavo le dolcezze che non avete ancora sperimentate, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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di Verona, le quali non mancano, e non mancherò di mandarvi | io | stesso delle commendatizie. Quindi potrete avere soccorsi a |
Epistolario ascetico Vol.III -
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coraggio nel Signore; non mancate all' espettazione che | io | e l' Istituto abbiamo posto in voi, e non mancherete, se |
Epistolario ascetico Vol.III -
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recitare nelle famiglie giornalmente il santo Rosario; ed | io | bramerei che tutti i nostri missionari si prefiggessero d' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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quali tutti vanno in Chiesa col loro libretto di preghiere. | Io | vorrei dunque che tutti i nostri missionari si |
Epistolario ascetico Vol.III -
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della mente umana e la speranza dell' eterna felicità, | io | ho sottoposte le molte e molte volte con pubbliche e |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Santa Romana Chiesa di cui sono figlio. Beatissimo Padre, | io | bramo modificare tutto ciò che ci fosse da modificare nelle |
Epistolario ascetico Vol.III -
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miei scritti. Egli mi proporrà la dottrina della Chiesa, ed | io | la sottoscriverò ciecamente. Qualunque cosa nelle mie opere |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Cardinale Mai, di contrario alle decisioni di santa Chiesa, | io | con giubilo la ritratterò e la condannerò. Io voglio |
Epistolario ascetico Vol.III -
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santa Chiesa, io con giubilo la ritratterò e la condannerò. | Io | voglio appoggiarmi in tutto sull' autorità della Chiesa, e |
Epistolario ascetico Vol.III -
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voglio che tutto il mondo sappia che a questa sola autorità | io | aderisco, che mi compiaccio delle verità da essa |
Epistolario ascetico Vol.III -
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contro alle infallibili sue decisioni. Nello stesso tempo | io | desidero ardentemente, e, se oso supplicare Vostra |
Epistolario ascetico Vol.III -
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condurmi in queste circostanze. In conseguenza di che | io | mi dirigerò domani verso Capua per trattenermi qualche |
Epistolario ascetico Vol.III -
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». Confido grandemente che qualora anche nelle mie opere | io | avessi inavvertentemente scritto cose erronee e perniciose, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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misericordia di Dio Signore mi userà indulgenza, non avendo | io | mai cercato altro colle mie povere fatiche che la sua |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Qualunque decisione poi fosse per emanare dalla Santa Sede, | io | l' accoglierò con tutto l' animo mio e mi vi conformerò con |
Epistolario ascetico Vol.III -
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l' animo mio e mi vi conformerò con gioia, non cercando | io | di sostenere le mie opinioni, ma le dottrine della Santa |
Epistolario ascetico Vol.III -
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suo fratello in Gesù Cristo, quale appunto da parte mia | io | Le sarò sempre e quale ho l' onore di dichiararmi umil.mo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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di cuore, e me ne sono anche pubblicamente professato, | io | le dichiaro di sottomettermi alla proibizione delle |
Epistolario ascetico Vol.III -
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la vuole, cioè che la permette pe' suoi adorabili fini, ed | io | perciò ne sono contentissimo. Sono ormai certo che verrà |
Epistolario ascetico Vol.III -
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venga comunicato il motivo o la ragione della proibizione. | Io | mi sommetterò pienissimamente al decreto, come è cosa |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Cardinalato. Tuttavia, per le ragioni stesse che voi dite, | io | mi devo trattener qui fino che non mi sia noto |
Epistolario ascetico Vol.III -
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», nel quale si dicono molti errori evidenti ed eresie. | Io | ne sto componendo una risposta, la quale mi sembra dover |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ma venendo proibito il mio libro, non conviene più che | io | la stampi, perchè sembrerebbe che volessi difendere una |
Epistolario ascetico Vol.III -
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e darei nuovo appiglio ai nemici. Le ragioni, per le quali | io | vi prego di non fare alcun fatto in questa bisogna, sono: 1 |
Epistolario ascetico Vol.III -
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dal cessare, si incalorirebbe vie più; 3 perchè non essendo | io | consapevole di aver fatto, detto o scritto cosa alcuna |
Epistolario ascetico Vol.III -
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questi avvenimenti nascono molti beni; e fra gli altri | io | ne vedo uno, del quale sono a Dio gratissimo, e questo si è |
Epistolario ascetico Vol.III -
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altro impiego prender parte agli affari di questo Governo! | Io | sarei intieramente sacrificato senza produrre alcun bene |
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può più parlare della ristampa del libro delle « Piaghe ». | Io | vi ho sempre tutti nel cuore, e vi metto ogni dì sulla |
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1.49 Ringraziamo il Signore, il quale ora permette che | io | sia preso assai di mira anche da persone, che moltissimo |
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, e la Costituzione ; e vi riusciranno per certo non avendo | io | alcuna via aperta a difendermi. Io mi sommetterò alla |
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per certo non avendo io alcuna via aperta a difendermi. | Io | mi sommetterò alla condanna con tutta la sincerità del |
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quale vuole provarci, o permettere a Satana di cribrarci. | Io | mi fermerò in Albano, dove convivo coll' Em.mo Tosti in |
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Qualora voi poteste senza inconveniente venire in Italia, | io | ve lo permetto: nè sarebbe da tardare per non incontrare la |
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operette che mi avrebbe fatto indicare da Mons. Corboli, | io | per desiderio di uniformarmi colla più saggia esattezza |
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che fosse a noi benevolo. Ringraziamone di nuovo Iddio: | io | mi sono sottomesso alla proibizione ciecamente, benchè mi |
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nella sua misericordia che me ne continuerà il dono, com' | io | ne lo prego, e voi altri meco. [...OMISSIS...] 1.49 Gli |
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questa tranquillità sia cosa mia propria: perchè ben so che | io | sarei in balìa di ogni perturbazione e passione, se Colui |
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siete, mi aiutino a ringraziarlo anche di questo, il che | io | non so fare nè degnamente, nè bastantemente. E di vero |
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E di vero quanto non sarebbe stato facile che | io | mi turbassi ad un annunzio così impreveduto, se non altro |
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disse: « « Ove due o tre di voi si uniranno nel nome mio, | io | sarò nel mezzo di loro » », distenderà le sue ali, sotto le |
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che sarebbero state poste all' Indice le due note operette, | io | sapevo che il decreto era stato fatto il 30 maggio e |
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Palazzo m' aveva scritto officialmente per domandarmi se | io | mi sottomettevo. Per quantunque improvviso mi sia riuscito |
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con consolazione dell' animo mio, pensando che così ed | io | e l' Istituto sentiremo meglio di essere nelle mani paterne |
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caldamente, perocchè egli ce lo darà. [...OMISSIS...] | Io | mi sento a segno tale contento, che altrettanto non fui |
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dal Piemonte, dove conto ritornare, giacchè va da sè, | io | credo, che il Cardinalato, che il Papa mi obbligò di |
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furono coperte le spalle di Gesù Cristo. Coraggio adunque! | Io | partirò pel Piemonte entro i prossimi quindici giorni, ma |
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prudente sospetto, se dai colloquii avuti col Santo Padre | io | dovevo anzi indurre tutt' altro? Già molto prima il Santo |
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che i miei avversari avenano la veduta corta d' una spanna. | Io | l' aveva veduto anche il 9 giugno e i giorni successivi |
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queste parole: « stanno esaminando le sue opere », il che | io | intesi di qualche esame privato, di cui mi sarebbe |
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sulla quale è certo che non ha parlato ancora la Chiesa. | Io | credo che se voi conosceste le circostanze in cui si |
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l' avvenuto. Persuadete dunque il caro Bertetti, che | io | nulla vi tenni nascosto di quello che seppi, non vi ho |
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dal Signor Nostro Gesù Cristo. Questa giustizia voleva che | io | mi sottoponessi, con sincerità di cuore, al decreto dell' |
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i luoghi infetti di colera, restituirmi al nido di Stresa. | Io | non so più nulla dell' affare del Cardinalato, dopo esser |
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partito da Gaeta, e dopo la proibizione; ma quello che | io | credo si è che non avrà luogo alcuna promozione alla |
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d' ogni specie che vi si mescolarono, impedirono che | io | mi sottomettessi con tutta la sincerità del cuore a ciò che |
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empi e indifferenti ai negozi religiosi. Comecchè sia, | io | mi sono ciecamente sottomesso a quel decreto, com' era mio |
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che la nostra unione sia tolta, o almeno differita. | Io | credo che non ci saranno promozioni alla porpora prima che |
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mutata la deliberazione del Papa, benchè nessuno avviso | io | ne avessi. In questa oscurità e contraddizione di |
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avessi. In questa oscurità e contraddizione di avvenimenti, | io | penso di tornare per intanto a Stresa ed ivi aspettare l' |
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che mi farà conoscere la volontà divina. Tu già sai che | io | nulla omisi per declinare l' onore e il peso del |
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come tutte le cose sembrano tornare nello statu quo , anche | io | ritorno nello statu quo ; non è certamente questo che mi |
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atto doveroso per ogni figliuolo della Chiesa, di cui | io | sono l' ultimo; nè per grazia di Dio un tale avvenimento mi |
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Chiesa e del prossimo, ma dichiarando in pari tempo che | io | non mi reputava il giudice di ciò che potesse convenire ai |
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convenire ai tempi ed alle circostanze, e quindi che | io | sottometteva ogni cosa al giudizio supremo della Chiesa |
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offesi alcuni Governi tenaci delle nomine vescovili; benchè | io | credessi in buona fede, che la libertà delle elezioni |
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di doversi manifestare, si mettono dalla parte contraria. | Io | però non veggo tutte le cose presenti della nostra |
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dell' opera del P. Lacunza, del quale, parlando | io | una volta col Papa, mi assicurò egli stesso, che in quel |
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forma nella quale s' instituiscono i Sacerdoti in Europa. | Io | credo che si dovrebbe studiare per trovare un modo d' |
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che richiedesse la missione particolare a cui si destinano. | Io | vorrei che, se Iddio ci dà la grazia di vedere istituito e |
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di filosofia. All' incontro se si preferisce l' India, | io | credo che noi dovremmo tentare una strada diversa da quella |
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alla lingua indiana e l' indiana antica, la sanscrita. | Io | credo che non si è fatto ancor molto in quel popolo, perchè |
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studi che debbono essere a Londra e in altre Università. | Io | bramerei che consideraste tutte queste mie riflessioni, e |
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dirigesse al vero la loro intenzione. Una cosa nondimeno | io | vi dirò sulle generali, e questa si è, quanto alla prima |
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vi abbia qualche copia di quell' eccellente libro che | io | raccomando ai nostri Predicatori, e che ha per titolo: « |
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e della fede che in noi si aumenta coll' orazione. Onde | io | dicevo che questa non riesce di minor conforto e |
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attenuare, come si suol credere, il dolore ai compazienti, | io | bramerei ch' Ella potesse vedere nell' anima mia; poichè in |
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della religiosa disciplina ed obbedienza. Queste cose | io | vi metto sott' occhio, o carissimo, e quell' amore che vi |
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porto in Cristo, com' è mio debito, farà che di qui avanti | io | tenga gli occhi aperti specialmente sopra di voi, per |
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mie tribolazioni, e dei conforti che con ciò mi porgete. | Io | posso dire veramente col Salmista: [...OMISSIS...] . E |
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per fare alla lotta con Dio, siccome Giacobbe. Questo | io | mi aspetto da voi, carissimo D. Michele, che facciate |
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stringe, e da lui domanda incessantemente aiuto e soccorso. | Io | v' insegnerò dunque ad uscire dai pericoli e dalle angustie |
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letterina che non abbiate ben inteso lo spirito di quanto | io | vi ho scritto. Non trovate voi nella mia lettera |
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dallo stato di tentazione in cui vi trovate? E` vero che | io | non v' ho detto di essere disposto a trasportarvi in un' |
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Nella prossima settimana, se il tempo me lo permette, | io | verrò a trovarvi, come tanto desidero e vi condurrò meco |
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che ci rimangono. Gli educatori e le educatrici, che | io | in qualche modo dirigo, e che già si giovarono della « |
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e validi conforti alla laboriosa e difficile vocazione. | Io | ne ringrazio V. S. anche a loro nome. Ma con questo solo |
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più certo Le sia dunque il pensiero che oso soggiungerle. | Io | sono persuaso che l' uomo (e molto più la società) non |
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vostra del 26 corrente i difetti di alcuni nostri fratelli. | Io | voglio darvi alcune regole per arrivare a toglierli, se si |
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le intenzioni già manifestate sulla mia persona, facendo | io | precedere qualche spiegazione declaratoria di quelle |
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Pontefice, nella mia risposta in data 30 maggio p. p. | io | esprimevo la profonda mia riconoscenza verso Sua Santità, e |
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che: « il desiderio esternatole da Sua Santità sarebbe, che | io | scrivessi un' operetta in opposizione a quella intitolata « |
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disegni, sui quali si era già aperto con me ». Eminenza, | io | non posso che ripetere quello che più volte ho detto, cioè: |
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di tutte le Chiese; Che in ubbidienza alla detta Chiesa | io | sono pronto a fare qualunque dichiarazione, correzione o |
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dal Santo Padre; Che per fare alcuna delle dette cose, | io | ho bisogno che mi venga indicato quali siano in particolare |
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perchè mi si comunichi quello che in particolare | io | debba emendare, correggere o ritrattare. In quanto poi a |
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quali si era già aperto con me », Eminentissimo Principe, | io | non ho mai scritto una linea, nè ho mai fatto un passo per |
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ho mai fatto un passo per appianarmi la via al Cardinalato. | Io | considero quest' onore come un peso spaventoso, non da |
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che sarei stato ben presto Decano e poi Cardinale. | Io | non accettai nè questo invito nè altri posteriori. Fu la |
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di elevarmi nel prossimo Concistoro ad una tal dignità. | Io | feci quello che potevo per declinare un tanto onore; ma |
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ad accettarlo per ingiunzione di chi mi poteva comandare, | io | abbassai il capo e l' accettai. Non per lusinga della mia |
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come ora dicono i miei nemici, ma sulla parola del Papa | io | mi sottomisi alla gravissima spesa per fornirmi delle cose |
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per rispetto alla parola del Sommo Pontefice. Ora però | io | mi sottometto con vero gaudio di spirito alla diversa |
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a tutti gli altri. Sapevano quel che desideravano. Ma | io | voglio che desideriate ancora più di meritare, che di |
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di goder Cristo, dicendo anche voi collo stesso Apostolo: « | Io | desidero di essere separato (dal godimento di Cristo) per |
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attribuire la scarsezza delle mie lettere a poca carità che | io | abbia verso di voi, perchè il Signore sa che io vi porto |
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carità che io abbia verso di voi, perchè il Signore sa che | io | vi porto nel cuore e vi offerisco a Lui ogni giorno sull' |
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d' entrare nel minimo Istituto della Carità. Avendo | io | conservato copia di quella mia risposta, mi permetta che |
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Istituto ne' santi Esercizi colla debita ponderazione, | io | non credo di doverle tacere (poichè me ne domanda |
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ma piuttosto per rassegnazione che per amore. E pure | io | vorrei che la faceste proprio per amore . V' assicuro che |
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con diffidenza dal vostro Superiore. Mio caro Marco, | io | non so certamente come la cosa sia; ma non vorrei che fosse |
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ma non vorrei che fosse una vostra illusione o tentazione. | Io | so di certo che cotesto vostro Superiore vi ama, e potrebbe |
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che il Vescovo stesso gli accordasse; neppure in questo | io | vedo come ragionevolmente si possa bramare di più. |
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i reverendissimi Vescovi entrassero in questo spirito, ed | io | spero che presto o tardi sarà, dall' Istituto trarrebbero |
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in alcuni sacerdoti secolari. [...OMISSIS...] 1.51 Ho letto | io | stesso con tenerezza la sua lettera. Ella si conforti pure |
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A questo riflesso costante aggiungiamo le preghiere (anch' | io | ne farò e farò fare): quelle che facciam al presente, |
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che a me va facendo il soverchio zelo di alcuni; così | io | mi sento mosso dalla riconoscenza e dalla carità reciproca, |
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poi dicono nella loro venerata lettera una verità che | io | riconosco per esperienza, cioè che la presente tribolazione |
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Iddio li difenda dal maligno. [...OMISSIS...] 1.51 Anch' | io | ho conosciuto che, come voi dite nella carta che m' avete |
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Dio, qualunque cosa appaia davanti agli occhi degli uomini. | Io | giudico dunque che voi non solo siete obbligato gravemente |
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fratello: spero che lo farete, e sarete consolato, ed | io | godrò della vostra consolazione. 1.51 L' incomodo d' un |
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e di scrivere, unito alle occupazioni, fu cagione, che | io | differissi finora a riscontrare la pregiatissima sua |
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rimarranno al di sotto del luogo dell' anima nostra. | Io | so, mia veneratissima Signora, che questi sono i suoi |
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ha nel suo seno l' impari, il numero definito . E questa | io | credo essere nova ragione, per la quale l' uno si diceva |
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siccome abbiamo veduto essere l' ente espresso dal vocabolo | IO | «( Psicol. , pag. 61 e seg.) », e siccome vedremo anche in |
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di tutti, e quella che sostiene tutti i modi. | Io | non intendo qui ricercare, se la materia e l' ente (privo |
Sulle categorie e la dialettica -
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e finalmente la parola «chora» che vale recettacolo , e che | io | credo veramente sia adoperata da Platone per indicare lo |
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origine degli oggetti ideali, e de' loro eccelsi attributi. | Io | ho già citato altrove questo passo della sublime operetta |
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si pensa questa possibilità, non si pensa al tempo: laddove | io | posso pensare lo spazio, non già senza la possibilità de' |
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non si possa prescindere col pensiero dallo spazio. Quand' | io | penso ad un' idea, o ad uno spirito, non penso allo spazio. |
Sulle categorie e la dialettica -
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o ad uno spirito, non penso allo spazio. Ora non potrei | io | limitare il mio pensiero a pensare a tali cose immuni |
Sulle categorie e la dialettica -
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individui possibili: per esempio, col concetto uomo | io | conosco tutti gli uomini possibili in quanto sono uomini. |
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magico d' incantare tanti spiriti della sua nazione. Ma | io | voglio qui notare di più una peculiar lotta che si |
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determinare un altro essere col predicato della sapienza; | io | debbo prendere la sapienza in genere, e non mica la |
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di tutti i suoi oggetti, così ci dà la distinzione dell' | IO | da tutti gli altri innumerevoli oggetti che alla coscienza |
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oggetti che alla coscienza appartengono. La coscienza dell' | IO | ci dice bensì, che quest' io è il principio consapevole, ma |
Sulle categorie e la dialettica -
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La coscienza dell' IO ci dice bensì, che quest' | io | è il principio consapevole, ma ci dice in pari tempo, ch' |
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gli innumerevoli oggetti della coscienza, ci dice che l' | IO | ha una relazione con tutti gli oggetti, ma che non ha la |
Sulle categorie e la dialettica -
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distinta dalla natura dell' IO. Così, quando | io | affermo me stesso da una parte, e dall' altra affermo un |
Sulle categorie e la dialettica -
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tutte queste cose per enti diversi. Vero è, che sono sempre | io | quell' istesso, che le conosco tutte, il che non vuol dir |
Sulle categorie e la dialettica -
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che le conosco tutte, il che non vuol dir altro, se non che | io | ho con tutte la relazione di conoscenza. Ma quella |
Sulle categorie e la dialettica -
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consapevole. Con eguale improprietà egli dà il nome di | IO | a quella inconsapevole coscienza, cioè non coscienza, ch' |
Sulle categorie e la dialettica -
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sola esperienza degli organi sensorii. Onde pone due IO: l' | IO | assoluto, e l' IO empirico posto dall' Io assoluto. Ma se |
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organi sensorii. Onde pone due IO: l' IO assoluto, e l' | IO | empirico posto dall' Io assoluto. Ma se vi ha un principio |
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pone due IO: l' IO assoluto, e l' IO empirico posto dall' | Io | assoluto. Ma se vi ha un principio che pone l' Io empirico, |
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dall' Io assoluto. Ma se vi ha un principio che pone l' | Io | empirico, questo principio non può essere una coscienza, nè |
Sulle categorie e la dialettica -
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coscienza; e però non sarà mai, e poi mai un Io; giacchè l' | Io | è per sua propria essenza una consapevolezza. Qualora |
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intelligente, il quale è dato dalla natura, altro è l' | Io | , il quale è quello spirito già sviluppato e però |
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67 7 .1) ». Ma da che fu mosso Fichte a dare il nome di | Io | a ciò che si trova nell' uomo di antecedente alla |
Sulle categorie e la dialettica -
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all' Io, onde cadde nell' assurdo d' ammettere due | Io | nello stesso soggetto? (1). Da quel principio male |
Sulle categorie e la dialettica -
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l' incongruenza con parole appiccicate, dando il nome d' | Io | e di coscienza a ciò che non era nè Io, nè coscienza. Quel |
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oggetti. Fichte fa questo ragionamento: [...OMISSIS...] . | Io | non so se si possa dare un ragionamento più contraddittorio |
Sulle categorie e la dialettica -
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più contraddittorio di questo. Si comincia dal dire che l' | Io | è una coscienza, e si finisce col provare che deve esistere |
Sulle categorie e la dialettica -
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coscienza, e si finisce col provare che deve esistere un | Io | che non può venire a coscienza! Il ragionamento anzi prova |
Sulle categorie e la dialettica -
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a coscienza! Il ragionamento anzi prova che non v' ha un | Io | solo, come v' ha una sola coscienza; ma che anteriormente a |
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Io, vi è l' uomo senza coscienza, e che non è propriamente | Io | in senso diviso, come dicono i logici, ma solo in senso |
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i logici, ma solo in senso composto (1). La proposizione: « | Io | so di me solo in quanto io sono, e io sono in quanto io so |
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composto (1). La proposizione: « Io so di me solo in quanto | io | sono, e io sono in quanto io so di me », contiene appunto |
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La proposizione: « Io so di me solo in quanto io sono, e | io | sono in quanto io so di me », contiene appunto il sofisma |
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« Io so di me solo in quanto io sono, e io sono in quanto | io | so di me », contiene appunto il sofisma che i logici dicono |
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compositionis et divisionis; perocchè nella proposizione « | Io | sono in quanto so di me », la parola Io può avere due |
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proposizione « Io sono in quanto so di me », la parola | Io | può avere due significati: può significare semplicemente l' |
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significati: può significare semplicemente l' uomo (dove l' | Io | è preso in senso composto), e viene a dire, « quell' uomo |
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composto), e viene a dire, « quell' uomo che poi pronuncia | Io | », nel qual senso si chiama un Io l' uomo, non perchè col |
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uomo che poi pronuncia Io », nel qual senso si chiama un | Io | l' uomo, non perchè col solo esser l' uomo sia un Io, ma |
Sulle categorie e la dialettica -
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significare l' uomo avente la coscienza, e pronunciante l' | Io | (dove l' Io è preso in senso diviso), venendo propriamente |
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l' uomo avente la coscienza, e pronunciante l' Io (dove l' | Io | è preso in senso diviso), venendo propriamente a |
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pone l' Io, cioè la coscienza di sè, quando dice me (2). L' | Io | adunque precisamente non è l' uomo, ma è un accidente dell' |
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propria causa. La conclusione adunque di Fichte: « « Il mio | Io | è dunque solo in quanto egli si pone ed in quanto egli è |
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egli è attivo: l' azione è il carattere fondamentale dell' | Io | » », non hanno valore, se non tradotte in quest' altre: La |
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nella coscienza il solo oggetto, e non il soggetto; cioè | io | posso esser consapevole di qualche oggetto reale o |
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consapevole, potrebbe essere uno spirito, potrei essere | io | stesso; e in tal caso la natura sensibile (in quant' è |
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che la natura, il mondo, sia condizione senza la quale l' | Io | non possa avere coscienza; purchè gli sieno dati altri |
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richiede assolutamente l' esistenza del mondo a far che l' | Io | acquisti coscienza, potendo egli a ciò venire per altre |
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non è mica sempre un nostro atto, o un nostro abito. Se | io | sono consapevole di pensare una montagna, sono consapevole |
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principio, « che l' azione di porre sè stesso supponga un | Io | puro ed assoluto »; quest' azione altro non suppone, che |
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atto del conoscere. Quando poi si è posto e denominato | Io | , allora questo spirito, che acquistò tale modificazione |
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la denominazione d' Io, con un' altra riflessione sopra l' | Io | , pone di nuovo l' Io; ma il ponente non è un altro |
Sulle categorie e la dialettica -
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mediante una nuova riflessione. E` dunque falso che l' | Io | ponga sè stesso, essendo vero solamente, che lo spirito |
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sè stesso, essendo vero solamente, che lo spirito pone l' | Io | presso quest' Io come significativo di quella coscienza, |
Sulle categorie e la dialettica -
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vero solamente, che lo spirito pone l' Io presso quest' | Io | come significativo di quella coscienza, che non è l' essere |
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sè stesso, dice Io. E` falso parimente, che si abbiano due | Io | nello stesso uomo, l' uno ponente e puro, l' altro posto ed |
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vedere la sorte dell' errore. Fichte insegna, che v' ha un | Io | assoluto che pone l' Io empirico , dove si trovano tutte le |
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Fichte insegna, che v' ha un Io assoluto che pone l' | Io | empirico , dove si trovano tutte le cose, il Mondo stesso; |
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si trovano tutte le cose, il Mondo stesso; così fa dell' | Io | un essere infinito, Creatore, Dio. Ebbene viene Hegel: e |
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tutto il ragionamento di Fichte, ne conclude, che questo | Io | assoluto ed infinito è il NULLA; perocchè, se deve porre |
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dunque nell' atto di porsi, nulla è ancor posto, nè pure l' | Io | che pone; perocchè, se fosse posto, non avrebbe bisogno di |
Sulle categorie e la dialettica -
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essere e non essere. Applichiamo quest' osservazione all' | Io | di Fichte che pone sè stesso. Quest' Io altro non è che il |
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osservazione all' Io di Fichte che pone sè stesso. Quest' | Io | altro non è che il principio dell' atto di cui l' Io posto |
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Quest' Io altro non è che il principio dell' atto di cui l' | Io | posto è il termine. Così lo descrive lo stesso Fichte, |
Sulle categorie e la dialettica -
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Così lo descrive lo stesso Fichte, quando dice, che l' | Io | puro è superiore all' Io empirico, dove cade la differenza |
Sulle categorie e la dialettica -
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stesso Fichte, quando dice, che l' Io puro è superiore all' | Io | empirico, dove cade la differenza del soggetto e dell' |
Sulle categorie e la dialettica -
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punto d' indifferenza . [...OMISSIS...] Ebbene, se quest' | io | è il principio dell' atto, pel quale sussiste l' Io termine |
Sulle categorie e la dialettica -
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quest' io è il principio dell' atto, pel quale sussiste l' | Io | termine di quest' atto; dunque egli si potrà bensì |
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esistenza dell' umana coscienza non si può acquetare nell' | Io | puro ed astratto di Fichte; ma esige un' altra ragione |
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di Fichte; ma esige un' altra ragione fuori al tutto dell' | Io | umano, e veramente assoluta, la qual ragione è IDDIO. Ma |
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argomento . - Esso è difettoso pe' seguenti capi: 1 L' | Io | non può porsi prima d' esistere: dunque non v' è un Io che |
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1 L' Io non può porsi prima d' esistere: dunque non v' è un | Io | che ponga sè stesso; 2 la coscienza di sè può aversi senza |
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non potesse essere senza il mondo, ciò non prova che l' | Io | ponga il mondo, ma solo che affermi il mondo già per sè |
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è limitato; ma non viene da questo la limitazione dell' | Io | ; perocchè potrebbe esservi uno spirito che conoscesse il |
