(Marcia. – Il corteggio esce dal palagio. Tutte le corporazioni dello Stato, tutta la Corte, i Deputati di tutte le provincie dell’impero, i Grandi
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(Le porte dell’Asilo nell’aprirsi lascian vedere Filippo con la corona sul capo, in mezzo ai Solitari. I signori s’inchinano, il popolo si prostra. I
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I giardini della Regina a Madrid.
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I giardini della Regina come alla scena prima.
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(i Grandi di Spagna indietreggiano innanzi a Carlo)
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(i veroni illuminati di Fontainebleau brillano in lontananza)
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. I boscaiuoli guardano la Principessa che si allontana, e riprendendo i loro utensili si mettono in cammino, e si disperdono pei sentieri del fondo.)
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Coro di Solitari, un Solitario, poi Carlo. I Solitari dall’interno – Un Solitario presso la tomba.
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(Tebaldo entra coi Paggi, portando fiaccole. I Paggi restano nel fondo. Tebaldo s’avanza solo verso Elisabetta)
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(I sei Deputati fiamminghi vestiti a bruno, appaiono all’improvviso, condotti da Carlo, e si gettano ai piedi di Filippo.)
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(Tutti s’inchinano silenziosi. Filippo scende i gradini e va a prendere la mano d’Elisabetta per continuare il suo cammino.)
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mantiglia e la maschera di Elisabetta, appare sovra un carro sfolgorante: s’odono i concenti dell’Inno Spagnuolo, le Perle s’inginocchiano, e le Dame e i
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Le Dame sono assise sulle zolle intorno alla fonte. I Paggi sono in piedi intorno ad esse. Un Paggio tempra una mandolina.
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(Il giorno spunta lentamente. Carlo pallido ed esterrefatto erra sotto le volte dell’asilo. S’arresta per ascoltare. S’ode suonare una campana. I
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Allora si fa innanzi un Paggio che porta le armi e i colori di Filippo II, e dichiara che gli è per ordine del Re di Spagna che il Pescatore cerca in
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(Silenzio. Elisabetta si pone a sedere sopra un masso di roccia ed alza lo sguardo su Carlo in piedi innanzi ad essa. I loro occhi s’incontrano, e
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Salvala!? E chi la spinse nell’abisso? io o tu? Ciò ch’io posso farò. Ecco le chiavi. Dormono i carcerieri. I cavalli fatati son pronti per la fuga.
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(si perdono mormorando fra i cespugli)
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(Mefistofele che avrà gironzato fra i cespugli)
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Nebulosa. Lo squillo delle sette trombe. I sette tuoni.
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Le Falangi celesti, invisibili dietro la nebulosa. Echi. Chorus Mysticus. I Serafini. Le Penitenti.
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I Popolani e le Popolane, sotto un gran pioppo, cantano e danzano l’Obertas. – Heisa-hé, specie di tralàlà tedesco posto da Goethe stesso in queste
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(Più che canta più la folla si fa inquieta e s’agita e picchia i piedi sul suolo. Sul finire si scatena una danza sfrenata. Entrano molte maschere).
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Scena: Scena deserta e selvaggia nella vallea di Schirk, costeggiata dagli spaventosi culmini del Brocken (monte delle streghe). I sinistri profili
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palco noi lo collocammo in orchestra, e invece delle parole mettemmo i suoni a fine di rendere più incorporee ancora ed extraumane le allucinazioni
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I secoli cooperarono a questo soggetto come i popoli e le generazioni non bastarono ad esaurirlo. La storia di questo soggetto compendia la storia
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. Ascoltando l’enumerazione di tutti i frontispizi che hai divorati da ieri ad oggi, e che rimpingueranno domani le tue appendici, notai che ne mancava
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anonimo, nel suo discorso della corona (Atto IV Scena I) scoppia in questo intermezzo. Faust avido sempre di nuove emozioni si scaglia anch’esso nella
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. Tu saprai meglio di me, nella tua qualità d’erudito, che fin dai primi anni del Rinascimento tutti i popoli e tutte le religioni d’Europa
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Auerhan. Poi ho letto anche la Ballad of the Life and Deat of Doctor Faustus pubblicata a Londra nel 1587 ed anche i Colloquia oder Tischreden di Lutero
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come al museo sfuggo i ciceroni. Avete scritto una prefazione al vostro libretto? Non la leggerò. Avete scritto delle note e delle chiose? Non le
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