Tutte le mattine la tromba suonava e svegliava i soldati del Re. Il Re si chiamava Alcibiade I, e aveva, naturalmente, il manto rosso col bordo di
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Quei due signori che passeggiavano impettiti erano Piuma e Massimo. Piuma era piú piccolo e piú leggero, e il vestito che aveva addosso gli era
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Questo negro era piú piccolo dei negri veri, e fatto di legno; aveva un ciuffetto di lana nera in testa, e due begli occhi di porcellana bianca. Il
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? — brontolò Tit. Il povero mercante, vedendoli da lontano insieme alla sua Grigia, diventò di tanti colori; ma in fretta Tit gli gridò: — Tutto male! Il
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Dello stesso autore nel catalogo Einaudi Menzogna e sortilegio L'isola di Arturo Lo scialle andaluso Il mondo salvato dai ragazzini La Storia
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! — Tutti si voltarono, ma nessuno capiva di dove venisse quel chicchirichí. E cosí ogni tanto il corteo si fermava, e tutti i signori chiedevano: — Ma chi
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freddo, e vi fece molte cuciture col filo nero. Però il vestito rimase sempre alquanto strappato. Uscirono, lasciando la porta socchiusa. Caterí
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— Signori, non posso darvi il biglietto per un soldo bucato, — disse malinconicamente l'impiegato della stazione, che si era fatto il suo sportello
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— Cavaliere, perché mandate via quel ragazzo? — Eccellenza, — disse il Gufo, — non ha soldi per pagare il biglietto —. E si soffiò il naso che era
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— E forse, — strillò sempre piú severo il gallo, — anche contro i galli e le galline? — Non sia mai, — disse la rondine, — Però, voi, signore... — Io
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Tutti si affacciarono; si poteva vedere il re dei topi bianchi, che correva correva, col gatto di cartone tranquillamente appeso alla sua coda; negli
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Caterina era stanca e aveva voglia di dormire: — Buona notte, Tit. Invece non poté dormire. Da una finestra aperta entrava un raggio di luna e il
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parola. Tit chiese il permesso di visitare il castello, per vedere se per caso ci fosse Bellissima. Fa' pure, — disse la Signora del Pineto, — visto che
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Lo seguivano due dei suoi amici piú fidi, che portavano gli occhiali e le barbe finte per rendere piú terribile il loro aspetto. Essi tenevano il
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— E ora, se vi movete, mi avanzo io, — dichiarò. Tutto il mondo sa che non si può competere con un Tit armato. Quei tre non si mossero. — Lascia
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Caterina mise fuori prima una gamba e poi un braccio, e finalmente apparvero il suo grembiule e il suo naso. Uscí, dando la mano a Tit e, appena
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Tit rimase un po' di tempo profondamente assorto. Poi si mise a passeggiare guardando il soffitto, e si ricordò di Caterí: — Puoi cominciare a farti
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ancora della brava Grigia. Tit si sedette sotto ad un pino, vicino a Caterí, e subito una cameriera venne a portare il gelato di erba, pinoli e
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portare un grembiule bianco, e con tono d'importanza ordinò i medicinali. Poi comandò: — Potete andare. Sempre tenendo il soldo e la trombetta
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, — lontano lontano? Caterí guardò. Dalla parte opposta a quella dove sorgeva il palazzo dei sogni, all'altro confine dei possessi della Signora, si
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offrire le loro mercanzie, dalle uova alle stoffe d'oro. Il piú ricco di questi mercanti bussò alla casina di Tit, e Caterí corse ad aprirgli. Era un
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, io non sono il solo, dunque, che conosca í suoi meriti! — gridò il povero mercante di stoffe. — È la donna dei miei sogni. Non parla mai, sta sempre
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il pranzo e si ripulí bene le mani con uno strofinaccio, prima di andare incontro a Tit e a Caterí. — Sono contenta che la brava Grigia abbia trovato
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in testa. Il suo fazzoletto era grandissimo affinché vi potessero entrare tutte le sue lagrime. Rosetta fece subito un inchino e la Principessa rispose
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volete sapere ancora? Se Rosetta ha sempre il suo impiego? Sí, Rosetta ha sempre il suo impiego. Se il Mercante aspetta ancora? Sí, aspetta ancora. E la
