Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Reginotta! ... Perdonatemi i tormenti che vi  ho  dati ... Ah! Principe reale! ... Perdonatemi le tre teste
... Ah! Principe reale! ... Perdonatemi le tre teste che vi  ho  fatto tagliare ... (Si abbracciano.)
 Ho  sentito!
 ho  sbagliato, Maestà ...
 Ho  mangiato abbastanza ...
non  ho  detto niente!
lei col suo cuore di ghiaccio? Mio signore! Mio signore! Io  ho  un morbido nido caldo. Ho la mia stufa legittima che
Mio signore! Mio signore! Io ho un morbido nido caldo.  Ho  la mia stufa legittima che conserva ancora qualche bragia e
qualche languido focherello. Ma non basta! Ma non basta!  Ho  un giovane caminetto dalle vampe bionde, che non mi brucia,
mi consola, mi fa sognare. Ma non basta! Ma non basta!  Ho  un maturo, bollente scaldamani, una palla di cannone,
posando il libro o l'uncinetto. Ma non basta! Ma non basta!  Ho  un vecchio devoto scaldapiedi che mi serve tanto e manda
serve tanto e manda pure il suo timido tepore. E se talora  ho  troppo caldo, apro la finestra, e guardo il cielo. Pur non
Ma io ... non  ho  figlia!
Che intendete dire? Che  ho  mangiato troppo? ...
 Ho  scambiato qualche parola con la disgraziata nostra
Maestà! Questa notte  ho  fatto un brutto sogno!
turbato):  Ho  rovistato dappertutto; la chiave non si trova!
chetata ora che le  ho  detto: Non ti faremo male.
 Ho  deciso che quando sarò grande farò il prestigiatore.
in tutto il tempo che è durata la rappresentazione, non gli  ho  levato gli occhi di dosso per scoprire il segreto dei suoi
così a rispettarmi di più. Oggi, tanto per provare,  ho  dato una piccola rappresentazione in giardino ai miei amici
soldo a testa. - Mi farebbe la gentilezza qualche signora -  ho  detto - di prestarmi un orologio d'oro? Lei? - - Io non ce
pesta le mandorle e lo zucchero quando fa i dolci, vi  ho  buttato dentro l'orologio della signora Olga e col pestello
buttato dentro l'orologio della signora Olga e col pestello  ho  incominciato a pestarlo ben bene come fa il Morgan; ma
subito in mille bricioli. - Osservino, signori! -  ho  detto. - Come loro vedono, l'orologio della signora
riconoscibile... - - È vero! - hanno detto tutti. Ma noi -  ho  soggiunto io - lo faremo riapparire come era prima! -
io - lo faremo riapparire come era prima! - Infatti  ho  rovesciato il mortaio in un fazzoletto dove ho legato
- Infatti ho rovesciato il mortaio in un fazzoletto dove  ho  legato strettamente i pezzi dell'orologio che mi aveva dato
il fagottino in tasca. Poi, facendo finta di niente,  ho  cavato fuori del petto un altro fagottino che m'ero
un fazzoletto simile al primo, e mostrandolo agli invitati  ho  detto: - Elà, signori, osservino l'orologio ritornato
stati più assalti. In ogni modo io son deciso a resistere.  Ho  rinforzato la barricata e ho messo insieme anche una
io son deciso a resistere. Ho rinforzato la barricata e  ho  messo insieme anche una discreta quantità di provvigioni
procuratemi da Caterina per mezzo d'un panierino che  ho  calato dalla finestra del giardino, mentre la mia famiglia
questi giorni non  ho  scritto nulla nel giornalino, perché ho avuto molto da fare
questi giorni non ho scritto nulla nel giornalino, perché  ho  avuto molto da fare per mettermi in pari con le lezioni. In
e tentando di nascondere il suo terrore): ono sazio ... Non  ho  più appetito!
stamani  ho  avuto il permesso di alzarmi... Ma era possibile che un
Mi ero nascosto dentro l'armadio... Che risate matte  ho  fatto, con quei ritratti!… Su uno c'era scritto : Un vero
fare qualche burletta innocente, appena uscirò di casa; poi  ho  richiuso per benino la cassetta, in modo che Luisa non si
avevo voglia di annoiarmi. - Se mi mascherassi da donna? -  Ho  pensato a un tratto. Ho trovato un busto vecchio di Ada,
- Se mi mascherassi da donna? - Ho pensato a un tratto.  Ho  trovato un busto vecchio di Ada, una sottana bianca
di Ada, una sottana bianca inamidata con lo strascico,  ho  preso dall'armadio il vestito di batista color di rosa di
di batista color di rosa di Luisa a tramezzi di trina, e  ho  cominciato a vestirmi. La gonnella era un po' stretta alla
a vestirmi. La gonnella era un po' stretta alla vita e  ho  dovuto appuntarla con gli spilli. Mi sono bene unto le gote
- Che invidia, che invidia, avranno di me le mie sorelle! -  ho  esclamato, al colmo della contentezza. E così dicendo, ero
che non parlassi; ma io, facendo finta di non vederla,  ho  risposto: - "Ho trovato una pomata in una cassetta..." E
mi sono fermato davanti a Luisa e, guardandola fissa, le  ho  strappato una gala in fondo al vestito. Non l'avessi mai
furia, e mi ha dato uno schiaffo... - Ah, signorina!... -  ho  detto fra me e me. - Se sapesse che le ho preso i ritratti!