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altronde. II Altro suo argomento . - Senza ammettere che l' | Io | ponga il mondo, non si può spiegare l' azione che l' Io |
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l' Io ponga il mondo, non si può spiegare l' azione che l' | Io | esercita sul mondo. [...OMISSIS...] Giudizio sull' |
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. - Esso pecca in molti punti, cioè: 1 Niuno dice che | Io | sia unicamente un essere passivo, ma passivo in parte e in |
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nel sistema di Fichte; e tanto meno se si suppone che l' | Io | ponente sia un Io assoluto ed infinito. 3 Fichte trova |
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Fichte; e tanto meno se si suppone che l' Io ponente sia un | Io | assoluto ed infinito. 3 Fichte trova impossibile che, se l' |
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stesso atto con cui è passivo. Non si possono negare all' | Io | moltiplicità di oggetti, di atti, di facoltà, di leggi. Non |
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Non già; ma, credendo di spiegarla, egli vuole che l' | Io | stesso produca a sè la resistenza e l' opposizione. Con |
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se prima era difficile intendere come l' attività dell' | Io | potesse trovare una resistenza nel mondo, ora rimane questo |
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più la difficoltà molto maggiore come sia possibile che l' | Io | stesso sia l' autore d' un ente che gli resiste e lo |
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come condizione dell' azione e della coscienza che l' | Io | vuol porre. E quanto poi non è arbitraria e strana quest' |
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sufficiente può assegnare il filosofo nostro, perchè l' | Io | si sia riserbato questa quantità determinata di potere, nè |
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da lui prodotto? E s' ella è così, dove oggimai si trova l' | Io | assoluto ed infinito? E` perito per sempre, come quegli |
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come li spiegano. Li descrivono prima come produzioni di un | Io | precedente senza coscienza di sè, e tuttavia ASSOLUTO e |
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Veramente chi ha coscienza (presso di loro sarebbe l' | Io | empirico) è qualche cosa di più di quello che non ne ha. Ma |
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o consimili parole: « era necessario che così avvenisse: l' | Io | doveva così operare: ne aveva proprio bisogno per porre sè |
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sistema. D' altra parte Fichte dice: « « Tostochè l' | Io | comparve a sè stesso nel mondo, egli dovette per legge |
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» ». Ma datemi un poco la ragione sufficiente: 1 Perchè l' | Io | sia comparso nel mondo più tosto in un tempo che in un |
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loro più la madre, morta nel darli alla luce? 3 Perchè l' | Io | non pone e crea sempre questa stessa linea d' antenati? ma |
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regola si aggraticciano ed impediscono. Il concetto di un | Io | assoluto produttore dell' Io empirico, in Fichte non è mai |
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impediscono. Il concetto di un Io assoluto produttore dell' | Io | empirico, in Fichte non è mai il medesimo; ma ora ei pone |
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altra. 1 Abbiamo veduto che l' ebbe posto in questo, che l' | Io | pone sè stesso. « Ma, non potendo avere tale proposizione |
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si usciva (ed era contraddizione manifesta) col supporre un | Io | anteriore alla coscienza e causa di questa (1). Intanto |
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e creatrice delle cose. Egli dice « che ogni tendenza dell' | Io | va a parare a quel punto, dove esso può sollevarsi dal |
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pago se non si solleva all' infinito. Di che deduce che l' | Io | stesso, che ha questa tendenza, è infinito, assoluto. « L' |
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stesso, che ha questa tendenza, è infinito, assoluto. « L' | Io | si sente assoluto (così ragiona Fichte), e però |
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via dal mondo, e avvicinarsi allo stato assoluto. L' | Io | assoluto è quella idea che serve di base alle esigenze |
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quella idea che serve di base alle esigenze pratiche dell' | Io | « di comprendere in sè ogni realità », e di assolvere l' |
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in sè ogni realità », e di assolvere l' infinità. L' | Io | tende ad essere realmente assoluto, ma si trova in ogni |
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del mondo, riformando sè e il mondo su di essi. Tendendo l' | Io | ad una assoluta illimitazione, egli dirige i suoi sforzi a |
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soprasensuale dell' Io: solo a questa condizione l' | Io | è assoluto. Tutta la moltitudine degl' ideali, tutte le |
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non è del tutto reale; esso è per ora un ideale che l' | Io | ha di sè, e giusta il carattere dell' Io resterà sempre un |
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un ideale che l' Io ha di sè, e giusta il carattere dell' | Io | resterà sempre un Ideale. Solo adunque in quanto l' uomo ha |
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della Germania. Essi dicono in sostanza: « l' | Io | tende ad uscire dai suoi limiti; dunque ha un ideale di sè, |
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idea coll' Io, l' oggetto col soggetto. Si accorda che l' | Io | abbia l' intuizione di un essere illimitato, ideale; ma si |
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, che sta nel fatto lampante della umana cognizione. Se l' | Io | occultamente produsse l' oggetto, questa produzione occulta |
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la pena di scrivere diversi volumi per dimostrare, che | io | sono al tutto psicologista, ed egli solo è il vero |
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a levare da sè tutti i limiti, essa coscienza, che è l' | Io | empirico, non può esser Dio, ma solo tende a rendersi |
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di Fichte? E` l' idea infinita dell' Io; quello che chiama | Io | puro, e che pone l' Io empirico: ponendo questo Dio non si |
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infinita dell' Io; quello che chiama Io puro, e che pone l' | Io | empirico: ponendo questo Dio non si esce dall' Io umano. E` |
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pone l' Io empirico: ponendo questo Dio non si esce dall' | Io | umano. E` un Dio ideale che continuamente tende a |
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come è falso che l' ideale dell' uomo sia quello di un | Io | senza limitazioni di sorte alcuna; giacchè, togliendo all' |
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senza limitazioni di sorte alcuna; giacchè, togliendo all' | Io | tutte le limitazioni, egli perderebbe affatto la propria |
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e diverrebbe un altro essere: nè egli è possibile che l' | Io | desideri di perdere l' identità sua propria; quando anzi è |
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infinito, ragione delle cose, Iddio. E veramente: I Quest' | Io | puro di Fichte non ha coscienza, appartenendo la coscienza |
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di Fichte non ha coscienza, appartenendo la coscienza all' | Io | empirico. Ma un assoluto, e un Dio senza coscienza, non può |
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un assoluto, e un Dio; ma piuttosto uno stipite. II L' | Io | puro di Fichte non può esser libero , perchè la vera |
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esiste se non qual conseguente de' beni conosciuti. Ma l' | Io | puro non conosce come tale cosa alcuna, e perciò egli opera |
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e dagli altri trascendentali, quando pretende che l' | Io | sia sommamente libero appunto perchè pone sè stesso. |
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esprime questo pensiero: [...OMISSIS...] . 1 Ora, se l' | Io | si conosce perchè si determina, dunque innanzi a tale |
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necessità. 2 Si dice che la determinazione che prende l' | Io | non ha fondamento ulteriore: ma le determinazioni che non |
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adunque ricorrere ad un essere che stà al di fuori dell' | IO | umano per rinvenire la ragione sufficiente di questo, e |
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andati sulla sua via è un assoluto in potenza; perchè è un | Io | che ha bisogno di porre sè stesso, e che quando si pone |
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e limitato, non può essere assoluto. Non v' ha dunque un | Io | umano che sia un ente assoluto . Ora la ragione sufficiente |
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campo del cielo. Egli era stato costretto a stabilire un | Io | che non aveva più niente dell' Io umano, e di dare a quest' |
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costretto a stabilire un Io che non aveva più niente dell' | Io | umano, e di dare a quest' Io le prerogative opposte a |
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che non aveva più niente dell' Io umano, e di dare a quest' | Io | le prerogative opposte a quelle dell' uomo; e tuttavia il |
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la sua filosofia, lo costringeva ad affermare che quest' | Io | era l' uomo, o parte dell' uomo; quasichè coll' affermarlo |
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che non è. Era stato spinto fino ad affermare, che quel suo | Io | « non era già l' Io individuale proprio di questa o di |
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spinto fino ad affermare, che quel suo Io « non era già l' | Io | individuale proprio di questa o di quella persona, ma un Io |
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Io individuale proprio di questa o di quella persona, ma un | Io | elevato sopra ogni individualità, sopra ogni soggettività |
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individualità, sopra ogni soggettività ed oggettività: un | Io | comune a tutte le idee razionali; non già l' Io di Kant, ma |
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un Io comune a tutte le idee razionali; non già l' | Io | di Kant, ma l' Io di tutte le possibili intelligenze ». |
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a tutte le idee razionali; non già l' Io di Kant, ma l' | Io | di tutte le possibili intelligenze ». Confessava egli bensì |
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indiretta che se ne potea dare stava in questo che « quell' | Io | DOVEA esser presupposto, perchè altramente non si poteva |
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non si poteva spiegare la coscienza ». Onde, mentre l' | Io | evidentemente esprime un individuo che pronunzia sè stesso, |
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per non abbandonare il sistema, a dire che il suo | Io | non era individuo, togliendogli così ciò che forma l' |
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parola. Egli era già in fatti uscito dall' uomo, perchè l' | Io | a cui ricorreva per ispiegare l' esistenza dell' uomo, |
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sua nuova opera intitolata « Sistematica » (1), alla parola | Io | sostituì finalmente la parola Dio . Se questo filosofo |
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filosofo avesse potuto vivere una vita due volte più lunga, | io | credo, che, come rinvenne da questo error capitale, così |
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quello che nel primo suo sistema Fichte aveva detto dell' | Io | puro, nel secondo lo dice di Dio; il che dimostra aver |
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compreso il nostro filosofo, che non si potea ridurre l' | Io | empirico all' Io puro senza fargli perdere la sua identità, |
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filosofo, che non si potea ridurre l' Io empirico all' | Io | puro senza fargli perdere la sua identità, senza cessare di |
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le manifestazioni dell' ente a due supreme entità: I L' | Io | puro nel suo primo sistema; nel suo secondo sistema Iddio . |
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suo primo sistema; nel suo secondo sistema Iddio . II L' | Io | empirico nel suo primo sistema; nel suo secondo sistema l' |
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suo primo sistema; nel suo secondo sistema l' Umanità . L' | Io | empirico , ossia l' umanità , viene suddivisa in a ) Io , e |
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L' Io empirico , ossia l' umanità , viene suddivisa in a ) | Io | , e b ) Non7Io - Spirito e Natura. All' Io empirico non |
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suddivisa in a ) Io , e b ) Non7Io - Spirito e Natura. All' | Io | empirico non disdice il nostro filosofo tutte le forme di |
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ragione sufficiente, immaginò quello che egli chiama l' | Io | puro , il quale nè si conosce per veruna esperienza, nè |
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oggetti nuovi se non illusoriamente, e in tal caso il suo | Io | puro , che non si potea afferrare coll' esperienza, |
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illusione trascendentale; 2 Era uscito dalla sfera dell' | Io | umano , perocchè la parola Io esprime un ente consapevole |
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Era uscito dalla sfera dell' Io umano , perocchè la parola | Io | esprime un ente consapevole che pronuncia sè stesso, e |
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un ente consapevole che pronuncia sè stesso, e quest' | Io | che pronuncia sè stesso, e che è l' umano, non sa nulla del |
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ateo, il condusse, come dicemmo, a sostituire Iddio al suo | Io | puro, dove aveva collocato l' assoluto. E questo fu l' |
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per aver tratto l' universo dall' Io, e invece fa uscire l' | Io | dall' universo come un prodotto. Udite con che audacia ed |
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essere, senza che possa mai passare nel fatto. Infatti « l' | Io | puro, secondo Fichte, deve sempre porsi in un modo |
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un modo compiuto, assolutamente, travasandosi tutto nell' | Io | empirico, senza che possa mai venirne a capo, benchè a ciò |
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sopra il punto culminante della filosofia di Fichte, l' | Io | puro , per le ragioni che adduce nella lunga discussione |
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parole voglion dire che non si può ridurre ogni cosa all' | Io | , come voleva Fichte, perchè nel concetto dell' Io s' |
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all' Io , come voleva Fichte, perchè nel concetto dell' | Io | s' acchiude la relazione con un oggetto che rimane diverso |
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il mondo materiale si rimanesse come cosa morta fuori dell' | Io | puro . Onde pretese di levarsi ad un punto più elevato di |
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levarsi ad un punto più elevato di Fichte, sostituendo all' | Io | puro , l' intuizione dell' assoluta identità . Ma Hegel |
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mente e l' idea fu da noi esposta nel « Nuovo Saggio »: | io | prego il lettore di averla ben presente (2). Quando io |
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»: io prego il lettore di averla ben presente (2). Quando | io | penso l' essenza di un ente, per esempio, l' essenza dell' |
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a principio, come dicevo, non soggiaccia all' intuito. | Io | non so capire come, essendomi spiegato su ciò tante volte e |
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come fa tra gli altri il signor abate Gioberti, che | io | ammetto per oggetto dell' intuito il meno possibile (1): |
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(1): ancor peggio poi si fraintende e si altera ciò che | io | dico quando mi si imputa di ammettere un' idea possibile . |
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non può concepirsi senza qualche attualità ». Ma, lungi che | io | neghi l' attualità all' essere ideale, dico anzi ch' egli è |
Sulle categorie e la dialettica -
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e fa apparire assai più bella e più fulgente la luce. | Io | credo prezzo dell' opera l' osservare come avvenga che la |
Gioberti e il panteismo -
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camminasse su un terreno tutto di pania. Non è bisogno che | io | vi dica che questo nasce a cagione della limitazione della |
Gioberti e il panteismo -
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in se stesso, e a dire ingenuamente quel sapientissimo: « | io | non lo so ». Che cosa dunque fa egli? A dirvelo in termini |
Gioberti e il panteismo -
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a tal termine, ragiona seco medesimo in questo modo: « | Io | non intendo che cosa sia questo ideale e questo reale , io |
Gioberti e il panteismo -
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Io non intendo che cosa sia questo ideale e questo reale , | io | non me li so definire; dunque collocheremo questa |
Gioberti e il panteismo -
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Ma se vogliamo parlare sul serio, voi tutti direte meco, | io | credo, che il nostro Filosofo con questa conclusione che |
Gioberti e il panteismo -
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contro la moralità filosofica; il dire: « quello che | io | non ho saputo trovare, neppure dagli altri si troverà »è |
Gioberti e il panteismo -
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che si fa a tutto il genere umano. Il dire: « quello che | io | non intendo non esiste »è un peccato contro la verità, un |
Gioberti e il panteismo -
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conoscer qualche cosa di quel che cerchiamo. E qualche cosa | io | confido che noi ricaveremo nella ricerca che stiam per |
Gioberti e il panteismo -
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intera. Venga qua Raffaello, venga Canòva: voi vedete che | io | non chiamo in mezzo a noi dei Filosofi, ma degli artisti. |
Gioberti e il panteismo -
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di cui il colore e il marmo si fa espressione ed indizio? | Io | credo che non faccia bisogno di grande penetrazione per |
Gioberti e il panteismo -
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una obbiezione che sarà nata forse nelle vostre menti. | Io | diceva che il progresso naturale del pensiero che contempla |
Gioberti e il panteismo -
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dall' oggetto e scopo dell' atto? Altro è l' atto con cui | io | scrivo, e altro è lo scritto che resta in sulla carta; |
Gioberti e il panteismo -
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mancan del tutto nell' ideale. Mi spiegherò con un esempio. | Io | vedo che la natura dei corpi è distintissima da quella |
Gioberti e il panteismo -
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vuole ancora sulla prima. Così, a ragion d' esempio, quando | io | penso ad un bracco o ad un segugio idealmente considerato, |
Gioberti e il panteismo -
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prima nè più nè meno; a quella stessa maniera come quando | io | entrando in una vasta galleria, dopo aver veduto un quadro, |
Gioberti e il panteismo -
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alla fine di essa, e fermatomi sull' ultimo quadro, benchè | io | non pensi più ai quadri precedenti, ma a questo ultimo |
Gioberti e il panteismo -
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ma a questo ultimo solo, tuttavia non si dirà mai che | io | ho trasformati i quadri l' uno nell' altro, i quali restano |
Gioberti e il panteismo -
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l' ideale. Se non che nella conclusione del ragionamento | io | m' accorgo d' aver parlato inesattamente, e devo or |
Gioberti e il panteismo -
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è più grande è anche più concepibile. Ma no, non è così ch' | io | dovea dire, miei signori; io doveva dire, che anzi il solo |
Gioberti e il panteismo -
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Ma no, non è così ch' io dovea dire, miei signori; | io | doveva dire, che anzi il solo ideale è concepibile, e che |
Gioberti e il panteismo -
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un corpo o un sentimento, lo produciamo noi forse? Niuno, | io | credo, dirà che il conoscere sia lo stesso che il produrre, |
Gioberti e il panteismo -
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veduti. Ma fu appunto per prevenire questa obbiezione, che | io | vi chiamavo a riflettere, che un' idea che differisca anche |
Gioberti e il panteismo -
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idea che si compone? No, perchè le parti esistono. Ma | io | non dimandava questo: dimandava, se il tutto risultante da |
Gioberti e il panteismo -
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anch' ella dall' albero del mio giardino? In questo caso | io | non potrei intuirla che andando nel mio giardino, non |
Gioberti e il panteismo -
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un oggetto reale qualunque; sia un uomo. Nell' uomo reale | io | distinguo la testa, le mani e le altre parti del corpo. Ma |
Gioberti e il panteismo -
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distinguo la testa, le mani e le altre parti del corpo. Ma | io | posso vedere che tutte queste cose sono anche nell' idea |
Gioberti e il panteismo -
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cose sono anche nell' idea corrispondente: nell' uomo reale | io | distinguo il colore, le forme, le più piccole |
Gioberti e il panteismo -
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nella loro idea? Non solo la sostanza dunque dell' uomo | io | posso contemplar nell' idea che gli risponde, ma ben anco |
Gioberti e il panteismo -
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risponde, ma ben anco tutti affatto i suoi accidenti; ed | io | sfido chicchessia a trovarne un solo che non sia idealmente |
Gioberti e il panteismo -
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che anche la realità sia nell' idea, in questo senso che | io | posso pensare una realità possibile: ora se io penso una |
Gioberti e il panteismo -
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senso che io posso pensare una realità possibile: ora se | io | penso una realità possibile, io vedo la realità nell' idea, |
Gioberti e il panteismo -
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realità possibile: ora se io penso una realità possibile, | io | vedo la realità nell' idea, conosco nell' idea che cosa sia |
Gioberti e il panteismo -
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se trova de' sintomi straordinarj e insoliti, egli dice: « | io | non conosco questa malattia; mi è nuova ». Che cosa vuol |
Gioberti e il panteismo -
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comune, che di tutte le filosofiche scuole. Poichè quando | io | dico della stessa cosa: « ella è in potenza, ed ella è in |
Gioberti e il panteismo -
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del mio discorso non varia, anzi è del tutto il medesimo, | io | predico dello stesso subjetto ora la potenza ed or l' atto. |
Gioberti e il panteismo -
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subjetto ora la potenza ed or l' atto. Se non fosse così, | io | non potrei mai dire, che una cosa ora è in potenza , ed ora |
Gioberti e il panteismo -
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nell' oggetto si conosce appieno la natura. Ma come posso | io | sapere, che fuori dell' oggetto ideale vi ha qualche cosa? |
Gioberti e il panteismo -
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che fuori dell' oggetto ideale vi ha qualche cosa? Certo | io | nol potrei dire se io fossi un tal ente così affisso all' |
Gioberti e il panteismo -
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ideale vi ha qualche cosa? Certo io nol potrei dire se | io | fossi un tal ente così affisso all' ideale, che fuori dell' |
Gioberti e il panteismo -
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ideale, che fuori dell' atto dell' intuizione dell' ideale | io | non fossi nulla, non avessi altra attività. Ora io ho dell' |
Gioberti e il panteismo -
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ideale io non fossi nulla, non avessi altra attività. Ora | io | ho dell' altra attività anche fuori di quell' atto. Se |
Gioberti e il panteismo -
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le mie attività si riducessero a contemplar l' ideale, | io | non esisterei, per così dire, che nell' ideale. Ma io ho |
Gioberti e il panteismo -
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io non esisterei, per così dire, che nell' ideale. Ma | io | ho indubitatamente qualche cosa che è fuori affatto dell' |
Gioberti e il panteismo -
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qualche cosa che è fuori affatto dell' ideale; anzi | io | con tutto me stesso sono fuori dell' ideale, perchè io sono |
Gioberti e il panteismo -
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anzi io con tutto me stesso sono fuori dell' ideale, perchè | io | sono un sentimento sostanziale modificabile. Ora se io m' |
Gioberti e il panteismo -
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io sono un sentimento sostanziale modificabile. Ora se | io | m' accorgo che sono fuori dell' ideale, e che fuori dell' |
Gioberti e il panteismo -
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modificazioni e tutto ciò che cade nel sentimento; dunque | io | posso affermare, che fuori dell' ideale c' è qualche cosa. |
Gioberti e il panteismo -
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ideale in quanto che l' ideale ne mostra la natura. Se | io | non avessi l' idea non potrei conoscere certamente il mio |
Gioberti e il panteismo -
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Ma posciachè questa essenza mi è data nell' ideale, | io | posso conoscerla ed affermarla in me stesso. Vero è, che |
Gioberti e il panteismo -
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cognizione stessa mi è data nell' idea, perocchè conoscendo | io | nell' idea la natura del sentimento, conosco altresì che il |
Gioberti e il panteismo -
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fuori dell' idea. Che cosa dunque mi fa bisogno, affinchè | io | possa affermare che io sussisto e che sussistono le cose |
Gioberti e il panteismo -
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cosa dunque mi fa bisogno, affinchè io possa affermare che | io | sussisto e che sussistono le cose che operano in me? Nient' |
Gioberti e il panteismo -
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l' esperienza, il sentimento medesimo; giacchè conoscendo | io | nell' idea questo sentimento, ed io stesso |
Gioberti e il panteismo -
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giacchè conoscendo io nell' idea questo sentimento, ed | io | stesso esperimentandolo, mi accorgo che quel sentimento, |
Gioberti e il panteismo -
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dunque e l' identità mia propria, per la quale d' una parte | io | contemplo la natura del mio sentimento nell' idea, dall' |
Gioberti e il panteismo -
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provo ed esperimento il sentimento medesimo, fa sì ch' | io | conosca come quel sentimento che già mi è noto, attualmente |
Gioberti e il panteismo -
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quasi direi una negazione di cognizione. Perocchè con essa | io | vengo a negare implicitamente, che la realità, come tale, |
Gioberti e il panteismo -
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colla quale solo ella è conoscibile. Qui voi mi direte che | io | supposi in tutto questo ragionamento che l' uomo quando |
Gioberti e il panteismo -
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limitati. Vi farà forse qualche maraviglia, o signori, che | io | abbia detto che ogni idea speciale, in quant' è idea , s' |
Gioberti e il panteismo -
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si può benissimo conoscere il rappresentato? - Confesso che | io | non vedo tutta questa chiarezza di luce; perocchè io |
Gioberti e il panteismo -
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che io non vedo tutta questa chiarezza di luce; perocchè | io | domando alla mia volta: quando io penso e parlo della città |
Gioberti e il panteismo -
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di luce; perocchè io domando alla mia volta: quando | io | penso e parlo della città di Firenze o di Roma da me |
Gioberti e il panteismo -
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più che de' piccolissimi vestigj di queste moli sì grandi, | io | trovo difficilissimo a spiegare come io possa pensare ad |
Gioberti e il panteismo -
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moli sì grandi, io trovo difficilissimo a spiegare come | io | possa pensare ad esse e parlare di esse - Ma non è |
Gioberti e il panteismo -
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vostre osservazioni, miei riveriti maestri, ma perdonate se | io | bramo che mi sciogliate con tutta pazienza le difficoltà |
Gioberti e il panteismo -
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Veramente mi duole che tutto il mondo s' inganni; ma per me | io | non saprei separarmi da tutto il mondo per unirmi al vostro |
Gioberti e il panteismo -
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che abbiamo percepite, quando eravamo in Firenze - Ma ora | io | non vi domandavo ancora come pensiate al reale; io volevo |
Gioberti e il panteismo -
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- Ma ora io non vi domandavo ancora come pensiate al reale; | io | volevo prima di tutto, che fosse deciso il fatto, se ci |
Gioberti e il panteismo -
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vi piace - Come capite male le cose! Sicuro, che finalmente | io | penso e parlo di Firenze reale, ma io ci penso e ne parlo |
Gioberti e il panteismo -
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che finalmente io penso e parlo di Firenze reale, ma | io | ci penso e ne parlo per via d' immagini a quella stessa |
Gioberti e il panteismo -
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- Sì; ma resta sempre vero che per pensare a Firenze | io | non ho bisogno d' altro che delle immagini che me la |
Gioberti e il panteismo -
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e così è spiegato il fatto che voi trovate inesplicabile - | Io | non dico che sia inesplicabile, ma dico che ci ha delle |
Gioberti e il panteismo -
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potete voi trovare in ciò? - Primieramente, affinchè | io | sappia che una cosa me ne rappresenta un' altra fedelmente, |
Gioberti e il panteismo -
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sappia che una cosa me ne rappresenta un' altra fedelmente, | io | devo già sapere, che c' è quest' altra cosa rappresentata, |
Gioberti e il panteismo -
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provano che anche senza le immagini della cosa percepita, | io | posso conservare la cognizione della sua sussistenza, |
Gioberti e il panteismo -
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d' averlo veduto cessasse nell' animo mio; supponiamo che | io | mi dimenticassi intieramente d' aver mai veduto quella |
Gioberti e il panteismo -
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fisonomia che pure mi sta presentissima all' anima: ho | io | in tal caso conservato la cognizione del reale? No |
Gioberti e il panteismo -
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del reale? No certamente; perocchè quell' uomo di cui | io | immagino la fisonomia, le fattezze, le vestimenta, non so |
Gioberti e il panteismo -
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so più dire a me stesso, se sussista veramente, oppure se | io | veda un puro fantasma. Dunque la cognizione del reale non |
Gioberti e il panteismo -
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pel quale l' uomo è persuaso che l' ente sussista, ne abbia | io | l' immagine o no. Ma qual' è dunque l' ufficio delle |
Gioberti e il panteismo -
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pure quando l' immagine è così viva che m' inganna, che | io | la prendo per una sensione esterna, per una percezion |
Gioberti e il panteismo -
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certo ente reale opera nel mio sentimento; per l' immagine | io | conservo la memoria dell' attività dell' essere reale, |
Gioberti e il panteismo -
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dell' attività dell' essere reale, percepito, su di me; | io | la conservo questa memoria così fresca come se io avessi |
Gioberti e il panteismo -
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su di me; io la conservo questa memoria così fresca come se | io | avessi presente quell' attività e la sentissi operar su me |
Gioberti e il panteismo -
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è conoscere quella natura che a me è conoscibile; poichè | io | non posso conoscere come sia fatto un ente reale sensibile, |
Gioberti e il panteismo -
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un' azione nel mio sentimento. Questo è tutto ciò che | io | posso conoscere del reale come reale. Ora questo modo del |
Gioberti e il panteismo -
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caso, che ella appartiene alla cognizione ideale; perocchè | io | posso saper benissimo che un dato ente p. es. un uomo, è |
Gioberti e il panteismo -
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sensioni, è atto a suscitare in me il tale fantasma, ma so | io | ancora per ciò solo, che l' ente che ha quest' attitudine, |
Gioberti e il panteismo -
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ma indirettamente; influiscono in quanto che quando | io | affermo che sussiste un reale, la mia cognizione riesce più |
Gioberti e il panteismo -
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conosco nell' idea la natura di questo reale che affermo, e | io | conosco tanto più questa natura, quanto più conosco gli |
Gioberti e il panteismo -
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ossia che non lo sappiamo. Ma parrà forse a voi strano, che | io | riduca la cognizione positiva che aver noi possiamo della |
Gioberti e il panteismo -
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nel nostro sentimento. - Avete ragione, o signori, e però | io | mi propongo d' entrare in questo argomento nella prossima |
Gioberti e il panteismo -
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dalla riflessione, e che non reincida nelle tre annoverate? | Io | sfido chicchessia a indicarcela. Nissun filosofo l' ha mai |
Gioberti e il panteismo -
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prime, dalle quali partono tutti i suoi ragionamenti. Ora | io | chiamo appunto cognizione positiva « quella che riguarda le |
Gioberti e il panteismo -
