Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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 Il  sole era completamente scomparso quando ella raggiunse la
un po' inquieta e avrebbe voluto essere a casa. Non vide  il  grosso Sam; e nel fermare il cavallo per attenderlo si
voluto essere a casa. Non vide il grosso Sam; e nel fermare  il  cavallo per attenderlo si sentí preoccupata della sua
da un negro tozzo e tarchiato che aveva le spalle e  il  petto di un gorilla. Ella percosse rapidamente il dorso del
spalle e il petto di un gorilla. Ella percosse rapidamente  il  dorso del cavallo con le briglie e afferrò la pistola. La
e afferrò la pistola. La bestia si mosse per prendere  il  trotto, ma improvvisamente scartò vedendo il bianco che
per prendere il trotto, ma improvvisamente scartò vedendo  il  bianco che tendeva la mano. - Signora, potete darmi qualche
briglia. - Affèrrala - gridò al negro. - Probabilmente ha  il  denaro. nascosto in seno. Ciò che avvenne dopo fu per
la pistola ma l'istinto le disse di non sparare contro  il  bianco, per timore di colpire il cavallo. Quando il negro
di non sparare contro il bianco, per timore di colpire  il  cavallo. Quando il negro fece per balzare sul carrozzino,
contro il bianco, per timore di colpire il cavallo. Quando  il  negro fece per balzare sul carrozzino, con un sogghigno
le fu strappata di mano con una stretta che quasi le spezzò  il  polso. Il negro era accanto a lei, tanto che se ne sentiva
di mano con una stretta che quasi le spezzò il polso.  Il  negro era accanto a lei, tanto che se ne sentiva il fetore,
polso. Il negro era accanto a lei, tanto che se ne sentiva  il  fetore, e cercava di trarla giú dal veicolo. Con la mano
la mano libera ella si difese ferocemente, graffiandogli  il  viso; quindi sentí la grossa mano di lui sulla gola e, con
mano di lui sulla gola e, con un rumore di stoffa lacerata,  il  suo corpetto fu aperto dal collo alla cintura. Quindi la
come una pazza. - Falla tacere! Búttala giú! - gridò ancora  il  bianco; e la mano nera cercò la bocca di Rossella. Ella la
la violenza di cui fu capace e attraverso le grida sentí  il  bianco bestemmiare e comprese che sulla strada buia era
un terzo uomo. La mano nera si staccò dalla sua bocca e  il  negro fece un salto indietro mentre il grosso Sam gli si
dalla sua bocca e il negro fece un salto indietro mentre  il  grosso Sam gli si lanciava addosso. - Correre, miss
e tremante, afferrò redini e frusta e percosse con entrambi  il  cavallo. Questo fece un balzo, ed ella sentí che la ruota
passava su qualche cosa di soffice e di resistente. Era  il  bianco che giaceva sulla strada dove lo aveva gettato un
pugno di Sam. Impazzita dal terrore, ella percosse ancora  il  cavallo il quale prese un'andatura folle che faceva
Sam. Impazzita dal terrore, ella percosse ancora il cavallo  il  quale prese un'andatura folle che faceva ondeggiare e
prese un'andatura folle che faceva ondeggiare e saltare  il  calessino. Nel suo terrore, sentendo un passo che la
terrore, sentendo un passo che la inseguiva ella incitava  il  cavallo perché andasse piú veloce. Se quello scimmione nero
Rossella! Ferma! Senza rallentare, si voltò tremando e vide  il  grosso Sam che galoppava dietro a lei, con le sue lunghe
a lei, con le sue lunghe gambe che battevano regolarmente  il  terreno come due stantuffi. Ella trattenne un attimo il
il terreno come due stantuffi. Ella trattenne un attimo  il  cavallo quando Sam le giunse accanto; il negro si lanciò
un attimo il cavallo quando Sam le giunse accanto;  il  negro si lanciò sul carrozzino accoccolandosi accanto a
lanciò sul carrozzino accoccolandosi accanto a lei. Aveva  il  viso bagnato di sudore e di sangue; le chiese ansimando: -
ma vedendo la direzione del suo sguardo si accorse che  il  suo corpetto era aperto fino alla cintura lasciando
corpetto era aperto fino alla cintura lasciando scorgere  il  suo seno nudo e il suo copribusto. Con mano tremante
fino alla cintura lasciando scorgere il suo seno nudo e  il  suo copribusto. Con mano tremante avvicinò i due lati e
tremante avvicinò i due lati e cominciò a piangere tenendo  il  capo chino, con singhiozzi pieni di spavento. - Dare a me
strappandogliele. - Avanti, cavallo! La frusta schioccò e  il  cavallo spaventato prese nuovamente un galoppo furioso che
nuovamente un galoppo furioso che minacciò di rovesciare  il  calessino nel fosso. - Io sperare di non avere ucciso
propria esistenza;  il  destino di Camilla le parve il suo stesso destino; vivere e
propria esistenza; il destino di Camilla le parve  il  suo stesso destino; vivere e aver l'apparenza di morta;
Camilla? Mai! le diceva tutto quello ch'era intorno:  il  letto ghiaccio, la panierina da lavoro intatta, la tavola
la tavola con sopra i libri di scuola ormai polverosi come  il  vestituccio suo. Mai! Mai! A quando a quando, un rumor di
stava chiusa nell'armadio in casa della Marietta, quando  il  sorcio le rosicò il piede. Adesso il suo strazio era assai
in casa della Marietta, quando il sorcio le rosicò  il  piede. Adesso il suo strazio era assai maggiore. Avrebbe
della Marietta, quando il sorcio le rosicò il piede. Adesso  il  suo strazio era assai maggiore. Avrebbe voluto che una
topi la mangiassero tutta da capo ai piedi anzichè sentirsi  il  cuore così divorato dal dolore. Ancora de' passi, ancora
fisso che si sogliono adoperare a un tal uso: luoghi,  il  cui addobbo muta d'aspetto ogni giorno, parati ora di
o dopo una farsa. Non meno della roba in vendita, anche  il  pubblico, che frequenta codesta specie di teatro della vita
mutabile. Nelle prime file di sedie a impagliatino, presso  il  banco, stanno intente parecchie facce esotiche, con
in fondo alla sala, verso la porta d'ingresso. Dietro  il  banco di legno lucido, su cui a mano a mano si mostrano gli
si direbbe che stia a cuore più l'interesse altrui che  il  suo proprio. Qualunque oggetto è portato davanti a questo
l'oggetto circola per la sala, perchè lo si esamini, e  il  lotto comincia. A canto al perito sta ritto il banditore:
esamini, e il lotto comincia. A canto al perito sta ritto  il  banditore: un omino secco e vibrante, come il martello
sta ritto il banditore: un omino secco e vibrante, come  il  martello ch'ei tiene in mano; non ostante l'apparenza
rivista quanta gente è raccolta nella sala. Non gli sfugge  il  più piccolo segno. Un'inclinazione del collo, un battito di
e scrive: scrive in un lungo e voluminoso registro.  Il  giorno volgeva al tramonto. S'era dato via quasi ogni cosa.
giorno volgeva al tramonto. S'era dato via quasi ogni cosa.  Il  sole, stupendo sole di mezzo maggio, proiettava i suoi
di mezzo maggio, proiettava i suoi bagliori estremi verso  il  soffitto della sala, di sbieco; e que' bagliori spandevan
fretta dello sbrigarsi, si andavan liberando rapidamente:  il  più grosso, quello a cui s'eran vólte le brame più intense
era toccato a una specie di Ercole bianco e rosso,  il  cui nome parve un trofeo di consonanti allo scritturale con
senza più muoversi, ne aveva tranquillamente aspettato  il  turno; poi a ventine e a cinquantine di franchi l'aveva
lire, l'Ercole saltò di botto a quattro mila. Di subito  il  silenzio si fece nella sala. Il perito atteggiò, fra la
a quattro mila. Di subito il silenzio si fece nella sala.  Il  perito atteggiò, fra la barbetta brizzolata, la bocca a una
assai raro. Mentre nella sala lo si stava osservando,  Il  perito, direttore della vendita, narrò che il piatto era
osservando, Il perito, direttore della vendita, narrò che  il  piatto era stato rinvenuto nientemeno che dentro l'Alhambra
che mai di quella ceramica iridata le due graziose rivali.  Il  perito lo alzava, lo metteva in buona luce, facendone
numero 312 è un pezzo unico, se ne chiedono... mille lire.  Il  banditore: Mille lire, se ne chiedono. (a mezza voce) C'è
ne chiedono. (a mezza voce) C'è compratore a quattrocento.  Il  perito: Che quattrocento? A quattrocentocinquanta lo prendo
sala: Quattrocentosessanta! Qualcun altro fa un cenno.  Il  banditore: Novanta! Quattrocentonovanta!... cinquecento! Il
Il banditore: Novanta! Quattrocentonovanta!... cinquecento!  Il  piatto passa da una persona all'altra; chi annuisce
da una persona all'altra; chi annuisce lodando, chi scrolla  il  capo con gesti negativi. Una giovane signora bruna, la cui
è nota come un museo, s'agita su la sedia, vuol rivedere  il  piatto per la decima volta e ne mostra gran desiderio. Una
tedesca che le siede a canto: Cinquecento cinquanta!  Il  banditore (a un batter di palpebre de' begli occhi romani):
occhi romani): Seicento! Seicento! E si libera! Uno!...  Il  perito: Adagio! Quella signora forestiera laggiù vorrebbe
(dodo un cenno della signora) Seicentocinquanta!  Il  banditore: Seicentocinquanta! Seicentocinquanta si libe...
banditore: Seicentocinquanta! Seicentocinquanta si libe...  Il  perito (interrompendolo): Ma è regalato, un oggetto come
che riflette vivissime tinte). La signora romana accenna.  Il  perito(allegro): Settecento! Il banditore(scandendo le
La signora romana accenna. Il perito(allegro): Settecento!  Il  banditore(scandendo le sillabe): Settecento! Settecen... La
(imbizzita): Ottocento! La romana(sottovoce): Cinquanta!  Il  perito: Questo è il più bel piatto del genere ch'io abbia
La romana(sottovoce): Cinquanta! Il perito: Questo è  il  più bel piatto del genere ch'io abbia visto. Uno simile è
da poco. Che arcobaleno!... La tedesca (seccamente): Mille!  Il  banditore(con un crescendo): Mille lire! Mille lire! E si
E si libera! Uno! due!... La signora romana: Milletrecento!  Il  banditore (rallentando): Milletrecento! Milletrecento... Il
Il banditore (rallentando): Milletrecento! Milletrecento...  Il  perito (rapidissimamente): Su, via, facciamo presto! Non si
sono molti altri lotti... tutti i quadri; e si fa sera!...  Il  banditore: Mille trecento! (accelerando) Milletrecento! E
E si delibera! La tedesca (decisa): Quattrocento!  Il  banditore: Mille... La romana (ridendo): Cinquecento! Il
Il banditore: Mille... La romana (ridendo): Cinquecento!  Il  banditore (più forte che mai): Millecinquecento! Il perito
Il banditore (più forte che mai): Millecinquecento!  Il  perito (con un sorriso mondano rivolto alla bella bruna):
alla bella bruna): La signora quando vuole... vuole!  Il  banditore: Millecinquecento! E si libera! La signora
rigida, indispettita, s'alza come una molla e se ne va.  Il  banditore batte i tre colpi: Uno! due! e tre! Intanto la
bianchiccia di uno scultore celebre. Finalmente era venuto  il  turno dei dipinti. Andaron via subito parecchi paesaggi:
devono partire de' colpi di fucile, perchè se ne scorge  il  fumo tra gli alberi. C'era una piccola tela di soggetto
gli alberi. C'era una piccola tela di soggetto mitologico,  Il  matrimonio di Bacco: grasso e ridente, il lieto dio tien
mitologico, Il matrimonio di Bacco: grasso e ridente,  il  lieto dio tien alta in mano una fiaccola accesa, mentre
anche allora, anzi specialmente allora, l'abito non faceva  il  monaco. I biondi capelli, che dietro le pendevano sciolti,
che dietro le pendevano sciolti, quali raggi aurei, lungo  il  collo, eran coperti su l'alto del capo da un velo verde
ravvolto a mo' di diadema e tempestato di gemme.  Il  viso, minuto e d'un ovale perfetto, doveva aver perso
sdegnoso d'un fascino strano. Tutta l'acconciatura rivelava  il  gusto più fino. La gamurra a maniche aperte era di velluto
a fondo di broccato d'oro; e ne usciva fuor dello scollo  il  petto alto e colmo, scoperto a metà, provocante e superbo;
sorriso di quella tela rispose, con inconsapevole simpatia,  il  sorriso di parecchi tra gli astanti. La figura, come
tra gli astanti. La figura, come figura, era adorabile; ma  il  dipinto non piacque. — Una dama del cinquecento! — prese a
non piacque. — Una dama del cinquecento! — prese a dire  il  perito. — Le tinte sono ben conservate. Non è d' autore
da... cinquanta. Facciamo presto, mi raccomando, signori.  Il  banditore: Cinquanta lire! Cinquanta lire! E si libera. Il
Il banditore: Cinquanta lire! Cinquanta lire! E si libera.  Il  perito: Si dice che questa dama fosse la duchessa di
di Gragnano. Per conto mio, non posso garantirlo... Ma  il  fatto sta che il costume è molto ricco. Un antiquario:
Per conto mio, non posso garantirlo... Ma il fatto sta che  il  costume è molto ricco. Un antiquario: Dàgliene sessanta! Il
il costume è molto ricco. Un antiquario: Dàgliene sessanta!  Il  banditore: Sessanta lire! Sessanta.... Un pittore a un
Un pittore a un altro (sottovoce): A me fa comodo per  il  mio quadro della Cena dei Borgia... (forte) Settanta!
Contessa Lara. 15 L'altro pittore (a mezza voce): Ma fammi  il  piacere! Non vale un soldo! Il banditore: Settanta lire! Un
(a mezza voce): Ma fammi il piacere! Non vale un soldo!  Il  banditore: Settanta lire! Un compare camorrista (osservando
camorrista (osservando che i pittori contrastano): Ottanta!  Il  banditore: Ottanta lire!... Il perito (facendo lo
contrastano): Ottanta! Il banditore: Ottanta lire!...  Il  perito (facendo lo spiritoso): La duchessa di Gragnano per
lire! A' suoi tempi, credo ch'ella valesse un po' di più!  Il  banditore (continuando): Ottanta lire! (lentamente) E si
lire! (lentamente) E si libera! Uno!... (breve pausa).  Il  pittore (che pensa all'acconciatura di Lucrezia Borgia):
(che pensa all'acconciatura di Lucrezia Borgia): Novanta!  Il  banditore (affrettando): Novanta lire! Novanta lire! E si
Novanta lire! Novanta lire! E si libera! Uno! due!...  Il  ritratto, tenuto ritto dal perito, e presentato ora a
che tutti quanti si voltarono a guardare. In quel frattempo  il  martello era caduto tre volte. La voce era d'un giovanetto
che gli si posava su' capelli neri e abbondanti. E poichè  il  perito sembrava cercarlo, allungando il collo, il giovane,
E poichè il perito sembrava cercarlo, allungando  il  collo, il giovane, impacciato sotto tanti sguardi, rasentò
E poichè il perito sembrava cercarlo, allungando il collo,  il  giovane, impacciato sotto tanti sguardi, rasentò la parete,
gli tremavano. - Non importa che paghi adesso. Basta  il  suo nome. Le manderemo, se crede, il quadro a casa — disse
paghi adesso. Basta il suo nome. Le manderemo, se crede,  il  quadro a casa — disse il perito con cortesia, ma
suo nome. Le manderemo, se crede, il quadro a casa — disse  il  perito con cortesia, ma evidentemente seccato di questa
no, ora, ora.... La porto io stesso - insistè l'acquirente,  il  cui nome ignoto fu prontamente allineato nel registro dallo
fu prontamente allineato nel registro dallo scritturale.  Il  giovine, rosso fino alla punta de' capelli, preso con uno
de' capelli, preso con uno sguardo tra diffidente e incerto  il  ritratto muliebre per la cornice, se lo portò via con passo
la cornice, se lo portò via con passo rapido e con addosso  il  fremito convulso d'uno che l'avesse rubato. Subito un altro
18 » IV.  Il 
34 » V.  Il  chiostro.................................................
e costumi.................................... 77 » IX.  Il  campanello........................................ 103 » X.
192 » XVII.  Il  cardinale Riario................................. 202 »
Riario................................. 202 » XVIII.  Il  1848....................................................
260 » XXII.  Il  ritiro di Mondragone......................... 272 » XXIII.
LARA  IL  ROMANZO DELLA BAMBOLA
dormí poco quella notte. All'alba, quando  il  sole cominciò a illuminare i pini sulle colline a oriente,
scomposto e sedette accanto alla finestra; posò sul braccio  il  capo stanco e guardò, al di là del frutteto, verso i campi
Tara aveva l'aspetto sereno e tranquillo, all'alba, benché  il  suo padrone fosse morto. Il pollaio tozzo, ben chiuso per
e tranquillo, all'alba, benché il suo padrone fosse morto.  Il  pollaio tozzo, ben chiuso per difendere le galline dai topi
faine, era accuratamente imbiancato a calce; cosí pure  il  porcile. L'orto coi suoi piccoli filari di grano saraceno,
ed aveva come difesa una palizzata di paletti di quercia.  Il  frutteto era ripulito dagli arbusti parassiti; sotto agli
sotto agli alberi crescevano soltanto le margherite.  Il  sole accendeva di colore le mele e le pesche che si
di colore le mele e le pesche che si scorgevano tra  il  fogliame. E al di là erano le lunghe file di piante di
i vermi e le larve migliori. Rossella si sentí struggere  il  cuore di gratitudine verso Will che aveva fatto tutto
verso Will che aveva fatto tutto questo. Malgrado  il  suo affetto per Ashley, non poté renderlo meritevole di
d'occhio. Ma quello che c'era, era in ottimo stato; e  il  giorno in cui le condizioni migliorassero si potrebbe
a difenderla contro i due nemici dei piantatori georgiani:  il  pinastro e il rovo. Questi non si erano furtivamente
contro i due nemici dei piantatori georgiani: il pinastro e  il  rovo. Questi non si erano furtivamente insinuati nell'orto,
naturali. E, meglio di tutto, Will le aveva detto che dopo  il  raccolto del cotone non sarebbe piú stato necessario che
voleva fare a meno del suo aiuto; ma ammirava e rispettava  il  suo sentimento di indipendenza. Finché era stato in
in posizione di inferiorità, egli aveva potuto accettare  il  suo denaro; ma ora che diventava suo cognato ed era il solo
il suo denaro; ma ora che diventava suo cognato ed era  il  solo uomo in casa, intendeva sussistere coi propri sforzi.
 IL  gennaio ed il febbraio del 1864 passarono, piovosi e
gennaio ed  il  febbraio del 1864 passarono, piovosi e percorsi da venti
In conseguenza delle disfatte di Gettysburg e di Vicksburg,  il  centro del fronte meridionale aveva ceduto. Dopo scontri
aveva ceduto. Dopo scontri sanguinosi, quasi tutto  il  Tennessee era adesso tenuto dalle truppe dell'Unione. Ma
Una profonda risolutezza aveva sostituito le speranze; ma  il  popolo riusciva ancora a scorgere fra le nuvole un barlume
truppe del generale Longstreet avevano potuto raggiungere  il  campo di battaglia. Tutto il materiale utilizzabile era
avevano potuto raggiungere il campo di battaglia. Tutto  il  materiale utilizzabile era stato raccolto sulla linea lunga
era stato raccolto sulla linea lunga settecento miglia per  il  movimento occorrente. Atlanta aveva vegliato mentre i treni
E gli yankees erano stati scacciati dalla Georgia. Era  il  più grande episodio della guerra, e Atlanta era orgogliosa
che le sue ferrovie avessero reso possibile la vittoria. Ma  il  Sud aveva avuto bisogno della buona notizia di Chickamauga
bisogno della buona notizia di Chickamauga per sostenere  il  proprio morale durante l'inverno. Ora nessuno piú negava
elevate. Molti giornali parlavano chiaramente contro  il  Presidente Davis e contro il suo modo di condurre la
parlavano chiaramente contro il Presidente Davis e contro  il  suo modo di condurre la guerra. Le scarpe e gli abiti per
Inoltre alcuni dei governatori degli Stati, e fra questi  il  governatore Brown della Georgia, rifiutavano di mandare
nuovo ribasso della valuta, i prezzi tornarono a salire.  Il  bue, il maiale, e il burro costavano 35 dollari la libbra;
ribasso della valuta, i prezzi tornarono a salire. Il bue,  il  maiale, e il burro costavano 35 dollari la libbra; la
valuta, i prezzi tornarono a salire. Il bue, il maiale, e  il  burro costavano 35 dollari la libbra; la farina 400 dollari
farina 400 dollari al sacco; la soda 100 dollari la libbra,  il  tè 500 dollari. Gli abiti invernali, quando era possibile
carta di giornali. Le scarpe costavano da 200 a 800 dollari  il  paio, secondo che erano fatte di carta pesta o di vero
o di tappeti. Le suole erano di legno. La verità si era che  il  Nord teneva il Sud in un virtuale stato d'assedio. Le navi
suole erano di legno. La verità si era che il Nord teneva  il  Sud in un virtuale stato d'assedio. Le navi da guerra
stato d'assedio. Le navi da guerra avevano ristretto  il  blocco, e ben pochi erano i bastimenti che riuscivano a
questo. Gli Stati del Sud avevano sempre vissuto vendendo  il  loro cotone e comperando ciò che non producevano; ma ora
immagazzinato sotto le tettoie, presso la dispensa di Tara  il  raccolto di cotone di tre anni; ma non ne traeva alcun
e impossibile importare i generi di assoluta necessità.  Il  Mezzogiorno agricolo, muovendo guerra al Settentrione
da speculatori e profittatori, i quali ne traevano tutto  il  vantaggio possibile. Poiché cibi e vestiario divenivano
Governo perché li richiamasse al dovere con mano energica.  Il  Governo fece del suo meglio, ma senza alcun risultato
Egli aveva venduto le sue navi quando l'attraversare  il  blocco era diventato troppo pericoloso; ed ora speculava
di Atlanta era raddoppiata durante la guerra. Perfino  il  blocco aveva aumentato il prestigio di Atlanta; perché coi
durante la guerra. Perfino il blocco aveva aumentato  il  prestigio di Atlanta; perché coi porti chiusi e la maggior
la salvezza del Sud dipendeva dalle città interne.  Il  popolo di Atlanta soffriva disagi, privazioni, malattie, e
Atlanta soffriva disagi, privazioni, malattie, e morti come  il  resto della Confederazione; ma la città aveva guadagnato,
guadagnato, piuttosto che perduto, in seguito alla guerra.  Il  cuore della Confederazione batteva ancora fortemente; le
MEDESIMO AUTORE (in collaborazione con GIUSEPPE LIPPARINI)  Il  Bernini, commedia storica in 4 atti in versi; Goffredo
in versi L 4 MEMORIE DI CORTE DEL MARCHESE ARMANDO D' APRE  Il  Re, le Torri, gli Alfieri ROMANZO DI LUCIO D'AMBRA
le rovine fumanti della città, a cui era stato appiccato  il  fuoco appena l'esercito azzurro ne era uscito. E dinanzi a
non si trattava di una cosa che riguardasse tutto  il  paese; era una faccenda assolutamente personale, un'azione
di sopra laceravano guanciali e materassi, sicché in breve  il  vestibolo fu pieno di piume che ondeggiavano lievemente sul
lievemente sul suo capo. Un'ira impotente riempiva  il  suo cuore, mentre ella vedeva coloro che rubavano,
vedeva coloro che rubavano, saccheggiavano e rovinavano.  Il  sergente che li comandava era un omino grigio, con le gambe
a chiedervi quell'anello e quei pendenti. Rossella strinse  il  bambino piú forte sotto al braccio in modo che rimase con
e si tolse gli orecchini di granate che erano stati  il  dono di nozze di Geraldo a Elena. Quindi si sfilò il grande
stati il dono di nozze di Geraldo a Elena. Quindi si sfilò  il  grande zaffiro che Carlo le aveva dato come anello di
di fidanzamento. - Non li gettate. Dateli a me - disse  il  sergente avanzando la mano. - Quei bastardi hanno già avuto
Che altro avete? - I suoi occhi fissarono acutamente  il  suo corpetto. Per un attimo Rossella credette di venir
le vostre vittime. - Oh, vi crederò sulla parola - rispose  il  sergente tranquillo, e sputando mentre se ne andava.
e sputando mentre se ne andava. Rossella raddrizzò  il  bambino e cercò di calmarlo tenendo la mano nel punto
di calmarlo tenendo la mano nel punto dov'era nascosto  il  portafogli e ringraziando Dio che Melania avesse un bimbo
perché le sue ginocchia continuavano a sorreggerla, perché  il  suo collo era abbastanza forte da permetterle di tenere la
e di suo nonno e Rossella l'aveva regalata al piccino per  il  suo compleanno. Ne avevano fatto una vera cerimonia, e
odiose di quegli stranieri, ma non questo... Questo era  il  vanto del suo bambino. Wade, sogguardando dalle pieghe
tendendo anche lei la mano. - Non posso? - sogghignò  il  piccolo soldato che la teneva. - Sicuro che posso! È la
volgendosi al sergente - vi prego, fatemela restituire!  Il  sergente, soddisfatto della promozione, si avanzò di un
- Fammi vedere quella spada, ragazzo - disse. Riluttante,  il  piccolo cavalleggero gliela porse. - Ha l'impugnatura d'oro
gliela porse. - Ha l'impugnatura d'oro massiccio - disse.  Il  sergente la osservò, la mise contro il sole per leggere
massiccio - disse. Il sergente la osservò, la mise contro  il  sole per leggere l'iscrizione che vi era incisa. «Al
R. Hamilton» decifrò. «Dal suo Stato Maggiore, per  il  suo valore. Buena Vista 1847.» - Oh, signora! Anch'io ero a
ragazzino? - Sí. - Allora bisogna lasciargliela - disse  il  sergente che era abbastanza soddisfatto per i gioielli che
annodati nel fazzoletto. - Ma è d'oro massiccio - obiettò  il  soldato. - Gliela lasceremo per nostro ricordo - e il
il soldato. - Gliela lasceremo per nostro ricordo - e  il  sergente sogghignò. - Oh, penserò io a lasciarglielo, un
- Oh, penserò io a lasciarglielo, un ricordino! - replicò  il  cavalleggero. Rossella prese la spada senza neanche
era sua proprietà? Tenne la spada stretta al petto mentre  il  piccolo cavalleggero discuteva col sergente. Rossella
Non le avevano detto di andarsene perché volevano appiccare  il  fuoco. Forse... forse... Gli uomini rientrarono nel
discesero dal piano di sopra. - C'è qualche cosa? - chiese  il  sergente. - Un porco, qualche pollo e poche anatre. - Un
giornate ardenti nel campo di cotone, sentí nuovamente  il  tremendo dolore alla schiena e alle spalle. Tutto invano.
tremendo dolore alla schiena e alle spalle. Tutto invano.  Il  cotone era distrutto. - Non siete molto provvista, eh,
era distrutto. - Non siete molto provvista, eh, signora? -  Il  vostro esercito è già stato qui, prima - rispose ella
qualche cosa. - Me n'ero dimenticato. Rossella vide che era  il  ditale d'oro di Elena. Quante volte lo aveva visto brillare
donna yankee che sarebbe fiera di usare una cosa rubata!  Il  ditale di Elena! Rossella chinò la testa perché il nemico
rubata! Il ditale di Elena! Rossella chinò la testa perché  il  nemico non la vedesse piangere, e le sue lagrime caddero
dal ricordo di Elena, non riuscí ad esserne contenta.  Il  rumore delle sciabole e degli zoccoli le diede scarso
stanca ed abbattuta, mentre la pattuglia percorreva  il  viale, tutti gli uomini carichi di oggetti di vestiario,
Attraverso le finestre aperte della sala da pranzo vide  il  fumo alzarsi pigramente dalle capanne dei negri. Era il
il fumo alzarsi pigramente dalle capanne dei negri. Era  il  cotone che ardeva. Il denaro delle tasse e parte del denaro
dalle capanne dei negri. Era il cotone che ardeva.  Il  denaro delle tasse e parte del denaro che doveva aiutarli a
anche con l'aiuto di parecchi uomini. Grazie a Dio,  il  quartiere degli schiavi era abbastanza lontano dalla casa!
con orrore l'estremità del vestibolo, dove sboccava  il  passaggio coperto che conduceva alla cucina. Da quella
cucina. Da quella parte veniva del fumo! Posò un attimo  il  bambino. Si liberò dalla stretta di Wade, balzò nella
pieni di lagrime. Entrò di nuovo, tenendosi la gonna contro  il  naso: la stanza, illuminata solo da una finestrella, era
stanza, illuminata solo da una finestrella, era quasi buia;  il  fumo era talmente denso che non si vedeva nulla attraverso.
denso che non si vedeva nulla attraverso. Però udiva  il  crepitio delle fiamme, e cercando di ripararsi gli occhi
per la stanza i pezzi di legno che ardevano nel focolare, e  il  pavimento di legno di pino si stava bruciando rapidamente.
Tara è finita... finita! Dio, Dio! - Ecco che cos'era  il  ricordo che le aveva lasciato quel farabutto... - Avrei
- Avrei fatto meglio a lasciargli la spada! Riattraversando  il  vestibolo vide suo figlio giacente nell'angolo con la sua
nell'angolo con la sua spada: aveva gli occhi chiusi e  il  suo visino aveva un'espressione di pace indicibile. «Dio
Immerse nell'acqua l'estremità del tappeto e trattenendo  il  respiro penetrò nuovamente nella stanza piena di fumo,
comprese che non vi era piú speranza. L'uscio si spalancò e  il  soffio d'aria fece balzare le fiamme piú in alto. Mezza
e di pesante. La vide vacillare, la sentí tossire, vide  il  suo corpicino agitarsi. Per un'altra eternità lottarono,
posato sulle ginocchia di Melania; sul suo volto brillava  il  sole pomeridiano. Le capanne degli schiavi erano avvolte in
dalla voce tranquilla di Melania. - Resta coricata, cara.  Il  fuoco è spento. Rimase quieta per un momento, sospirando di
di sollievo, con gli occhi chiusi, e udí accanto a sé  il  gemito sottile del piccino e il rassicurante singulto di
chiusi, e udí accanto a sé il gemito sottile del piccino e  il  rassicurante singulto di Wade. Non era morto, grazie a Dio!
occhi e guardò Melania. Aveva i riccioli abbruciacchiati e  il  viso nero di fuliggine, ma i suoi occhi brillavano di
- Sembri una negra - mormorò Rossella riappoggiando  il  capo sul morbido guanciale. - E tu, uno spazzacamino. -
uno spazzacamino. - Perché mi hai battuta? - Perché avevi  il  dorso in fiamme. Non pensavo che saresti svenuta, benché
- Ed emise un gemito mentre tentava di sollevarsi a sedere.  Il  grembo di Melania era morbido, ma il pavimento del
sollevarsi a sedere. Il grembo di Melania era morbido, ma  il  pavimento del porticato era tutt'altro che comodo. - Ma
Spaventata, ficcò la mano tra le fasce del piccolo e trasse  il  portafogli. Per un attimo lo guardò come se non lo avesse
per lottare; perché le parole di lode erano un balsamo per  il  suo cuore e perché, nella cucina piena di fumo, aveva
portenti, una voce magnanima e più tuonante che non sarebbe  il  bombardamento di un despota, la voce d'un poeta, che per
vi ha un'anima: dov'era una larva, vi ha un arcangelo,  il  raggiante cherubino della civiltà cristiana, la Libertà, in
trionfo! quale avvenimento! quale meraviglioso fenomeno!  Il  più maestoso de' fatti compiuti, l'unita che d'un solo
e i sudditi e la rimanente Italia e l'Europa, finchè  il  destro gli giungesse di ricondurre le baionette austriache
in Napoli. Cieco alla lava che ogni giorno gli chiudeva  il  passo, sordo altrettanto ai consigli d'un saggio
preti, e sull'ignoranza tradizionale della plebaglia. Ma  il  tempo de' Frà Diavoli, de' Ruffi, delle Marie Caroline,
Frà Diavoli, de' Ruffi, delle Marie Caroline, degli Acton,  il  tempo dei Tedeschi era già passato: ora la salma del
Alfine i grandi decreti della Provvidenza si consumavano:  il  presentimento di tanti secoli prendeva corpo e movenza in
di scena, siccome un'ombra allo spuntar del dì, mentre  il  crocifero vessillo di Savoia, emblema d'indipendenza e di
di Savoia, emblema d'indipendenza e di unità, inaugurava  il  regno della coscienza nazionale, inalberato su tutte quasi
del popolo di Napoli e di Sicilia nel momento in cui  il  rampollo de' Ferdinandi imbarcavasi alla volta di Gaeta. È
grata al lettore, riportando per intero questa lettera;  il  merito ne compenserà la lunghezza. Eccola: «SIRE, » Mentre
i cortigiani nascondono. » La battaglia di Velletri dette  il  trono alla vostra famiglia; la presa di Reggio glielo
Fra questi due avvenimenti sono corsi 126 anni. Facciamo  il  bilancio della eredità che lasciate. » La storia di niun
d'Italia nell'autonomia di uno Stato: d'Italiani sotto  il  dominio spagnuolo, e' ci fe Napoletani. Noi formavamo una
e contro la mala signoria frementi: Carlo III ci scisse. E  il  dì in cui la grande voce della Francia dell'89 chiamò
individui. Noi eravamo come gli antichi Stati di Francia,  il  cui comune pericolo e la legge comune fecero una nazione;
cui comune pericolo e la legge comune fecero una nazione;  il  vostro tritavo fece d'Italia un'Alemagna da cappuccini:
due volte l'occupazione straniera. E' gittò perdutamente  il  reame nelle perdute avventure dell'Austria, e ci prese
noi pure aprimmo gli occhi al sole, con cui rischiarò  il  mondo la Costituente di Francia, re Ferdinando insanguinò
mondo la Costituente di Francia, re Ferdinando insanguinò  il  reame con patiboli che variarono i suoi trastulli. Ei ci
Rubò i depositi dei banchi e quelli de' pegni; bruciò  il  navile; spogliò le residenze reali; ci calunniò; poi
a farsi sul regno, quaudo in Europa la Repubblica francese,  il  Direttorio e il primo console gittavano a piene mani la
quaudo in Europa la Repubblica francese, il Direttorio e  il  primo console gittavano a piene mani la gloria delle
la libertà, l'organizzazione amministrativa, e colpivano  il  Califfo di Roma dicendogli: Tu sei prete, non puoi esser
Tu sei prete, non puoi esser re! Poi ei cominciò,  il  re buffone, l'opera della demolizione di quanto di buono ci
e mani legati all'Austria, e di soldati tedeschi allagò  il  reame, e del soldato tedesco ci fe roba da rubello. Poi ci
tedesco ci fe roba da rubello. Poi ci pose sul collo  il  giogo implacabile de' concordati, ci contaminò di frati e
contaminò di frati e di preti; creò la polizia, che assorbì  il  reame e lo tramutò in nefanda ed insanguinata muda;
fatto fare a questo popolo nella via del progresso tranne  il  proprio codino ch'ei si recise? Quale istituzione libera ci
grandi Italiani? Forse del bianco terrore che avviluppava  il  reame come un sudario, o dell'occupazione dell'esercito
nella polizia, e d'una polizia che si chiamava Canosa?  Il  gesuita ed il gendarme, primi funzionari dello Stato;
e d'una polizia che si chiamava Canosa? Il gesuita ed  il  gendarme, primi funzionari dello Stato; tripla censura
riconoscenti? è per questo che dobbiamo rispettare in voi  il  discendente di re Nasone? È per questo forse che, partendo,
di re Nasone? È per questo forse che, partendo, invocate  il  diritto di Dio, la sanzione del diritto pubblico, che fate
Ruffo; dimentichiamo le operazioni finanziere di Medici,  il  maquignonnage del trono al congresso di Vienna, pagato sei
oblii? Sono questi i titoli che invocate? » Eppure, Sire,  il  re Lazzarone pare il miglior di vostra stirpe: re Francesco
i titoli che invocate? » Eppure, Sire, il re Lazzarone pare  il  miglior di vostra stirpe: re Francesco fu un terribile
vivevano. La Congregazione avviluppò della sua nera sottana  il  reame, e disse: Il Reame sono io! Il gendarme schiuse una
avviluppò della sua nera sottana il reame, e disse:  Il  Reame sono io! Il gendarme schiuse una manetta gigantesca,
della sua nera sottana il reame, e disse: Il Reame sono io!  Il  gendarme schiuse una manetta gigantesca, e disse: Vi tengo!