signorina!... - ho detto fra me e me. - Se sapesse che le  ho  preso i ritratti! - Le sorelle credono che le gote dei
attento a quel che dicevano tra loro la mamma e Ada, ne  ho  sentita una carina. Si tratta della signora Olga e della
ai ragazzi e li sa compatire. Il signor Luigi, a quanto  ho  sentito, rimase molto sorpreso della notizia che gli dètte
di divertirmi anche di più in seguito. Intanto stamani  ho  colto il momento che nessuno badava a me e sono andato in
nessuno badava a me e sono andato in camera di Ada dove le  ho  preso tutti i fazzoletti che ho trovato; poi, passando dal
in camera di Ada dove le ho preso tutti i fazzoletti che  ho  trovato; poi, passando dal salotto da pranzo, ho preso
che ho trovato; poi, passando dal salotto da pranzo,  ho  preso l'ampolliera d'argento e me la son nascosta sotto
sotto alla blouse; e finalmente sono andato in giardino,  ho  chiamata Marinella e, con la scusa di fare a nascondersi,
la scusa di fare a nascondersi, sono andato in casa sua e  ho  lasciato l'ampolliera nella sua stanza da pranzo. In quanto
nella sua stanza da pranzo. In quanto ai fazzoletti li  ho  dati a Marinella dicendole di portarli in camera della sua
aver divorate tutte le mie lacrime. Proprio così; perché  ho  finito in questo momento di mangiare una scodella di
poi dicono che son dispettosi i ragazzi!... Il fatto è che  ho  resistito tutto il giorno rifiutandomi di mangiare, deciso
così feroce. Ma purtroppo stasera non ne potevo più e...  ho  dovuto piegarmi alla necessità, piangendo amaramente sul
sul mio infelice destino e sulla minestra di capellini che  ho  terminata in questo momento.
Centovite): Ma dunque, è destino? Per tutto il male che  ho  fatto agli altri, dunque, devo morire? ... (Piange.)
... Sono così debole che  ho  perduto la memoria. Un po' di quel pasticcio, Maestà, forse
a render la visita alla signora Olga e quando son tornate  ho  sentito che dicevano fra loro: - Hai visto? Aveva un altro
suo marito stasera stessa. - Io ridevo dentro di me, ma  ho  fatto finta di nulla, e anzi, ho detto a un tratto: - Chi è
Io ridevo dentro di me, ma ho fatto finta di nulla, e anzi,  ho  detto a un tratto: - Chi è malato, mamma? - Nessuno, - ha
di nuovo, né a scuola, né in casa. Non  ho  ancora rivisto il babbo e ormai spero che quando lo rivedrò
gli originali delle fotografie che presi alle mie sorelle!  Ho  cominciato da Carlo Nelli, il padrone di quel bel negozio
mi ha detto: - Oh, Giannino, sei guarito bene? - Io gli  ho  detto di sì, e poi ho risposto per bene a tutte le domande
Giannino, sei guarito bene? - Io gli ho detto di sì, e poi  ho  risposto per bene a tutte le domande che mi faceva; ed egli
a rivolgermi delle interrogazioni sulle mie sorelle. io  ho  creduto bene che quello fosse il momento buono per tirar
subito: - Ah! sei stato tu, eh, brutto birbante? - Io gli  ho  risposto di no, che avevo trovato le fotografie a quel modo
non se lo figura nemmeno... - Buon giorno, Pietro, - gli  ho  detto. - O Giannino! - mi ha risposto. - E a casa stanno
ricevono sempre mille attenzioni dai giovanotti! Io  ho  preso tutte le pasticche, poi ho tirato fuori la
dai giovanotti! Io ho preso tutte le pasticche, poi  ho  tirato fuori la fotografia, e facendogli l'occhio pio, gli
tirato fuori la fotografia, e facendogli l'occhio pio, gli  ho  detto: - Guarda qui: l'ho trovata in casa stamani. - Fammi
ha alzato una gamba per appiccicarmi un calcio, ma io  ho  fatto una cilecca e ho infilato svelto svelto la porta, e
per appiccicarmi un calcio, ma io ho fatto una cilecca e  ho  infilato svelto svelto la porta, e mi c'è entrato anche di
che non vuole scherzi. Mi sono affacciato all'uscio e gli  ho  detto: - Scusi, sta qui il Vecchio Silva Stendere? - Ma che
Silva Stendere? - Ma che hai? - ha risposto. - Ecco,  ho  qui una fotografia per lui! - E gli ho consegnato il suo
ha risposto. - Ecco, ho qui una fotografia per lui! - E gli  ho  consegnato il suo ritratto sotto il quale era scritto: Pare
ha fatto ridere più di tutti è stato Gino Viani quando gli  ho  dato la sua fotografia dove in fondo era scritto: Ritratto
passato un giorno della settimana e  ho  fatto tutti gli sforzi possibili e immaginabili per esser
come promisi l'altro giorno alla mamma. Ieri, dopo scuola,  ho  fatto i balocchi con Maria e l'ho trattata molto bene
aperti e quando la si mette a diacere si chiudono. Io  ho  voluto capacitarmi di questa cosa e le ho fatto un buco
si chiudono. Io ho voluto capacitarmi di questa cosa e le  ho  fatto un buco nella testa dal quale ho potuto scoprire che
di questa cosa e le ho fatto un buco nella testa dal quale  ho  potuto scoprire che il movimento era regolato da un
interno molto facile a capirsi. Infatti l'ho smontato e  ho  spiegato a Maria come stavano le cose, ed ella si è
onta di tante circostanze a noi sfavorevoli. A Mentana, io  ho  veduto i mercenari fuggire colle baionette alle reni dai
all'uscio di scuola senza neppure toccar terra... - Come! -  ho  detto - in pallone? - Ho detto così, ma avevo capito
neppure toccar terra... - Come! - ho detto - in pallone? -  Ho  detto così, ma avevo capito benissimo che l'idea era di
gli frutti!... Staremo a vedere... Speriamo bene... Io  ho  tenuto sempre la testa bassa e ho detto sempre di sì; ma da
Speriamo bene... Io ho tenuto sempre la testa bassa e  ho  detto sempre di sì; ma da ultimo mi son seccato di far
si sacrificano per voi! - E io allora che dovrei dire? -  ho  risposto. - Tutti mi chiamano Gian Burrasca - Ti chiamano
al ritorno, di non farmi incontrare col babbo che, come  ho  detto, vuol farmi camminare senza toccar la terra coi
senza toccar la terra coi piedi. Passando dal pianerottolo  ho  visto un gran viavai di muratori: stanno accomodando la
interrogativi: - Che ne farò? - Il fatto è che da quando  ho  tutti questi quattrini non sono più io: ho la testa piena
è che da quando ho tutti questi quattrini non sono più io:  ho  la testa piena di pensieri, di preoccupazioni, di paure.