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dico animale non intendessi dire l' essenza dell' animale, | io | non direi nulla; poichè tolta via l' essenza dell' uomo non |
Gioberti e il panteismo -
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tutte e tre queste maniere di idee negative. Che cosa penso | io | nell' idea dell' Autore dell' universo? Nient' altro che la |
Gioberti e il panteismo -
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non cade sotto i miei sensi e il mondo. In questo concetto | io | penso un ente; ma poichè io non l' ho menomamente percepito |
Gioberti e il panteismo -
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e il mondo. In questo concetto io penso un ente; ma poichè | io | non l' ho menomamente percepito col sentimento, egli è per |
Gioberti e il panteismo -
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egli è per me un ente che non so come sia fatto. Or se | io | non sapessi niente affatto di lui, nol potrei distinguere |
Gioberti e il panteismo -
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è quella di causa. Le relazioni dunque con ciò che | io | conosco positivamente, mi fanno conoscere degli esseri che |
Gioberti e il panteismo -
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conosco positivamente, mi fanno conoscere degli esseri che | io | non conosco positivamente: ho dunque di essi una cognizione |
Gioberti e il panteismo -
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sono un fonte d' idee negative. Veniamo ai generi . Se | io | sapessi, che in un parco di fiere si mostra un animale |
Gioberti e il panteismo -
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si mostra un animale peregrino; ma ignorassi qual fosse, | io | avrei di quell' animale una cognizione negativa in gran |
Gioberti e il panteismo -
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negativa in gran parte, ma non però in tutto; poichè | io | saprei almeno che egli è un animale, e l' idea generica |
Gioberti e il panteismo -
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che egli è un animale, e l' idea generica dell' animale | io | l' ho cavata dal mio sentimento, giacchè so che cosa è |
Gioberti e il panteismo -
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del negativo; ma ancor meno dell' idee generiche. Così se | io | sapessi, trovarsi un uomo in un dato luogo, e nulla di più; |
Gioberti e il panteismo -
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sapessi, trovarsi un uomo in un dato luogo, e nulla di più; | io | ignorerei a dir vero s' egli è uomo bianco o di colore, e |
Gioberti e il panteismo -
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e tanto l' animalità quanto la ragione sono due cose che | io | conosco positivamente pel mio proprio sentimento. Nell' |
Gioberti e il panteismo -
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e tuttavia ella ritiene ancora non poco di negativo; poichè | io | non penso con essa molte qualità accidentali dell' ente, |
Gioberti e il panteismo -
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di tutti i suoi accidenti e qualità sensibili. Così se | io | penso all' immagine d' un fiore, d' un cavallo, d' un uomo, |
Gioberti e il panteismo -
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fiori, cavalli, uomini, perfettamente uguali, allora | io | penso un ente con un' idea al tutto positiva, che noi per |
Gioberti e il panteismo -
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con quella distinzione non si possa abbattere facilmente. | Io | vi recherò in esempio quell' erroneo e mostruoso sistema di |
Gioberti e il panteismo -
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più. Pure non è questa, miei signori, l' applicazione che | io | vi chiamo a fare della nostra analisi alla confutazione del |
Gioberti e il panteismo -
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da Vincenzo Gioberti come religiosissimo, senza voler | io | punto toccare la religione del suo autore, è più che mai |
Gioberti e il panteismo -
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Ora ditemi che ve ne pare? Non altro ve ne può parere, | io | credo, se non che questa dottrina è panteismo apertissimo e |
Gioberti e il panteismo -
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apertissimo e manifestissimo. Permettete, miei signori, che | io | vi legga qui un luogo di questo caldo avversario del |
Gioberti e il panteismo -
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che ben prevede dovergli essere apposta. [...OMISSIS...] | Io | non so, miei signori, come si possa professare il panteismo |
Gioberti e il panteismo -
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e predica questo non so se filosofo, o pur profeta! Ed | io | ben credo che se potessero rinascere, maravigliati di tanta |
Gioberti e il panteismo -
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sotto ad un sì nuovo stendardo, se non che, miei signori, | io | temerei che questo stendardo che si fa ora sventolare agli |
Gioberti e il panteismo -
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il nostro bandierajo, e torgli di mano l' insegna, perchè | io | suppongo, miei signori, che voi siate già al fatto di tutto |
Gioberti e il panteismo -
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professare con ciò appunto un sistema di panteismo. Poichè | io | sono ben certo che voi tutti sarete meco d' accordo in |
Gioberti e il panteismo -
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sua è una dottrina riputata panteistica. Ma concedetemi che | io | vi legga anche questo brano, in cui egli va preconizzando i |
Gioberti e il panteismo -
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l' oggetto e il termine immediato della scienza è Dio. | Io | non so, miei signori, come si possa professare più |
Gioberti e il panteismo -
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religione! Tale è la pretensione del signor Gioberti, ed | io | credo, come v' ho detto nella precedente lezione, che deva |
Gioberti e il panteismo -
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ortodosso. Egli avverte, che i panteisti [...OMISSIS...] . | Io | non mi fermerò, o signori, ad osservare la poca proprietà |
Gioberti e il panteismo -
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al Gioberti piace rispondere così: [...OMISSIS...] . | Io | credo che voi altri stupirete a queste parole. Stupirete a |
Gioberti e il panteismo -
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che il nero sia il nero, e che il bianco sia il bianco. | Io | non ho mai saputo, che vi sia stato un tal uomo al mondo, e |
Gioberti e il panteismo -
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che così espone il pensiero dello Spinosa: [...OMISSIS...] | Io | lascio riflettere a voi stessi sull' eco che di questa |
Gioberti e il panteismo -
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che « « le idee delle cose finite sieno Dio stesso » »? | Io | non so, a dir vero, se si possa asserire ch' essa sia stata |
Gioberti e il panteismo -
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e riprendiamo le giobertiane parole. [...OMISSIS...] | Io | non mi fermerò qui, miei signori, ad osservare tutte le |
Gioberti e il panteismo -
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possono vedere; e le vedono in Dio i celesti comprensori. - | Io | non so se io debba far parlare il Gioberti con sì poco |
Gioberti e il panteismo -
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e le vedono in Dio i celesti comprensori. - Io non so se | io | debba far parlare il Gioberti con sì poco senno teologico; |
Gioberti e il panteismo -
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all' effetto, e finalmente nessuno di buon senno dirà, | io | credo, che invece di percepir le cose direttamente e |
Gioberti e il panteismo -
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e tant' altre che il tempo mi vieta di riferire. Ma | io | non posso nulladimeno abbandonare ancora l' argomento |
Gioberti e il panteismo -
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chiamarvi ad altre importanti considerazioni, le quali | io | mi riserbo ad esporvi in un' altra lezione. Noi |
Gioberti e il panteismo -
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alla guisa dell' autore che esaminiamo, permettete ch' | io | vi accenni il panteismo stoico, e che vi legga un passo |
Gioberti e il panteismo -
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messe ogni qual volta apriamo i suoi libri dovecchessia. | Io | credo non dovervi rincrescere che noi spendiamo ancora |
Gioberti e il panteismo -
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[...OMISSIS...] . Così alla facc. .5 della citata lettera. | Io | non voglio già qui fermarmi, o signori, ad osservare quante |
Gioberti e il panteismo -
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addusse dell' esistenza del Supremo Essere (1). Dove | io | vorrei pure poter dare al signor Gioberti almeno lode di |
Gioberti e il panteismo -
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imperfettissima che corre fra l' infinito e il finito » »; | io | passo all' accusa di panteismo, ed esamino tosto se questa |
Gioberti e il panteismo -
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frase così bugiarda. La messe è tanto ricca, o signori, che | io | vi tratterrei di soverchio, se ne volessi fare l' intera |
Gioberti e il panteismo -
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di soverchio, se ne volessi fare l' intera raccolta. | Io | m' ero proposto di esaminare in questa lezione che cosa |
Gioberti e il panteismo -
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e più ancora perchè elle propriamente non gli informano. Ma | io | voglio chiamarvi a considerare più attentamente un' altra |
Gioberti e il panteismo -
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del suo panteismo. Ma che direste, signori miei, se | io | vi dimostrassi che dopo avere egli sbandito nel fatto il |
Gioberti e il panteismo -
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è l' Ente necessario, l' Ente necessario non ha radice, nè | io | so che i filosofi od i teologi abbiano mai fin qui parlato |
Gioberti e il panteismo -
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e Dio e la sua trasformazione per averne la percezione. Ora | io | credo che a ciascuno sia facile il decidere sulla ricerca |
Gioberti e il panteismo -
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comprenda qualche elemento inintelligibile » ». Manca, se | io | non erro, la proprietà dell' espressione in queste parole; |
Gioberti e il panteismo -
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per la quale nella citata Tavola delle umane potenze, | io | abbia collocata l' integrazione (facoltà della Teologia |
Gioberti e il panteismo -
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tutto straniere al sentimento; poichè l' uomo stesso, come | io | ho dimostrato nell' « Antropologia », è un sentimento. |
Gioberti e il panteismo -
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e questo è quanto apparisce chiaramente da tutto ciò che | io | n' ho scritto in più luoghi, e ch' Ella potrà veder di |
Gioberti e il panteismo -
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certo egli è per me un fatto assai onorevole, pregiando | io | l' altezza dell' ingegno e anco la bontà dell' animo che |
Gioberti e il panteismo -
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d' esservi giunti (1). E qui, a ragione d' esempio, | io | mi persuado che il teologo torinese non avrebbe posto così |
Gioberti e il panteismo -
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delle cose, se egli avesse posto attenzione a quanto | io | dissi in più luoghi circa l' essenza, la sostanza, la |
Gioberti e il panteismo -
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qua e là toccate, che trattate alla distesa, non avendo | io | pubblicato per anco nè l' Ontologia, nè le scienze che l' |
Gioberti e il panteismo -
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di recente da me pubblicata, e probabilmente a Lei nota, | io | dimostrai darsi veramente un diritto di dominio ed un |
Gioberti e il panteismo -
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dal quale possiate congiunti sacrificare alla Patria. | Io | non so se sarete felici; ma che così facendo, anche di |
Doveri dell'uomo -
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queste carte alla buona istituzione della nostra gioventù, | io | crederò di avere troppo bene speso il mio tempo e i miei |
Principio supremo della metodica -
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che mi fecero prender questa fatica, e s' accorgeranno, | io | spero, che al battito del loro cuore risponde quello del |
Principio supremo della metodica -
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del mio. Vengo ora ad espor brevemente, da quale aspetto | io | creda di dover riguardare la materia per non ripetere |
Principio supremo della metodica -
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la soluzione lucida e feconda del problema propostoci. | Io | dovrei adunque cominciare dal supporre, che il lettore |
Principio supremo della metodica -
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quelli a cui mancassero tali notizie possano seguirci, | io | verrò qua e colà intromettendo le nozioni ideologiche |
Principio supremo della metodica -
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naturale e necessario dei pensieri che noi cerchiamo. Se | io | veggo una rosa bianco7gialla, io non potrei primieramente |
Principio supremo della metodica -
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che noi cerchiamo. Se io veggo una rosa bianco7gialla, | io | non potrei primieramente classificarla tra le piante7fiori, |
Principio supremo della metodica -
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poteva presentarmisi alla mente, se non a condizione che | io | prima avessi fatto un altro pensiero, quello onde ho |
Principio supremo della metodica -
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nella mia mente i fiori da tutte le altre piante. Se | io | poi dico di più meco stesso, che quel fiore appartiene alla |
Principio supremo della metodica -
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quel fiore appartiene alla famiglia delle piante rosacee, | io | dimostro con ciò che oltre all' aver distinto i fiori dalle |
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appartiene alla famiglia de' rosacei ». Ma se tra i rosacei | io | passo a distinguere le rose egli è evidente, che devo aver |
Principio supremo della metodica -
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devo aver fatto almeno tre pensieri prima di ciò; perocchè | io | non posso distinguere le rose dai rosacei, se non ho |
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altre piante. Con un somigliante discorso si trova, che | io | non posso affermare meco stesso, che quella sia una rosa |
Principio supremo della metodica -
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nè posso finalmente riconoscere che la rosa, che | io | vedo, sia tra le bengalesi quella che chiamasi da' |
Principio supremo della metodica -
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distinzioni di più oltre le precedenti. Si noti bene che | io | parlo di pensieri chiari e che non si fermano a saper solo |
Principio supremo della metodica -
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il nome ignorando la cosa nominata; perocchè certo, che | io | posso sapere come il bianco oggetto che io vedo si chiami |
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certo, che io posso sapere come il bianco oggetto che | io | vedo si chiami Adelaide di Como senza sapermi che egli sia |
Principio supremo della metodica -
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e conduciamolo al rosaio dell' Adelaide. Onde comincerò | io | la lezione che intendo dargli, supponendolo tenerissimo e |
Principio supremo della metodica -
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e non mai stato nel giardino, nè veduti fiori, nè piante? | Io | posso prender tre vie per insegnargli a far tutte le |
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di operazioni sia a lui più comoda, più agevole a farsi. Se | io | voglio condurlo dall' individualità alla generalizzazione, |
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piace condurlo dalla generalità all' individualizzazione, | io | comincerò a dirgli che quell' individuo è una pianta, poi |
Principio supremo della metodica -
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qual sia più e qual meno moltiplice e complicata. Se | io | dico al mio fanciullo (che suppongo come dicevo a primordŒ |
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quel suono che vien pronunciato a' suoi orecchi. Ma quando | io | vo innanzi colla mia lezione e gli dico di più, che delle |
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un nome comune a molti oggetti simili. Che, se dopo di ciò | io | gli mostro un' altra rosa denominato Saffo, è ben probabile |
Principio supremo della metodica -
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quantunque diversa al colore, ha le fattezze simili. | Io | gliela farò distinguere additandogli il vivo colore di |
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un terzo errore preso dalla sua mente. Perocchè prima, che | io | gli mostrassi la Saffo egli non conosceva che delle |
Principio supremo della metodica -
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che prima non ci poneva. Veniamo ora al terzo passo; | io | m' ingegnerò di fargli capire che tanto le Adelaidi, come |
Principio supremo della metodica -
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a quanto avessero di comune. Or poi il nome comune, che | io | gl' insegno di rose7bengalesi, richiama la sua attenzione a |
Principio supremo della metodica -
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che è comune a entrambi, e che è quello di rose7bengalesi. | Io | voglio condurlo a conoscere una classe ancora più estesa di |
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rose in genere. A tal fine seguendo la via intrapresa, | io | devo ricominciare a fargli conoscere allo stesso modo, com' |
Principio supremo della metodica -
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anzi di più un quinto, che è il seguente: Quando dopo aver | io | mostrato l' Ammirabile , e la Graziosa al mio tenero |
Principio supremo della metodica -
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l' Ammirabile , e la Graziosa al mio tenero discepolo, | io | gli domando: « quale sarà il loro nome comune, »egli tosto |
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e la Graziosa siano quattro varietà della stessa classe. | Io | lo aiuto a correggere questo suo errore collo svelargli, |
Principio supremo della metodica -
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dalle damaschine . Solamente giunto a questo punto | io | posso fargli osservare che tanto le bengalesi , quanto le |
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fiori di quegli arboscelli per delle rose. Ma vi ingannate, | io | gli dico, fanciullo mio; quelli oggetti che voi vedete non |
Principio supremo della metodica -
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è rosa. Allora egli in virtù della parola rosacei , che | io | gli fo suonare all' orecchio, porrà attenzione a ciò che |
Principio supremo della metodica -
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distingue le rose da lui conosciute da rosacei , che ora | io | gli mostro; e così correggerà per la decima volta gli |
Principio supremo della metodica -
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le rose sono rosacei, ma non tutti i rosacei sono rose. | Io | devo dunque tornar da capo cominciando dall' individuo |
Principio supremo della metodica -
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e dall' errore altrettante si rilevò. Andiamo innanzi. | Io | devo far distinguere al mio fanciullo i rosacei dagli altri |
Principio supremo della metodica -
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al mio fanciullo i rosacei dagli altri fiori. Se | io | gli mostro un giglio o il gelsomino, e gli domando cosa |
Principio supremo della metodica -
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non conosce ancora alcuna classe più estesa di questa. | Io | devo dunque dirgli, che ciò che vede non è un rosaceo, ma |
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della parola rosacei ; che è il ventesimo terzo. Ma se | io | volessi poi fargli intendere che le parole giglio e |
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errori indicati per ogni famiglia, a conoscer la quale | io | lo conduco; sicchè sommando tutti gli errori pei quali egli |
Principio supremo della metodica -
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gelsomini, ne avremo sessantasette o in quel torno. Quand' | io | gli dico che tanto i rosacei, quanto i gigli, come pure i |
Principio supremo della metodica -
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quanto i gigli, come pure i gelsomini sono de' fiori, | io | gli emendo con questa denominazione comune a quelle tre |
Principio supremo della metodica -
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un bel pesco rosseggiante di pesche mature. Domandandogli | io | come si chiama, egli mi dice un fiore , perocchè non |
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nocciolo, e poi a fruttari in genere; egli è chiaro, che | io | dovrò fargli entrare nella mente altri settantun concetti |
Principio supremo della metodica -
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gran classe da lui prima conosciuta, quella de' fiori; | io | potrò innalzarlo al concetto delle piante in generale, |
Principio supremo della metodica -
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detto fin qui. La prima osservazione si è, che quello che | io | supposi, prendere cioè il fanciullo la prima classe di cose |
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tra loro al notarne poi più tardi le loro differenze. | Io | ho spiegato questo fatto incontrastabile nei miei scritti |
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il secondo la oppugna e contrasta. E veramente, se | io | mostro prima al mio fanciullo che tutti gl' individui che |
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maniere; il che egli fa successivamente. Perocchè, quando | io | vengo poi mostrandogli la differenza tra le piante di |
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che si giunge alla specie minore di tutte, che è quella che | io | ho chiamata Specie piena (2). Noi abbiam trovato fin qui la |
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nondimeno loro nascosto nella sua universalità (1). | Io | recherò a provarlo qualche esempio pigliandolo dalle più |
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enti quello che forma l' oggetto delle prime intellezioni? | Io | sono stato gran tempo dubbioso in che modo risolvere questa |
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che egli non conosce, risponderebbe a questa « un ente | io | sento nel mio senso ». Con questa parola egli non determina |
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intorno alla stessa materia. Poichè la percezione, di cui | io | mi ricordo o che in me riproduco coll' imaginazione, è |
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coll' imaginazione, è sempre la stessa quanto al conoscere: | io | conosco con queste operazioni l' identico oggetto della |
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aggiungervi il pensiero della loro reale sussistenza. Se | io | ho percepito una melagrana, mi resta poi la memoria della |
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alla melagrana di ieri, è l' imagine propria di essa; | io | con quella memoria non penso solo all' imagine, ma penso |
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penso solo all' imagine, ma penso alla cosa reale. Ma se | io | dimenticassi interamente la melagrana di ieri, e tuttavia |
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imagine rimastami dalla percezione avutane, ma che | io | non riferisco più alla percezione, perocchè suppongo |
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del tutto dimenticato; in tal caso la imagine, che | io | contemplo col mio intendimento, non fa che rappresentarmi |
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melagrana reale. Or l' oggetto di un tal pensiero, che | io | fo, è un idea, che io chiamo specifica piena7imperfetta. Io |
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Or l' oggetto di un tal pensiero, che io fo, è un idea, che | io | chiamo specifica piena7imperfetta. Io chiamo quest' idea |
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io fo, è un idea, che io chiamo specifica piena7imperfetta. | Io | chiamo quest' idea specifica , perchè non è legata ad alcun |
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d' individui. Chiamo quell' idea specifica7piena , perchè | io | suppongo, che ella conservi tutte le qualità, anche |
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perfettissima, ma una melagrana, qual era quella che | io | ho percepita con tutti i suoi difetti o imperfezioni, che |
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all' intento di chiamare in aiuto l' intelligenza, e | io | congetturo, che il momento nel quale l' intelligenza si |
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(1). Quest' attività parte è congenita nell' animale, e | io | gli ho dato nome di istinto vitale nell' Opera che ho |
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sì vario, potente e ben anco capriccioso e sregolato. | Io | ho già accennato che non poco sospetto, che vi abbia una |
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sia lecito dir di più, sempre in via di conghiettura, che | io | inclino anche a credere, che non solo il soggetto insieme |
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gioca colla pallottola di carta, o colla fettuccia appesa, | io | stento a credere, ch' egli vi cerchi solo il mutare delle |
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giova che osservi qui una volta per sempre, che quand' | io | cerco la qualità d' istruzione che può darsi al fanciullo |
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pur piacere ed importanza. Al qual proposito molte volte | io | ho considerato e domandato meco stesso, perchè il divino |
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di second' ordine. Prima di entrare a parlare di queste, | io | voglio anche qui avere avvertito che, come l' istruzione |
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interiore del fanciullo, ma in un eccitante esteriore. | Io | ho dimostrato nell' Ideologia essere un errore quello di |
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può esservi il desiderio di goderle, se sono buone; ma | io | credo probabile che il desiderio di godere le cose presenti |
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di questi. Per esempio, volendo nominare un cavallo | io | posso nominarlo in tre modi, dicendo « questa cosa; questo |
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dicendo « questa cosa; questo animale; questo cavallo ». | Io | gli applico tre nomi che egualmente ben si affanno a quell' |
Principio supremo della metodica -
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a quell' oggetto; ma quando gli applico il nome di cosa , | io | l' appello con un nome comune a un maggior numero di |
Principio supremo della metodica -
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applico il nome di animale ; e applicandogli quest' ultimo | io | l' appello con un nome più comune di quello di cavallo . E |
Principio supremo della metodica -
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voglia andar al di là della natura stessa in questa parte. | Io | credo all' incontro, che sarebbe utilissimo l' osservare |
Principio supremo della metodica -
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non il tuono naturale e mediocre, qualunque egli sia. Anzi | io | credo dover essere al fanciullo vantaggioso esercizio, come |
Principio supremo della metodica -
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intendimento, si è l' avversione che in odio si trasmuta. | Io | non credo che a quest' età possa aver luogo nell' animo |
Principio supremo della metodica -
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si rinnova non di rado) mostra un' apparenza d' invidia; ma | io | tuttavia lo dichiarerei una semplice avversione. Suole |
Principio supremo della metodica -
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che l' un cane ha del bene dell' altro, ma piuttosto nasce, | io | crederei, dall' apprendere il compagno come impedimento e |
Principio supremo della metodica -
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dimesticarvisi. Come si può egli spiegare un tal fenomeno? | Io | credo che più cause concorrano a produrlo, ed è forse |
Principio supremo della metodica -
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è divenuto sommamente immorale. Or poi si noti bene: quando | io | parlai dell' amore che ha per oggetto l' idealità, non |
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le doti amabili, talor anco ad esclusione di queste. Ora, | io | so bene che questi soli preamboli ch' io fo a ciò che vo' |
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di queste. Ora, io so bene che questi soli preamboli ch' | io | fo a ciò che vo' dire, fanno in pure udendoli agghiacciare |
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cuore delle madri, delle spose, de' padri e de' mariti; ma | io | pur debbo dire il vero e a tutto anteporre la dignità dell' |
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trasmodino, renderli ad un tempo e più sublimi e perenni. | Io | voglio qui dire una parola alle madri ed a' padri |
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di grazie: essi appartengono alle età avvenire. Anco | io | crederei importante di dar tempo, acciocchè si sviluppi |
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dello spirito umano più che nell' altre si complicano. Se | io | ricevo le diverse sensazioni che una rosa può darmi |
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che una rosa può darmi mediante i diversi miei organi, | io | insieme colle sensazioni mi formo di essa la percezione |
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di ciò di notte sentomi ferire le nari da un odore di rosa, | io | da quest' odore posso argomentare all' esistenza della rosa |
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alle intellezioni di second' ordine (2 classe). Ora poi se | io | continuo a riflettere su questa rosa, di cui ho argomentato |
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delle spine, le quali mi cagioneranno dolore, se colle dita | io | la stringo »; io formerò con ciò delle intellezioni di |
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mi cagioneranno dolore, se colle dita io la stringo »; | io | formerò con ciò delle intellezioni di terz' ordine, e tra |
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». Si noti qui bene il progresso della mente fanciullesca. | Io | ho confutati i giudizi sintetici a priori di Kant (2); ma |
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priori di Kant (2); ma nello stesso tempo ho ammesso anch' | io | un giudizio sintetico a priori , ma un solo: quello che ho |
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alla mente di fare dei nuovi giudizi sintetici. Perocchè se | io | già so, a ragion d' esempio, che cosa sia il bene e il male |
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a quello che altre volte tornò gradevole al mio palato, | io | posso unire il predicato buono coll' oggetto da me veduto, |
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si dee mica qui confondere il giudizio sintetico, pel quale | io | dico: « questo è buono »colla semplice apprensione |
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il fondamento delle collezioni, ma non sono le collezioni. | Io | non potrei avere l' idea collettiva d' una mandra di |
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intendimento il giudizio seguente: « Questi oggetti, che | io | vedo sono due », è un' operazione complicata. Noi possiamo |
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idea distinta di un milione, e anche solo del numero mille? | Io | credo per lo contrario che convenga discendere a un numero |
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e non aiutata da qualche formola generale. E infatti | io | credo impossibile, che l' uomo avesse pur nel linguaggio i |
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dei quali possiamo trovare il numero stesso. Mi spiego. Se | io | non conosco per se stesso il numero mille, ma so però ch' |
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volte il cento, nella cognizione del dieci e del cento | io | ho implicitamente la cognizione del mille. Che se io non |
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cento io ho implicitamente la cognizione del mille. Che se | io | non conosco il numero cento, ma so però ch' egli è dieci |
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numero cento, ma so però ch' egli è dieci volte il dieci, | io | nella cognizione del dieci e del suo rapporto al cento ho |
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la cognizione del numero cento. Che se di nuovo | io | non conosco il dieci per se stesso, ma so però che è due |
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dieci per se stesso, ma so però che è due volte il cinque, | io | nella cognizione del due e del cinque e del loro rapporto |
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è un numero che si compone di due volte il due più l' uno; | io | nella cognizione dell' uno e del due, e del loro rapporto |
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implicitamente la cognizione del cinque. Or dunque, se | io | conoscessi l' uno e il due, e i rapporti detti cogli |
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idea che viene applicata mediante un giudizio (1) ». Quando | io | al vedere un oggetto, giudico che è « una pianta »; io |
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io al vedere un oggetto, giudico che è « una pianta »; | io | applico l' idea della pianta all' oggetto che veggo; e il |
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e il mio giudizio non è che una proposizione colla quale | io | affermo che « ho riscontrato nell' oggetto veduto ciò che |
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affetti conservino la maggior possibile universalità. | Io | credo che possa influir questo immensamente sul far |
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in modo che lascia vedere l' indole e le leggi sue proprie. | Io | ho mostrato che le leggi principali della spontaneità sono |
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Ripeto che qui ci covano dei misteri, nei quali non voglio | io | ora entrare, ma dico solo che il fatto sta così; me n' |
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po' favellare, potrebbe essere posto alla lettura; tuttavia | io | stimo da preferirsi il trattenerlo ancora nella scuola |
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si fa fare al fanciullo deve riguardare l' una e l' altra. | Io | ho già raccomandato, che fin dal secondo grado d' |
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elementari, di cui si compongono le parole intere (2) » ». | Io | credo che gioverebbe cominciare questo esercizio dal far |
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incredibilmente facilita ai bambini la lettura. Nondimeno | io | mi sono ingegnato di mettere insieme un sì fatto alfabeto |
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so se nessuno vi sia penetrato. Ecco la porta per la quale | io | vorrei farvi entrare il mio lettore. Il bambino ha il |
