ugne. La Reginotta aperse e trovò il gattino di gesso sul davanzale; crollava la testa e pareva dicesse: Grazie! grazie! - Sta' zitto, gattino; se no, il
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coi servitori. - Grazie, Maestà - disse la vecchia. E andò a rannicchiarsi in soffitta. A tavola, coi servitori, mangiava zitta zitta in un canto
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strappo. Il capello incantato fece una fiammata e le svaporò fra le dita. - Grazie, Principessa Senza-lingua! Grazie, mia Regina! - disse il Re col più
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spenderete e più ne troverete. Prima che le dicessero grazie, era sparita. Marito e moglie mangiarono ognuno la sua pera e si addormentarono. Allo
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chiameranno: Mastro Acconcia-e-guasta. Parrai un vecchio; ma parrai soltanto. - Grazie, grazie, buona Fata! Guardò attorno, vicino, lontano; la Fata
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lucente: - Quest'ago è vostro, buon uomo. - Grazie. Che debbo farne? A cucire non ci vedo più. La ragazza, sentendo parlare, s'era affacciata alla
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fino a terra: - Grazie, Maestà! - No, non devi nasconderla - disse il Re. Gli fecero un buco nei calzoni, ne cavarono fuori la coda e lo lasciarono
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strappa, e il Re, con esso in mano, batte la schiena per terra. - Grazie, Maestà! Il Reuccio parlava; l'incanto era finito. E Finisce pure la fiaba. A
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giorno, e la porse alla vecchia: - Mangiatela voi per me. - Grazie, figliuola. Intascata la pagnottella, la vecchina cavò di sotto lo scialle unto e
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si aprivano e si chiudevano, e sembrava nuotassero anch'essi. - La donna-pesce abita lì. - Grazie, buon pesce. Che posso darti in compenso? - Mi basta
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fu più impaziente. - È un modo di darmi della borghese. Ma sono curiosa: me lo proverai presto? - Lo temo. - Grazie. Che cosa scommetti? - soggiunse
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medaglia e presentandogliela perché la baciasse: - È la Madonna delle Grazie, vi sono due mesi di indulgenza a dirle un'avemaria. Il vecchio tese la mano
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§- Mostratemi dunque un piedino. Ella lo allungò subito fuori dalla corta sottana nera. - Grazie, principessa. - Mi avete riconosciuta? - domandò con
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grazie, ma ho un altro appuntamento. - Con chi era il primo? - Potrei forse dirlo se fosse andato a vuoto. - Altrettanta fortuna pel secondo - rispose
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corde, poi, alzandoli, disse in francese: - Presto! Salite! I cinesi tornano! Rokoff ebbe appena il tempo di mormorare un "grazie". Si precipitò verso
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rivoltelle in mano. Sing-Sing tese loro ambo le mani, dicendo con voce commossa: - Grazie, e se domani sarò ancora vivo, non avrete a pentirvi di
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religiosa per rendere grazie all'Illuminato d'essersi degnato di mandare qui i suoi figli. - Diavolo, dove andrà a finire costui? - pensò Fedoro. - Vorrei
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... è il freddo e anche l'emozione - rispose il russo - e poi non so nuotare ... grazie Rokoff. Senza di te l'acqua mi avrebbe trascinato via. Che salto
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cosacco aiutandolo a salire. - Grazie - disse. - Stavamo per venire sopraffatti. - Non avrà sofferto lo "Sparviero"? - chiese Rokoff. - Nulla di guasto
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: - Grazie ... Aveva il sangue al naso e anche agli orecchi in causa dell'estrema rarefazione dell'aria. Lo si dovette portare sullo "Sparviero", perché non
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? - chiese. - Grazie. - Di che cosa? - Di avermi portato su questo buon letto. - Io! Ho dormito come un tasso. - Chi mi ha messo a letto? Io non avevo mai
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Accademia della crusca