all'impiego che farò dell'eredità, fra i tanti sogni che  ho  fatto due specialmente mi stanno fissi alla mente:
non sono più mille lire, ma settecentotrentuno perché oggi  ho  speso la somma non indifferente di lire
Pasticcini 1000,00 1,00 15,00 250,00 3,00 Nel registro che  ho  comperato c'è anche una colonna per le Osservazioni, a lì
c'è anche una colonna per le Osservazioni, a lì non  ho  scritto niente, perché l'unica osservazione che potevo
delle elemosine. Infatti stamani appena sono uscito di casa  ho  trovato sugli scalini della chiesa di San Gaetano un povero
che chiedeva l'elemosina, e io messa subito mano a tasca  ho  tirato fuori un biglietto da cinque lire e gliel'ho
me ne dà uno anche a me? - Io per non fare ingiustizie ne  ho  dato uno anche a lui: e siccome in quel momento uno zoppo
per godere dello stesso trattamento dei suoi due colleghi  ho  dato cinque lire anche a lui. Ma il bello della scena è
nel levar di tasca i miei biglietti di banca, non  ho  neanche menomamente pensato al fatto stranissimo di quei
due ciechi che vedevano e di quello zoppo che correva. Ci  ho  ripensato dopo... Allora ho capito che la carità è una gran
di quello zoppo che correva. Ci ho ripensato dopo... Allora  ho  capito che la carità è una gran bella cosa, ma bisogna
una gran bella cosa, ma bisogna saperla fare... e lì per lì  ho  provato tanta stizza di essere stato ingannato così
Balestra e mi son mangiato tre lire di pasticcini! Forse ne  ho  mangiati troppi, e senza dubbio ho abusato di canditi che
di pasticcini! Forse ne ho mangiati troppi, e senza dubbio  ho  abusato di canditi che mi piacciono di molto e per
a farmi la stessa accoglienza, mi son risentito e  ho  detto: - Che credono perché sono un ragazzo che io non
perché sono un ragazzo che io non abbia i quattrini? - E  ho  levato di tasca una manciata di biglietti. Allora il
in avanti ci vorrà la fede di nascita... - Naturalmente io  ho  acconsentito a questa giusta critica, e allora questo bravo
Ma lei che voleva comprar qualcosa? - Sì: una cassaforte, -  ho  risposto - ma una cassaforte piccola... - Quanto vorrebbe
servizio. - E dove si trovano? - Lei deve venir con me.  Ho  diversi negozianti amici, tutte brave persone che vendono
voleva sebbene fosse un poco arrugginita. Io naturalmente  ho  tirato nel prezzo, e dài, picchia e mena me l'ha rilasciata
e mena me l'ha rilasciata per duecentocinquanta lire. Gli  ho  dati tutti i quattrini che avevo in tasca e me la son fatta
c'era e la mamma e l'Ada erano a fare una visita. Difatti  ho  avuto la cassaforte e ho dato il resto, cioè
erano a fare una visita. Difatti ho avuto la cassaforte e  ho  dato il resto, cioè centosessantotto lire oltre le
sé): Povere Cameriere! Fortuna che io non  ho  commesso niente di male contro la Fata! ... Altrimenti, in
L'ho sempre detto, io, che Luisa è la migliore di tutte.  Ho  preso lo scudo e via, a mettere in esecuzione la mia idea.
preso lo scudo e via, a mettere in esecuzione la mia idea.  Ho  comprato dodici razzi col fischio, sei candele romane, otto
Non mi par vero d'arrivare a quel momento. Intanto  ho  nascosto tutti i fuochi sull'armadio della mamma perché
a scuola  ho  avuto che dire con Cecchino Bellucci per causa di Virginia.