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proprio di un soggetto che conosce se stesso, perchè l' | io | è appunto un soggetto che si conosce (2). In secondo luogo, |
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sua concezione e trascurare tutto il rimanente. Così avendo | io | ricevute delle percezioni di corpi, io posso fermare la mia |
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Così avendo io ricevute delle percezioni di corpi, | io | posso fermare la mia astrazione al colore, e così far di |
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accidente, del colore ». Nell' astrazione recata ad esempio | io | ho pensato al colore e nulla più; quando ho giudicato che |
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tempo il colore astratto e l' oggetto sussistente nel quale | io | lo ponevo. Se io ora dico che quest' oggetto ha due parti, |
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e l' oggetto sussistente nel quale io lo ponevo. Se | io | ora dico che quest' oggetto ha due parti, io pongo |
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lo ponevo. Se io ora dico che quest' oggetto ha due parti, | io | pongo medesimamente la mia attenzione tanto sulla sostanza |
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accrescono in appresso per tutta la vita. Fino a tanto che | io | percepisco degli enti individualmente sussistenti (primo |
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fare alcun confronto fra loro e nol potevo pure, quand' | io | astraevo da essi le loro qualità (second' ordine): perocchè |
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astraevo da essi le loro qualità (second' ordine): perocchè | io | mi fermavo a queste, astratte e divise dagli enti, e gli |
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riunendo agli enti le qualità astratte (terz' ordine) | io | riponevo gli enti interi sotto la mia propria attenzione. |
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Solo pervenuto a questo grado il lavoro della mia mente, | io | avendo presenti e le qualità astratte e gli enti stessi |
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sintesi si forma tanto rispetto agli oggetti reali, come se | io | al solo vedere il fuoco gli attribuisco l' azione del |
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come rispetto agli oggetti meramente ideali, come se | io | imaginassi un ente qualsiasi e gli applicassi la proprietà |
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hanno mai esaminata accuratamente la questione, per quanto | io | sappia, dell' età in cui l' uomo percepisca se stesso. Essi |
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e che egli non conosce il vero valore del monosillabo | IO | prima di essere giunto al quarto o al quint' ordine d' |
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e questo si è che la conoscenza che l' uomo si forma dell' | IO | varia nelle diverse età di grado e di forma; e che questa |
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nelle diverse età di grado e di forma; e che questa parola | IO | perciò (come tante altre) pronunciata dall' uomo ad una età |
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l' analisi dell' IO, sebbene da noi data altrove (2). L' | IO | esprime l' ente umano che parla (3) e che nomina se stesso |
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Ma questo sentimento7uomo non è l' IO, perocchè l' | IO | non è un sentimento, è una coscienza. Or, come dunque e |
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che le viene poscia dagli uomini sviluppati attribuito. L' | IO | non si pronuncia mai solo, ma con qualche verbo espresso o |
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onde ne abbiamo spiegato l' origine. E` dunque questo primo | IO | « il sentimento sostanziale operante che percepisce se |
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l' identità di sè parlante e di sè parlato; ed allora l' | IO | riceve una significazione più completa, venendo a |
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a lui parlato ». Questo significato del monosillabo | IO | non può essere attribuito se non dall' uomo giunto almeno |
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che essi provano a rettamente usare i pronomi personali | io | e tu . In vece delle mie proprie osservazioni, io assai |
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personali io e tu . In vece delle mie proprie osservazioni, | io | assai volentieri accolgo le altrui quando sono dalle mie |
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altrui quando sono dalle mie confermate, perocchè adducendo | io | l' altrui testimonio, niun potrà dire che io piego l' |
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adducendo io l' altrui testimonio, niun potrà dire che | io | piego l' osservazione al servigio del mio sistema. Una |
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cura della mia infanzia, era di persona assai grande, ed | io | ancor bambino riputava che niente potesse resistere alle |
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egli la prenderà per impossibile e non la crederà. Così se | io | dirò che un ragno camminava nell' aria senza attenersi ad |
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che chiude e ferma l' opinione. Perocchè, fino a tanto che | io | credo bensì di aver rilevato, che un dato ente va fornito |
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diversa di operare, un grado di potenza maggiore. Ma se | io | stesso, co' miei proprŒ sensi, verificassi il fatto, e non |
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sull' operare degli enti troppo anguste e troppo ferme. Se | io | voglio persuadere ad un boscaiolo che il sole sta e la |
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ed altre simili verità naturali, egli crede buona pezza che | io | lo corbelli, e se io pur mi mostro seriamente di ciò |
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naturali, egli crede buona pezza che io lo corbelli, e se | io | pur mi mostro seriamente di ciò persuaso, egli tuttavia |
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consistente appunto in queste relazioni. Egli è vero che se | io | tolgo i limiti alle perfezioni a me note delle creature, |
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poniamo alla potenza di operare, alla sapienza, alla bontà, | io | non so più che cosa ne avrò per risultamento, non so in che |
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sia qualsivoglia la trasformazione che esse prendono, e che | io | ignoro, so però che io non avrò perduto nulla d' esse, che |
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che esse prendono, e che io ignoro, so però che | io | non avrò perduto nulla d' esse, che avrò ancora tutto il |
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con cose cognite, senza che di quella cosa incognita | io | abbia percepito o sentito di più di prima. Al secondo |
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un bambino pervenuto all' uso della sua libertà . | Io | ho già mostrato, che se l' appreziazione e la scelta |
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breve tempo piuttosto che di un lungo. La proprietà di cui | io | parlo è più costante: ella non è formata nè da una piccola |
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che gli nascono da essa purissimi. Laonde fermamente | io | credo che la musica sarebbe utilissima all' educazione; ma |
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acciocchè intenda sufficientemente la lingua parlata; onde | io | consiglierei a differire la scuola della lettura fino ch' |
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la onorano per bel cuore e per una mente elevata (1). Ora, | io | credo che l' insegnamento della lettura e dello scritto |
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quasi individualmente la natura stessa. Laonde se dopo che | io | avrò mostrata al fanciullo la lettera a e insegnatogliene |
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suscitano e fanno presenti tutte le altre parti; quello che | io | dico delle immagini complesse cioè risultanti di più |
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diversa dalle due prime come si vedrà dai seguenti esempŒ. | Io | riveggo una persona e tosto mi si rappresenta all' anima il |
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del lavoro fosse sensibile. Così se alla vista di un uomo, | io | tosto rammento che egli è un essere composto di corpo e d' |
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un fatto per se solo sterile: in una tale sintesi | io | non ho in veduta altro che di porre in un ente l' azione. |
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altro che di porre in un ente l' azione. Ma se dopo avere | io | unito l' azione e il soggetto e così formatone un tutto |
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l' azione e il soggetto come due elementi d' un solo tutto; | io | con ciò m' apro il campo a trovare la relazione tra quell' |
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all' agente appartiene il prezzo dell' azione, e però che « | io | dovrò stimare tanto più il soggetto quant' è più stimabile |
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Ho già mostrato che il pieno significato del monosillabo | IO | non può intendersi dal fanciullo, se egli non sia giunto al |
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anco di poi, l' uomo comincia ad intendere il monosillabo | IO | come significante quel sentimento sostanziale che prova e |
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nel passato e nel presente sono diverse. L' IDENTITA` dell' | IO | nel mezzo della varietà delle azioni e de' tempi, è una |
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giudicante e proferente se stesso. Non solo a quest' | IO | egli attribuisce le azioni già prima conosciute cattive |
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autore, ma ben anco gliele imputa; cioè intende che quell' | IO | autore di quelle azioni ree ne riceve deterioramento; onde |
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il primo è un rapporto reale (una disarmonia) tra l' | IO | sentimento operante e l' esigenza degli esseri da lui |
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da lui appresa: il secondo è un rapporto reale tra l' | IO | sentimento operante e la sentenza di condanna di sè da lui |
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in contrario: pativa il senso, strideva dilacerato, ma l' | IO | intellettivo tenea gli orecchi turati: unicamente inteso a |
Principio supremo della metodica -
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effetto reale e dall' idea unitavi ne sorte quello che | io | dico « principio morale concreto »; il quale è un |
Principio supremo della metodica -
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da questa sotto pena di contrariare la sua natura morale. | Io | non saprei determinare certamente, quanto possa durare |
Principio supremo della metodica -
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come norma delle azioni. Quando l' uomo dice seco medesimo: | io | debbo preferire tra più esseri intelligenti e tra più |
Principio supremo della metodica -
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ma astratto da questi primordiali suoi modi) è quello ch' | io | chiamo il mondo metafisico. A quest' età il fanciullo apre |
Principio supremo della metodica -
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errori occasionati dallo sviluppo della fantasia, che | io | ho indicato come funesti alla moralità del fanciullo nell' |
Principio supremo della metodica -
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l' uomo abbia inteso se stesso. Dalla notizia adunque dell' | Io | comincia la possibilità del vero egoismo (1). Egli è vero |
Principio supremo della metodica -
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che una trasgressione diretta e positiva. Mi spiego: Se | io | ho due oggetti innanzi e pospongo il più degno al meno |
Principio supremo della metodica -
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due oggetti innanzi e pospongo il più degno al meno degno, | io | posso far ciò per due modi; il primo perchè un istinto |
Principio supremo della metodica -
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mi sproni ad operare con tal veemenza e prontezza, che | io | fo torto a quell' oggetto più degno non perchè l' odii, od |
Principio supremo della metodica -
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dal raffrontarne e giudicarne il prezzo; il secondo perchè | io | liberamente antepongo e sceglio il piacere o bene che trovo |
Principio supremo della metodica -
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degno al valore intrinseco del più degno. Nel primo caso | io | pecco, ma indirettamente e negativamente, più per debolezza |
Principio supremo della metodica -
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che almeno per lo più nasce dall' egoismo. Perocchè se | io | scelgo volontariamente fra un piacere o un bene del |
Principio supremo della metodica -
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o un bene del soggetto e il mio dovere, egli è mestieri che | io | abbia reso quel piacere soggettivo, o quel bene, che io |
Principio supremo della metodica -
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che io abbia reso quel piacere soggettivo, o quel bene, che | io | preferisco, oggetto del mio proprio intendimento, che n' |
Principio supremo della metodica -
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appartiene al mio sentimento sostanziale (ciò che sono | io | stesso), debbo anco avere la coscienza mia propria per |
Principio supremo della metodica -
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superiore dell' anima, di quello come di questo. Per me | io | non posso finire di ringraziare il Signore, che mi fa |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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zelo. Grande è l' arte dell' istruire e dell' educare; ed | io | credo che la sola esperienza propria possa col lungo tempo |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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ogni cosa alla cultura del cuore? voi mi domandate ancora. | Io | risponderò semplicemente, ma in modo che vi potrà essere |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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e che hanno qualche cosa di seducente. Finalmente | io | credo che il maestro diverrà molto buono e acquisterà un |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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dite, che non posso leggere nel vostro cuore: non avendo | io | bisogno di ciò, bastandomi di leggere ne' vostri fatti e |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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studio di voi stesso, e vi persuaderete del difetto che | io | spassionatamente vi fo osservare, se vi darete alla pratica |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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la passione vi suggerisce, e che sono tenebre. Lo so anch' | io | che se voi non fate senno, e non v' investite del santo |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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aggiungerà sempre alla mia natura qualche cosa maggiore; ed | io | certo mi sento che di gran cose vorrà egli per questo |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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esente da molti difetti, come dicendo: « Fino a tanto che | io | mi aveva ancora molti difetti ecc., Iddio andò pian piano |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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risposta alle care vostre, vi additassi appunto quale | io | mi creda essere la massima che più vi deva giovare aver |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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sicuramente argomentare la consolazione che ho gustato | io | nel ricevere la notizia colla cara vostra del dì stesso |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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consumi! Per le quali ragioni fu cosa giusta e naturale se | io | e noi tutti ci siamo rallegrati all' intendere che voi, e |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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il Paoli, il Beccaria, ecc.. Entra ora il Manzoni, ed | io | devo qui troncare. [...OMISSIS...] 1.53 Eccomi a rispondere |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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cuore di un altro uomo, e spesso neppure il proprio; onde | io | non potrei sicuramente accertare o affermare di che natura |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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di parlare di voi in particolare, credo che sarà meglio che | io | vi accenni brevemente una dottrina generale, e parmi che |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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cosa faccia, possa sempre dire con piena verità: « | Io | sono un servo inutile ». Giova ancora che l' uomo, che |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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il Signore per voi di cuore, e questi sono gli augurii che | io | vi faccio per l' anno che abbiamo pur ora incominciato. |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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marzo corrente non mi sembra necessario, per vero dire, ch' | io | replichi ancora quello che voi già sapete e, conoscendo |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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sulle espressioni, quasi sentissero di pericolosa novità. | Io | vi prego primieramente di assicurare tutti, ma specialmente |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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ai piedi del Santissimo Padre questa mia disposizione, che | io | non solo desidero, che la dottrina da me professata sia |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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cangiarle o a dichiarare e migliorare in esse tutto ciò che | io | potessi riconoscere esservi da cangiare, da dichiarare e da |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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la carità di somministrarmi intorno a ciò dei lumi, avendo | io | sempre bramato d' imparare da tutti, e facendo io gran |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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avendo io sempre bramato d' imparare da tutti, e facendo | io | gran conto della opinione di persone benevole che conoscano |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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dagli amici e dai nemici, e riferitemele diligentemente: | io | me ne farò carico, le metterò a profitto per emendare, |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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con tutto questo alle persone passionate. Oltrechè | io | non posso certamente cavarne tutto il profitto che bramerei |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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facesse la grazia di dirmi quali sono queste espressioni, | io | farei di tutto per soddisfare a tutti i giusti desiderŒ. |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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come pericolose e nuove altre frasi che di questa natura, | io | mi consolo grandemente e ne ringrazio Iddio. Umiliate |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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sia rispetto o delle cose o delle parole, difettoso. | Io | mi ricordo vivamente di quanto dice S. Agostino a proposito |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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soggiunge: [...OMISSIS...] . Non è dunque probabile che | io | aspiri ad un tanto elogio. [...OMISSIS...] 1.54 Intendo |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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stessa incertezza. E` meglio dunque dire al Signore: « | Io | non mi conosco, voi solo mi conoscete; togliete dunque da |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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e ancora si nega la negazione negata e così via; perocchè | io | posso scrivere una quantità positiva con due segni |
Psicologia Vol.III -
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ella era al principio. Lo stesso accade nel linguaggio. Se | io | dico: « a Dio non manca cosa alcuna », dò forma d' una |
Psicologia Vol.III -
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fra loro di specie e non d' individuo meramente. Ora, se | io | prendo più fondamenti sensibili di diversa specie, e ne |
Psicologia Vol.III -
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un astratto prescindendo dalle loro differenze specifiche, | io | ho formato il genere di quei fondamenti; e questo genere è |
Psicologia Vol.III -
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sonno s' inoltri; egli ne sentirà un cotal senso d' orrore. | Io | ho fatto più volte questa prova, e parevami sempre di |
Psicologia Vol.III -
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dell' opera nostra. Se costui si serve dell' opera mia, | io | guadagno la mia giornata, che è quello che mi bisogna. Il |
Psicologia Vol.III -
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titolo mi è buon mezzo al guadagno che intendo fare. Dunque | io | l' adopererò con costui, che mi si fa innanzi la prima |
Psicologia Vol.III -
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dall' aspetto che presentano mirati in un altro modo. Se | io | considero quei quadrati come uniti insieme pei loro lati, |
Psicologia Vol.III -
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che mi esce riguardandoli come uniti pei loro angoli. | Io | posso anche di alcuni di essi formarmi una figura, la |
Psicologia Vol.III -
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direzione nella quale sono uniti dai loro lati. Ebbene, se | io | prendo l' intera fila degli otto quadrati, io posso |
Psicologia Vol.III -
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Ebbene, se io prendo l' intera fila degli otto quadrati, | io | posso definire lo scacchiere con questa regola: « lo |
Psicologia Vol.III -
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sempre tre scacchi, uno dei quali in direzione obliqua. | Io | posso fissare coll' occhio la figura che risulta da questi |
Psicologia Vol.III -
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potessero operare liberamente, e impedisce ben anche, | io | credo, che vengano fra loro a troppi punti di contatto; |
Psicologia Vol.III -
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astronomica che la coesione e l' affinità chimica. | Io | suppongo che la legge, che fa crescere l' attrazione in |
Psicologia Vol.III -
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cagione di nuovo moto. Per spiegare questo pensiero | io | ricorrerò ai corpi animali più perfetti, nei quali è assai |
Psicologia Vol.III -
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un principio unico, privo di parti e sensitivo. Veramente | io | stimo di più che, quand' anche si considerassero i soli |
Psicologia Vol.III -
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potere del sentimento sui minimi movimenti del corpo, che | io | chiamerei assai volentieri collo Stahl movimenti tonici . |
Psicologia Vol.III -
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che tutte le malattie che ammettono guarigione, guariscono, | io | mi credo, con opportune escrezioni. Non voglio già dire che |
Psicologia Vol.III -
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Tommasini, che descrivono fatti verissimi, debbo dire che | io | non saprei considerare altramente che come sommamente |
Psicologia Vol.III -
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l' opportunità dello stimolo, non la mera quantità. E | io | credo che sia per questo che così spesso i sintomi |
Psicologia Vol.III -
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modo più acuti, e chiamavasi beato di quel suo nuovo stato. | Io | lo consigliai subito a farsi fare qualche generosa |
Psicologia Vol.III -
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l' eccitamento tenga esatta proporzione agli stimoli »; e | io | penso ancora di no, per la stessa ragione. « Se la quantità |
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l' intima condizione morbosa, ella si trova pure fallace. | Io | sono persuaso che due rimedi opposti, l' uno stimolante, l' |
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stanno insieme; e l' una è occasione dell' altra; il che | io | credo legge universale di tutte le malattie, come dirò |
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d' un corpo, che soffre per qualche locale infiammazione? | Io | sono appieno convinto degli argomenti di tanti illustri |
Psicologia Vol.III -
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questo è appunto ciò, su cui cade il mio dubbio. Se | io | considero come i nostri medici vennero a formarsi il |
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per tante verità che contiene, è bella gloria italiana. | Io | credo, a ragion d' esempio, che sia una verità acquistata |
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e non produca un processo di propria vegetazione. | Io | non voglio qui ricorrere agli effetti del freddo applicato |
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e conciliare insieme l' una e l' altra medicina. Per quanto | io | credo, la medicina analitica non può aspirare ad essere |
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continua a vegetare finchè si forma la cancrena. Insomma | io | credo così importante il noto principio, che i fluidi |
Psicologia Vol.III -
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sentimenti, si possa spiegare la località delle sensioni. | Io | provo in una mano una sensione piacevole o dolorosa; il |
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Questa domanda contiene due questioni: perchè non posso | io | avere la sensione in una mia mano punta da un ago, se il |
Psicologia Vol.III -
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nervoso non si prolunga fino al cervello; e perchè, e come | io | sento il dolore della puntura nella mano, e non nel |
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e figurata non mi avesse disegnato la forma del piede, | io | non potrei collocare in esso un dolore che sentissi; non |
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sensitività esterna. Ma perchè sentendo un dolore interno, | io | lo colloco verso la parte destra del piede, piuttosto che |
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destra del piede, piuttosto che verso la sinistra? Certo | io | fo questo giudizio mediante il paragone con altre sensioni |
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altre sensioni interne ricevute nel piede, perocchè avendo | io | già i confini del piede, che me ne disegnano la figura |
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solido stesso concepisco più sensioni, non è meraviglia ch' | io | possa riconoscere una di esse esser più vicina ad una data |
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data estremità del piede che l' altra, bastando a ciò che | io | confronti le diverse sensioni cogli estremi del piede, e |
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estremi del piede, e fra esse. Quante più sensioni interne | io | intendo possibili prima di quella che mi segna l' |
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la coscienza, e, reso consapevole, si esprime col vocabolo | IO | . La percezione di sè è il principio della Psicologia , e |
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di ciò che si contiene, permane, e cangia nello stesso | IO | , e dell' ordine in cui stanno fra di loro gli elementi che |
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e poi al senso comune degli uomini (tutti rispettandoli | io | siccome esseri dotati del divino lume dell' intelligenza), |
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alla corteccia delle parole, di cui li rivestirono. E così | io | trovai, non senza soddisfazione dell' animo mio, che essi |
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quelle parole degne di un oracolo, «gnothi seauton», | io | ti mando qui brevemente esposte le principali opinioni dei |
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nella quale tu assiduamente ti occupi; o, se in questo | io | m' inganno, atteso che la tua erudizione non abbisogna di |
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almeno da te qualche ricambio, che gioverà a me stesso. | Io | dunque narrerò i pensamenti e le opinioni principali sulla |
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unità. Ma poichè le opinioni antiche sono quelle che | io | voglio principalmente riferire, descrivendole più da |
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che di fermo pronunciato. Ora, prima di tutto, ecco ond' | io | crederei poter dedurre un principio, il quale mi guidasse a |
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che toglie a riflettere su di sè, non può partire che dall' | Io | (1), e nell' Io è già contenuta l' anima intellettiva. Ma |
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su di sè, non può partire che dall' Io (1), e nell' | Io | è già contenuta l' anima intellettiva. Ma quell' anima, |
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che si voleva intorno a queste istituire »; la quale | io | stimo che sia la più naturale, e la vera spiegazione dei |
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trattiene ad osservare la mutabilità continua delle cose; | io | ho spinta questa mutabilità all' estremo, mostrando che l' |
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come principio della vita e sostanza divina (2), come | io | credo. Se dunque l' amicizia di Empedocle è l' unità |
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in cui la insegnò Platone; questo sarebbe troppo. Ma | io | credo che essi parlassero degli enti, senza definire |
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quella che agisce in Platone è continuamente la media; ed | io | intendo che questa sia pure quella, che talora chiamasi da |
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e mi fa uscire di me stesso dallo stupore, pensando che | io | non conosco scrittore anteriore al 1.27, che, entrato in |
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spacciarsene e rompere questa tela di ragno. Ora, | io | qui ho creduto di stendermi a ripetere ciò che ho detto |
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conduceva necessariamente i suoi seguaci. Perocchè se l' | Io | è l' atto primo di tutto lo scibile e di tutte le cose, |
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scibile e dell' universo. Egli cominciò dal dire che l' | Io | pone sè stesso ; questo è il primo atto. Se questa |
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stesso ; questo è il primo atto. Se questa proposizione l' | Io | pone sè stesso fosse usata a significare unicamente il |
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Ma non così spiega Fichte il suo detto, ma vuole che l' | Io | ponga sè stesso pronunciando questa proposizione: « Io sono |
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l' Io ponga sè stesso pronunciando questa proposizione: « | Io | sono Io ». La qual maniera di spiegare come l' Io ponga sè |
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ponga sè stesso pronunciando questa proposizione: « Io sono | Io | ». La qual maniera di spiegare come l' Io ponga sè stesso, |
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« Io sono Io ». La qual maniera di spiegare come l' | Io | ponga sè stesso, è manifestamente assurda: 1) Perocchè |
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esiste, senza bisogno che egli aggiunga: sono | Io | . Onde con quella proposizione l' Io porrebbe un Io che già |
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egli aggiunga: sono Io . Onde con quella proposizione l' | Io | porrebbe un Io che già è posto; ella dunque esprime l' |
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sono Io . Onde con quella proposizione l' Io porrebbe un | Io | che già è posto; ella dunque esprime l' atto, con cui l' Io |
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Io che già è posto; ella dunque esprime l' atto, con cui l' | Io | riflette sopra sè stesso, e non l' atto con cui l' Io |
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l' Io riflette sopra sè stesso, e non l' atto con cui l' | Io | esiste. Da questo primo errore procede che in tali sistemi |
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sempre l' Io: il che è evidentemente falso, perocchè l' | Io | non ha sempre attuale coscienza di sè stesso. 2) Ho detto |
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senza più, non può non esistere. Ma non basta. Potrebbe l' | Io | pronunciare sè stesso, cioè fare un atto, se non esistesse |
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Niuno fa atti prima di esistere. Dunque il pronunciare | Io | suppone l' esistenza anteriore dell' Io. L' Io dunque non |
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pronunciare Io suppone l' esistenza anteriore dell' Io. L' | Io | dunque non pone sè stesso nel senso di Fichte. La ragione, |
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prima parola della sua filosofia, si fu che egli prese l' | Io | bello e formato, qual' è nel sentimento d' un uomo adulto, |
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all' uomo, ma acquisita. Intanto coll' atto col quale l' | Io | pronuncia Io sono Io, secondo Fichte, l' Io ha posto il |
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ma acquisita. Intanto coll' atto col quale l' Io pronuncia | Io | sono Io, secondo Fichte, l' Io ha posto il primo dei suoi |
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col quale l' Io pronuncia Io sono Io, secondo Fichte, l' | Io | ha posto il primo dei suoi oggetti, cioè sè stesso . Il |
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dei suoi oggetti, cioè sè stesso . Il vero però si è che l' | Io | con questo atto non ha posto sè stesso, ma solo si è |
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oggetto della cognizione. Vediamo come Fichte fa che l' | Io | produca il secondo dei suoi oggetti sommari. L' Io fa un |
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che l' Io produca il secondo dei suoi oggetti sommari. L' | Io | fa un altro atto, con cui dice: Io non sono il Non7Io . |
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suoi oggetti sommari. L' Io fa un altro atto, con cui dice: | Io | non sono il Non7Io . Ottimamente: distingue sè stesso da |
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cosa alcuna, anzi è un atto che distingue due cose, l' | Io | e il Non7Io; le quali non potrebbe distinguere, se già non |
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si comprende. Veniamo alla produzione del terzo oggetto. L' | Io | fa un terzo atto pronunciando: l' Io e il Non7Io sono nell' |
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del terzo oggetto. L' Io fa un terzo atto pronunciando: l' | Io | e il Non7Io sono nell' Io . Se fosse vero che l' Io non è |
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fa un terzo atto pronunciando: l' Io e il Non7Io sono nell' | Io | . Se fosse vero che l' Io non è altro che la produzione |
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l' Io e il Non7Io sono nell' Io . Se fosse vero che l' | Io | non è altro che la produzione dell' atto con cui si conosce |