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Udita che ebbe questa canzone, Caterí si mise a dormire, contenta, con Bellissima ai piedi del letto. Quella sera corse subito verso il Palazzo del
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facendo: Miau! Miau! — Bene! — gridò Negretti, — bene! — E cavalcò sul suo asinino, cantò e mangiò banane. Poi tornarono verso il teatro, ma non
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asciugargliele. Poi scappava e si nascondeva e faceva: Bu! Bu!, dietro una pietra. Negretti correva dietro la pietra, ma intanto si accorgeva che il
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E Negretti sospirò, perché questa era proprio la canzone che cantava sempre la signorina Alberelli. — Perché sospiri? — chiese il canino. — Per
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Alberelli che andava in cerca del suo fidanzato, il signor Negretti. Si videro, e si corsero incontro; si abbracciarono, e tutti felici corsero giú
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vecchio padre generale morto eroicamente in battaglia; ma il figlio, invece di fare il generale, volle seguire la sua vocazione di cuoco, e la sua fida
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Per la strada suonava con la tromba l'inno del Re, e tutte le ragazze si affacciavano; ma alcune avevano il naso troppo lungo, altre i piedi troppo
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Il nonno ha novantun anni e ancora tanta voglia di vivere. Il papà mi ha raccontato che l'anno scorso un giornalista della televisione andò a
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È il tamburo il mio strumento preferito. Appena torno da scuola, giusto il tempo di scaraventare lo zaino sul divano, e subito attacco a suonarlo
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Aldo è il più ricco della classe. Dice che ha una bella camera con tante cose da far vedere, ma che di rado viene qualcuno a vederle. - Io le vedrei
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ascoltarmi quando suono il tamburo. Lei fa danza moderna e a volte balla mentre io suono. Mi chiede spesso della mia città d'origine, Casablanca. A
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Intanto Nerone con un balzo guadagna il tetto della mercedes e acciuffa con la bocca la borsa. L'autista, ignaro di ciò che gli capita sopra la testa
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Aziz è stato preso dalla polizia senza documenti, così gli hanno fatto il foglio di via, che significa che adesso deve tornare in Marocco. Questo
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Il pomeriggio sto davanti al supermercato. Vendo accendini, però aspetto pure che i clienti carichino la spesa in macchina e poi riporto a posto il
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, Saturno ... Urano ... - E poi? - Dunque ... Mercurio ... - Tutto qui? E il pianeta dove siamo noi? Come si chiama? - Ho come un vuoto di memoria
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Quest'anno sono in quinta. Però è il mio primo anno di scuola in Italia. La maestra ci ha spiegato che bisogna combattere i pregiudizi, che poi sono
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Pago il mio cuscus, sistemo il mio carrello e recupero i miei due euro... Ricomincio a lavorare. Accompagno le signore profumate alla macchina, le
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Dal mio balcone si vede benissimo il salotto di casa Nasochiuso. La signora Nasochiuso è seduta sul sofà con una sua amica, la signora Preziosi
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lontane. Sono qui, seduto proprio in mezzo al campo verde, con il cerchio bianco intorno. Il tamburo è appoggiato sull'erba, stretto tra le gambe
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Improvvisamente la macchina parte e si porta via la borsa dritto sul tetto, come l'insegna di uno strano taxi. Il guidatore non si è accorto di nulla
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Lavoro dalle quattro e mezzo del pomeriggio fino alle sette e mezzo, cioè da quando chiude la scuola a quando chiude il supermercato. Alle otto sono
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Subito dietro la curva di viale Giulio Cesare è parcheggiato il furgone delle consegne della pasticceria, col portellone posteriore spalancato. La
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A Livio, che ci ha creduto. Ad Arianna, che ci ha creduto e mi ha aiutato a non perdere il filo.
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Chi sono p. 8 I jeans » 10 A scuola » 12 Casa sua » 14 Lavoro » 16 A casa » 18 La vicina » 20 Casablanca » 22 Il nonno » 26 La nebbia » 28 Aldo e suo
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Andrea, il mio compagno di banco, corre più veloce di me (io però suono meglio il tamburo). La maestra dice pure che quando apriamo il gas per cucinare
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