quell'arruffapopoli dell'avvocato Maralli? - È vero - gli  ho  risposto - ma il Maralli non è quello che dici tu: invece è
coperto la bocca, soffocando una risata. Io, naturalmente,  ho  incominciato a riscaldarmi. - C'è poco da ridere! - gli ho
ho incominciato a riscaldarmi. - C'è poco da ridere! - gli  ho  detto scotendolo per un braccio. - Ma non sai - ha ripreso
e il Maralli no... - Che c'entra l'automobile! - gli  ho  detto. - C'entra, perché con l'automobile mio zio Gaspero
mi è stato promesso di non darmi più bastonate, e io  ho  promesso solennemente di ritornare a scuola, di studiare e
salvo... e anche la mobilia e lo specchio grande, perché  ho  levato la barricata e sono uscito di camera. Viva la
il giornalino, e lo ha sfogliato guardando le figure che vi  ho  disegnato. - Ma sai - ha detto - che tu hai una grande
sono riconoscente per tutto quello che fa per me, perciò  ho  deciso di fargli un regalo e, non avendo neppure un soldo,
deciso di fargli un regalo e, non avendo neppure un soldo,  ho  pensato di ricorrere al signor Venanzio, che è tanto ricco,
somiglianti! Giannino è un artista! - Io tutto contento  ho  preso il giornalino e ho mostrato a mia sorella le figure,
è un artista! - Io tutto contento ho preso il giornalino e  ho  mostrato a mia sorella le figure, ma ho proibito a tutti di
il giornalino e ho mostrato a mia sorella le figure, ma  ho  proibito a tutti di leggerlo, perché voglio che i miei
mi devi fare un gran piacere... Me lo prometti? Io gli  ho  risposto di sì. - Bene: - ha ripreso il mio cognato. - Tu
Ma ormai avevo giurato a me stesso di esser buono, e  ho  voluto accondiscendere anche a questo sacrifizio, ma molto
mi son sentito una stretta dolorosa al cuore; ma ne  ho  sentita subito un’altra, e questa volta era di gioia,
e poco dopo, mentre nessuno badava a me, svelto svelto,  ho  raccattato dal caminetto la palla di carta, me la son
la palla di carta, me la son nascosta nella blouse, e ora  ho  steso per bene le pagine e con la gomma le ho riappiccicate
blouse, e ora ho steso per bene le pagine e con la gomma le  ho  riappiccicate al loro posto. C'è l'angolo di una pagina un
a chiedere due lire al signor Venanzio. Me le darà? * * *  Ho  preso il momento buono: mia sorella è fuori, il Maralli è
mia sorella è fuori, il Maralli è nel suo studio, e io  ho  afferrato la trombetta, l'ho ficcata in un orecchio al
l'ho ficcata in un orecchio al signor Venanzio e gli  ho  gridato: - Per piacere mi prestereste due lire? - Il
per poter partire? - ha risposto lui. - Che paniere? - Io  ho  ripetuto la domanda con quanta voce avevo, e allora ha
mai quattrini.- Questa volta aveva capito! Allora io gli  ho  detto : - Ha ragione la Virginia a dire che lei è un grande
detto che sono un avaraccio? Eh! Eh!...- Io per consolarlo  ho  creduto bene di dirgli che per questo il Maralli l'aveva
credevo gli venisse un colpo. - Si faccia coraggio! - gli  ho  detto - forse questo è il colpo apoplettico che il Maralli
giorni e due notti che i miei genitori sono partiti, e non  ho  fatto altro che pensare alla bicicletta. Questa volta sono
fiume. Da principio non venivano su che delle erbacce, poi  ho  preso due ghiozzi, che sono sguizzati un'altra volta
domani mattina a colazione, e per divertirmici stasera  ho  pensato di metterla per benino sul pianoforte, in salotto
cane arrabbiato. - Scommetto che c'è qualcosa sul piano, -  ho  detto a Caterina. Caterina si è avvicinata al pianoforte
a urlare come disperati. - Ma se è un'anguilla! -  ho  detto io, stanco finalmente di tutte queste esagerazioni. -
hanno domandato tutti in coro. - È un'anguilla innocente! -  ho  ripetuto, mettendomi a ridere. Le donne sono proprio
Virginia... Si sa; è sempre la medesima storia. Anche se  ho  la disgrazia di avere una sorella che non riconosce
essendomi seccato a queste stupidaggini da bambini, le  ho  detto: - Guarda, è quasi buio e c'è un'ora prima di andare
Caterina era a preparare da mangiare in cucina: e io  ho  condotto Maria in camera mia, le ho levato il vestitino
in cucina: e io ho condotto Maria in camera mia, le  ho  levato il vestitino bianco, e le ho messo il mio di panno
Maria in camera mia, le ho levato il vestitino bianco, e le  ho  messo il mio di panno turchino, perché sembrasse proprio un
di panno turchino, perché sembrasse proprio un ragazzo. Poi  ho  preso la mia scatola di colori e le ho tinto la faccia da