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cui si conosce il Non7Io, in tal caso sarebbe vero che l' | Io | e il Non7Io, ridotti ad essere due atti conoscitivi, sono |
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modo prima non esiste; è altresì evidentemente vero che l' | Io | e il Non7Io non sono nell' Io. Ma nell' Io solamente sono |
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vero che l' Io e il Non7Io non sono nell' Io. Ma nell' | Io | solamente sono gli atti con cui tali enti si percepiscono, |
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atti sono accidenti dell' Io; e in un altro modo sono nell' | Io | anche i concetti di quegli enti, non come accidenti dell' |
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non esiste se non ciò che conoscete ». - Sia pure: ma se | io | conosco una cosa, io so in pari tempo che la cosa esiste |
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ciò che conoscete ». - Sia pure: ma se io conosco una cosa, | io | so in pari tempo che la cosa esiste indipendentemente dall' |
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conoscibile, logicamente anteriore a quell' atto. Onde | io | non posso conoscere una cosa, se non a condizione che |
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ch' ella è indipendente dal mio conoscere; altrimenti | io | direi una proposizione contradittoria, dicendo che conosco |
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paralogismi involga questo sistema, riprendiamo ciò che | io | ho fin di troppo conceduto. Ho conceduto che se l' Io e il |
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che io ho fin di troppo conceduto. Ho conceduto che se l' | Io | e il Non7Io altro non sono che atti di conoscere e concetti |
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possono trovare insieme nell' Io, come pretende Fichte. Ma | io | ho conceduto questo ad abundandum . A giusta ragione non |
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il significato del vocabolo Io, perocchè dicendo che l' | Io | e il Non7Io sono nell' Io, egli prende l' Io e il Non7Io |
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dicendo che l' Io e il Non7Io sono nell' Io, egli prende l' | Io | e il Non7Io contenuti come due concetti formati dall' atto |
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dall' atto del conoscere; ma egli prende all' opposto l' | Io | contenente non già come concetto prodotto, ma nel senso |
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proposizione non ha senso alcuno; perocchè se anche per l' | Io | contenente s' intende il mero concetto dell' Io, è assurdo |
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il mero concetto dell' Io, è assurdo che nel concetto dell' | Io | sia il concetto dell' Io, perchè non sono due cose, ma una |
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medesima; ed è ancora più assurdo che nel concetto dell' | Io | sia il concetto del Non7Io, perocchè l' un concetto esclude |
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l' Io, da lui prodotto per via di speculazione, coll' | Io | reale, nel quale solo dimora la cognizione di sè stesso. Ma |
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solo dimora la cognizione di sè stesso. Ma l' ammettere un | Io | reale, anteriore all' Io concetto e riflesso, è la |
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di sè stesso. Ma l' ammettere un Io reale, anteriore all' | Io | concetto e riflesso, è la distruzione del sistema che si |
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di significati attribuiti al vocabolo Io, conchiude che l' | Io | fa un' equazione col Non7Io, in quanto che si trovano nel |
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oggetti supremi dello scibile e dell' universo sono tre: l' | Io | che pone sè stesso, l' Io che pone il Non7Io, l' Io che fa |
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e dell' universo sono tre: l' Io che pone sè stesso, l' | Io | che pone il Non7Io, l' Io che fa un' equazione tra l' Io e |
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tre: l' Io che pone sè stesso, l' Io che pone il Non7Io, l' | Io | che fa un' equazione tra l' Io e il Non7Io. Ma: In questi |
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l' Io che pone il Non7Io, l' Io che fa un' equazione tra l' | Io | e il Non7Io. Ma: In questi tre oggetti il valore della |
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il Non7Io. Ma: In questi tre oggetti il valore della parola | Io | cangia sempre, come dicevamo, perocchè l' Io producente non |
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della parola Io cangia sempre, come dicevamo, perocchè l' | Io | producente non può essere l' Io prodotto, giacchè |
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come dicevamo, perocchè l' Io producente non può essere l' | Io | prodotto, giacchè producente e prodotto sono concetti |
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e prodotto sono concetti opposti; l' Io, nel quale l' | Io | e il Non7Io fanno equazione, non può essere lo stesso Io |
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l' Io e il Non7Io fanno equazione, non può essere lo stesso | Io | che costituisce un termine dell' equazione, perocchè ciò |
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i due termini non può essere uno dei due termini. Se l' | Io | produce il Non7Io, dunque produce ciò che non è Io, produce |
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che non è lui stesso. Il che è ben evidente, poichè l' | Io | e il Non7Io sono opposti; e non possono dichiararsi la cosa |
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non si potrà mai dire che significhino lo stesso. Che se l' | Io | produce un' entità diversa da sè, dunque il celebre |
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se ne è ito a terra, rimanendo conceduto che l' | Io | può uscire da sè stesso cogli atti suoi, può creare qualche |
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sè, qualunque cosa poi ella sia (1). Vera equazione fra l' | Io | e il Non7Io non si potrà far mai, se non si mutano i |
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che egli spiega la sua pretesa equazione, dicendo che l' | Io | contrappone all' Io divisibile un Non7Io, pure divisibile. |
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sua pretesa equazione, dicendo che l' Io contrappone all' | Io | divisibile un Non7Io, pure divisibile. Ma il contrapporre |
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quell' equazione contiene queste due proposizioni: 1) L' | Io | pone il Non7Io come limitato dall' Io; 2) L' Io pone sè |
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1) L' Io pone il Non7Io come limitato dall' Io; 2) L' | Io | pone sè stesso come limitato dal Non7Io . Ma in queste |
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abusa dunque di questa parola equazione. Oltre di che, l' | Io | limitante non è preso nello stesso senso dell' Io limitato, |
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che, l' Io limitante non è preso nello stesso senso dell' | Io | limitato, l' Io divisibile non è preso nello stesso senso |
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non è preso nello stesso senso dell' Io limitato, l' | Io | divisibile non è preso nello stesso senso dell' Io |
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l' Io divisibile non è preso nello stesso senso dell' | Io | indiviso. Si gioca adunque colle diverse riflessioni, che |
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atto del medesimo, si vuole che ognuna di essa produca un | Io | diverso, che coll' Io precedente abbia i rapporti di |
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vuole che ognuna di essa produca un Io diverso, che coll' | Io | precedente abbia i rapporti di limitante, di limitato, di |
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secondo i numeri delle riflessioni, accade che gli | Io | stessi si vadano così replicando, e si possano così |
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esso a queste interrogazioni: Qual ragione vi è perchè l' | Io | ponga sè stesso, anzichè non si ponga? Che cosa lo muove a |
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in un dato tempo. Qual ragione vi è perchè il numero degli | Io | che si pongono sia piuttosto uno che l' altro? Giacchè il |
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sia piuttosto uno che l' altro? Giacchè il numero degli | Io | è pur finito, e potrebbe essere accresciuto, e viene |
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Ovvero dovete sostenere che non esiste che il vostro | Io | (il che sarebbe coerente all' escludere tutto ciò che è |
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la filosofia per voi solo. Qual ragione muove l' | Io | a porre il Non7Io piuttosto che a non lo porre? La parola |
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Non7Io esprime il mondo e le cose tutte diverse dall' | Io | in un modo negativo, come osservammo, cioè dichiarando che |
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non sono Io, ma non dicendo che cosa sono. Ora non ogni | Io | pone (per continuare colla stessa frase) un Non7Io eguale; |
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e delle cose da sè diverse più, ed altri meno; e quindi l' | Io | dei primi pone non Non7Io diverso (più o meno abbondante) |
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non Non7Io diverso (più o meno abbondante) che non fa l' | Io | dei secondi. Qual ragione sufficiente assegnate voi perchè |
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secondi. Qual ragione sufficiente assegnate voi perchè un | Io | debba porre un Non7Io determinato in un modo piuttosto che |
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modo piuttosto che in un altro? Qual ragione vi è perchè l' | Io | voglia limitare sè stesso producendo il Non7Io? Qual |
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producendo il Non7Io? Qual ragione assegnate voi perchè l' | Io | voglia dividere sè stesso in due, nell' Io e nel Non7Io, |
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voi perchè l' Io voglia dividere sè stesso in due, nell' | Io | e nel Non7Io, come voi dite? Nel sistema di Fichte non si |
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all' Io. E dove ci fosse una tale ragione, che determina l' | Io | a tutti gli atti che gli si fanno fare, ella dovrebbe |
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negare non si dà eguaglianza », e questo sistema dice: « l' | Io | che è affermazione, e il Non7Io che è negazione, fanno fra |
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che le parole. Mi restringerò ad accennarne una nuova. « L' | Io | pone il Non7Io ». Ora che cosa è il Non7Io? Tutto ciò che |
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è l' Io: il mondo e Dio. Ma nel mondo vi sono degli altri | Io | (1). Ora questi Io pongono sè stessi. Ma poichè rispetto |
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e Dio. Ma nel mondo vi sono degli altri Io (1). Ora questi | Io | pongono sè stessi. Ma poichè rispetto all' altro Io, sono |
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Io, sono Non7Io, dunque sono posti due volte. Anzi ogni | Io | è posto tante volte quanti sono gli Io esistenti, perocchè |
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due volte. Anzi ogni Io è posto tante volte quanti sono gli | Io | esistenti, perocchè ciascun Io pone sè stesso e pone tutti |
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tante volte quanti sono gli Io esistenti, perocchè ciascun | Io | pone sè stesso e pone tutti gli altri, compresi nel Non7Io. |
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altri, compresi nel Non7Io. Ora, o colle parole « porre l' | Io | e porre il Non7Io »si vuole intendere meramente conoscere, |
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oggetto; o si vuol dire fare esistere , e in tal caso gli | Io | si moltiplicano all' infinito, perocchè ogni Io, ponendo |
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all' infinito, perocchè ogni Io, ponendo tutti gli | Io | che esistono, li produce; onde il numero degli Io si |
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tutti gli Io che esistono, li produce; onde il numero degli | Io | si moltiplica per sè stesso; e questo numero di Io, elevato |
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si moltiplica per la ragione stessa; onde l' aumento degli | Io | in questo sistema verrebbe espresso da una serie infinita, |
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da una serie infinita, che, fatto il numero primitivo degli | Io | .uguale . .x ., si potrebbe esprimere così: .x ., .x . 2, |
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non trovandosi mai l' ultimo termine, il numero degli | Io | esistenti non sarebbe assegnabile, anzi non potrebbe venire |
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resterebbe a render ragione a sè stesso del perchè il suo | Io | non potrebbe porre alcun altro Io, compreso nel Non7Io, |
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mondo! In secondo luogo poi, essendo indubitato che il suo | Io | pone nel Non7Io molti altri Io diversi da sè, converrebbe |
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indubitato che il suo Io pone nel Non7Io molti altri | Io | diversi da sè, converrebbe che il suo porre non |
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operare senza una ragione sufficiente; e noi vedemmo che l' | Io | opera in questo sistema senza una ragione che ne lo |
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una causa straniera alla sua naturale attività. Ora l' | Io | di Fichte, l' unico ente che esista, limita e divide sè |
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è alcun essere. L' unica cosa che esiste sono le immagini; | io | stesso sono una di queste immagini, anzi io non sono |
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le immagini; io stesso sono una di queste immagini, anzi | io | non sono questo, ma solamente un' immagine confusa d' |
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adunque fu colpito da ciò che aveva detto Fichte, che « l' | Io | e il Non7Io formavano un' equazione »; e il sistema dell' |
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Fichte aveva confuso lo spirito coll' Io; e posciachè l' | Io | è uno spirito che ha coscienza di sè e si pronuncia, perciò |
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trovata quell' assurda e contradittoria sentenza, che « l' | Io | pone sè stesso ». Ma poichè lo spirito, oltre conoscere sè |
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di spiegare questo fatto, Fichte aveva aggiunto che « l' | Io | pone anche il Non7Io ». Atteso poi che l' Io nulla può |
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che « l' Io pone anche il Non7Io ». Atteso poi che l' | Io | nulla può conoscere fuori di sè stesso, Fichte conchiuse |
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conoscere fuori di sè stesso, Fichte conchiuse che « fra l' | Io | e il Non7Io vi è equazione », riducendo così questo a |
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modificazione, se tale fosse il Non7Io. All' incontro l' | Io | è conscio che il Non7Io è una negazione di sè, qualche cosa |
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Io. Essendo dunque assurdo il fare una equazione fra l' | Io | e il Non7Io, avrebbe Fichte dovuto accorgersi dell' |
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dovuto accorgersi dell' erroneità del principio, che « l' | Io | nulla possa conoscere fuori di sè stesso »; perocchè ogni |
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l' apparenza dalla sostanza, in tal caso si domanda se l' | Io | stesso è apparenza o sostanza. L' Io è la coscienza, ed è |
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caso si domanda se l' Io stesso è apparenza o sostanza. L' | Io | è la coscienza, ed è pure la coscienza quella che attesta |
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se ciò che attesta la coscienza è un' apparenza, anche l' | Io | è un' apparenza non meno che il Non7Io, ed è quello che in |
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lo stesso Fichte. Nè poteva altro, giacchè lo stesso | Io | è quello che pone sè stesso, e che pone il Non7Io. Se |
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di sè? Non può essere, poichè egli è opposto all' Io, e l' | Io | è la coscienza. Il dire dunque Non7Io è lo stesso che dire |
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distruggeva il fondamento d' una tale filosofia, ammise l' | Io | e il Non7Io, cioè la Coscienza e la Non7Coscienza; e |
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ragionamenti, coi quali s' era pervenuto a stabilire l' | Io | e il Non7Io di Fichte, e però si abbracciava un sistema, |
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Schelling, adunque, riceve da Fichte la proposizione che l' | Io | produca il Non7Io, cioè che il Consapevole (lo Spirito) |
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di poi aggiunge la proposizione che « il Non7Io produce l' | Io | », perchè il Non7Io (la Natura) vuole conseguire la |
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della Natura . La prima muove dal principio che l' | Io | nulla conosce fuori di sè; di che ne viene che tutto ciò |
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e d' intelligenza? Egli la considera come l' atto di un | Io | supremo, del quale suo atto l' Io non abbia alcuna |
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come l' atto di un Io supremo, del quale suo atto l' | Io | non abbia alcuna coscienza. Come spiega la sensazione, che |
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priva di coscienza? Egli la fa del pari scaturire dall' | Io | supremo, al quale nell' atto del sentire vien meno la |
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di sè stesso. Come spiega il bello estetico? E` per lui l' | Io | supremo, che nell' artista, perdendo la coscienza di sè, |
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non è altra che quella di Fichte, essere impossibile che l' | Io | intenda qualche cosa fuori di sè stesso, venendo ad |
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ad argomentare o piuttosto a paralogizzare così: « L' | Io | non può intendere nulla fuori di sè. Ciò che intende |
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una cosa diversa da sè. Quando anzi, se fosse vero che l' | io | non potesse intendere niuna cosa se non in sè stesso, si |
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per la terza volta. Passi. Ma rimane a domandarsi se l' | Io | può essere latente, se un Io latente non è una |
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Ma rimane a domandarsi se l' Io può essere latente, se un | Io | latente non è una contraddizione in termini, perocchè viene |
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di Schelling. Il sistema di Fichte, che trae dall' | Io | il Non7Io, ne è la prima; la seconda propria di lui, è il |
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come abbiamo osservato, è pressochè loro sconosciuta. L' | Io | sottomesso all' analisi risulta: 1) da un sentimento |
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fa sopra di sè, onde anche pronuncia sè stesso dicendo | Io | . L' Io dunque involge l' opera della riflessione e la |
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sopra di sè, onde anche pronuncia sè stesso dicendo Io . L' | Io | dunque involge l' opera della riflessione e la coscienza, |
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più al terzo elemento che ai due primi, parlò dell' | Io | dandogli la natura di riflessione, e però lo fece |
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si appigliò al primo di quei tre elementi, e immaginò un | Io | sentimento, che ora è consapevole, ora inconsapevole, senz' |
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che un mero sentimento non è mai un Io, perocchè ad un | Io | è essenziale la coscienza, che appartiene all' |
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i suoi antecessori, cadde sul secondo elemento, e il suo | Io | primitivo non fu sentimento, non fu riflessione o |
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conclusione. Ma si erano poco occupati a dimostrare come l' | Io | si trasformasse in tutte le cose, e producesse tutte le |
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dall' umana mente. A questo lavoro s' accinse Hegel. L' | Io | di Hegel essendo dunque l' Idea, egli si occupò a |
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si contiene, la quale ancora ci manca. Quanto a me, | io | non dubito che le ingiurie fatte a quei libri dalle vicende |
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che contengono di presente i libri che portano il suo nome, | io | mi sento sgomentato a dover dire che essi presentano agli |
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particolare7comune, e non reale e particolare solamente. | Io | dovrei qui venire alla conclusione, riassumendo il modo |
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principali degli antichi intorno alla natura dell' anima. | Io | procurai di esportele fedelmente, traendole dalle loro |
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scritti più autorevoli che ce le tramandarono; il che se | io | abbia conseguito, non bramo altro giudice che te stesso. Nè |
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censura quattro libri intorno alla natura dell' anima, | io | sperai avermi acquistato qualche diritto di scrivere questo |
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opinioni, che pure li partirono in vari drappelli; nè | io | so, per avventura, chi fra di essi abbia prodotto una |
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alcuni dell' età nostra già procacciano di ripescare, | io | volli, come ho saputo, farmi loro compagno nella pietosa |
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uomini, non sono tutti oro schietto - e il saggio, a cui | io | stesso di mano in mano li posi, chiaramente lo dimostra - |
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la loro potenza mentale e materiale ne rimane snervata. | Io | credo ch'essi, nella pratica del commercio, dovranno |
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in tutto il medio evo l'analisi è preordinata e fatale. | Io | non mi trattengo a descrivervi il fatto del quale molti di |
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molti di voi sono più intimi testimonii ch'io non sia. | Io | non mi trattengo a rammentarvi come avvenne che nella |
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ma potrebbe essere ad altri un'opera di lunga lena. | Io | aveva già presenti alla mente queste idee, quando (in |
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da lui proposta per gli studi scientifici in Italia. | Io | gli proposi allora per sommo principio da seguirsi nel |
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gli ingegneri, ciascuna delle quali avesse dieci catedre, | io | intendeva che si ponesse la mira a disporre a poco a poco |
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le loro dottrine in lezioni volontarie perte a tutti. Anzi | io | proposi che una facultà di Scienze Nuove i aprisse in Roma; |
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semplicemente alla luce che può ferirceli; pensiero che | io | posso fare anco di mezza notte, quando il sole mi sta sotto |
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che resta a fare all' uomo, e ch' egli fa veramente, | io | la ho denominata sintesi primitiva . Per chiarire meglio |
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con tutta chiarezza questa differenza importante. Perchè | io | possa dire nel mio interno pensiero:« una cosa esiste«, e |
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e aver quindi la persuasione della sua reale sussistenza, | io | devo pensare in qualche modo questa cosa, a cui applico il |
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della cosa è come il soggetto nel giudizio indicato. Ora | io | posso pensare, in qualche modo, una cosa, posso aver in |
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modo, un soggetto , di cui prédico l' esistenza, anche se | io | non ho percepita quella cosa, anche se quella cosa non ha |
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sopra di me e così non mi si è palesata, bastando ch' | io | però abbia di quella cosa un indizio qualunque che mi |
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a cui penserei che una cosa è dentro a quel pugno, sebbene | io | non la vedessi, sebbene ella non sia punto, e non sapessi |
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insomma che ci produce quella cognizione della cosa che | io | chiamo positiva . Ma anche senza questo splendore della |
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tre parti e sono le seguenti: 1. un argomento, dal quale | io | arguisco che un ente sussiste, e quindi lo affermo; 2. un |
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viene in conseguenza di questa relazione determinante, che | io | cioè possa negare , se non affermare certo molte cose di |
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cose da me percepite. Da questa ultima parte, per la quale | io | posso dire ciò che la cosa conosciuta negativamente non è, |
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ritornano allo stesso, perocchè l' argomento onde | io | induco sussistere Iddio, è appunto la relazione coll' |
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e Dio, trovasi anche un motivo ragionevole in questo, che | io | posso indurre che Dio sussiste, dal considerare la |
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la determinazione riesce tanto più perfetta, quanto più | io | prendo ad analizzare esso universo e distinguerne le ultime |
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esistenza di Dio, il segno (che mi fa da soggetto) a cui | io | applico l' essere ideale , è un complesso stesso d' idee, |
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afferma che dietro una tela sta qualche cosa collocato, | io | non ho la percezione di questa cosa o visione, perchè me ne |
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ed egli mi vale un segno, un nome della cosa, su cui dirigo | io | poi il giudizio che quella cosa, pensata comechessia in |
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in quel mio concetto, esiste realmente. Col qual giudizio | io | applico l' idea di esistenza alla cosa così idealmente |
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espresso nella parola« esiste «; ed è la seguente. Quando | io | dico:« esiste una cosa finita«; io do a questa cosa, con |
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ed è la seguente. Quando io dico:« esiste una cosa finita«; | io | do a questa cosa, con tale mia affermazione, una esistenza |
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un' esistenza partecipata, e parziale. All' incontro quando | io | affermo l' esistenza di Dio, io do a Dio tutta l' |
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All' incontro quando io affermo l' esistenza di Dio, | io | do a Dio tutta l' esistenza, tutto l' essere pensabile, |
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esiste l' essere«; ovvero più diffusamente: « l' essere che | io | concepisco, è un essere reale e sussistente«: e questa |
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base. Ora veniamo a quella che si dice Teologia rivelata . | Io | esporrò, con quella chiarezza che mi saprò meglio, le |
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che gli dice un veggente, e gliela dà per vera:« | Io | percepisco una torre prima di avvicinarmi ad essa, ma |
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che implicitamente, all' istesso modo come chi dicesse« | io | credo a tutto ciò che afferma Tizio«; col quale atto se |
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l' amore e l' opera naturale. Per veder questo, che cosa è, | io | domando, l' ordine naturale? che cosa è un' operazione |
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questo, non sieno soddisfatti del solo aver questo nome: | io | veggo fra noi stessi una quantità di persone irrigidite |
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caratteri che accompagnano la fede viva o soprannaturale. | Io | credo però che la fede che rimane in un uomo battezzato |
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è stato messo alla grazia, se ha ricevuto lo Spirito Santo, | io | credo probabilmente che nel suo spirito rimangano delle |
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colla divinità. Recherò in prova di questa tesi quello che | io | credo il più autorevole raccoglitore della cristiana |
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anima umana (4). Nella essenza dell' anima adunque, nell' | IO | è la operazione della grazia: in questo IO che è l' |
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adunque, nell' IO è la operazione della grazia: in questo | IO | che è l' identico soggetto di tutte le potenze, perchè io |
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IO che è l' identico soggetto di tutte le potenze, perchè | io | medesimo che penso, sono quello altresì che vuole, che ama, |
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radicale e comune alle potenze tutte, che col nome di | IO | si segna; e allora solo si ha concepita quella essenza |
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Questa dottrina poi consuona al tutto con quella che | io | ho esposta nella Ideologia . Tra le essenze delle cose io |
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io ho esposta nella Ideologia . Tra le essenze delle cose | io | ho messo in primo luogo quelle appunto che chiamo |
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E facendoci in particolare alla intelligenza umana, | io | ho dimostrato che questa intelligenza non è che la visione |
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» (questa è l' essenza dell' anima intellettiva) «e | io | scruterò la tua legge » (questa è la ragione rinforzata che |
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si può provare considerando la natura di ogni potenza. | Io | ho dimostrato che ogni potenza è un atto7primo : per |
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questo lume è chiamato visione , che equivale a quello che | io | dico percezione , ed è una comunicazione dell' essere reale |
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indistinta ) (7). Conviene che dichiari il significato che | io | aggiungo a questa parola deiforme . Iddio fa più operazioni |
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si possa chiamare deiforme (2). Per operazione deiforme | io | intendo una operazione che non solo ha per principio Iddio, |
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filosofia dello spirito umano, come pure con quanto | io | ho di sopra espresso intorno alla grazia: di poi recherò i |
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grazia: di poi recherò i luoghi de' Padri stessi. Di sopra | io | dissi che l' uomo per la grazia percepiva realmente Iddio; |
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la dottrina, a divinizzarla, a dichiararla anch' essa Dio. | Io | però sostengo essere ciò avvenuto per non avere |
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in mezzo anche da' più santi Padri: non sarà inutile che | io | la illustri e confermi colle loro testimonianze. S. Cirillo |
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Atti degli Apostoli (II): [...OMISSIS...] . Finalmente | io | non posso omettere l' autorità di Origene notabilissima |
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però sono divisi, se Iddio operi anche come causa formale . | Io | credo essere necessario di chiarir bene il significato di |
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parti, moto ove è numero e estensione; ed è per questo che | io | ho chiamata questa parte reale della nostra percezione de' |
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stesso e non una qualche sua similitudine o idea. Quando | io | dico: - date anche a me di quelle frutta che voi mangiate - |
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- date anche a me di quelle frutta che voi mangiate - ; | io | non dimando già l' idea delle frutta, ma dimando le frutta |
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verità, che, in virtù della funzione del giudizio o come | io | la ho anche appellata, del verbo, l' uomo intelligente col |
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atto dell' uomo intelligente. Or come è possibile ciò? | Io | ho dichiarata questa grande verità nella Ideologia (1) |
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e abbisognano della gloria di Dio« (4). - « E non ti ho | io | detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?« (5). » E |
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formalmente si congiunge. Egli non sarà però inutile che | io | ancora un po' mi trattenga a provare colle testimonianze |
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substantia interposita ab ipsa veritate FORMATUR (2) ». | Io | ho già dimostrato che questa verità , di cui parla S. |
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conoscere Iddio, conviene conoscer[n]e la sussistenza. Ma | io | ho dimostrato che colle idee pure non si conosce che la |
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ridotte tutte le supreme nature dell' universo. Ora questa | io | credo essere appunto la formola che più completamente di |
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cui mi devo riferire e rimettere spesso in questo trattato, | io | ho dimostrato che la specie non è che il rapporto che ha la |
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da una intelligenza, dalla quale possa essere apprezzato. | Io | ho trattato a lungo questo vero nel libro de' Principii |
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ordine, di cui parliamo, suppone de' fini e de' mezzi: ma | io | ho dimostrato che il concetto di fine non si trova se non |
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propria dell' ordine morale. Non sarà inutile che | io | rechi tutto insieme il luogo importante del santo Dottore, |
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sussistenze, essere tre persone in una natura. Benissimo, | io | dico. Accordo che, ove non si ammetta il mistero della |
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divina. Il Padre è l' essenza divina, un sentimento, un | IO | che conosce sè stesso. Questa essenza, in quanto è |
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amabile e amata, sussiste (2), ella ha un sentimento, è un | IO | come amato. Questa essenza intesa e sussistente come amata, |
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però che s' intenda questo concetto con tanta facilità, | io | posso mettere più attenzione in questo concetto e colla mia |
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vista più chiara di lui. E nondimeno è sempre il tutto che | io | ho contemplato, tanto contemplandolo io superficialmente, |
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sempre il tutto che io ho contemplato, tanto contemplandolo | io | superficialmente, come contemplandolo intensamente. Ciò che |
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Giobbe, allorchè egli diceva di Dio: «Anche se mi ucciderà, | io | spererò in lui? (1) ». Tuttavia questa fortezza degli |
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appunto sono chiamati altrettanti Cristi nelle Scritture? | Io | sarei infinito se volessi riferire i luoghi innumerevoli |
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stato fatto il mondo, appresso il Padre suo (4). Ora ciò | io | punto non nego (5): solo affermo che questo fu favore |
