CONTESSA LARA IL ROMANZO DELLA BAMBOLA
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CONTESSA LARA IL ROMANZO DELLA BAMBOLA ILLUSTRATO CON 16 DISEGNI DI GIUSEPPE PIERANTONI TERZA EDIZIONE
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si pigiava su' marciapiedi e, benché il freddo fosse intenso, più d'una testolina di fanciullo s'affacciava dalle finestre a guardare quello
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facile che non si sa come ci possa essere della gente cattiva, quando, delle volte, una sola parola basta per consolare il proprio simile. Intanto era
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quegli eroi, serviamo a ispirare alla gente I'amore delle azioni grandi e gloriose e il rispetto della virtù e della bellezza. La Giulia ascoltava
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si potè capire, il rigattiere, Attilio, sempre in lite con la sorella, la quale intendeva appropriarsi tutta la roba di casa, sgomberò la soffitta
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Ma dove andavano e quanto lontano, così sballottati ora qua or là? Per quali vie passavano? Nè la Giulia nè il suo buon amico lo potevano indovinare
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da vedersi, e tra poco. Anche Orlando, dal canto suo, non pareva aver goduto alcuna quiete nel vagabondare di qua e di là per il mondo, non ostante
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mezzo a due siepi fiorite, tutte odore di mandorle per il biancospino, la contadina principiò a cantar una specie di stornello nell'ampia solitudine:
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rossa come una ciliegia. Rideva, batteva le mani, sembrava ammattita. - O non ringrazi il tuo babbo? - le domandò la madre. Allora, ella ebbe uno slancio
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, felice l'uomo destinato da Dio e scelto dal loro cuore per marito, avevano presa una certa curiosa affezione tanto per la pupattola quanto per il
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delle due bambine, che portavano acqua, rigovernavano, preparavano i legumi per il desinare. Spesso Nannina insegnava ora una cosa ora un'altra alla
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ripettinarla; e già cominciava a disperarsi, stizzendosi e strappando anche qualcuno di que' bei capelli biondi come il grano, quando la governante
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ancòra vestita da ballo, avrebbe voluto fare la parte sua per aiutar la Marietta. Ma in quale modo? Il suo corpo non aveva potere di muoversi quando
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sotto il berretto di velluto, e salutasse col suo frustino alzato, d'un gesto risoluto e leggiadro, perchè un entusiastico battimani le dimostrasse
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NON fu un cavallino precisamente eguale a quello di Jenny Bilson, il cavallo che potè avere la Marietta, a forza di carezze e moine fatte al suo
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Poi apriva il baulino e vi sceglieva un abito, un cappello, un manicotto, calzette di seta, lucide e morbide, gonnelline tutte pieghette e pizzi
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de' vestiti che le mancano. - Mamma, dài a Camilla il mio mantello di velluto bianco; - disse la Marietta - tanto è macchiato di sciroppo, davanti
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tende di cotone bianco, d'una tavola, su cui la bambina faceva le sue lezioni per la scuola, d'un cassettone che aveva perduto il lustro, e di tre sedie
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camera di stoffa forata, come l'usavano i nostri bisnonni, il quale si cavava l'orologio dal taschino del panciotto, e abbassando il capo canuto per
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Ma, in vece, Camilla, che non era affatto ghiotta, pensò subito di comprare con quel soldo una cosa alla Giulia. Che cosa? Questo era il difficile
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suo corpo roseo per ogni singhiozzo che agitava il pettuccio della bimba; tanto più che quel pettuccio rintronava spesso, massimamente di notte
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, era costretta a fermarsi un istante, per ripigliar fiato. A scuola, le maestre, notando il suo pallore e la stanchezza di tutto il piccolo corpo, le
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- Ah, vorrei una figlia che somigliasse a Camilla! - esclamò un giorno la signora de' Rivani, discorrendo con la sorella presso il capezzale della
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della propria esistenza; il destino di Camilla le parve il suo stesso destino; vivere e aver l'apparenza di morta; sentire e non poter dimostrare che
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mano che somigliava quella d'una scimmia, tanto era scura nodosa, callosa. - No, no, il letto no! - disse la Cerchi! - perchè delle materasse si può
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- O perchè l'hai comprata? - chiese Attilio al padre, ridacchiando. - Per la Rachele. - Rachele! O Rachele! - vociò allora il ragazzo con quanto
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quello il luogo - molto diverso dal salone di casa de' Rivani - dove la Giulia si ritrovò in società: una società delle più singolari. - Fammela vedere
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recenti disgrazie, non osava interrogare il nuovo venuto. Ma questi, senza punto scomporsi, incominciò:
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, davvero, aveva fatto tutto quello di cui si vantava? Certo, il visino ferito della Giulia doveva esprimere l'animo suo, perchè Orlando soggiunse:
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- Il male era, capisci, che quasi tutti i cavalieri, cristiani e pagani, eravamo innamorati d'Angelica. Pensa che vita! Lei mi fuggiva; io dietro a
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- Ho capito, via! con te bisogna spiegarsi chiaro; si vede che non hai viaggiato. Ah, bella cosa il viaggiare! Eravamo, figùrati, una compagnia di
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Quanto a me, niente paura! persino la camicia avevo di ferro. È vero che il pubblico, davanti a cui si dava lo spettacolo, mi batteva le mani e mi
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A quest'ultimo verso anche i cani, in tutto il teatro, abbaiavano; le donne piangevano; gli uomini gridavano: - Dàlli a quella sgrinfia! - Ammazzala
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bellezza nè d'altro. Il burattino non fece parola, ma rifletteva di certo alle parole della bambola: alla fine, quasi rispondendo piuttosto a' suoi stessi
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ha da trovar vivi. Un gran silenzio regnava nella soffitta. Il sole, tramontando, l'aveva lasciata in una mezz'ombra grigia, che accresceva la
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