un ragazzo. Poi ho preso la mia scatola di colori e le  ho  tinto la faccia da mulatto, ho preso un paio di forbici e
mia scatola di colori e le ho tinto la faccia da mulatto,  ho  preso un paio di forbici e siamo scesi giù nel giardino,
un paio di forbici e siamo scesi giù nel giardino, dove  ho  ordinato allo schiavo che mi venisse dietro. Eravamo giunti
giunti in un viale solitario, quando rivolgendomi a Maria,  ho  raggiunto: - Senti: ora ti taglio i riccioli, come nel
- ha risposto lei mettendosi a piangere. Ma io non le  ho  dato retta: le ho tagliato tutti i riccioli perché
lei mettendosi a piangere. Ma io non le ho dato retta: le  ho  tagliato tutti i riccioli perché altrimenti non era
venga a pranzo. - Abbiamo fatto il gioco dello schiavo, -  ho  risposto. - Maria deve fingere di essersi smarrita. - E
mamma ridendo. - Oh, qui vicino, nel viale dei Platani, -  ho  continuato, mettendomi a tavola a sedere. Ma il babbo, la
fatto quel giuoco del signore e dello schiavo. Per questo  ho  dovuto travestirla da mulatto; e io che facevo il padrone
dalla tasca? - Oh nulla, sono i capelli di Maria. Glieli  ho  dovuti tagliare perché non fosse riconosciuta. Non ho detto
ho dovuti tagliare perché non fosse riconosciuta. Non  ho  detto che l'ho travestita da mulatto, con i capelli corti e
sulle rovine del lavamano e del tavolino da scrivere che  ho  messo contro l'uscio. Zitto! Sento del rumore... che sia
Zitto! Sento del rumore... che sia l'ora del combattimento?  Ho  le provvigioni in camera, l'uscio è chiuso a chiave, ci ho
Ho le provvigioni in camera, l'uscio è chiuso a chiave, ci  ho  messo davanti il letto, sopra il letto c'è il tavolino da
amico Professore Angelo Vecchio. Tu lo volesti, ed io  ho  compiuto l'brakadabra. Lo dedico a te, che mai non cessasti
tema sociale e politico degno di meditazione e di studi. Io  ho  pagato il mio debito a te ed ai pochi dei quali ho ambito
Io ho pagato il mio debito a te ed ai pochi dei quali  ho  ambito la stima e l'affetto. Questo mi stava a cuore; del
essere una provocazione. In trent' anni di professione le  ho  consultate centinaia di volte, le ho imparate quasi a
anni di professione le ho consultate centinaia di volte, le  ho  imparate quasi a memoria, non le ho mai trovate in difetto,
centinaia di volte, le ho imparate quasi a memoria, non le  ho  mai trovate in difetto, e forse hanno silenziosamente
 ho  portato un po' di pane e un po' di acqua ... Ma non posso
di moversi e balbettava: - Che sarà mai? Che sarà mai? - Io  ho  cercato di fargli coraggio, dicendogli: - Non è niente di
proprio di farmi rovinar la casa in capo? - Io allora  ho  cercato di rinfrancare anche lui dicendogli: - Ma no, via;
e non paura, brutto imbecille che non sei altro! Io non  ho  paura di nulla, per tua regola... ma ho paura a tenerti in
sei altro! Io non ho paura di nulla, per tua regola... ma  ho  paura a tenerti in casa mia, perché sei un flagello, e vedo
stamani prima che egli andasse nello studio, gli  ho  messo sulla scrivania la cartella nuova che gli comprai, e
messo sulla scrivania la cartella nuova che gli comprai, e  ho  buttato quella vecchia nel caminetto. Speriamo che anche
anche lui mi sia grato della mia gratitudine... * * * Oggi  ho  pensato tutto il giorno a correggermi del difetto di fare
si è divertito un mondo al racconto del fatto d'ieri,  ho  colto il momento in cui aveva posato le lenti sul tavolino
momento in cui aveva posato le lenti sul tavolino e gliele  ho  prese. Poi sono andato nella stanza d'aspetto, e quando
a parlare col Maralli, lasciando le sue lenti sul tavolino,  ho  preso anche le sue e son corso in camera mia. Lì ho rotto
ho preso anche le sue e son corso in camera mia. Lì  ho  rotto una delle due punte di un pennino facendone un
cacciavite; e con questo, svitando i perni delle lenti  ho  messo quelle d'Ambrogio nei cerchietti d'oro del signor
prima. L'operazione è stata fatta così alla lesta, che  ho  potuto rimettere le due paia di lenti al loro posto senza
Questo qui è inchiostro per i ministeri dei quali  ho  la fornitura... e su questi ci guadagniamo bene, sai? Vedi?
e te le farò conoscere meglio che la geografia, perché io  ho  la pratica commerciale e questa fa più dì tutti i libri...
mi sono addormentato profondamente. Quando mi sono destato  ho  visto nel divano difaccia il signor Clodoveo che dormiva,
ma poi mi son seccato e non sapevo che cosa fare...  Ho  aperto la valigia, ho riguardato tutti i miei balocchi...
