alla ragazza pallida, con Ia croce al collo che avevo già notata. Guardai, e provai un senso quasi di ribrezzo: non era un braccio il suo, ma un povero
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dovuto ruminare là dentro per lo spazio di seimila miglia.... Ma oramai non valeva pentirsi. Guardai le mie valigie, che mi dicevano tante cose in quei
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una folla. Guardai verso prua: quanto c'era di vivo nelle più profonde cavità del bastimento era sbucato fuori; un brulicame nero da un capo all'altro
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I lampi spesseggiavano, il tuono brontolava più forte, i buoi muggivano. Guardai intorno a me: c'eran già dei visi pallidi. Ma in alcuni la curiosità
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. - Guardi dunque, senza farsi scorgere, - mi disse poi. Ed io guardai, e non tardai ad accertarmi del fatto. Ogni due o tre minuti i begli occhi azzurri e
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: - Che cosa faranno in casa sua a quest'ora? Guardai orologio e risposi: - A quest'ora la mia casa è al buio, e tutti dormono. Egli si mise a ridere
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in un fianco, esclamando: - Eureka! - e mi fece un cenno col viso. Guardai, a destra, sul cassero del Galileo, e vidi affacciato al parapetto, in un
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qualche cosa, restò un momento a guardarsi la punta delle dita cogli occhi stretti e addolorati. Io guardai in viso alla bella bambola per vedere se al di