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chiesa con lui suo sposo. « PERMANETE in me, dice Cristo, e | io | in voi. Siccome un tralcio non può portar frutto da sè |
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la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, ed | io | lo risusciterò nell' ultimo giorno. - Chi mangia la mia |
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- Chi mangia la mia carne e beve il sangue PERMANE in me e | io | in lui« (4) ». E finalmente Cristo dà appunto questa |
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è quello che vogliono dire quelle parole di Cristo: « Ecco, | io | sto all' uscio e batto: se alcuno udirà la mia voce e mi |
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e batto: se alcuno udirà la mia voce e mi aprirà la porta, | io | entrerò a lui e cenerò con lui, ed egli con me« (2) ». E` |
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con lui, ed egli con me« (2) ». E` il medesimo che dire:« | Io | mi presento all' intelletto: ora sta alla volontà che |
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se noi nol vedessimo, nol conoscessimo per altro mezzo. Ora | io | dico, che anche nella santificazione dell' anima non sempre |
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senza vestigio di distinte persone, proviene (2). Ora | io | debbo dimostrare che la distinzione che io fo' fra i doni |
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(2). Ora io debbo dimostrare che la distinzione che | io | fo' fra i doni della persona e la persona stessa, non è |
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con voi (4) »; e tosto soggiunge: «« Rimanetevi in me e | io | in voi« (5) »; attribuendo appunto all' effetto delle sue |
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quanto aveva udito dal Padre: « TUTTE le cose che | io | udii dal Padre mio, le feci a voi note« (4) ». I Padri |
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non è diverso dal suo essere. Ora se Cristo avesse detto: | Io | vi feci note molte cose che ho udite dal Padre, poteva |
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interpretazione del passo di Cristo: « Tutte le cose che | io | ho udito dal Padre mio, le feci io note a voi«, dalla |
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« Tutte le cose che io ho udito dal Padre mio, le feci | io | note a voi«, dalla seguente osservazione. In che modo |
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a quelle delle altre. In che maniera dunque di nuovo | io | chiedo, poteva dirsi con verità, che agli Apostoli tutte le |
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dato il sermone del Padre, il quale tutte le conteneva. « | Io | ho dato loro il tuo sermone« - « Il tuo sermone« è LA |
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dicesse: come il Padre dà a me l' essere personale, così | io | do a' miei diletti l' essere loro personale. - E questa |
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anche il Verbo viene chiamato Consolatore, in quel passo: « | Io | pregherò il Padre, e darà a voi un altro Paracleto cioè |
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interiore, del Verbo. Onde dice: « Non vi lascierò orfani: | io | verrò a voi«. E tosto appresso:« Ancora un poco e il mondo |
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e il mondo già più non mi vede; ma voi mi vedete, perchè | io | vivo e voi pure vivete« (6) ». Nelle quali parole viene a |
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l' amore dicendo: « Siccome il Padre ha amato me, così ed | io | pure ho amati voi. PERMANETE nella mia dilezione« ». - La |
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precetti, PERMARRETE nella dilezione mia, siccome anch' | io | ho osservato i precetti del Padre mio e PERMANGO nella |
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il Padre. Quando adunque Cristo diceva al Padre: « | Io | ti ho chiarificato sopra la terra« (1) »; mostrava con |
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o Padre, appresso te stesso di quella chiarezza, che | io | ebbi prima che fosse il mondo, appresso te« ». Non dimanda |
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ed è anche in questo senso, che il Verbo divino dice: « | Io | sono la via« (2) ». S. Paolo distingue parimente i due |
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in maggiore abbondanza, ma disse semplicemente: « Ed | io | mando il promesso del Padre mio in voi« (2) »; facendo così |
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cose« ». Ma in che modo? Suggerendo tutte quelle cose che | io | stesso vi avrò dette: « Suggeret vobis omnia quaecumque |
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espresso ancora dalle seguenti parole di Gesù Cristo: « | Io | ho ancora molte cose da dirvi; ma non le potete sostenere |
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quello che udirà » (cioè quello che udirà da me, essendo | io | che dò la verità, la verità stessa sussistente), «e le cose |
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molte cose, e non si sa di saperle. Questo è un fatto che | io | credo di avere stabilito indubitatamente nella Ideologia. |
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Spirito Santo, dice così: « In quel giorno CONOSCERETE che | io | sono nel Padre mio, e voi in me, e io in voi« (2) ». Non |
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CONOSCERETE che io sono nel Padre mio, e voi in me, e | io | in voi« (2) ». Non dice già che in quel giorno essi saranno |
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poco, e il mondo già non mi vede: voi poi mi vedete, perchè | io | vivo e voi vivete« ». Lo vedevano adunque, lo percepivano |
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parole, dicendo: « Chi ama me, è amato dal Padre mio: e | io | l' amerò e gli manifesterò me stesso« ». Invece di dire, |
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ha potuto applicare alla sua incarnazione quelle parole: « | Io | sono uscito dal Padre e venni nel mondo« (3): e quelle |
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uscito dal Padre e venni nel mondo« (3): e quelle altre:« | Io | venni in nome del Padre mio« (4) »; cioè egli ha potuto |
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grazia. Questo è ciò che significano le parole di Cristo: « | Io | sarò con voi sino alla consumazione de' secoli« ». E quelle |
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de' secoli« ». E quelle altre dello Spirito Santo: « E | io | pregherò il Padre, ed egli darà a voi un altro Paracleto, |
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sia sapienza e modestia, o piuttosto matta arroganza, | io | non dico, ma il dica qualsivoglia protestante o cattolico, |
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qualsivoglia protestante o cattolico, greco od arabo, ch' | io | lascio al comune senso deciderlo. Solo di far questa |
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l' autorità sua a quella della chiesa? In tale alternativa | io | mi attengo alla chiesa. Ma oltre all' essere affatto |
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uomini egualmente formate, e l' arma eguale. Da una parte | io | veggo uomini gridanti che, dopo aver fatto un sano uso |
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di fatto. Ora la sana ragione da qual parte starà? Se | io | bado alle loro parole, i primi si chiamano razionalisti e |
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Non sembrerebbe dover essere secondo l' equità che, avendo | io | uomini da una parte e uomini dall' altra, i quali |
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ragione e aver diritto di seguitare ciò che ella lor detta, | io | calcolassi imparzialmente la probabilità che può esservi, o |
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l' una delle due dica il vero? Ora certo è che, non potendo | io | discernere uomo da uomo, e però dovendo riconoscere in |
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di far uso della sua ragione, procederò equamente, ove | io | stabilirò questo principio: Nel fare un ragionamento, se |
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sistemi di filosofia; e in nessun luogo della terra, che | io | sappia, viene più insegnata, senza almeno averla sottomessa |
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furore nelle cose loro religiose si lascino governare, | io | non vo' dire. Dico bensì che se una tal setta vi ha, questa |
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si contentano di tacciarli di arroganza e di stoltezza: ma | io | non veggo dove stia arroganza maggiore, quanto in |
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idee religiose? non c' è che una religione al mondo? Nè | io | nego già che l' uomo non possa sentire la bontà intrinseca |
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quella, di signoreggiare la persuasione umana. Bene sta. | Io | avevo già preveduto meco medesimo che batteva qui il |
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il professore le attribuisce come suo esclusivo diritto, | io | mi credo di dover dubitare che se tal persuasione fu ferma |
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della medesima, e che faceva dire a questo gran Padre: « | Io | non crederei alla Scrittura, se non mi movesse a ciò l' |
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conserva sulla terra perpetuamente, avendo detto Cristo: « | Io | sarò con voi fino alla fine dei secoli « ». Ma come so io, |
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divino magistero vivente nei maestri della chiesa? Lo so | io | forse per altro se non per parole e i fatti di Cristo che |
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che sono tutti contenuti nella Bibbia? - Sì, certamente: | io | ne ho delle altre prove. I primi fedeli hanno creduto agli |
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allora è cosa ben rara che, senza offendere la modestia, | io | possa parlare in tuono assoluto e pronunciare la mia |
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naturali. Ora in quanto al primo di questi argomenti, | io | comincio a far osservare che tutti quei dotti teologi di |
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di ciò che si debba intendere per azione immediata di Dio; | io | mi farò brevemente a esporglielo secondo il fondo de' |
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ma pur solo di pensare così vane sciocchezze, perocchè | io | credo che penerà assai di trovare in tutto il mondo un uomo |
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il significato che sta annesso a questo monosillabo | IO | per rivelare quello che per comune sentenza (2) si contiene |
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del soggetto appellato uomo . IO« uomo« veggo l' essere, | Io | veggo la verità (3), ma io non sono l' essere, io non sono |
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. IO« uomo« veggo l' essere, Io veggo la verità (3), ma | io | non sono l' essere, io non sono la verità che pur veggo. |
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essere, Io veggo la verità (3), ma io non sono l' essere, | io | non sono la verità che pur veggo. Privo dell' essere, privo |
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Privo dell' essere, privo della vista della verità, l' | IO | ancora potrebbe sussistere, sebbene non potrebbe pensare se |
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il pensiero non è altro che la vista dell' essere (4). L' | IO | che vede l' essere è intelligente, e senza l' essere, come |
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non essendo ancora illuminato dal lume della verità. Quest' | Io | sentimento, concepito privo d' intelligenza, la riceverebbe |
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sua forma , ciò che lo adduce al suo più nobile atto. Un | Io | sentimento come l' abbiamo dedotto, privo d' intelligenza, |
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come l' abbiamo dedotto, privo d' intelligenza, è un | Io | animale; fornito d' intelligenza, si chiama uomo . Nel |
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pure il Verbo incarnato, dicendo: « Se non credete che | IO | SONO, morrete ne' vostri peccati« (5) ». Tutti i Padri |
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che tutte si trovano nell' unica idea dell' essere, come | io | ho mostrato nella Ideologia), «essa ha presente a sè stessa |
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sussistere. Col conoscere adunque quella cosa contingente | io | non faccio che ravvisare nella sua azione sopra di me un |
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nella sua azione sopra di me un atto dell' essere che | io | già conosco; non è che un riconoscere adunque in atto, e in |
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adunque in atto, e in un atto particolare, ciò stesso che | io | prima conoscevo in potenza e in un modo universale, perchè |
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nel condizionale, la conseguenza nel principio; onde è che | io | non posso da lui solo svolgere la cognizione di tutte le |
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e portino in me un cotal sentimento di sè stesse, acciocchè | io | quasi mi svegli da un mio letargo e apra gli occhi a |
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dell' essere stesso, e ciò appunto che modifica quello che | io | chiamo senso intellettivo o spirituale, e non è diverso |
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quelle parole di Cristo: « Se voi non crederete che | io | sono« ». Ivi fra le altre cose dice: [...OMISSIS...] . Per |
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che« le cose divine e sempiterne, dicevamo, e tutte, come | io | ho mostrato, si riducono all' essere ideale e reale, si |
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Questa dottrina s' incontra di frequente in S. Agostino; ma | io | mi restringerò qui a recare in mezzo solo un passo tolto |
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cibo a sè proporzionato veramente in nessuno (1). Nè | io | voglio affermare per questo che l' uomo, anche lasciato da |
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di questa parola imagine per conoscere la verità di ciò che | io | dico: nel che seguiremo S. Tommaso che pone sempre grande |
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è tutto il nerbo e la perfezione della dignità umana. Ma | io | non dò tuttavia questa interpretazione per sicura: e se più |
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conforme all' umana intelligenza, e che mi ricorda di avere | io | espresso in alcuni versi sullo stato di Adamo, i quali, se |
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unione, ove divenuta fosse per tal modo piena e compita, | io | penso che allora l' uomo quasi deificato avrebbe acquistate |
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quanto diceva a Dio Giobbe: « Eziandio se tu mi ucciderai, | io | spererò in te« (3) ». L' uomo spera nel suo Dio, sebbene |
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l' uomo fornito? In quanto alla prima di queste dimande, | io | rispondo che essendo i beni soggettivi creati limitati, |
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in Dio, per questo che sono fatti una cosa con Dio: « | Io | in essi dice Cristo parlando al Padre, e tu in me, |
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e parmi secondo la mente del Dottore della grazia, se | io | nulla intendo, che perchè quella grazia potenziale |
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ora ci serve di guida. Ma che il fondo dei suoi pensieri | io | reputo che sia questo: che venendo il principio del bene |
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pure se i vizii de' maggiori possano degradarle (il che | io | molto sospetto); questa è questione sottile e degna di |
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della persona, perfezione accidentale della natura. | Io | chiamo perfezione della persona quella che consiste e |
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nel principio morale. All' incontro perfezione della natura | io | dico quella che riguarda qualsivoglia principio attivo che |
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disordinato perocchè la sua personalità sarebbe sana, e l' | IO | (1) non ubbidirebbe già, ma riterrebbe la sua dignità di |
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più indefinitamente. In quanto alla perfezione della natura | io | credo che si possa rispondere affermativamente. E del |
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che si possa rispondere affermativamente. E del credere | io | alla indefinita perfettibilità della natura, la ragione è |
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Nell' ordine della natura questo perfezionamento personale | io | lo tengo di un progresso, al tutto indefinito, sotto ogni |
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medesimo. Ora nello stato degli uomini innocenti, | io | mi penso che per queste vie dell' intelletto e della |
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cioè in forma di cognizione e di amore. Perocchè così | io | penso meco medesimo che crescendo nell' uomo quella grazia, |
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E si faceva maraviglia di non essere ancora conosciuto: « | Io | sono con voi da tanto tempo, e ancora non mi avete |
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nati allo stato di deità, or vedete di che grandi opere | io | sia padre o facitore. Queste opere sono indissolubili per |
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ammutolire e ragionevolmente dovesse dire seco medesima: | io | non veggo l' uscita di questo intrico: il peccato originale |
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lo annunzia è infallibile. Le mie forze sono limitate: se | io | non veggo come il peccato si possa propaginare e derivare |
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nei figliuoli, non è per questo che non possa essere e che | io | medesimo non potessi vedere se crescessero le mie forze. Or |
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non potessi vedere se crescessero le mie forze. Or come | io | veggo per certo che l' autorità che me l' annunzia non può |
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dell' uomo e alla malizia o bontà della medesima. Il che | io | spero di dover dimostrare nel seguente capitolo, nel quale |
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la possibilità di una potenza, e non una vera potenza. Così | io | posso concepire in un soggetto qualsivoglia, poniamo in un |
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sua volontà un uso torto e sregolato. Come ciò avvenga, | io | dirò più sotto, parendomi qui aver detto abbastanza perchè |
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natura umana che costituisce propriamente il soggetto, l' | IO | dell' uomo. Da tutto ciò che è stato detto si fa palese una |
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che il peccato originale risiede nell' essenza dell' anima. | Io | spiegherò qui sotto in che senso dica il Dottore angelico |
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questa è una di quelle distinzioni per mancanza delle quali | io | dicevo non essersi ancora intieramente chiarite le idee |
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dalle sue creature l' ottimo degli enti. Ma dopo di ciò | io | sostengo che nè pur tutto questo sia necessario, acciocchè |
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stessa: e dove si prenda in tal senso, accordo anch' | io | che ogni precetto naturale, perchè sia onestamente eseguito |
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sussistente, un amore di Dio immediato . Ciò adunque che | io | accorderò sarà questo solo, che perchè nel modo di eseguire |
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la virtù soprannaturale. - Ragionevole è la istanza; e | io | non nego che l' uomo sia riprovevole in causa del mancargli |
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un giudizio pratico il quale dice così: è vero che | io | perdo facendo questa azione il bene onesto, ma dall' altra |
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altra parte il diletto che ha congiunto è tanto grande che | io | lo preferisco al bene onesto, e per ciò giudico che, nel |
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corpi è un aggiungersi loro un sentimento di cosa reale. | Io | non so in che stato questi corpi verranno raggiunti a |
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che presiedono al gran patto del risuscitamento dei corpi. | Io | inclino a credere che essi corpi verranno ripristinati in |
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umana prevaricata quello di che minacciò gli ebrei: « | Io | asconderò la faccia mia ad essi e starò a vedere a che mali |
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la questione e che non potesse essere altramente inteso, | io | non vorrò dire il contrario. Ma sottoporrò a qualunque uomo |
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in faciem eius spiraculum vitae », è la sola, per quanto | io | ne capisco, che possa render chiara e giustificativa |
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fino dal primo momento della sua esistenza peccatrice. | Io | so bene che si suole assottigliarsi per dare una plausibile |
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ancora non potersi dissimulare che in quelle risposte, se | io | punto nulla intendo, manifestasi più che altro uno sforzo |
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[...OMISSIS...] . Or resta a vedere in che modo appunto | io | fossi in Adamo, in lui peccassi, in lui fossi scacciato dal |
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non si può in alcun modo rifiutare. Or ella non può, se | io | nulla intendo, aver luogo se non nella sentenza dell' |
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(2). Nei figli è il padre stesso il quale si moltiplica. « | Io | farò crescere te oltre modo, dice Iddio ad Abramo, e porrò |
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le sostanze fanno, si prendesse per un cangiare di camicie. | Io | non intendo se non un solo cangiamento di forme possibile, |
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materiali, per soprabbondanza e non per necessità, | io | chiamerò costui a considerare, che come di sopra ho detto, |
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dal medesimo per dar luogo a delle nuove. Se non che | io | giungo fino a dubitare, che una tale sentenza rinserri |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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sostenere, salva la verità della cattolica fede: anzi tali | io | tengo che siano anche quelle che ne ho finora dedotte, chi |
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poi soprattutto parmi che deve essere riputata la seguente. | Io | tengo intrinseco alla fede cattolica essere, che il peccato |
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per generazione e perciò nell' atto della generazione. | Io | potrei addur qui una nube di definizioni e di testimonianze |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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il peccato passa nel figlio nell' atto del concepimento. | Io | recherò le sue stesse parole, nè pur traducendole, perchè |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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ed alla mente dell' Ecumenico Concilio di Trento. | Io | ho parlato fin qui della sentenza scolastica a quel modo |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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anima, quando questa non s' abbia perfettamente compresa. E | io | intendo qui di risolverla, appunto perchè ciò mi dà luogo |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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non si fa sussistente, ella rimarrà materiale o mortale? Ma | io | rispondo: L' anima sensitiva, ove il corpo a cui aderisce |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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fondamentale che costituisce l' essenza dell' animale, | io | ho distinto due elementi, cioè il principio e il fine, il |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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senziente per sè non cesserebbe mai, e sarebbe immortale. | Io | non dubito adunque di chiamare spirituale l' anima delle |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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principio, e solo dalla parte del suo termine è materiale. | Io | non dubito di chiamare l' anima, considerata come principio |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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A confermare queste affermazioni non sarà inutile che | io | rechi qualche passo fra i moltissimi che potrei addurre |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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. Ora una tal carne, di cui anche più sopra aveva detto: « | Io | so che non abita in me, cioè nella carne mia bene alcuno« |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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della volontà ossia del formal peccato. Or ciò posto, | io | non vedrei altresì che si potesse riprendere come contraria |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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uman seme; non altra, se ella essere vi potesse. E con ciò | io | credo di cogliere la mente del Dottor della grazia, il |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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in evidente contraddizione con esso, e dall' altra oggimai | io | credo non essere difficile d' accorgersi che si possa dare |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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che tenne col ministro Claudio, non sarà inutile che | io | arrechi ancora un passo dello stesso insigne prelato, tolto |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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stesa sull'anima, un vuoto che nulla riempie nel core! ed | io | che scrivo per voi queste pagine, lo so. Benedite Iddio che |
Doveri dell'uomo -
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per l'umanità, la Famiglia deve esserlo per la Patria. Come | io | v'ho detto che la parte della Patria è quella d'educare gli |
Doveri dell'uomo -
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scudo contro l'altrui forza, contro l'altrui corruttela. Ma | io | vi parlo d'un tempo in cui, col vostro sudore e col vostro |
Doveri dell'uomo -
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ciò che la scienza chiama l'io; ntorno al qual | io | i avvolge la famiglia; e insieme ad essa ed alla tribù |
Psicologia delle menti associate -
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si accorge; tutti li altri restano ripulsi dal suo sistema. | Io | lo chiamo un sistema chiuso. n sistema, non turbato da |
Psicologia delle menti associate -
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umana, solidarietà di nazioni, ogni cosa che voi ed | io | veneriamo. Ma il sogno di quei che, limitandosi alla |
Doveri dell'uomo -
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| Io | v'ho detto: voi avete vita; dunque avete una legge di |
Doveri dell'uomo -
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e con sublime istinto dell'avvenire, Gesù aveva detto: | Io | vi dico le cose che voi potete in oggi intendere e |
Doveri dell'uomo -
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Ma né sciolgono la questione di miseria intorno alla quale | io | vi parlo, né tengono conto alcuno del dovere sociale. |
Doveri dell'uomo -
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sarebbe insanabile; e Dio tolga, o fratelli miei, che | io | possa mai gittare, convinto, come risposta ai vostri |
Doveri dell'uomo -
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de' metodi si è l' impotenza . Datemi qualsiasi metodo: se | io | ragiono bene, eviterò l' errore, ma non giugnerò a |
Il razionalismo -
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l' errore, ma non giugnerò a dimostrare tutte le verità che | io | vorrò; anzi sol confessando questa insufficienza della via, |
Il razionalismo -
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incammino, potrò dall' errore salvarmi. Che se superbamente | io | rifuggo da una sì umile confessione, se non m' arresto là |
Il razionalismo -
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espressamente d' ammetterne il principio generatore. Quindi | io | altrove distinsi i razionalisti in due classi, che chiamai |
Il razionalismo -
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Ma così si venne gradatamente a formarsi una, non so se | io | mi dica, scuola o fazione di teologi cattolici, la cui |
Il razionalismo -
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le antiche discordie e calunnie cadevano in obblivione. Nè | io | avrei avuto mai necessità di rammentarle, non avrei avuto |
Il razionalismo -
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acconciato, lo spirito di razionalismo, insidiante, s' | io | non erro, alle più importanti verità di nostra fede, sotto |
Il razionalismo -
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eretici stessi, e degli empii. Non vi sono più oggimai, | io | voglio credere, teologi che osino apertamente sostenere |
Il razionalismo -
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verità e della sana dottrina, provalo anche il non esser | io | a lor conosciuto di volto, nè di letteraria corrispondenza; |
Il razionalismo -
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si è, che, quantunque incogniti, menan alti clamori, che | io | non tratti con esso lor dolcemente. Che significato ha mai |
Il razionalismo -
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dottrina, e salutarmente se ne vergognino. Certo non potevo | io | credere al cominciamento di questa lizza, nè l' avrei |
Il razionalismo -
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d' un opuscolo che censurava un' opera mia, non avendolo | io | ancor veduto, diffidai grandemente di me medesimo, conscio |
Il razionalismo -
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insiem col pubblico che ne portava simil giudizio, nè pur | io | vi scorsi altro che un meschinello che s' era riscaldato |
Il razionalismo -
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danno, niente poi dovea costare ad uno incognito. E però | io | speravo ch' egli avrebbe dato al mondo questa prova, che |
Il razionalismo -
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sostanzial delle cose, le ragioni evidentissime colle quali | io | avea convinto Eusebio d' innumerevoli falsità di fatto e di |
Il razionalismo -
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fatti della teologica storia degli ultimi secoli, di cui | io | non avevo mai c“lto bene il segreto. Certo nè io conobbi |
Il razionalismo -
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di cui io non avevo mai c“lto bene il segreto. Certo nè | io | conobbi allora, nè conosco adesso chi sia l' uomo che si |
Il razionalismo -
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niuno d' essi conosco, almeno con certezza, non prestando | io | intiera fede alle voci che pur ne corsero. Anzi, troppo |
Il razionalismo -
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a mie spese, che i calunniatori non mancano, quanta non ho | io | ragion di temere, che anche le persone additate siccome |
Il razionalismo -
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e quella stessa pietra, su cui ella è fondata. Non dirò | io | esser questo lo scopo conosciuto e voluto dagli scrittori |
Il razionalismo -
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tutti gli esemplari in Roma; ed ivi solo, per quanto | io | so, cautamente il diffusero, sperando che, non essendo ivi |
Il razionalismo -
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so, cautamente il diffusero, sperando che, non essendo ivi | io | presente potessero farvi qualche breccia, prima che ne |
Il razionalismo -
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quasi sull' eculeo il lettore; che da vero, volendo | io | celiare, se me ne restasse vaghezza in tanta gravità di |
Il razionalismo -
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il razionalismo nelle scuole della sacra teologia; | io | debbo scaltrire il pubblico, di nuovo, contro la lor mala |
Il razionalismo -
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le nostre opinioni, essi non sono degni di fede; ed | io | rigetto tutte in fascio quelle ch' essi ci appongono, |
Il razionalismo -
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essi inventata, o alterata, tale quale la producono: 2 Che | io | chiedo all' equità pubblica di essere giudicato sui miei |
Il razionalismo -
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quanto vo' dire. Alla faccia 361 dell' « Antropologia », | io | scrivea, che [...OMISSIS...] Nella « Risposta poi ad |
Il razionalismo -
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nota, ecco il cavillo, che con inesattezza di parlare | io | adopero le parole contrario e contraria , in luogo di |
Il razionalismo -
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pure fecero i Giansenisti, di che conchiude altresì, che | io | confondo una cosa coll' altra: [...OMISSIS...] . Ma dove |
Il razionalismo -
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senza alcun pro finora per essi, ma con qualche pro, | io | voglio sperare, pe' fedeli, a cui vantaggio scriviamo. |
Il razionalismo -
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dunque al « « confondersi l' una cosa coll' altra, » » | io | dimando, se ne' luoghi citati del sacro Concilio, di s. |
Il razionalismo -
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egli osserva, che quand' anco in vece di contrario , | io | avessi usato contraddittorio , non gli sarei sfuggito di |
Il razionalismo -
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diverse e dall' esser opposte ) (1), come sono quelle che | io | adducevo, le quali non sieno medesimamente contradditorie: |
Il razionalismo -
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a me, sono trattato colla stessa onestà. Dice che anch' | io | insegno , doversi prendere in senso di volontario semplice |
Il razionalismo -
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suo mentire riesce più sguaiato; poichè 1 lungi dall' aver | io | insegnato, che il voluntarium di Bajo si debba prendere per |
Il razionalismo -
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le mie parole: [...OMISSIS...] . 2 Perchè il dire che | io | ho insegnato doversi prendere il voluntarium della |
Il razionalismo -
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il fondo, non è mia; ma è de' Padri e de' Dottori ond' | io | la trassi. Per non essere infinito, mi limiterò a mostrare |
Il razionalismo -
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si conosceva in altri tempi. Egli è ora certo, secondo ch' | io | stimo, che il bambino fino da' primi tempi di sua esistenza |
Il razionalismo -
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che altro non significhi che libero! (4) Non credo | io | dover essere inutile il metter qui sotto gli occhi del |
Il razionalismo -
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Che giustizia ci avrebbe qui? [...OMISSIS...] , dirò anch' | io | con S. Agostino, [...OMISSIS...] . Se dunque viene imputata |
Il razionalismo -
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di quegli antichi pelagiani. Il secondo argomento, | io | lo traggo da tutti que' luoghi, e sono moltissimi, di S. |
