(Desiré trascina il seggiolone presso il caminetto; indi attizza il fuoco. – Fedora guarda intorno curiosamente.)
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(Loris prende dalla piccola scrivania i guanti e il gibus depostivi prima di sedere: Fedora, accorgendosene, fa un passo innanzi: egli s’avvia verso
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(Loris prende il dispaccio; Fedora studia il modo di sottrargli le lettere.)
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(Loris risale impaziente verso il fondo: Fedora si stringe la testa tra le palme, curvando il dorso.)
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(Ciascuno tocca il bicchiere dell’altro, tracannando poi d’un fiato il proprio. – Un trillo di campanello elettrico li interrompe.)
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(Basilio scende dal villino con un vassojo e lo presenta a Loris, il quale rivolge il capo pesantemente. Fedora, poi ratta, ne toglie un biglietto.)
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(S’ode un suono di campanello elettrico: – i tre si voltano verso il cancello. Loris prende il berretto lasciato sovra un sedile.)
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(Nel salone tutti applaudiscono Lazinski, che ha terminato il primo tempo del suo pezzo: il concertista polacco si alza per ringraziare goffamente
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(Fedora s’è strappata dal collo la croce bizantina: ne apre vivamente il castone, e ne versa il contenuto nella sua tazza da thè, rimasta ancor piena
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(Entra dal fondo il dottor Müller.)
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(I cavalieri invitano le dame. Le coppie sfilano nel fondo verso la galleria vetrata. – La Contessa prende il braccio di Lazinski: un generale offre
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(Loris prende il calice dalle mani di Borov, e lo porge a Fedora, della quale Olga sorregge la testa. – Fedora ne beve un sorso, ma poi lo rifiuta
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(Il campanello squilla ancora una volta e più forte.)
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(Fedora scompare nella camera, l’uscio della quale resta spalancato. Oltre il basso del letto e il canterale, si scorgono ora le sacre iconi appese
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(Loris porge il dispaccio a Fedora, che lo percorre febbrilmente.)
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Il dottor Lorek con un Assistente e detti; indi Müller.
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Candelabri e caminetto accesi: sulla credenza sta bollendo il samovar.
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impassibile. – Fedora, appoggiato il capo sul petto di Loris, scorge a un tratto il canestro di fiori già deposto da lei sopra uno sgabello.)
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(e il merciaiolo mostra agli altri il foglio e il denaro)
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(E il giovane torna presso il letto a guardare e lascia ricadere lento il velario sulla fanciulla addormentata; poi trae con sé lontano in disparte
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La Notte abbandona il cielo; – il suo lavoro vivificatore è finito; – uomini e cose hanno riposato e sognato; – essa cede il governo della vita al
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Il Cieco crolla sdegnosamente il capo; il dramma non inganna la sua esperienza, ma l’armonia suo malgrado lo vince benché egli non lo voglia… non lo
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(e Iris fa sedere il vecchio padre sulla soglia della casetta, verso il giardino)
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Solo agli innocenti sorridono queste divine allucinazioni. – Le loro anime sono pure come la luce e la comprendono; – e se il Sole ha parole per lei
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Dal labbro di Iris esce allora contro il mondo, il destino o la divinità la grande rampogna di una domanda: – Perché?…
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Ecco la scena: la allegra casetta di Iris; – il suo giardino colla piccola siepe di biancospine in fiore; – nettamente ora spiccano i pallidi e
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(Kyoto fa preparare il Teatro dei Pupi. – Vi si mettono avanti, accosciati a terra, i suonatori; dietro ai paraventi tre guèchas attendono il loro
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(e il taïkomati scompare dietro la cortina che cade come prima lasciando soli il giovane signore voluttuoso e la ingenua mousmé).
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Già il dramma è penetrato nelle ingenue anime delle mousmé; il viso di cera imbiaccata di Dhia ha già strappato spasimi e lacrimuccie; – ecco ora il
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Tutto un sussurro di fiori intorno alla morente!… – Piove il sole sul picciolo corpo aureole irradiate!… Nella suprema agonia Iris finalmente non ha
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Il Yoshiwara, il paradiso di Outamaro! si sprofonda perdendosi lontano, lontano fra le sue Case Verdi, tutte uguali, circondate di verandah popolate
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Tremulo vecchio, lasciati condurre dalla tua Iris! – Essa ti guida amorosa alla carezza vivificatrice del Sole. Il Sole ha ne’ raggi caldi il vigore
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Sono voci che rassembrano quelle dei tre personaggi della sua breve esistenza, il Giovane delle voluttà, il Taïkomati, il Padre cieco, ma, in quella
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Il Fousiyama!
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Il Cieco tocca e ritocca, uscendo in gridi soffocati, il foglio ed il denaro – e i larghi occhi bianchi, senza luce e vita, che egli ruota intorno
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Il villaggio, dietro quella grigia macchia di alti, pallidi bambou, eleva ancora indecisi nella penombra i suoi bizzarri tetti; e il ruscello che lo
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(il cenciaiolo deluso bestemmia).
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Così, Iris, il furbo Kyoto con un pupo di legno può fare di te quello che vuole, mentre il giovane Osaka ti ha tentato invano colle vesti, coi tesori
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(il pupo di Dhia, abbandonato, cade come cosa morta)
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Oh, la suprema bontà che il Sole esprime!
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(mentre il padre continua a scagliar fango urlando:)
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dov’è la pace dei campi intorno e il silenzio ristoratore come il riposo della tua vallea entro all’ampia circolare distesa di monti e, in alto, la
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Il drappo su cui posi è pura seta, verde ai piedi, simboleggiante il fondo del mare, sparso di conchiglie, meduse e coralline, e si fonde, risalendo
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E il vecchio cerca intorno a sé; cammina, incespica, cade! Si rialza, chiama a gran voce! E quella notte implacata negli occhi suoi accresce tutto l
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Così sempre, chiamandola, il Sole la risveglia alla mattina.
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(e il giovane e l’astuto taïkomati si allontanano).
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(vanno verso il fondo del giardino chiamando ad alta voce)
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Iris, i mostri non abitano soltanto il mondo infantile dei sogni!
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Già i loro desiderî ti sono intorno; – e sono desiderî di mostri; benché uno, il giovane, bello e in ricche, aggraziate vesti, appaia buono come il
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Mentre le mousmé ripassano il ponte per ritornare al villaggio, Kyoto rapidamente depone un foglio scritto, tenuto disteso da rios d’oro e mommès
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