Re Francesco insomma non fu altro che uno spegnitoio:  il  suo governo, una macchina pneumatica. Canosa tirò sangue:
da tortura degli spiriti, e strumento primo di regno;  il  regno fu la polizia. Questo Claudio postumo, che visse di
ricompensa di spie e di bargelli; la marina distrutta;  il  principe di Metternich a sovrano di fatto; il debito
distrutta; il principe di Metternich a sovrano di fatto;  il  debito pubblico, che Ferdinando aveva nel 1815 trovato a 94
Ferdinando aveva nel 1815 trovato a 94 mila ducati annui ed  il  parlamento del 1820 aveva appurato ad un milione e 440,000
oltre quattro milioni e mezzo di debito galleggiante;  il  budget, che aveva trovato a ventitrè milioni, lasciava di
all'Italia, e non troviamo che le esecuzioni del Cilento,  il  tranello teso ai Capozzoli, il viaggio a Roma per baciar il
le esecuzioni del Cilento, il tranello teso ai Capozzoli,  il  viaggio a Roma per baciar il piede a Pio VII, e quello a
il tranello teso ai Capozzoli, il viaggio a Roma per baciar  il  piede a Pio VII, e quello a Milano per piegare il ginocchio
baciar il piede a Pio VII, e quello a Milano per piegare  il  ginocchio dinanzi a Metternich. Deh! Sire, obliamo noi
Metternich. Deh! Sire, obliamo noi alcun benefizio, tranne  il  cangiamento di Canosa in Tonti? Omettiamo noi alcuna
un grido di spavento e di orrore? » Se per consolidare  il  vostro diritto avete, Sire, altri titoli fuor che quello
de' vostri due primi antenati non basta a salvarvi  il  trono, finchè siete fuori del nostro potere, nel modo
fuori del nostro potere, nel modo stesso che non vi salverà  il  capo, se, combattendoci, cadrete nelle nostre mani. » Ed il
il capo, se, combattendoci, cadrete nelle nostre mani. » Ed  il  padre vostro avrebbe egli per avventura illustrata meglio
le stampe esaurirono la parola d'ignominia. Egli fu  il  Napoleone della vergogna! Ed i popoli all'interno? in
Ed i popoli all'interno? in insurrezione permanente.  Il  1830 fu Palermo; il 32 la cospirazione di Frate Angelo
in insurrezione permanente. Il 1830 fu Palermo;  il  32 la cospirazione di Frate Angelo Peluso; il 34 la
fu Palermo; il 32 la cospirazione di Frate Angelo Peluso;  il  34 la cospirazione di Rossaroll; il 35 la cospirazione di
di Frate Angelo Peluso; il 34 la cospirazione di Rossaroll;  il  35 la cospirazione di San Carlo, in cui Orazio Mazza fece
Orazio Mazza fece le prime prove nel mestiere di delatore;  il  37 la sommossa di Sicilia; nel 38 quella di Cosenza e
spedizione de' Bandiera in Calabria; nel 46 Gerace, Reggio,  il  Cilento; nel 48, tutto il regno. Nessun principe tenne per
Calabria; nel 46 Gerace, Reggio, il Cilento; nel 48, tutto  il  regno. Nessun principe tenne per più lungo tempo e più
Dopo la proclamazione dello Statuto, lo spergiuro; poi  il  colpo di Stato del 15 maggio; poi una lotta implacabile fra
di 39 milioni, senza fare, come Re Vittorio, ferrovie per  il  popolo e guerre per l'Italia. Riformatore di
Ordinatore di soldati, Ferdinando smunse fino alla linfa  il  popolo onde arrivarne, egli, all'iperbolica fuga di
inventò una specie di concordato di polizia, e ridusse  il  clero tutto a prendere le armi, questi per rovesciare il
il clero tutto a prendere le armi, questi per rovesciare  il  trono, quelli per consumare vespri traditori contro la
meglio di 200,000 tra Napoli e Sicilia. In paragone di lui,  il  duca di Alba fu un angelo di pace! » Ferdinando non ebbe
impunemente; precipitò nella pusillanimità, quando lo prese  il  pericolo alla gola. Gli Stati Uniti dimandarono indebite
gl'impose leonine condizioni per gli zolfi, ed ei le segnò;  il  Piemonte volle la restituzione . del Cagliari, ed ei la
Talarico!) volle venire a patti per rendersi, ed ei mandò  il  suo ministro onde capitolare col brigante. Nessuno al mondo
autorizzò i suoi funzionari a rubare, e divise in comune  il  prodotto delle rapine, poi fece l'usura come il duca di
in comune il prodotto delle rapine, poi fece l'usura come  il  duca di Modena, ed associossi agli accaparratori per
di Modena, ed associossi agli accaparratori per affamare  il  reame. Non vi è insomma nella vita del padre vostro atto
atto alcuno che non sia vituperio o delitto..... Egli è  il  re della negazione di Dio! » E dopo ventinove anni di regno
d'essi tutti, anzi. Essi peccarono principalmente contro  il  loro popolo; voi peccaste contro l'Italia. Se l'Austria
Se l'Austria rimane ancora a Venezia, è colpa vostra. Se  il  papa tiensi ancora a Roma, è colpa
voi potete essere inetto; innocente no. Voi siete  il  Giuda d'Italia, e per voi non v'ha pietà » Ed ora, quale è
agonia; tanto più che l'ultimo attentato vostro contro  il  popolo napoletano e contre Italia vi verrà meno. Voleste
vi si spezzò la spada nella mano. Ora volete imitare  il  duca di Modena menando via tesori, suppellettili, gioie,
Ora volete tentar le sorti d'un'estrema resistenza fra  il  Volturno ed il Garigliano.... Ciò che rubaste, come re
tentar le sorti d'un'estrema resistenza fra il Volturno ed  il  Garigliano.... Ciò che rubaste, come re Ferdinando I, ciò
da uomo. Fate adunque come Cesare moribondo: copritevi  il  capo.... ed uscite d'Italia. Siete giovane ancora.
per combattere sotto Verona la suprema battaglia, imiterete  il  vostro giovane parente, il duca di Chartres, prendendo il
la suprema battaglia, imiterete il vostro giovane parente,  il  duca di Chartres, prendendo il fucile di volontario, e
il vostro giovane parente, il duca di Chartres, prendendo  il  fucile di volontario, e mischiandovi nelle file
degl'Italiani. Un simile atto di abnegazione farebbe di voi  il  più grande della vostra stirpe, dal re del pollo in pentola
Attorniato da vili cortigiani, che mendicano ancora  il  vostro sorriso e l'ultimo vostro favore, oggi non potrete
e le rappresaglie per ottenere un successo, come  il  padre vostro operò, può ancora giustificarsi: lasciarsi
al livello della civiltà e della scienza; chinate riverente  il  capo davanti al diritto nuovo, che fu sempre il diritto
riverente il capo davanti al diritto nuovo, che fu sempre  il  diritto eterno, quello del popolo e della nazione;
di voi migliori, non di lacchè, che nell'animo vi stillino  il  fiele dell'odio, e il fumo delle stolte ambizioni! » Addio,
di lacchè, che nell'animo vi stillino il fiele dell'odio, e  il  fumo delle stolte ambizioni! » Addio, Sire: voglia il Cielo
e il fumo delle stolte ambizioni! » Addio, Sire: voglia  il  Cielo che questo commiato senza amarezza, che a nome di
che questo commiato senza amarezza, che a nome di tutto  il  regno prendiamo da voi, non ci sia ricambiato con l'addio
dal presidente del Consiglio, don Pedro de Aldana. Dopo  il  suo drammatico racconto, Sua Maestà il Re mi aveva
de Aldana. Dopo il suo drammatico racconto, Sua Maestà  il  Re mi aveva cortesemente invitato a vestirmi sùbito e ad
permise neppure, tanta era la sua impazienza, che chiamassi  il  mio cameriere ed egli stesso mi aiutò a calzare le scarpe,
da me. Bisognava immediatamente convocare per l'alba  il  Consiglio dei ministri che doveva essere messo al corrente
a tutti i ministri o ai loro ministeri o alle loro case.  Il  solo don Pedro de Aldana, a dire il vero, era ancora, a
o alle loro case. Il solo don Pedro de Aldana, a dire  il  vero, era ancora, a un'ora dopo mezzanotte, al Ministero
tranquillo ed onesto, raccomandabilissimo agl'insonni:  il  domino. Tutti i ministri si affrettarono a rispondere che
i ministri si affrettarono a rispondere che all'alba -  il  che non era poi un grande sacrificio al Monarca e alla
immediatamente a mettersi agli ordini di Sua Maestà: appena  il  tempo di vestirsi.... Era, naturalmente, uno dei tre
quella dello Stato potevano dirsi seriamente in pericolo.  Il  povero ministro socialista fu desolato di vedere che Sua
fu desolato di vedere che Sua Maestà avrebbe così ignorato  il  nobile sacrificio, da lui eroicamente compiuto, della sua
in chiesa, da quando cioè la cara signora aveva manifestato  il  suo risentimento verso la libera unione che le impediva
le sette, quando albeggiava appena, dopo una notte in cui  il  ministro socialista ed io avevamo trascinato da un divano
all'altro e da una poltrona meno comoda ad una più comoda  il  nostro irrequieto dormiveglia. Questi tre buoni «compagni»
«compagni» mi parvero così inquieti e così angosciati per  il  pericolo che doveva minacciare Sua Maestà che io non ebbi
insieme con la testa, ha perduto a un dato punto anche  il  lume degli occhi e, cedendo ad un istinto brutale che ogni
- Un bacio? — m'interruppe uno dei tre ministri. — Per  il  momento un bacio, o signori. Ma sventuratamente Sua Maestà
questo, chè proprio in quel momento rientrava in casa  il  duca di Frondosa, il quale, armatosi, al grido della
in quel momento rientrava in casa il duca di Frondosa,  il  quale, armatosi, al grido della moglie, d'una cravache
in alcun modo reagire poichè è non nel protocollo preveduto  il  caso in cui un sovrano può mettersi con un suo gentiluomo
decreto porta in testa la formula tradizionale: «Sentito  il  parere del Consiglio dei Ministri». I tre ministri
di ripeterlo; e, a frasi rotte, convulse, informarono  il  loro presidente e i loro colleghi costituzionali di quanto
costituzionali di quanto era la sera prima avvenuto. A dire  il  vero, i ministri costituzionali mi sembrarono molto metro
vi si disposero intorno immediatamente, perchè questo è  il  primo dovere di quindici ministri quando quindici ministri
che era stato fino allora impenetrabile, prese la parola.  Il  suo discorso fu breve: la frase grammaticalmente più
soggetto, verbo e attributo. — La situazione — opinò  il  presidente del Consiglio — è grave. Poi guardò la poltrona
permettere ad un estraneo di assistervi, poichè  il  marchese d'Aprè potrà all'uopo fornirci sui fatti che sono
mandavano via e che si preparavano a operare innanzi a me  il  salvataggio della dignità del Sovrano, quando sentii il
me il salvataggio della dignità del Sovrano, quando sentii  il  presidente del Consiglio aggiungere: — Ma bisogna trovare
nella nostra carta costituzionale , onorevoli colleghi, che  il  Consiglio dei ministri è virtualmente presieduto da Sua
dei ministri è virtualmente presieduto da Sua Maestà.  Il  marchese d'Aprè rappresenta, in questa circostanza, il
Il marchese d'Aprè rappresenta, in questa circostanza,  il  Sovrano. Egli può dunque rimaner qui di diritto, purchè
presidente si sedeva alla mia destra. Sùbito dopo  il  Consiglio deì ministri cominciò ad esporre le sue idee, e
colleghi, mi invitò a esporre le mie. — Servirà, — aggiunse  il  presidente del Consiglio per salvare l'amor proprio dei
da un suddito a Sua Maestà. — Perfettamente, — rispose  il  ministro della Pubblica Istruzione, dotto scrittore di
alla possibilità d'un duello. — Evidentemente, — interloquì  il  filologo. — Un re non può battersi che alla testa dei suoi
dei suoi eserciti. — Precisamente, — interruppe ancora  il  filologo. Gli avverbi del dotto e conciso ministro
nel mio discorso: — Un re, dunque, non può battersi.  Il  codice cavalleresco ha valore per tutt'i suoi sudditi, ma
ma non può averne per lui. Un re non può dare querela.  Il  codice penale ha valore per tutt'i suoi sudditi, ma non si
sudditi, ma non si può riconoscergliene alcuno per lui.  Il  re non può fare a pugni come — chiedo ancora scusa se,
dei ministri presenti — come un facchino qualunque.  Il  prezioso libretto dell'italiano monsignor Della Casa può
non può in alcun modo essere dimenticato mai dal Sovrano.  Il  re non può neppure relegare alla frontiera il suddito che
dal Sovrano. Il re non può neppure relegare alla frontiera  il  suddito che l'ha offeso. Venti milioni di sudditi hanno
l'ha offeso. Venti milioni di sudditi hanno perfettamente  il  diritto, quando essi vogliano per avventura farne uso, di
vogliano per avventura farne uso, di mandare alla frontiera  il  Sovrano, ma il Sovrano non può mandare a godere dei fascini
farne uso, di mandare alla frontiera il Sovrano, ma  il  Sovrano non può mandare a godere dei fascini dei climi
su questi venti milioni di sudditi che costituiscono  il  suo regno. Il Re, dunque, non può far nulla per riparare
venti milioni di sudditi che costituiscono il suo regno.  Il  Re, dunque, non può far nulla per riparare l'offesa
Cogliendo al balzo la provvida palla del mio punto fermo,  il  ministro filologo mise a sua volta i1 punto esclamativo del
ministri interrogarono : — E allora? — Allora, — risposi, —  il  mio dovere è compiuto. La via è sgombra per le loro idee.
via è sgombra per le loro idee. S'accomodino pure, signori.  Il  presidente del Consiglio intervenne: — Chi di voi ha delle
molto lucidamente e.... — Velocissimamente! — scaraventò  il  filologo che non mi poteva perdonare d'aver chiuso la via
del duca di Frondosa. Caso mai, la querela potrebbe darla  il  duca a Sua Maestà, per violazione di domicilio in attesa di
in attesa di violazioni ulteriori. — Logicamente! — insinuò  il  filologo. — Bisogna quindi purtroppo concludere, — riprese
schiaffo non può fare altro che.... — Tenerselo! — affermò  il  ministro del Tesoro. — Filosoficamente! — concluse quello
— D'accordo.... — Complet...., - tentò ancora d'intercalare  il  filologo che non s'aspettava di trovarmi anche questa volta
che si potrebbe affermare.... — Recisamente, — avventò  il  filologo tutto felice d'esserci questa volta riuscito. —
tenere non è altri e non può essere altri che  il  re. Ma, nondimeno, mi sia permesso di richiarnare
dei ministri su questo punto essenziale. Anche ammesso che  il  re debba tenersi l'offesa fattagli, non si può ammettere
ii suo offensore. Ora questo appunto avverrebbe, essendo  il  duca e la duchessa di Frondosa costretti dalle loro
i ciarlatani della libertà. Bisogna anzitutto difendere  il  Re, proteggere le istituzioni. Tutti i mezzi sono buoni. —
a questo modo! Nella foga della discussione, persino  il  ministro dell'Istruzione aveva aggiunto un verbo al suo
dell'Istruzione aveva aggiunto un verbo al suo avverbio e  il  dotto filologo gridava, in piedi su una sedia e agilando le
Almeno aveva le braccia conserte, gli occhi chiusi,  il  grosso labbro inferiore rilasciato, il mento abbandonato
gli occhi chiusi, il grosso labbro inferiore rilasciato,  il  mento abbandonato sul petto, tutto l'atteggiamento abituale
lui sapeva sempre, destandosi, come doveva fare per avere  il  voto unanime e costante della sua schiacciante maggioranza.
voi è stato oramai ampio e completo. Ora possiamo decidere.  Il  marchese d'Aprè, che rappresenta qui Sua Maestà, ha posto
che rappresenta qui Sua Maestà, ha posto assai chiaramente  il  problema, e, venendo da lui, possiamo esser certi che
una via ci deve essere. — Si tratta di trovarla, — spiegò  il  ministro delle Comunicazioni che fino allora non aveva
allora non aveva aperto bocca. — Semplicemente! — annuì  il  dotto filologo — Pensiamo! Pensiamo! — opinarono
competenze ed erano ambedue borghesi: ex-agente di cambio  il  ministro della Marina e ex-professore di filosofia nei
della Marina e ex-professore di filosofia nei licei regi  il  ministro della Guerra, entrato nella vita politica grazie
propaganda antimilitarista che gli aveva fatto perdere  il  posto d'insegnante e guadagnare quello di ministro della
era evidente che se nell'esercito tutto era da riformare,  il  ministro meglio indicato per le riforme era l'apostolo
che del militarismo aveva istruito minuziosamente  il  processo. Invitati a pensare dai loro due colleghi per cosi
al Governo un'utile riforma si senton rispondere che  il  ministro sta studiando su quella materia un disegno di
quando un gran colpo destò i dormienti e i cogitabondi. Era  il  presidente del Consiglio che con un gran colpo sul tavolino
soliti avverbii: — Fortunatamente! — Ho trovato! — ripetè  il  presidente del Consiglio che prima di persuadere gli altri
del Consiglio che prima di persuadere gli altri provava  il  bisogno di persuadere addirittura sè stesso d'aver potuto
d'aver potuto trovare qualche cosa. E col gesto indicava  il  ministro degli Esteri, dignitoso e pettoruto, dalla bocca
scapparne fuori i segreti di tutte le cancellerie europee.  Il  ministro degli Esteri, atterrito all'idea che il presidente
europee. Il ministro degli Esteri, atterrito all'idea che  il  presidente del Consiglio non avesse trovato di meglio che
Consiglio non avesse trovato di meglio che far risolvere  il  problema da lui, si grattò le onorate e brizzolate basette
da lui, si grattò le onorate e brizzolate basette e  il  labbro glabro e con un fil di voce domandò: — Io? — Si,
e con un fil di voce domandò: — Io? — Si, proprio lei.  Il  viso del povero ministro degli Esteri si disfece. Ma
povero ministro degli Esteri si disfece. Ma fortunatamente  il  presidente già spiegava: — Non è il duca don Alvaro di
Ma fortunatamente il presidente già spiegava: — Non è  il  duca don Alvaro di Frondosa ministro plenipotenziario a
spiegato? — Chiaramente. Era l'inevitabile filologo. Ma  il  ministro degli Esteri, che, rinsanguato, cominciava a
messo a disposizione appunto sotto la mia amministrazione.  Il  duca di Frondosa sarebbe un diplomatico di primissimo
per un diplomatico, le grazie della sua metà fanno valere  il  doppio il suo talento. Ma il duca di Frondosa è un uomo di
le grazie della sua metà fanno valere il doppio  il  suo talento. Ma il duca di Frondosa è un uomo di carattere
della sua metà fanno valere il doppio il suo talento. Ma  il  duca di Frondosa è un uomo di carattere fermo e risoluto. È
diplomatico non e meno pericolosa della sua impulsività per  il  paese che egli rappresenta. — Perfettamente! — commentò il
il paese che egli rappresenta. — Perfettamente! — commentò  il  filologo che di avverbi ne consumava molti ma, per quanto
concise: — Già tre volte, lor signori lo sanno, — riprese  il  ministro degli Esteri, — già tre volte il duca di Frondosa
sanno, — riprese il ministro degli Esteri, — già tre volte  il  duca di Frondosa ci mise in gravissimi imbarazzi, a
durante, indisponibilmente a disposizione del Ministero.  Il  presidente del Consiglio era uomo di poche parole, e, una
Maestà non se lo vuole, insomnia, trovare più tra i piedi.  Il  ministro degli Esteri si strinse nelle spalle. Gli altri si
che li aveva letteralmente esauriti. — Dunque, — domandò  il  presidente, — si può sapere quale ambasciata è disponibile?
Parigi? O a Pietroburgo? O a Washington? Riprese la parola  il  ministro degli Esteri. Per varie ragioni nessuno degli
sposato una signora imparentata a Corte nell'impero presso  il  quale rappresentava il regno di Fantasia, un quarto era
a Corte nell'impero presso il quale rappresentava  il  regno di Fantasia, un quarto era coperto di debiti e solo
fallimento sicuro. Non c'era dunque che Zarzuelopoli, dove  il  vecchio ambasciatore aveva chiesto il collocamento a
Zarzuelopoli, dove il vecchio ambasciatore aveva chiesto  il  collocamento a riposo. A posti minori non c'era da pensare:
collocamento a riposo. A posti minori non c'era da pensare:  il  duca di Frondosa era ministro plenipotenziario di prima
che Zarzuelopoli: — Disogna pensarci su due volte, — ammonì  il  ministro degli Esteri. — Ci abbiamo pensato anche troppo. E
— Irrevocabilmente! — credette necessario di aggiungere  il  dotto filologo. Il povero ministro degli Esteri sudava
— credette necessario di aggiungere il dotto filologo.  Il  povero ministro degli Esteri sudava freddo. L'ambasciata
toccava a quel rompicollo d'uomo di carattere ch'era  il  duca di Frondosa. Il povero ministro, già prevedeva le più
rompicollo d'uomo di carattere ch'era il duca di Frondosa.  Il  povero ministro, già prevedeva le più spaventevoli
i due ministri militari erano preoccupati e cogitabondi.  Il  diavolo era capace di metterci la coda e di mandare alla
l'agente di cambio che aveva paura anche dell'acqua dolce e  il  bollente antimilitarista che aveva una crisi di nervi solo
perchè vi scrivesse immediatamente, di suo stesso pugno,  il  decreto di nomina del duca di Frondosa, decreto che doveva
sottoposto all'augusta firma del Sovrano. Guardavo  il  povero vecchio ministro mentre scriveva. Le mani gli
cara patria le più terribili vicissitudini. E, consegnando  il  decreto a don Pedro de Aldana, raccomandò ancora con un fil
aveva chiesto di pregare Sua Maestà di volere onorare  il  Consiglio dei ministri della sua augusta e necessaria
di me e mi diede congedo. — Ella può, marchese, abbandonare  il  suo posto. Sua Maestà il Re viene ad occuparlo. Il Re
— Ella può, marchese, abbandonare il suo posto. Sua Maestà  il  Re viene ad occuparlo. Il Re infatti entrava poco dopo,
il suo posto. Sua Maestà il Re viene ad occuparlo.  Il  Re infatti entrava poco dopo, ristorato da alcune ore di
sonno tranquillo, fresco, sorridente, allegro, indossando  il  più delizioso abito da mattina che mai sarto elegantissimo
giovane re. Strinse la mano a don Pedro, sorrise e inchinò  il  capo a tutti gli altri, salutò me con un leggero cenno di
aver anch'io recitato la mia breve parte in commedia, vidi  il  mio regale amico trarre dalla tasca posteriore del suo
amico trarre dalla tasca posteriore del suo pantalone  il  portasigarette dorato da cui prese una sottile sigaretta
e incominciò a firmare con la sua grossa scrittura diritta  il  pacco di decreti che don Pedro aveva rispettosamente posto
gli capitò davanti quello che riguardava don Alvaro e che  il  primo ministro aveva delicatamente insinuato tra gli altri,
che poteva sfuggire agli altri ma che non sfuggiva a me.  Il  Re si levò sùbito dopo, mentre i ministri lo imitavano.
mentre i ministri lo imitavano. M'ero levato anch'io e  il  caso m'aveva posto vicino al ministro della Guerra
presidente del Consiglio. — Io non mi sono opposto, — disse  il  ministro della Guerra — non mi sono opposto alla nomina di
di don Alvaro di Frondosa a Zarzuelopoli perchè conosco  il  vostro senno e sono sicuro che voi avrete già pensato a
Maestà mi chiamava e mi manifestava con due parole succinte  il  suo compiacimento nel vedere che la difficile situazione
capì tutto in un batter d'occhi. — Capisco. C'è  il  pericolo d'una nuova Iliade in pieno secolo ventesimo. Vuol
secolo ventesimo. Vuol dire che in tal caso lei ne detterà  il  poema. Il mio regale amico alludeva alle mie lontane
Vuol dire che in tal caso lei ne detterà il poema.  Il  mio regale amico alludeva alle mie lontane velleità
sorridendo con umiltà di prosatore. — Scusi, — rispose  il  re che è sempre pieno di spirito, — quel decreto è scritto
sotto un po' di cipria rosea, poichè, come c'insegna  il  Vangelo, torna alla cipria ciò che dalla cipria è venuto.
mese di ottobre di quell'anno  il  governatore Bullock diede le dimissioni e abbandonò
che l'edificio minacciava di crollare sotto  il  peso di tante brutture. Perfino il suo partito si andava
di crollare sotto il peso di tante brutture. Perfino  il  suo partito si andava disgregando, sotto l'ondata della
conosciute solo quando egli aveva raggiunto sano e salvo  il  Nord. Quando, una settimana dopo, Atlanta ne ebbe
di gioia accesi dai ragazzini giubilanti. Certamente, anche  il  facente funzione di governatore era un repubblicano; ma in
un repubblicano; ma in decembre vi sarebbero le elezioni e  il  risultato non era dubbio. E difatti, malgrado gli sforzi
da quello che si era diffuso quando Bullock aveva levato  il  tacco. Era una gioia piú profondamente sentita, un senso di
Stato. E vi era anche un senso d'orgoglio, all'idea che  il  paese fosse nuovamente fra le mani della sua gente,
l'esercito, i «Carpetbaggers» e i rinnegati. Sette volte  il  Congresso aveva votato leggi opprimenti contro lo Stato, a
Chi avrebbe supposto che sarebbe andata cosí? Credevamo che  il  governatore fosse onnipotente. Credevamo che non sarebbe
da Rhett. Non che le dispiacesse la partenza di Bullock e  il  ritorno dei democratici. Anzi era tristemente felice -
era tristemente felice - benché nessuno lo credesse - che  il  governo degli yankees fosse finito. Ricordava troppo
della Ricostruzione, la paura che le venisse confiscato  il  suo denaro e la sua proprietà. Ricordava il suo
confiscato il suo denaro e la sua proprietà. Ricordava  il  suo smarrimento, il suo panico, il suo odio per gli
denaro e la sua proprietà. Ricordava il suo smarrimento,  il  suo panico, il suo odio per gli yankees; e non aveva mai
sua proprietà. Ricordava il suo smarrimento, il suo panico,  il  suo odio per gli yankees; e non aveva mai cessato di
dai vecchi amici e dal vecchio sistema di vita. Ed ora  il  potere dei conquistatori era crollato. Ella aveva giocato
perduto. Guardandosi attorno, in quel Natale del 1871,  il  Natale piú lieto che lo Stato avesse conosciuto da dieci
attraversava le strade a cavallo, sorridendo, togliendosi  il  cappello, con un fagottino azzurro che era Diletta sul
occhi, agitava le mani. Nel centro dell'assembramento era  il  carrettino delle focacce del nonno Merriwether; e
cosa: malgrado la sua insensibilità si sentí stringere  il  cuore. «Oh!» pensò. «Speriamo che non vi sia stato qualche
«Speriamo che non vi sia stato qualche altro ratto. Se  il  Ku Klux lincia ancora un negro, gli yankees ci
era una strana eccitazione. - Disgrazia o fortuna secondo  il  punto di vista - rispose zio Enrico. - A me pare che il
il punto di vista - rispose zio Enrico. - A me pare che  il  Parlamento non avrebbe potuto agire in modo diverso. - Il
il Parlamento non avrebbe potuto agire in modo diverso. -  Il  Parlamento? - E Rossella pensò che la cosa non la
rifiutato di ratificare l'emendamento - disse con orgoglio  il  nonno Merriwether. - Cosí la vedranno, gli yankees! - Oh,
aveva mai capito nulla di politica e non perdeva neanche  il  tempo a riflettere. Sapeva che poco tempo prima era stato
Sapeva che poco tempo prima era stato ratificato  il  XIII emendamento (o era il sedicesimo?) ma ignorava il
tempo prima era stato ratificato il XIII emendamento (o era  il  sedicesimo?) ma ignorava il significato della parola
il XIII emendamento (o era il sedicesimo?) ma ignorava  il  significato della parola «ratifica». Il suo volto mostrò la
ma ignorava il significato della parola «ratifica».  Il  suo volto mostrò la sua mancanza di comprensione e Ashley
e Ashley sorrise. - È l'emendamento che permette  il  voto ai negri - spiegò. - È stato sottoposto al Parlamento
di capire che cosa sarebbe meglio per la Georgia. -  Il  volto di Ashley aveva un'espressione irresoluta. - Se è piú
- Se è piú saggio combattere questa cosa come ha fatto  il  Parlamento, sollevando il nord contro di noi, e mettendo
questa cosa come ha fatto il Parlamento, sollevando  il  nord contro di noi, e mettendo contro di noi tutto
noi tutto l'esercito yankee per costringerci ad accordare  il  voto ai negri. Oppure... reingoiare la nostra dignità
sottometterci e accettare l'emendamento senza proteste.  Il  risultato è lo stesso. Non possiamo far nulla. Dobbiamo
e votare per i repubblicani? - scherní con voce rauca  il  nonno Merriwether. Vi fu un silenzio pieno di tensione.
e poi fermarsi. Baldo riteneva, e lo diceva spesso, che  il  nonno era un vecchio pallone gonfiato; e certo egli non
e certo egli non avrebbe permesso che colui insultasse  il  marito di miss Melania, anche se questi parlava come un
che egli avesse aperto bocca, lo zio Enrico aveva investito  il  nonno. - Perdio... Oh, scusa, Rossella!... Pezzo
non ha bisogno di voi per prendere le sue difese - ribatté  il  vecchio freddamente. - E sta parlando come un rinnegato...
debba rendere gli yankees piú furenti di quanto sono. Ma se  il  Parlamento ha deciso di farlo, io sono con lui. E... -
Mentre si avviavano verso la Via dell'Albero di Pesco,  il  cuore di Rossella batteva per il nuovo spavento. Che
Via dell'Albero di Pesco, il cuore di Rossella batteva per  il  nuovo spavento. Che effetto avrebbe sulla sua sicurezza
faccia ai bulldogs, ma fino ad ora non ne avevo mai visti.  Il  Parlamento avrebbe potuto addirittura mettersi a urlare:
messi in mente di farli nostri padroni. Ma bisogna ammirare  il  coraggio del Parlamento! - Ammirarlo? Sono degli imbecilli!
senza preavviso. Ella sentí scaricare  il  loro bagaglio sul pavimento del vestibolo e udí la vocina
e baciarla, felice che la presenza della bimba le evitasse  il  primo incontro da sola con Rhett. Guardando al disopra del
del capo di Diletta, lo vide nel vestibolo che pagava  il  cocchiere. Egli alzò il capo, la scorse e si tolse il
lo vide nel vestibolo che pagava il cocchiere. Egli alzò  il  capo, la scorse e si tolse il cappello con un ampio gesto,
il cocchiere. Egli alzò il capo, la scorse e si tolse  il  cappello con un ampio gesto, inchinandosi. Incontrando lo
lo sguardo dei suoi occhi neri, ella si sentí balzare  il  cuore. Chiunque egli fosse, qualunque cosa avesse fatto,
i suoi occhi rimasero seri. Questo sarebbe dunque  il  suo atteggiamento. Odioso come sempre. E ad un tratto il
il suo atteggiamento. Odioso come sempre. E ad un tratto  il  bimbo che portava in seno divenne un peso fastidioso invece
cappello di Panama appoggiato incurantemente al fianco era  il  suo nemico, la causa di tutti i suoi mali. I suoi occhi
inequivocabile, mentre ella rispondeva; e dal volto di lui  il  sorriso scomparve. - Se sono pallida è colpa tua, ma non
scomparve. - Se sono pallida è colpa tua, ma non per  il  dispiacere della tua assenza, presuntuoso che sei. È
dai servi. - ... è perché aspetto un bambino! Rhett trasse  il  respiro e i suoi occhi corsero a lei rapidamente. Fece un
ella si scansò; dinanzi all'odio che era in quegli occhi,  il  volto di lui si indurí. - Davvero! - fece freddamente. - E
di lui si indurí. - Davvero! - fece freddamente. - E chi è  il  padre felice? Ashley? Ella si afferrò alla balaustra di
lo desideri tu! Nessuna... nessuna donna può desiderare  il  figlio di un mascalzone come te! Vorrei... Dio mio, vorrei
Dio mio, vorrei che fosse di chiunque, fuorché tuo! Vide  il  suo viso bruno mutare improvvisamente; la collera e qualche
di impassibilità era già tornata sul viso di Rhett,  il  quale si tirò i baffi. - Stai allegra - disse voltandosi e
del primo gradino della scala lucidata a cera; e quando  il  suo braccio, con tutto il peso del corpo, incontrò il
scala lucidata a cera; e quando il suo braccio, con tutto  il  peso del corpo, incontrò il braccio rigido di lui, ella
il suo braccio, con tutto il peso del corpo, incontrò  il  braccio rigido di lui, ella perse l'equilibrio. Tentò di
ma non vi riuscí. Cadde indietro sulla scala; e nel toccare  il  suolo provò un tremendo dolore alle costole. Troppo
Dunque,  il  giovanetto moveva con passo spedito verso casa. Se appena
e la donna bella era divenuta sua. Quella mattina stessa,  il  roseo foglio del riscatto era giunto dal paese, — in mezzo
viso di donna.... Arrivato che fu al suo quarto piano,  il  giovane girò la chiave nell'uscio, badando a non far
lusso di quella dimora da studente povero, vi posò ritto  il  quadro. Di desinare, per quella sera, non se ne parlava; nè
quella sera, non se ne parlava; nè si parlava d'accendere  il  lume, perchè l'ultimo mozzicone di candela erasi spento da
fino all'estremo e agonizzando vicino al guanciale dove  il  fanciullo dormiva con le novelle del Hoffmann su le coltri.
serata era stupenda: una di quelle sere quasi estive in cui  il  cielo è così terso che il crepuscolo sembra fatto d'un velo
quelle sere quasi estive in cui il cielo è così terso che  il  crepuscolo sembra fatto d'un velo trasparente e
e fosforescente. Appoggiato con la schiena al tavolino,  il  giovane si mise a contemplar fisso il ritratto. Contessa
schiena al tavolino, il giovane si mise a contemplar fisso  il  ritratto. Contessa Lara. 16 Chi era ella mai? Quali
e sorridere con tanta grazia? Era ella, da vero, come  il  perito aveva accennato, quell'audace duchessa di Gragnano,
d'ogni cosa umana. Limpida e colma, già la luna allagava  il  piccolo balcone dal parapetto basso coperto di ellera, che
la stanza, sfumandone armoniosamente la penombra. Ma perchè  il  quadro, non anche sfiorato dal raggio silenzioso, restava
sola nel vapore azzurrino della camera fonda; a segno che  il  volto, il petto e le mani del ritratto si disegnavano
vapore azzurrino della camera fonda; a segno che il volto,  il  petto e le mani del ritratto si disegnavano fantasticamente
e le mani del ritratto si disegnavano fantasticamente tra  il  nero, come in certe sembianze d'un'apparizione di sogno. Il
il nero, come in certe sembianze d'un'apparizione di sogno.  Il  giovane continuava a fissarla. La bianca striscia lunare,
La bianca striscia lunare, facendo insensibilmente  il  suo giro, venne a poco a poco a colpire in pieno la forma
tra 'l velo verde, su 'l capo, sprizzavan bagliori;  il  broccato della gamurra ammorbidiva le sue curve; le roride
cercarla e farsene amare; cercarla e sentir contro  il  proprio cuore palpitante il sussulto di quel candido petto
amare; cercarla e sentir contro il proprio cuore palpitante  il  sussulto di quel candido petto che, come una coppia di
quelle dita sottili fra' capelli.... Cercarla e beverne  il  respiro; lasciar que' larghi occhi bruni affondarglisi fin
Allora, muto, stupefatto, con le pupille sbarrate,  il  fanciullo poeta scorse la bionda ridente figurina
dagli sguardi, da' labbri, dai seni provocatori, lei, lei,  il  suo unico amore, staccarsi dalla cornice, ormai tornata
lenta, allontanarsi, e lenta, lenta, scomparir dietro  il  terrazzo, fra l'edera.... La stanza rimase al buio.
iridescenza lunare, inebbriato dalla feminea visione,  il  giovane aprì le braccia, supplicando sommesso con voci
dei raggi che la luna spandeva umidi e ammalianti da mezzo  il  cielo alto. Forse in quell'ora, lontano lontano, nel
pensava che, mercè tanti sacrifizi, almeno lui, poverino,  il  suo bimbo, sarebbe, un giorno o l'altro, felice.
LARA  IL  ROMANZO DELLA BAMBOLA ILLUSTRATO CON 16 DISEGNI DI GIUSEPPE
- Per la Rachele. - Rachele! O Rachele! - vociò allora  il  ragazzo con quanto fiato aveva in gola. Alla sua chiamata
scalpiccìo delle sue ciabatte. - Piano, piano! - esclamò  il  mercante, togliendo la pupattola di braccio alla figlia. -
do nulla per nulla, io. La Rachele dovette trovar giusto  il  patto, perchè non protestò, non pregò, ma rifece lesta le
rimendar solette. Ne' due giorni che la fanciulla dovè fare  il  suo còmpito, la Giulia stette dentro un cassone, tra un
prese del grasso e, spalmatoselo nel cavo delle mani, unse  il  capo alla bambola. A quel modo il pettinaccio passava più
nel cavo delle mani, unse il capo alla bambola. A quel modo  il  pettinaccio passava più facilmente nella capigliatura, ma
pettinaccio passava più facilmente nella capigliatura, ma  il  color biondo s'oscurò come se vi avessero steso sopra un
testolina signorile cominciò a puzzare di rancido: mentre  il  grasso, colando, le insudiciò tutto il collo. - Adesso
di rancido: mentre il grasso, colando, le insudiciò tutto  il  collo. - Adesso bisogna che la vesta - disse la Rachele; e
Giulia. Dell'orlatura dappiede non si diede pensiero; e  il  dappiede sbrandellava a uso straccio; molto meno si trattò
molto meno si trattò di metterle scarpe e calzette; sicchè  il  piedino storpio, tutto scoperto, mostrava l'accomodatura di
nel grande negozio della Galleria, a Milano, con accanto  il  suo baule pieno d'un corredino principesco. Ma non era il
il suo baule pieno d'un corredino principesco. Ma non era  il  ricordo del negozio nativo, nè del cofano co' vestiti come
non vedo l'ora di mangiare un po' di carne fresca; e se  il  tempo dura cosí per qualche giorno, penso che... Melania la
le redini ma galoppò come una pazza verso di loro, agitando  il  braccio verso la direzione da cui era venuta. - Stanno
e Carolene cominciarono a singhiozzare convulsamente.  Il  piccolo Wade sembrava radicato al suolo, tremante, incapace
i racconti uditi, di stupri, torture, assassinii. Rivide  il  soldato yankee nel vestibolo con la scatola da lavoro di
per condurre Pork a casa dei Tarleton per una commissione.  Il  suo unico cavallo! Gli yankees lo prenderebbero; e anche la
cavallo! Gli yankees lo prenderebbero; e anche la mucca e  il  vitello... E la scrofa coi maialini... Quante ore ci erano
Quante ore ci erano volute per riprenderla! E prenderebbero  il  gallo e le galline e le anatre che le avevano dato le
dato le Fontaine. E le mele, le patate dolci, la farina,  il  riso, i piselli secchi... E anche il denaro che era nel
dolci, la farina, il riso, i piselli secchi... E anche  il  denaro che era nel portamonete del soldato morto.
forte e tutti si volsero spaventati, temendo che perdesse  il  senno. - Non voglio morir di fame! Non li avranno! Che
di fame! Non li avranno! Che cosa, Rossella? Che cosa? -  Il  cavallo! La mucca! I porci! Non li avranno! Non voglio! Si
Si volse ai quattro negri che erano rimasti sulla soglia:  il  loro volto avere un particolare color di cenere. - La
Ascoltami, Pork! Non stare lí come un idiota! Porta con te  il  babbo. Non chiedermi dove! Dovunque. Vai con Pork, babbo.
azzurri sulla mente sconvolta di Geraldo. Si torse le mani;  il  singhiozzo di Wade aggrappato alle gonne di Melania aumentò
singhiozzo di Wade aggrappato alle gonne di Melania aumentò  il  suo spavento. - Che debbo fare, Rossella? - La voce di
tutti aspettavano da lei ordini e direzione. - La mucca e  il  vitello - disse in fretta. - Sono nel vecchio pascolo.
- disse in fretta. - Sono nel vecchio pascolo. Prendi  il  cavallo e conducilo nella palude e... Prima che avesse
stretta di Wade, aveva sceso i gradini e correva verso  il  cavallo. Rossella ebbe una rapidissima visione di gambe
lo trattenne, col viso convulso dall'orrore. -  Il  bimbo! Lo uccideranno! Dammelo! La sua mano era sul pomo
io al bambino! Vai, ti dico! Credi che lascerò toccare  il  bambino di Ashley? Vai! Melly guardò disperatamente
e con un forte scricchiolio di ghiaia scomparve verso  il  pascolo. Rossella pensò: «Non avrei mai immaginato di
troppe cerimonie, trascinava Geraldo per un braccio verso  il  portico posteriore. Geraldo cercava di ribellarsi
per loro nella palude! Corse nella sua camera, aperse  il  primo cassetto del canterano e frugò fra gli abiti finché
La protuberanza del portamonete sarebbe visibile attraverso  il  suo corpetto; e se gli yankees se ne accorgessero, la
con la sua voce tranquilla, e che era stata cosí intrepida  il  giorno in cui ella aveva ucciso Io yankee. Ma a proposito,
yankee. Ma a proposito, che le aveva detto Melania? Ah sí,  il  bambino. Stringendosi al petto la saccoccia di cuoio,
la saccoccia di cuoio, Rossella corse alla camera dove  il  piccolo Beau dormiva nella sua culla. Lo prese fra le
finestra, Rossella vide Mammy che attraversava in fretta  il  campo di cotone con un maialino sotto ad ogni braccio.
davanti a te attraverso i campi. - Dilcey alzò gli occhi;  il  suo viso di bronzo era tormentato. Nel suo grembiule era un
che aveva trovato sul soldato morto. Ma dove metterli? Posò  il  bimbo un attimo sul letto; e il piccino emise un vagito. In
Ma dove metterli? Posò il bimbo un attimo sul letto; e  il  piccino emise un vagito. In quel momento le venne un'idea.
di un bimbo? Rapidamente lo voltò sottosopra, gli tirò su  il  vestitino e ficcò il portafogli tra le fasce vicino al
lo voltò sottosopra, gli tirò su il vestitino e ficcò  il  portafogli tra le fasce vicino al dorso. Il piccino gridò
e ficcò il portafogli tra le fasce vicino al dorso.  Il  piccino gridò piú forte ed ella si affrettò a stringere il
Il piccino gridò piú forte ed ella si affrettò a stringere  il  triangolo di tela fra le gambe. «Ora,» pensò respirando
pensò respirando profondamente «alla palude!» Tenendo  il  bimbo che piangeva sotto a un braccio e stringendo contro
- Vieni e cammina. La mamma non ti può portare.  Il  bimbo corse a lei come una bestiola spaventata e afferrando
di attaccarsi alle sue gambe. Ella cominciò a camminare, ma  il  passo le era impedito da quelle manine che la trattenevano.
gli gridò: - Lasciami, Wade! Lasciami e cammina. - Ma  il  bimbo si stringeva sempre di piú. Nell'ampio vestibolo i
i tappeti che Elena aveva tinto e intessuto. E poi vi era  il  vecchio ritratto della nonna Robillard col seno seminudo e
nei boschi o nella palude: i comignoli avvolti di fumo e  il  tetto crollante tra le fiamme. - Non posso lasciarti -
lasciarti - disse fra sé battendo i denti. - Non posso.  Il  babbo non ti lascerebbe. Ha detto che piuttosto dovrebbero
io non posso lasciarti. Con questa decisione le parve che  il  suo terrore diminuisse; rimase soltanto nel suo seno un
- Lasciami, Wade, gioia! Corri giú per le scale, attraversa  il  cortile e vai alla palude. Vi troverai Mammy e zia Melly.
presto, tesoro, e non aver paura. Udendola mutar tono,  il  bimbo la guardò e Rossella fu sbigottita dall'espressione
yankees. Non debbono sapere che abbiamo paura. E poiché  il  bimbo continuava a stringerle la sottana, gli disse: - Sii
in Mondragone, mi prometteva d'uscire meco ogni volta.  Il  vescovo vi acconsentì pienamente. Per ultimo servizio, il
Il vescovo vi acconsentì pienamente. Per ultimo servizio,  il  cardinale proibì alle mie sorelle di accompagnarmi, e
sorella a' Granili, e quando passerà, unitevi a lei."  Il  4 novembre del 1854, dopo tre anni e quattro mesi di
vescovo per accompagnarmi: atte a quest'ufficio (secondo  il  parere di Riario) non essendo state giudicate nè le mie
A Resina incontrammo per caso Sua Eminenza.  Il  cocchiere si levò il cappello, egli alzò la mano per
incontrammo per caso Sua Eminenza. Il cocchiere si levò  il  cappello, egli alzò la mano per benedire; senonchè,
fu un rullo di tamburo e molte voci fecero: «sst!» mentre  il  dottor Meade saliva sulla piattaforma e allargava le
- Le signore hanno dato tutto ciò che potevano; non solo  il  loro tempo ma anche il lavoro delle loro mani, e i graziosi
tutto ciò che potevano; non solo il loro tempo ma anche  il  lavoro delle loro mani, e i graziosi oggetti che si trovano
e inorridita per questa mancanza di rispetto verso  il  piú amato cittadino di Atlanta, essa lo guardò con
cittadino di Atlanta, essa lo guardò con riprovazione. Ma  il  dottore aveva veramente l'aspetto di una capra, con la
noi l'intrepido capitano che con tanto successo attraversa  il  blocco da un anno e che lo attraverserà per portarci le
lo attraverserà per portarci le medicine che ci occorrono.  Il  capitano Rhett Butler! Benché preso alla sprovvista, questi
bisogno di altro denaro ed io ve lo chiedo - continuò  il  dottore. - Chiedo un sacrificio, che però è molto piccolo a
seno delle nostre patriottiche dame! Ma quanto è piú bello  il  sacrificio di tutto l'oro e di tutte le gemme d'oriente!
le gemme d'oriente! L'oro sarà fuso e le pietre vendute; e  il  denaro, adoperato per comprare medicinali e altri generi di
valorosi feriti passeranno fra voi coi cestini e... - ma  il  resto del discorso si perse nello scroscio di applausi e di
del discorso si perse nello scroscio di applausi e di voci.  Il  primo pensiero di Rossella fu di profonda gratitudine
pensiero di Rossella fu di profonda gratitudine perché  il  lutto le impediva di portare i preziosi pendenti e la
d'oro e smalto nero e la spilla di granate. Vide  il  piccolo zuavo con un cestello sotto il braccio sano, che
di granate. Vide il piccolo zuavo con un cestello sotto  il  braccio sano, che faceva il giro della folla, dalla parte
zuavo con un cestello sotto il braccio sano, che faceva  il  giro della folla, dalla parte della sala dove lei si
togliendo i suoi bei braccialetti gemelli da sopra e sotto  il  gomito. Fanny Elsing, gridando: - Mamma, posso? - si stava
cadeva nel cestino le grida e gli applausi raddoppiavano.  Il  piccolo uomo sorridente giungeva adesso accanto al loro
gli altri oggetti. Quando giunse dinanzi a Rossella e posò  il  cestino sul banco, ella crollò la testa mostrandogli le
dito la larga vera d'oro. Per un attimo cercò di ricordare  il  volto di Carlo, com'era quando glie l'aveva infilata al
offuscata; offuscata dal subitaneo senso d'irritazione che  il  ricordo di lui le dava sempre. Carlo... era lui la ragione
delle offerte. - Oh, cara! - sussurrò Melly afferrandole  il  braccio, con gli occhi splendenti di amore e di orgoglio. -
quell'anello che Rossella sapeva non aver mai lasciato  il  suo dito da quando Ashley glie lo aveva posto. Meglio di
fanciulle rimasero a guardare lo zuavo che muoveva verso  il  gruppo di signore anziane, Rossella con aria di sfida,
per l'uomo che era accanto a loro. - Se non avessi avuto tu  il  coraggio di farlo, io non ne sarei stata capace - disse
e stringendola dolcemente. Per un attimo Rossella ebbe  il  desiderio di respingerla e di gridare: «In nome di Dio!»
gesto - mormorò dolcemente Butler. - Sono i sacrifici come  il  vostro che rinsaldano il cuore dei nostri valorosi ragazzi
Butler. - Sono i sacrifici come il vostro che rinsaldano  il  cuore dei nostri valorosi ragazzi in grigio. Parole ardenti
ironia. - Un complimento come questo, da una celebrità come  il  capitano Butler è davvero prezioso. Egli gettò indietro il
il capitano Butler è davvero prezioso. Egli gettò indietro  il  capo e rise francamente; abbaiò - pensò Rossella con
francamente; abbaiò - pensò Rossella con asprezza, mentre  il  rosso le tornava sul volto. - Perché non dite quello che
- Si agitava come una gallina. - Precisamente. Vi manca  il  coraggio di dire quello che sentite. Quando vi conobbi,
le vostre luride e piccole navi riescono a passare sotto  il  naso agli yankees, voi credete di avere il diritto di
a passare sotto il naso agli yankees, voi credete di avere  il  diritto di venire qui a beffarvi di uomini coraggiosi e di
voi... - Ma come potete... - ricominciò Rossella perdendo  il  controllo; quindi si trattenne subito, irritatissima contro
voi mi vedeste e osservavo le altre giovani. Sembrava che  il  volto di tutte fosse fuso in uno stesso modello. Il vostro
che il volto di tutte fosse fuso in uno stesso modello.  Il  vostro no. Voi avete un viso sul quale si legge facilmente.
