Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Piccolo trattato di tecnica pittorica

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De Chirico, Giorgio 21 occorrenze
  • 1928
  • Fondazione Giorgio e Isa De Chirico
  • Milano
  • trattato di pittura
  • UNIFI
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usate dai pittori moderni sono quelle non assorbenti poiché permettono di rendersi conto subito dell’effetto che produce il lavoro; si può benissimo

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È mia opinione che la tela assorbente sia quella da preferirsi. Tanto le tele assorbenti in vendita presso i mercanti quanto quelle che il pittore

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Per assicurarsi se un dipinto è abbastanza asciutto per ricevere almeno una vernice provvisoria, non basta toccarlo e vedere se il colore attacca

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alcuni essicanti facilita il lavoro e non è affatto pericoloso. Il miglior essicante che io conosca è il siccativo di Courtrai; naturalmente usato

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Il siccativo di Harlem per conto mio non lo consiglio. È chiaro sì e trasparente e non scurisce i colori, ma ha il grave difetto di prosciugare la

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dipingessero con quattro soli colori: il bianco di Milo, il giallo d’Atene, il rosso sinopico ed il nero, stemperati in una miscela di chiaro d’uovo e

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Il giallo di cromo, che è un prodotto dell’ossido di cromo, sopporta male il contatto degli altri colori; isolato si conserva abbastanza bene specie

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compenso si ottengono con esso dei grigi d’una trasparenza e finezza veramente meravigliose. Uso pure il nero d’avorio e il nero di vigna.

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Buono è pure il sistema di lavorare su cartoni preparati; il pittore tedesco Hans Thoma ha spessissimo dipinto su cartoni e tutti i suoi lavori si

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Il grande vantaggio che offre la pittura a tempera si vede specialmente quando bisogna eseguire certi dettagli come per esempio le ciglia e le

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Bellissimi effetti si possono pure ottenere lasciando trasparire in alcuni punti il fondo grigio chiaro. Un’altra qualità di tale tempera è che essa

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Non si può dire di conoscere con esattezza assoluta il modo con cui gli antichi dipingevano a encausto. Secondo gli scrittori antichi erano delle

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Finito il disegno si comincia a campire i contorni con toni chiarissimi. Per esempio ammettiamo che si abbia a dipingere una figura nuda seduta sopra

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Si piglia una tela non assorbente, cioè preparata a olio, della grana che si vuole; soltanto si stia attenti che se la grana è alquanto grossa il

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Sulla tela così spruzzata (la soluzione asciuga dopo qualche minuto) è molto piacevole lavorare; il colore attacca perfettamente, il pennello scivola

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volte il tono e il colore della preparazione sulla tavolozza e perché questi risultino perfettamente eguali su tutta la tela è opportuno fare a parte

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Le ombre del nero si possono fare col bruno van Dyck, il nero e la lacca di carminio.

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Dipingere con la solita miscela d’olio di papavero, trementina e qualche goccia di Courtrai. Portare avanti il lavoro quanto si può evitando i

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Dovendo segnare un contorno, tracciare una linea sopra un impasto asciutto; bisogna evitare di farlo con colore diluito poiché il tratto in questo

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Per il giallo si passerà a velatura del giallo brillante (o altro giallo, sempre secondo il colore che si desidera) sopra un impasto bruno caldo

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Per il verde si passerà a velatura del giallo sopra un impasto di azzurro scuro. FINE

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Fra Gherardo

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Pizzetti, Ildebrando 29 occorrenze

. Il famiglio si difende e difende la sua preda menando colpi con la spada. Il ragazzo gli sfugge. Inferocito, il famiglio gli cala un fendente sul collo

Il Vescovo e i Canonici, l'Inquisitore e i suoi Notai, guardano, silenziosi e immobili. Un raggio di sole rompe la nuvolaglia grigia. Il sole

La Piazza Maggiore di Parma. A destra il Palazzo del Vescovo, preceduto da un ripiano rialzato su due scalini: un loggiato chiuso da cancelli di

Il popolo, i prigionieri, tutti stanno, con l'animo sospeso, per udire la risposta di Gherardo. Il cielo, che s'è andato rapidamente oscurando e

Il Vescovo

. Entrano il Vescovo e il Podestà.

Gherardo ha assistito al breve assedio dei due soldati dal cortile della sua casa. Due tre volte ha mosso il piede, per andare e intromettersi, ma

Il Cieco

È notte. Il silenzio è rotto soltanto da rari lontanissimi echi di voci. Da sotto il portico della casa là in fondo una donna miseramente vestita

Il Guercio

Il Notaro

Il Podestà

Il Rosso

Durante il discorso del Vescovo il cielo si è andato coprendo di nubi e s'è oscurato. S'ode un rombo di tuono, e un'onda di vento passa sulla folla

S'allontana la compagnia degli spensierati, ed escono sulla strada e s'allontanano i mendicanti. Il Guercio e il Notaro si son messi dietro alla

Tutt'intorno il popolo, inginocchiato, mormora orazioni.

Appoggiato a uno stipite della porta di casa dei Putagi, Gherardo segue con occhi smarriti il moto ondeggiante della folla che esce per le tre

Piangendo e singhiozzando si dirige verso il portone che dà sulla strada. Lo apre. Vede tutto buio, fuori, e arretra. E si odono, vicine, le due voci

Per la via che mena al torrente sono ormai scomparsi i famigli e Gherardo in mezzo a loro, e dietro a loro il traditore. Mariòla si riscuote, corre

Il corpo squassato dai singulti, si abbatte bocconi per terra. E allora dalla turba dei Flagellanti, i quali hanno ascoltato in silenzio la

Gherardo si riscuote, si desta. Alza il capo, si volge e vede i due, là in fondo presso la porta. Sta intento ad ascoltare, un momento. Poi si muove

Gherardo sta, un attimo, attònito: e scruta negli occhi, sospettoso, il Podestà.

, dalla strada che sta oltre il Duomo verso il Palazzo del Vescovo. Si fanno largo roteando col braccio libero la spada, e due soldati li precedono

Uno stanzone a pian terreno del palazzo vescovile, verso il cortile. Due strette ed alte finestre inferriate nel muro di fondo, una porta a sinistra

Gherardo lascia cadere il pezzo di legno, si appoggia al tavolo, si passa le mani sul capo.

Il cancello del Palazzo viene aperto a mezzo, dall'interno, e ne esce l'Assessore del Podestà, scortato da quattro famigli armati.

E i famigli corrono su Gherardo, lo mettono in mezzo, lo prendono, lo trascinano via, per la strada verso il torrente.

I Frati Bianchi si avviano verso la chiesetta e vi entrano. Solo è rimasto presso Gherardo il fraticello giovinetto.

Il cielo si tinge di rosa alla prima luce del giorno: impallidisce e vanisce la luce dorata delle stelle.

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