attività, situazioni e rapporti che non venivano neppure presi in considerazione dal saper vivere, perché ieri non esistevano. Grazie all'avvento di
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eventuale rifiuto, che sarà formulato peraltro molto semplicemente: «No, grazie, mi sono già organizzato/a». Sia un rifiuto, sia il rimandare la
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sera («Grazie per l'invito, ci vediamo stasera»), per una più informale lo si consegna direttamente. Per tutti gli inviti nei locali pubblici, l'omaggio
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. Dopo un ricevimento importante può farlo per iscritto (su un biglietto da visita o un cartoncino bianco: «Grazie per la bellissima festa e la gradevole
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portacenere di design e delle candele mangiafumo. Una telefonata di ringraziamento, un regalo o un mazzo di fiori per dire grazie sono gesti doverosi.
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siamo animali sociali, e possiamo essere felici solo «grazie agli altri», non «nonostante gli altri». Buone maniere e buon senso si fondono quindi per
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tazzina. Ma secondo me un «grazie» e un sorriso (come pure un «per favore» al momento di fare I'ordinazione) non sono mai di troppo. Non facciamo la
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venduto tra i tavoli del ristorante da qualche ambulante (fiori sovente rubati nel cimitero cittadino): un cortese ma fermo «No, grazie» dovrebbe essere
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spiegazione delle manovre che stanno facendo. Usiamo sempre le «parole magiche» per favore, grazie, scusi. E ricordiamo che non abbiamo alcun diritto di
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psicologica? Rimandiamolo indietro nell'involucro originale, accompagnato da una frase gentile ma esplicita: «Grazie per il bellissimo regalo, che però
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condiviso da tutti i colleghi. Impariamo ad accettare con naturalezza un complimento per il lavoro ben fatto (con un «Grazie» sincero, senza false
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dappertutto o ammesso in certi luoghi, e adeguarcisi; il secondo è saper dire «Permesso», «Per favore», «Grazie» e «Scusa, ho sbagliato». Due regole un
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fine stagione»). Il modo giusto per accettare un complimento gradito è un sorriso e un «grazie». Di fronte a una frase perfida mascherata da complimento
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piccoli debiti, si sottrae agli obblighi di condivisione delle spese: noi, per dire grazie all'amico che ci accompagna in centro con la sua auto, ci
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domani sera?». Al momento opportuno, l'invitato ignorerà bellamente l'operazione- pagamento, limitandosi a un «grazie» o a un commento tipo «È stata
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parole nella lingua locale (bastano «Buongiorno», «Per favore» e «Grazie»), e di usare sempre (se è possibile) una lingua che loro comprendono, per non
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l'assenza ingiustificata di parole quali «per favore», «grazie», «prego», «scusa», «buongiorno», «buonanotte», «posso aiutarti?», «come stai?». Rispettiamo
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, anniversari di morte, onomastici; -diciamo spesso: «Ti voglio bene», «Grazie» e «Scusa», ma anche «Hai ragione» o «Come fai bene questa cosa» (ci sarà pure
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siamo cortesi, se desideriamo che lo siano. Diciamo sempre «per favore» e «grazie», anche quando diamo ordini, ascoltiamoli quando ci parlano e, anche
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e cognome, quando incontrano per la prima volta i padroni di casa. Il secondo è saper dire «permesso», «per favore» «grazie». Due regole un po
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Quattro suoceri, otto nonni, i figli di lui, quelli di lei e quelli di tutti e due... Resa parecchio affollata grazie a divorzi e secondi matrimoni
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non si rifiuta mai, il vino sì, ma basta dire «no grazie», senza coprire il bicchiere con la mano; -è molto maleducato bere vino e rosicchiare pane e
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vero aiuto. Quindi è vietatissimo insistere (o peggio, intrufolarsi in cucina) dopo un «grazie, ma non serve: è tutto sotto controllo» dei padroni di
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lui si vede tutto. Michel Onfray, I filosofi in cucina. Critica della ragione dietetica, Ponte alle Grazie, Milano, 2011
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le posate. - Si sta seduti correttamente, eventualmente aiutati da un cuscino. - Si dicono sempre «per favore» e «grazie». - Le posate si impugnano in
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, si sorride e si risponde grazie. Burro. Se si porta a tavola si sistema alla sinistra accanto al piattino del pane. In genere, non si serve la sera
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matterello». PONTE ALLE GRAZIE
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«no, grazie» con un mezzo sorriso. Le bottiglie di vino si stappano sempre al tavolo del cliente: regola ferrea, per il ristorante. Curiosità: i vini
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qualcuno faccia questo per noi. Evitiamo, grazie. Si trovano tipi del genere tra le donne materne che escono poco: ecco, le rappresentanti di questa
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La mia posizione nei confronti dei pargoletti a tavola si può tendenzialmente sintetizzare ,con un: «Bambini a tavola? No, grazie». Già immagino lo
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