- Non ho altro da dirvi, capitano Butler - ella rispose  il  piú cerimoniosamente possibile, cercando di raccogliere
dignità. - Pavoneggiatevi quanto vi pare perché siete  il  «grande sforzatore del blocco» ma astenetevi dall'insultare
del blocco» ma astenetevi dall'insultare le donne. -  Il  «grande sforzatore del blocco»! È uno scherzo. Vi prego di
patriota facesse un errato apprezzamento su quello che è  il  mio contributo alla Causa della Confederazione. - Non tengo
- Non tengo affatto ad ascoltare le vostre vanterie. -  Il  blocco per me è un affare che mi fa guadagnare dei
proprio come gli yankees. - Infatti - sogghignò  il  capitano. - E gli yankees mi aiutano a far quattrini.
- E gli yankees mi aiutano a far quattrini. Figuratevi che  il  mese scorso ho ancorato la mia nave proprio nel porto di
che guadagnano onestamente qualche quattrinello vendendo  il  loro Paese? Fra cento anni nessuno se ne ricorderà piú. E
loro Paese? Fra cento anni nessuno se ne ricorderà piú. E  il  risultato sarà lo stesso. Essi sanno che la Confederazione
sopra? - Battuti... noi? - Senza dubbio. - Volete farmi  il  favore di lasciarmi... o dovrò chiamare la mia carrozza e
colui, oscurare la gloria di quelli che attraversavano  il  blocco e come osava dire che la Confederazione sarebbe
cosí devoti; un piccolo brivido freddo le passò attraverso  il  cuore. Battuti? Ah no; non costoro! Certamente no! Il solo
il cuore. Battuti? Ah no; non costoro! Certamente no!  Il  solo pensarlo era impossibile e sleale. - Che cosa stavate
- esclamò Melania scandalizzata. - Ssst! - fece Rossella. -  Il  dottor Meade sta per fare un altro discorso. Il
Rossella. - Il dottor Meade sta per fare un altro discorso.  Il  chiacchiericcio si interruppe nuovamente e la voce del
cercando di immaginare che cosa avrebbe potuto proporre  il  dottore, un uomo cosí serio. - Stanno per cominciare le
un uomo cosí serio. - Stanno per cominciare le danze; e  il  primo numero, senza dubbio sarà una danza scozzese, un reel
gentile rivalità per condurre bene i reels, e perciò... -  Il  dottore inarcò le sopraciglia e lanciò uno sguardo
vostra scelta, dovete concorrere in un'asta di cui io sarò  il  banditore. Le dame saranno aggiudicate ai migliori
Le dame saranno aggiudicate ai migliori offerenti e  il  ricavato andrà all'ospedale. I ventagli si fermarono
asta di schiavi? - sussurrò Melania, guardando incerta  il  bellicoso dottore che fino ad ora le era sempre apparso
Rossella non disse nulla, ma i suoi occhi brillarono e  il  suo cuore fu contratto da una pena leggera. Se almeno non
dietro la spalla di Fanny e le due fanciulle celarono  il  volto ognuna nel collo dell'altra ridacchiando mentre altre
voci cominciavano a gridare altri nomi ed altre cifre.  Il  dottor Meade aveva ricominciato a sorridere, ignorando
non avrebbe mai partecipato ad una simile gara; ma poiché  il  nome di sua figlia veniva gridato sempre piú spesso e la
Tutti si divertirebbero, meno lei. Vide Rhett Butler dietro  il  dottore, e prima che potesse mutare l'espressione del suo
angolo della bocca sollevando un sopracciglio. Ella sollevò  il  mento e si volse altrove. In quel momento udí il proprio
sollevò il mento e si volse altrove. In quel momento udí  il  proprio nome... pronunciato da un'inconfondibile voce
da un'inconfondibile voce charlestoniana che superò  il  frastuono. - Mrs. Carlo Hamilton... centocinquanta
improvviso zittio attraversò la folla all'udire la somma e  il  nome. Rossella fu cosí sbalordita che non riuscí neanche a
di meraviglia. Tutti si volsero a guardarla. Ella vide  il  dottore curvarsi sulla piattaforma e mormorare qualche cosa
- Forse un'altra delle nostre bellezze? - suggerí  il  dottore. - No - rispose Rhett ostinato, guardando la folla.
- Mrs. Hamilton. - Vi dico che è impossibile - insistette  il  dottore. - Mrs. Hamilton non vorrà... La voce di Rossella
di non potersi reggere; l'eccitazione di esser nuovamente  il  centro dell'attenzione, di esser la piú desiderata e -
e uscí dal banco battendo i tacchi come nacchere e tenendo  il  suo ventaglio nero completamente spiegato. Per un attimo
ventaglio nero completamente spiegato. Per un attimo scorse  il  volto incredulo di Melania, l'espressione delle vecchie
non gliene importava... Stava per ballare... Per condurre  il  reel. Gli rivolse un piccolo cenno e un sorriso
e urlò: - Scegliete le vostre dame! E l'orchestra intonò  il  reel più bello di tutti: «Dixie».
A un capo stava l'opulenta signora Alford, dirigendo  il  servizio del pranzo con maestosa correttezza; al capo
del pranzo con maestosa correttezza; al capo opposto,  il  tarchiato Borise, capitano di lungo corso, da' forti
giro, erano i forestieri della pensione, poco numerosi per  il  momento. Lo sguardo del conte si fermò subito sur un
fitto fitto e piano. — Presento a questi onorevoli signori  il  tenente Antonio di San Teodoro — disse la padrona di casa
di San Teodoro — disse la padrona di casa accennando  il  nuovo ospite con un gesto largo e dignitoso. Il tenente
accennando il nuovo ospite con un gesto largo e dignitoso.  Il  tenente s'alzò e s'inchinò con perfetta eleganza; parecchi
Gingerly e la contessa Bobriskoff un posto vuoto, a cui  il  povero uomo dovette rassegnarsi, pur prevedendo tutte le
a Londra o a Parigi, dove roba così non si sogna! — esclamò  il  capitano Borise, asciugandosi la folta barba col
i pregi e i difetti delle cucine de' vari paesi. A mezzo  il  pranzo la signora Alford si volse con premura al conte: —
già consacrava un'occhiata eloquente ad Emma, quando  il  capitano lasciò cader su la tavola un pugno che fece
é màmmete! — gridò tossendo nel tovagliolo, perchè  il  vino gli era andato a traverso in uno scoppio di riso. —
propagò ne' commensali. Rosso fino al cranio nudo e lucido,  il  conte Sampieri assunse un tono di rabbia e insieme di
vede... queste libertà.... Signor capitano....  Il  Borise ch'era un uomo di buon cuore e non aveva altra menda
una volgarità troppo schietta, s'accorse d'aver offeso  il  gentiluomo, e subito si scusò; ma a modo suo e certo con
ditto pe' pazzia' — (il conte s'inchinò ringraziando, e  il  marinaro ricominciò). — Ho avuto torto, lo confesso, di
la tavola) — e che per eta potrebbe essermi padre. Qui  il  conte non assentì e non ringraziò per nulla, ma lanciò al
de' vari discorsi degli altri, la signorina Alford e  il  bruno bersagliere continuavano la loro conversazione
Sampieri avrebbe, a occhio e croce, mangiata la foglia.  Il  dono anonimo del romanzo desiderato attribuivasi da Emma
attribuivasi da Emma Alford al tenentino dei bersaglieri,  il  quale pareva essere con la ragazza in rapporti di cuore
anima fra quelle belle labbra rosse che negavano. Ma  il  dabben uomo era innamorato; e l'amore, si sa, più si va
benda su gli occhi. — Questo non prova nulla — si ripeteva  il  pertinace buon uomo, lieto di trovar buoni argomenti alla
poi, ragione di più perchè si commuova quando saprà chi fu  il  vero donatore del libro, e si disgusti di quel vanesio, di
e viene a Napoli a ogni morte di papa? — (E guardava  il  giovane San Teodoro con un risolino di sprezzo) — Cattivo
San Teodoro con un risolino di sprezzo) — Cattivo sistema  il  farsi bello col sol d'agosto, caro il mio minchione! —
— Cattivo sistema il farsi bello col sol d'agosto, caro  il  mio minchione! — concluse finalmente con una scrollata di
E così pensando badava a sbirciare di sotto le lenti d'oro  il  suo rivale e a sorbirsi un dopo l'altro parecchi bicchieri
bonariamente la signora Alford, la quale seguiva a Napoli  il  patrio sistema educativo per le giovanette, tale e quale
trovata a Nuova- York. La fanciulla guardò con un sorriso  il  conte Sampieri che si sbracciava a ringraziar lei e la
e la madre di tanto onore e di tanto piacere; poi guardò  il  tenente. - Perdono, signora — disse questi alla
ti porti a Salerno e anche più in là! — imprecò tra' denti  il  povero deluso, mentre la ragazza si consigliava con la
corse via. — Ora ritengo che dopo quanto t'è accaduto sotto  il  naso, tu sarai bell'e guarito! — diceva l'avvocato Bencini
verso Posillipo. Ma su le labbra del conte s'affacciava  il  solito risolino di superiorità. L'altro continuava: — È
un bel giovanotto, bisogna convenirne; sì che, credi a me,  il  meglio che tu possa fare gli è di non pensarci più, proprio
se codesta gente non l'avessimo mai veduta. - Io? — rispose  il  conte, fermandosi a guardare il compagno negli occhi. — Io
mai veduta. - Io? — rispose il conte, fermandosi a guardare  il  compagno negli occhi. — Io non pensar più a lei? Io
dimmi un po'? - In onore del buon senso, perdio! — proclamò  il  Bencini. - No, carissimo, no; meno che mai ci rinunzio.
mio caro, non son mica delle schiave! — sentenziò Sampieri,  il  quale nella pensione Alford si era sciolto da parecchi
dalla fanciulla quel che sarà la donna. L'altro scrollava  il  capo con ciera incredula; il conte ripigliava: - E vedi, se
la donna. L'altro scrollava il capo con ciera incredula;  il  conte ripigliava: - E vedi, se stasera quell'imbecille non
a quella d'altre ragazze, lei, credi.... - Sampieri, fammi  il  piacere di smettere, perchè mi fai uscire da' gangheri, con
da grullo! — disse l'avvocato, visibilmente stizzito. Ma  il  vecchio ostinato non cedeva. — Va bene, va bene, acqua in
 IL  bagliore del sole del mattino che brillava fra gli alberi
scomoda in cui aveva dormito, non si ricordò dov'era.  Il  sole l'accecava, le assi del carretto le facevano male, e
i piedi nudi di Melania quasi sul proprio viso e, sotto  il  sedile del carretto, Prissy rannicchiata come un gatto
e si guardò attorno. Grazie a Dio, nessun yankees in vista!  Il  loro nascondiglio non era stato scoperto durante la notte.
non era stato scoperto durante la notte. Ricordò tutto;  il  viaggio tormentoso come un incubo, dopo che l'eco dei passi
buche sulle quali si trabalzava, i solchi profondi in cui  il  carretto scivolava, la forza quintuplicata dal terrore con
solchi. Ricordò con un brivido quante volte aveva spinto  il  cavallo nolente attraverso campi e boschi, quando sentiva
nera su cui gli uomini sembravano fantasmi senza voce; solo  il  calpestio nella polvere soffice, e il debole ticchettio
senza voce; solo il calpestio nella polvere soffice, e  il  debole ticchettio delle briglie! E il momento terribile in
polvere soffice, e il debole ticchettio delle briglie! E  il  momento terribile in cui il cavallo aveva rifiutato di
ticchettio delle briglie! E il momento terribile in cui  il  cavallo aveva rifiutato di entrare nel bosco, e soldati di
cosí bene. Quando finalmente era riuscita a trovarla,  il  cavallo era caduto a terra e aveva rifiutato di muoversi,
e si era addormentata di colpo. Ora era mattina; e  il  mondo era calmo e sereno, verde e oro sotto i raggi del
Aveva fame e sete; era indolenzita e piena di sudore per  il  fatto che lei, Rossella O'Hara, che non poteva dormire se
cadevano in disordine. Ma con un respiro di sollievo vide  il  lievissimo sollevarsi e abbassarsi del seno: Melania
da cedri. «Ma è la piantagione di Mallory» pensò; e  il  suo cuore balzò di gioia all'idea di trovare amici e aiuto.
avessero camminato freneticamente avanti e indietro finché  il  suolo non era stato completamente sconvolto. Guardò verso
due grossi mucchi di mattoni fumiganti. Si sentí stringere  il  cuore. Troverebbe cosí anche Tara, rasa al suolo,
Altrimenti sarò ripresa dal terrore. - Ma suo malgrado  il  cuore ricominciò a batterle precipitosamente e ogni battito
morto. Ne comprendeva perfettamente i sentimenti, ora. Ma  il  cavallo era vivo. Respirava con fatica, ma era vivo. Un po'
e con molti gemiti seguí timorosamente Rossella per  il  viale. Dietro alle rovine le file delle capanne degli
a calce erano mute e deserte sotto gli alberi. Fra  il  quartiere degli schiavi e le fondamenta fumiganti,
degli schiavi e le fondamenta fumiganti, trovarono  il  pozzo; sospeso alla sua tettoia era ancora il secchio.
trovarono il pozzo; sospeso alla sua tettoia era ancora  il  secchio. Svolsero la fune e quando il secchio tornò in alto
tettoia era ancora il secchio. Svolsero la fune e quando  il  secchio tornò in alto pieno di acqua fredda, Rossella lo
altri avevano bisogno di bere. - Sciogli la corda, porta  il  secchio al carretto e dài da bere a miss Melania e a Wade;
secchio al carretto e dài da bere a miss Melania e a Wade;  il  resto dàllo al cavallo. Non credi che miss Melania dovrebbe
al cavallo. Non credi che miss Melania dovrebbe allattare  il  piccolo? Morirà di fame. - Oh, miss Rossella, miss Melania
per la maggior parte marce. Sollevando la gonna, si riempí  il  grembo delle migliori e tornò verso il carretto, sentendo
la gonna, si riempí il grembo delle migliori e tornò verso  il  carretto, sentendo che nelle scarpine le penetravano
delle scarpe piú pesanti, iersera? Perché non aveva preso  il  cappello da sole? Perché non aveva portato qualche cosa da
tutte quelle cose pensasse Rhett. Rhett! Sputò a terra, per  il  disgusto di quel nome. Come lo odiava! Com'era stato
quelle che avanzavano nella parte posteriore del veicolo.  Il  cavallo ora era in piedi, ma pareva che l'acqua non lo
piú miserevole che di notte. Aveva tutte le ossa fuori e  il  dorso era ridotto una sola piaga. Nel mettergli i
Rossella si ritraeva per non toccarlo e quando gli mise  il  morso in bocca vide che era completamente sdentato. Cosí
ma col passo di quella rozza sfiancata ci vorrebbe tutto  il  giorno, perché sarebbe necessario fermarsi ogni tanto per
necessario fermarsi ogni tanto per farla riposare. Tutto  il  giorno! Guardò la strada rossigna e i solchi profondi
vi era. Lunghe ore prima di terminare quel viaggio sotto  il  sole ardente. Guardò Melania che giaceva con gli occhi
sul viso. Almeno le riparerà gli occhi. - E sentendo  il  calore violento sul capo scoperto pensò: «Prima di sera
che si era scatenato sulla Georgia? Percosse con la frusta  il  dorso del cavallo e cercò di fargli affrettare il passo,
la frusta il dorso del cavallo e cercò di fargli affrettare  il  passo, mentre le ruote sconnesse sbalzavano lei e gli altri
 Il  male era, capisci, che quasi tutti i cavalieri, cristiani e
eccotene un altro che mi si parava davanti per impedirmi  il  cammino. Erano, si capisce, botte da orbi.
ero tornato in patria per le mie vacanze d'estate lasciando  il  mio ambasciatore col più cordiale arrivederci. Non ci siamo
poichè l'essere a disposizione del Ministero significa che  il  Ministero non può in alcun modo disporre di voi, nessuno
interrotta senza strapparci nè i postiches nè i capelli,  il  Ministro degli Esteri non ebbe mai più l'idea di strapparmi
ai miei dolci ozii di Pulquerrima. E lì a Pulquerrima  il  giovane principe mi ritrovò, tre anni dopo il nostro
a Pulquerrima il giovane principe mi ritrovò, tre anni dopo  il  nostro incontro di Londra. Terminati gli studii, il giovane
dopo il nostro incontro di Londra. Terminati gli studii,  il  giovane principe si vide assegnare, con lauto appannaggio,
la piacevolissima e gioconda residenza di Pulquerrima.  Il  giorno che lessi nei giornali che Sua Altezza Reale il
Il giorno che lessi nei giornali che Sua Altezza Reale  il  principe ereditario di Fantasia sarebbe giunto alle otto
alla stazione alle otto meno cinque minuti. Vidi scendere  il  giovane principe, in borghese, elegantissimo, rasa come un
passavano ai facchini le più gelose valigie di Sua Altezza,  il  principe era preso in un fitto gruppo di autorità che
al capitano dei pompieri e che tutte recitavano a dovere  il  complimento e il benvenuto prudentemente elaborati a casa e
pompieri e che tutte recitavano a dovere il complimento e  il  benvenuto prudentemente elaborati a casa e mandati
che non si stancava di manifestare una gioia esuberante per  il  fatto d'avermi inopinatamente ritrovato a Pulquerrima. Le
Furono sbalordite ancor piu quando, all'uscita, videro che  il  principe volle ad ogni costo farmi salire nella sua
costo farmi salire nella sua vettura, costringendo così  il  suo aiutante di campo a prender posto nella vettura
aiutante di campo a prender posto nella vettura seguente.  Il  giovane principe ebbe dalla popolazione di Pulquerrima
dall'immensa folla che si assiepava lungo le strade che  il  nostro corteo doveva percorrere per giungere al palazzo
anche senza ragione, e però per poco porlava in trionfo  il  giovane principe, entusiasmata anche dal fatto che il
il giovane principe, entusiasmata anche dal fatto che  il  Sovrano, dovendo mandare il suo regale figliuolo a far le
anche dal fatto che il Sovrano, dovendo mandare  il  suo regale figliuolo a far le sue prime armi galanti, aveva
le donne più belle, più ardenti e più facili all'amore.  Il  principe,che s'interessava poco di architettura, più che la
che Pulquerrima doveva essere una città divertentissima.  Il  prefetto del dipartimento s'affrettò, infatti, a ricordare
una, tutte le statue vive che acclamavano insieme, in lui,  il  nobile principe ed il bel giovanotto. Poichè ad Oxford solo
vive che acclamavano insieme, in lui, il nobile principe ed  il  bel giovanotto. Poichè ad Oxford solo le donne di Londra
di Londra l'avevano interessato, non c'era ragione che  il  principe cambiasse di gusti e di studii rientrando nel
rimanere, così come ero, in giacchetta, a dividere con lui  il  modesto menu d'un brodo concentrato, d'un paio d'ali di
di pollo e d'una bottiglia di Porto. Dopo pranzo prendemmo  il  caffè su una loggia coperta che guardava il mare. E il
prendemmo il caffè su una loggia coperta che guardava  il  mare. E il principe approfittò di quell'ora di pace per
il caffè su una loggia coperta che guardava il mare. E  il  principe approfittò di quell'ora di pace per mettermi al
quali, a Londra, non era più abituato, Rassicurai subito  il  principe. La sua situazione galante migliorava di molto
a far piacevole al giovane priricipe, divenuto poi re,  il  suo non breve soggiorno. — Vostra Altezza, — gli dissi — mi
costo preparassero le carte in modo che giuocando con loro  il  sovrano avesse sempre il maggior numero di punti e partita
in modo che giuocando con loro il sovrano avesse sempre  il  maggior numero di punti e partita vinta in mano. Parimenti
quelle pedine possano in alcun modo contrastarne  il  giuoco capriccioso. Nel giuoco degli scacchi, quando si
poco. E quando Vostra Altezza degnerà di manifestare  il  desiderio di mangiare una pedina, gli alfieri che
e indietro come le piacerà. Lo scacchiere è delizioso.  Il  giuoco è facile. La vittoria è indubbia. E, sin dal giorno
giorno dopo, senza lasciar passare neppure ventiquattr'ore,  il  principe infatti si mise maledettamente a giuocare. Non
alla mattina. Ogni giorno, nelle prime ore della mattinata,  il  principe ed io avevamo preso l'abitudine di fare tre o
villa di Pulquerrima, ove, nelle ore mattutine, conviene  il  fior fiore della società pulquerrimese. Ma durante quelle
a questo risultato, un eccellente sistema mnemonico:  il  nome di ogni signora era seguito da un numero ch'era quello
cinquanta di seguito, senza riprendere fiato e senza  il  più piccolo errore. Ripetevamo l'esercizio la sera e la
sùbito chi fosse. Se io la nominavo, immediatamente  il  principe, senza un attimo di perplessità, aggiungeva lo
e ufficiosi. Talchè in capo ad una diecina di giorni  il  principe teneva circolo di belle signore, con una
di tutta Pulquerrima. Mentre ritornavamo a casa a cavallo  il  principe mi raccontò il piccolo incidente: quando aveva
Mentre ritornavamo a casa a cavallo il principe mi raccontò  il  piccolo incidente: quando aveva potuto finalmente
raggiungere sua moglie in un viale appartato dove  il  principe l'aveva dolcemente trascinata, l'alfiere aveva
per guardarmi di traverso in quel modo?» mi disse  il  principe, meravigliato. Fermò la sua attenzione e si
e, dopo un silenzio, lo sentii aggiungere, ripetendo  il  cognome della pedina facile e dell'alfiere difficile:
Luciano, Leone, Lorendo e Leopodo. è quella che batte  il  record del sei, ora mi ricordo benissimo. Ma che ha dunque
benissimo. Ma che ha dunque da brontolare, lui? Ho forse  il  solo torto di chiamarmi Rolando per il marito di quella
lui? Ho forse il solo torto di chiamarmi Rolando per  il  marito di quella collezionista d'Elle?
aver mandato a Melania  il  vassoio della colazione, Rossella disse a Prissy di recarsi
non aveva appetito. L'apprensione nervosa per Melania e  il  terrore del cannone le toglievano l'appetito. Il suo cuore
Melania e il terrore del cannone le toglievano l'appetito.  Il  suo cuore si comportava in modo strano: per qualche minuto
poi a tonfi sordi e rapidi che le facevano quasi dolere  il  petto. Stentava a inghiottire la pesante farinata di
cosí ripugnante. Senza zucchero né crema, era amara come  il  fiele; la graminacea che doveva addolcirla ne migliorava
graminacea che doveva addolcirla ne migliorava assai poco  il  sapore. Respinse la tazza dopo il primo sorso. Se non vi
ne migliorava assai poco il sapore. Respinse la tazza dopo  il  primo sorso. Se non vi fosse stata altra ragione per odiare
Wade era un po' piú tranquillo e non protestava, secondo  il  suo solito, contro quella specie di pastone ripugnante.
di lei, con uno sbalordimento che sembrava riflettere tutto  il  malcelato sgomento di Rossella. Quando ebbero finito, ella
a giocare nel cortile posteriore e lo guardò attraverso  il  prato con vero sollievo. Si alzò e rimase irresoluta ai
senza che se ne sapesse nulla! E com'era strano anche  il  silenzio di quella estrema propaggine della città, in
fragore del cannoneggiamento! Come si sentiva sola! Tranne  il  signor Meade e i Merriwether, tutti avevano abbandonato
abbandonato quella zona! Rimpianse di non avere zio Pietro,  il  quale avrebbe potuto andare al Quartier Generale per sapere
dove si tratteneva Prissy? Si alzò e andò a mettersi sotto  il  porticato per vederle arrivare. Dopo un pezzo vide spuntare
tempo e cercava di fare ondeggiare le sue sottane, torcendo  il  collo per vederne l'effetto. - Come te la prendi comoda! -
la prendi comoda! - esclamò Rossella quando la negra aperse  il  cancello. - Che ha detto la signora Meade? Quando viene? -
bene tutto pregandola di venire qui. E stammi a sentire.  Il  bimbo di miss Melly sta per arrivare: ci può essere bisogno
- Sí, badrona. - Svelta, ti dico! Prissy accelerò  il  passo in modo quasi insensibile e Rossella rientrò in casa.
racconterebbe una frottola. Trovò Melania coricata di lato:  il  vassoio della colazione era intatto. - La signora Meade è
perché ora ti mando all'ospedale. Ti darò un biglietto per  il  dottor Meade; e se non c'è, lo darai al dottor Jones o a
vai al deposito e domanda ai macchinisti che hanno condotto  il  treno. Domanda se stanno combattendo a Jonesboro o nelle
Dio Signore, miss Rossella! - e un subitaneo terrore invase  il  volto nero di Prissy. - Yankees non essere a Tara, vero? -
improvvisamente a singhiozzare ad alta voce, aumentando  il  senso di ansia di Rossella. - Smettila! Miss Melania ti
- Smettila! Miss Melania ti sente. Vai presto a cambiarti  il  grembiale. Frettolosamente, Prissy corse nella parte
caddero sott'occhio le parole di Geraldo «... la mamma...  il  tifo... a nessun patto... venire a casa...» Singhiozzò
Ma Melania non chiese nulla. Era coricata sul dorso, e  il  suo viso era tranquillo; quella vista calmò per il momento
dorso, e il suo viso era tranquillo; quella vista calmò per  il  momento Rossella. Sedette e cercò di parlare di cose
Sedette e cercò di parlare di cose indifferenti; ma  il  pensiero di Tara e di una possibile disfatta per opera
in Atlanta, che bruciavano tutto, uccidevano tutti. E  il  tuonare lontano intanto persisteva, penetrando nelle sue
di polvere. Anche Melania taceva; ad intervalli, però,  il  suo viso si contorceva pel dolore. Dopo ogni trafittura
ma fu incapace di rimaner tranquilla. Che farebbe se né  il  dottore né Prissy tornavano in tempo? Andò alla finestra,
a sedere. Passò un'ora. E poi ne passò un'altra. Giunse  il  mezzogiorno; il sole era alto e scottante e non un soffio
un'ora. E poi ne passò un'altra. Giunse il mezzogiorno;  il  sole era alto e scottante e non un soffio agitava le foglie
da notte le si incollava al corpo. Rossella le asciugò  il  viso senza parlare; ma si sentiva invadere dal timore. Dio
parlare; ma si sentiva invadere dal timore. Dio mio, se  il  bimbo si presentasse prima dell'arrivo del dottore! Che
Ma dov'era Prissy? Perché non tornava? Perché non veniva  il  dottore? Andò di nuovo alla finestra e in quel momento le
Andò di nuovo alla finestra e in quel momento le sembrò che  il  rombo del cannone fosse cessato. Se si allontanava, poteva
alla finestra, aperse la bocca per un grido. Ma vedendo  il  panico scritto su quel volto nero e comprendendo che
gridare una cattiva notizia, Rossella posò rapidamente  il  dito sulle labbra e lasciò la finestra. - Vado a prendere
pensiero per preoccuparsi dell'urgenza immediata. - Dov'è  il  dottor Meade? Viene? - Non averlo visto, miss Rossella. -
tutti dire che si combatte a Jonesboro e... - Hai detto che  il  dottor Meade è al deposito? - Sí, badrona. - Stammi a
- Sí, badrona. - Stammi a sentire. Io vado a cercare  il  dottore e tu vai disopra, da miss Melania e farai tutto
con la spugna. E dille che io sono andata a chiamare  il  dottore. - Essere arrivato momento, miss Rossella? - Non lo
Vai su. Rossella prese sulla tavola dell'anticamera  il  suo largo cappello di paglia e se lo mise sulla testa. Si
Piccoli brividi irradiavano dal suo stomaco per tutto  il  corpo, benché si sentisse tutta sudata. Uscí in fretta
un vocío confuso. Dopo un poco cominciò ad ansimare, perché  il  busto era allacciato molto stretto, ma non rallentò il
il busto era allacciato molto stretto, ma non rallentò  il  passo. Il vocío diventava piú forte. Verso la casa dei
era allacciato molto stretto, ma non rallentò il passo.  Il  vocío diventava piú forte. Verso la casa dei Leyden, in
in prossimità dei Cinque Punti, vi era un gran movimento;  il  movimento di un formicaio distrutto. Si vedevano negri
a cavallo venivano dalle strade laterali e correvano verso  il  quartier generale. Dinanzi alla casa dei Bonnell vide il
il quartier generale. Dinanzi alla casa dei Bonnell vide  il  vecchio Amos che teneva le redini del cavallo e che la
venendo! Si fermò un attimo per riprender fiato e calmare  il  batticuore, appoggiandosi a un lampione per non svenire; in
cenno. - Fermate, per carità! Fermatevi! Egli trattenne  il  cavallo cosí improvvisamente che questi si drizzò sulle
che questi si drizzò sulle zampe posteriori.  Il  volto dell'ufficiale era segnato di stanchezza, ma egli si
era segnato di stanchezza, ma egli si tolse ugualmente  il  cappello grigio. - Signora? - Ditemi, è vero? Gli yankees
sicuro? - Sicuro. Inutili le menzogne pietose, signora.  Il  dispaccio era del generale Hardee e diceva: «Ho perduto la
perduto la battaglia e sono in piena ritirata». - Oh Dio!  Il  volto abbronzato dell'uomo non mostrò commozione. Egli
non mostrò commozione. Egli raccolse le redini e si rimise  il  cappello. - Un momento, signore, vi prego... Che dobbiamo
- E ci lascia in balia degli yankees? - Pare di sí. Spronò  il  cavallo e Rossella rimase in mezzo alla strada coi piedi
non poteva fuggire. C'era Melania a letto, che aspettava  il  bambino. Ma perché le donne partorivano? Se non ci fosse
portare Melania nei boschi. No, bisognava trovare  il  dottor Meade. Forse potrebbe affrettare il parto. Raccolse
trovare il dottor Meade. Forse potrebbe affrettare  il  parto. Raccolse le gonne e riprese la corsa ritmando il
il parto. Raccolse le gonne e riprese la corsa ritmando  il  passo sul ritornello: «Arrivano gli yankees! Arrivano gli
visti in un anno. A un tratto la folla si aperse per dare  il  passo a una carrozza nella quale era la fragile ed elegante
capelli grigi che le ciondolavano sul d'orso, ella frustava  il  cavallo come una furia. Sul sedile posteriore della
attorno a lei. Un sacco di piselli secchi si era aperto e  il  contenuto si andava disseminando lungo la strada. Rossella
lungo la strada. Rossella gridò per chiamarla, ma  il  vocío della folla coperse la sua voce e la carrozza
continuò la sua pazza corsa. Per un istante non comprese  il  significato di quel movimento; ma poi, ricordando che i
Punti, e si diresse con la maggior velocità possibile verso  il  deposito. Attraverso il groviglio dei carri e delle
la maggior velocità possibile verso il deposito. Attraverso  il  groviglio dei carri e delle ambulanze e una nuvola di
sollevavano dei corpi. Meno male; almeno troverebbe subito  il  dottor Meade. Quando svoltò l'angolo dell'Albergo Atlanta e
del deposito e delle rotaie, si fermò sbigottita. Sotto  il  sole spietato, a spalla a spalla, teste contro piedi,
di distinguere fra le figure di coloro che erano in piedi  il  dottor Meade. Ma si accorse che se non guardava dove
acqua! Per pietà, signora, acqua! In nome di Cristo, acqua!  Il  sudore le rigava il volto mentre strappava il suo abito da
acqua! In nome di Cristo, acqua! Il sudore le rigava  il  volto mentre strappava il suo abito da quelle mani
acqua! Il sudore le rigava il volto mentre strappava  il  suo abito da quelle mani convulse. Se avesse calpestato uno
gli occhi spalancati e le mani rattrappite sul petto dove  il  sangue coagulato era appiccicato alle uniformi lacere,
un gemito che voleva dire: «Acqua! Acqua!» Se non trovava  il  dottor Meade, comincerebbe a urlare anche lei, come una
a urlare anche lei, come una pazza. Guardò verso  il  gruppo degli uomini e gridò con tutta la sua voce: - Dottor
uomini e gridò con tutta la sua voce: - Dottor Meade! C'è  il  dottor Meade? Un uomo si staccò dal gruppo e guardò verso
Un uomo si staccò dal gruppo e guardò verso di lei. Era  il  dottore. Senza giacca e con le maniche rimboccate sino alle
l'estremità della sua barba grigia era insanguinata. Aveva  il  viso di un uomo ubriaco di stanchezza, di ira impotente e
testa per evitare quelle pieghe soffocanti. Che voleva dire  il  dottore? - Presto, figliuola! Venite qui. Ella raccolse
qui. Ella raccolse nuovamente le gonne e lo raggiunse  il  piú presto che poté attraverso le file di corpi. Gli mise
una mano sul braccio e sentí che tremava di stanchezza; ma  il  suo volto non aveva traccia di debolezza. - Dottore! -
Dottore! - esclamò. - Dovete venire. Melania sta per avere  il  bambino. Il dottore la guardò come se non capisse. Ella
esclamò. - Dovete venire. Melania sta per avere il bambino.  Il  dottore la guardò come se non capisse. Ella ripeté: -
la guardò come se non capisse. Ella ripeté: - Melania.  Il  bambino. Dovete venire. Le... Come fare a dire certe cose
Vi prego, dottore! - Un bambino! Santo Dio! - tuonò  il  dottore. E a un tratto il suo volto si contrasse di odio e
- Un bambino! Santo Dio! - tuonò il dottore. E a un tratto  il  suo volto si contrasse di odio e di rabbia verso un mondo
fosse moribondo, egli sarebbe rimasto al suo posto, dando  il  suo aiuto a centinaia di uomini anziché a uno solo. -
tremare; i suoi occhi si riempirono di lacrime di spavento.  Il  dottore non poteva venire. Melania morrebbe... e lei aveva
Melania morrebbe... e lei aveva desiderato che morisse.  Il  dottore non veniva. - In nome di Dio, dottore! Vi
non veniva. - In nome di Dio, dottore! Vi scongiuro!  Il  dottor Meade si morse le labbra; la sua mascella si
Meade si morse le labbra; la sua mascella si irrigidí,  il  suo volto ridiventò freddo. - Tenterò, figliuola. Non posso
resto, non ci vuol molto a raccogliere un bambino. Tagliate  il  cordone... Si voltò perché un sergente era venuto a
guardò Rossella con compassione. Ella si volse altrove:  il  dottore l'aveva dimenticata. Si fece nuovamente strada in
in mezzo ai feriti e tornò alla Via dell'Albero di Pesco.  Il  dottore non veniva. Doveva cavarsela da sola. Meno male che
da sola. Meno male che Prissy se ne intendeva... Le doleva  il  capo e sentiva che il corpetto dell'abito le si incollava
Prissy se ne intendeva... Le doleva il capo e sentiva che  il  corpetto dell'abito le si incollava alla pelle per il
che il corpetto dell'abito le si incollava alla pelle per  il  sudore. Le gambe sembrava che non volessero piú portarla, e
piú portarla, e la strada le parve interminabile. Ma  il  ritornello «arrivano gli yankees!» ricominciò ad
«arrivano gli yankees!» ricominciò ad ossessionarla.  Il  cuore riprese a batterle con furia e le gambe ritrovarono
Ritirata! Ritirata! La soldatesca la respinse contro  il  marciapiedi affollato, ed ella sentí un acre odore di
una massa di riccioli rossi e vide Bella Wading; udí  il  suo riso stridente e avvinazzato, mentre si aggrappava a un
si fermò: ansimava, aveva un tremendo mal di stomaco e  il  busto troppo stretto le segava la vita. Piombò sui gradini
la vita. Piombò sui gradini della chiesa e si nascose  il  capo fra le mani, cercando di respirare profondamente. Non
a giocare. E non ti muovere. - Wade ha fame... - piagnucolò  il  bimbo ficcandosi in bocca il dito ferito. - Non me
- Wade ha fame... - piagnucolò il bimbo ficcandosi in bocca  il  dito ferito. - Non me n'importa. Vai nel cortile e...
i nastri del cappello e lo gettò sulla tavola, passandosi  il  braccio sulla fronte madida di sudore. Prissy scese i
Non viene. - Dio, miss Rossella! Miss Melania star male. -  Il  dottore non può venire. Siamo sole. Bisogna che tu prenda
dottore non può venire. Siamo sole. Bisogna che tu prenda  il  bambino; io ti aiuterò. Prissy spalancò la bocca agitando
presente quando partorivano. Rossella si sentí mancare  il  respiro in un brivido di orrore, prima di essere invasa
liberarsi dalla stretta di Rossella. Mentre quella gridava,  il  gemito al secondo piano cessò e la voce di Melania, debole
- Sei tu, Rossella? Vieni, ti prego! Rossella lasciò  il  braccio di Prissy, la quale cadde a terra piagnucolando, e
piagnucolando, e per un attimo rimase immobile, ascoltando  il  gemito che era ricominciato. Ebbe l'impressione di sentirsi
cosa, parlò rapidamente e con autorità a Prissy. - Accendi  il  fuoco e metti a bollire dell'acqua nella caldaia. E porta
a Melania che solo lei e Prissy avrebbero dovuto aiutare  il  bimbo a venire al mondo.
