perché dovesse prendersela tanto se avevamo fatto una figura un po' ridicola davanti a suo zio. - Hai visto come fa, - disse. Anche dalla voce si
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da lei. E tu hai detto che però adesso lo sapevo. Dall'emozione di quello che indovinavo che doveva dire adesso, mi prese la tremarella. A Ippolita
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... cosí stilé. E poi non hai un guardaroba adatto, dovessero mai esserci degli invitati. - Ma mamma, credi che vada in vacanza da Ippolita per fare
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: - Come eri bu-u-uffa! Quando hai detto «gridando uh accipicchia», oh che bu-u-uffa eri! Prima cosa, le mollai uno schiaffone, dicendo: - Potevi ben
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diversamente. - Dove hai detto di voler andare? - A Parigi, a raggiungere mia madre che abita là. - Lo sai che ci vuole il passaporto, per andare in
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tesoro. Poi improvvisamente era morto davvero, ma hai voglia di cercare, non si era trovata nemmeno una moneta d'oro piccola cosí. - E come mai? - si
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balcone e fingi di essere la dama e io di quaggiú ti faccio la serenata. - Se mai toccherebbe a te di far la dama, - trovai da ridire, - sei tu che hai i
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spiegarsi. - Non è affatto questo, è che... Insomma, l'hai ben visto, no, come sono gli zii. Due gran noiosi. E apposta ti dicevo, come vuoi che
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questi discorsi. - Perché? Hai paura? - No, non proprio, ma insomma non mi fa piacere, specialmente cosí quasi al buio come siamo. - Io non l'ho mai
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veniva? Hai visto il timbro? O il francobollo, almeno? - No, non ci ho fatto caso. Ippolita pensò un momento. Il suo occhio vago era tutt'altro che
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