Ora hai il laccio al collo, Cola mio! Ti sei impiccato con le proprie mani!
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Io vado a casa mia. Se hai bisogno, chiamami, siamo a due passi. Povera figliola!
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Lo so che non le hai fatto nulla! Anzi! Un altro a quest'ora...
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matrimonio è libera volontà... - Chi t'ha forzato? Hai fatto bene, figliola mia! Nino é un giovane d'oro...
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È vero? Hai detto sì? Ma avete fatto male i vostri conti.... tutti e due!.... Sangue!...
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E ora che hai fatto impazzire me, ora che ti sei preso tutto il mio cuore, tutta l'anima mia... ora?... Voglio vederla!... Corpo!... Sangue!...
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Ah! Per ciò non volevi più vedermi? Per ciò non mi davi più retta?... Sbagli, lana!... L' hai sbagliata!... Voglio vederlo questo matrimonio... E poi
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Che tradimento! Che tradimento!... Allevavo la serpe nella manica!... Scellerata!... Come hai potuto?... Che tradimento!...
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! mi hai fatto andar via l’appetito.»
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queste baggianate. In- tendi di pagare sì o no? Sono stato io la bestia di mettermi innanzi col proprietario della sala ove hai tenuto il famoso concerto
' miei, e mi chiama: "Carlo!" mi fa ribollire nelle vene un sangue da giovinotto. Per conto tuo non hai bisogno di nulla. Sei solo, agiato e non avi- do
canto, invitandovi i gazzettieri della città". "Un concerto! Sei dunque infedele al tuo amico pianista, oppure hai imparato a trarti d'impaccio sulla
l'hai proprio mangiata oggi l'aringa salata". Il basso Zen era conservatore arrabbiato. Per esempio, non poteva soffrire le opere del Verdi: ne diceva
vecchiaia. Tu mi hai sentito suonare. Sono un buon chitarrista, non è vero? Ho le mie ambizioncelle anch'io, caro nipote. Quando andavo sotto il balcone
comune, non quello del setticlavio. "Capperi!" esclamò il Chisiola. "Una bella fortuna, sai, e la me- riti. Come hai risposto?". "Me lo domanda, maestro
la sventura d'un padre e di sei fi- gliuoli. A proposito, ieri pensavo a te". "Grazie di cuore. Vuoi dire che pensavi all'affar d'oro, che hai fatto
alta statura, figurante Capaneo che si av- venta alle mura di Tebe, gridò indispettito: Scavalca il muro, non hai bisogno di scale Sul ballatoio, verso
, scappando; ella cadde sull'erba. "Hai paura?" le domandò il tenore. "No" rispose Nene, e gli stese le braccia, perché la rialzasse. Il vento, che fischiava
maniera che fosse ricevuta con più garbo... LUIGI: Chi ti ha mancato di riguardo a te? SIGNORA: Se tu usassi una volta con me le moine che hai usate a
potresti aiutarmi, levarmi da questo imbarazzo, momentaneo, io ti restituirei subito il denaro. - Io non ho denaro. - Hai qualche oggetto prezioso
. Il marchese si era seduto accanto al letto e le sue dita nervose giuocavano con la frangia bianca della coltre: - Perché hai tanta paura? - interrogò
hai, che hai? - le domandava il medico ansiosamente. - Niente, - rispondeva ella, con la gran risposta dei disperati timidi, che nascondono la loro
favori alla povera gente, così ho fatto un pensiero, che voi mi avreste prestato queste quaranta lire. - Hai fatto un malo pensiero, - disse
: voglio il dottor Amati. Il padre mise dalle sue la mano della figliuola sulla coltre, ma non disse nulla. - Hai inteso? Voglio il dottor Amati, - ella
non mi hai fatto arrivare a tempo! E debbo per questo vedere una sorella così ridotta! Un lividore si era cosparso sulla faccia della ferita, udendo
masticando il suo mozzicone nero e crollando la testa, con un atto di suprema sfiducia. - Hai fatto mezza festa, oggi? Non sei andato a tagliar guanti
aspetti: lo vedrai. - Che Dio mi assista! - disse ella, segnandosi, in preda a un tremore invincibile. - Hai paura? - chiese egli, ghignando, non
?! Bianca, Bianca, Bianca, rispondi! Dove hai il male, come ti è venuto, creatura mia, viscere mie, corona della mia testa, rispondi, rispondi! È tuo
. - Trovane: voglio le mie settecento lire, oggi o domani, hai capito? - Non ne ho. - Impegnati lo stipendio, fa un debito. - Non ho più stipendio. - Come
l'altro, con un gesto vago. - Hai avuto varie cattive liquidazioni, mi pare? - Così, così. È Lillina che mi porta via tutto, - mormorò, con un atto
lei, bevendo le lacrime che le scendevano sulle guance e che non poteva asciugare. - Io ti lascio, quanto è vero il nome di Gesù, ti lascio! Hai il
capo, abbandonate le bianche mani sul merletto, Bianca Maria fissava suo padre con certi occhi pieni di una penosa maraviglia. - Tu non le hai mai
sulla fiammella: - Hai portato i capelli, tagliati sulla fronte, un venerdì sera, quando la luna cresceva? - domandò Chiarastella, con la sua voce roca
non hai interesse a ingannare, tu non sei un apostolo falso. Narragli tutto. Lo convertirai forse… E risolutamente, mettendosi il cappello, prese il
vide che ella piangeva, silenziosamente, a grosse lacrime che le si disfacevano sulle guance. - Che hai, Luisella, che hai? - chiese, abbracciandola
indulgente con cui fosse permesso scherzare poiché egli è incapace di andare in collera: - Hai freddo al ginocchio, santo Rò? - Tè, tè, canuccio