Giuseppina, bella ed infelice donzella, aveva le forma e  il  cuore degli angeli..... Essa non è più! Mal ferma sino a
presero uno sviluppo inaspettato, al pallore succedette  il  vermiglio, che sembrava maggiore di quello fosse in
tratto la serenità imperturbata della puerizia: non più  il  riconfortatore balsamo del sonno. Mi sentii un vuoto
a quello che aveva provato io stessa. Sopravveniva poscia  il  disinganno; quello sguardo era stato lanciato dal caso,
parola era stata pronunziata per mera gentilezza, senza che  il  cuore vi avesse avuto parte alcuna. Rigorosa d'altronde era
le aspirazioni del cuore a quattordici anni? «.....Ben sa  il  ver chi l'impara, Com'ho fatt'io con mio grave dolore!»
sguardi d'ammirazione. Fissarlo, arrossire, balzarmi  il  seno, fu un tempo solo. Più volte nello stesso giorno egli
passò e ripassò. La soave languidezza delle sue pupille,  il  suo incedere pacato, la sua statura alta anzi che no, la
rispose conoscerlo appieno. Chiamavasi Carlo ***, ed era  il  primogenito di una famiglia, non molto ricca, ma
di forme ideali. Le ore della notte mi sembrarono eterne,  il  giorno seguente lunghissimo, il lavoro noioso, le lezioni
notte mi sembrarono eterne, il giorno seguente lunghissimo,  il  lavoro noioso, le lezioni fastidiose; desiderava con
con ansietà veder giunger l'ora nella quale mi sarebbe dato  il  permesso d'uscir sul verone favorito, per rivedere
L'ora finalmente arrivò. Corsi al balcone; indicibile fu  il  mio contento nel vederlo fermato sotto lo stesso tetto.
Quasi di rimpetto alla nostra abitazione eravi un palazzo,  il  cui primo piano trovavasi disabitato da lungo tempo. Una
dunque la sua famiglia, per venire più vicino a me.....! -  Il  mio volto apparve da' cristalli: Carlo mi scoprì, mi
salutò. Fuggii per timore che mia madre sopravvenisse, ma  il  contento manifestavasi in tutte le mie azioni, appariva
mie azioni, appariva nell'atmosfera stessa ch'io respirava.  Il  dopopranzo, secondo l'usato, mi posi al balcone: Carlo pure
domandò s'io l'amava; fissandolo, sorridendo ed abbassando  il  capo, io gli risposi di sì. La sera dello stesso giorno,
che discorrevano a me d'accanto, intesi pronunziare  il  nome a me caro. Tesi l'orecchio, ed ascoltai. Dicevan essi
non mi venne fatto raccogliere altro del loro discorso.  Il  mio affetto aumentò col vederlo più spesso, perchè,
di contemplarlo, piena della lusinga deliziosa che  il  cielo non l'avesse creato per altra donna che per me,
nè potei frenar le lacrime; mi accostai alle umide ciglia  il  fazzoletto, e gli rivolsi uno sguardo interrogativo, pieno
ma la coscienza, che lo mordeva, gliene rivelò tosto  il  motivo. "Ritiratevi, signorina!" riprese a dire la
la malaugurata finestra e mi ritirai. Sentiva spezzarmisi  il  cuore: la cameriera mi prodigò de' soccorsi. Diedi alfine
della donna che mi supplanta! - Scorsero non poche ore fra  il  pianto e le smanie. Alfina cercai di calmarmi, per non
delle péste ed arrossite palpebre, volle conoscere  il  motivo che mi contristava a tal punto. "Un forte mal di
tal punto. "Un forte mal di capo," le dissi. E non mentiva.  Il  dolore sofferto era di tal natura da farmi ammalare.
sperare che la notizia della mia infermità avrebbe ritenuto  il  barbaro dal consumare il tradimento. La risposta che ne
mia infermità avrebbe ritenuto il barbaro dal consumare  il  tradimento. La risposta che ne ricevetti si fu, com'egli
alla celebrazione degli sponsali. Quest'ultimo colpo pose  il  colmo alla mia disperazione. Piansi l'intera notte, come
la scienza di Platone e d'Aristotile, non conoscerebbe  il  mondo che per metà! La mattina seguente il mio spirito era
non conoscerebbe il mondo che per metà! La mattina seguente  il  mio spirito era rasserenato. Sulla tomba della mia passione
propria mano la funerea lapide, e vi scolpii oblio! Imitino  il  mio esempio le giovanette, cui la sana educazione non fa
Giunsi alla convalescenza. Una sera, a notte avanzata, udii  il  rumore di molte carrozze, che fermavansi a non grande
e mi tacqui. - Era già rassegnata. Parecchi mesi dopo  il  fatto sopranarrato, la città trovavasi in movimento. Reggio
Palermo. Mio padre fu avvertito allo spuntar del giorno che  il  vapore era alle viste. Vestitosi in fretta, recossi al
un abito di velo cerise col sott'abito dello stesso colore:  il  seno, decentemente scoverto, era guernito d'una collana
da circa mezz'ora nella sala del ballo, quando giunse  il  re. Mio padre, facente parte della comitiva, ci presentò a
sono le vostre figlie, maresciallo?" domandò a mio padre  il  marito della virtuosa Cristina. "Maestà sì." "Me ne
sì." "Me ne rallegro con voi: ballano a maraviglia." Finito  il  valtzer, fu pregato di scegliersi una compagna. Lo vidi
col gesto mia sorella Giuseppina, destinata a fargli  il  vis-à-vis. Se Ferdinando II avesse saputo condurre il suo
il vis-à-vis. Se Ferdinando II avesse saputo condurre  il  suo governo e trattare il popolo a lui soggetto
II avesse saputo condurre il suo governo e trattare  il  popolo a lui soggetto coll'amabilità cavalleresca che
chi sa per quanto tempo ancora avrebbe l'Italia aspettato  il  compimento de' suoi voti! Dopo il ballo se ne partì. La
l'Italia aspettato il compimento de' suoi voti! Dopo  il  ballo se ne partì. La politica era allora per me, come per
e Francesco suo figlio, e tutti coloro che portano  il  nome Borbonico! Null'altro di singolare ricordo sino al
mattina, mi recai nella stanza di mio padre per dargli  il  buongiorno; gli presi riverente la mano per baciarla: egli,
gli presi riverente la mano per baciarla: egli, sollevatomi  il  capo, mi domando sgomentato se mi sentiva male. "Non ho
"Mirati nello specchio!" M'accostai al cristallo, e vidi  il  mio volto coperto di macchie d'un rosso accesissimo. Ei mi
a sè, ed avvertì mia madre che facesse chiamare tosto  il  medico. Ma qual fu la nostra sorpresa nel vedere
entrambe la tosse convulsa; e ci credettero avvelenate.  Il  medico non giungeva; frattanto il nostro stato diveniva da
ci credettero avvelenate. Il medico non giungeva; frattanto  il  nostro stato diveniva da momento in momento più critico. Il
il nostro stato diveniva da momento in momento più critico.  Il  rosso del volto spandevasi per tutto il corpo: una
più critico. Il rosso del volto spandevasi per tutto  il  corpo: una gagliarda palpitazione ci sopraggiunse, e la
ci sopraggiunse, e la vista ne restò oscurata. Non arrivò  il  professore che dopo un'ora di angustia, e con succo di
di limone e molta neve arrestò i progressi del veleno. Era  il  mese d'ottobre. Dopo la tempesta sofferta per l'inganno di
Dopo la tempesta sofferta per l'inganno di Carlo,  il  mio cuore godeva d'una calma perfetta. Io vedeva colla
mio padre ricevette la visita d'un nuovo impiegato civile,  il  quale menava seco un figlio che sembrava aver compito il
il quale menava seco un figlio che sembrava aver compito  il  quarto lustro appena. Io mi trovava nel salotto col resto
appena. Io mi trovava nel salotto col resto della famiglia.  Il  giovine, che avea nome Domenico, fermò lo sguardo su di me,
fermò lo sguardo su di me, senza staccarlo per tutto  il  tempo che durò la visita. Benchè non potesse dirsi bello di
luogo, m'attirava ineluttabilmente a sè, mi magnetizzava.  Il  giorno appresso lo rividi al passeggio: lo rividi la sera
folla con penetrazione maravigliosa, ed alla sua vista  il  seno mi balzava con violenza. Egli, da parte sua, sollecito
sì persuasivi suggerimenti. Riscaldato dall'immaginazione,  il  mio cuore infiammossi di bel nuovo, mentre la ragione,
volse  il  cavallo a ovest dell'Albero di Pesco, e il carro
volse il cavallo a ovest dell'Albero di Pesco, e  il  carro traballante sobbalzò cosí violentemente sulla strada
strada stretta sembrava una oscura galleria, ma attraverso  il  denso fogliame rosseggiava l'orrendo bagliore del cielo, e
di suoni dal centro della città; erano urla ed era  il  cupo rombo dei pesanti carri dell'esercito e il calpestío
urla ed era il cupo rombo dei pesanti carri dell'esercito e  il  calpestío degli innumerevoli piedi che marciavano. Quando
piedi che marciavano. Quando Rhett fece voltare  il  cavallo in una strada laterale un'altra esplosione
razzo mostruoso fatto di vampe e di fumo si proiettò verso  il  cielo a occidente. - Deve essere l'ultimo treno di
hanno portate via stamattina, quegli sciocchi! C'era tutto  il  tempo. Beh, peggio per loro. Credevo che girando attorno al
che girando attorno al centro della città, avremmo evitato  il  fuoco e la folla ubriaca, raggiungendo senza pericolo la
in quei paraggi. - Dobbiamo... dobbiamo attraversare  il  fuoco? Chiese Rossella balbettando. - Se facciamo presto,
L'animale prese un trotto pesante, ansimando e stentando; e  il  carro balzò in avanti con una scossa che li gettò uno
balzò in avanti con una scossa che li gettò uno sull'altro.  Il  bimbo emise un vagito, e Prissy e Wade gridarono; solo da
Rossella batteva i denti; aveva freddo e tremava benché  il  calore delle fiamme fosse quasi contro il loro volto.
e tremava benché il calore delle fiamme fosse quasi contro  il  loro volto. Questo era l'inferno, ed essa vi si trovava; se
nuovamente verso la strada buja da cui erano venuti, verso  il  rifugio della casa di Pittypat. Si strinse di piú a Rhett,
della casa di Pittypat. Si strinse di piú a Rhett, afferrò  il  suo braccio con dita tremanti, e lo guardò cercando una
la rassicurasse. Nel bagliore vermiglio che li avvolgeva,  il  suo profilo bruno si disegnava come un'antica medaglia;
in faccia, ella avrebbe avuto troppa paura per far scattare  il  grilletto. - Davvero? E dove l'avete presa? - È quella di
né a sinistra, cosí silenziosi che se non fosse stato per  il  calpestío, si sarebbe potuto credere che fossero fantasmi.
sentí di odiarlo, con una forza che in quel momento superò  il  suo sgomento e lo fece apparire meschino e insignificante.
delle ultime file, una figura piccola che trascinava  il  fucile nella polvere, barcollò, si fermò, guardò gli altri
istupidito di un sonnambulo. Era piccolo come Rossella;  il  suo fucile era quasi piú grande di lui e il viso sudicio
come Rossella; il suo fucile era quasi piú grande di lui e  il  viso sudicio era imberbe. «Al massimo sedici anni» pensò
polvere. Un altro, un uomo alto e barbuto, si chinò; porse  il  proprio fucile e quello del ragazzo a un compagno, poi
fucile e quello del ragazzo a un compagno, poi sollevò  il  corpo sottile e se lo pose sulle spalle, ricominciando a
sulle spalle, ricominciando a camminare, appena curvo sotto  il  peso, mentre il ragazzo, infuriato come un bimbo preso in
a camminare, appena curvo sotto il peso, mentre  il  ragazzo, infuriato come un bimbo preso in giro, gridava
riparati. Quindi larghi drappi sanguigni rischiararono  il  cielo; il fumo li investí e Wade e Prissy cominciarono a
Quindi larghi drappi sanguigni rischiararono il cielo;  il  fumo li investí e Wade e Prissy cominciarono a tossire. -
Rhett non rispose ma percosse crudelmente col ramo d'albero  il  dorso del cavallo che fece un balzo in avanti. Con tutta la
della ferrovia, Rhett adoperava la frusta automaticamente.  Il  suo volto era irrigidito e sembrava assente, quasi egli
dove si trovava. Aveva le braccia strette al corpo e  il  mento proteso in avanti, come se fosse immerso in pensieri
in avanti, come se fosse immerso in pensieri spiacevoli.  Il  calore gli faceva gocciolare la fronte e le guance, ma egli
completamente l'orientamento, mentre sentiva diminuire  il  ruggito delle fiamme. Rhett continuava a tacere. Soltanto
delle fiamme. Rhett continuava a tacere. Soltanto frustava  il  cavallo con regolarità. Il riflesso sanguigno nel cielo
a tacere. Soltanto frustava il cavallo con regolarità.  Il  riflesso sanguigno nel cielo andava sfumando, e la strada
taceva. - Rhett - mormorò a un certo momento afferrandogli  il  braccio. - Che cosa avremmo fatto senza di voi? Come sono
Come sono contenta che non siate nell'esercito! Egli volse  il  capo e le diede un'occhiata che la fece indietreggiare
diede un'occhiata che la fece indietreggiare abbandonando  il  suo braccio. Non vi era sarcasmo, ora, nei suoi occhi; ma
e anche di stupore. Torse le labbra volgendo nuovamente  il  capo. Per un pezzo proseguirono in un silenzio interrotto
bimbo e da qualche gemito di Prissy. Finalmente Rhett voltò  il  cavallo ad angolo retto e dopo un poco si trovarono su una
giornata? - Oh, sí, sí! Vi prego, Rhett, sbrighiamoci.  Il  cavallo non è stanco. - Un momento. Non potete andare a
seguendo la linea ferroviaria. Si è combattuto qui tutto  il  giorno. Conoscete altre strade, carrozzabili o sentieri,
una strada carrozzabile che lascia Jonesboro di fianco e fa  il  giro di diverse miglia. Papà ed io la percorrevamo a
un miglio da Tara. - Bene! Allora può darsi che riusciate.  Il  generale Steve Lee è stato da quella parte durante il
Il generale Steve Lee è stato da quella parte durante  il  pomeriggio di oggi per coprire la ritirata. Forse gli
Quindi potete arrivate se gli uomini di Lee non vi prendono  il  cavallo. - lo... posso arrivare? - Sí, voi. - La sua voce
qui. Ella si guardò attorno con uno sguardo folle; guardò  il  cielo livido, gli alberi neri che sembravano le pareti di
E sono dolente che voi non accettiate con spirito migliore  il  mio sacrificio. Dov'è il vostro patriottismo, il vostro
accettiate con spirito migliore il mio sacrificio. Dov'è  il  vostro patriottismo, il vostro amore per la Nostra Causa
migliore il mio sacrificio. Dov'è il vostro patriottismo,  il  vostro amore per la Nostra Causa Gloriosa? Ora sarebbe il
il vostro amore per la Nostra Causa Gloriosa? Ora sarebbe  il  momento di dirmi che debbo tornare vittorioso o morto. Ma
imbecille negra e un bimbo atterrito; non poteva lasciarle  il  compito di portarli attraverso miglia e miglia di campi di
in preda a mille pericoli. - Scherzate, Rhett! Gli afferrò  il  braccio e lagrime di terrore le sgorgarono dagli occhi.
del Sud hanno bisogno di ogni uomo. Non lo ha detto anche  il  nostro bravo governatore Brown? Ma non importa. Vado alla
Rossella, malgrado quel che vi ho detto quella sera sotto  il  porticato, un mese fa. La sua voce era carezzevole e le sue
e profondamente egoisti. A nessuno di noi due importa che  il  mondo vada in rovina, purché noi ci salviamo. Ella udiva le
noi ci salviamo. Ella udiva le parole, ma non ne capiva  il  senso. Cercava di rendersi conto della tremenda verità:
verità: egli la lasciava sola, ad affrontare gli yankees.  Il  suo cervello le diceva: «Mi lascia, mi lascia.» Ma non
saldi, e i bottoni della sua giacca che le premevano contro  il  petto. Un senso di calore, di stupore, e di sgomento la
e di freddo e l'avevano fatta tremare cosí. Le riversò  il  corpo all'indietro e le sue labbra le accarezzavano la
e le sue labbra le accarezzavano la gola, fin dove  il  cammeo le chiudeva la scollatura. - Tesoro - mormorò egli -
- Tesoro - mormorò egli - tesoro... Ella scorgeva vagamente  il  carro nell'oscurità. A un tratto udí la vocetta acuta di
un attimo rimasero a fissarsi nell'oscurità. Rossella udiva  il  suo respiro pesante; ed ella pure ansimava come se avesse
di cannone vi colpisca, che vi faccia a pezzi. Che... -  Il  resto non importa. Accetto la vostra idea. Ma quando sarò
Lo udí ridere, mentre, voltava le spalle, si avviava verso  il  carro. Lo vide fermarsi e lo udí parlare con la voce
ma ella non parlò. L'odio l'aveva ammutolita. Udí  il  suo passo sui ciottoli della strada e per un attimo vide le
buio. E dopo un momento, era scomparso. Udí allontanarsi  il  rumore dei passi, fino a cessare completamente. Allora
fino a cessare completamente. Allora tornò lentamente verso  il  carretto, con le ginocchia che le tremavano. Perché se
a un mondo impazzito? Perché era andato, Rhett che amava  il  piacere, le donne, i liquori, il buon vino e i letti
andato, Rhett che amava il piacere, le donne, i liquori,  il  buon vino e i letti comodi, i bei vestiti e le belle
avrebbe voluto lanciargli, ma era troppo tardi. Appoggiò  il  capo sul collo curvo del cavallo e pianse.
 Il  lungo cammino da Atlanta a Tara era finito; terminata
Rossella potrebbe dormire tranquilla come una bimba, sotto  il  tetto di suo padre, protetta dall'amore di sua madre che la
Pitty e i Burr, a Macon, potrebbero raccogliere Melania e  il  suo bambino. Se le ragazze guarivano, la famiglia di Elena
parenti povere. Una O'Hara che viveva di carità! No, mai!  Il  suo cervello lavorava a fatica. Tese le mani come se si
non le desse noia! Bevve lentamente, ma questa volta  il  liquido non la bruciò; le diede solo un senso di calore.
Mammy, un fagotto senza forma accovacciato presso  il  letto; Dilcey, un'immobile statua di bronzo con quel cosino
statua di bronzo con quel cosino rosso addormentato contro  il  suo seno oscuro... tutto un sogno da cui si sveglierebbe
che frigge in cucina, udendo la risata gutturale dei negri,  il  cigolio dei carri che vengono dai campi e la dolce mano di
nel suo letto, con Mammy e Dilcey che la svestivano.  Il  busto non la torturava piú, ed ella poteva ora respirare
e di whisky. Sapeva soltanto di aver lasciato chi sa dove  il  suo corpo stanco e di galleggiare in un luogo ove non era
in un luogo ove non era sofferenza né stanchezza; e  il  suo cervello vedeva le cose con una chiarezza non umana.
Gli O'Hara non accettavano l'elemosina. Ella porterebbe  il  proprio fardello, poiché le sue spalle erano ora abbastanza
sorreggerlo; poteva sopportare tutto, avendo già sopportato  il  peggio. Non poteva abbandonare Tara; apparteneva a quella
modo di far vivere suo padre, le sue sorelle, Melania e  il  bimbo di Ashley e i negri. Domani... oh, domani! Domani
Ashley e i negri. Domani... oh, domani! Domani metterebbe  il  collo sotto il giogo. Vi erano tante cose da fare. Andare
Domani... oh, domani! Domani metterebbe il collo sotto  il  giogo. Vi erano tante cose da fare. Andare alle Dodici
domani... La parola si agitava nel suo cervello come  il  battito di un orologio, sempre piú lentamente; ma la
Tara; Elena aveva superato qualche misterioso dolore;  il  nonno Robillard, sopravvivendo alla caduta di Napoleone,
della sua famiglia sulla fertile costa della Georgia;  il  bisnonno Prudhomme si era fatto un piccolo regno nella
lo aveva perduto, e poi aveva vissuto abbastanza per vedere  il  suo nome onorato a Savannah. Vi erano le Rosselle che
di rivolte di schiavi, guerre, proscrizioni, confische.  Il  fato maligno aveva spezzato la loro vita, a volte, ma non i
Non avevano ceduto; avevano lottato. Tutta quella gente  il  cui sangue scorreva nelle sue vene sembrava muoversi
era sorpresa di vederli, quegli antenati che avevano avuto  il  peggio che il destino può assegnare e lo avevano
di vederli, quegli antenati che avevano avuto il peggio che  il  destino può assegnare e lo avevano trasformato nel meglio.
può assegnare e lo avevano trasformato nel meglio. Tara era  il  suo destino, la sua lotta, ed essa doveva vincere. Si voltò
vincere. Si voltò pigramente su un fianco; a poco a poco  il  suo spirito naufragava nell'oscurità. Erano davvero
un cavallino precisamente eguale a quello di Jenny Bilson,  il  cavallo che potè avere la Marietta, a forza di carezze e
A forza di cercare, viaggiando per i propri affari,  il  signor de' Rivani scoperse, però, in una fattoria della
e raspava nervosamente con le zampe sottili, sbruffando.  Il  giorno che il Moro - era questo il nome del piccolo cavallo
con le zampe sottili, sbruffando. Il giorno che  il  Moro - era questo il nome del piccolo cavallo - fu condotto
sottili, sbruffando. Il giorno che il Moro - era questo  il  nome del piccolo cavallo - fu condotto nella scuderia di
non se lo sarebbe meritato: lo capiva ella stessa. Ma  il  suo babbo era tanto indulgente! Troppo, anzi; ed era
modo avvezzava la figliuola con tutti i difetti. Dunque,  il  Moro fu situato in mezzo alle due pariglie di cavalli da
fare una mangiatoia bassa bassa, dove giungesse a mettere  il  musetto. Gli altri quattro cavalli, alti, in paragone a
palle di zucchero su la palma della mano ben tesa.  Il  Moro accettò ogni cosa, dimostrando d'essere assai ghiotto
con un certo garbo che significava la sua soddisfazione. Se  il  signor de' Rivani non avesse detto: - Ora basta: non più
che la Marietta avrebbe fatto ammalare d'indigestione anche  il  Moro, come s'era ammalata lei, la sera del Natale. - Babbo,
batteva le mani; e subito, ecco la sarta in moto per farle  il  vestitino adattato a cavalcare: di panno turchino cupo, con
dolcemente su' fianchi del Moro, che nitriva, secondo  il  solito, scrollando il capo e agitando la criniera. La
del Moro, che nitriva, secondo il solito, scrollando  il  capo e agitando la criniera. La Marietta faceva le lezioni
non andava più a spasso volentieri con la mamma; anche  il  teatro, che prima era per lei un premio per quando era
per quando era stata buona, non le interessava più affatto.  Il  Moro, il montare a cavallo era tutto il suo gusto. Quanto
era stata buona, non le interessava più affatto. Il Moro,  il  montare a cavallo era tutto il suo gusto. Quanto alla
più affatto. Il Moro, il montare a cavallo era tutto  il  suo gusto. Quanto alla Giulia, povera bambola, che
giornate intere sur una sedia, buttata là, senza riguardo.  Il  sole, ch'entrava pallido pallido, a fare il suo giro
senza riguardo. Il sole, ch'entrava pallido pallido, a fare  il  suo giro obliquo - il giro invernale - per la stanza, si
ch'entrava pallido pallido, a fare il suo giro obliquo -  il  giro invernale - per la stanza, si fermava un momento,
si commetterebbero, certo, meno leggerezze e meno crudeltà.  Il  Moro era il rivale temuto e odiato dalla Giulia. Ella aveva
certo, meno leggerezze e meno crudeltà. Il Moro era  il  rivale temuto e odiato dalla Giulia. Ella aveva inteso
tutte le virtù del cavallino: sapeva di quale colore aveva  il  manto e quanto era acuta la sua intelligenza; sapeva
però, dentro di sè, qualcosa che le andava consumando  il  cuore, l'anima, chi sa? e la sensazione era delle più
cause e i grandi effetti è, nella roulette del destino,  il  fortunato en plein del colpo felice. L'ingenua malinconia
felice. L'ingenua malinconia degli antichi raffigurava  il  destino sotto forme tragiche e misteriose, avvolgendolo
a supremo tribunale delle colpe e degli errori umani.  Il  giocondo scetticismo dei moderni veste il mistero delle
errori umani. Il giocondo scetticismo dei moderni veste  il  mistero delle combinazioni di più chiari e freschi colori e
e freschi colori e fa del destino un indifferente croupier  il  quale paga od incassa secondo il capriccio d'una pallina
un indifferente croupier il quale paga od incassa secondo  il  capriccio d'una pallina governata da due sole leggi
Agli oracoli ambigui che una volta profetizzavano  il  destino degli uomini noi abbiamo oggi sostituito il calcolo
il destino degli uomini noi abbiamo oggi sostituito  il  calcolo delle probabilità, la regola matematica delle
e un tale culto universale delle incompetenze che un uomo  il  quale abbia bisogno di collocarsi pone ugualmente la sua
Dei, che non avevano intenzione d'andarsene, ritornarono:  il  poeta aveva, nella fretta, scambiato per una partenza
da noi concesso d'assistere, nessuna dove avere divertito  il  loro spirito, indulgente e beffardo insieme, più di quella
una di quelle complicazioni di situazione che sono  il  segreto dei commediografi veramente esperti nell'arte dei
annunziarono al popolo di Fantasia che Sua Eccellenza  il  duca don Alvaro di Frondosa, ministro plenipotenziario a
i membri più autorevoli delle leghe propagandiste per  il  raggiungimento e il mantenimento della pace universale,
delle leghe propagandiste per il raggiungimento e  il  mantenimento della pace universale, letta quella notizia,
La sensibilità diplomatica è come un sismografo intuitivo,  il  quale registrerebbe una scossa di terremoto sei mesi prima
La guerra solamente. Ci fu, come si vedrà, ben altro. Ma  il  mio sismografo, giunse fin lì, poichè v'è un imprevedibile
un imprevisto anche per i previdenti, e anche per i profeti  il  futuro ha le sue pagine chiuse. Di natura modesto e sempre
natura modesto e sempre pronto a riconoscere col mio anche  il  merito degli altri, devo convenire che non fui in realtà io
a prevedere la guerra. Anche i ministri militari, e perfino  il  ministro degli Esteri, previdero che la politica estera di
di Fantasia era sul punto di guastarsi dal momento che  il  duca di Frondosa, uomo logico e uomo di carattere, ci
le mani. Con la sua logica e col suo carattere  il  duca di Frondosa si trovava a dover proprio dirigere i
di averne troppi non ne avevano più nessuno. Non aveva,  il  duca, raggiunto da un mese la sua residenza e presentato al
al Sovrano di Silistria le sue credenziali che già  il  castello di carte dell'amicizia politica fra i due stati
a traballare su le sue esili fondamenta. Sei mesi dopo  il  castello intero era a terra. Aveva creduto, il duca di
mesi dopo il castello intero era a terra. Aveva creduto,  il  duca di Frondosa, che amicizia politica volesse e dovesse
reciproco di procedimenti amichevoli; aveva creduto che  il  riconoscimento del dovere e la rivendicazione del diritto
dovere e la rivendicazione del diritto non dovessero essere  il  primo tutto da una parte e la seconda tutta dall'altra;
aveva creduto che non fosse quello di lasciarsi intimidire  il  miglior sistema per non essere intimiditi; aveva creduto;
sua missione fosse quella di fare ad ogni costo rispettare  il  suo paese e non quella di rispettare ad ogni prezzo il
il suo paese e non quella di rispettare ad ogni prezzo  il  paese altrui: credeva, il duca di Frondosa, tutte queste
di rispettare ad ogni prezzo il paese altrui: credeva,  il  duca di Frondosa, tutte queste sciocchezze e molte altre
molte altre ancora. E poichè quando credeva a qualche cosa  il  duca aveva la perniciosa abitudine di crederci veramente,
erano quelli i tempi sanguinari e medioevali quando ancora  il  mite spirito degli uomini non aveva cristianamente parlato
Ora i tempi sono mutati e lo spirito di contraddizione,  il  quale a il solo in cui tutti gli uomini si trovan
sono mutati e lo spirito di contraddizione, il quale a  il  solo in cui tutti gli uomini si trovan d'accordo, non può
a rimanersene disteso d'un tappeto mal cucito in cui  il  piede regale era andato malauguratamente ad inciampare. Ho
malauguratamente ad inciampare. Ho già detto anche come  il  popolo di Fantasia si avviasse alla suprema prova della
della guerra con spensierata festevolezza. Ora riprendo  il  racconto, per chiuderlo, là dove l'avevo incominciato, da
incominciato, da quel primo capitolo, cioè, in cui aleggia  il  ricordo offenbachiano della Belle Héléne e al quale faranno
e me all'indomani della proclamazione di guerra, quando  il  giovane Sovrano, disteso sopra un canapè, con una mano
mondo : «Gliel'avevo detto io, d'Apre? Siamo alla guerra».  Il  ricordo omerico seguì quell'esclamazione. «E vede? Per una
con un mite sorriso: «E come nella Belle Hélène». Ma,  il  ricordo offenbachiano non parve irriverente a Sua Maestà
II, se metteva su le sue spalle abituate a pesi più leggeri  il  grave pondo d'una responsabilità di quelle in cui la
una conseguenza immediata che, nella sua letizia, aveva  il  potere di dissipare tutte le più gravi preoccupazioni del
tutte le più gravi preoccupazioni del monarca come  il  sole ritornando nel chiaro mattino apre con mani d'oro
la guerra aveva infatti costretto immediatamente  il  duca e la duchessa di Frondosa a fare ritorno in patria e a
di Frondosa a fare ritorno in patria e a rioccupare  il  loro palazzo nel più aristocratico quartiere di Effemeris;
eliminava la situazione imbarazzante di dover richiamare  il  duca e la duchessa a riprendere a Corte le loro funzioni di
una sua amabile condiscendenza avrebbe radicalmente mutato  il  corso della storia del regno di Fantasia, ella prodigava la
ospedali e dai comitati, lo applaudiva, quando, compiuto  il  suo dovere, incontrando la duchessa Isabella, risaliva
noi dovevan servire a salvare apparentemente le apparenze.  Il  primo incontro fra la duchessa di Frondosa reduce da
angolo della sala, ed io avevo già scoperto in quel gruppo  il  visino arguto della duchessa Isabella che da lontano,
Isabella che da lontano, quietamente, mi sorrideva.  Il  Re ascoltava le spiegazioni dei medici come in quel periodo
ha, se posso osare di segnalare questo piccolo difetto, ha  il  difetto di non guardarvi mai in faccia quando vi parla.
poichè aveva ancora l'ingenuità giovanile di colorirsi  il  viso con le sue emozioni. Al primo momento ebbe una breve
proprio lei». Si vide allora Rolando II interrompere a metà  il  racconto d'una meravigliosa operazione, aprirsi la strada
redingotes, di camici bianchi e d'uniformi e muovere verso  il  gruppo delle dame che sùbito s'apri a scoprire la duchessa
chiedeva a me di reggere e dirigere la conversazione:  il  che non era evidentemente protocollare, ma il protocollo
il che non era evidentemente protocollare, ma  il  protocollo non prevede il caso in cui un re debba trovarsi
evidentemente protocollare, ma il protocollo non prevede  il  caso in cui un re debba trovarsi a riconversare per la
signorilità del gentiluomo sentì ch'era assolutamente  il  caso d'andare avanti, d'avvicinarsi alla duchessa,
nuovo alle altre dame e, tornato fra i medici, lasciò che  il  suo interlocutore, riprendesse il suo racconto senza neppur
fra i medici, lasciò che il suo interlocutore, riprendesse  il  suo racconto senza neppur pensare, tanto era turbato, a
interrotto. Solo osservai che alla ripresa non prestava,  il  Re, solo l'attenzione degli orecchi ma anche quella degli
del duca di Frondosa non sentiva, povero re, niente affatto  il  bisogno. Aveva, però, il bisogno di sfogarsi e di
sentiva, povero re, niente affatto il bisogno. Aveva, però,  il  bisogno di sfogarsi e di manifestare il suo malumore.
Aveva, però, il bisogno di sfogarsi e di manifestare  il  suo malumore. Difatti, non appena usciti dall'ospedale e
mutamento è sinonimo di miglioramento. E mentre, inchinando  il  capo a destra e a sinistra, rispondeva agli applausi del
con la moglie del duca e di dover evitare quelli con  il  marito della duchessa, pensò quella benedetta abitudine di
tutti i bravi ragazzi che andavano soldati alla frontiera,  il  duca don Alvaro non vide per quale ragione questi
d'usseri di Fantasia. E poichè tra tante stravaganze  il  duca aveva anche quella di non lasciare tra il dire e il
stravaganze il duca aveva anche quella di non lasciare tra  il  dire e il fare nessun mare di mezzo, in mese dopo la
il duca aveva anche quella di non lasciare tra il dire e  il  fare nessun mare di mezzo, in mese dopo la dichiarazione di
tutt'un tenebroso dramma d'amore e di vendetta. Saputo che  il  duca di Frondosa aveva chiesto l'onore di servire
di servire nell'esercito di Fantasia, chiamato a palazzo  il  ministro della Guerra, Sua Maestà lo pregò di non
Guerra, Sua Maestà lo pregò di non ostacolare in alcun modo  il  desiderio nobilmente patriottico e veramente esemplare del
e veramente esemplare del duca, di dargli anti corso  il  più rapidamente possibile e magari anche, se fosse stato
o di qualche legge eccezionale atta a far sì che  il  duca potesse dare per l'amata patria il suo sangue come lo
atta a far sì che il duca potesse dare per l'amata patria  il  suo sangue come lo dànno gli eroi: senza badare ai
mia sapiente arte diplomatica l'arduo còmpito di preparare  il  delitto senza aver l'aria che nessuno volesse commetterlo.
aver l'aria che nessuno volesse commetterlo. Avendo infatti  il  ministro della Guerra, dopo ricevuti gli ordini di Sua
preambolo in cui la circonlocuzione fu ancora in onore,  il  ministro della Guerra mi si piantò davanti con l'imponenza
intero e in termini espliciti domandò: «Deve insomma  il  duca di Frondosa morire come tutti noi soldati per la
non saper che rispondere: non sapevo infatti di che morte  il  ministro della Guerra volesse parlare e non potevo quindi
parlare e non potevo quindi che riferire a Sua Maestà  il  dubbio espostomi così drammaticamente dal suo ministro.
ministro. Riaccompagnandomi alla porta del suo gabinetto  il  ministro della Guerra approvò la mia proposta sospensiva.
affermava, che la parola è data all'uomo per nascondere  il  pensiero, Sua Maestà doveva avere in fatto di parole un
patrimonio tanto alla fine del nostro lungo discorso  il  suo pensiero mi apparve meravigliosamente nascosto. Ma un
trovare sopratutto nei nascondigli. Si stabilisce così tra  il  confidente intelligente e colui che si confida con cautela
fanciulle borghesi nei lunghi pomeriggi di villeggiatura.  Il  confidente, che deve penetrare la segreta intenzione d'un
interpretazioni che al misterioso discorso si possono dare.  Il  sorriso di colui che s'è confidato avverte il confidente se
possono dare. Il sorriso di colui che s'è confidato avverte  il  confidente se si avvicinta al pensiero nascosto o se ne
se si avvicinta al pensiero nascosto o se ne allontana.  Il  volto di colui che s'è confidato si oscura? Acqua, acqua,
che s'è confidato si oscura? Acqua, acqua, ci si allontana.  Il  volto di colui che s'è confidato s'illumina? Fuoco, fuoco,
lettera. Cominciamo da questa terza ipotesi. Sua Eccellenza  il  ministro mostra d'interessarsi alla domanda del duca e dopo
alla domanda del duca e dopo avere lungamente studiato  il  problema ringrazia il duca della patriottica offerta e
duca e dopo avere lungamente studiato il problema ringrazia  il  duca della patriottica offerta e promette di tenerla
evidente che questa ipotesi è immediatamente da scartarsi.  Il  duca di Frondosa non è uomo da offrire col desiderio
di non accettarla o almeno di non accettarla così come  il  duca la presenta. In altri termini il ministro della Guerra
accettarla così come il duca la presenta. In altri termini  il  ministro della Guerra potrebbe nominare il duca
In altri termini il ministro della Guerra potrebbe nominare  il  duca luogotenente degli usseri ma, senza esporlo a rischi
Ci avviciniamo). Rimane la terza ipotesi: voglio dire che  il  duca sia nominato luogotenente degli usseri e mandato a
quale consiglio, quale mònito sarebbero nel fatto di vedere  il  duca di Frondosa, in virtù di eccezionali privilegi, aver
in virtù di eccezionali privilegi, aver la gloria senza  il  rischio, il premio senza la virtù, l'onore senza l'onere,
di eccezionali privilegi, aver la gloria senza il rischio,  il  premio senza la virtù, l'onore senza l'onere, in un tempo
della patria ogni cittadino è uguale? (Come, come sorride  il  Re! Fuoco, fuoco....) Ma c'è ancora di più. Non è il duca
il Re! Fuoco, fuoco....) Ma c'è ancora di più. Non è  il  duca di Frondosa l'uomo che ha creduto necessario al decoro
e all'avvenire del regno di Fantasia la guerra che oggi  il  regno di Fantasia così valorosamente combatte? Converrebbe,
io riferirò queste conclusioni a Sua Eccellenza  il  ministro della Guerra il quale non attende che gli ordini
conclusioni a Sua Eccellenza il ministro della Guerra  il  quale non attende che gli ordini di Vostra Maestà per
— Mio caro d'Aprè, — disse finalmente, — io non avevo  il  coraggio di essere così inesorabilmente logico. Si espone
mi rimise così, tranquillamente, anche la responsabilità ed  il  rimorso. Mi parve in quel punto che, fra tutti i mestieri
ci fosse da quel momento anche quello del sicario. Ma  il  mandatario che non vuol fallire il colpo non lascia
quello del sicario. Ma il mandatario che non vuol fallire  il  colpo non lascia all'arbitrio del sicario lo svolgimento
— Solo mi permetto di farle notare che non si può mandare  il  duca a comandare un plotone come un luogotenente di
meriti e più rispondente all'autorità della sua persona.  Il  maresciallo Paolo de Gonzales è senza aiutante di campo. Il
Il maresciallo Paolo de Gonzales è senza aiutante di campo.  Il  duca di Frondosa farebbe, io credo, al caso suo. Mi
su quel consiglio ch'era un ordine non battei ciglio, tanto  il  senso della criminalità era ottenebrato nel mio spirito
sordo logorìo di rimorso in minore, di rimorso sottovoce,  il  rimorso del complice. Poichè il maresciallo Paolo de
di rimorso sottovoce, il rimorso del complice. Poichè  il  maresciallo Paolo de Gonzales aveva il comando delle truppe
del complice. Poichè il maresciallo Paolo de Gonzales aveva  il  comando delle truppe più esposte alla furia delle armi
di campo avevamo avuto morte gloriosa per portare sotto  il  fuoco delle mitragliatrici nemiche ordini agli estremi
agli estremi avamposti, era quasi matematicamente certo che  il  duca di Frondosa partiva per non ritornare. Nel ritrovar
rosea e che ora invece chiedeva, per essere cancellato,  il  rosso sangue della vita d'un uomo. Un ultimo senso di pietà
e dissi a Sua Maestà la mia angoscia: — Credo, Maestà,  il  duca di Frondosa troppo esposto. Il maresciallo Paolo de
— Credo, Maestà, il duca di Frondosa troppo esposto.  Il  maresciallo Paolo de Gonzales è un rompicollo. Dov'è lui si
Dov'è lui si muore. — Ma dove è lui si vince, — ribattè  il  Re, sorridendo. — Legga i «comunicati». E poichè mi vedeva
si levò, sorrise, mi battè su la spalla: — Del resto  il  duca di Frondosa, — disse, — sarà veramente al suo posto.
