Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Gemme - Corso completo di letture

206773
Grassini, G. B., Morini, Carla 37 occorrenze
  • 1905
  • Remo Sandron - Editore
  • Milano - Palermo - Napoli
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
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. Ma a Tonino, il golosetto, la merenda non sembrava sufficiente, e volle un'altra volta frugare nella dispensa: - Oh! che bel pezzetto di formaggio

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dolore per il suo babbo e per la sua mamma!

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- Lucio, prestaci il tuo treno che facciamo fare un viaggio alle nostre bambole!- disse un giorno l'Emilia a Lucio. Lucio sùbito: - Per quella della

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. - Mamma, - disse Lucio piangendo - ho voluto pulire il calamaio e.... - - E ti sei insudiciate le mani - continuò la signora. Infatti le mani del ragazzo

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La mamma di Giulio è vedova, e lavora tutto il giorno per mantenere il figliuolo. Ma questi non è riconoscente. Appena uscito dalla scuola, si ferma

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MAGRINI dip. Bestetti e Tumminelli, edit., Milano (Ripr. autor.) L'orso polare. Acchiappò molte cavallette, e il giorno dopo, in classe, le buttò addosso

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spalancava i due occhioni celesti, muoveva, le braccia, le gambe, e diceva, Mamma! -Ora rifarò il lettino! - proponeva Bebè, la dormigliona. l Emilia, che

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. Aldo diceva che il suo vestitino nuovo era più bello di quello di Ferruccio. Ferruccio sosteneva ch'era più bello il suo. Si accapigliarono per questo

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Giulio diceva sempre: - Io so nuotare quando il mare è in burrasca! Io so sparare il fucile! - Io vado da solo e di notte nei boschi... E non era

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L'Emilia qualche volta fa i capriecetti. Un giorno la mamma le disse: - Làvati bene il collo col sapone. Non devi aver timore dell'acqua, tanto più

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bugia alla signorina. Disse che l'aveva dimenticato. Ma sapete dov'era? Sotto il letto di Lucio, mezzo rosicchiato dal gatto. Se Lucio fosse un po

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. Ma si sentì afferrare per un braccio e mandò un grido. - Non vedi, piccina, che passa il tranvai elettrico? - disse un signore. Aveva proprio corso

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Lucio è il fratellino della Maria. Frequenta la prima elementare. Per la via cammina serio e composto come un ometto. Ieri mattina incontrò la sua

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. Il fanciullo lo mostrò alla sorellina, che ne avrebbe voluto un pezzetto. - No, - rispose il birichino - te lo lascio succhiare soltanto un poco.- La

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il burro. Assaggia una, assaggia due, assaggia tre volte... finì per mangiarselo tutto. Ma ora è là nella sua cuccetta, e guaisce, guaisce perchè sta

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Lucio e la Maria non stavano piú nella pelle. Il babbo li aveva condotti proprio vicino alla porta d'uscita della stazione. Così erano riusciti a

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anche noi! - soggiungevano gli altri due, Anulare e il più piccino che si chiamava Mignolo. E tutti i cinque fratelli lavoravano insieme d'amore e

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Enzo aveva finalmente imparato che bisogna tener conto non solo della roba nostra, ma anche di quella degli altri. Il suo vicino un giorno

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Così chiamavano in casa Gigetto perchè la mattina era un pigrone. Non voleva mai scendere dal letto e vestirsi. Invece Antonino, il fratellino di

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Che bella stagione è la primavera! Il sole è tepido, il cielo quasi sempre sereno. Quanti fiori nei giardini e che bel verde pei campi! I fanciulli

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Che vento tirava! I ragazzi uscivano dalla scuola, e il vento faceva loro volar via i berretti. Quasi tutti gli scolari allora incominciarono a

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sùbito.- E volle provare, tanto più che quel burlone di Antonio gli aveva insegnato come doveva fare. Come è andato a finire il volo di Enzo. Fot. R

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I. Che sí fà? Il giorno dopo era il compleanno del babbo. - Che si fa - chiese la Maria a Lucio. - Portiamogli un bel mazzo di fiori - propose Lucio

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IV. Il babbo. Il signor Guglielmo gradì molto la letterina e il pensiero gentile dei suoi figliolini. Li baciò con affetto e disse loro: - Grazie

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sempre pronto il solito ho paura. Paura di che? Non lo sapeva forseneanche lui. Gennarino il pauroso. E intanto era diventato il divertimento di tutti i

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un'amica della mamma Corrado, il signorino «Toccatutto», secondo il solito, cominciò a curiosare. In un angolo della stanza v'era, sopra una mensola

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Un giorno Enzo tornò a casa tutto lieto e gridò: un quadrupede (il gatto). - Mamma senti quante cose ho imparato. Il nostro cane Tom è un quadrupede

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. Lucio e la Maria vollero anch'essi mettergli nel cappello un soldo per ciascuno e fare una carezza alla bestia. Il vecchio ringraziò e sorridendo disse

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I. Il babbo scrive alla Lisetta e alla Bettína. Un giorno la Lisetta e la Bettina, due buone e care sorelle, ricevettero da Parigi, una città lontana

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. - Che aria tepida! Come sono verdi i campi!- Avevano ragione. Negli altri paesi il cielo non è così bello come nella nostra Italia, e non vi sono

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Quel birichino di Tonino aveva il brutto vizio di alzarsi ogni momento da tavola anche se vi erano invitati. Ma un giorno gliene capitò una che non

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Luisa alla bambola - devi imparare a star bene a tavola. Si spiega il tovagliolo e ei si forbisce spesso la bocca. Ti piace il vino dolce? Ma bada, ve

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La mamma dell'Emilia era caduta ammalata. La piccina non andò alla scuola per tre giorni, e non toccò mai la sua bambola. Rimase sempre presso il

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ricordato di tutto quanto questa aveva spiegato il giorno prima: «L'acqua è molto necessaria all'uomo e alle piante. L'acqua col caldo evapora, forma

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della scuola . . . ivi La piccola Messinese. . . » 10 Il topolino in trappola . . . » 12 Sempre asinello. . . » 14 Ragazzo scortese . . . » 15 Non

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da banchi. Il babbo aveva dato una bella lavagnetta e il gesso. i banchi Mancavano i cartelloni con le illustrazioni di animali e di piante. V'erano in

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Un giorno la signora maestra volle vedere il sillabario di tutte le sue scolare. Molte lo avevano già tutto sciupato. La Maria invece aveva imparato

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