seccato e non sapevo che cosa fare... Ho aperto la valigia,  ho  riguardato tutti i miei balocchi... Ma ormai li conoscevo
e non bastavano a farmi passar la noia da dosso... Allora  ho  tirato giù la cassetta dei campionari del signor Clodoveo e
In quel momento il treno si era fermato, e dal finestrino  ho  visto che un altro treno era fermo di faccia a noi, per lo
m'è venuta un'idea terribile. - Se avessi uno schizzetto! -  ho  pensato. Mentre pensavo a questo, lo sguardo si è fermato
di gomma che era nella mia valigia imasta aperta, e allora  ho  detto fra me: - E perché non potrei fabbricarmelo? - E
non potrei fabbricarmelo? - E cavato di tasca il temperino  ho  fatto un buco nella palla; poi ho preso tre bottigliette
di tasca il temperino ho fatto un buco nella palla; poi  ho  preso tre bottigliette d'inchiostro dalla cassetta del
e sono andato nella ritirata, dove, stappate le boccette,  ho  versato il contenuto nella catinella allungandolo con
nella catinella allungandolo con l'acqua. Fatto questo  ho  sgonfiato la palla, e immersala nella catinella l'ho
si moveva e i viaggiatori eran tutti affacciati... Non  ho  fatto altro che sporgere un po' le braccia fuori del mio
divertimento!... Campassi mill'anni non riderò mai quanto  ho  riso in quel momento nel vedere tutti quei visi affacciati,
miei campioni d'inchiostro, assassino!... - ha gridato. -  Ho  scritto una lettera ai miei propri genitori! - ho risposto
- Ho scritto una lettera ai miei propri genitori! -  ho  risposto tremando. - Come una lettera!... Qui mancano tre
di accompagnare un ragazzo affidato da un amico!... Ma io  ho  avuto prudenza e non gli ho risposto mai niente, meno che
affidato da un amico!... Ma io ho avuto prudenza e non gli  ho  risposto mai niente, meno che quando mi ha consegnato al
Hanno ragione a chiamarlo Gian Burrasca! - Allora non ne  ho  potuto più, e gli ho risposto: - Con codesti piedoni che ha
Gian Burrasca! - Allora non ne ho potuto più, e gli  ho  risposto: - Con codesti piedoni che ha lei, invece,
e mentre mia sorella mi faceva passare in un'altra stanza,  ho  sentito che egli diceva sospirando: - Si comincia bene! -
 Ho  visto. E niente vi scote, Maestà? (Entra il Gran Mago. Ha
che fa la cura per non parlar più col naso. Io allora  ho  pensato, che, giacché il Collalto aveva scritto al babbo
proprio dietro, mi son chinato perché non mi vedesse e  ho  gridato: - Maramèo!..- La marchesa ha fatto un salto sulla
sul tappeto ha esclamato: - Chi è là? - Il gatto mammone! -  ho  risposto, inarcando la schiena, puntandomi sulle mani e sul
ch'io possa mai desiderare...- Io, senza farmi pregare,  ho  ripetuto: - Marameo! - E la marchesa a raddoppiare le
seguitavo a ripetere: Marameo, marameo... Finalmente  ho  capito il motivo di tanta allegrezza: la marchesa sentendo
piantata li, e soltanto quando sono stato sulla porta, le  ho  ripetuto, sempre per farle piacere: - Marameo! - Ma proprio
camera mia e chiudermici dentro a scanso di altre pedate,  ho  sentito che diceva alla marchesa Sterzi: - Perdonerà,
in pochi giorni!... - Qui ci è stata una pausa, e poi  ho  sentito il Collalto che diceva: - Già, già... infatti è
ragazzo! Ma spero col tempo di guarire anche lei... - Non  ho  voluto sentir altro; e invece dì andarmi a chiudere in
a chiudere in camera, sono andato da mia sorella che  ho  trovato nel suo salottino da lavoro e alla quale ho
che ho trovato nel suo salottino da lavoro e alla quale  ho  raccontato tutta la scena. Che risate abbiamo fatto
sorella - ha promesso dì esser buono, non è vero? - Sì, -  ho  risposto - e non dirò più bugie... nemmeno alla marchesa
per mano il Re e la Regina, e li fa rizzare in piedi.)  Ho  visto, ho sentito quel Mago presuntuoso ... Se oggi lui
il Re e la Regina, e li fa rizzare in piedi.) Ho visto,  ho  sentito quel Mago presuntuoso ... Se oggi lui avesse
dunque, come mi ero ripromesso, io stavo all'erta; e quando  ho  sentito un po' di rumore in casa, zitto zitto mi sono
e sono stato ad aspettare gli eventi. Nessuno pensava a me.  Ho  sentito il babbo, la mamma, Ada e Virginia che sono scesi
si era appena mossa. L'ho raggiunta poco distante da casa,  ho  agguantato la traversa di legno che è in fondo, dietro il
i discorsi che facevano dentro la carrozza... E tra l'altro  ho  sentito il Maralli che diceva: - Per carità, badate che
molto tempo la carrozza s'è fermata e tutti sono scesi.  Ho  aspettato un poco e poi sono sceso anch' io. Oh maraviglia!
le mie sorelle e il Maralli. - Che chiesa è questa? -  ho  domandato a un contadino che era lì fuori. - È la chiesa di
chiesa di San Francesco al Monte. - Sono entrato anch'io, e  ho  visto dinanzi all'altar maggiore inginocchiati davanti al
all'altare senza che nessuno si accorgesse di me, e così  ho  potuto assistere a tutto lo sposalizio, e quando il prete
di sì, allora sono uscito a un tratto fuori dell'ombra e  ho  detto: - Sono contento anch'io; e allora perché non mi
casa, e nel ritorno sono stato a cassetta col vetturino, e  ho  guidato quasi sempre io; e, quel che più conta, ora non
volte il battesimo di vostro rappresentante; ed io finora  ho  fatto ben poco per meritarmi questo onore. Cinque o sei
attivo e passivo del vostro rappresentante. Io però  ho  sempre creduto che l'ufficio di deputato abbia una vita ben
elettorale e il decreto regio che scioglie la Camera;  ho  sempre pensato che l'orizzonte in cui si deve muovere la
in Palazzo Vecchio sarò meno indegno del vostro mandato.  Ho  fatto questo libro con questi intendimenti, e ho voluto
mandato. Ho fatto questo libro con questi intendimenti, e  ho  voluto scrivere sulla prima pagina il vostro nome, e per
essere un grande artista della penna per potervi dire:  ho  scritto il vostro nome e il benefizio vostro sopra un libro
di tuoni si inseguiva fra l'ombre delle montagne... Io non  ho  paura dei tuoni, tutt'altro; ma mi mettono addosso il
della garetta dal quale, essendo rotto il vetro come  ho  detto prima, entrava vento e pioggia, facendomi gelare la
capire dalla voce che ero io. - Senti, zia Bettina, - le  ho  detto - a te, lo sai, dico sempre la verità... - Bravo!