— disse, — sarà veramente al suo posto. Nel coraggio  il  duca è uomo prudente e calcolatore. Accanto al maresciallo
e calcolatore. Accanto al maresciallo servirà da freno.  Il  suo calcolo limiterà l'impeto dell'altro. Vedrà. La
se ancora non si sarà compreso che l'autodidattisino è  il  solo modo per imparare qualche cosa e non si sarà ancora
militari. Tra i notevoli difetti già rilevati in lui  il  duca don Alvaro di Frondosa aveva anche quello di credere
i suoi sonni tra due guanciali, uno del quali era  il  suo forte esercito e l'altro la sua invidiabile marina. In
armati veramente quanto meno gli altri se l'aspettano.  Il  duca di Frondosa, fidando nelle perentorie affermazioni dei
era in grado di sbarazzarsi in tre quarti d'ora — appena  il  tempo d'una passeggiatina in alto mare — di qualsiasi
in bianco alle grandi manovre, perseveravano a non colpire  il  bersaglio come se continuassero a sparare in bianco, anche
prima pessimiste, poi allarmanti, finalmente catastrofiche,  il  popolo di Fantasia cominciò a rivedere le volate liriche
ci si ferma a metà strada, per mancanza di fiato. Così  il  popolo di Fantasia, fermatosi sul pianerottolo del senso
governo e diplomazia non avevano l'obbligo di vedere  il  vero stato delle cose di fronte all'eventualità della
in fallimento, responsabili dell'errore che trascinava  il  regno di Fantasia alla disfatta furono riconosciuti il
il regno di Fantasia alla disfatta furono riconosciuti  il  governo, presieduto da don Pedro de Aldana, la cricca di
e la piccola banda di generali che faceva la pioggia e  il  bel tempo attorno al ministro della Guerra agente di
naturalmente, nella responsabilità di Rolando II,  il  quale cominciò a diventare rapidamente impopolare. Chè la
si spengono ma gli astri vittoriosi che si formano. Come  il  firmamento, l'opinione pubblica è in continua evoluzione:
mai sicuro di ritrovar stasera nel fuoco del suo telescopio  il  pulviscolo d'oro che vi lasciò ieri sera, l'uomo pubblico
è mai certo di ritrovar stamattina nell'anima della folla  il  posto che vi occupava ancora ieri mattina. Popolarità, il
il posto che vi occupava ancora ieri mattina. Popolarità,  il  tuo nome è fragilità! Se gli astronomi della vita sociale
in tal modo che, prima che fosse riuscito a mandare  il  marito d'Isabella al fronte, Rolando II si doveva veder
a raggiunger lui la frontiera. È inutile che io ricordi  il  succedersi di questi avvenimenti i quali non sono ancora
proclamare i Diritti dell'Uomo. Mancò intanto, ad essa,  il  patetico elemento della deposizione e dell'esecuzione di
Varennes o d'un internamento nella Torre del Tempio, poichè  il  popolo di Fantasia non ebbe per il Re violenze d'odii
Torre del Tempio, poichè il popolo di Fantasia non ebbe per  il  Re violenze d'odii rancori e, purchè se ne andasse, lo
e proclamato re nella prigione dai principi emigrati, e  il  romanzesco d'una morte controversa e d'una probabile
ogni nuovo avvenimento non faceva che ripetere a Sua Maesta  il  saggio consiglio di cominciare a preparar le valigie.
che lo faceva soffrire assai più dell'idea di dover perdere  il  trono. Assolutamente refrattaria a resistere al più modesto
fisico, Sua Maestà si trovò a ricevere la notizia che  il  Congresso aveva compiuto il colpo di Stato e proclamato la
trovò a ricevere la notizia che il Congresso aveva compiuto  il  colpo di Stato e proclamato la Repubblica, proprio nel
la misura più urgente da premiere per ridare a Sua Maestà  il  benessere fisico era quella di strappare il dente malato.
a Sua Maestà il benessere fisico era quella di strappare  il  dente malato. Fra l'insigne odontoiatra che rispettosamente
rispettosamente chiedeva con un sorriso a Sua Maestà se era  il  caso d'armare i ferri del mestiere e di passare
all'estirpazione del dente cariato, e don Pedro de Aldana  il  quale, con aria desolata, attendeva di sapere dal re
odontoiatra come alla politica del suo primo ministro: ed  il  miracolo non era quello di fargli, finchè s'era ancora in
quello di fargli, finchè s'era ancora in tempo, restituire  il  trono, ma quello di fargli passare il dolor di denti senza
in tempo, restituire il trono, ma quello di fargli passare  il  dolor di denti senza che dovesse subire il tremendo dolore
fargli passare il dolor di denti senza che dovesse subire  il  tremendo dolore dell'estirpazione proclamata imperiosamente
che a Rolando II doleva solamente di aver dovuto perdere  il  regno senza avere avuto almeno il tempo di barattarlo. Chè
di aver dovuto perdere il regno senza avere avuto almeno  il  tempo di barattarlo. Chè se un suo illustre e remoto
minuto, barattato volentieri col mezzo di farsi passare  il  mal di denti senza doversi lasciar strappare l'iniquo
dottori in fisio-psicologia che reggono e governano  il  nostro destino. Se, prima che il dente gli fosse strappato,
che reggono e governano il nostro destino. Se, prima che  il  dente gli fosse strappato, Rolando II non si preoccupò che
Rolando II non si preoccupò che di questo dolore, dopo che  il  dente fu avulso dalla delicata gengiva regale la gioia del
palazzo reale a confermare a Sua Maestà ch'era veramente  il  caso di disporre che le valigie fossero preparate. Guardai
famiglia la quale non aveva l'aria di venire ad avvertire  il  Monarca che il popolo aveva deciso di cambiar di regime e
non aveva l'aria di venire ad avvertire il Monarca che  il  popolo aveva deciso di cambiar di regime e che la
la terribile operazione. Ebbe appena, Rolando II, quando  il  canto giù n ella piazza si fece più alto, la curiosità di
più esterrefatti, all'insigne dottore in odontoiatria  il  quale prese rispettosamente con due dita il re per il naso
in odontoiatria il quale prese rispettosamente con due dita  il  re per il naso e per il mento e nella bocca violentemente
il quale prese rispettosamente con due dita il re per  il  naso e per il mento e nella bocca violentemente spalancata
prese rispettosamente con due dita il re per il naso e per  il  mento e nella bocca violentemente spalancata introdusse il
il mento e nella bocca violentemente spalancata introdusse  il  ferro liberatore. Con azione fulminea l'insigne dottore in
azione fulminea l'insigne dottore in odontoiatria afferrò  il  dente regale e lo strappò con un dolce moto della mano. Ma,
strappò con un dolce moto della mano. Ma, dolce a vederlo,  il  moto non dovette essere dolce a sentire, poichè dalla gola
dalla gola del re partì un grido straziante che scompigliò  il  mio essere sin nelle viscere più profonde. Poi, dalla bocca
offriva a Sua Maestà, uscì un mezzo bicchiere di sangue:  il  solo sangue che resti per me legato al ricordo dell'esangue
cariato. Se nell'astrazione del filosofo non si sa dove  il  piacere cominci e dove finisca il dolore, sotto le mani
filosofo non si sa dove il piacere cominci e dove finisca  il  dolore, sotto le mani d'un insigne dottore in odontoiatria
sa benissimo che dopo cinque minuti di stupimento finisce  il  grande dolore d'avere un dente cariato e comincia il grande
il grande dolore d'avere un dente cariato e comincia  il  grande piacere di non averlo più. Così Rolando II, dopo che
la stessa delicata sensibilità, don Pedro de Aldana ebbe  il  cuor ch'io non ebbi, e vibrò nell'estasi di Sua Maestà il
il cuor ch'io non ebbi, e vibrò nell'estasi di Sua Maestà  il  colpo brutale d'un improvviso richiamo agli avvenimenti.
agli avvenimenti. Don Pedro mise rapidamente al corrente  il  Re di quanto avveniva: il colpo di Stato avvenuto al
mise rapidamente al corrente il Re di quanto avveniva:  il  colpo di Stato avvenuto al Congresso, la Repubblica
proclamata, le Camere convocate per la sera per eleggere  il  primo magistrato della Repubblica, la sommossa popolare
di Rolando II, giungeva sonante nelle nostre stanze  il  grido di: «Morte a don Pedro! Don Pedro alla lanterna!»
fuori luogo, in verità, ma anche le rivoluzioni hanno  il  loro tradizionalismo, e nessun rivoluzionario saprebbe
situati a tale altezza che a volervi impiccare qualcuno  il  rischio non sarebbe meno grave per l'impiccatore che per
de Aldana trasse dal largo petto carico d'onori e d'oneri  il  respire d'un uomo che dopo aver veduto la morte sicura
intemperanze delle folle rivoluzionarie, Sua Maestà mise  il  suo Primo Ministro in libertà e lo autorizzò a partire
Sua Maestà: — Vostra Maestà, — dissi, — ricorderà che  il  poeta di una commedia famosa, la quale fu la fanfara
musica, e finchè siamo in grado di farlo comodamente,  il  tempo più consigliabile in questo momento: intendo dire: la
Gli avvenimenti che ho raccontati fin qui hanno provato che  il  temperamento di Rolando II, pur senza giungere ad avere
del racconto avvertire che Sua Maestà accolse con docilità  il  mio consiglio, talchè non erano trascorsi venti minuti che
stato confezionato dai grandi sarti di Fantasia. Intanto  il  telefono aveva annunziato che una folla in atteggiamento
un treno alla prima stazione dopo la capitale. Intanto  il  più fidato cameriere di Sua Maestà preparava una valigia
bauli in cui Sua Maestà aveva dato ordine di chiudere  il  suo guardaroba, la sua biancheria; le sue carte politiche e
suo guardaroba, la sua biancheria; le sue carte politiche e  il  magazzino variopinto delle sue decorazioni. Bisogna non
II. Vidi così tra coloro che affollavano le sale per cui  il  Re, andandandosene, passava e distribuiva strette di mano
strette di mano copiose e sorrisi commoventi, anche  il  duca e la duchessa di Frondosa, vecchia nobilta monarchica,
II aveva fatta a sua moglie, s'era adesso sostituito  il  pensiero della Corte da cui Rolando II esciva per sempre.
della Corte da cui Rolando II esciva per sempre. Vidi  il  grande gentiluomo stringere devotamente la mano del re e
sin quasi a inginocchiarsi d'innanzi a Rolando II,  il  quale le si fermò davanti e le baciò la mano guardandola un
anche l'ultima stazione di questo calvario per amor tuo».  Il  momento fa, in verità, singolarmente patetico, e se Rolando
appena fummo saliti nel direttissimo diretto al confine,  il  quale ci aveva raggiunti nella quieta stazione secondaria
meno legittima, io credo, l'insonnia d'un cortigiano che  il  re ha invitato ad accompagnarlo per l'ultima volta fin
le nostre due insonnie si cercavano senza avere tuttavia  il  coraggio d'aprir la porta e di trovarsi di fronte. Intuivo
la tentazione. Sui suoi confini nord-occidentali  il  regno di Fantasia è diviso dal limitrofo regno d'Asturia da
prendere una boccata d'aria o un filo di luce. Passato  il  tunnel, il direttissimo si ferma, esausto, a fare un po'
una boccata d'aria o un filo di luce. Passato il tunnel,  il  direttissimo si ferma, esausto, a fare un po' d'acqua prima
da me, pernottarvi e riprendere in automobile l'indomani  il  suo viaggio verso Parigi. Era una stazioncina solitaria, e
invitava i viaggiatori prendere qualche ristoro. E, poichè  il  mezzogiorno era ormai passato, vi entrammo anche noi per
estremamente intimidita. Rolando II, che durante  il  viaggio non aveva degnato d'un solo sguardo lo spettacolo
e dalle parole che pronunziava ad alta voce dimostrava  il  desiderio di far sapere a noi ch'era di Parigi, ch'era
questo un altro segno della sua inguaribile vocazione per  il  commercio femminile, ma piuttosto un segno del suo non meno
appena c'eravamo seduti, Sua Maestà aveva infatti afferrato  il  mio braccio e, stritolandomelo quasi nel parossismo d'una
commozione, aveva esclamato: «Ma guardi, guardi.... Pare  il  ritratto, il ritratto parlante d'Isabella....» Ma se m'era
aveva esclamato: «Ma guardi, guardi.... Pare il ritratto,  il  ritratto parlante d'Isabella....» Ma se m'era facile
tranquillità di coscienza affermare ch'ella fosse veramente  il  ritratto della duchessa Isabella. Occorreva almeno
contemplativa di quell'ignoto viaggiatore. Si dice che  il  destino degli uomini può essere legato ad un filo, ma in
di scuotere, su le spalle dell'elegante giovinetto.  Il  quale, irritato com'era, alle scuse di Sua Maestà si voltò
alle scuse di Sua Maestà si voltò irritatissimo, invitando  il  viaggiatore a badare meglio così alla sua sigaretta come ai
lunghi sbalordimenti. Così Rolando II ed io avemmo tutto  il  tempo d'uscire dalla piccola trattoria senza che alla via
Convenne trovare per questo borghese qualunque un nome,  il  che fu facile perchè, abituato a non far mai complimenti
con me, decise sùbito, per l'occasione, di prendersi  il  mio. Convenne anche cercare un secondo padrino che avesse
nel duello inevitabile. Toccò naturalmente a me anche  il  còmpito di sbrogliare quest'ultima situazione difficile,
potesse essere paragonabile a quella di riuscire a decidere  il  piu pacifico dei capistazione del regno d'Asturia e d'ogni
gli uomini, e senza dovere una seconda volta rimetterci  il  trono, che del resto non aveva più. Le gioie che si fanno
al secondo testimonio la cautela del massimo segreto,  il  capostazione aveva dato alla notizia e alla vera
Ma questi uomini felici sono singolarmente più felici  il  giorno in cui possono raccontare di essere comunque
prezzo. E tra me e Loulette Louly fu facile ricostruire  il  dramma prospettatosi agli occhi d'un timido figlio di
con un re. Di fronte alla certezza d'uno scandalo europeo  il  giovinetto aveva considerato opportuno conservare lo
paterni. Se alla notizia che l'avversario era scomparso  il  capostazione riacquistò gli spiriti che gli s'erano
così. Se prendo uno schiaffo, lo devo tenere, e ci perdo  il  trono. Se lo do io, se lo tengono gli altri, e ci perdo il
il trono. Se lo do io, se lo tengono gli altri, e ci perdo  il  treno. Partiva infatti in quel punto l'ultimo treno della
in quel punto l'ultimo treno della sera che, attraverso  il  regno di Asturia, correva verso la Francia e Parigi.
e Loulette Louly s'erano messi d'accordo per fare insieme  il  viaggio verso Parigi nell'automobile abbandonata, senza
loro, nella sera che scendeva, nella notte che s'apriva,  il  primo quarto di luna di miele. Già Rolando II guardava
lei, Isabella, proprio lei! La cocottina abbandonata e  il  re deposto filaron via così, verso Parigi, nella letizia
E, mentre Rolando II volava in quarta velocità verso  il  suo nuovo mestiere di roi en exil, io ripresi con
di roi en exil, io ripresi con filosofica malinconia  il  treno che doveva ricondurmi nell'amata patria, dove mi
educarla; ma era cosí simpatica a tutti che nessuno aveva  il  coraggio di ricorrere alla necessaria severità. Era rimasta
colletto di trina. Sembrava ormai impossibile riacquistare  il  terreno perduto durante quel viaggio e durante la malattia
durante quel viaggio e durante la malattia di Rossella e  il  suo soggiorno a Tara. Col passare del tempo, Rossella cercò
bambina, per quanto i suoi desideri fossero stravaganti e  il  suo contegno maleducato. La incoraggiava a discorrere e la
contraddiceva suo padre e gli rispondeva a modo suo.  Il  padre si limitava a ridere e non permetteva a Rossella
dei suoi gesti graziosi. Gli piacevano la sua vivacità,  il  suo spirito e le smorfiette che faceva per mostrargli il
il suo spirito e le smorfiette che faceva per mostrargli  il  suo affetto. Benché fosse viziata, era una bimba cosí
viziata, era una bimba cosí deliziosa che a lui mancava  il  cuore di tentar di correggerla. Egli era il suo dio, il
a lui mancava il cuore di tentar di correggerla. Egli era  il  suo dio, il centro del suo piccolo mondo; e questo era
il cuore di tentar di correggerla. Egli era il suo dio,  il  centro del suo piccolo mondo; e questo era troppo prezioso
che faceva Mammy a proposito dell'educazione dei bambini, e  il  risultato fu un piccolo pony dello Shetland col manto
sella femminile a borchie d'argento. Ostensibilmente  il  pony era per tutti e tre i bambini, e Rhett comprò una
tre i bambini, e Rhett comprò una sella anche per Wade. Ma  il  bambino preferiva di molto il suo cane sanbernardo, ed Ella
una sella anche per Wade. Ma il bambino preferiva di molto  il  suo cane sanbernardo, ed Ella aveva paura di tutti gli
ed Ella aveva paura di tutti gli animali. Quindi  il  pony rimase esclusiva proprietà di Diletta e si chiamò "Mr.
"Mr. Butler". La sola ombra nella gioia di Diletta era  il  non poter andare a cavalcioni come suo padre; ma quando
cacciatrice come lei. La porterò nella Virginia. Quello è  il  paese dove si fa la caccia sul serio. E nel Kentucky, dove
i buoni cavalcatori. Quando si trattò di farle fare  il  vestitino da amazzone, Diletta ebbe, come sempre, facoltà
amazzone, Diletta ebbe, come sempre, facoltà di scegliere  il  colore; e, come sempre, scelse l'azzurro. - Non quel
Se si sporcherà, gliene faremo un altro. Cosí Diletta ebbe  il  vestito da amazzone di velluto azzurro, con la sottana che
figlia lungo la Via dell'Albero di Pesco; Rhett tratteneva  il  suo gran cavallo nero perché regolasse il suo passo su
Rhett tratteneva il suo gran cavallo nero perché regolasse  il  suo passo su quello del pony. A volte galoppavano per le
picchiava Mr. Butler col suo scudiscio e Rhett frenava  il  suo cavallo con mano ferma, in modo da lasciar credere alla
somma principesca offertagli poteva indurlo a far passare  il  caparbio cavallino una dozzina di volte al giorno al
di volte al giorno al disopra della sbarra; Mr. Butler,  il  quale sopportava pazientemente che la sua padroncina gli
suoi zoccoli fossero esaminati tutti i momenti, sentiva che  il  Creatore dei ponies non aveva avuto affatto l'intenzione
dei ponies non aveva avuto affatto l'intenzione che  il  suo grasso corpo passasse al disopra di quel pezzo di
Butler imparava la sua lezione. Finalmente Rhett decise che  il  pony era abbastanza sicuro perché si potesse affidargli la
la bimba; e l'eccitazione di questa non ebbe confini. Fece  il  primo salto con entusiasmo; e dopo d'allora le cavalcate
volta passata la novità, Diletta avrebbe pensato ad altro e  il  vicinato avrebbe avuto un po' di pace. Ma il gioco
ad altro e il vicinato avrebbe avuto un po' di pace. Ma  il  gioco continuava a divertire Diletta; e tutta la mattina il
il gioco continuava a divertire Diletta; e tutta la mattina  il  cortile risuonava di grida eccitate. Il nonno Merriwether,
e tutta la mattina il cortile risuonava di grida eccitate.  Il  nonno Merriwether, che aveva fatto la campagna del 1849,
non sono abbastanza lunghe. - Sí che lo sono! Ho saltato  il  cespuglio di rose di zia Melly; è altissimo! - No, devi
volgendosi verso la camera da letto di Rossella - guardami!  Il  babbo ha detto che posso! Rossella che si stava pettinando,
la bimba e la mise sul pony, Rossella osservò con orgoglio  il  portamento dritto e la testolina eretta. - Sei veramente
E gli somiglia veramente in tutto!» Al pensiero di Geraldo,  il  ricordo le tornò chiaro con la rapidità del lampo,
luce innaturale. Udí una voce che cantava in irlandese, udí  il  veloce scalpitar di zoccoli che salivano l'altura di Tara,
seduta sul letto di un soldato mentre gli fasciava  il  braccio ferito. Zia Pitty e Melania con la loro cuffia
sotto al portico insieme a Wade e Pressy, pronte per  il  loro giro settimanale di visite. Rossella le pregò di
se non le accompagnava e salí nella sua stanza. Svanito  il  rumore della carrozza, quand'ella fu sicura che la famiglia
silenziosa e calda nell'irradiazione del sole pomeridiano.  Il  pavimento era lucido e nudo ad eccezione di qualche tappeto
aveva stentato ad aprire la busta con le mani tremanti. Ora  il  suo senso di onore, mai eccessivamente scrupoloso, si era
si era smussato col ripetersi dell'offesa; ed anche  il  timore di essere scoperta era svanito. A volte pensava, col
di leggere le lettere era troppo grande, ed ella scacciò  il  pensiero di Elena. Da qualche tempo aveva imparato a dirsi:
a questa cosa noiosa. Ci penserò domani.» E l'indomani, o  il  pensiero non le si affacciava piú o era cosí attenuato dal
ed io...» Le sue mani tremavano di terrore, ma nel leggere  il  periodo seguente si calmò. «Cara moglie, se ti ho nascosto
troppo. Ma ho dei gravi pensieri, Melania, e voglio aprirti  il  mio cuore. «In queste notti estive spesso rimango sveglio,
queste notti estive spesso rimango sveglio, mentre tutto  il  campo dorme, e guardo le stelle chiedendomi: "perché sei
gentiluomo campagnolo. Le trombe non mi fanno bollire  il  sangue e i tamburi non mi eccitano; e vedo troppo
abbattere una dozzina di yankees, credendo che Sua Maestà  il  Cotone potesse governare il mondo. Illusi anche da parole,
credendo che Sua Maestà il Cotone potesse governare  il  mondo. Illusi anche da parole, frasi, pregiudizi e odii che
cui avevamo rispetto e riverenza; parole come "Sua Maestà  il  Cotone, Schiavismo, Diritti di Stato, maledetti yankees".
per cui combatto. Invece vedo le Dodici Querce e ricordo  il  chiaro di luna attraverso le bianche colonne, il divino
e ricordo il chiaro di luna attraverso le bianche colonne,  il  divino aspetto delle magnolie, e le rose rampicanti che
delle magnolie, e le rose rampicanti che ombreggiano  il  porticato anche nei pomeriggi piú ardenti. E vedo la mamma
dai campi, al crepuscolo, stanchi e pronti per la cena, e  il  cigolio della carrucola quando il secchio scende nel pozzo
e pronti per la cena, e il cigolio della carrucola quando  il  secchio scende nel pozzo fresco e poi vedo la lunga strada
scende nel pozzo fresco e poi vedo la lunga strada verso  il  fiume, attraverso i campi di cotone, e la nebbia che si
che si chiama patriottismo: amore per la propria casa e per  il  proprio paese. Ma la cosa, Melania, è ben piú profonda.
è ben piú profonda. Perché quanto ho nominato non è che  il  simbolo di ciò per cui arrischio la mia vita, il simbolo
non è che il simbolo di ciò per cui arrischio la mia vita,  il  simbolo del genere di vita che amo. Io combatto per i
lo stesso. «Se noi vinciamo questa guerra e abbiamo  il  Regno del Cotone dei nostri sogni, avremo ugualmente
diventeremo diversi e l'antica tranquillità sarà scomparsa.  Il  mondo sarà alle nostre porte a chiedere il cotone e noi
sarà scomparsa. Il mondo sarà alle nostre porte a chiedere  il  cotone e noi potremo dettare i nostri prezzi. E allora temo
E se perdiamo, Melania, se perdiamo... «Non temo  il  pericolo di essere preso prigioniero o ferito o anche
piú agli antichi tempi. Non so che cosa ci porterà  il  futuro, ma certamente non potrà essere cosí bello come il
il futuro, ma certamente non potrà essere cosí bello come  il  passato. Guardo i ragazzi che dormono accanto a me e mi
questo odio! Né i Diritti di Stato né gli Schiavi né  il  Cotone meritano questo. Nulla merita ciò che ci sta
e che ci può accadere, perché se gli yankees vincono,  il  futuro sarà di un incredibile orrore. «Non dovrei scrivere
è pieno del timore della disfatta. Ti ricordi al banchetto,  il  giorno in cui fu annunziato il nostro fidanzamento, che un
Ti ricordi al banchetto, il giorno in cui fu annunziato  il  nostro fidanzamento, che un certo Butler suscitò quasi una
strettamente che noi non avremmo piú potuto mandar fuori  il  nostro cotone? Egli aveva ragione. Noi combattiamo contro i
coi moschetti della Guerra Rivoluzionaria; e fra poco  il  blocco sarà troppo stretto per lasciar entrare anche i
Stato che parlavano... e ignoravano. Infatti egli disse che  il  Sud non aveva nulla con cui iniziare la guerra, se non
con cui iniziare la guerra, se non cotone e arroganza.  Il  nostro cotone oggi non val nulla ed è rimasto soltanto ciò
busta, troppo annoiata per continuare la lettura. Inoltre  il  tono di quelle parole e quegli sciocchi discorsi di
di ascoltarle quando in altri tempi egli sedeva sotto  il  porticato di Tara. La sola cosa che ella desiderava
non aveva ricevuto altre lettere d'amore per poter fare  il  confronto. «Che buffe lettere!» pensò Rossella. «Se un mio
Fece scorrere i fogli guardando le date e ricordando  il  loro contenuto. E nessuno di essi conteneva descrizioni di
come quelle che Darcy Meade scriveva ai suoi parenti o  il  povero Dallas McLure aveva scritto alle sorelle zitellone,
e i McLure leggevano orgogliosamente queste lettere a tutto  il  vicinato e Rossella aveva spesso provato un segreto senso
lontano da sé tutto ciò che era avvenuto da quando  il  Forte Sumter era il discorso del giorno. Parlava di libri
sé tutto ciò che era avvenuto da quando il Forte Sumter era  il  discorso del giorno. Parlava di libri che egli e Melania
di pesca, le quieti notti bagnate di chiaro di luna e  il  fascino sereno della vecchia casa. Ella ripensò alle parole
di quest'ultima lettera: «non questo!» E le sembrarono  il  grido di un'anima tormentata dinanzi a qualche cosa che non
di sposarmi perché... forse temeva che io avrei turbato  il  suo modo di pensare e di vivere. No; neanche precisamente
dal momento che è citato all'ordine del giorno e che  il  colonnello Sloan ha scritto a Melly una lettera di elogi
Sloan ha scritto a Melly una lettera di elogi per  il  suo valoroso contegno nel guidare le truppe all'assalto.
quel giorno, - aveva quattordici anni - quando sotto  il  portico di Tara lo aveva visto giungere a cavallo, e
a cavallo, e sorriderle coi capelli che brillavano al sole.  Il  suo amore era ancora l'adorazione della giovinetta per un
ma che destavano la sua ammirazione. Egli era ancora  il  Principe Azzurro sognato da una fanciulla, la quale non
una fanciulla, la quale non chiedeva altro guiderdone per  il  suo amore se non un bacio. Dopo aver letto quelle lettere,
prima delle nozze Elena le aveva fatto comprendere che  il  matrimonio è una cosa che le donne debbono sopportare con
piú a che fare col matrimonio; ma con l'amore sí, perché  il  suo amore per Ashley era diverso; era qualche cosa di sacro
era diverso; era qualche cosa di sacro che le toglieva  il  respiro, un'emozione che andava crescendo durante le lunghe
di ricordi e di speranze. Sospirò nel legare nuovamente  il  nastro attorno al pacchetto e nel rimetterlo a posto.
mente l'ultima parte della lettera, quella che riguardava  il  capitano Butler. Strano che Ashley fosse rimasto
che quel furfante aveva detto un anno fa. Innegabilmente  il  capitano Butler era un furfante, ma ballava divinamente.
apparire le due fossette. Quindi scacciò dalla sua mente  il  capitano Butler, ricordando soltanto che ad Ashley le sue
Ashley le sue fossette piacevano molto. Nessun rimorso per  il  fatto di amare il marito di un'altra o di leggere la posta
piacevano molto. Nessun rimorso per il fatto di amare  il  marito di un'altra o di leggere la posta di quest'altra
ai piedi del letto, ascoltando una fiaba. Per Rossella  il  silenzio di Tara era insopportabile, perché le ricordava
campagna attraversata nel venire da Atlanta. La mucca e  il  vitello non si facevano sentire da qualche ora. Non vi
accanto alla finestra aperta della sua stanza, e guardava  il  viale d'accesso col mento appoggiato sulle braccia posate
era un secchio d'acqua nel quale ella immergeva ogni tanto  il  piede ammalato. Era di pessimo umore. Proprio quando aveva
alzata le gonne fino alle ginocchia e avrebbe lanciato  il  nodo scorsoio in men che non si dica... Ma anche dopo aver
un pasto completo per tutti, pensò ironicamente, ora che  il  denaro della Confederazione valeva quasi meno che nulla. Ma
potrebbe portarle a Tara? Perché Dio aveva fatto morire  il  vecchio cavallo? Perfino quell'animale malandato sarebbe
di Geraldo... Oh, avere solo una di quelle bestie, magari  il  piú caparbio dei muli! Comunque, quando il piede sarà
bestie, magari il piú caparbio dei muli! Comunque, quando  il  piede sarà guarito, andrà a Jonesboro. Sarà la piú lunga
voleva del riso col sugo e poi voleva anche un bastone per  il  tamburo. La luce del sole improvvisamente si oscurò.
braccia e lottò contro le lagrime. Piangere era inutile;  il  solo momento in cui le lagrime potevano servire, era quando
rumore, nello stesso modo in cui aveva immaginato di udire  il  fruscio delle gonne di Elena. Sentí battere il cuore piú
di udire il fruscio delle gonne di Elena. Sentí battere  il  cuore piú velocemente, come sempre, prima di avere il tempo
il cuore piú velocemente, come sempre, prima di avere  il  tempo di dire a se stessa: «Non essere stupida». Ma il
il tempo di dire a se stessa: «Non essere stupida». Ma  il  rumor di zoccoli rallentò assumendo il ritmo di una
essere stupida». Ma il rumor di zoccoli rallentò assumendo  il  ritmo di una passeggiata; si sentí la ghiaia scricchiolare.
e lo guardò affascinata, e cosí sgomenta, che le mancò  il  respiro. L'uomo, grosso, rozzo, con una barba nera incolta
piegato in avanti. Gli occhi piccoli e socchiusi per  il  sole abbagliante, osservavano tranquillamente la casa, da
redini sul pomo della sella; frattanto Rossella sentí che  il  respiro le ritornava, improvviso e doloroso come dopo aver
con tre ammalate e due lattanti! Mentre egli percorreva  il  viale con la mano sulla pistola e guardando vivamente a
gli indicibili orrori inseparabili dal nome di «yankee».  Il  suo primo impulso fu di nascondersi nel gabinetto, di
verso la palude; qualunque cosa pur di sfuggirgli. Ma udí  il  suo passo guardingo sui gradini dell'ingresso, e la sua
ed era appena sufficiente per due. Rossella dominava  il  suo appetito da qualche ora, aspettando il ritorno degli
dominava il suo appetito da qualche ora, aspettando  il  ritorno degli altri; e il pensiero che lo yankee potesse
da qualche ora, aspettando il ritorno degli altri; e  il  pensiero che lo yankee potesse divorare il loro magro pasto
degli altri; e il pensiero che lo yankee potesse divorare  il  loro magro pasto la fece tremare di collera. Dio li
andò velocemente al cassettone senza neanche piú sentire  il  dolore della sua ferita. Aperse senza far rumore il
sentire il dolore della sua ferita. Aperse senza far rumore  il  cassetto superiore e afferrò la pesante pistola che aveva
la cassettina da lavoro di legno rosa in cui erano  il  ditale d'oro, le forbicine e l'agoraio d'oro. Rossella
sentí agghiacciarsi le gambe, ma l'ira le fece avvampare  il  volto. La scatola da lavoro di Elena in quelle mani! Volle
Rimase a guardarlo al di sopra della ringhiera e vide  il  suo volto mutare la sua espressione di turbamento e di
- disse rimettendo la pistola nel fodero e attraversando  il  vestibolo fino a trovarsi proprio sotto a lei. - Tutta
portare la mano alla cintura, Rossella fece scattare  il  grilletto. Il rinculo della pistola la fece indietreggiare,
la mano alla cintura, Rossella fece scattare il grilletto.  Il  rinculo della pistola la fece indietreggiare, mentre il
Il rinculo della pistola la fece indietreggiare, mentre  il  fragore dell'esplosione le riempiva le orecchie, e il fumo
il fragore dell'esplosione le riempiva le orecchie, e  il  fumo acre le penetrava nelle narici. L'uomo cadde
L'uomo cadde all'indietro con una violenza che fece tremare  il  mobilio. La scatola gli sfuggí dalle mani spargendo attorno
mobilio. La scatola gli sfuggí dalle mani spargendo attorno  il  contenuto. Senza neanche accorgersi di ciò che faceva,
capo. Era morto. Senza alcun dubbio. Aveva ucciso un uomo.  Il  fumo saliva in lente volute al soffitto e il rigagnolo
un uomo. Il fumo saliva in lente volute al soffitto e  il  rigagnolo rosso si allargava. Per un tempo incalcolabile
d'estate ogni minimo rumore e profumo sembrò ingigantire:  il  battito del suo cuore, il fruscio delle foglie di magnolia,
e profumo sembrò ingigantire: il battito del suo cuore,  il  fruscio delle foglie di magnolia, il lontano lamento di un
battito del suo cuore, il fruscio delle foglie di magnolia,  il  lontano lamento di un uccello di palude, la lieve fragranza
caccia, che non sopportava le stride dei maiali al macello,  il  guaito di un coniglio in trappola. «Ucciso!» pensò
una fredda gioia da figlie. Avrebbe affondato con piacere  il  tallone nella larga ferita che era al posto del naso di
larga ferita che era al posto del naso di quell'uomo, e  il  sangue caldo sul piede nudo le avrebbe dato piacere. Aveva
cencioso che funzionava da camicia da notte;  il  suo debole braccio era tirato in basso dal peso della
Gli occhi di Melania afferrarono la scena nel suo insieme;  il  corpo vestito di azzurro nella pozza di sangue, la scatola
quelli di Rossella. Un raggio di orgoglio feroce illuminava  il  suo volto generalmente dolce; nel suo sorriso era
sorriso era un'approvazione e una gioia che uguagliavano  il  tumulto che agitava il seno della giovine temeraria. «È
e una gioia che uguagliavano il tumulto che agitava  il  seno della giovine temeraria. «È come me!» pensò Rossella.
la sciabola sul primo gradino, attraversò faticosamente  il  pianerottolo e aperse la porta delle ammalate. - Non
che sappiano quello che ho fatto.» Guardò nuovamente  il  corpo; ora la sua ira e il suo terrore svanivano e la
che ho fatto.» Guardò nuovamente il corpo; ora la sua ira e  il  suo terrore svanivano e la reazione le faceva vacillare le
e cominciò a scendere reggendosi alla ringhiera, mordendosi  il  pallido labbro inferiore. - Torna a letto, sciocca; ti
- Potrei seppellirlo nell'angolo del giardino, sotto  il  noce... Il terreno dev'essere morbido, perché Pork ha
seppellirlo nell'angolo del giardino, sotto il noce...  Il  terreno dev'essere morbido, perché Pork ha scavato per
morbido, perché Pork ha scavato per dissotterrare  il  bariletto di whisky. Ma come portarlo fin là? - Prendiamo
Non tentare di aiutarmi, altrimenti ti porto su in braccio.  Il  volto pallido di Melania abbozzò un sorriso di
Se tu puoi trascinarlo da sola, io pulirò intanto il... sí,  il  pavimento prima che gli altri tornino a casa; e... senti...
badarci - mormorò - mi sento un po' debole. Rossella tolse  il  cencio e allargò le pieghe del cuoio con mano tremante. -
cominciava a sfogliare i biglietti di banca. - Non abbiamo  il  tempo... - Capisci, Melania, che questo denaro significa
giberna un pacchetto di caffè che annusò come se fosse  il  piú soave dei profumi, un rimasuglio di galletta e la
mettendosi sotto le braccia quei piedi, cominciò a tirare.  Il  suo piede ammalato che nell'eccitazione aveva dimenticato,
le faceva stringere i denti, costringendola a portare tutto  il  proprio peso sul calcagno. Sforzandosi e sudando riuscí a
Sforzandosi e sudando riuscí a trascinarlo per tutto  il  vestibolo, lasciandosi dietro una traccia rossa. - Se fa
non potremo nasconderlo - disse rabbrividendo. - Dammi  il  tuo accappatoio, Melania, glie lo avvolgerò intorno alla
accappatoio, Melania, glie lo avvolgerò intorno alla testa.  Il  volto pallido di Melania divenne vermiglio. - Non fare la
cencioso e lo porse a Rossella, cercando di coprirsi  il  seno alla meglio con le braccia. «Meno male che io non ho
la tela attorno al viso in poltiglia. Riuscí a trascinare  il  corpo fino al porticato posteriore e, fermandosi per
contro la parete con le ginocchia piegate contro  il  petto nudo. «Era proprio il momento di stare a pensare al
con le ginocchia piegate contro il petto nudo. «Era proprio  il  momento di stare a pensare al pudore!» disse fra sé
nella terribile notte della resa di Atlanta e durante  il  lungo viaggio verso casa. Era l'intangibile, incrollabile
prima che io abbia finito, trattienilo in casa e digli che  il  cavallo è venuto qui non si sa da dove. Melania rimase
contro i gradini. Nessuno domandò da dove era venuto  il  cavallo; era ovvio che fosse un superstite della recente
e i suoi pendenti sempre in moto, che riduceva in poltiglia  il  viso di un uomo e poi lo seppelliva in una fossa scavata
paura, quasi, di apprendere la verità. Ma era meglio sapere  il  peggio che ignorarlo. Decise quindi recarsi prima alla casa
non perché fossero i piú vicini, ma perché poteva esservi  il  vecchio dottor Fontaine; e Melania aveva bisogno di un
del suo pallore e della sua debolezza. Non appena  il  suo piede le permise d'infilare una scarpina, ella montò
piede le permise d'infilare una scarpina, ella montò quindi  il  cavallo dello yankee. Con un piede in una staffa accorciata
uscire dalla casa le tre signore Fontaine che le diedero  il  benvenuto con baci ed esclamazioni di gioia. Ma quando i
uomo in casa a meno che non si volesse calcolare come tale  il  bambino di Sally, il piccolo Joe appena fuori dalle fasce.
che non si volesse calcolare come tale il bambino di Sally,  il  piccolo Joe appena fuori dalle fasce. Nella grande casa
sorrisi e dalle loro parole. I loro schiavi erano fuggiti,  il  loro denaro non valeva nulla, il marito di Sally era morto
schiavi erano fuggiti, il loro denaro non valeva nulla,  il  marito di Sally era morto a Gettysburg e anche la signora
a Gettysburg e anche la signora giovane era vedova, essendo  il  giovane dottor Fontaine morto di dissenteria a Vicksburg.
