tornò. Era stato in negozio dove aveva preso il lavoro da fare a casa. S'introdusse pian piano in cucina e non chiese nulla alla moglie. La guardò
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modificare una parte del piano di battaglia. Guardò le proprie note e chiamò i comandanti dei corpi A e B. — Vedete questa fossa? — La vediamo! — Sapete
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tavola verde, silenziosamente. L'ultimo entrato chiuse con rispetto la porta. II professor Raz sedette a capotavola e guardò i convenuti: — Ci siete
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Pal scricchiolò e Nemeciech entrò. Cavò dalla tasca un gran pezzo di pane, si guardò attorno, e visto che non c'era ancora nessuno, si mise a
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professore guardò la finestra dalla quale entrava sempre la voce dell'organetto quasi per dimostrare che essa era esente dai doveri della disciplina
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turbò il silenzio serale dell'isola e della riva. Con occhi tristi Nemeciech guardò dall'acqua Ghereb che sulla riva se ne stava con le gambe
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allo steccato: Boka si inerpicò sulle sue spalle e guardò dentro il recinto. Erano silenziosissimi: non fiatavano. Quando Boka fu certo che nelle
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guardata bene. E' una vera donna. — Se è una vera donna, può entrare. E andò ad aprire la porticina. La vera donna entrò e si guardò attorno. Era
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la propria disapprovazione. Si udivano voci bisbigliare: — Ma parla tu! — Io, no! Tu! — Perchè io? Parla tu! Boka li guardò stupito: — Avreste forse
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