conti, era stato ideato con l'intenzione di farle piacere.  Ho  già detto che la zia è molto affezionata a una pianta di
alla zia Bettina che ci ha tanta passione. Lesto lesto,  ho  preso il vaso e l'ho vuotato. Poi al fusto della pianta di
vaso e l'ho vuotato. Poi al fusto della pianta di dìttamo  ho  aggiunto, legandovelo bene bene con un pezzo di spago, un
di spago, un bastoncino dritto, sottile ma resistente, che  ho  ficcato nel vaso vuoto, facendolo passare a traverso quel
farci scolar l'acqua quando si annaffiano. Fatto questo,  ho  riempito il vaso con la terra che vi avevo levata, in modo
che la pianta non pareva fosse stata menomamente toccata; e  ho  rimesso il vaso al suo posto, sul terrazzino della
carino!... - Ed è andata a prendere le forbicine. Io allora  ho  spinto un po' in su il bastoncino. - Eccomi, bello mio! -
di più... - Ed è andata a pigliar l'acqua. Io intanto  ho  spinto in su il bastoncino, e questa volta l'ho spinto
doveva parere un alberello addirittura. A questo punto  ho  sentito un urlo e un tonfo. - Uh, il mio dìttamo!... - E la
che la sua voce tremava e, per farle più paura che mai,  ho  spinto in su più che potevo il bastoncino. Ma mentre la zia
finestra, ed è caduto rompendosi a' miei piedi. Allora  ho  alzato gli occhi e ho visto la zia affacciata, con un viso
rompendosi a' miei piedi. Allora ho alzato gli occhi e  ho  visto la zia affacciata, con un viso che faceva paura. -
a gambe per il podere, e poi son salito sopra un fico dove  ho  fatto una grande spanciata di fichi verdini, che credevo di
che credevo di scoppiare - Quando son ritornato alla villa,  ho  visto sulla solita finestra un vaso nuovo con la pianta di
solita finestra un vaso nuovo con la pianta di dìttamo e  ho  pensato che la zia, avendo rimediato al mal fatto, si fosse
padre è disperato non sapendo dove vi siete cacciato... Gli  ho  risposto che venga a prendervi col prossimo treno! - Io,
col prossimo treno! - Io, quando il facchino è andato via,  ho  tentato di rabbonirla, e le ho detto con la mia voce
il facchino è andato via, ho tentato di rabbonirla, e le  ho  detto con la mia voce piagnucolosa che di solito fa un
che è pentito: - Cara zia, le chiedo scusa di quel che  ho  fatto... Ma lei ha risposto arrabbiata: - Vergognatevi! -
Ma lei ha risposto arrabbiata: - Vergognatevi! - Però -  ho  seguitato a dire con voce sempre più piagnucolosa - Io non
senza che nessuno ci trovi nulla da ridire. Ma siccome io  ho  la disgrazia d'avere tutti parenti che non voglion capire
babbo mi portò a vedere quello di Numa Hava, e da allora ci  ho  sempre ripensato, perché il sentire nell'ora del pasto
impressione e non si dimentica tanto facilmente. E poi io  ho  sempre avuta molta passione per la storia naturale e a casa
sempre avuta molta passione per la storia naturale e a casa  ho  i Mammiferi illustrati del Figuier che li leggo sempre,
tinta degli operai, che avevo visto ieri alla fattoria, e  ho  detto fra me che avrebbero potuto far comodo, come difatti
far vedere qui sull'aia il serraglio di Numa Hava - gli  ho  detto. - Vedrai! - Voglio vedere anch' io! - ha esclamato
maggiori eran tutti nel campo a lavorare. - Va bene,... -  ho  detto. - Ma bisognerebbe, poter pigliare i pentolini delle
grosso come il mio pugno. Angiolino ha preso un pentolo; io  ho  preso l'altro e il pennello, e via, siamo ritornati
ci aspettavano ansiosi. - Cominceremo dal fare il leone, -  ho  detto. A questo scopo avevo portato con me dalla villa,
della zia Bettina, al quale ella è così affezionata. Gli  ho  attaccato al collare una fune e l'ho legato alla stanga del
da buoi che era sull'aia, e, dato di piglio al pennellone,  ho  incominciato a tingerlo tutto di rosso. - Veramente - ho
ho incominciato a tingerlo tutto di rosso. - Veramente -  ho  detto a quei ragazzi perché avessero un'idea precisa
riconoscibile e, mentre esso si andava asciugando al sole,  ho  pensato a preparare un'altra belva. Poco distante da noi
l'ho legata alla stanga del carro, accanto al cane, e  ho  detto: - Questa la trasformeremo in una bellissima tigre. -
catinella un po' di tinta rossa e un po' di tinta verde le  ho  dipinto sul dorso tante ciambelline in modo che pareva
una così bella impressione in quella vera. A questo punto  ho  sentito un grugnito, e ho domandato ad Angiolino: - Che ci
in quella vera. A questo punto ho sentito un grugnito, e  ho  domandato ad Angiolino: - Che ci avete anche un maiale? -
di rosa che era una bellezza. - Che se ne potrebbe fare? -  ho  domandato a me stesso. E Angiolino ha esclamato : - Perché
Io mi son messo a ridere. - Vorrai dire un elefante! - gli  ho  risposto. - Ma sai che un elefante è grande come tutta
rosa che seguitava a grugnire come un disperato. Alla fine  ho  risoluto il problema e ho gridato: - Sapete che cosa farò?
