si fermò sotto la finestra illuminata, non chiamò, entrò nel sottoportico e spinse l'uscio. Era aperto. Entrò dal fresco della notte in un'afa pesante
finestra illuminata dell'alcova, ad ascoltare. Silenzio. "Maledetto lago!", fece il dottore, pigliando il braccio del suo compagno e rimettendosi in via
specie di cantina molto vasta, sostenuta da volte, ed illuminata da una feritoia aperta a fior di terra, difesa da solide sbarre di ferro. Nel mezzo
Saranguy. L'indiano entrò in una stanzuccia illuminata da un ramo d'albero resinoso, il quale spandeva all'intorno una luce fumosa. Sdraiato su di una
sud colla celerità d'un cavallo, e mezz'ora dopo giungeva in un'ampia radura, in mezzo alla quale illuminata da uno splendido chiaro di luna, ergevasi
piedi. La notte era limpidissima, illuminata da una luna superba e l'aria dolce, rinfrescata di quando in quando da una brezzolina, che scendeva
soglia e penetrò nella cabina illuminata da una lanterna di talco. Prima cosa che vide fu uno specchio che riflesse la sua immagine. Nel mirarsi ebbe