Dino , mentre il maestro spiegava la lezione di aritmetica, visto che il suo compagno s' era addormentato, aveva rapidamente intinto l'indice nel
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Commedia in due atti AI CARI BAMBINI CARLA, LEO ED EVA RIGOLETTI PERSONAGGI IL RE LA REGINA IL REUCCIO TIZZONCINO LA FORNAIA, sua madre IL MAGO
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Il babbo aveva detto a Checchino: — Non si chiede mai due volte quel che già si ha; bisogna contentarsi. E intendeva ammonirlo del difetto di volere
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Il cielo è fosco; il sole splende su la campagna una luce pallida, scialba; le foglie degli alberi sono già lievemente ingiallite; l'autunno batte
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LUIGI CAPUANA IL DRAGO NOVELLE, RACCONTINI ED ALTRI SCRITTI PER FANCIULLI ENRICO VOGHERA TIPOGRAFO DELLE LI. MM. IL RE E LA REGINA Roma, 1895
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! » 73, » 3, il primo poi; — il primo; poi
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seminati, scintillava su la brina dei fiori, tremolava su le acque del rigagnolo, e che pareva suscitasse pure il lieto stormire delle foglie, il
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Lulù era il cucco del babbo. Arrivato ultimo e desideratissimo, dopo quattro figliuole, quel bambino si poteva dire il despotino della casa
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Si chiamano, si rincorrono, volano di qua e di là, dai nidi vuoti al campanile, dal campanile alle grondaie, stanno ferme un momento, posate lungo il
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Mi accade, qualche volta di dimenticare a casa il portamonete, specialmente quando muto abiti e faccio in fretta. E ogni volta, quasi un maligno
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Giorgio era un buon ragazzo, ma molto vanesio; i suoi compagni di scuola lo chiamavano il filosofo, perchè raramente si degnava fare il chiasso
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fate mai niente di male, — loro diceva in ogni occasione; — il Signore vi vede. — Dov'è il Signore ? — un giorno aveva domandato Ida, la minore
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- Madonna mia!... I padroncini! Con le mani in tasca e il bastone sotto braccio, il pecoraio si era fermato ad aspettare al varco i quattro monelli
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ricordava d'un morto appunto in un giorno così lieto. Il camposanto era deserto. Andavo dietro a coloro, camminando lentamente, da visitatore, ma senza
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GINO (Entrando con diversi oggetti tra le braccia, a Elena). Io il krause e la tuba vecchia del babbo ; tu la veste della zia, che è piccina quasi
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Invano il babbo diceva a Masino: — Non bisogna aver paura di niente! Masino aveva paura di tutto, specialmente quando trovavisi solo in qualche
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Novelle. Il Drago Pag. 1 La prima sigaretta » 56 I padroncini » 66 La Commissione »76 Aria! Moto! »86 Paura » 94 La commedia dei grandi rifatta dai
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Enrichetta trepidava di gioia nel parlatorio. La zia monaca le aveva regalato un bel Gesù Bambino di cera e molti dolci. Il Bambino, con la guancia
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cameriera e il servitore lasciavano socchiuso un uscio che poteva produrre un riscontro, padrone e signora diventavano furibondi, li maltrattavano quasi
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Raccontini. Il Paternostro di Checchiuo Pag. 123 Cattiveria » 127 II croccante » 132 Malizietta » 138 La partenza di Lulù » 144 La tazza di
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Mi avevano detto che la veglia canta stupendamente, e perciò avevo accettato il regalo di quel piccino ancora con la peluria gialla tra le piumine
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avanti, avevo dovuto percorrere in diligenza lo stradone provinciale da Catania a Messina, facendo sosta la notte a Giarre, a metà di strada; e il
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loro col capo gli oggetti accatastati : — Quelli sono i letti. Ora li rizzeremo. Dormirete qui. Questa è la cucina. Quello è il forno. V'insegnerò a
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; e mentre le povere bestie si contorcevano dal dolore e facevano accorrere con le grida la mamma, il babbo, o qualch'altro di casa, egli rideva
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Durante l'anno, i due bambini avevano mantenuto il segreto della loro gentile congiura. Non era passato un solo giorno che non ne avessero parlato
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tavolino; un'altra gli faceva abbaiare il canino di cartapesta, che Lulù non voleva toccato da nessuno; un'altra gli strappava di mano il pulcinella