come un disperato. Alla fine ho risoluto il problema e  ho  gridato: - Sapete che cosa farò? Io cambierò questo
rappresentasse la lunga coda del coccodrillo. Fatto questo,  ho  tinto di verde tanto il maialino che la coperta, in modo
legata anche questa belva alla stanga del carro da buoi,  ho  pensato di farne un'altra servendomi dell'asino che ho
ho pensato di farne un'altra servendomi dell'asino che  ho  preso nella stalla e che, essendo di color grigio, si è
rosso col verde, per ottenere una zebra sorprendente, che  ho  legata con gli altri animali alla solita stanga. Infine,
la scena mancava la scimmia, con lo stesso colore  ho  tinto la faccia di Pietrino che appunto stava berciando e
e servendomi d'uno straccio strettamente legato gli  ho  anche fabbricato una splendida coda che ho assicurata alla
legato gli ho anche fabbricato una splendida coda che  ho  assicurata alla cintola del marmocchio, sotto la sottanina.
la sottanina. Poi, per rendere la cosa anche più naturale,  ho  pensato che il vedere la scimmia sopra un albero avrebbe
fatto un bellissimo effetto e perciò, aiutato da Angiolino,  ho  messo Pietrino su un ramo dell'albero che è accanto
assicurandolo con una fune perché non cascasse. Così  ho  completato il mio serraglio e ho incominciato la
perché non cascasse. Così ho completato il mio serraglio e  ho  incominciato la spiegazione. - Osservino, signori : questa
detto Angiolino. - O che può essere? - Può essere sicuro! -  ho  risposto io. Ma tu devi stare zitto, perché mentre si dà la
a piagnucolare di sull'albero e, voltandomi in su,  ho  visto che la fune con la quale l'avevamo legato al ramo
vera quando sta attaccata agli alberi con la coda, e io  ho  approfittato subito della circostanza per richiamar
e ha seguitato a piagnucolare. - Faresti meglio - gli  ho  detto - a soffiarti il naso... Ma intanto noi passeremo al
feroci che si aggirano in quei paraggi... - In così dire  ho  dato una buona dose di bacchettate sul groppone del
- E perché quei due poveri ignoranti capissero qualcosa,  ho  preso un pezzo di legno, poi col temperino vi ho fatto le
qualcosa, ho preso un pezzo di legno, poi col temperino vi  ho  fatto le punte da tutt'e due le parti e vi ho legato uno
temperino vi ho fatto le punte da tutt'e due le parti e vi  ho  legato uno spago nel mezzo; fatto questo, mi sono
mezzo; fatto questo, mi sono avvicinato al maialino, gli  ho  fatto aprir bocca e vi ho introdotto dentro arditamente il
sono avvicinato al maialino, gli ho fatto aprir bocca e vi  ho  introdotto dentro arditamente il pezzo di legno, seguitando
urli che arrivavano al cielo. In quel momento, voltandomi,  ho  visto il babbo e la mamma d'Angiolino, che venivano giù dal
entrar la ragione in quelle zucche, per non compromettermi  ho  sciolto alla svelta tutte le bestie feroci e, montato sul
svelta tutte le bestie feroci e, montato sul ciuco, gli  ho  dato un par di legnate, e via a precipizio su per la strada
manigoldo!... - E si è rialzata tutta inviperita. Ma io  ho  fatto più presto di lei, e buttatomi giù dal ciuco, son
Bettina: e ha chiuso la porta di fuori, a chiave. Dopo poco  ho  sentito la contadina che è venuta a far rapporto di tutto
la contadina che è venuta a far rapporto di tutto quel che  ho  fatto sull'aia, s'intende esagerando ogni cosa. Ha detto
appena giorno.  Ho  preso una grande risoluzione e, prima di metterla in
io sia un bambino di nove anni. Stanotte, finita la festa,  ho  sentito un gran bisbigliare all'uscio di camera mia, ma io
sentito un gran bisbigliare all'uscio di camera mia, ma io  ho  fatto finta di dormire e non hanno avuto il coraggio di
che ebbi l'altro giorno dal babbo. Con questo pensiero, non  ho  potuto chiudere un occhio in tutta la notte. Non c'è altro
ci si va benissimo. * * * Sono bell'e pronto per la fuga:  ho  fatto un involto mettendovi due paia di calze e una camicia
a pescare; ma il peggio è che, avendo il vestito buono,  ho  fatto un bello strappo ai calzoni e una macchia di sugna
- Meno male. E hai portato a casa un altro serpente? -  Ho  risposto di no, che uno bastava. Mi preme la bicicletta e
 ho  avuto una gran soddisfazione. Era stato stabilito che
perdono. Infatti siamo andati da lei, e io, tutto confuso,  ho  incominciato subito a raccontarle il fatto del gioco dì
molta curiosità. Poi ha detto: - Ma vedete un po' che testa  ho  io! Ho tenuto per tanto tempo un orologio che non è mio
Poi ha detto: - Ma vedete un po' che testa ho io!  Ho  tenuto per tanto tempo un orologio che non è mio senza
invece, chi sa che scena! Ma quando siamo venuti via non  ho  potuto far a meno di dir loro: - Imparate dalla signora