Novelle. Il Drago Pag. 1 La prima sigaretta » 56 I padroncini » 66 La Commissione »76 Aria! Moto! »86 Paura » 94 La commedia dei grandi rifatta dai
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rappresentazione del mondo dei fanciulli, con tutte le passioncine, con tutti i vizietti e i dolori e gli slanci di bontà e di affetto che lo muovono ed
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- Madonna mia!... I padroncini! Con le mani in tasca e il bastone sotto braccio, il pecoraio si era fermato ad aspettare al varco i quattro monelli
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Giorgio era un buon ragazzo, ma molto vanesio; i suoi compagni di scuola lo chiamavano il filosofo, perchè raramente si degnava fare il chiasso
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attorno in fascio, seminandone i viali involontariamente; erano tanti che non mi chinavo per raccattare quelli che mi sfuggivano. Poi m'ero messo a
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veniva rinnovata attentamente a ogni quarto d'ora; ma per aprire le finestre d' una stanza, i piccini erano condotti via nella stanza appresso. Se la
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Ogni volta che in casa del commendator Scalandri si riuniva la Commissione, i bambini venivano relegati in uno stanzone in fondo al corridoio; e per
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procedeva e che alle fitte stazioni dei tanti paesetti sparsi su la linea scendevano e salivano i passeggieri, la strana impressione già si modificava; ed
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lodato molto. Lo avevano gustato più, senza lodarlo, i bambini della signora Elvira; e Neo, rivolgendosi alla sorella Bice che aveva accanto, sotto
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al babbo ! — E la sola idea di non ricevere le solite carezze e i soliti regalini — giacchè il babbo non tornava mai a casa senza portar qualcosina per
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vuole il bastone! — E prende broncio, e non parla con la moglie per mezza giornata. Quando loro sono in collera, i loro figliuoli fanno quel che
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stanza dov'era entrato credendo che vi fosse qualcuno. Vedendosi là solo solo, senza nessuna ragione cominciava a urlare pestando i piedi, coi pugni su gli
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meglio. La zia e le altre monache, dietro la grata, ride- vano di tenerezza. Riposti i dolci nel fazzoletto, Enrichetta ne aveva legato attentamente le
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saremo meritati il paradiso. — È bello il paradiso? — aggiunse Lidia, che aveva gravità da giovinetta, e quando voleva sapere qualcosa sgranava i grandi
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calamaio e gli aveva fatto con l' inchiostro due magnifici baffi sul muso. Quel ragazzo dormiva così bene che non s'era svegliato; ma i vicini di banco
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in cielo così in terra. Dammi quel giocattolo quotidiano che muove testa e braccia, rimettici i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
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. — E Dio, chi lo ha fatto ? — Nessuno. — Si è fatto da sè ? — Lo saprai quando sarai grande. — Perchè la nonna, guardando i seminati, ha detto ieri
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capito; allora egli raddoppiava il suo grido, si arrampicava alle gretole, si sforzava in tutti i modi di farmi intendere che voleva qualche nuovo
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non sono suo parente e non ne ho l'obbligo! Fossero almeno ragazzi! — Andate all'inferno, voi e i vostri quattrini! E la strega, fatto un cenno alle
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ricevimento degli ambasciatori. SCENA I. Il Re, la Regina, il Reuccio e tutte le persone di Corte. Il Re è seduto sul trono; la Regina e il Reuccio
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loro col capo gli oggetti accatastati : — Quelli sono i letti. Ora li rizzeremo. Dormirete qui. Questa è la cucina. Quello è il forno. V'insegnerò a
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soffrire in tutti i modi, con raffinatezza crudele. Cominciava dall'accarezzarli, quasi per addormentarne la naturale diffidenza; poi, con aghi
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sprimacciate, e poi aveva rifatto i letti, cavando dal cassettone la biancheria un po' ingiallita dal tempo. La prima sera però le bambine avevano dovuto
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Durante l'anno, i due bambini avevano mantenuto il segreto della loro gentile congiura. Non era passato un solo giorno che non ne avessero parlato
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mano, e i biondi capelli tagliati a zazzera e spioventi attorno al collo, sembrava un bel paggetto antico, una figurina scappata viva da un quadro del