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Il direttore aveva spinto un po' bruscamente Dino in una stanza accanto alla sua, e lo aveva chiuso lì dentro a chiave. Da prima il ragazzo era
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Un' ora e mezzo dopo, la chiave stride nella toppa e il bidello, dall'uscio semiaperto, dice: — La vuole il direttore. Il direttore, seduto dietro la
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Quando il direttore si accorse della nuova diavolerla, per cui dovevano rifarsi tante lettere ed erano state sciupate tante stampe, rimpianse la
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spasseggiassero su. Enrichetta li aveva replicatamente contati; voleva vedere quanti il Bambino ne avrebbe mangiati in un giorno. Erano trascorsi due giorni, e
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O care rondinelle, vi siano propizii il cielo, i venti, il mare! E poi, a primavera, vi siano nuovamente propizii il mare, i venti, il cielo pel
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tristezza dell'autunno, e i freddi dell'inverno. Cantate, amate, nidificate. Per voi la vita è un continuo sorriso... Volteggiano, stridono; è il gran giorno
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lasciarli. Oh, non dubitate, li custodirò, li difenderò io; li troverete intatti al ritorno. Volteggiano, stridono; è il gran giorno della partenza. ***
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Ah, non è vero! Lungo il vostro cammino, vi sorprendono i venti, la pioggia, la tempesta; la morte vi coglie sul mare, su spiaggie inospiti, o
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mattina, che mi hanno fatto assopire nelle ore della siesta, quasi cullato da voi. Volteggiano, stridono; è il gran giorno della partenza. ***
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Ecco: le prime han spiccato il volo; ecco, altre e altre le seguono; eccole tutte partite!... Addio rondini! Volano via lentamente; volteggiano
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— Perchè volete prendervi questa gatta a pelare? — gli aveva domandato il pretore. — Perchè? E don Paolo era rimasto un po' scombussolato, non
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pelare? Sentiva tutto il peso della responsabilità assunta, e tornava ad arrabbiarsi con se stesso, come l'altra volta. Prima non aveva pensieri, era
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Egli s'affrettava ad addestrarle, per paura che gliene mancasse il tempo. — Lisa, vieni qua; t'insegno a stacciare. Aveva preparato la madia su le
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Due giorni dopo la stessa scena. — Uh! Il Drago! Le bambine s'erano rannicchiate una accosto all'altra, ma questa volta la maggiore tese timidamente
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testamento che occorreva fare perchè le orfanelle, alla sua morte, non si ritrovassero in mezzo d'una via, e la roba non se la prendesse il fisco, poichè
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tronco, si era arrampicato coi rami ai sostegni di canna; ma ora sembrava sentisse anche lui il soffio di vita che rianimava tutta la casa, e verdeggiava
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Don Paolo, aspettando i suonatori, si era messo ad acconciare la cavezza dell'asino, e si godeva anticipatamente il piacere della svegliata delle
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La notte di Natale aveva voluto condurle a vedere il presepe e a sentire la messa di mezzanotte. Piovigginava, tirava vento; ma la chiesa era li a
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Per altri due anni era durata così, senza un giorno di tregua. Poi il vecchio era diventato triste, muto. Passava le ore della giornata su una
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: — Quella stoffa no; questa sì, ma... Sarebbe meglio quest'altra. — Il sarto cominciava a spazientirsi, vedendolo così incerto e così variabile da un istante
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Lo spavento della mamma era stato grande. Mentre un servitore correva in cerca del padrone, un altro volava a chiamare il medico nella vicina
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Quell'anno i padroncini parevano presi da particolare affezione pel pecoraio e per le pecore. La mattina, mentre egli si disponeva a mungere il latte
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Il povero pecoraio strillò contro i contadini della fattoria; sospettava autore del furto uno di loro. Non gli era accaduto mai in vita sua che
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. Bisognava proprio che li cacciasse fuori di casa per farli andare pei campi, o a giuocare sotto gli alberi. Rispondevano sempre: — Il babbo non vuole, la
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