Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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le straordinarie avventure di Caterina

215773
Elsa Morante 24 occorrenze
  • 2007
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Tit diventò pallido e chiese, con un fremito delle labbra: — Chi ha parlato? — Io no, — mormorò Caterinuccia. — Neanch'io, — strillò la solita voce

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piatto di minestra sul davanzale. Un giorno il Nano disse: — È stato arrestato Pic; aveva un sacco pieno di ciottoli e ha confessato. Ora è in

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dall'uscio. Che si deve fare? E fatela entrare! — rispose il Re che quel giorno era allegro. — Maestà, quella vecchietta ha un canestro coperto con un cencio e

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e nessuno ha piú bisogno di me per guardarli. E le bambine imparano da sole a fare la calza. E andrà a finire che anche la terra si zapperà da sé

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, perché ha sempre una rosa sul vestito.

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che non ha piú bisogno di bambinaia perché lui oramai ha imparato a soffiarsi il naso. - Mi basterebbe il contorno d'insalata senza la carne. - Non

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bella bambola vera. Tu sei come uno straccio. Non sai dire altro che « sí, sí », ed anche per questo bisogna darti una spinta. Rosetta ti ha detto di

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, proprio poco. E ora l'ornino l'ha portata via. — Capisco, disse Tit. — Ma perché non mi hai detto prima che hai un soldo? Io qua vedo un soldo. — Sí

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— Cavaliere, perché mandate via quel ragazzo? — Eccellenza, — disse il Gufo, — non ha soldi per pagare il biglietto —. E si soffiò il naso che era

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un re. — Il re dei topi bianchi, — proseguí Tit, — ha una grande paura dei gatti. Ed io feci un gatto di cartone e glielo legai alla coda mentre

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neri non hanno piú il perfido capitano! Corse sulle navi dei pirati e sali sui piú alti pioppi. E chi non ha udito la sua tromba d'argento? Io vi dirò

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! — esclamarono tutte le fate, perché, come è logico, ognuna di loro ha sempre ragione di lamentarsi della sua donna di servizio e questo miracolo di

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straccioni, — egli disse con una voce fremente, — non fa da guida ai briganti. E ora, ditemi, che di voi tre ha parlato, prima? — Io no, — disse Pic. — Sei

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felice: — Sei guarito, eh, Tit? — mormorò. — Se hai fame, ti darò la minestra che ha portato il nano. Tit mangiò, e fu molto allegro, a rivedere la

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regalò questa trombetta d'argento che suonava una canzone dolce, ma una sola, con una voce che sembrava la sua. Adesso ha preso freddo e non suona piú. E

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. È perché la Principessa mi ha dimenticato. Caterinuccia non seppe che cosa aggiungere. La Signora del Pineto entrava tutta incoronata di foglie e

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i piú ricchi possessi in quel palazzo. Pippo, per esempio, quello che ancora non sa soffiarsi bene il naso, e che ha l'incarico di lucidare le scarpe

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di velluto e di broccato e una perla al collo. Ma io sono timido, e non so come avvicinarla; ella è cosí riservata che quando la Regina ha visite

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bucato ne ha guadagnati quattro nuovi, quell'omaccio, — brontolò Caterinuccia. — E ora ti vuoi sposare, Bellissima? — Il mercante dice, — spiegò Tit

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— Evviva! Evviva! — gridò Tit. — Pensate, — continuò Rosetta, — ho conosciuto una signora che ha diciotto bambini; tutti i giorni si rompono le calze

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volete sapere ancora? Se Rosetta ha sempre il suo impiego? Sí, Rosetta ha sempre il suo impiego. Se il Mercante aspetta ancora? Sí, aspetta ancora. E la

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ha scacciati perché avevamo fatto l'elemosina a un povero vecchio. — Sí, sí, — aggiunse Piuma, piangendo, — un povero vecchio, senza casa né tetto! Uh

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dire così bene: — Ombrellaio, donne! Chi ha ombrellini e ombrellacci da accomodare? Forse passeranno sotto le vostre finestre, amici, se non hanno

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. Tanto il Re sposerà me, che sono la piú carina. — Ah! Ah! Non farci ridere! — Nessuna ha le trecce lunghe come le mie. — Ma io ho le scarpe di seta

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Pane arabo a merenda

219735
Antonio Ferrara 17 occorrenze
  • 2007
  • Falzea Editore
  • Reggio Calabria
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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La maestra ha detto alla mamma che sono un bambino orgoglioso. Cercherò nel dizionario il significato di questa parola. A me, invece, ha detto che

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Aldo è il più ricco della classe. Dice che ha una bella camera con tante cose da far vedere, ma che di rado viene qualcuno a vederle. - Io le vedrei

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sua, un giorno che sua madre non c'era, non mi ha chiesto niente, mi ha detto di entrare, mi ha portato nella sua stanza: - Puoi venire qui quando

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Oggi avevamo verifica di italiano. Prima la maestra ha spiegato l'importanza delle virgole, a che servono e quando si usano. Ci ha spiegato che le

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Ieri la mamma del mio amico Andrea mi ha regalato un paio di jeans di Luca, il fratello maggiore di Andreà, che ha undici anni e fa la prima media

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impazzire. Un giorno è venuta a bussare alla nostra porta. Ero a casa da solo. - Sono venuta a chiederti dove fai la pipì — ha detto con la sua

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accendini. Prima dipingeva sulle scatole di fiammiferi, ma siccome adesso tutti usano gli accendini, lui li dipinge e li vende. Ha una faccia marrone tutta

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, un'amica del signor Spilorci gli ha regalato un portafoglio di pelle nera, dimenticando che aveva fama di avaro. - Incredibile! Che cattivo gusto! - E la

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Il nonno ha novantun anni e ancora tanta voglia di vivere. Il papà mi ha raccontato che l'anno scorso un giornalista della televisione andò a

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Quest'anno sono in quinta. Però è il mio primo anno di scuola in Italia. La maestra ci ha spiegato che bisogna combattere i pregiudizi, che poi sono

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Oggi in classe ero distratto. Non riuscivo a non pensare a Maristella. La maestra improvvisamente mi ha chiesto: - Nadir, dimmi due pronomi. - Chi

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, la testa bassa, guardingo. Ha una faccia triste, senza sguardo.

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Mohamed o Abdullah. Usa sempre nomi di cose, le prime che gli vengono in mente. La prima volta ha detto di chiamarsi "scoreggia", la seconda "cammello

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Tornando a casa Maristella è caduta. La ruota anteriore della sua bici ha incontrato un sasso e si è impennata. C'è di buono che Maristella non

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Maristella Nasochíuso è la mia amica e compagna di classe preferita. Ha i capelli biondi e lunghi e la pelle bianca come una nuvola. Le piace

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ho mangiato in mensa, mi hanno dato il prosciutto. - È buono, sai? Preferisci il crudo? — mi ha chiesto Luisa la cuoca, che è un po' sorda. A me non

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A Livio, che ci ha creduto. Ad Arianna, che ci ha creduto e mi ha aiutato a non perdere il filo.

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