11. Or che siete persuasi essere la superficie generale dei mari e dei continenti curva, resta che io vi dia la ragione della debole convessità di
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Sul mare, il campo visuale si allarga quanto più lo si contempla dall'alto: ora io vi dico che lo stesso avviene anche sulla terra ferma.
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13. Come si possa giungere a conoscere la grandezza della Terra, io non vel posso spiegare in questo piccolo libro Non mi par difficile dare, a chi
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71. Io vi pongo dapprima sott'occhio la figura 21, che si riferisce al caso di un osservatore al polo nord. Egli ha per zenit prossimamente la stella
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A darvi ragione di questi due fatti, che primi nella Luna attraggono la nostra attenzione, mi è duopo aspettare che io vi abbia prima edotti e
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Il lettore si ricorderà aver io già avvertito che le eclissi di Luna, mentre non possono accadere che durante la fase del plenilunio, non si
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ravvisare nelle medesime l'opera di esseri intelligenti, abitatori del pianeta. Io mi guarderò bene dal combattere questa supposizione, la quale nulla
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molto estese: 94 giorni dopo il solstizio australe il loro diametro non era minore di 500 chilometri. Nell'anno 1880 io le vidi ancora a Brera 144
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profonde, estese in direzione rettilinea per migliaia di chilometri, sopra larghezza di 100, 200 chilometri od anche più. Io ho già fatto notare altra
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Questo piano d'operazioni, che io ho descritto qui per fissare le idee su di un caso concreto, non sarà probabilmente il solo ad esser praticato. Non
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Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata
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, perchè gli spettroscopi con prismi a visione diretta restringono più il rosso che non i prismi angolari: ora io uso i primi, ed egli i secondi. Nella
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, perchè gli spettroscopi con prismi a visione diretta restringono più il rosso che non i prismi angolari: ora io uso i primi, ed egli i secondi.
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di 7.a ½ sono incluse nel Catalogo di Pulkowa, per l’indeterminazione naturale che porta la materia stessa; e credo io, ancora per la tendenza
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’Orione e le planetarie assolutamente verdi, mentre tutti le credevano bianche! Fu pertanto a questo scopo che io proposi l’uso della scintilla elettrica
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quella della precisione dei loro elementi. Fin d’allora io rilevai la differenza di diversi tipi stellari, i quali benchè legati in genere ai colori
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graduata che è riflessa nell’oculare dalla faccia del prisma. Siccome questa scala dava troppa luce nel campo, io vi sostituii una semplice fessura che
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Io penso dunque, che qui si debba piuttosto ravvisare l’esistenza di una forza di projezione esercitata dal nucleo, e capace di slanciare la materia
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costretto dalla difficoltà di trovare un modo di riprodurre esattamente e fedelmente i disegni abbastanza numerosi che io feci allora della Cometa. In
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. Per le correzioni o per le modificazioni, che le cose esposte nella presente Memoria potessero subire dipendentemente da osservazioni altrui, io mi
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altre comete, dovremmo conchiuderne, che la Cometa 1862 III emettesse dalla coda materia più rara che gli altri astri del medesimo genere. Io preferisco
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Io non ignoro che Bessel nella sua teoria spiega la dilatazione delle code ammettendo che le particelle nello staccarsi dal nucleo abbiano una certa
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Io dico che è impossibile spiegare questo effetto colla sola combinazione di una impulsione iniziale e della repulsione relativa. Infatti l’azione
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invece di espandersi, pare si vada assottigliando in punta, è necessario ammettere l’azione di una coda sopra l’altra. Io credo adunque, che la
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Lo splendore totale della testa poteva uguagliare una stella di 6.a grandezza. Per far comprendere in qual modo io ho fatto questa stima fotometrica
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toglie la luce prima dall’occhio destro e poi dal sinistro. “Quell’universo – scrive a Elia Donati nel 1638 – ch’io con mie meravigliose osservazioni e
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un invito estremo, che lei respinge con gentile imbarazzo, appellandosi alle maldicenze che li avevano allontanati: “Io delle volte tra me medesima
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giocondo o sia discaro, poco m’importa, essendo io assuefatto a soffrire e sostenere come leggerissimi pesi cariche molto più gravi”.
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braccia (25 metri) di tela da camicie non perché ne avesse bisogno, ma per compiacerla, in quanto aveva saputo che era lei a metterla in vendita (“ io
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confermata una anomalia già nota: periodicamente si registrava una differenza di parecchi minuti nel verificarsi delle eclissi del satellite Io. Jean
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Picard capì subito che Roemer era un giovane sveglio e lo sollecitò a misurare i tempi delle eclissi del satellite Io, il più vicino a Giove. Il
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. Nel 1676 predisse il ritardo che si sarebbe osservato in una eclisse di Io, e i fatti gli diedero ragione.
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tratta del pianeta cercato. Encke ed io lo abbiamo confrontato con una stella di magnitudine 9 al telescopio di Fraunhofer (obiettivo di 23
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Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe conoscendo il suo carattere, Nadar fa il modesto: “Poiché il caso volle che fossi io il primo fotografo a
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rimasto vedovo. Anch’io sono vedova e condivido la sua religione. Quanto più luminosa sarebbe la mia esistenza se riuscissi a convincerla che saremmo
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perché io, e non lui, avevo fatto la scoperta”.
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apriva davanti e io sentivo la scarica di adrenalina che viene dal privilegio di fare una scoperta che è un salto nell’ignoto.”
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ruolo che avevano svolto nella scoperta delle pulsar e dei quasar. Jocelyn si consolò con un gioco di parole: “Io sono la signora No-Bell”. Ma fu
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stelle intorno alla Terra è evidente agli occhi di chiunque, come pure lo stato di quiete della Terra stessa. Io ribatto che agli occhi dei lunari
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miglia, così grande e vicino come se fussi lontano miglia 5. Hora avendo io conosciuto quanto vi sarebbe di utilità per le cose sì di mare come di terra
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Parigi; il che fu infine il motivo che mi spinse ad applicarmi tutto a ricercarne le ragioni, e ad escogitare i mezzi, per i quali io potessi giungere
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’immagine di Giove risultò confusa, i satelliti Io e Callisto si vedevano bene, mentre solo Hale riuscì a scorgere Europa e Ganimede, separati da 20
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che vo io pensando che questi sapori, odori, colori etc., per la parte del suggetto nel quale ci par che riseggano, non sieno altro che puri nomi, ma
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linguistico comune e sostituiti da nomi individuali di origine mitologica – Io, Europa, Callisto e Ganimede – assegnati dal tedesco Simon Mayr
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terzina “ Lo stile dell’invenzione è molto vario, / ma per trovare il bene, io ho provato / che bisogna proceder pel contrario ”. Il senso letterale è
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È sorprendente la precisione che Galileo ottenne nel rappresentare il sistema dei satelliti con il suo giovilabio. La distanza dal pianeta di Io, il
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