nella Virginia; e nessuno sapeva se erano vivi o morti;  il  vecchio dottor Fontaine era rimasto con la cavalleria di
- E quel vecchio pazzo, a settantatré anni cerca di fare  il  giovinotto benché sia pieno di reumatismi - disse la nonna,
non mi sono mai potuta muovere. Avrei pur dovuto trovare  il  tempo; era un dovere. In verità credevamo che gli yankees
tanto che fuggirono. Che cosa fu bruciato? - Tutto  il  nostro cotone: un valore di centocinquantamila dollari -
bruciato la tua casa - replicò la nonna, appoggiando  il  mento al suo bastone. - Il cotone si può coltivare ancora,
- replicò la nonna, appoggiando il mento al suo bastone. -  Il  cotone si può coltivare ancora, mentre la casa non si
ricostruisce. A proposito, avete cominciato a raccogliere  il  cotone, voialtri? - No, - rispose Rossella; - ma è quasi
belle manine, e quelle delle tue sorelle? - Io raccogliere  il  cotone? - esclamò Rossella inorridita, come se la nonna
dirò che quando io ero una bambina, mio padre perse tutto  il  suo patrimonio, e io non ebbi paura di lavorare con le mie
degli altri schiavi. Ho zappato la terra, ed ho raccolto  il  cotone, e se sarà necessario, lo farò ancora. - Ma allora -
mi vergogno per te, Rossella, di sentirti parlare come se  il  lavoro onesto fosse una cosa indegna. Per cambiare
sono andati dai Calvert e hanno rubato tutte le provviste e  il  pollame, e hanno fatto fuggire tutti i negri. Era Sally che
I risultati saranno dei bambini gialli, e non credo che  il  sangue yankee migliorerà. - Oh, mamma! - Non fare quella
Ed affermò che tutti i Calvert erano yankees. Pensare che  il  signor Calvert è morto nel Wilderness! E Raiford a
casa fosse incendiata! Disse che Cade diventerebbe idrofobo  il  giorno in cui, tornando a casa, venisse a saperlo. Ma
ed era certa che se aprisse la via alle lagrime, tutto  il  suo coraggio svanirebbe. Ma capiva anche che se taceva, le
- rispose in fretta - e gli yankees erano andati via.  Il  babbo mi disse che... non avevano bruciato la casa perché
dinanzi alla nonna Fontaine, a meno che non ne avesse  il  permesso da lei. La mamma è morta - disse piano. La mano
battito. - L'hanno uccisa gli yankees? - È morta di tifo.  Il  giorno prima del mio arrivo. - Non ci pensare. - La voce
vide che la nonna inghiottiva con sforzo. - E tuo padre? -  Il  babbo è... il babbo non è piú lo stesso. - Che vuoi dire? È
inghiottiva con sforzo. - E tuo padre? - Il babbo è...  il  babbo non è piú lo stesso. - Che vuoi dire? È ammalato? -
babbo non è piú lo stesso. - Che vuoi dire? È ammalato? -  Il  colpo... è cosí stranito... non è... - Non dirmi che non è
cosí stranito... non è... - Non dirmi che non è piú in sé.  Il  colpo gli ha toccato il cervello? Fu un sollievo per lei
- Non dirmi che non è piú in sé. Il colpo gli ha toccato  il  cervello? Fu un sollievo per lei udire enunciare cosí
fatta piangere! - Sí - rispose con tristezza - ha perduto  il  senno. Sembra come addormentato e a volte non si ricorda
farlo tornare a letto: è come un bambino. Come vorrei che  il  dottor Fontaine fosse qui! So che farebbe qualche cosa per
dottor Fontaine fosse qui! So che farebbe qualche cosa per  il  babbo. E anche Melania ha bisogno del medico. Non si è
ha bisogno del medico. Non si è rimessa come dovrebbe dopo  il  parto e... - Melly... un bambino? Ed è con te? - Sí. - E
che da principio le erano mancate. Tutto le tornò in mente:  il  calore estenuante della giornata in cui era nato il bimbo,
mente: il calore estenuante della giornata in cui era nato  il  bimbo, il terrore, la fuga, l'abbandono di Rhett. Parlò
calore estenuante della giornata in cui era nato il bimbo,  il  terrore, la fuga, l'abbandono di Rhett. Parlò dell'oscurità
bruciata. - Credevo che arrivando a casa avrei deposto  il  tremendo fardello. Credevo che mi fosse già accaduto quanto
quando seppi che era morta, compresi che cosa era veramente  il  peggio. Abbassò gli occhi e attese che la nonna dicesse una
Abbassò gli occhi e attese che la nonna dicesse una parola.  Il  silenzio era cosí prolungato che temette di non essere
la tua età quando avvenne la rivolta degli indiani, dopo  il  massacro del Forte Mims... - la sua voce era stranamente
dagli indiani. E io non potevo fare altro che supplicare  il  Cielo perché la luce delle fiamme non rivelasse il mio
il Cielo perché la luce delle fiamme non rivelasse  il  mio nascondiglio. Trascinarono fuori mia madre e la
dove io ero sdraiata nel sottobosco. E anche a lei tolsero  il  cuoio capelluto; e ogni indiano le ficcava il suo tomahawk
a lei tolsero il cuoio capelluto; e ogni indiano le ficcava  il  suo tomahawk nel cranio. Io ero la beniamina della mamma...
nostri, quando li trovai, mi credettero pazza... Là conobbi  il  dottor Fontaine, che si occupò di me. Sono passati
Tacque e rimase con gli occhi fissi, come se rivedesse  il  giorno in cui aveva avuto paura, mezzo secolo prima.
oggi nel pomeriggio... E non credere di poter deporre  il  tuo fardello, perché non lo puoi. Lo so.
con quel soldo una cosa alla Giulia. Che cosa? Questo era  il  difficile; perchè un soldo è una moneta assai piccola per
piccola per un oggetto carino. Si tenne, perciò, un pezzo  il  soldo in tasca, girandolo e rigirandolo fra le dita quando
bella vetrina. Quella stoffa da vestiti costava tre lire  il  metro; quattro quel nastro da fare una fusciacca... Non
da fare una fusciacca... Non c'era da pensarci, via! E  il  soldo le rimase in saccoccia fino che una mattina le passò
poi salì a due a due i gradini di casa, col fiore sotto  il  grembiule, perchè nessuno glie lo vedesse. - Ecco, Giulia -
bellina! - soggiunse giungendo le mani; e tornava a odorar  il  fiore, baciandole in tanto i capelli. La Giulia non si
spillo di brillanti; le piaceva non più per vanità ma per  il  godimento che leggeva in viso alla sua buona amica.
di camera avvertiva la Giulia del suo arrivo. Allora  il  cassetto si schiudeva e la faccia rosea della pupattola ne
serva, e interromper le visite e le letture, ch'erano tutto  il  suo gusto. In cucina ricominciavano più acerbi che mai i
finestra, e così è finita la storia! La bimba abbassava  il  capo tutta tremante; e stava bene attenta a ogni minima
e stava bene attenta a ogni minima parola materna, per  il  terrore che le metteva addosso quella crudele minaccia.
se le avessero levata la Giulia le avrebbero spezzato  il  cuore. Quando restavano sole in casa, Camilla e la bambola,
sole in casa, Camilla e la bambola, ne' giorni che  il  babbo gironzava in cerca d'un impiego, e la mamma, vestita
puoi uscire, poverina! E l'alzava dal suo lettino dentro  il  cassetto, dove aveva aspettato pazientemente, sicura di non
No? Neanche a me. Tanto, stiamo insieme. Ora ti lavo  il  visino, sai, perchè iersera t'ho baciata troppo: ti ci ho
sai, perchè iersera t'ho baciata troppo: ti ci ho lasciato  il  segno... - E prendeva una punta dell'asciugamano, bagnata
a baciarle troppo. Poi ripigliava: - Adesso ti metto  il  grembiulino che ho stirato stamane. Non ho altro da
no! sempre no! sempre no! Le braccia le restavano inerti;  il  suo visetto di porcellana era impassibile; non traspariva
suo visetto di porcellana era impassibile; non traspariva  il  più leggiero palpito del cuore sotto la sua vesticciola di
le più gradite alle due amiche. Allora Camilla, finito  il  suo cómpito quotidiano e recitate le preghiere, era beata
e lì tutta stretta ad esso, dandogli, sotto le coperte,  il  proprio calore, per modo da potersi figurare di tenere
quando ero piccina piccina, ho sempre patito, io. La fame e  il  freddo no; ma peggio. Ho patito perchè la mamma e il babbo
fame e il freddo no; ma peggio. Ho patito perchè la mamma e  il  babbo mi trascurano, e perchè non vanno d'accordo. Se loro
Se loro stessero in pace io riderei e canterei tutto  il  giorno. Così non rido mai, non canto mai. Ma quando non
affogare. Come ti voglio bene! E tu, me ne vuoi? Ora tiro  il  filo! e tu rispondi - T'amo. - No, non lo tiro perchè se
come prima, sola sola, contentandosi di veder di lontano  il  visetto birichino de' fanciulli del vicinato, e i voli
sera a cena, Rossella adempí scrupolosamente  il  còmpito di presiedere la tavola in assenza di sua madre; ma
còmpito di presiedere la tavola in assenza di sua madre; ma  il  suo cervello era in fermento per la tremenda notizia che
proprio quando Rossella aveva tanto bisogno di lei? Durante  il  pasto malinconico la voce rumorosa di Geraldo continuò ad
non poteva farne a meno, per quanto fosse tesa ad ascoltare  il  rumore della carrozza che avrebbe annunciato il ritorno di
ascoltare il rumore della carrozza che avrebbe annunciato  il  ritorno di Elena. Certo non direbbe a sua madre che cosa le
della prima tragedia della sua vita, ella desiderava  il  conforto della presenza di sua madre. Si sentiva sempre
sulla ghiaia del viale, ma ricadde a sedere sentendo che  il  veicolo girava dietro alla casa. Non poteva essere Elena,
risata negra. Guardando dalla finestra Rossella vide Pork,  il  quale aveva lasciato la stanza un momento prima, che
salirono le scale del portico posteriore e attraversarono  il  passaggio che conduceva alla casa principale, fermandosi
tanto era priva di rughe la sua immobile faccia bronzea.  Il  sangue indiano era evidente nei suoi lineamenti,
suoi lineamenti, equilibrando le caratteristiche negroidi.  Il  colore rosso della sua pelle, la fronte stretta, gli zigomi
della sua pelle, la fronte stretta, gli zigomi sporgenti e  il  naso arcuato che s'incurvava sulle grosse labbra da negra,
a Rossella la quale non poté fare a meno di ricambiare  il  sorriso. «Dev'essere furba» pensò; e ad alta voce disse: -
di gioia. Dopo sparecchiata la tavola, Gerald riprese  il  suo discorso, ma con scarsa soddisfazione per se stesso e
di guerra immediata e le sue retoriche domande se  il  Sud avrebbe tollerato ulteriori insulti dagli yankees,
era sprofondata nel romanzo di una ragazza che aveva preso  il  velo dopo la morte del suo innamorato e con lagrime
bianca. Súsele, ricamando quello che gaiamente chiamava  il  suo corredo, rifletteva se le sarebbe stato possibile
a parlare di Forte Sumter e degli yankees sapendo che  il  suo cuore era spezzato? Come succede nei giovanissimi, ella
potessero essere cosí egoisti da non pensare a lei e che  il  mondo continuasse a girare malgrado il suo crepacuore. Le
pensare a lei e che il mondo continuasse a girare malgrado  il  suo crepacuore. Le sembrava che il suo cervello fosse stato
a girare malgrado il suo crepacuore. Le sembrava che  il  suo cervello fosse stato percosso da un ciclone, e trovava
fosse cosí tranquilla e immutata da come era sempre.  Il  pesante mobilio di mogano, l'argenteria massiccia, i
domande tonanti del padre, sarebbe sgusciata via attraverso  il  vestibolo buio nello studietto di Elena per piangere sul
studietto di Elena per piangere sul vecchio divano tutto  il  suo dolore. Era quella la stanza che Rossella preferiva in
piantagione, e ad ascoltare i rapporti di Giona Wilkerson,  il  sorvegliante. Quivi anche la famiglia oziava mentre la
in quella stanza, solo con Elena, in modo da poter mettere  il  capo nel grembo di sua madre e piangere in pace. Ma non
sotto le ruote e la dolce voce di Elena che licenziava  il  cocchiere. Tutto il gruppo alzò la testa ansiosamente
e la dolce voce di Elena che licenziava il cocchiere. Tutto  il  gruppo alzò la testa ansiosamente mentre ella entrava
a qualche passo di distanza, con la borsa di cuoio in mano,  il  labbro inferiore sporgente e la fronte bassa. Borbottava
di Geraldo si illuminò al suo entrare. - È battezzato  il  piccolo? - chiese. - Sí, ed è anche morto, povera creatura.
a lei, sgomenti e interrogativi, mentre Geraldo crollava  il  capo filosoficamente. - Beh, è meglio che sia morto il
il capo filosoficamente. - Beh, è meglio che sia morto  il  bimbo; ma senza dubbio il povero padre... - È tardi, è
- Beh, è meglio che sia morto il bimbo; ma senza dubbio  il  povero padre... - È tardi, è meglio che diciamo le
inosservata. Sarebbe stato interessante sapere chi era  il  padre del bambino di Emma Slattery, ma Rossella era sicura
Emma al cader della notte. Giona era Yankee e scapolo, e  il  fatto che egli fosse un sorvegliante metteva una
successo. Elena si era avvicinata al caminetto per prendere  il  suo rosario dalla scatoletta in cui era sempre, quando
con la fronte aggrottata per l'indignazione; e si avviò per  il  vestibolo verso la cucina. - Pork, dire a cuoca di
tornata. Mentre le assi del pavimento scricchiolavano sotto  il  suo peso, il soliloquio che aveva cominciato a borbottare
le assi del pavimento scricchiolavano sotto il suo peso,  il  soliloquio che aveva cominciato a borbottare quando era
un suo metodo per far conoscere esattamente ai suoi padroni  il  proprio pensiero. Era convinta che la dignità dei signori
avanzò per lei e quattro voci la investirono. - Mamma,  il  merletto del mio nuovo abito da ballo è strappato. Vorrei
Vorrei metterlo domani sera alle Dodici Querce: mi fai  il  piacere di aggiustarlo? - Mamma, l'abito di Rossella è piú
e io in rosa sono uno spauracchio. Perché non mette lei  il  mio vestito rosa e mi lascia mettere il suo verde? Lei sta
non mette lei il mio vestito rosa e mi lascia mettere  il  suo verde? Lei sta benissimo vestita di rosa. - Mamma,
di rosa. - Mamma, posso restare alzata domani sera per  il  ballo? Oramai ho tredici anni... - Elena, crederesti...
Zitte, ragazze, altrimenti vi faccio assaggiare  il  mio frustino! Cade Calvert è stato stamattina ad Atlanta e
nel tumulto; per primo ella si rivolse a suo marito, come è  il  dovere di ogni moglie. - Se quei gentiluomini di Charleston
di Savannah, la maggior parte della gente bennata di tutto  il  continente si trovava in quella piccola città marittima;
e come si divertirà la mia piccola melarosa! Non fare  il  broncio, tesoro. Puoi andare al pic-nic, ricordatelo, e
di cena; ma sino a quattordici anni, niente balli. - Dammi  il  tuo abito, Rossella. Rammenderò il merletto dopo la
niente balli. - Dammi il tuo abito, Rossella. Rammenderò  il  merletto dopo la preghiera. - Súsele, non mi piace questo
dopo la preghiera. - Súsele, non mi piace questo tono.  Il  tuo vestito rosa è carino e ti sta bene, come a Rossella
rosa è carino e ti sta bene, come a Rossella sta bene  il  suo. Ma domani sera puoi mettere la mia collana di granate.
Súsele era una sorella noiosa con le sue lamentele e  il  suo egoismo; e se non vi fosse stata la mano di Elena a
andava alla bocca, come se volesse spingere per forza  il  cibo nella gola di Elena, se questa avesse accennato a
capire che cosa metteva in bocca; era troppo stanca. Ma  il  volto implacabile di Mammy la costringeva a inghiottire.
implacabile di Mammy la costringeva a inghiottire. Vuotato  il  piatto e mentre Geraldo era appena a metà delle sue
un pezzo. La lampada, Pork, per favore; e tu, Mammy, dammi  il  mio libro di preghiere. Istigato dal rauco sussurro di
preghiere. Istigato dal rauco sussurro di Mammy, Jack mise  il  suo scacciamosche in un angolo e tolse i piatti, mentre
Mammy frugava nel cassetto della credenza per cercare  il  logoro libro di preghiere di Elena. Pork si avvicinò in
l'angolo della tavola fu brillantemente illuminato mentre  il  soffitto sembrava ritrarsi nell'ombra. Elena si rassettò le
le gonne e cadde in ginocchio sul pavimento, mettendo  il  libro aperto sulla tavola dinanzi a sé e giungendovi sopra
sotto alle ginocchia, in modo che dolessero meno per  il  contatto col pavimento. Carolene, che era piccola per la
a vivi colori, Cora, la cuoca, magra e gialla sotto  il  fazzoletto bianco che portava sul capo, e Jack, istupidito
bianco che portava sul capo, e Jack, istupidito dal sonno,  il  piú lontano possibile dalle dita spietate di Mammy. I loro
una certa soddisfazione ai loro cuori, ed essi chinavano  il  capo cantando le risposte «Kyrie eleison» e «ora pro
aver terminato di pregare per quelli che vivevano sotto  il  tetto di Tara, per suo padre, madre, sorelle, per i tre
Purgatorio» strinse fra le lunghe dita la corona e cominciò  il  rosario. Come il fruscío di un dolce venticello si udiva il
fra le lunghe dita la corona e cominciò il rosario. Come  il  fruscío di un dolce venticello si udiva il mormorio delle
il rosario. Come il fruscío di un dolce venticello si udiva  il  mormorio delle risposte delle gole bianche e di quelle
adesso e nell'ora della nostra morte. Cosí sia». Malgrado  il  suo mal di capo e la sofferenza delle lagrime represse, un
la vista della faccia serena di sua madre rivolta verso  il  trono di Dio, coi suoi angeli e i suoi santi, a chiedere la
Quando Elena parlava col cielo, Rossella era sicura che  il  cielo la ascoltava. Elena terminò; e Geraldo che non
Elena terminò; e Geraldo che non riusciva mai a trovare  il  suo rosario al momento delle preghiere, cominciò a contare
propria coscienza, riconoscere le proprie colpe e pregare  il  buon Dio di averne il perdono e la forza di non piú
le proprie colpe e pregare il buon Dio di averne  il  perdono e la forza di non piú ripeterle. Ma Rossella
e la forza di non piú ripeterle. Ma Rossella esaminava  il  proprio cuore. Lasciò cader la testa sulle mani giunte, in
giunte, in modo che la madre non potesse vederla in viso, e  il  suo pensiero tornò tristemente ad Ashley. Come poteva egli
quanto ella lo amava? Come poteva volontariamente spezzarle  il  cuore? E ad un tratto un'idea le attraversò il cervello
spezzarle il cuore? E ad un tratto un'idea le attraversò  il  cervello come un lampo di luce. «Ma Ashley non sa affatto
mente rimase come paralizzata per un lungo momento durante  il  quale non respirò neppure; quindi prese l'aire. «Come
come amico. Sí, per questo non ha mai parlato! Crede che  il  suo amore sia senza speranza. E perciò aveva l'aria
famiglia sposando Melania. Ma se sapesse che io lo amo...»  Il  suo spirito volubile passò dalla piú profonda depressione
sciocca a non pensare a questo fino ad ora! Debbo trovare  il  modo di farglielo sapere. Non la sposerebbe se sapesse che
dei due era quasi davanti all'altare con un terzo! E  il  fidanzamento di Ashley non era ancora stato neanche
non era ancora stato neanche annunciato! Sí, vi era tutto  il  tempo! Se non vi era amore fra Ashley e Melania, ma
se sapesse che lei, Rossella, lo amava. Doveva trovare  il  modo di farglielo sapere! E ora... Si svegliò bruscamente
la stava guardando con aria di rimprovero. Nel riprendere  il  rituale, aperse un attimo gli occhi e lanciò un rapido
sguardo intorno alla stanza. Le figure inginocchiate,  il  quieto splendore della lampada, l'ombra in cui i negri si
prima le erano sembrati odiosi, presero in un momento  il  colore delle sue nuove emozioni e la stanza le sembrò
Dio. Come sempre fin dall'infanzia, questo era per Rossella  il  momento dell'adorazione per Elena anziché per la Madonna.
Rossella vedeva sempre, attraverso gli occhi chiusi,  il  volto di Elena e non la Beata Vergine mentre si ripetevano
dell'esaltazione del suo spirito, Rossella trovò in tutto  il  cerimoniale, nelle parole mormorate dolcemente, nel
che superava tutto ciò che aveva conosciuto prima. E  il  suo cuore si volse a Dio in sincero ringraziamento perché
cerino, lo accese alla fiamma della lampada e si avviò per  il  vestibolo. Di faccia alla scala era una credenza di noce,
di un primo ciambellano della camera reale che accompagna  il  re e la regina nella camera da Ietto, precedette la
Ietto, precedette la processione per le scale, sollevando  il  lume in alto. Elena lo seguiva al braccio di Geraldo, e
candeliere in mano. Rossella entrò nella sua stanza, posò  il  candeliere sul cassettone e frugò nell'armadio per prendere
Se lo gettò sul braccio e attraversò silenziosamente  il  pianerottolo. La porta della stanza da letto dei suoi
- Bisogna licenziarlo, immediatamente, domani mattina.  Il  grosso Sam è un buon caposquadra e può occuparsi di tutto
- Ah, ah! - era la voce di Geraldo. - Capisco! È  il  bravo Giona che è il padre... - Bisogna licenziarlo.
- era la voce di Geraldo. - Capisco! È il bravo Giona che è  il  padre... - Bisogna licenziarlo. «Dunque è lui il papà del
che è il padre... - Bisogna licenziarlo. «Dunque è lui  il  papà del bambino di Emma Slattery» pensò Rossella. «Sfido!
svestiva, Rossella rifletteva; e quando spense la candela  il  suo progetto per l'indomani era completo in ogni
Nessuno sospetterebbe che ella era stata addolorata per  il  matrimonio di Ashley con Melania; e civetterebbe con tutti
nessuno degli scapoli, dal vecchio Franco Kennedy, che era  il  corteggiatore di Súsele, fino al tranquillo e timido Carlo
al tranquillo e timido Carlo Hamilton, fratello di Melania,  il  quale arrossiva cosí facilmente. Ronzerebbero attorno a lei
la cosa sarebbe stata difficile. Ma se Ashley non faceva  il  primo passo, lo farebbe lei. Quando fossero finalmente
finalmente soli, egli avrebbe ancora dinanzi agli occhi  il  quadro degli altri uomini che le giravano attorno; sarebbe
di sorpresa e di felicità che gli illuminerebbe  il  volto nel momento in cui Ashley avrebbe compreso che ella
io desidero... se Ashley mi ama; e so che mi ama! Sollevò  il  mento e i suoi occhi dalle lunghe ciglia nere brillarono
sono due cose diverse; la vita non le aveva insegnato che  il  correre non sempre significa raggiungere il palio. Rimase
insegnato che il correre non sempre significa raggiungere  il  palio. Rimase nella luce argentea col coraggio che si
e una fresca carnagione sono per lei le armi che vincono  il  destino.
di novembre furono piacevoli per gli abitanti di Tara.  Il  peggio era ormai passato. Ora avevano un cavallo per
per i bianchi e interiora per i negri, quando fosse venuto  il  tempo di uccidere i maiali; e provviste per tutto
La visita ai Fontaine aveva dato forza a Rossella;  il  sapere di avere dei vicini, e che qualcuno degli amici era
che qualcuno degli amici era sopravvissuto, aveva scacciato  il  tremendo senso di solitudine che l'aveva oppressa dopo il
il tremendo senso di solitudine che l'aveva oppressa dopo  il  suo arrivo a Tara. E i vicini - Fontaine e Tarleton - erano
e Tarleton - erano molto generosi nel dividere con Tara  il  poco che avevano. Era tradizione nella Contea che i vicini
Pork a fare degli acquisti sarebbe un rischio poiché  il  cavallo potrebbe essere catturato da yankees o da
catturato da yankees o da confederati. Ma almeno aveva  il  denaro occorrente per comprare, oltre ai vestiti, anche un
cavallo e un carretto. E poi, forse Pork potrebbe compiere  il  viaggio senza esser catturato. Sí, il peggio era ormai
potrebbe compiere il viaggio senza esser catturato. Sí,  il  peggio era ormai passato. Ogni mattina Rossella ringraziava
ormai passato. Ogni mattina Rossella ringraziava Dio per  il  cielo azzurro e il sole caldo, perché ogni giornata di bel
mattina Rossella ringraziava Dio per il cielo azzurro e  il  sole caldo, perché ogni giornata di bel tempo ritardava il
il sole caldo, perché ogni giornata di bel tempo ritardava  il  momento in cui sarebbero stati necessari gli abiti pesanti.
abiti pesanti. E ogni giorno di bel tempo vedeva aumentare  il  cotone immagazzinato nel quartiere degli schiavi: l'unico
balle. Rossella non aveva avuto l'intenzione di raccogliere  il  cotone, anche dopo l'aspra osservazione della vecchia
cucina ad occuparsi del pranzo e Pork nei boschi e presso  il  fiume con trappole per i conigli e le sarighe, e ami per
per i conigli e le sarighe, e ami per pescare. Raccogliere  il  cotone era al disotto della dignità di Pork; ma cacciare e
non avevano davvero lavorato meglio. Melania aveva raccolto  il  cotone velocemente e silenziosamente per un'ora; poi era
Che direbbero i nostri amici se lo sapessero? Se...  il  signor Kennedy venisse a saperlo? Oh, se ci fosse la
e lui non lo permetterà! - Guardati ben dal tormentare  il  babbo con le nostre beghe! - Ti aiuterò io, sorellina - si
Elena era morta, era rimasta taciturna, turbata di vedere  il  mondo mutato, e la necessità di un lavoro continuo. Non
dolcezza e la remissività di Carolene. Questa raccoglieva  il  cotone con diligenza e serietà; ma quando aveva lavorato
nel magazzino, pensava che veramente quella donna valeva  il  suo peso d'oro. - Dilcey - le diceva - quando torneranno i
Rossella si sentiva rianimare man mano che vedeva aumentare  il  quantitativo del cotone. Tara era giunta alla ricchezza
del cotone. Tara era giunta alla ricchezza mediante  il  cotone, come tutti gli Stati del Sud; e Rossella era troppo
era troppo meridionale per non essere convinta che Tara e  il  Sud risorgerebbero. Certo quel cotone non era molto, ma era
cercherebbe di ottenere dal Governo che le rimandassero  il  grosso Sam e gli altri negri-contadini; e se il Governo non
il grosso Sam e gli altri negri-contadini; e se  il  Governo non volesse rilasciarli, allora si servirebbe del
pericolo di incursioni dell'uno o dell'altro esercito.  Il  giorno in cui la guerra fosse finita, una piantagione
lei aveva un po' di cotone, aveva dei viveri, un cavallo, e  il  suo piccolo peculio. Sí, il peggio era passato!
aveva dei viveri, un cavallo, e il suo piccolo peculio. Sí,  il  peggio era passato!
placida musa prosastica, cantava veramente nel mio cervello  il  ritornello beffardo dei miei ricordi di stretto amico di
La commedia dura oramai da dieci anni, e dopo dieci anni  il  più benevolo spettatore può, senz'essere rimproverato di
di soverchia precipitazione, permettersi di formulare  il  desiderio d'abbandonare il teatro. Dieci anni appunto ci
permettersi di formulare il desiderio d'abbandonare  il  teatro. Dieci anni appunto ci separano, giorno più, giorno
supplementare molto completo e molto accelerato. Sebbene  il  programma fosse anche qui carico e svariato, il giovane
Sebbene il programma fosse anche qui carico e svariato,  il  giovane principe, che già sopportava con leggerezza, come
sono evidentemente per tutti gli studiosi delle preferenze.  Il  principe ereditario di Fantasia aveva, a Londra, una
eroicomico in prosa e mentre risalivo verso casa mia,  il  suono di una fanfara mi raggiunse portato dal vento della
s'avvicinò, poi si tacque per cedere a un rullio di tamburi  il  piacere di destare a mezzo sonno una città addormentata. E
rozza tela, silenzio della città vuota e chiusa. Riconobbi  il  ritmo caratteristico d'un reggimento in marcia. L'eco dei
della via ove io m'ero soffermato. Era evidentemente  il  primo reggimento della guarnigione di Effemeris che partiva
di Effemeris che partiva per la guerra. Visto da lontano  il  reggimento. in marcia era la montagna russa di duemila
che pesavano su la testa dei fantaccini. Passò cosi  il  gruppo dei tamburi, passò la fanfara, la musica, passarono
passò la fanfara, la musica, passarono gli zappalori,  il  cavallo bianco del colonnello, il primo battaglione ed ecco
passarono gli zappalori, il cavallo bianco del colonnello,  il  primo battaglione ed ecco tra il primo ed il secondo
bianco del colonnello, il primo battaglione ed ecco tra  il  primo ed il secondo battaglione, chiusa in un gruppo di
colonnello, il primo battaglione ed ecco tra il primo ed  il  secondo battaglione, chiusa in un gruppo di ufficiali, la
che andavano a battersi. E mentre la bandiera passava io ed  il  cocchiere d'una carrozza da piazza che stazionava lì presso
dormivano pacificamente dentro le case chiuse pregustando  il  piacere di far la guerra da grandi strateghi, tra qualche
marmo, dietro le trincee aromatiche d'una tazzina di caffè.  Il  reggimento era passato ed io avevo ripreso il mio cammino
di caffè. Il reggimento era passato ed io avevo ripreso  il  mio cammino verso casa. Senonchè casa mia è situata in tal
corte che erano tutti vuoti e dove io avevo libero accesso,  il  corpo di ballo annamita eseguiva le sue più irresistibili
annamita eseguiva le sue più irresistibili evoluzioni e  il  teatro crollava dagli applausi. Tutt' il fior fiore della
evoluzioni e il teatro crollava dagli applausi. Tutt'  il  fior fiore della società di Effemeris era lì, ingioiellato
guerra in pieno secolo ventesimo dormiva filosoficamente  il  suo più bel sonno.
pensione di Chiaia. In un angolo del salone, la padrona e  il  capitano Borise giocavano a scopa; in torno alla tavola del
Bencini fumava una sigaretta su 'l terrazzo che guardava  il  mare. Un grande orologio di bronzo, su 'I caminetto, sonò
'I caminetto, sonò lentamente i tre quarti e poi le undici.  Il  capitano, alzato il capo dal giuoco fissò l'orologio e poi
i tre quarti e poi le undici. Il capitano, alzato  il  capo dal giuoco fissò l'orologio e poi la signora Alford. -
anche a me, corpo d'un cane! — pensò con dispetto  il  conte. Ma la madre si mostrava perfettamente tranquilla. -
di San Teodoro, non ho timore che le accada nessun guaio.  Il  conte sospirò più forte, e forse questa volta il suo
guaio. Il conte sospirò più forte, e forse questa volta  il  suo sospiro era una protesta contro gli usi americani,
vasca e trofeo interamente fatti di gardenie, per simulare  il  marmo; e in vece del getto d'acqua una cascata di rose
di questo genere! - Di questo valore! — corresse  il  capitano. - Tanto più — continuò — che i napoleoni non gli
spendere come se ci avesse un milione. Contessa Lara. 21  Il  conte Sampieri gongolava in silenzio; e dopo aver con voce
molto soddisfatto di sè e delle proprie avventure galanti.  Il  mattino seguente, il brav'uomo s'alzò e uscì innanzi
sè e delle proprie avventure galanti. Il mattino seguente,  il  brav'uomo s'alzò e uscì innanzi giorno, nè si fece più vivo
vera settentrionale ch' ella era, intendeva tutto, fuor che  il  digiuno. - Oggi... io... oggi... vede... ho anche meno
non può andar avanti. Emma, my darling, alzati e senti se  il  signor conte ha la febbre — ordinò alla figliuola; poi si
tanto che la giovanetta, con un sorriso birichino, tastava  il  polso del vecchio, che le abbandonava la mano, guardandola
beatamente fisso, di sopra le lenti. — No, no, miss Emma,  il  conte non ha febbre — insinuò con rispettosa confidenza San
febbre — insinuò con rispettosa confidenza San Teodoro. —  Il  conte è innamorato, come diceva benissimo ieri la signora
gli altri risero meno rumorosamente; ma in quella che  il  capitano apriva bocca per lasciarne andare qualcuna delle
nella stanza, in tanto che Emma, a cui s'univano la madre e  il  capitano, badava a colmar di dolci rimproveri e di
rimproveri e di effusioni di gratitudine l'ufficialino:  il  quale si difendeva, in vano, giurando su tutti i toni e in
tutti i modi ch'egli non ne intendeva una buccicata. Quando  il  cicaleccio si fu alquanto acquetato, Emma andò a posar la
queste premure senza parole... — e seguitando ad aspirare  il  profumo acuto, mormorò: — I bellissimi fiori dovranno
acuto, mormorò: — I bellissimi fiori dovranno appassire, ma  il  ricordo resta.... L'avvocato guardava fisso fisso il suo
ma il ricordo resta.... L'avvocato guardava fisso fisso  il  suo amico. — Che diamine faccio io? — gridò il tenente
fisso fisso il suo amico. — Che diamine faccio io? — gridò  il  tenente guardando l'orologio - M'ero assolutamente
la sciabola che aveva deposta in un canto, e affibbiandosi  il  cinturino, salutava in fretta e furia la società; poi volò
afferrando una manata dei tralci di rose che figuravano  il  getto della fontana, senza udir un grido soffocato d'ira e
di dolore del povero conte Sampieri — a cui nessuno, tranne  il  Bencini, badava — corse al balcone e buttò i fiori nella
via San Teodoro. Quando la fanciulla rientrò nella sala,  il  vecchio n'era scomparso. L'amico si mise in cerca di lui
insieme; e finalmente, dopo più d'un'ora di palpiti, trovò  il  conte dentro la Villa, solitariamente accasciato sur una
che quell'animale si sarebbe appropriato così tutto  il  merito?... mentre son io che ho regalato il mazzo ad Emma;
così tutto il merito?... mentre son io che ho regalato  il  mazzo ad Emma; io, io, non già lui! - Me lo figuravo, non
- Intendo di farla mia moglie, capisci? — dichiarò  il  conte risoluto. - La passione, eh? dà ogni scaltrezza, e io
mute sieno state soltanto buone ad avvantaggiare  il  tuo rivale, il bel Totò.... - Bencini, non mi nominar mai
sieno state soltanto buone ad avvantaggiare il tuo rivale,  il  bel Totò.... - Bencini, non mi nominar mai più quello
su 'l tuo onore che domattina stessa andiamo via di qui. Ma  il  conte era nello stato acuto della passione. Partire!
Partire! Partire ora proprio ch'egli aveva trovato  il  modo di conquistare il paradiso? No, no, e poi mille volte
ora proprio ch'egli aveva trovato il modo di conquistare  il  paradiso? No, no, e poi mille volte no, che non partiva! E
di sè per la stizza che gli faceva l'ostinazione del conte,  il  Bencini protestò energicamente su 'l proprio intervento in
con gli occhi pieni di lagrime, quando s'accorse che  il  cervello del suo vecchio amico ci andava di mezzo, si calmò
ascoltò con pazienza i progetti di lui, e gli promise  il  suo appoggio a conseguirne l'adempimento. Poco dopo
lumi; una gran folla si pigiava su' marciapiedi e, benché  il  freddo fosse intenso, più d'una testolina di fanciullo
mostra delle forme di cacio d'ogni paese e d'ogni colore:  il  Gruviera gialliccio e butterato come la faccia d'un
gialliccio e butterato come la faccia d'un vaioloso,  il  Gorgonzola verdognolo, l'Olanda in palle rossiccie;
specie se sono stati buoni e ubbidienti. Quella sera,  il  signor Giovanni de' Rivani si lasciava anch'egli attirare
contento che gli ci mancassero poche ore alla partenza.  Il  giorno di Natale, a Dio piacendo, egli si sarebbe ritrovato
Che feste nella sua casa! Quando gli affari da cui dipende  il  benessere de' propri cari l'esigono, bisogna sacrificarsi
senza esitazione e senza lamenti; così aveva fatto  il  signor de' Rivani, per concludere una combinazione assai
milione che gli sarebbe entrato in cassa. Ma, intanto,  il  tempo passato senza la moglie e la figliuola gli era parso
che benediceva dal profondo dell'anima. La Marietta era  il  suo immenso amore. Figlia unica di genitori ricchi, ella
cucina, s'affrettassero a contentarla. Era lei che ordinava  il  dolce al cuoco; lei che indicava al cocchiere l'ora
al cuoco; lei che indicava al cocchiere l'ora d'attaccare e  il  luogo dove far la passeggiata insieme alla governante; lei
la Marietta a soddisfare ogni fantasia che le passa per  il  capo, ne facciamo per adesso una capricciosa e per
adesso una capricciosa e per l'avvenire una disgraziata.  Il  signor de' Rivani non dava importanza a quei saggi
non era cattiva, ma, appunto, soltanto capricciosina,  il  giudizio le sarebbe venuto con gli anni. E tranquillo, dopo
ammodo. Precisamente in quella antivigilia di Natale  il  signor Giovanni aveva ricevuto lettere da casa; e due
bella cosa» da Milano. Dimenticarsene? Era possibile? -  Il  tenero babbo aveva piene zeppe le valigie di belle cose per
d'un castagno a riflessi rossastri, ch'erano, a dir  il  vero, la più grande bellezza della bimba; poi un ventaglio
una scatola da lavoro; poi... non lo sapeva neanche lui,  il  babbo, tutto quello che aveva comprato. Senza avvedersene,
fuori la lingua. Tutti scoppiavano a ridere. Piaceva anche  il  cane barbone che sonava l'organetto, voltando la testa ora
la testa ora a destra ora a manca, mentre accompagnava  il  valzer con un abbaiamento che voleva essere un canto. Non
che voleva essere un canto. Non meno originale sembrava  il  vecchietto con una veste da
e ai rischi a cui doveva esporre la sua testa bionda e  il  suo corpo fiero, col pericolo di essere da un istante
Era seduta sul divano del salotto, tenendo in grembo  il  suo dono di commiato, aspettando che egli avesse salutato
salutato Melania e pregando Dio che scendesse solo, che  il  cielo le accordasse qualche minuto con lui. Aveva le
ma la casa era stranamente silenziosa, sicché perfino  il  suo respiro le sembrava troppo percettibile. Zia Pitty
là dentro da un secolo; ed ella calcolò amaramente che  il  giovine maggiore prolungava gli addii a sua moglie: i
gli addii a sua moglie: i momenti passavano veloci e  il  suo tempo era misurato. Ricordò tutto ciò che aveva avuto
che forse non l'avrebbe mai. Tante cose, e non vi era piú  il  tempo! Anche i pochi minuti che rimanevano le sarebbero
si chiudeva ed egli era solo con Melania. Non una volta  il  suo sguardo aveva detto a Rossella qualche cosa di piú di
ancora. In questo caso, se egli morisse, le rimarrebbe  il  conforto del suo segreto amore sino alla fine dei suoi
ogni gradino. Entrando in salotto, aveva gli occhi cupi e  il  viso pallido come se il sangue fosse affluito ad una ferita
in salotto, aveva gli occhi cupi e il viso pallido come se  il  sangue fosse affluito ad una ferita interna. Ella si alzò
scorgendolo, e pensò con orgoglio di proprietaria che era  il  piú bel soldato che si potesse vedere. La cintura e la
cintura e la fondina erano lustre; gli sproni d'argento e  il  fodero della sciabola scintillavano dopo l'industriosa
- dono di Melania - non andava alla perfezione, perché  il  sarto aveva lavorato troppo in fretta; ma se anche avesse
- posso accompagnarvi al treno? - No, vi prego. Vi saranno  il  babbo e le sorelle. E comunque, preferisco ricordarvi
un regalino per voi. Un po' intimidita, ora che era venuto  il  momento di darglielo, aperse il pacchetto. Era una lunga
ora che era venuto il momento di darglielo, aperse  il  pacchetto. Era una lunga sciarpa gialla, di seta cinese,
la settimana ella aveva pazientemente disfatto tutto  il  ricamo, e aveva tagliato una striscia in tralice per fare
gli aveva regalato l'abito nuovo; ma questa sciarpa era  il  suo dono, il segreto guiderdone che egli porterebbe in
regalato l'abito nuovo; ma questa sciarpa era il suo dono,  il  segreto guiderdone che egli porterebbe in battaglia,
di un passo e lo guardò con orgoglio, pensando che neanche  il  generale Stuart, con la sua sciarpa fluttuante e la piuma
sciarpa fluttuante e la piuma sul cappello, era bello come  il  suo cavaliere. - Bellissima - ripeté Ashley giocherellando
cose. - Oh, Ashley, io... Stava per dire: «avrei tagliato  il  mio cuore per darvelo», ma invece finí la frase cosí:...
di bello, di grandioso! Fu presa dall'ira. Quel momento era  il  suo momento con Ashley, suo soltanto. E benché Melania
bene come a una sorella. Rossella, è un tormento per me  il  pensiero che se io fossi ucciso, Melly non avrebbe nessuno
gola perché sapeva che se gli fosse accaduto qualche cosa,  il  mondo sarebbe finito. Ma sempre aveva avuto il
cosa, il mondo sarebbe finito. Ma sempre aveva avuto  il  presentimento che, anche se l'esercito confederato fosse
spazzato via, Ashley sarebbe salvo. Ed ora... ora sentiva  il  cuore batterle violentemente e si sentiva presa da un
come quella di un uomo che sente sulla sua spalla  il  tocco della mano gelida. - Non dovete dir questo! Neanche
voce era una malinconia è una rassegnazione che aumentarono  il  suo terrore e la sua delusione. - Non so che cosa sarà di
credo che gli yankees ci batteranno. Gettysburg è stato  il  principio della fine. Molti ignorano... Ma sono tanti gli
Rossella. E non possiamo lottare contro tutto  il  mondo. Ella pensò: «crolli la Confederazione, finisca il
il mondo. Ella pensò: «crolli la Confederazione, finisca  il  mondo, purché tu non muoia! Non potrei vivere se tu
come potrei resistere? Gli occhi di lei cercarono  il  suo volto con gioia, perché ella credeva di comprendere che
di comprendere che la separazione da lei gli spezzava  il  cuore. Il volto di lui era cupo come quando era sceso dalla
che la separazione da lei gli spezzava il cuore.  Il  volto di lui era cupo come quando era sceso dalla camera di
riuscí a decifrare nulla. Egli si chinò un poco, le prese  il  volto fra le mani, la baciò lievemente in fronte. -
Rossella! Siete cosí bella, forte e buona. Bella non per  il  vostro visino cosí dolce, ma per tutta voi stessa, per il
il vostro visino cosí dolce, ma per tutta voi stessa, per  il  vostro spirito e la vostra anima. - Oh Ashley - bisbigliò
Questo secondo crollo delle sue speranze fu più di quanto  il  suo cuore potesse sopportare. Ella sedette, con un «oh!» di
treno. - Addio - mormorò piano Ashley. Prese dalla tavola  il  feltro a larghe tese che essa si era procurato facendo
si era procurato facendo delle moine a Rhett e si avviò per  il  vestibolo semibuio. Con la mano sulla maniglia della porta
sua figura. Attraverso una nebbia di lagrime ella scorse  il  suo viso e, con uno strazio che la soffocava, sentí che
senza aver detto le parole che ella anelava di udire.  Il  tempo era passato ed ora era troppo tardi. Ella corse
era passato ed ora era troppo tardi. Ella corse attraverso  il  salotto ed afferrò i lembi della sua sciarpa. - Baciatemi -
collo. Per un attimo incommensurabile, egli strinse al suo  il  corpicino di lei. Quindi ella sentí i suoi muscoli
i suoi muscoli irrigidirsi; e, lasciando cadere a terra  il  cappello, egli staccò vivamente le morbide braccia dal suo
a pulirvi le scarpe e cucinare per voi e strigliare  il  vostro cavallo... Ashley, dite che mi amate! Vivrò di
mio ultimo giorno! Egli si chinò rapidamente a raccogliere  il  suo cappello, ed ella scorse di sfuggita il suo viso: il
a raccogliere il suo cappello, ed ella scorse di sfuggita  il  suo viso: il piú infelice che ella avesse mai visto, ma da
il suo cappello, ed ella scorse di sfuggita il suo viso:  il  piú infelice che ella avesse mai visto, ma da cui era
ogni senso di distanza. La sua espressione rivelava  il  suo amore per lei, e la sua gioia che anche lei lo amasse,
alberi fronzuti era buia sotto un cielo trapunto di stelle.  Il  rumore si avvicinò: cigolar di ruote, scalpitar di cavalli
ve l'insegnerò. - Sarò molto lieto di impararla - rispose  il  suo compagno, nella cui voce strascicata si sentí un riso
afferrato al cancello, gettò indietro la testa e cominciò  il  «lamento» con voce di basso profondo. Rossella appoggiò i
dei versi che dicevano: «Lontana è la terra ove dorme  il  suo giovine eroe, Vicini le sono i sospiri d'amore...» La
Alla fine della canzone le due ombre si fusero, percorsero  il  viale e salirono i gradini. Un colpo discreto alla porta.
