Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Malombra

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Fogazzaro, Antonio 26 occorrenze

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enorme gli calcasse le spalle. Pensò in quel momento con certa stupidità fredda e lenta all'atto sleale che stava per compiere sotto il tetto d'un

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Alle due pomeridiane il commendatore e Silla lavoravano in biblioteca. Preparavano lettere e telegrammi d'affari, liste di persone a cui mandare la

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"Ah Dio, Silla, che orrore!" disse la signora De Bella entrando come un nembo di seta in cui due piedini nervosi tempestavano a colpi sordi. "Buona

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loro umidi mantelli di boschi, le ultime colline di ponente sfumate in un chiaror di piova, il lago plumbeo. Lì sul lago non pioveva ancora. Non si

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conte delle occhiate serie che non s'accordavano con il suo cicaleccio scherzoso. Parlava di cento cose, saltando di palo in frasca. Il conte le

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Ell'era figlia unica di una sorella del conte Cesare e del marchese Filippo Crusnelli di Malombra, gentiluomo lombardo che visse in Parigi tra il 49

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frotte di cappelli a cencio che si aggrupparono nel sagrato. Steinegge passò anche lui fra quei gruppi con Edith, l'accompagnò in chiesa e ne uscì un

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Il sole era tramontato e le cicale non cantavano più. La costa boscosa in faccia alla biblioteca si disegnava nera sotto il limpido cielo aranciato

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pensare o, almeno, pensando senza il governo della volontà, disordinatamente. Era la penombra di un sogno in cui le idee duravano a muoversi a caso come

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rimedio, porterà via lui e i suoi compagni nelle tenebre. La locomotiva fischia, colpi violenti scoppiano di vagone in vagone sino all'ultimo: il convoglio

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Hund ist, questo è molto bene anche in grammatica. Egli vuole il Reno, der Kerl! Avete fuoco?" "Sì, ma lasciate stare la politica." "Oh" rispose

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alimenta con il torrentello di cui appunto sono lavoro le caverne dell'Orrido. Andavano tutti, tranne il conte. Nepo fu in piedi per tempo e scese in

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partita subito. E concludeva che a questo mondo non bisogna mai disperar di nulla, fuorché di veder Cesare pettinato. Adesso si trovava proprio come in

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comparve nella loggia e una voce gridò: "Son qui?" Poi il lume scomparve. "Oh, signora Fanny!" rispose il ragazzo. "Porti giù il lume! Faccia in fretta

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interlocutore l'avvocato Mirovich e gli parlò di Venezia, de' suoi amici di colà, del caffè e pannera in gelo, dell'Istituto Veneto e delle gondole, tirando

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pietrone grigio, fra due brevi quinte di bosco. In alto fra il ciglio del pietrone e il cielo azzurro, magri arbusti si divincolavano ridendo nel

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. Una pompa nuova di vasi schierati vi ostentava fiori e fogliami signorili; parevano dignitari e dame in attesa di un corteo reale. Il popolo delle

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riconobbe, alzò il paralume della lucerna. "Ah! Niente?" diss'egli. "Niente?" ripeté Steinegge. Si alzarono ambedue in fretta, si accostarono al nuovo

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"Sì, il Cristianesimo, lo capisco bene" disse il conte, pigliando in mano un alfiere e guardandolo attentamente. "Non so chi sia la bestia che vuol

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era troppo del XVI secolo e lui troppo del XIX. Nato con una scintilla di poeta e d'artista, l'avea convertita in agente meccanico. C'era l'avvocatino

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nelle stanze preparate per essi, a spalancar porte e finestre. Gridava dall'alto a don Innocenzo: "È contento, mo?" Tornava giù in furia, tutta

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Silla arrivò alle dieci e mezzo alla stazione di... Il mattino era caldo e ventoso. Le vette dei grandi abeti che nereggiavano lì presso in un

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prodi che pasci a quest'ora di cigarettes e di thè, se mi poteste vedere vagar sola per le onde, in lancia, come una selvaggia. Ma no, ti sacrifico il

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"El xe largo e longo, Ecelenza" disse alla contessa Fosca la sua fedele Catte, versandole il caffè in una tazza larghissima, mentre la contessa

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quest'ultimo, uno in faccia all'altro, senza parlare. Pareva che vegliassero un morto. Steinegge si alzò, accese in silenzio una candela e tornò a

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"Di qua, signore" disse il servo che precedeva Silla: "il signor conte è in biblioteca." "È questa la porta della biblioteca?" "Sì, signore." Silla

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