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Bisognava vestirle, calzarle; non poteva vedersele dinanzi con quei cenci addosso e i piedi scalzi; e perciò rovistava in fondo alle vecchie casse di
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Or accadde che un giorno le sorelle, per divertirsi con lui, si misero a fargli dei dispettucci. Una gli buttava giù i soldatini schierati sul
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aveva ripreso animo e faccia tosta, e s'era messo a guardare i quadri appesi alle pareti, a rovistare alcuni volumi, a sbirciare le carte sparse su pei
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da sedere e con voce piagnucolosa biascicò : — Ma... ho fatto le firme ! Il direttore, distratto, non capì, e soggiunse : — Intingi i biscotti
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tazza di cioccolatte e i biscotti, ma a torto. Dino era un ragazzo allegro, non cattivo; e da quel giorno diventava proprio il modello degli scolari
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Davanti al Bambino, collocato su la consolle, i dolci erano stati schierati in fila, coperti dal fazzoletto per impedire che le mosche vi
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O care rondinelle, vi siano propizii il cielo, i venti, il mare! E poi, a primavera, vi siano nuovamente propizii il mare, i venti, il cielo pel
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tristezza dell'autunno, e i freddi dell'inverno. Cantate, amate, nidificate. Per voi la vita è un continuo sorriso... Volteggiano, stridono; è il gran giorno
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Siete allegre, siete tristi? Io non capisco la vostra favella; ma vedendovi tornare e ritornare verso i nidi vuoti, mi sembra che vi dolga di
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Ah, non è vero! Lungo il vostro cammino, vi sorprendono i venti, la pioggia, la tempesta; la morte vi coglie sul mare, su spiaggie inospiti, o
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Vi risparmi, care ospiti della mia grondaia, vi risparmi la sorte! Vorrei sentirvi cantare di nuovo i deliziosi gorgheggi che mi hanno svegliato la
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, adattate alla meglio dalla sarta, che aveva trovato modo di cavare le gonne da una e i busti dall'altra. Così l'illusione per don Paolo era completa; Lisa e
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rimaste quelle li? Quand'anche gli avesse lasciato tutti i suoi beni.... Che ne avrebbero fatto? Chi le avrebbe garantite, chi le avrebbe difese dalle
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porcellino; la crusca allora servirà per lui. A Natale, lo ammazzeremo, e faremo le salsicce e i salami. Rideva, pensando al porcellino; e intanto
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, si rizzò inviperita, e non — Fatevi i fatti vostri, dragaccio! Che ve n'importa? Sono figlie vostre, forse? Ma don Paolo, che era una linguaccia
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tant'anni, raccogliendone i fiori e conservandoli in un cartoccio, quasi fossero stati qualcosa sopravvivente della sua povera figliuola. Ingrossato nel
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Don Paolo, aspettando i suonatori, si era messo ad acconciare la cavezza dell'asino, e si godeva anticipatamente il piacere della svegliata delle
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mezzanotte, s'era messo o giocare all' oca con loro, usando la gentile malizia di contar male i propri punti perchè il perditore fosse sempre lui, e fingendo
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come una volta; la memoria gli veniva meno di giorno in giorno. Chiacchierava troppo del passato, rammentandosi i più minuti particolari; ma gli
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della giacchetta oggi parevano a Giorgio troppo lunghe, domani troppo corte; i petti non si reggevano bene... E i pantaloni, oh Dio, come cascavano
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, tappezzavano i muri, fra mensole gremite di bocce, boccette, boccettine, tazze, caffettiere, grattugie, insomma di arnesi disparati, ridotti inservibili
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Quell'anno i padroncini parevano presi da particolare affezione pel pecoraio e per le pecore. La mattina, mentre egli si disponeva a mungere il latte
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Il povero pecoraio strillò contro i contadini della fattoria; sospettava autore del furto uno di loro. Non gli era accaduto mai in vita sua che
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La lezione giovò. I ragazzi nei giorni appresso lasciarono in pace pecoraio e pecore, e non vollero neppure sentir nominare la ricotta. Fecero anche
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, febbre e il resto. — Benissimo! — disse la nonna. I bambini si credettero capitati in mano d'una tiranna. Il signor Borsino non era potuto andare a
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