Pork sapeva come trattarlo. Si chiuse la vestaglia sotto  il  mento, accese la candela e si affrettò per le scale e per
mento, accese la candela e si affrettò per le scale e per  il  vestibolo. Posando la candela sulla cassapanca, aprí la
fuori posto, che sorreggeva suo padre piccolo e tondo.  Il  lamento era stato evidentemente il canto del cigno di
padre piccolo e tondo. Il lamento era stato evidentemente  il  canto del cigno di Geraldo, il quale ora era completamente
era stato evidentemente il canto del cigno di Geraldo,  il  quale ora era completamente abbandonato fra le braccia del
abbandonato fra le braccia del suo compagno. Gli era caduto  il  cappello e i lunghi capelli crespi erano scompigliati come
come una bianca criniera. Aveva la cravatta tutta storta e  il  davanti della camicia era macchiato di liquore. - Vostro
era macchiato di liquore. - Vostro padre, credo? - disse  il  capitano Butler i cui occhi brillavano gaiamente nel volto
- Portatelo dentro - replicò ella brevemente, confusa per  il  suo abbigliamento e furibonda contro Geraldo che la
Figuriamoci che cosa avrebbero pensato Pitty e Melly se  il  capitano Butler fosse salito di sopra! - No, per l'amor di
gambe di Geraldo. - Vi prego, ora andate. Butler attraversò  il  vestibolo buio e raccolse il cappello che aveva lasciato
ora andate. Butler attraversò il vestibolo buio e raccolse  il  cappello che aveva lasciato cadere sulla soglia. - Vi vedrò
la testa fra le mani come se si volesse spremere  il  cranio. Alzò gli occhi furtivamente sentendola entrare. A
- Venire a casa a quell'ora e svegliare tutto  il  vicinato col tuo canto! - Ho cantato? - Eccome! Hai
Ho cantato? - Eccome! Hai svegliato tutti gli echi cantando  il  «lamento». - Non me ne ricordo affatto. - I vicini se ne
partita? - Quel ragazzaccio di Butler sosteneva di essere  il  miglior giocatore di poker in... - Quanto hai perso? -
movimento fosse una sofferenza, Geraldo trasse di tasca  il  portafogli e lo aperse. Era vuoto; ed egli lo guardò con
roba del blocco per la mamma; ed ora non ho piú neanche  il  denaro per pagare il viaggio di ritorno. Nel guardare con
la mamma; ed ora non ho piú neanche il denaro per pagare  il  viaggio di ritorno. Nel guardare con indignazione il
pagare il viaggio di ritorno. Nel guardare con indignazione  il  portamonete vuoto, alla mente di Rossella balenò un'idea
che mi scoppia? - Venire a casa ubbriaco con un uomo come  il  capitano Butler, e cantare con tutta la forza dei tuoi
cantare con tutta la forza dei tuoi polmoni e perdere tutto  il  tuo denaro! - Quell'uomo è troppo abile alle carte per
Egli... - Che dirà la mamma quando lo saprà? Geraldo alzò  il  capo con improvviso spavento. - Non andrai a dirlo alla
spavento. - Non andrai a dirlo alla mamma per farle fare  il  sangue cattivo, eh?! Rossella non rispose ma strinse le
Gattina, gattina, non essere offesa di quello che ha detto  il  tuo povero vecchio babbo, che non ne pensava una parola e
acquavite? Rossella si volse e attraversò in punta di piedi  il  vestibolo silenzioso per recarsi in sala da pranzo a
perché Pittypat ne prendeva sempre un sorso, quando  il  suo cuore delicato la faceva svenire - o fingere di
svenire - o fingere di svenire. Sul suo volto era scritto  il  trionfo e non vi era traccia di vergogna per il trattamento
era scritto il trionfo e non vi era traccia di vergogna per  il  trattamento poco filiale usato verso Geraldo. Ora, se
dei liquori e rimase un istante con la bottiglia e  il  bicchiere stretti contro il suo petto. Ebbe una lunga
un istante con la bottiglia e il bicchiere stretti contro  il  suo petto. Ebbe una lunga visione di picnic sulle acque
dispiaceva piú andarvi. Gli uomini si lasciano menare per  il  naso cosí volentieri quando sono stati ammalati! Cadono ai
alla gente I'amore delle azioni grandi e gloriose e  il  rispetto della virtù e della bellezza. La Giulia ascoltava,
chi soffre. Quando la Marietta s'era scordata di lei per  il  puledro, ecco che ad amarla con tutto il cuore e tutta
di lei per il puledro, ecco che ad amarla con tutto  il  cuore e tutta l'anima era venuta Camilla, creatura piena di
soltanto un ricordo lontano e confuso; ma, per la Giulia,  il  sentire ch'ella non si trovava completamente sola al mondo,
sola al mondo, era pure una gran dolce cosa; e  il  cuore, povero cuore nascosto nella segatura, le si
imprigionata, e la poca luce che lo schiarava di sbieco, e  il  ribrezzo che le mettevano tutte le cose in torno per la
mettevano tutte le cose in torno per la muffa, la polvere,  il  vecchiume, la sudiceria? L'affetto del suo compagno di pena
allegra casa de' Rivani, col disamore della Marietta e  il  suo triste tradimento! Meglio finir cosi all'oscuro,
 Il  cardinale Riario Sforza venne esaltato alla sede
mesi dopo la morte di Caracciolo, suo predecessore, e dopo  il  vicariato di Savarese. Troppo giovine ancora per tale
e di costumi sdrucciolevoli anzi che no, aveva ottenuto  il  governo di quella chiesa mercè l'intervento suo zio, il
il governo di quella chiesa mercè l'intervento suo zio,  il  quale in quel secolo d'oro del papato disponeva a suo
tenuto in tutto quel semestre nella piccola Sede d'Aversa.  Il  pontefice Gregorio se ne morì, poco dopo aver fatto questo
era non pure liberale di fatto, ma, ad esempio di Aristide  il  giusto, voleva altresì farsi conoscere per tale. Già da
Pigmalioni d'Italia; già questi popoli afflitti riaprivano  il  cuore a legittime aspirazioni; già si parlava d'un
fu spedita a Roma la mia domanda di poter lasciare  il  cenobio. Il cardinale Riario, bramoso negli esordi del suo
spedita a Roma la mia domanda di poter lasciare il cenobio.  Il  cardinale Riario, bramoso negli esordi del suo governo di
apparire zelante prelato, era venuto più volte a visitare  il  nostro monastero. Dopo di essersi trattenuto lunga fiata
chiamare la vera superiora, poichè nulla poteva farsi senza  il  suo consenso, era stato ogni volta salutato dall'intera
Racchiusa nel mio silenzio aveva osservato che gli mancava  il  meglio: l'istruzione. Era evidente che il tempo, speso
che gli mancava il meglio: l'istruzione. Era evidente che  il  tempo, speso dallo scopone in Roma, era stato impiegato in
ne aveva però l'arguzia e la prontezza che danno al frizzo  il  vantaggio dell'opportunità: per un mauvais plaisant tra
nell'Eterna Città, abbia egli ritenuto in mente ben poco:  il  modo, cioè, di coniugare il presente e futuro d'un solo
ritenuto in mente ben poco: il modo, cioè, di coniugare  il  presente e futuro d'un solo verbo: del verbo amare. Tale
- Quanto è dotto ed istruito! da quella bocca scorre  il  miele! - Io diceva tra me: - Egli non ha imparato che a
Eminenza un'interminabile litania di complimenti, mentre  il  pesce faceva grondar sudore dalla fronte del portatore.
ne giubbilavano, e quelle di loro che si appropriavano  il  complimento facevano a gara a proporre in favor del
in livrea più lauta la mancia. Giunse in quel mentre  il  ragioniere. "Sapete, Don Giuseppe, che il cardinale ci
in quel mentre il ragioniere. "Sapete, Don Giuseppe, che  il  cardinale ci manda un altro dono più magnifico del primo?
comunità." "Davvero!" sclamò con un salto d'allegrezza  il  ragioniere. "E cosa vi manda?" "Un pesce!.... ma che pesce!
leste leste tirarono l'ingente storione presso la porta.  Il  ragioniere si pose gli occhiali, lo guardò dal capo alla
buona! È un pesce che non si mangia!" "Ma, se l'ha portato  il  cameriere dell'altra volta!" soggiunsero le monache. "Ho
tutte stavano ancora sclamando: Gesù! Gesù! sopravvenne  il  pescatore dalla vicina piazza del Purgatorio, il quale,
il pescatore dalla vicina piazza del Purgatorio,  il  quale, gettato uno sguardo sul regalo, gridò: "È un vitello
"ve l'ho ben detto io che è un mostro da museo!" Figuratevi  il  dispetto delle monache, massimamente di quelle che si erano
monache, massimamente di quelle che si erano appropriate  il  complimento! - Fatto sta, che la burla giunse all'orecchio
Fatto sta, che la burla giunse all'orecchio del cardinale,  il  quale comprese che la galanteria costava più cara in Napoli
Le altre aspettavano impazienti di essere, secondo  il  solito, chiamate alla sua presenza. Furono invece dati al
"Il cardinale vuole parlarti," mi disse. Balzommi  il  cuore: la mente mi ricorse subito alla domanda di assenza,
di assenza, da già due mesi inviata alla Santa Sede.  Il  cardinale era solo, e stavasi adagiato sul seggiolone. Al
nei medici: chi più, chi meno, sono tutti impostori." "Ma  il  mio era giurato." "Tutti miscredenti, tutti spergiuri,
acciocchè io ne verifichi l'esposto e dia conseguentemente  il  mio voto. Ora, per non permettere che vi pasciate di vane
che vi pasciate di vane speranze, debbo dichiararvi che  il  mio voto è contrario; lasciate ogni speranza di uscire!"
l'affare del chierico." Io conosceva appieno la parte che  il  cardinale aveva presa in quell'argomento. A siffatta
A siffatta rimembranza, destata da lui stesso,  il  sangue mi rifluì nella faccia, e gli volsi un'occhiata di
una monaca, qual voi siete? Nondimeno l'idea di lasciare  il  chiostro è assurda: bisogna deporla." Fredda e impavida,
Fredda e impavida, gli dissi non credere che Iddio e  il  Santo Padre, e Sua Eminenza avessero di comune accordo
nè ti nascondere, come hai fatto finora, e dammi inoltre  il  contento di sentire, che hai discacciata dal cuore la
era stato concesso quello che or veniva vietato a me.  Il  canonico tentava invano di rattemprarmi il cruccio; non fu
vietato a me. Il canonico tentava invano di rattemprarmi  il  cruccio; non fu possibile. Io mi abbandonava alla più
Riario venne più di frequente al monastero. Ogni volta che  il  campanello chiamava la comunità al parlatorio, io mi
in atto affabile, affine di ispirarmi fiducia, si terse  il  sudor del volto colla pezzuola di batista, poscia
pareti ciò che fate per tante ore sola nella vostra stanza.  Il  confessore non deve internarsi in tutto?" "Leggo,
mi era balenata alla monte la memoria di mio padre. -  Il  cardinale proruppe in un riso mefistofelico, e disse:
Quest'ultimo tratto esaurì la mia pazienza. Afferrato  il  lembo dello scapolare, "Con quest'abito abborrito da
per forza d'avverso destino." "Non posso," ripetè più volte  il  cardinale, rinforzando ad ogni passo il tuono. "Per ora,"
ripetè più volte il cardinale, rinforzando ad ogni passo  il  tuono. "Per ora," soggiunse, "sto per ripartire alla volta
l'abbattimento mio andava crescendo di giorno in giorno, ed  il  cervello cominciava realmente a risentirsene. Io
soltanto a quanti avevano fatta la professione dopo  il  Breve; finalmente si cessò di parlare su tale argomento. -
di uscire per soli sei mesi, riservandomi di rinnovare  il  permesso al termine di questo periodo, e di passare da
da quello in altro chiostro, nel caso che negate mi fosse  il  prolungamento. La capricciosa repulsa, l'avermi ricusato
in gius canonico, seppi che conveniva anzi tutto mandare  il  reclamo prima che fosse spirato il quinto anno della
anzi tutto mandare il reclamo prima che fosse spirato  il  quinto anno della professione: che bisognava poi provare la
Questi ragguagli mi sconcertarono. Prossimo a spirare era  il  quint'anno della mia professione..... E poi, la curia di
priva di protettori......? E poi, dove mi sarei procacciata  il  denaro necessario per spedire personalmente l'avvocato a
per non cadere nella prescrizione, deliberai di mandare  il  ricorso alla curia napoletana; e così feci, mettendo in
di scrivere a dirittura al Santo Padre, affine di aprirgli  il  mio cuore, manifestargli le mie disposizioni con filiale
disastrose e fatali circostanze. - Per rendere inviolabile  il  segreto della relazione, immaginai di premettere a
della relazione, immaginai di premettere a quell'istanza  il  confiteor, orazione la quale, come ben si sa, precede la
quale, come ben si sa, precede la confessione auricolare.  Il  cardinale era frattanto ritornato da Roma. Venuto al
volle trovarsi di bel nuovo a quattr'occhi con me. Inaugurò  il  colloquio facendomi dono di una corona benedetta, portata
e chiese in ricambio un qualche lavoretto di mia mano.  Il  regalo mi parve di cattivo augurio. Più bramosa della mia
mentre si fece innanzi l'abbadessa e saputo dal cardinale  il  mio rifiuto, torse sdegnata il viso. "Il lavoro sarà fatto
e saputo dal cardinale il mio rifiuto, torse sdegnata  il  viso. "Il lavoro sarà fatto immancabilmente," disse in
più ch'io non immaginassi, le autorità; e che tra  il  Riario, la badessa e il confessore regnava su tal proposito
immaginassi, le autorità; e che tra il Riario, la badessa e  il  confessore regnava su tal proposito un'intelligenza non
io era stata trasferita a quello di panettiera,  il  cardinale venne a recarmi le sue congratulazioni (!), e di
- Egli ebbe la stessa negativa. Dovette più tardi visitare  il  convento per affari della comunità. Disbrigata la faccenda
a parte; quindi, uscito sul terrazzo, e scorto lì di faccia  il  Vesuvio colle adiacenti colline e coll'ameno paesaggio che
vostra stanza! che immenso orizzonte! questa vista solleva  il  cuore e edifica lo spirito!.... E voi volete lasciarla!"
risposi, "non fa che rendere più sospirato al prigioniero  il  bene della libertà." "Ma voi siete libera quanto basta: chi
con un sorriso. M'intese, si tacque, e partì. Era quello  il  tempo de' monsignori Apuzzo, de' Pietrocola, de' Del
de' monsignori Apuzzo, de' Pietrocola, de' Del Carretto;  il  tempo, in cui a furia di sofismi erasi elevata a dignità
sofismi erasi elevata a dignità d'assioma la dottrina, che  il  popolo delle Due Sicilie, troppo felice nello stato
pecorina in cui viveva, non dovesse punto correre  il  rischio di restarne defraudato col cercar di spingere le
di monsignor Apuzzo? Potevano l'oscurantismo clericale e  il  dispotismo borbonico lasciarsi addietro un monumento più
aveva spedita la lettera al Santo Padre, mi venne incontro  il  confessore tutto contristato, e di pessimo umore. Veniva
rimessa tal quale originalmente al cardinale arcivescovo! E  il  segreto epistolare? - Violato! E il sigillo della
arcivescovo! E il segreto epistolare? - Violato! E  il  sigillo della confessione? - Infranto! Sua Eminenza voleva
- Infranto! Sua Eminenza voleva sapere dal canonico  il  come, il quando, il perchè avesse costui permesso che tale
Infranto! Sua Eminenza voleva sapere dal canonico il come,  il  quando, il perchè avesse costui permesso che tale scritto
Sua Eminenza voleva sapere dal canonico il come, il quando,  il  perchè avesse costui permesso che tale scritto fosse stato
procellosa passione mi avesse suggerito tale spediente.  Il  canonico asserì di non saperne nulla: almeno così mi disse.
non rivelargli, se non le mere infrazioni alla disciplina.  Il  cardinale, saltato in collera per questo tratto novello di
l'ultima mia speranza di vedere prossimamente terminato  il  mio purgatorio. Se non che, in luogo di quelle illusioni,
nel sepolcro, ove chiuso da già ventisett'anni giacevasi,  il  genio dell'italica libertà scuoteva dal crine la polvere
Era  il  primo giorno ch'egli s'alzava dal letto. Aveva fatto un
presso la soglia della finestra, distante pochi passi, dove  il  piccolo giardino presentava, nel quadrato dello stipite
di voci e di risa: da ch'era vicina l'ora del desinare.  Il  malato fissava tutto con la meraviglia di chi tornasse alla
di marsala, ch'egli avidamente inghiottiva. Fu sonato  il  campanello. - Non voglio visite, veh! — ordinò il
Fu sonato il campanello. - Non voglio visite, veh! — ordinò  il  convalescente, riappoggiando la testa alla poltrona,
ch'erasi fatta trascinare lì accanto alla finestra. Ma  il  soldato tornò d'un balzo: era pallidissimo. – Signor
intorno alla testolina bionda. - Nina! O mia Nina! - gridò  il  tenente, rizzandosi in piedi e correndo a buttarsi al collo
— Ma avvedendosi d'improvviso che la suora di carità e  il  soldato di marina stavan lì attoniti guardando la scena, il
il soldato di marina stavan lì attoniti guardando la scena,  il  convalescente ordinò brusco, col suo piglio da superiore: -
l'una evocante l'immenso oceano e le sue tempeste; l'altra  il  piccolo chiostro tutto silenzio: i soli luoghi capaci di
chiedendo stupidamente che cosa dovevano fare. Guardò verso  il  salotto; vide zia Pitty e Lydia che si tenevano le mani in
aspra la sua voce e le facevano stringere i pugni.  Il  pensiero di dover parlare di Melania, di dover dare le
Vedere l'impresario delle pompe funebri e disporre per  il  funerale, far pulire la casa e parlare con le persone che
Aveva bisogno di esser sola. Doveva piangere, altrimenti  il  suo cuore scoppierebbe. Richiuse la porta dietro di sé;
se non di qualche goccia che ogni tanto cadeva dai rami.  Il  mondo era avvolto in una caligine densa, una nebbia fredda
in cui danzava un pulviscolo d'oro. Era come se tutto  il  mondo fosse avvolto in una coperta immobile di fumo grigio.
avvolto in una coperta immobile di fumo grigio. E tutto  il  mondo era silenzioso. Appoggiò il capo a una delle colonne
di fumo grigio. E tutto il mondo era silenzioso. Appoggiò  il  capo a una delle colonne del porticato, pronta a piangere;
le lagrime non vennero. Era un dolore troppo profondo per  il  pianto. Il suo corpo tremò. La sua mente sentí nuovamente
non vennero. Era un dolore troppo profondo per il pianto.  Il  suo corpo tremò. La sua mente sentí nuovamente il crollo
pianto. Il suo corpo tremò. La sua mente sentí nuovamente  il  crollo delle due cittadelle inespugnabili della sua vita.
quando sarò piú resistente». Ma l'incantesimo aveva perso  il  suo potere. Ora doveva pensare a due cose: a Melania, e a
Non aspetterebbe che zio Pietro attaccasse singhiozzando  il  carrozzino o che il dottor Meade l'accompagnasse. Non
che zio Pietro attaccasse singhiozzando il carrozzino o che  il  dottor Meade l'accompagnasse. Non poteva sopportare le
parecchie. «Che sciocchezza!» pensò inquieta - e affrettò  il  passo. I nervi le facevano dei brutti scherzi. Ma la
sensazione persisteva, si impadroniva furtivamente di tutto  il  suo cervello. Cercò di guardarsi attorno, incerta, e la
sensazione aumentò, misteriosa ma familiare; ed ella avanzò  il  capo come un animale che sente il pericolo. «È la
familiare; ed ella avanzò il capo come un animale che sente  il  pericolo. «È la stanchezza» si disse cercando di
fuorché... fuorché...! Comprese e lo spavento le strinse  il  cuore. Ora sapeva. In centinaia di incubi aveva corso
di fantasmi striscianti e di ombre. Sognava di nuovo o era  il  sogno che diventava realtà? Per un attimo ogni senso di
incubo si era impadronito di lei, piú forte che mai; e  il  suo cuore cominciò a battere follemente. Era nuovamente
nel mondo era scomparso, la vita era fatta di rovine, e  il  terrore urlava nel suo cuore come un vento infernale.
minacciosi sul suo capo. Doveva essere in qualche luogo,  il  rifugio; in mezzo a quel silenzio umido e pauroso! Corse,
alle caviglie, i polmoni che sembravano scoppiarle,  il  busto che le faceva penetrare le costole nel cuore. Poi
suo incubo non vi era mai stata alcuna luce; solo nebbia.  Il  suo cervello si aggrappò a quelle luci, che significavano
che quella era la Via dell'Albero di Pesco ad Atlanta e non  il  grigio mondo del sonno e dei fantasmi. Si lasciò cadere
dalle mani. «Ho corso come una pazza!» si disse; e  il  tremito diminuiva, ma il cuore le martellava ancora
corso come una pazza!» si disse; e il tremito diminuiva, ma  il  cuore le martellava ancora facendole male. «Ma perché
illuminate; erano luci che sfidavano la nebbia ad offuscare  il  loro splendore. La sua casa! Era vera! La guardò a lungo
con gratitudine, con desiderio; e una certa calma dominò  il  suo spirito. La sua casa! Ecco dove desiderava andare. Ecco
suo spirito. La sua casa! Ecco dove desiderava andare. Ecco  il  rifugio. La sua casa dov'era Rhett! Le parve che le
che le cadessero di dosso pesanti catene e con esse tutto  il  terrore che aveva riempito i suoi sogni dalla notte in cui
in cui era giunta vacillando a Tara e aveva trovato che  il  mondo era finito. In fondo alla strada di Tara aveva
scomparso: tutto ciò che, personificato da Elena, era stato  il  baluardo della sua infanzia. E benché dopo quella notte
sicurezza di quel mondo perduto. Ora sapeva qual era  il  rifugio che avea sempre cercato nei suoi sogni, il luogo
qual era il rifugio che avea sempre cercato nei suoi sogni,  il  luogo caldo e sicuro che le era stato sempre celato dalla
la sua impazienza e aveva trovato modo di farle ballare  il  «reel»; Rhett l'aveva aiutata a liberarsi dalla costrizione
del lutto; Rhett l'aveva accompagnata attraverso  il  fuoco e le esplosioni la notte in cui Atlanta era caduta;
la notte in cui Atlanta era caduta; Rhett le aveva prestato  il  denaro per iniziare il suo lavoro; Rhett l'aveva confortata
era caduta; Rhett le aveva prestato il denaro per iniziare  il  suo lavoro; Rhett l'aveva confortata quando si svegliava di
avrei compreso molto prima. Non sono mai riuscita a vedere  il  mondo chiaramente, perché c'era Ashley di mezzo.» Lo amava:
del ricevimento di Melania, quando avrebbe dovuto torcermi  il  collo. Perfino quando mi lasciò sulla strada, la notte
finse di volersi far pagare, quando andai a chiedergli  il  denaro all'accampamento yankee. Non mi avrebbe presa. Lo
Mezz'ora prima credeva di aver perduto tutto al mondo, meno  il  denaro; tutto ciò che rendeva la vita desiderabile: Elena,
potesse circondarla in avvenire, ormai conosceva qual era  il  rifugio. Riprese vivamente la strada che le sembrò molto
strada che le sembrò molto lunga. Troppo, troppo lunga per  il  suo desiderio. Si rialzò, le gonne al disopra delle
Cutelli (così chiamavasi la donzella) mi metteva alla luce  il  giorno 17 febbraio 1821, dopo quattro altre femmine, e mi
17 febbraio 1821, dopo quattro altre femmine, e mi dava  il  nome d'Enrichetta, nome d'una monaca zia paterna: una delle
un fatto accadutomi in quella città dopo d'aver compito  il  mio terzo anno. Invitata la mia famiglia ad una festa di
vestita, da contadinella. Di là a poco m'assaliva  il  sonno; perlocchè mia madre, avvoltami in uno scialle,
se, destata dal sonno, avessi pianto per la via.  Il  domestico non era al suo posto, nè alcuno l'avea veduto
sedie accostate, ed immersa nel più placido sonno, mentre  il  famiglio, ubbrico, clamorosamente bussavasi con altri
dove mi trovai, le grida di mio padre, che, preso per gola  il  malvagio servo, lo fece stramazzare bocconi, scolpirono
terrorismo, che formidabile lasciò scritto nella storia  il  nome del Consiglio de' Dieci. Senza saperne la ragione,
mia madre s'accorse, che un pallore cadaverico copriva  il  volto dell'uffiziale datole per compagnia da mio padre. Gli
sentirsi molto male. Dopo pochi istanti, l'uffiziale cacciò  il  capo fuori dello sportello, ed orribile fu lo spavento di
potesse l'infermo rimaner esangue, ci convenne proseguire  il  cammino, finchè un villaggio qualunque si fosse presentato,
dove ci venisse fatto di presentargli l'aiuto che reclamava  il  suo stato. - Inutili riuscirono i rimedi e le cure
i rimedi e le cure dell'arte; lo sventurato non vide  il  tramonto di quel dì. Questa catastrofe oppresse gli spiriti
Questa catastrofe oppresse gli spiriti nostri. Continuammo  il  viaggio nella mestizia, ed io, benchè tuttora fanciullina,
più volte per compassione. Giunti in Napoli, ritrovammo  il  capo di famiglia afflittissimo del torto ricevuto. Fummo
odioso e spietato di suo padre, si mostrò inesorabile; per  il  che fummo ridotti ad una condizione non lontana
non lontana dall'indigenza. Numerosa com'era la famiglia,  il  soldo della quarta classe poteva appena bastarle ai più
la roba, attendevamo l'avviso della partenza. Era  il  giorno 15 ottobre dell'anno 1827. Una pioggia dirotta, una
1827. Una pioggia dirotta, una fitta caligine oscuravano  il  dì: sembrava già notte prima dell'occaso. Determinato di
di partire, nonostante l'aspetto non propizio del tempo,  il  capitano ci manda a chiamare a bordo. I miei genitori fanno
ma questi fece lor vedere, segnato sopra una carta,  il  giro di diversi viaggi, che doveva impreteribilmente
che doveva impreteribilmente eseguire, per poi trovarsi  il  primo giorno dell'anno in Londra, dove una giovinetta, da
e soggiunse che tutti gli elementi scatenati contro  il  brigantino non sarebbero bastati a sconcertare il suo
contro il brigantino non sarebbero bastati a sconcertare  il  suo itinerario: la sola morte l'avrebbe impedito
cavalleresca s'alternarono sul volto di mio padre  il  dispetto e l'ilarità: rise, perchè gli sembrò strano che un
esciti del golfo, un'ondata impetuosissima fece piegare  il  legno sovra d'un fianco. I nostri bagagli, ch'erano pur
ed assicurò ad anelli di ferro casse, bauli e colli,  il  bastimento avrebbe perduto l'equilibrio. Il viaggio, per
bauli e colli, il bastimento avrebbe perduto l'equilibrio.  Il  viaggio, per buona fortuna, durò poco. La sera del secondo
spavento e dal mal di mare. A questa notizia, ringraziammo  il  Signore pel pericolo superato, ed aspettammo che il tempo
il Signore pel pericolo superato, ed aspettammo che  il  tempo si fosse ben rasserenato per valicare il Faro, e
che il tempo si fosse ben rasserenato per valicare  il  Faro, e recarci in Reggio. Tre giorni dopo, il sole
per valicare il Faro, e recarci in Reggio. Tre giorni dopo,  il  sole spuntava nello splendore consueto del cielo siculo, ed
sole spuntava nello splendore consueto del cielo siculo, ed  il  mare, perfettamente abbonacciato, ci riprometteva un
e i disagi sofferti per tre anni nella capitale ed  il  sibilo sinistro della tempesta. Facili a dissiparsi son le
 il  palazzo — uno dei soliti casamenti nuovi, senz'ombra di
su 'l cortile, era angusta e quasi buia: un'unica stanza,  il  cui uscio a vetri rimaneva sempre aperto, lasciando
Dietro un paravento vecchio, ormai incolore, stava  il  letto matrimoniale a panchette, che aveva a capo
bastandole a pena le quindici lire mensili che le passava  il  padrone dello stabile, a comprare il pane per sè e per i
mensili che le passava il padrone dello stabile, a comprare  il  pane per sè e per i suoi bimbi, tutti e tre piccini come le
comunali e crescere un po' meno rustici delle pecore.  Il  guaio più grosso della povera donna era stato, si capisce,
la famigliuola tirava innanzi alla meglio, perchè di giorno  il  brav'uomo lavorava da facchino in una gran drogheria, i cui
all'ingrosso non lesinavan la mancia a chi portava loro  il  genere; e di sera ei s'industriava anche a sonar il clarino
loro il genere; e di sera ei s'industriava anche a sonar  il  clarino in un teatro di quart'ordine, dove gli spettacoli
nell'uscire accaldato dal teatro, che una bella notte  il  poveraccio prese il malanno destinato a portarlo sotto
dal teatro, che una bella notte il poveraccio prese  il  malanno destinato a portarlo sotto terra. Gli venne la
c' eran di mezzo tre creature, si strapazzava seguitando  il  doppio mestiere, con maggior cocciutaggine che forza
la quale gli veniva meno ogni giorno, ogni ora. Ma giunse  il  momento in cui dovette rinunziare al teatro: non aveva più
cui dovette rinunziare al teatro: non aveva più fiato per  il  clarino; il suo cuore, allora, ebbe uno schianto; e si può
rinunziare al teatro: non aveva più fiato per il clarino;  il  suo cuore, allora, ebbe uno schianto; e si può dire ch'ei
Perchè bisogna sapere, che la sera, nel togliersi  il  camiciotto di tela turchiniccia, per indossare un vestito
ancora decente, e se non altro da galantuomo libero, diceva  il  facchino, a lui sembrava di doventare a dirittura un altro.
davanti, le pagine manoscritte della musica, in attesa che  il  maestro concertatore desse il segnale d'attaccare le prime
della musica, in attesa che il maestro concertatore desse  il  segnale d'attaccare le prime battute, e provava qualche
geniale d'intimo benessere. Non esistevan più lo zucchero e  il  caffè, nè le latte del petrolio, nè i pacchi delle
tutto quel che avveniva in quell'ora nel suo teatro.  Il  clarino che lo aveva sostituito era, secondo lui, un buono
intanto lo straziava, inacerbita da un nodo alla gola, che  il  malato manco a sè stesso confessava ch'era di lacrime. Così
malato manco a sè stesso confessava ch'era di lacrime. Così  il  disgraziato disse addio all'arte; e trascinò per dell'altro
un velo che lo faceva traballare. Già più d'una volta  il  principale glielo avea detto: — Non te lo aver a male,
te lo aver a male, Peppe, ma tu hai bisogno di riguardi, e  il  servizio del mio negozio non fa piu per te. - Il facchino
e il servizio del mio negozio non fa piu per te. -  Il  facchino si levava il berretto e si grattava la testa, non
del mio negozio non fa piu per te. - Il facchino si levava  il  berretto e si grattava la testa, non osando rispondere, a
in piedi, s'era buttato a sedere su la bilancia, sfinito,  il  principale, nel passargli accanto, si fermò a parlar con
come prima, gli faceva pena e disgusto insieme; gli metteva  il  malumore a dosso con quella faccia pallida dal naso
rauca e cavernosa, a scatti. — Mi rincresce, Peppe — disse  il  droghiere — ma così la non più durare. Più qua, col tempo,
povero malato mozzò la frase su le labbra al principale.  Il  facchino fissava, con occhi spersi, quella figura volgare e
aveva rivolta l'identica interrogazione a sè medesimo.  Il  principale si strinse nelle spalle, dondolandosi come uno
più rapidi, e s'alzò di botto dalla bilancia, per seguire  il  principale, che gli doveva dare la mesata intera, e anche
farlo andare a casa contento; questo voleva darsi a credere  il  droghiere, per isgombrar dalla propria coscienza qualche
coscienza qualche leggera nuvola di rimorso. Ma quando  il  facchino, con un foglio rosso da cento lire stretto nella
persone e quelle cose ei non le avrebbe rivedute più,  il  mercante tirò un fiato lungo, come chi si leva di dosso un
di vederlo tornare a quell'ora insolita, consegnò  il  biglietto da cento lire. - Che vuol dire? — chiese Lucia,
tenesse in mano quella somma maggiore della consueta. Ma  il  sorriso, ch'ella aveva abbozzato, le sfiorì subito
ch'ella aveva abbozzato, le sfiorì subito nell'udire  il  suo uomo sentenziar fioco, gravemente: - Son gli ultimi,
e i pugni serrati su gli occhi. Che cosa gli frullasse per  il  capo in quelle giornate eterne, nelle quali soltanto la
s'intende. Non si udiva altro che la tosse del tisico,  il  rumore I dell'acqua cadente rumorosamente dalla cannella
un nonnulla, bastava che Checco, l'ultimo di que' bambini,  il  quale contava poco più di quattro anni, s'ostinasse a
e spiegava loro come dovessero star zitti e cheti perchè  il  babbo stava male, e la mamma aveva da fare, e c'era bisogno
segnatamente fra le donne popolane dabbene, sollevava  il  pensiero a quell'Addolorata, la cui immagine stava presente
Quale grazia? Nè anche lei avrebbe potuto precisarla. Che  il  marito, ridotto ormai in quello stato, potesse, per
guarirle da un giorno all'altro, non c'era da pensarci.  Il  povero Peppe era nè più nè meno d'una lucerna cui manchi
grazia vaga e indefinita come le sue speranze di bene... E  il  marito la rimbrottava di continuo: la materassa non era
di continuo: la materassa non era stata abbastanza battuta;  il  brodo era troppo salato, scorticava la bocca; la lucerna
che a lui la materassa pareva più dura di prima, perchè  il  corpo gli si era scarnito; ch' ei sentiva troppo sale nel
ch' ei sentiva troppo sale nel brodo, perchè ormai  il  palato non gli diceva più il vero; e se gli mancava l'aria,
sale nel brodo, perchè ormai il palato non gli diceva più  il  vero; e se gli mancava l'aria, voleva dir che i polmoni gli
voleva dir che i polmoni gli funzionavano male; e se  il  lume della lucerna non gli bastava più, gli era che i suoi
ed ingenuo: — Sia fatta la vostra volontà, Madonna Santa!  Il  peggio fu quando il tisico, giunto proprio agli estremi, si
fatta la vostra volontà, Madonna Santa! Il peggio fu quando  il  tisico, giunto proprio agli estremi, si mise a letto per
tanto, devo avvezzarmi a non li veder più! Quanto a denari,  il  foglio delle cento lire era finito da un pezzo. Allora la
solito, l'antico principale di suo marito insediato dietro  il  casotto a cristalli spuliti dove teneva la cassa. Il grosso
dietro il casotto a cristalli spuliti dove teneva la cassa.  Il  grosso industriale, intento com'era ad allinear cifre sotto
che altro, a grugniti, i quali avrebbero dovuto significare  il  rincrescimento del padrone, che riconosceva d'aver perduto
dopo aver aspettato un pezzo di parlare al principale, che  il  ministro del negozio, i commessi e i facchini, con tono fra
le dicevano fosse sempre occupato, quando ella vide  il  sor Luigi passarle innanzi figurando di nè pur guardarla,
mise a camminare rasente i muri per non cadere e si coprì  il  viso con la pezzuola colorata, già fradicia di lacrime
all'uscio, non andando più a scuola, a fine di assistere  il  padre quando la mamma era assente. — Che vuoi, babbo? —
quando la mamma era assente. — Che vuoi, babbo? — chiedeva  il  bimbo accorrendo. Più col girare degli occhi spauriti che
accadde una scena inaspettata. L'infermo aveva, secondo  il  consueto, chiamato il fanciullo presso di sè: - Dammi...
inaspettata. L'infermo aveva, secondo il consueto, chiamato  il  fanciullo presso di sè: - Dammi... Dammi... — E accennava
qualcosa, sollevando a pena una mano. Santino gli porse  il  bicchiere; il padre voltò il viso dalla parte opposta,
sollevando a pena una mano. Santino gli porse il bicchiere;  il  padre voltò il viso dalla parte opposta, dispettosamente. -
una mano. Santino gli porse il bicchiere; il padre voltò  il  viso dalla parte opposta, dispettosamente. - No.. no....
la tazza del brodo, che stava lì in caldo. Chi sa, forse  il  babbo si sentiva bisogno di sostenersi un po' lo stomaco.