Il razionalismo -
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« un affetto permanente del peccato »; il quale, domanderò | io | a nostri teologi moderni, se possono crederlo un elemento |
Il razionalismo -
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bon diable per raccomandarglielo (2). Sarei troppo lungo se | io | volessi aggiungere un saggio della maniera con cui poi si |
Il razionalismo -
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S. Agostino assai più francamente dica [...OMISSIS...] . Ma | io | aggiungerò, che la detta prova in sè stessa considerata non |
Il razionalismo -
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Iddio d' un amor naturale sopra ogni cosa ed anche questo, | io | aggiungerò, facilmente. All' incontro l' uomo nello stato |
Il razionalismo -
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Poichè qual semplice testimonio del senso comune, chiedo | io | che mi valga l' autorità dell' illustre autore delle « |
Il razionalismo -
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e della stessa legge vetante. IV Altra prova validissima | io | deduco dalle perniciose conseguenze della dottrina opposta. |
Il razionalismo -
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in chi ignora che sia. Conciossiachè e come mai potre' | io | avere obbligazione di conoscere i miei doveri, se, non |
Il razionalismo -
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se non posso eseguirli, non sono più obbligato. Laonde | io | farò anzi bene a conservare la mia ignoranza, che mi lascia |
Il razionalismo -
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avremmo qui de' peccati necessarii in causa prossima. | Io | non di meno non posso acconsentirgli (2), ma trovo di dover |
Il razionalismo -
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stessa tesi argomentando da diverse decisioni della Chiesa. | Io | mi restringo ad accennare la condanna della 2 proposizione |
Il razionalismo -
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può levare, almeno all' istante. Quantunque però non possa | io | ammettere la dottrina dell' Estio sul demerito degli abiti; |
Il razionalismo -
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degli uomini, benchè non a quello di Dio. Questo non dissi | io | solo (1); ma l' Estio ancora il vuol ben considerato, così |
Il razionalismo -
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e che disperano, sicchè nessuno può dire veramente: | io | voglio, e non posso. XII E del pari, è certo non opporsi nè |
Il razionalismo -
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quanto può, ad adempirla, sarebbe costui, non punto | io | ne dubito, da Dio soccorso. Perocchè, come dice S. |
Il razionalismo -
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anima DOMINATRICE E DETERMINATRICE DELLA VOLONTA`, avendo | io | definita la libertà per [...OMISSIS...] . Coll' esporre |
Il razionalismo -
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altrettanto menzognero continua così: [...OMISSIS...] . | Io | dimando compatimento al lettore cortese, se in questo e in |
Il razionalismo -
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in cui è sospeso quest' uso della ragione morale , com' | io | più spesso mi esprimo, chè così dee spiegarsi sanamente il |
Il razionalismo -
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tanta sapienza scrive, [...OMISSIS...] . Nel brano arrecato | io | enumero i varii aiuti, che rendono l' uomo possente a |
Il razionalismo -
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e l' animo ben disposto . Da questo il Sig. C. induce che | io | dunque insegno tutte le azioni essere necessarie, quando si |
Il razionalismo -
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a riconoscerla tale dove una passione si renda eccessiva, | io | feci di più osservare, che la violenza della passione |
Il razionalismo -
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urgente ed al sommo pressante. Ora quelle condizioni, che | io | posi acciocchè una azione si possa credere necessaria , il |
Il razionalismo -
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libera, capovolgendo tutto il mio sentimento. Sicchè mentre | io | dico, che l' azione non è mai necessaria, se la passione |
Il razionalismo -
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da questa sempre ne' lor bisogni fedelmente soccorsi, com' | io | ho dimostrato (nel « Trattato della Coscienza » facc. 165 e |
Il razionalismo -
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hanno punto ricevuto col santo battesimo il dono di Dio? | Io | me ne appello a tutti i fedeli di Cristo, alle anime che |
Il razionalismo -
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non rinfrescare la memoria di scandali quasi obliati. Ma | io | credo, che Iddio già più non voglia che si nasconda la |
Il razionalismo -
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tutti gli scritti de' nostri teologi razionalisti? Non ho | io | ragione di rispondere a quelli, che non fanno differenza |
Il razionalismo -
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dia la Chiesa cattolica allo stesso battezzato. Certo, se | io | scrivessi pe' soli teologi tali cose, mi darei una cura |
Il razionalismo -
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non che provate con irrefragabili autorità, scrivendo | io | dunque piuttosto pe' fedeli non teologi, che si cerca |
Il razionalismo -
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Prima però debbo dichiarare, che tutto ció ch' | io | dissi in quest' opera, nol dissi coll' animo di definire, |
Il razionalismo -
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cadere, e però tutto il danno è suo proprio. Dunque parlo | io | così a suo favore; quanto ho scritto in quest' opuscolo a |
Il razionalismo -
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di buona fede che non penetrano il fondo di questa lotta; | io | loro dirò così: Abborrite il Giansenismo, ma guardatevi |
Il razionalismo -
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che Iddio potesse rimanersi interamente dal porcela. Perchè | io | possa aprire chiaramente questo mio concetto mi conviene |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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mio concetto mi conviene fissare prima il valore in che | io | soglio usare queste tre parole analogia, similitudine e |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Ora le cose tutte che si conoscono coll' idea universale, | io | le chiamo analoghe fra di loro: le cose che si conoscono |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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fra di loro: le cose che si conoscono coll' idea generica, | io | le chiamo simili: le cose che si conoscono coll' idea |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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simili: le cose che si conoscono coll' idea specifica, | io | le chiamo imagini le une delle altre. Ciò posto egli è |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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cominciano ad aver luogo nelle cose create. Troppo a lungo | io | qui mi estenderei se volessi metter mano a dichiarare tutti |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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della divinità e delle relazioni di questa coll' uomo. E | io | sono di quest' avviso che una tale osservazione ci può |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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spazi celesti, venendo quasi a dirgli: l' attributo che | io | esprimo con questo vocabolo è pari alla indefinita |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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che parlava sensibilmente avesse poscia detto all' uomo: | Io | sono il cielo, ossia l' esteso. La parola dunque in |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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le traccie della lingua primitiva. Conciossiachè simbolica | io | chiamo quella lingua, la quale denomina le cose sussistenti |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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sono soli tre dì che di tanto mi fu cortese il cielo, che | io | dover vedessi con questi occhi miei l' estasi mirabilissima |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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possente che a miglior vita interiormente la richiama. Or | io | voglio ben credere sieno pure in parte cagionati tali |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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di affissarsi nel volto dell' Unigenito di Dio? Or ben | io | credo che questo solo fatto, a chi ne fu testimonio |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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operante, che coll' uomo che riceve l' operazione. | Io | voglio dire cioè, che il principio operante, che è Dio |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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i primi uomini Adamo ed Eva. All' aiuto de' quali | io | non so se dovessero servire anche dei segni del primo |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Verbo di Dio e medesimamente Cristo che di sè ha detto: « | Io | sono la via, la verità e la vita« (2). » Conciossiacchè è |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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cattolici, e, ciò che è più, di S. Tommaso d' Aquino. A cui | io | potrei rispondere che egli è vero non darsi Sacramento, in |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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de' Sacramenti anche all' età del mondo innocente. Ora | io | non affermo che in quel tempo vi avessero altri Sacramenti |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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bensì alla natura, ma non alla persona: « Or poi già non | IO | opero ciò, ma quel peccato che abita in me« (2). » Nelle |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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abita in me« (2). » Nelle quali parole il pronome personale | IO | significa la persona, e il peccato che abita in me è una |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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interpretazione di questo ME usato per natura, dicendo: « | Io | so che non abita IN ME, cioè NELLA MIA CARNE alcun bene« |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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voglio; ma faccio (cioè la mia natura fa), quel male che | IO | (persona) non voglio«. E da ciò appunto che fa quel che non |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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che il fa, ma la sua natura, argomentando così:« Ma se | io | faccio quel che non voglio, dunque non sono già IO |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Ma se io faccio quel che non voglio, dunque non sono già | IO | (persona) che il faccio, ma quel peccato che abita in me. |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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che vuol fare il bene, stia il male congiunto: poichè | IO | (persona) trovo il mio diletto nella legge di Dio SECONDO |
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a mano consegnare da Dio alla casa eletta de' Patriarchi? | Io | credo non errare se affermo che il fine delle antiche |
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. Che questo parlare sia simbolico e venga a dire: | io | risparmierò d' ora innanzi tanto quelli che vivono da |
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bue triturante veniva rappresentato (2). Sarei infinito ove | io | volessi discendere a divisare il simbolo che si traeva da |
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perfezione morale, che Iddio gli intima fino a principio: « | Io | sono Dio onnipotente: cammina dinanzi a me e sii perfetto« |
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registrati nelle Scritture e nelle ebraiche leggi. | Io | credo che costoro si mostrano assai lontani dal conoscere |
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parliamo. A suggellare un tal fatto sostenga il lettore che | io | aggiunga un testimonio di somma autorità nella Chiesa quale |
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sono della natura delle cose; e quindi la spiegazione che | io | do di tali [simboli] non può sembrare in conto alcuno |
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anzi al deposito delle più comuni tradizioni cristiane, | io | citerò un brano di un pio libro, dove si contiene quanto ho |
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rapporto qualunque si voglia. A ragion di esempio se | io | prendo per simbolo un fiume che si rigonfia e minaccia di |
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nome comune cui determina, non ne cangia la natura. Così se | io | dico: quest' uomo; sebbene una tale locuzione determini il |
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di tutte le lingue raffrontate insieme potranno dare, come | io | spero, una piena luce. Trovato questo fondamento, e come |
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un solo esempio preso da due sole parole, cielo e terra. | Io | mi persuado che nella lingua primitiva il cielo e la terra |
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diceva quelle parole: « Padre Santo - fino a tanto che | io | era con essi, io li conservava nel nome tuo (3), » e ancora |
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parole: « Padre Santo - fino a tanto che io era con essi, | io | li conservava nel nome tuo (3), » e ancora «« conservali tu |
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nella verità, » che viene a dire nel Figlio che disse «« | io | sono la verità« (5). » Il più augusto di questi Sacramenti |
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agire della materia de' Sacramenti santificata dalla forma. | Io | non parlo che del pane e del vino consecrato, dell' acqua |
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è mala, nascono in lui variatissimi sintomi morbosi. Ora | io | avviso che la virtù della materia santificata ne' |
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non ha conosciuto il peccato se non per la legge. Perocchè | io | ignorava la concupiscenza se la legge non mi diceva: non |
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promulgato, e a tutti i suoi voleri. Perciò S. Paolo dice « | Io | dichiaro ad ogni uomo che si circoncide che con tal rito |
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un effetto spontaneo e necessario di detta impressione come | io | credo almeno probabile, ovvero sia egli solamente |
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acciocchè egli se ne serva a suo piacimento maggiore. Or | io | dico di più, che questa sola è vera consacrazione: perocchè |
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nell' affermare che il carattere precede alla grazia (3). | Io | dirò di più: il carattere precede alla grazia come la causa |
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milita sotto di sè, soggiungendo: [...OMISSIS...] . Però | io | non vedo come alcuni teologi nieghino di conoscere a figura |
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quel salutevole effetto. Quindi anzichè con tali teologi, | io | me ne sto co' Padri più antichi della Chiesa a' quali non |
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Santo« (4), » e come allora che disse in presente « ed | io | mando il promesso del Padre mio in voi« (5), » volendo |
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era la virtù delle sue parole, dicendo: « Non credete che | io | sia nel Padre, e il Padre in me?« » che viene a dire: Non |
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in Cristo potrà far le opere fatte da lui? « Perchè, dice, | io | vado al Padre«, » a mandar lo Spirito Santo: « E io |
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dice, io vado al Padre«, » a mandar lo Spirito Santo: « E | io | pregherò il Padre, e darà a voi un altro consolatore che |
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(nel quale riceverete lo Spirito Santo) voi conoscerete che | io | sono nel Padre«: » ecco la cognizione del Verbo per l' |
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impressione fattale dallo Spirito Santo: « e voi in me, ed | io | in voi«: » ecco la riflessione che lo Spirito Santo ci fa |
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Spirito Santo. « E chi mi ama, è amato dal Padre mio, e | io | lo amerò e manifesterò a lui me stesso«. » Dice manifesterò |
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avviene nel Battesimo, e il riceverlo nella stessa persona, | io | mostrerò ancora con qualche passo degli ecclesiastici |
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che questi non sono che i principali. [...OMISSIS...] Ma | io | non ho sott' occhio nissun passo di antichi scrittori i |
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Spirito Santo colla pienezza de' suoi doni. Gioverà che qui | io | rechi le proprie parole di questo scrittore: |
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insegnerà tutte le cose, e vi suggerirà tutte le cose che | io | avrò dette a voi« (1). » Nelle quali parole appar chiaro, |
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uno e l' altro ci comunica tutte le cose. Il Verbo dice: « | Io | vi ho fatto note tutte le cose che ho udite dal Padre mio |
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che tuttavia è in uso presso di noi. Solo dopo avere | io | scritto questo articolo mi accorsi essermi sfuggito nel |
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quale il venerabile uomo dice altrettanto e più di quanto | io | dissi. Tuttavia non volli cancellare l' articolo, ma sì |
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insegna loro a sorridere delle opinioni più rispettabili. | Io | mi accosto poi al P. Merlin (1) in quanto le sue |
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il Battesimo prima di nascere? Gesù diceva a Filippo: « | Io | sono tanto tempo con voi e non mi conoscete? Filippo chi |
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e nel sangue di nostro Signor Gesù Cristo, a quel modo che | io | il concepisco contenersi nel deposito delle verità della |
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nostro sangue. Ora in un modo somigliante, come dicevo, | io | intendo che Gesù Cristo comunichi la vita propria alle |
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nel cenacolo: [...OMISSIS...] . Dove quella maniera« dico | io | a voi« dico enim vobis , annunzia che egli vuole comunicar |
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la Risurrezione è chiaramente espressa in quelle parole: « | io | non berrò più di questo figliuolo della vite«. » Dice |
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dice, di mangiare con voi questa pasqua innanzi che | io | patisca«. » Che vuol dire questo « innanzi che io patisca?« |
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che io patisca«. » Che vuol dire questo « innanzi che | io | patisca?« » non sembrano parole superflue? non bastava |
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quale sarebbe morto. Or se quelle parole « innanzi che | io | patisca«, » alludono assai convenientemente ad una pasqua |
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le quali a me sembrano oltremodo più gravi. Il perchè | io | verrò sponendo e ponendo a fronte le une colle altre, e |
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della nutrizione si applichi anche ad un corpo immortale; | io | non veggo cosa che a ciò si opponga nella parola di Dio o |
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vero uomo, vuol mangiare con essi. [...OMISSIS...] Ora | io | so bene, che cosa dicano i Teologi: essi vanno imaginando |
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concepisca per poco senza moto e senza azione. All' opposto | io | credo, come ho poco sopra toccato, che anzi il corpo |
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viene cavata da quelle parole di Gesù Cristo: « il pane che | io | darò è la carne mia per la vita del mondo (2), » e da |
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anche questa è una difficoltà apparente e non più. | Io | bramo, che ben si considerino in primo luogo le parole di |
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in primo luogo le parole di Cristo: « il pane che | io | darò è la carne mia che io DARO` per la vita del mondo«:« |
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parole di Cristo: « il pane che io darò è la carne mia che | io | DARO` per la vita del mondo«:« questo è il mio corpo, che |
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rimane sempre, il quale si esprime colla particella IO. L' | IO | è sempre quel medesimo: IO so di essere stato bambino, d' |
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esprime colla particella IO. L' IO è sempre quel medesimo: | IO | so di essere stato bambino, d' esser cresciuto e d' essere |
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al tutto indipendenti l' una dall' altra. Or come adunque | io | sono quell' IO identico tanto in un luogo come in un altro, |
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l' una dall' altra. Or come adunque io sono quell' | IO | identico tanto in un luogo come in un altro, nè sofferisco |
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alla specie e nell' altre condizioni perfettamente uguali. | Io | credo di poter recare a questo proposito le parole di Gesù |
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sone le particelle che« componevano il mio sangue quando | io | nacqui«; ma disse bensì « questo è il mio sangue«, » |
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della sua vita, nella morte, nel sepolcro. Si noti qui che | io | non attribuisco ora una tale sentenza a nessun teologo |
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ne' teologi non viene espressa colle parole colle quali | io | la riferisco; e perciò mi basta di confutarla come una |
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rassicurai sulle seguenti tre ragioni: 1. Nessuna autorità | io | potei rinvenire chiaramente favorevole ad una tale sentenza |
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teologica, sempre per quanto a me ne parve. Or avendo | io | già indicati i luoghi della Scrittura e de' Padri che |
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essere, e non proceda punto più innanzi. Indi non posso | io | a meno di dipartirmi dal sentimento del gran Bellarmino |
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col più profondo rispetto d' un uomo santo e sapiente | io | non posso vedere in ciò che una pura sottigliezza d' |
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annichilare ad esprimere la distruzione della forma, vorrei | io | ben sapere perchè non si potrà dire, che la forma dell' |
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si ritrova avverato a rigore. Ma questo concetto | io | nol ritrovo nella sentenza degli avversari. E veramente |
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stesso si colloca il corpo di Cristo. Ma in tutto questo | io | non veggo che due operazioni successive, cioè 1. l' |
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propriamente e idoneamente transustanziazione (3). Ma | io | non posso accordare loro, come dicevo, nè l' una nè l' |
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« quell' azione come conversione si riceve nel pane?« » | Io | non trovo in esse un significato. Intendo bensì che quell' |
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avvenga per quella forza onde la cosa è cessata« (1). » Ma | io | domando qual connessione vi può essere fra una cosa quand' |
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sarebbe seguìta vera e propria transustanziazione. Però | io | non posso nè pur qui sentirla col Bellarmino il quale non |
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apparisce dal Concilio di Trento (1). Il perchè non credo | io | che si possa alterare il vero e proprio significato della |
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noi con due relazioni. Così se in un corpo di molle creta | io | pongo un dito, l' incavo ch' io ci fo è ad un tempo |
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in un corpo di molle creta io pongo un dito, l' incavo ch' | io | ci fo è ad un tempo distruzione della precedente figura, e |
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perchè Iddio cessa di conservarlo: [...OMISSIS...] . Ora, | io | osservo, che nel presente fatto Iddio cesserebbe |
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perchè a suo uso rimanessergli gli accidenti di quella? | io | per me credo, che quando non avesse Cristo voluto |
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e trasmuta questi doni è egli stesso il Cristo« (6). » Ora | io | intendo sì bene come questi doni del pane e del vino siano |
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il pane vero dal cielo (5); » od al Figliuolo, che dice: «« | Io | sono il pane vivo che discesi dal cielo« (1). » Perocchè al |
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è vero che nasca un trasmutamento di sostanza in sostanza. | Io | non veggo in qual maniera possano gli avversarii di buona |
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difficoltà. Nè si badi al vocabolo di accidente , che | io | adopero per indicare la mutazione che avviene nel corpo di |
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avviene nel corpo di Cristo per la consecrazione, perocchè | io | intendo per accidenti anche le relazioni che acquista un |
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ad applicare questi principii al mistero Eucaristico; | io | domando se Gesù Cristo sente il proprio corpo nella |
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agli spazii che dalle specie sono coperti. Perocchè | io | ho dimostrato che la vera grandezza del corpo è quella che |
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ma in quella di agire sugli altri corpi esteriori? | Io | ho dimostrato che ciò implica assurdo, perocchè verrebbe |
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di agire sugli altri corpi o di produrre il moto, ecc.; | io | con argomenti egualmente efficaci, sebbene indiretti, verrò |
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nelle dottrine intorno al corpo ed allo spazio, che | io | ho espresso nel Nuovo Saggio sull' origine delle idee . E |
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nel Nuovo Saggio sull' origine delle idee . E veramente | io | ho dimostrato avervi due modi di percepire l' estensione, |
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dottrina intemerata conservasse. Le quali cose affermando, | io | non ignoro però, nè dissimulo a quali sconvenevoli modi, a |
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con tanto dolor de' fedeli, e troppo n' ho provato | io | stesso l' aculeo; ma dico essere questi peccati degli |
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dall' errore opposto, e inavvedutamente cadervi. Ora | io | dicevo, che se un campione dell' una o dell' altra delle |
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fosse convinto. Laonde nella mia Risposta ad Eusebio, | io | dissi, che invano egli sarebbesi lusingato, che una delle |
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dar braccio all' errante (1). E però in quello che fin qui | io | scrissi intorno al peccato d' origine, non ho inteso punto |
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di vero nome, ma solo al novero degli errori. Tale | io | considerai la sentenza, che« l' essenza del peccato d' |
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dottor d' Ippona intorno alla natura ed origine del male. | Io | trascriverò qui, acciocchè si vegga di che vita tenace fu |
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celebre per ostinato conflitto. Richiamisi la riduzione ch' | io | feci di tutta la storia della filosofia a due grandi Scuole |
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la libertà che i teologi chiamavano d' indifferenza, e che | io | chiamai bilaterale) è la causa unica di ogni moralità« trae |
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questo dottore gittò i semi, certamente senz' accorgersene | io | credo, del razionalismo , non meno che del necessitismo ; |
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se un' altro mangierà un cibo avvelenato, sarò avvelenato | io | che non ne ho mangiato; e chi mangierà un cibo salubre, ne |
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imputar loro questo peccato!«. 50. E non meglio, per quanto | io | vedo, provvede all' illustrazione e alla difesa del dogma |
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c' è l' indifferenza . Riguardo a una persona che | io | non conosco, non posso essere nè avverso nè converso coll' |
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citate, un uomo Italiano, il più grande fra gl'Italiani che | io | mi conosca, scriveva le verità seguenti: ?Dio è uno; |
Doveri dell'uomo -
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luce di lei che li vince e li signoreggia. E a tal fine | io | credo che convenga cominciare dallo stabilire nella |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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radicato nella natura dello spirito dell' uomo, che | io | rassomiglierei ad uno specchio atto a ricevere l' imagini |
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che le cose fuori dell' uomo, pigliate così in cumulo, com' | io | ora le piglio, sono più possenti di lui: sicchè egli per |
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è composta, e considerata sola è subbietto di divisione. Nè | io | sono qui per contendere a cotestoro quel vanto, che fatto |
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questo troppo arduo alla maggior parte degli educatori. Ed | io | concedo che i più fanno l' opera loro in parti, e senza |
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casa, dell' allievo, ed eziandio del precettore. Poichè | io | credo esser una trista e irragionevole pretensione quella |
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sospetto nel più disgraziato mortale. Tal difetto è solo, | io | mi credo, cagionato dall' essere que' testi, nella più |
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di una persona alla composizione d' un simile libro, | io | mi rimetto alla buona fede di quelli che avvisano la cosa |
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e acconci alla debilezza dell' intelletto fanciullesco. | Io | non esaminerò le cagioni di questo universale difetto di |
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e d' altri libri elementari, dei quali nessuna nazione | io | credo che si possa dir molto ricca, se pur i libri |
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e nella chiarezza assoluta de' pensieri. Ma ciò ch' | io | avverto si è, che si confonde questa specie di facilità con |
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Or poi, premesse queste cose sul principio della facilità, | io | tengo come cosa chiara ed aperta, che dovendosi fare scelta |
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sopra ciò a formare un buon libro per i fanciulli. Ora | io | dico che a questo conviene bensì l' impicciolirsi, ma che |
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conseguiamo per arte; venendo a loro tal dono non so dir | io | se più dall' aure soavi de' colli o dall' acque dell' Arno, |
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si conosce, poco delle circostanze ond' è circondata. Ed | io | credo esser questa una ragione per cui decadano le più |
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della Rettorica, l' algebra all' uso della Filosofia. Certo | io | credo che non si debba così tosto, come si suole, |
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proporzionato e confacente. E qui non posso tenermi, che | io | non chiami i precettori ad osservare un vizio dannosissimo |
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parlare contro lui, come contro cosa antica e reverenda. Ma | io | parlerò anche col pericolo di tirarmi sopra lo sdegno de' |
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cui dubito, e di cui credo aver ragione di dubitare quand' | io | vedo ancora gli scrittori del paganesimo spiegati nelle |
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Di pervenire dunque a questo non è altra regola ch' | io | sappia, se non lo sguardo acuto e precorrente del savio |
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nonostante havvi una certa affettazion di chiarezza, che | io | più tosto direi superficialità, della quale chi ne volesse |
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d' altre idee s' accompagni e consocii, nasce quella che | io | chiamo scienza delle convenienze; per cui quasi con tatto |
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vero, o a disaminarne le parti, o a guastarne la beltà. Nè | io | stimo meno una certa non so qual Tristezza, cui renda lo |
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disse: « A quel modo che il Padre ha mandato me, così anch' | io | mando voi »(1), cioè colla facoltà di mandar altri che vi |
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solo che il Governo dica a tutti i dotti della nazione: « | Io | non riconosco punto il diritto naturale che voi avete all' |
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di esser dotti, e perciò d' avere il diritto d' insegnare, | io | vi obbligo, prima che possiate esercitare il vostro |
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civili che così sragionano, ma pur anche i governiali): « | Io | ho il diritto d' eleggere gli istitutori ufficiali: dunque |
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il beneficio di tali istituti. Per arrivare a questo, | io | credo, che il metodo da tenersi nell' elezione de' maestri |
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Provincie, da ogni autorità tutoria del Governo generale. | Io | credo che l' intervento di questa si potrà diminuire di |
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castigarvi quando non trasgredite quei doveri morali, a cui | io | mi sono limitato » ». Questa è nuova! Pretendere in fatti |
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dirà ancora ad un tale governo: « E chi siete voi, che | io | mi debba fidare di voi? siete un' idea astratta, di cui non |
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che il Governo dica semplicemente: « La dottrina, che | io | fo insegnare, è perfettamente cattolica »; ma conviene che |
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non dee prevalere che la forza del ragionamento. - Sì, | io | non posso, non debbo, non voglio pretendere che voi |
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un senso essa non si può ammettere. Ecco adunque che cosa | io | trovo di vero e che di falso in questa sentenza. Una cosa |
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distinte tutte le proprietà della cosa; anzi qui appunto | io | mi faccio con quelli che giudicano questa compiuta |
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esempio di questo progresso nella serie delle formule, che | io | ho usate per esprimere la legge morale (1), la prima delle |
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purchè si prenda la parola essenza in quel significato che | io | le attribuisco, e che credo esserle attribuito dal senso |
