LUIGI CAPUANA MALIA COMMEDIA IN TRE ATTI IN PROSA logo tipografia ROMA STABILIMENTO TIPOGRAFICO DI E. SINIMBERGHI - 1891
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In questo momento sono in chiesa..
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Vi siete affaticata troppo in questi giorni. Gli sposini, si capisce, hanno ben altro per la testa che badare alle faccende di casa. Comare Nedda
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Eh! Prima al municipio... Il sindaco, con quel suo pancione, arriva sempre in ritardo. E se non manca pel sindaco, manca pel segretario... So io come
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Gli ho lasciati in chiesa. Quella messa non finiva più... Ero in pensiero, lana.
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(entrando in fretta, seguita da Caterina).
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(Entra con la bottiglia piena in mano).
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Bravo! Scialaquatore! Da oggi in poi bisogna pensare ai figli.....
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In quella del diavolo riuscite meglio.
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(Gl'invitati sono, tutti in piedi e parlano tra loro alla rinfusa. Intanto Cola, assegna i posti pel balletto).
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Quel che vi viene in bocca... Dalle vostre labbra non possono uscire cose cattive! Noi stiamo di faccia.
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Lasciala in pace....
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(versandosi in fretta un bicchiere di vino)
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È così stravolta in questi giorni!
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Con la mala gente che può farci il Signore ?... Fuoco in questa e nell'altra vita, Gesù benedetto!... Ma voi, scusate, avete la testa dura! Quant'è
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Camera di Iana. A sinistra, alla parete, altarino. In fondo, finestra e letto; A desera, cassettone e tavolino ZIA PINA e MASSAIO PAOLO, poi IANA.
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Di che volete che si tratti? Una ragazza che pareva di ferro, bianca come la ricotta, e rossa e fresca come le rose!... In quattro mesi!... Povera
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(A lana rimasta un po' in disparte)
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Che avete, comare lana?... Quando si è in grazia di Dio, si sta sempre allegri.... È vero, massaio?
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Non voglio medaglie! Non vo' nulla!... Lasciatemi in pace!... Non ne voglio!...
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Non voglio nulla!... Lasciatemi in pace!
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Uh! Uh! Passa il lupi!... Questa è la mia vita! Andare in giro pel paese da mattina a sera; bisogna buscarsi il pane.
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Oh, se non aveste mai posto piede in questa casa!
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In casa mia non si ride più. Vostra sorella mi fa fare la bocca amara con la sua gelosia...
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Siete divenuta proprio strana! Prendete ogni cosa in mala parte..... Una volta eravate tutt' altra! Che risate si facevano allora! Le ricordo sempre!
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Cognata lana!... Ma dite in serietà?... Date retta alle grullerie di vostra sorella?
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Io che vi porto in palma di mano?... Cognata!
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(Pausa. Poi le si avvicina, e le parla quasi sottovoce, a intervalli, con accento di mano in mano più insinuante).
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(Va incontro a Nino che entra e lo trattiene in disparte)
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Non le dir nulla!... È in un momento cattivo... Si parlava di te or ora... Aveva anche cominciato a ridere... poi, tutt' a un tratto...
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Vi siete ficcati tutti qui!... Di là c'è la zia Santa con le figlie... Ho visto le Nigido per strada... Non le fate entrare in questa camera; non
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(rimettendole l'anello in dito).
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(Iana cade in convulsione, mugolando parole scomposte. Tutti la circondano per soccorerla).
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(Iana rientra in casa).
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(lana traversa lo spianato con un paniere di canna in mano).
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Che, ne so?... Lasciatemi in pace... Non mi dite più nulla...
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I capelli li taglieremo un'altra volta... in bottega. Oggi è l'ultimo giorno di vendemmia.
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(Dal fondo comparisce Don Saverio, condotto per mano dalla zia Pina. È imbacuccato in un mantello di albagio col cappuccio: pallido, macilento, parla
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No, Don Saverio; non voglio che si dica male delle persone in casa mia! È sempre un sacerdote, quantunque in peccato mortale!...
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(si allontanano, poi entrano in casa).
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(alla zia Pina che entra in questo punto, portando una bottiglia di vino e un bicchiere che posa sul tavolino).
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Credevo che non ci pensaste più, che vi avevate già messo il core in pace...
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Ebbene: qui c' è don Saverio... Se non volete dirlo a me, ditelo a lui. Ha fatto il più, può fare il meno. Abbiate fiducia in lui... Lo chiamo?
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Si, Nino.... Ma prima giuratemi in nome di Dio....
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Come confessione in punto di morte... Sigillo di confessione... Giurate!
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Vi adorerò come Dio; sarò la vostra serva!... Badate Nino!... E se vi pentirete quando non sarete più in tempo?... Che posso dirvi?...
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(avvicinandosi a lana, che smania e piango in un canto).
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Grande cortile, chiuso in fondo da un muro con portone in mezzo. Dietro il muro si vedono le case dell'altro lato della via. A destra dello
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(Gli altri due sonatori seggono in fondo e parlano sottovoce tra loro).
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Sarà pel dispiacere di restar sola in casa. Giudizio, Mastro Nunzio! Non vi reggerà il braccio a sonare.
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