lo stomaco. Ma quando ei gli portò al letto la chicchera,  il  malato ebbe uno scoppio di collera, che si tradusse in una
e diede, più forte che potè, un pugno su le coltri.  Il  ragazzetto guardavasi qua e là da torno incerto,
non capiva che cosa si volesse da lui. Finalmente  il  tisico raccolse un po' di fiato e urlò selvaggiamente: — Il
il tisico raccolse un po' di fiato e urlò selvaggiamente: —  Il  clarino!... — guardando fisso la parete dov'era appeso, ben
suo morbido astuccio di panno verde, l'antico strumento.  Il  figliuolo s'arrampicò sopra una seggiola, e dopo non pochi
sopra una seggiola, e dopo non pochi sforzi, afferrato  il  clarino, lo portò all'infermo. Questi lo prese fra le mani
giù dal letto, fracassandosi in terra, egli nascose  il  viso spettrale nel cuscino e pianse, l'ultima volta. La
comune, la sua famigliuola ebbe come un inconscio sollievo.  Il  padrone dello stabile aveva fatto ripulire la portineria, e
La materassa del letto era stata ribattuta; rifoderato  il  coltrone, ch'era tutto macchiato di unto e di medicinali; e
qualche servizio nel casamento, si sedeva al tavolino, e  il  tic-tac fitto fitto della macchina risonava per ore, senza
tornavano i bambini dalla scuola; e nel cortile principiava  il  baccano: massime quando scendevan pure i ragazzi del
la quale (lo diceva anche la sua signora) aveva d'oro  il  cuore e di bronzo la voce, ci metteva poco a strillar più
tavola dove sua madre cuciva a macchina, egli, con davanti  il  quaderno a righe azzurrognole, faceva da bravo il suo
davanti il quaderno a righe azzurrognole, faceva da bravo  il  suo còmpito, ripetendo sottovoce, prima di vergarle, le
la più accurata calligrafia. Sembrava che in quei momenti  il  fanciullo non udisse lo schiamazzo de' compagni in torno a
ricorreva alla mamma con le lagrime che gli lavavano  il  viso, Santino alzava appena il capo di su lo scritto. — Ha
le lagrime che gli lavavano il viso, Santino alzava appena  il  capo di su lo scritto. — Ha troppo giudizio per la sua età:
conti. Poi sapeva spazzar bene la stanza, cansando pianino  il  paravento; sapeva accendere il fuoco e mettere a scaldar
la stanza, cansando pianino il paravento; sapeva accendere  il  fuoco e mettere a scaldar l'acqua in pentola. Ma quel che
che senza saperlo ella nutrisse un'intima predilezione per  il  suo figliuolo maggiore, era la tenerezza di lui per lei:
l'altro da piedi del letto, e nella camera s'udiva soltanto  il  loro respiro regolare, soffio ritmico e leggero, Santino
fra i ricci castagni, gli faceva, con un sorriso beato,  il  solletico su 'l labbruccio inferiore, poi chiedeva
sottovoce: — Le vorrai sempre bene a mamma, così?... —  Il  bimbo non fiatava: una piccola capata in su, verso il viso
— Il bimbo non fiatava: una piccola capata in su, verso  il  viso materno era la tacita risposta. A volte si mettevano a
tacita risposta. A volte si mettevano a ricordare insieme  il  povero babbo morto, tanto affezionato, tanto faticatore,
facesse portare a casa tanti soldi, tanti da comprar sempre  il  pane, il carbone, l'olio... Dopo ciò, madre e figlio
a casa tanti soldi, tanti da comprar sempre il pane,  il  carbone, l'olio... Dopo ciò, madre e figlio andavano
Marietta, lui da quella del fratellino, quieti. Un giorno  il  bimbo tornò a casa sbiancato; intanto che faceva il
giorno il bimbo tornò a casa sbiancato; intanto che faceva  il  còmpito, s'interruppe più d'una volta per chinare il capo
faceva il còmpito, s'interruppe più d'una volta per chinare  il  capo su la carta, e quando sua madre gli scodellò la
senti? — chiese Lucia. - Nulla, non ho fame. — Così dicendo  il  bimbo s'appoggiava su la spalliera della seggiola e mentre
stette lì, fin che la famiglia non ebbe terminato  il  povero pasto. La Marietta e Checco, allora, corsero in
Marietta e Checco, allora, corsero in cortile a ruzzare, e  il  fratello maggiore andò a sedersi su le ginocchia della
male, bambino! — esclamò la vedova, agitata. - Mi duole  il  capo — rispose lui, strascicando le parole, come se gli
notturna — i panni che portava giornalmente, e perfino  il  tappeto che stava su la tavola da lavoro. Batteva i denti
la povera madre, alzando gli occhi e chiamando in soccorso  il  Cielo nella sua nuova disgrazia. Quella notte, Lucia non si
sua nuova disgrazia. Quella notte, Lucia non si coricò.  Il  bambino era rimasto lì immobile, come un masso, senza
su i ricci, che dovevan dargli troppo caldo; poi stendeva  il  braccio sotto le coltri e gli tastava il ventre e i piedi:
poi stendeva il braccio sotto le coltri e gli tastava  il  ventre e i piedi: scottavano... — Madonna! Madonna cara,
— sentenziava con uno scoppio di voce l'Adele, scrollando  il  capo; e seguitava, sempre brusca, ma in fondo piena di
come si voleva fare sperare alla Lucia, aumentò ancora.  Il  poverino era giunto a non pronunziar più parola; inconscio,
a pena a pena, con ogni precauzione, passandogli sotto  il  corpo qualche telo asciutto; e non c'era stato verso di
sciroppo di menta, perchè, secondo lei, l'olio di ricino è  il  rimedio che guarisce tutti i mali dei bimbi. Quanto alla
silenziosa, e incrociatevi sopra le braccia, si nascondeva  il  viso: quasi che, non vedendo più nulla, avesse potuto anche
torceva le mani; se le passava su la fronte per cacciarne  il  pensiero tormentoso, insistente, che la perseguitava come
le facevano bene; ma che invece la sconquassavano tutta.  Il  terzo giorno, il medico condotto, ch'era stato chiamato con
ma che invece la sconquassavano tutta. Il terzo giorno,  il  medico condotto, ch'era stato chiamato con premura
consunto, lei lo sa, dottore; si figuri, dico, se ci porto  il  ragazzo! Dovessi vendermi le panchette del letto, dovessi
d'una malattia contagiosa. — In tanto, promise di tornare  il  domani, al più presto possibile. Ma su la sua esattezza non
al proprio padre, un rigido colonnello de' granatieri,  il  quale avrebbe voluto a ogni costo veder il figliuolo
de' granatieri, il quale avrebbe voluto a ogni costo veder  il  figliuolo consacrarsi alla carriera militare; unica,
consacrarsi alla carriera militare; unica, gridava  il  vecchio caparbio, fatta per l'uomo che si sente uomo. E il
il vecchio caparbio, fatta per l'uomo che si sente uomo. E  il  dottorino, non tanto nauseato da quel contatto obbligatorio
pieni di signore ridenti, evitava quanto più poteva  il  suo malinconico dovere. Ciò non ostante, nella condotta
lagnavano. Era buono con tutti; educato a segno di levarsi  il  cappello su la soglia di qualunque tugurio, e dimostrava
pena un'avemaria, la lasciava a mezzo, per tornar a piegare  il  viso su 'l suo bambino e sentirne l'alito cocente, o per
eterno, non fosse passato che un quarto d'ora? Quando vide  il  primo biancheggiar dell'alba, le parve di riaversi, come se
Le notizie erano le solite: un febbrone da cavalli, e tutto  il  corpo punteggiato di pustole rosse. — L' è una zizzola! —
rosse. — L' è una zizzola! — masticava l'Adele, scrollando  il  capo, impensierita su 'l serio. Tornò verso sera il medico,
il capo, impensierita su 'l serio. Tornò verso sera  il  medico, e s'accigliò nel vedere il malatino. La madre lo
serio. Tornò verso sera il medico, e s'accigliò nel vedere  il  malatino. La madre lo guardava fisso, spiando su 'l viso di
ci abbisogneranno quasi tre lire; oltre di ciò per tenere  il  bambino coperto di ghiaccio da capo a' piedi, affinchè
sette o otto lire al giorno. Rifletteteci, mia cara. Qui,  il  malato, per quanti sacrifici facciate, mancherà, per forza,
forza, di molte cose; mentre all'ospedale, dov'hanno tutto  il  necessario, lo curerebbero ammodo. Io, per conto mio, col
vece, si fanno due visite quotidiane, e magari più, se c'è  il  bisogno; poi ci sono gl'infermieri, che han pratica delle
voce: - Si vedrà — e accompagnò, fino in mezzo al cortile,  il  dottore che usciva. Subito dopo chiamò forte: - Adele !
le restavano appena due paia di lenzuoli per cambiare  il  letto: un paio a dosso, uno al fosso, come si suol dire;
aveva fatto delle faccette con nessuno. Quando, però, udì  il  dottore parlar di tutte quelle lire che ci volevano ogni
che ci volevano ogni giorno per i medicamenti di Santino,  il  pensiero le ricorse tosto al sor Luigi. Chi avrebbe potuto
eran contenti. Su lo spedale la madre non fermava affatto  il  pensiero; le sarebbe parso un cattivo augurio. - Adele! —
la serva, accorrendo alla finestra. - Nulla, nulla. Mi fate  il  piacere di starmi un momento dal bambino? Vado e torno. -
e per i suoi era mutato tutto, parve mozzarle un istante  il  respiro. Ma Santino aspettava: ella si face coraggio:
Ma Santino aspettava: ella si face coraggio: entrò.  Il  principale scriveva al suo solito posto. Al veder Lucia
veder Lucia fermarsi, ritta, dinanzi al suo casotto, alzò  il  capo e la guardò; poi chiese: — Che cosa volete da me? —
incomodarla... Peppe mi morì... già lo saprà... e oggi ho  il  bimbo maggiore, Santino, col vaiolo. Sta male... creda,
Sta male... creda, male!...- - Mi dispiace — brontolò  il  droghiere, rimettendosi a vergar numeri. - Scusi; se la
rimettendosi a vergar numeri. - Scusi; se la disturbo, ma  il  dottore mi ha detto... che per le medicine e il ghiaccio...
ma il dottore mi ha detto... che per le medicine e  il  ghiaccio... ci vorranno... anzi non basteranno... sette o
di Dio... — - A pregarmi di che? — domandò con freddezza  il  grosso negoziante, come se non gli passasse per la mente
soccorso, una carità, da lui. - Di darmi qualcosa per... —  Il  droghiere posò la penna, e fissò in viso la vedova. - Ma
- Ma voi — disse — credete, me ne avvedo da un pezzo, che  il  denaro io lo zappi. Venite sempre con queste storie di
di malattie, di morti, che so io, come s'io fossi  il  Padre Eterno...- - Nossignore.... mi perdoni... creda....
creda.... ho creduto... — Lucia si sentiva smarrire  il  cervello. Ma dunque, se quell'uomo non l'aiutava?... In
uomo; e, dopo un istante, poi che Lucia s'era coperto  il  viso col fazzoletto, per nasconder le lacrime e la
un torpore del sangue, come un formicolío, le invase  il  corpo; pure volle tentare uno sforzo terribile, ultimo, e
sarei venuta più!.. - - Basta, ho altro da fare! — vociò  il  principale, stizzito da quella noiosa insistenza; e
insistenza; e soggiunse, come parlando tra sè: — Maledetto  il  buon cuore! Se a questa gentaglia si fa tanto di dare un
a questa gentaglia si fa tanto di dare un dito, vi piglia  il  braccio, vi piglia! — Lucia uscì. Come le gambe la ressero,
e stralunata, che alla buona fiorentina venne meno  il  coraggio di farle altre chiacchiere, fossero pure a fin di
'l cuore. Più presto di quel che credevano si fece rivedere  il  giovane medico condotto. - Brutto segno! — pensò l'Adele.
ma risoluta, disse: - Signor dottore, prima di notte porto  il  bambino all'ospedale. - - Brava, brava, mia cara; fate
— fece egli alla donna la quale seguiva, cadaverica,  il  rapido moto della sua penna — debbo avvisarvi che il
il rapido moto della sua penna — debbo avvisarvi che  il  regolamento proibisce ai parenti di visitare i malati. Gli
contatti con gli esterni, capite, che potrebbero propagare  il  vaiolo. Una volta entrati lì, si rivedono soltanto guariti,
vinta. Più tardi, raccolta ch'ebbe la sua creatura entro  il  lenzuolo e le coperte, fra le quali giaceva, Lucia sollevò
sempre Santino in collo: - C'è quello che comanda? - -  Il  direttore? — rispose l'interpellato con tono di superiorità
— rispose l'interpellato con tono di superiorità —  Il  direttore adesso non si può vedere. — - Ma ho qui la
adesso non si può vedere. — - Ma ho qui la domanda...  Il  bambino mi sta male... - - Si chiama il medico di guardia,
qui la domanda... Il bambino mi sta male... - - Si chiama  il  medico di guardia, in questo caso. - - Chiamate chi volete,
presto — supplicò la donna. — Io non mi reggo più. —  Il  pancione in livrea le indicò una panca di legno, dicendo
con lo stesso tono di voce: - Sedete lì. — Lucia sedette.  Il  fanciullo, che pareva un fagotto di panni, restava
pigliar fresco; e ogni momento avvicinava la bocca verso  il  capo di lui, e susurrava: - Santino! Cuore di mamma! — Ma
la creatura non le rispondeva. Scese, dopo un po' di tempo  il  medico di guardia, e constatato lo stato del vaioloso,
per quella notte nella stanza d' osservazione. Mentre  il  bimbo stava per essere trasportato via da un infermiere,
per andarci a piedi, anche camminando di buon passo. Ora,  il  maggior dolore che lacerava il cuore di Lucia, da che non
di buon passo. Ora, il maggior dolore che lacerava  il  cuore di Lucia, da che non aveva più davanti a sè lo
dove egli stava rinserrato fra gente estranea, alla quale  il  poverino doveva pur essere indifferente come chi sa quante
male, quando gli mutan la camicia! Chi sa se badano che  il  lenzuolo non gli s'aggrinzi sotto ! Ci vuol così poco a
stordito dall' intensità della febbre, e allungare  il  labbruccio inferiore nel desiderio d'un sorso fresco; ella
lavoro: di più, la portineria restava abbandonata. Veniva  il  portalettere, veniva gente a chieder di questo o di
e non c'era alcuno per rispondere. Lei si figurava  il  brontolío dei casigliani, il malumore del padrone, se fosse
rispondere. Lei si figurava il brontolío dei casigliani,  il  malumore del padrone, se fosse giunto a saper la faccenda,
punta del fazzoletto intorno a due o tre dita della mano.  Il  tempo non le passava mai; scendevano e salivano
eran sempre migliori. Una volta, dissero a sua madre che  il  medico lo aveva messo a un quarto di vitto, poi a metà.
non ostante che, a dar retta a lui, avrebbe mangiato anche  il  desinare del personale di servizio; tanto era l'appetito
superiora delle monache addette all'ospedale, le disse che  il  bambino, ormai perfettamente ristabilito, non avrebbe certo
un vestitino nuovo a Santino. Fissò di pagarlo un tanto  il  mese. Ora che non aveva più da perder tempo in queste gite,
e riordinò con compiacimento la sua macchina per cucire  il  vestitino, non appena l'ebbe tagliato! Lavorava di sera:
poverini! vedendoli così allegri, sani, chiassoni...  Il  vestitino era già pronto; la Lucia se l'era già rigirato
genitori o parenti di Santino Naldi, invitandoli a ritirare  il  fanciullo dallo spedale di San Francesco de' Poverelli. Era
La vigilia del ritorno di lui, la madre non trovava  il  verso d'andare a letto: un'altra ferrata alla camicina con
gente a quell'ora. - Son io, Trevisani: apri. — Era  il  tenente: l'inquilino nuovo. La portinaia gli aperse. Un bel
l'intero vano con la sua poderosa corporatura. Aveva  il  viso sconvolto, gli occhi cerchiati di rosso. - Mia moglie
proprio non so... senza motivo. Son solo... vieni su, fammi  il  favore... Tu, di queste faccende non te ne devi
era tutt'altra cosa. L'idea d'abbracciare fra poche ore  il  suo Santino, il suo tesoro, le metteva a dosso un'energia
cosa. L'idea d'abbracciare fra poche ore il suo Santino,  il  suo tesoro, le metteva a dosso un'energia singolare: vedeva
per caso in una credenza fra altra roba alimentare che  il  tenente avea riportata dal campo, la madre già vedeva il
il tenente avea riportata dal campo, la madre già vedeva  il  suo bimbo col vestitino nuovo. Che cosa le avrebbe detto,
fosse rimasto in portineria, certo sarebbe morto come  il  padre. Povero, povero Peppe! Poveri tutti, i morti, anime
Lantoni, corse dall'Adele. — Abbiate pazienza — le disse: —  il  tenente m'è stato a tormentar tutta la notte, perchè non
buttandosi sur una sedia. Poi raccontò per filo e per segno  il  fatto. Aveva dovuto pazientare un secolo: non fa niente; il
il fatto. Aveva dovuto pazientare un secolo: non fa niente;  il  portiere, un buzzone schifoso che si dava Dio sa che
e dopo, una monaca, e dopo anche la superiora, poi  il  medico di guardia: tutta una processione. Avevan detto: -
non è lui? — E l'Adele: - Nossignori che 'unn' è lui! - -  Il  vaiolo, lo sapete, muta la fisonomia. - - E' muterà quanto
- In vece, questo bimbo qui gli è grasso e robusto, e  il  nostro gli era mingherlino, piuttosto civile. - - È stato
piuttosto civile. - - È stato ben nutrito — osservò  il  dottore. - Poi, Santino gli aveva gli occhi celesti, e
gli ha neri! — - Ve lo volete portar via, sì o no? — chiese  il  direttore, ch'era sopraggiunto in mezzo a questa
accorata, con un diavolo per pelo. La madre ascoltò tutto  il  racconto per filo e per segno, senza batter palpebra; un
quella che aveva un malato a San Francesco de' Poverelli.  Il  bimbo indossava il vestito color marrone cucito a macchina,
un malato a San Francesco de' Poverelli. Il bimbo indossava  il  vestito color marrone cucito a macchina, di sera, quando le
fatiche diurne erano finite; portava le calzette a costola,  il  berretto con l'àncora. Ma il vestitino gli era largo e
portava le calzette a costola, il berretto con l'àncora. Ma  il  vestitino gli era largo e lungo: ci stava come in un sacco,
in un sacco, goffo, impacciato, malinconico. - Vi riporto  il  vostro figliuolo, per ordine del direttore — disse la
un attimo le avessero inchiodato le piante al suolo. Fissò  il  ragazzo con le pupille dilatate, con le labbra strette, con
in atto di eccezionale stupore. Contessa Lara. 8 - Ma non è  il  mio, questo! — gridò ella. - Chi, questo? — chiese
sta scritto tutto su la tabella. Come volete che non sia  il  vostro? Guardatelo bene. - - Non è il mio, vi dico! —
volete che non sia il vostro? Guardatelo bene. - - Non è  il  mio, vi dico! — badava ad affermare la portinaia — Santo
portinaia — Santo Dio, volete che una madre non riconosca  il  suo figliuolo? - - Si sa, ha avuta una malattia che cambia
mettesse una maschera, credete a me. - - Non può cambiare  il  sangue, la malattia! Questo bambino nè anche mi conosce.
dimmi come ti chiami — fece la Lucia, attirando verso di sè  il  fanciullo, intento a fissar la stanza dove si trovava con
i bottoni e le tasche. - Come ti chiami? — ripetè la Lucia.  Il  bambino alzò lo sguardo un po' selvaggio; poi lo tornò
muto. Allora la Lucia lo respinse dolcemente: - Non è  il  mio!- Non è il mio! — esclamò sicura — Riportatevelo pur
la Lucia lo respinse dolcemente: - Non è il mio!- Non è  il  mio! — esclamò sicura — Riportatevelo pur via, chè oggi
Ditelo voi! — I ragazzi smisero di ridere; squadrarono  il  nuovo arrivato con atto di diffidenza, poi se ne
segno di no, col capo. - Vedete? Vedete bene che non è  il  mio! tornò a protestare la Lucia. L'infermiera insistè un
quale è immischiato senza sua volontà; e, ripreso per mano  il  fanciullo da lei condotto, se ne andò con un indifferente:
Arrivederci. — Lucia aveva la febbre a dosso. Saper guarito  il  suo Santino, saper di poterlo riabbracciare, e in tanto non
con la Trevisani: e partì. All'ospedale, le dissero che  il  direttore non c'era. Bisognava aspettarlo. Aspettò. Quanto
per gli anni e per la polvere. Non osando passeggiare, per  il  timore di fare strepito e parer troppo ardita, la Lucia
venuto di fuori, la faceva riscuotere, le rimescolava  il  sangue, le dava come un colpo nel petto e una stretta alla
da cui sperava, a ogni istante, di veder comparire  il  suo bambino. Ma il tempo passava: nulla, nulla! Dopo un
a ogni istante, di veder comparire il suo bambino. Ma  il  tempo passava: nulla, nulla! Dopo un gran pezzo, che a lei
d'inaspettato. Battendo le palpebre, faceva con le labbra  il  movimento di chi parla, quasi avesse ripetuto a sè, in
che vi avevo rimandato la tabella del bambino vostro, morto  il  sei di marzo, cioè pochi giorni dopo che ce lo avete
calma, con lo stordimento incosciente d'un bue che riceve  il  primo colpo mortale. - Eh sì, cara mia! Ci vuol pazienza; è
la bocca mezzo aperta, cadente. — Del resto, — soggiunse  il  direttore — le cose sono state fatte ammodo; i genitori di
ordinato un mortorio decente al bambino vostro, credendolo  il  loro; questo deve consolarvi. E in ultima analisi, —
d'acque invisibili. Non rispose mai. Soltanto, quando  il  direttore s'alzò, ella capì che doveva andarsene. Che cosa
Si drizzò a sedere in fretta, strofinandosi gli occhi; e  il  suo cuore turbato sentí nuovamente tutto il peso che lo
gli occhi; e il suo cuore turbato sentí nuovamente tutto  il  peso che lo angosciava il giorno prima. L'aria era
turbato sentí nuovamente tutto il peso che lo angosciava  il  giorno prima. L'aria era opprimente anche in quell'ora
E nemmeno dalle case di queste giungeva alcun rumore.  Il  silenzio le sembrò piú sinistro che nelle mattine della
giunse alle sue orecchie un suono distante, debole come  il  brontolio di un temporale lontano. «Pioggia» pensò in un
temporale lontano. «Pioggia» pensò in un primo momento; e  il  suo spirito campagnolo aggiunse: «Ne abbiamo proprio
proprio bisogno». Ma dopo un attimo: «Pioggia? Ma no! È  il  cannone!» Col cuore che le batteva si affacciò tendendo
Non dal Sud! - Si aggrappò al davanzale e in quel momento  il  rombo le sembrò piú forte. Veniva dal Sud. Il cannone
quel momento il rombo le sembrò piú forte. Veniva dal Sud.  Il  cannone laggiú! Al sud era Jonesboro, Tara... e Elena.
questo momento gli yankees erano a Tara! Ascoltò ancora, ma  il  ronzio del suo sangue nelle orecchie le impedì di udire.
di udire. No, non potevano essere ancora a Jonesboro.  Il  suono sarebbe piú indistinto. Ma dovevano essere almeno a
essere almeno a dieci miglia sulla strada verso Jonesboro.  Il  cannone nel Sud poteva significare i rintocchi funebri per
volta pensò che l'armata grigia poteva essere battuta. Fu  il  pensiero delle migliaia di soldati di Sherman, cosí vicini
l'orrore della guerra, piú che non l'avessero fatto  il  rombo dei cannoni che infrangeva i vetri delle finestre, le
era a letto, con gli occhi chiusi cerchiati di nero,  il  visino triangolare gonfio, e il corpo sottile completamente
chiusi cerchiati di nero, il visino triangolare gonfio, e  il  corpo sottile completamente deformato. Rossella si augurò
Melania aperse gli occhi e un dolce sorriso le illuminò  il  volto. - Entra, - la invitò volgendosi faticosamente su un
mano, stringendola affettuosamente. - Sono preoccupata per  il  cannone - disse. - È verso Jonesboro, non è vero? - Uhm! -
- È verso Jonesboro, non è vero? - Uhm! - fece Rossella; e  il  cuore ricominciò a batterle piú in fretta. - So quanto sei
- Le strinse la mano piú forte. - Se muoio, prenderai tu  il  mio bambino? Gli occhi di Melania erano dilatati e
Tutte le donne credono di dover morire quando hanno  il  primo bambino. L'ho creduto anch'io. - No, tu non hai mai
darmi coraggio. Io non ho paura di morire, ma di lasciare  il  bimbo se Ashley è... Rossella, promettimi di prendere il
il bimbo se Ashley è... Rossella, promettimi di prendere  il  bimbo con te, se muoio. Allora non avrò piú paura. Zia
E perché non mi hai chiamata? Mando Prissy a cercare  il  dottor Meade. - No, non ancora. Sai che ha tanto da fare.
No, ti prego. A volte ci vuole tutta una giornata prima che  il  bambino nasca e io non posso trattenerlo qui delle ore,
amico, Mentre correggo le bozze di stampa di questo libro,  il  mio pensiero e il mio cuore sono lontani, come il tuo cuore
le bozze di stampa di questo libro, il mio pensiero e  il  mio cuore sono lontani, come il tuo cuore e il tuo
libro, il mio pensiero e il mio cuore sono lontani, come  il  tuo cuore e il tuo pensiero, come il cuore e il pensiero di
pensiero e il mio cuore sono lontani, come il tuo cuore e  il  tuo pensiero, come il cuore e il pensiero di tutti, laggiù
sono lontani, come il tuo cuore e il tuo pensiero, come  il  cuore e il pensiero di tutti, laggiù fra gli eterni
come il tuo cuore e il tuo pensiero, come il cuore e  il  pensiero di tutti, laggiù fra gli eterni ghiacciai e su le
quale immenso aevi spatium è mai un mese per noi! — rivedo  il  giorno in cui il libro fu scritto, l'affettuosa e fraterna
spatium è mai un mese per noi! — rivedo il giorno in cui  il  libro fu scritto, l'affettuosa e fraterna navette fra le
dei nostri confini ove tu, che hai un figliuolo al campo,  Il  sottotenente Stefano Pirandello fu poi, durante un arduo
nel campo di concentrazione di Matthausen (Austria).  il  nostro bravo Stefano musicista e soldato, segui con un dito
con un dito che trema un poco, con un cuore che precipita  il  suo ritmo, l'azione delle nostre truppe acceleri la
e gioconde avventure di questo piccolo re di Fantasia.  Il  ricordo d'un giovane re troppo gaio che, perduto il trono
Il ricordo d'un giovane re troppo gaio che, perduto  il  trono in una rivoluzione un po' operettistica, dimenticava
Pareva una fantasia da romanziere imaginosa e, avventuroso:  il  grande Wells o il nostro non piccolo Sàlgari. Cosi sembrò
da romanziere imaginosa e, avventuroso: il grande Wells o  il  nostro non piccolo Sàlgari. Cosi sembrò possibile a un
la sua cara patria perduta e difendere fino all'estrema  il  suo onore di re e di cittadino, a quello, nostro, che dal
sosta di riposo. Non già tuttavia che non esistano re come  il  piccolo Rolando secondo e paesi spensierati come il regno
re come il piccolo Rolando secondo e paesi spensierati come  il  regno di Fantasia. Ma la grande ora che volge ci prova che
vi sono nella vita individui e nella storia popoli per cui  il  vivere è lotta continua, progresso, sacrificio, eroismo,
del mondo. Ce ne son altri, invece, per cui la vita è  il  giuoco al minuto che serve appena a passare il tempo. Sono
la vita è il giuoco al minuto che serve appena a passare  il  tempo. Sono i numeri di varietà dei music-halls d'Europa.
la guerra ai merletti di una alcova proibita. Così forse  il  piccolo romanzo che ti mando offre il metro per misurare la
proibita. Così forse il piccolo romanzo che ti mando offre  il  metro per misurare la statura dei re sal serio e dei popoli
dell'umana operosità: null'altro nel novello deserto, che  il  monotono ronzar delle mosche, in contrasto coll'uragano,
di primo tratto mi preoccupò: - Quale autorità ha decretato  il  mio arresto; l'ecclesiastica, o la civile? - Era io una
mi gettava negli artigli del potere politico? Probabile  il  primo, possibile il secondo, più probabile ancora la
artigli del potere politico? Probabile il primo, possibile  il  secondo, più probabile ancora la concorrenza d'ambedue. In
la concorrenza d'ambedue. In qualunque di queste ipotesi,  il  mio stato era doloroso, orribile al più alto grado. Io era
orribile al più alto grado. Io era donna! Troppo propenso  il  mondo al sospetto e alla maldicenza, come avrebbe giudicato
mondo al sospetto e alla maldicenza, come avrebbe giudicato  il  mio repentino confinamento in un ritiro, la cui reputazione
Un'ora dopo fu bussato leggermente all'uscio: non risposi.  Il  picchio è replicato: e io zitta. Al terzo picchio, sento la
priora prese a supplicarmi con parole umili, giustificando  il  disturbo che mi recava colla necessità di far una cosa per
di procurarmi l'occorrente per iscrivere." Essa storse  il  viso, a modo di persona che ha da comunicare uno spiacevole
parole: "Debbo," disse, "con mio dolore farvi sapere, che  il  leggere e lo scrivere vi sono proibiti da' superiori fino a
parecchi libri devoti: ne potrete leggere quanti vorrete."  Il  cerchio della mia vita si ristringeva sempre di più. Le
venissero per avventura a cercar di voi; anzi, per tôrre  il  caso d'un'intelligenza clandestina, vi sarà assolutamente
"Il ritiro di Mondragone." "Sarebbe meglio chiamato  il  carcere del Santo Uffizio! Sapreste dirmi ancora, se vi
sopra i mattoni? Quanto più mi sforzava di riafferrare  il  timone della ragione che di mano mi sfuggiva, tanto
m'avvedeva ch'io non ne era più padrona come prima: fiacco  il  discernimento, confuse le rimembranze, perturbati i sensi,
periodo della mia esistenza, oscillante ad intervalli fra  il  senno e lo sconcerto delle facoltà mentali. Risparmierò al
delle facoltà mentali. Risparmierò al lettore la noia che  il  racconto de' miei delirii gli recherebbe; ma nel continuare
racconto de' miei delirii gli recherebbe; ma nel continuare  il  filo della narrazione con uguale esattezza e pel solo
un mezzo, che deluderebbe la pubblicità del mio supplizio.  Il  tuono serio e cupo con che espressi quest'intendimento la
quaranta, fresca e vegeta ancora, ed affabile anzi che no.  Il  mio stato la muoveva a pietà, poichè non si riguardava di
di conservarmi sana la ragione. Fatto giorno, mi portarono  il  caffè: lo rimandai non tocco, e così fu rimandato anche il
il caffè: lo rimandai non tocco, e così fu rimandato anche  il  pranzo! Due ore dopo vennero i miei bagagli. La priora mi
non avrebbe mancato di chiedere una udienza dal re. -  Il  capo mi girava, la mano rifiutavasi a scrivere.
aperte e lette: badasse dunque a ciò che scriverebbe.  Il  giorno appresso ricomparve all'uscio l'antipatice figura
superiore ecclesiastico. A quella vista mi sentii ribollire  il  sangue, ed incapace di frenare il traboccante sdegno,
vista mi sentii ribollire il sangue, ed incapace di frenare  il  traboccante sdegno, proruppi in imprecazioni contro il
il traboccante sdegno, proruppi in imprecazioni contro  il  cardinale e contro il re: strana accoglienza ad un
proruppi in imprecazioni contro il cardinale e contro  il  re: strana accoglienza ad un direttore della censura
che non ardisca, perchè diverrei una tigre!" esclamai.  Il  prete si volse alla priora: "La è pazza davvero," disse:
disse: "andiamo via!" Quest'epifonema del prete diede  il  tracollo al disordine delle mie idee. - Sono dunque
languore non mi avrebbe più profondamente incavate le gote;  il  volto era divenuto del colore del bronzo; il bianco degli
le gote; il volto era divenuto del colore del bronzo;  il  bianco degli occhi, di quello dello zafferano. Se mi
che la priora mi suggeriva. L'indomani fu mandato per  il  medico; era il dottor Sabini, cuore aperto, e, come seppi
mi suggeriva. L'indomani fu mandato per il medico; era  il  dottor Sabini, cuore aperto, e, come seppi dipoi, caldo di
dipoi, caldo di generoso amor di patria. Udito dalla priora  il  racconto de' miei mali, e come io m'ostinava a ricusare
meglio," osservò: "più giovevole, che dannoso riuscirà  il  digiuno alla sua salute; appena sarà cessata la febbre, la
sarà cessata la febbre, la forzeremo a cibarsi." Chiese  il  calamaio per una ricetta; lo trattenni colla mano per
lo trattenni colla mano per impedirglielo. "Perdereste  il  tempo," gli dissi; "sono fermamente risoluta di non
risoluta di non prendere alcun rimedio. Voi siate pure  il  ben venuto, se vi conduce l'umanità; ma se venite a
qua, papasso mascherato!" "Calmatevi, per carità!" mi disse  il  Sabini. - "Signor cavaliere," soggiuuse rivolto al messo
spero che potremo superare l'infermità." A questi detti  il  prete varcò la soglia, ed entrato nella camera, che a
"levate subito da questa stanza ogni oggetto pericoloso!"  Il  regio revisore aveva adocchiato i miei bauli, e mirava ai
volli passare in altra stanza, mentre la priora e  il  prete assistiti da altre persone si preparavano alla visita
volumi di stampa forestiera, fra' quali, mi rammento,  il  libro sopra Dante di Ozanam, l'altro sull'educazione di
forbici, d'un temperino, e di altre cose consimili.  Il  nemico del vocabolo eziandio scendeva le scale quand'io
senza la mano d'un uomo del mestiere non avrebbero scoperto  il  ripostiglio contenuto in uno dei bauli. Ma di ciò a suo
m'astenni tenacemente da ogni qualsiasi alimento, ed  il  medico si avvide che la mancanza di cibo andava scemando le
uno stato d'estrema depressione; io non poteva più alzare  il  braccio smunto, e solamente a sollevare il cape
più alzare il braccio smunto, e solamente a sollevare  il  cape dall'origliere sveniva. Tanto inoltrata era
dal letto, io non poteva, com'era solita, mettere la sera  il  chiavistello all'uscio di quel tugurio. Sabini per salvarmi
principe di Cellamare, di cui egli era ugualmente  il  medico. Più d'una volta ei mi aveva detto che aveva tenuto
condiscendono, appena convalescente, di farvi uscire."  Il  cuore mi cominciò a battere tanto forte, che non so come
brodo." Un momento dopo la conversa ne portava un poco, che  il  medico stesso, sorreggendomi sul capezzale, con carità
e della ricetta m'avevano rianimata le parole del medico.  Il  giorno appresso stava meglio: continuavano tuttavia a
sollievo mai non reca al disperato? Dopo quattro giorni  il  miglioramento era grande; il sesto Sabini chiese al
disperato? Dopo quattro giorni il miglioramento era grande;  il  sesto Sabini chiese al parlatorio le mie nuove, ma non
gli domandai del giorno in cui mi sarebbe stato comunicato  il  permesso d'uscita. Ei mi rispose in termini evasivi: non mi
per non farmi ricadere, ma disse non potermene precisare  il  momento..... Ohimè! Ivi a poco acquistava l'amara certezza
seppi a qual estremo partito appigliarmi, ma non ebbi più  il  coraggio o la pusillanimità di troncare i miserandi miei
ed avuto in risposta che le sue converse non avevano  il  tempo, ne feci un fagotto per mandarla in casa di mia
in affari di Chiesa: credere del rimanente le medesime, che  il  suonare l'organo o il cantare i vespri fosse occupazione
del rimanente le medesime, che il suonare l'organo o  il  cantare i vespri fosse occupazione più confacevole ad una
fosse occupazione più confacevole ad una monaca, che non  il  cospirare all'aria aperta coi nemici del trono e
mi tenevan dietro: la polizia e l'arcivescovado. A dire  il  vero, i sospetti della polizia borbonica non erano
ammaestrato sui destini di essa. I libri, i giornali,  il  consorzio degli uomini di tempera vigorosa, soprattutto
di vedermi confinata in un ritiro di provincia, e passare  il  resto della mia vita nella separazione illimitata da'
luglio, un'ora prima della mezzanotte. Dopo d'aver piegato  il  ginocchio appiè del letto e innalzata la preghiera de'
e credere di sognare: quel perpetuo affannarsi a sormontare  il  cavallone che v'incalza, e sta per ingoiarvi, senza
all'atrofia, mentre le altre creature di Dio respirano  il  nativo elemento, libere, prospere e sane quanto gli uccelli
tutta bagnata di lagrime, deposi aperta sul tavolino, aprii  il  baule, e tratto dal segreto lo stile, mi ferii il
aprii il baule, e tratto dal segreto lo stile, mi ferii  il  fianco.... - Oh, tu che leggi, non mi condannare!
commossa. Ah sì, io avevo tanto patito e patito, che  il  lume della ragione era spento! Perdonami, lettore, come
Perdonami, lettore, come spero m'abbia perdonato Iddio!  Il  polso debole e tremante diede poca forza al colpo: una
poca forza al colpo: una stecca di balena fece scivolare  il  ferro, che strisciando sulla pelle, la sfiorò. Avrei forse
strisciando sulla pelle, la sfiorò. Avrei forse rinnovato  il  colpo, ma l'orrore e il ribrezzo che mi fece il freddo
la sfiorò. Avrei forse rinnovato il colpo, ma l'orrore e  il  ribrezzo che mi fece il freddo della lama, mi risvegliò da
rinnovato il colpo, ma l'orrore e il ribrezzo che mi fece  il  freddo della lama, mi risvegliò da quel delirio. Non fa
Consèrvati! - non è forse quella d'un angelo custode, che  il  cielo invia? Lo stile mi cadde di mano: io mi posi tutta
pur menarmi per confessore un religioso di loro fiducia,  il  padre Quaranta, Agostiniano. Trattandosi d'un'anima
navigante a gonfie vele alla volta dell'imbecillità,  il  quale, troppo occupato del fervorino che recitava tutto
dimenticava da un momento all'altro le mie obiezioni.  Il  cicaleccio di quel rimbambito distruggeva i beneci effetti
molestia; mi fu risposto che io non poteva stare senza  il  catechismo giornaliero del confessore: mi avrebbero però
m'aveva tenuto parole d'un vecchio canonico del vicinato,  il  quale spesso veniva a dir Messa nella chiesa del ritiro, ed
e pietosamente a mio favore le raccomandava i riguardi che  il  dovere di priora e le mie peripezie richiedevano. Io lo
non intendessi di valermi della sua mediazione presso  il  capo della Chiesa napoletana. Gli feci sapere ch'io era ben
ecclesiastico dello stabilimento. E la ragione fu questa:  il  canonico era cristiano di cuore e di coscienza, non per
da quel buon vecchio, ebbi la prova consolante che  il  Cielo non mi aveva del tutto ritirata la sua clemenza. Ma
la sua clemenza. Ma lo ripeto, un malanno porta l'altro.  Il  generale Salluzzi, che in tante e tante occasioni mi aveva
la protezione che accordava ad una monaca cospirante contro  il  principe e ribelle ai voleri della Chiesa, ch'ei non osò
questa perdita, che m'arrecò non piccola mortificazione,  il  re mi sospese ancora un assegno di annui ducati 60, ultimo
volte con edificazione e diletto grande. La casta poesia,  il  puro e santo zelo di quell'èra cristiana mi serviva di
da carità sublimata, non solamente contese all'uomo  il  privilegio dell'eroismo, ma col sagrifizio della
per modello, deponesse, quasi offerta di primizie,  il  fiore degli affetti sull'altare della patria? Invece di
scrivere romanzi, che con effimere commozioni mi snervano  il  cuore, che con effeminati affetti mi sbaldanziscono
aspirazioni, provatevi piuttosto a ritemprarmi, se potete,  il  cuore a fecondi concetti, a sentimenti virili! Ecco come mi
corroborai talmente la memoria che pervenni a trovare  il  prodotto di due fattori di cinque cifre ciascuno. Ma
di due fattori di cinque cifre ciascuno. Ma riprendiamo  il  filo del racconto. Era già molto tempo che procedeva
racconto. Era già molto tempo che procedeva regolarmente  il  carteggio clandestino, quando m'accade di trovare nel nodo
a me.» L'abboccamento fu domandato, e prestamente ottenuto.  Il  nunzio venne a Mondragone non sì tosto ebbe ricevuta la mia
d'un funzionario tanto eminente della Santa Sede tutto  il  ritiro andò in trambusto. La priora, propensa ad arrogarsi
della visita, corse precipitosa al parlatorio. Ma quale fu  il  suo stupore sentendo che il ministro del Sommo Pontefice
al parlatorio. Ma quale fu il suo stupore sentendo che  il  ministro del Sommo Pontefice domandava della sua
disse a mezza voce: "E se fosse pazza un'altra volta?"  Il  nunzio era un uomo nel fiore degli anni e garbatissimo.
nota al prete superiore l'avvenuta infrazione, e costui fu  il  primo che salì da me sbruffando fuoco e fiamme. Lo ricevei
vi ha dato?" "Presso quale Evangelista si trova scritto che  il  Nostro Signore m'abbia dato per superiore il reverendo
scritto che il Nostro Signore m'abbia dato per superiore  il  reverendo cavaliere Don Pietro Calandrelli?" "Io sono
io; "sarò cristiana di quel rito che favorirà la civiltà,  il  benessere, la libertà de' popoli. Ecco la fede mia, che pur
- Signora priora, vi raccomando di badare bene, che  il  contagio di tali opinioni sataniche non infetti le
par di me." Ben lontano però eravamo ancora da tale meta.  Il  ritiro componevasi quasi per intero di giovani,
E come poteva essere altrimenti, poichè Calandrelli era  il  collega del famigerato monsignore Francesco Saverio Apuzzo?
delle Grazie, salva l'anima sua! Dio mio, convertila!"  Il  superiore andava intanto ghiribizzando per iscoprire con
miei panni dovevano esser mandati a casa. E così fu: posto  il  ginocchio a terra, ebbe quel cavaliere dell'ordine di
di Francesco I la birresca impudenza di sciogliere  il  fagotto di propria mano, e sventolare partitamente tutti,
gli aveva teso un bel laccio. Nella piega d'un asciugamano  il  reverendo trovò una lettera diretta a mia madre. Rizzatosi
in piedi, e con mano tremante dall'impazienza, schiuse  il  corpo del delitto. "Finalmente," disse alla priora, "il

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