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di quell' essere che pronuncia se stesso col monosillabo | Io | ». 7 Applicazione del quarto principio alla definizione non |
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definizione non analizzata dell' anima. - Si scevera dall' | Io | ciò che appartiene alla natura dell' anima e ciò che vi |
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delle quali Dame romane parla S. Girolamo. Accuserò | io | i moderni di non leggere le Scritture? Gli accuserò più |
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voi avete a dire della piccola vostra congregazione: « | Io | sono gelosa di voi per zelo di Dio. Poichè vi ho sposato a |
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parola fate quello che disse GESU` Cristo di se medesimo: « | Io | santifico me stesso per essi » (1). GESU` Cristo era |
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« Il mondo gli ha odiati perchè non sono del mondo, sì come | io | non sono del mondo? » (6). E a malgrado dell' odio del |
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» (5). 13 « A chi mi dileggia dirò, nelle tue parole aver | io | posta la mia speranza » (6). 14 « Non toglier mai di mia |
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cristiano, come la Sposa de' sacri Cantici, che cantava: « | Io | dormo, e veglia il mio cuore » (4). E voi insegnerete, che |
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della morale sia intessuta colla Storia Sacra, e su questa | io | direi, usando una similitudine tolta ai lavori donneschi, |
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egli l' appella altresì ragionevole ossequio: riassumendo, | io | mi credo, e quasi ricapitolando in questa sola nota |
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La meditazione prescritta dunque sia breve: ma quel ch' | io | bramo si è un abito di riflettere naturalmente sopra di |
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questo brano dell' Apostolo, voi prenderete a dichiararlo. | Io | raccorrò qui solo alcune delle cose, che potreste |
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distinzione maggiore le compartirò in alcuni articoli. « « | Io | dunque, che sono ne' ceppi, vi scongiuro nel Signore, che |
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« E vivo non già io, ma vive in me Cristo; e la vita che | io | vivo nella carne, la vivo nella fede del figliuolo di Dio |
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Aronne » (1). E questo egli è pur Cristo che di sè disse: « | Io | sono il buon Pastore » (2): pastore veramente buono, che |
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mandò Mosè, questi non si acquetava, sebbene udisse: « | Io | sarò nella tua bocca, e ti insegnerò quello che dovrai dire |
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Dopo risorto poi disse: « Come mandò me il padre, anch' | io | mando voi » (6). L' Apostolato adunque dei dodici Apostoli |
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senza conoscerlo il desideravano, l' aspettavano. Questa | io | credo principale origine de' falsi profeti presso agli |
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e Maria, che si ergevano per invidia contro a Mosè), « | io | gli apparirò in visione, o gli apparirò in sogno. Ma non |
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il quale in tutta la mia casa è fedelissimo. Perciocchè | io | a lui parlo bocca a bocca ». Questa espressione, che sembra |
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evangelizzato da me non è cosa umana. Perciocchè non hollo | io | ricevuto, nè l' ho imparato da uomo, ma per rivelazione di |
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a Giovanni » (4). Onde quando Cristo disse: « Ecco, che | io | mando a voi profeti e sapienti e scribi » (5), s' intende |
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Cristo non fe' parola di costoro quando disse: « Ecco | io | mando a voi profeti e sapienti e scribi » (3). Ma a chi poi |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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soggiunse ancora: « Ricevete lo Spirito Santo » (4), e: « | Io | sono con voi sino alla consumazione del mondo », non muojo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ministri non avrete a temere nulla in governarla, perchè | io | v' ho dato questo potere mio indeficiente, questa mia |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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gli è donata, quanto egli ama. Non è questo il luogo ov' | io | mi trattenga di più sui Sacramenti: basta qui avere |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Ah sì! illanguidita è presso a molti la divozione di Gesù! | Io | vorrei che ogni cosa si facesse per ristorarla e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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queste cose parlava Paolo a' Romani quando scrivea (3): « « | Io | vi scongiuro, o fratelli, per la misericordia di Dio, che |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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preghiera, che mette in bocca la Chiesa a' Fedeli, non farò | io | discorso: solo un cenno farò della orazione del Signore, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dalla non curanza, dalla freddezza verso a nessuno, non che | io | dica dalla presunzione, dall' alterigia, e dall' insulto, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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spiri pietà, compostezza, e santa letizia, non mi fermerò | io | a descriverlo. Dirò solo, che utile sarebbe ricordarsi in |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Il loro stesso modo di scrivere è eccitamento di amore. | Io | vi farò considerare pertanto sola una cosa, cioè quello di |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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piaceri. Voi vedete, che con questa magnanima virtù a lato | io | vi conduco fuori da quello stesso stanzino, dove nel capo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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nol vieta, e prevenirli ancora con amorevole ingegno. Ma s' | io | meno vita comune mi conviene omettere molta orazione e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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esse dei doveri da esercitare, dei meriti da ottenere. - Ma | io | mi sento chiamata a stato religioso. - E bene: se la |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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le inclinazioni naturali con quelle di Cristo. Che se | io | guardo alle conseguenze di questo umano piacere, ond' uomo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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E quale amabilissima e santissima virtù? Una virtù, | io | dico, che tutti, anche i tristi, saranno costretti di |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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della Prudenza, della Carità? (2). Onde quest' è ch' | io | dico: colla propria virtù dovere il Cristiano piacere |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Vangelo fatta col nome espresso di Giovanni, per quanto | io | credo, trovasi in un passo di Teofilo d' Antiochia «( ad |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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vi suggerirà alla mente tutte quelle, qualunque sieno, che | io | avrò dette a voi »(Jo. XIV, 26) ». - Ma, ci obbietteranno, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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prima che fosse la terra. Gli abissi ancora non erano, ed | io | già era concepita » » (ecco l' esemplare, il concetto degli |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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consolidati i monti colla grave lor mole; prima dei colli | io | veniva partorita: non aveva fatto ancora la terra, e i |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dal divino Figliuolo). « « Quando egli preparava i cieli | io | era presente » » (qui l' Esemplare si mostra contemporaneo, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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i loro confini; quando pesava i fondamenti della terra, | io | era con esso lui, componendo tutte le cose, sollazzandomi |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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che si conosce il Padre. Onde Cristo disse: « « Padre, | io | ho manifestato il nome tuo agli uomini che tu mi hai dati |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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per sè manifesta, ma non operante, e dicente « « | Io | e il Padre siamo una cosa » », in quanto si distingue la |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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le credenze; onde nacque quella Teologia Ebraica, ond' | io | credo non poco deducesse il Platonismo, e specialmente la |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Cristo. Ecco il luogo di Mosè: « « Questo comandamento, che | io | oggi t' impongo, non è sopra di te, nè posto in lontananza, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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cose, e sono anche il principio della scienza, la quale ora | io | parlando comunico a voi. Ma io dicevo che l' aver Mosè |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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della scienza, la quale ora io parlando comunico a voi. Ma | io | dicevo che l' aver Mosè annunziato il Verbo semplicemente |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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in natura unite. Nè vale il dire che Cristo disse anco: « « | io | sono la via, la verità e la vita »(2) »; perocchè in questo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e come possiamo sapere la via? » », e dopo aver detto: « « | Io | sono la via, e la verità e la vita » », soggiunge: « « |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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parlano della vita rispetto a noi, lo pongono, come: « « | Io | sono la risurrezione e la vita »(2) ». Dicendo dunque l' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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soprannatural perfezione. Quindi Gesù Cristo disse: « « | Io | sono la luce del mondo: colui che mi segue non cammina |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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può tutto: « omnia possum in eo qui me confortat (3) ». « « | Io | sono la vite, voi i tralci: quello che si tiene in me, ed |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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sono la vite, voi i tralci: quello che si tiene in me, ed | io | in lui, questi porta molto frutto. Poichè senza di me non |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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onde Cristo dice a' suoi discepoli: « « Tenetevi in me, ed | io | in voi »(1) », a ciò esortandoli, perocchè la libertà di |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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meam, sed voluntatem ejus qui misit me (1) »: cioè, | io | non cerco la mia volontà umana, soggettiva, non vo dietro |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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abbiamo detto: « Per questo, dice, mi ama il Padre, perchè | io | depongo l' anima mia per riprenderla ». Ora l' amore, che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ancora ama il Padre: « Per questo mi ama il Padre, perchè | io | depongo l' anima mia per assumerla di nuovo. Nessuno me la |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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anima mia per assumerla di nuovo. Nessuno me la toglie; ma | io | la pongo da me stesso, ed ho la potestà di riassumerla. |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ed ho la potestà di riassumerla. Questo comandamento ho | io | ricevuto dal Padre ». Onde il comandamento del Padre si |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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aveva detto: « « Padre giusto, il mondo non ti conobbe, ma | io | ti ho conosciuto: e questi conobbero che tu mi hai mandato. |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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la dilezione colla quale tu hai amato me sia in essi, ed | io | sia in essi »(1). » Era dunque necessario che il Padre, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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al mio Signore: Siedi alla mia destra fino a tanto che | io | ponga i tuoi nemici sgabello a' tuoi piedi. Il Signore |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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erat apud Deum, et Deus erat Verbum; » e vengono a dire: | Io | prima d' esser manifestato agli uomini, anzi prima che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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che fossero gli uomini e il mondo, cioè ab eterno, ero Dio: | io | fui generato prima dell' astro della luce fra gli splendori |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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colla deposizione di quella. Laonde Cristo disse: « « | Io | sono la risurrezione e la vita: chi crede in me, benchè |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di Cristo, giusta quelle parole: « « il pane che | io | darò, è la mia carne per la vita del mondo »(3), » cioè la |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di credere alle mie parole, non avrà più fame, perchè | io | lo accoglierò e gli darò finalmente me stesso a suo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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per guisa che egli vivrà della mia vita, di quella vita che | io | ho sotto forma di pane; e chi già crede in me, non avrà più |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di pane; e chi già crede in me, non avrà più sete, perchè | io | gli darò me stesso a sua bevanda per guisa ch' egli pure |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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bevanda per guisa ch' egli pure vivrà di quella vita che | io | ho sotto la forma di vino e di acqua col vino mista ». |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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del bramato umore: chè l' acqua, cioè la fede, che | io | gli darò, diverrà in lui stesso una fonte copiosa e perenne |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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da Cristo, rispetto a' quali la promessa di Cristo « ed | io | lo risusciterò nell' ultimo giorno »dee intendersi della |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ovvero, come dice il testo greco « « è la mia carne che | io | darò per la vita del mondo » », [...OMISSIS...] quasi |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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», [...OMISSIS...] quasi dicendo: quella stessa carne, che | io | darò a morte acciocchè il mondo viva, è il pane della vita; |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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avranno perduta la loro vita naturale, la vita del mondo. | Io | darò dunque a morte la mia carne, ma nello stesso tempo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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questo pane chiamato celeste nelle Scritture, del quale | io | intendo quel luogo di S. Paolo « Gustaverunt etiam donum |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
|
incontamente vengono resuscitati da Colui che disse: « | Io | sono la resurrezione e la vita, chi crede in me eziandio |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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queste saranno svolte nell' opera presente. Quando nel 1.36 | io | disponevo le varie cose, che in diverse circostanze m' era |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
stampato questo scritto. Ma ciò nondimeno tanta fiducia | io | m' avevo ne' progressi sociali, che non dubitai di |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
non fosse stata prima giammai adunata in civile reggimento. | Io | cercavo qual avrebbe dovuto essere la costituzione migliore |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
quella che si volesse dedurre dal diritto signorile. Ma | io | parlo qui d' una società civile e non d' una società |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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qui d' una società civile e non d' una società signorile. | Io | riconosco l' esistenza di un diritto signorile, e ne ho |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
potesse esistere qualunque umana società, fece sì, come | io | dicevo, che la giustizia fosse sempre cercata in tutte le |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
generalmente, e per lungo tempo nè pur sospettati, che | io | credo si debba mettere gli equilibri che abbiamo indicati |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
instituire non conviene in nessun modo ai proprietarŒ; ed | io | non potrei giammai consigliarli di entrare in simile |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
a dei vincoli materiali. D' altro lato nella società che | io | propongo di stringere ai proprietarŒ fra di loro, e che io |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
io propongo di stringere ai proprietarŒ fra di loro, e che | io | sono indifferente che si chiami civile o con altro nome, |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
debb' essere altresì comune il governo: e quest' è ch' | io | chiedo: questo è ciò che vuol la giustizia: che tutti |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
il giudicio di una persona non può essere che uno. Quando | io | ho ricevuto da una persona il suo consiglio in un affare, è |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
di queste nazioni è quello di essere sanabili. 1) Ora | io | spero che non si tratti di fare fra di voi una instituzione |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
ingegni più eminenti tutti i vostri interessi. Ma siccome | io | credo che non v' indurreste giammai a farlo, così pure io |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
io credo che non v' indurreste giammai a farlo, così pure | io | non vedo in qual modo si potrebbe convenire nel definire |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
il progetto della utilità o dell' equilibrio dei poteri. | Io | vorrei sapere in tal caso chi di voi dovrà essere spogliato |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
contendo di parole: questa dichiarazione sarebbe ciò che | io | intendo per ricognizione, sarebbe ancora la scienza modesta |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
di poter concepire tutta intera l' idea di Società che | io | prendo a descrivere: ma questo interrompimento, che nuoce |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
l' uman genere, se egli fosse cosa possibile od utile? | Io | non risponderò già, che dove tale obbiezione dovesse aver |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
verun ulteriore progresso al genere umano; perocchè | io | non penso che uomo me la possa proporre a tempi nostri con |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
nostri con tanta estensione. Risponderò piuttosto che anch' | io | concedo dover incontrare con ragione una prevenzione |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
e in tutta la sua perfezione eseguita. Ed or questo | io | credo che sia avvenuto del Supremo Potere della società |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
Si grida contro alla costoro improbità: ma, per quanto | io | sono persuaso, al tutto senza ragione. Io credo in quella |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
ma, per quanto io sono persuaso, al tutto senza ragione. | Io | credo in quella vece, che a questa concentrazione del regio |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
e come i principŒ sieno conformi alla natura delle cose. | Io | ho cercato un sintomo che ci faccia conoscere quando venga |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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notizia, è di Giovammaria Ortes. Non sarà forse discaro ch' | io | esponga brevemente il pensiero di quest' acuto ingegno, |
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|
la legge dell' equilibrio fra la proprietà ed il potere, | io | credo che la Francia sarebbe stata alleggerita dei mali che |
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alla servitù l' animo del padrone che non vuol perderla. | Io | accordo a Rousseau che il selvaggio privo di bisogni, |
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|
essere equilibrato colla proprietà. Già ci si accorge che | io | parlo del feudalismo. Ecco come parla di questa istituzione |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
come vostre, ma voi le lavorerete come miei servi, ed | io | vi manterrò »; la nazione non si sarebbe mai arresa a |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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paese: ora egli è tempo che il vostro valore sia premiato: | io | dividerò con giustizia i terreni a tenore del merito di |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
comune è l' amore troppo grande alle proprietà, perciò | io | propongo che il capo della nazione abbia autorità di |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
della nazione abbia autorità di privarli delle medesime: | io | propongo che tutti voi riconosciate di ricevere le |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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questa fedeltà è stata quella che vi ha resi vittoriosi: | io | propongo che come dal vostro capo ricevete l' ordine della |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
nell' amministrativo ai secoli di mezzo. E non è già che | io | escluda nell' amministrazione la moralità: questa è |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
quel popolo che possa esser degno di tal monarca; tuttavia | io | non dubito punto che perduta la novità di che ella si |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
occhi di quelli a cui gl' interessi appartengono. Non è ch' | io | non conosca come talora si sia forzati di occultare |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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conosca da vicino l' officio del Tribunale politico. Poichè | io | considero questo Tribunale solamente in relazione colle |
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queste saranno svolte nell' opera presente. Quando nel 1.36 | io | disponevo le varie cose, che in diverse circostanze m' era |
Filosofia politica naturale -
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stampato questo scritto. Ma ciò nondimeno tanta fiducia | io | m' avevo ne' progressi sociali, che non dubitai di |
Filosofia politica naturale -
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non fosse stata prima giammai adunata in civile reggimento. | Io | cercavo qual avrebbe dovuto essere la costituzione migliore |
Filosofia politica naturale -
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quella che si volesse dedurre dal diritto signorile. Ma | io | parlo qui d' una società civile e non d' una società |
Filosofia politica naturale -
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qui d' una società civile e non d' una società signorile. | Io | riconosco l' esistenza di un diritto signorile, e ne ho |
Filosofia politica naturale -
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potesse esistere qualunque umana società, fece sì, come | io | dicevo, che la giustizia fosse sempre cercata in tutte le |
Filosofia politica naturale -
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generalmente, e per lungo tempo nè pur sospettati, che | io | credo si debba mettere gli equilibri che abbiamo indicati |
Filosofia politica naturale -
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instituire non conviene in nessun modo ai proprietarŒ; ed | io | non potrei giammai consigliarli di entrare in simile |
Filosofia politica naturale -
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a dei vincoli materiali. D' altro lato nella società che | io | propongo di stringere ai proprietarŒ fra di loro, e che io |
Filosofia politica naturale -
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io propongo di stringere ai proprietarŒ fra di loro, e che | io | sono indifferente che si chiami civile o con altro nome, |
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debb' essere altresì comune il governo: e quest' è ch' | io | chiedo: questo è ciò che vuol la giustizia: che tutti |
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il giudicio di una persona non può essere che uno. Quando | io | ho ricevuto da una persona il suo consiglio in un affare, è |
Filosofia politica naturale -
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di queste nazioni è quello di essere sanabili. 1) Ora | io | spero che non si tratti di fare fra di voi una instituzione |
Filosofia politica naturale -
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ingegni più eminenti tutti i vostri interessi. Ma siccome | io | credo che non v' indurreste giammai a farlo, così pure io |
Filosofia politica naturale -
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io credo che non v' indurreste giammai a farlo, così pure | io | non vedo in qual modo si potrebbe convenire nel definire |
Filosofia politica naturale -
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il progetto della utilità o dell' equilibrio dei poteri. | Io | vorrei sapere in tal caso chi di voi dovrà essere spogliato |
Filosofia politica naturale -
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contendo di parole: questa dichiarazione sarebbe ciò che | io | intendo per ricognizione, sarebbe ancora la scienza modesta |
Filosofia politica naturale -
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di poter concepire tutta intera l' idea di Società che | io | prendo a descrivere: ma questo interrompimento, che nuoce |
Filosofia politica naturale -
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l' uman genere, se egli fosse cosa possibile od utile? | Io | non risponderò già, che dove tale obbiezione dovesse aver |
Filosofia politica naturale -
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verun ulteriore progresso al genere umano; perocchè | io | non penso che uomo me la possa proporre a tempi nostri con |
Filosofia politica naturale -
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nostri con tanta estensione. Risponderò piuttosto che anch' | io | concedo dover incontrare con ragione una prevenzione |
Filosofia politica naturale -
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e in tutta la sua perfezione eseguita. Ed or questo | io | credo che sia avvenuto del Supremo Potere della società |
Filosofia politica naturale -
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Si grida contro alla costoro improbità: ma, per quanto | io | sono persuaso, al tutto senza ragione. Io credo in quella |
Filosofia politica naturale -
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ma, per quanto io sono persuaso, al tutto senza ragione. | Io | credo in quella vece, che a questa concentrazione del regio |
Filosofia politica naturale -
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e come i principŒ sieno conformi alla natura delle cose. | Io | ho cercato un sintomo che ci faccia conoscere quando venga |
Filosofia politica naturale -
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notizia, è di Giovammaria Ortes. Non sarà forse discaro ch' | io | esponga brevemente il pensiero di quest' acuto ingegno, |
Filosofia politica naturale -
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la legge dell' equilibrio fra la proprietà ed il potere, | io | credo che la Francia sarebbe stata alleggerita dei mali che |
Filosofia politica naturale -
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alla servitù l' animo del padrone che non vuol perderla. | Io | accordo a Rousseau che il selvaggio privo di bisogni, |
Filosofia politica naturale -
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essere equilibrato colla proprietà. Già si si accorge che | io | parlo del feudalismo. Ecco come parla di questa istituzione |
Filosofia politica naturale -
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come vostre, ma voi le lavorerete come miei servi, ed | io | vi manterrò »; la nazione non si sarebbe mai arresa a |
Filosofia politica naturale -
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paese: ora egli è tempo che il vostro valore sia premiato: | io | dividerò con giustizia i terreni a tenore del merito di |
Filosofia politica naturale -
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comune è l' amore troppo grande alle proprietà, perciò | io | propongo che il capo della nazione abbia autorità di |
Filosofia politica naturale -
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della nazione abbia autorità di privarli delle medesime: | io | propongo che tutti voi riconosciate di ricevere le |
Filosofia politica naturale -
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questa fedeltà è stata quella che vi ha resi vittoriosi: | io | propongo che come dal vostro capo ricevete l' ordine della |
Filosofia politica naturale -
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nell' amministrativo ai secoli di mezzo. E non è già che | io | escluda nell' amministrazione la moralità: questa è |
Filosofia politica naturale -
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quel popolo che possa esser degno di tal monarca; tuttavia | io | non dubito punto che perduta la novità di che ella si |
Filosofia politica naturale -
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occhi di quelli a cui gl' interessi appartengono. Non è ch' | io | non conosca come talora si sia forzati di occultare |
Filosofia politica naturale -
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conosca da vicino l' officio del Tribunale politico. Poichè | io | considero questo Tribunale solamente in relazione colle |
Filosofia politica naturale -
|
i quali v'ordinate a lavorare per l'Umanità. Non dite: | io | , dite: noi. La Patria s'incarni in ciascuno di voi. |
Doveri dell'uomo -
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in esso, e i limiti ad esso prefissi. Se fin da principio | io | avessi concepito il proposito di presentare all' Italia il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nella « Filosofia d' Aristotele » di Francesco Biese (2). | Io | restrinsi dunque il mio lavoro nei confini delle dottrine |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
luoghi del filosofo. Dico nella sua totalità ; non pretendo | io | aver colto il vero nell' interpretazione d' ogni singolo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
Aristotele: arduo lavoro, a cui fin qui niuno italiano, ch' | io | sappia, aveva posto mano, e forse prima d' ora non si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
prima d' ora non si poteva. Ma ritornando a quello ch' | io | voleva dire, mi parve che in questo tempo, nel quale fu |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che una cotal specie d' emanazione della divina sostanza. | Io | credo, coi più recenti critici (1), che Giovanni Scoto, il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
sistema di Platone dell' esemplarismo : Aristotele stesso, | io | credo, non l' aveva bene inteso: dopo di lui, nel |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
questa della sottigliezza . Non ebbe tutta l' antichità, | io | credo, un' altra mente che fosse più analitica e più |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
dire indubbiamente a se stesso: Quest' individuo reale, ch' | io | conosco, è possibile, poichè ciò che esiste è possibile. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
dire ancora, facendo uso della sua immaginazione: Ecco che | io | immagino un altro individuo reale uguale a questo, e del |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
infinito. Finalmente egli domanda a se stesso: Che cosa ho | io | pensato fin qui? forse delle astrazioni? e risponde: No |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
particella, per menoma che sia, è comune a ciascun altro. | Io | non ho fatto altro, che affermare coll' immaginazione un |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
la difficoltà. [...OMISSIS...] Traducendo così questo luogo | io | m' allontano alquanto dalla comune interpretazione; ma |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
«he teleutaia» dunque si deve sott' intendere, per quant' | io | credo, «usia», che è la specie sostanziale, la seconda |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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benchè abbia un elemento razionale ed intelligibile: il che | io | credo voglia dire in quelle parole che [...OMISSIS...] . Il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
(2). Perocchè data un' idea specifica piena di sostanza, | io | posso dire di questa quello appunto ch' egli dice delle sue |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
ridotto ad espressioni più chiare per noi, è il seguente: « | Io | osservo, viene egli a dire, che le specie e i generi si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
già uniti e inseparabili dalla loro unica essenza. E questo | io | credo in parte una delle cause, che condussero Aristotele |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
dicono da lui create, come nel X della « Politeia », benchè | io | intenda questo delle sole idee del mondo, e non delle prime |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
di anime, ma per sè determinato intrinsecamente. Laonde | io | stimo che quest' anima di Dio sia diversa da quella creata |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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[...OMISSIS...] , non andrai lontano dal vero, come | io | vaticino » ». Avea detto poco prima della mente che ella « |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
|
siete uscita dalla sfera delle vostre attribuzioni: sono | io | il giudice di quello che mi è utile, e in questo sono da |
Questioni politico religiose -
|
direttamente al bene dello Stato: almeno di questo sistema | io | parlo. Ora questo facilmente diventa un far servire le cose |
Questioni politico religiose -
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frequente ha in bocca questo già troppo vecchio sofisma: « | Io | non sono incaricato della religione, ma di procacciare con |
Questioni politico religiose -
|
obbligava a sacrificare quello della libertà di coscienza? | Io | crederò, per diminuire il loro torto, che prima di mentire |
Questioni politico religiose -
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di tutte, anche per gli interessi temporali, e dirà: | Io | non la vedo? Perché o affetterà d' ignorare o pretenderà d' |
Questioni politico religiose -
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si tentò con il progetto di legge sul matrimonio civile, | io | direi: Disingannatevi; imparate a conoscere che cosa sia |
Questioni politico religiose -
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[...OMISSIS...] , fa tutt' altro discorso, e, per quel ch' | io | intendo, la riduce a certe specie ultime o all' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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in tutti gli altri? - Confesso che se ne può dubitare ed | io | stesso sono stato su di ciò lungamente dubbioso; ma mi sono |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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