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Il romanzo della bambola

222194
Contessa Lara 25 occorrenze
  • 1896
  • Ulrico Hoepli editore libraio
  • Milano
  • paraletteratura - romanzi
  • UNICT
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vedevano accatastate le mele vermiglie, le uve color dell'ambra, i finocchi con le lunghe barbe verdeggianti, gli ananassi che mandavano una fragranza

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Attilio le fece quel tiro, non avrebbe potuto davvero far nulla per lei. Ma gli fu grata almeno dell'intenzione: l'amor del prossimo è una virtù così

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, sfasciando per arderli, i mobili troppo usati, e buttando via gli stracci inutili, da anni e anni lì ammucchiati dal padre. Tra gli stracci andarono

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contadina; e questa, ridacchiando, li depose alla sua volta, nel proprio barroccino: quasi vuoto, perchè gli erbaggi e le frutta erano già stati venduti

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biade immature e gli alberi da frutte già in fiore. Un effluvio d'erbe fresche e di petali appena aperti passava a sbuffi col vento tiepido. Ogni poco

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a chi le vuol bene. - Ah, birichina! Ti ripiglio la bambola, sai! - fece il babbo. La Marietta gli diede subito qualche altro bacio; e siccome egli

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valoroso. Orlando si sentiva un altro. Era grato alla buona bimba delle sue attenzioni, e non gli sarebbe parso vero di dichiararle la sua tenerezza in

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l'avea posata), scoppiò in una risata. - Sapete che c'è? - diss'ella per celiar un poco - Gli dobbiamo sposare que' due! - Ah, sì, mamma, sì! - gridò

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ma delle quali, certo, non poteva profittare, perchè la sua natura non ne aveva bisogno; sì che a poco a poco gli ottimi bocconcini erano mangiati

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Marietta, si precipitava in camera, e appoggiando le zampe tarchiate sul letto, incominciava a leccare la mano della bimba, che ora gli fregava la

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quanto tutti erano contenti di vederla. Da quella bestiola ella si faceva obbedire come da un grosso cane. Il cavallino saltava, montato da lei, gli

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così bello e gradito: anche perchè, tanto per la buona condotta quanto per gli studi, non se lo sarebbe meritato: lo capiva ella stessa. Ma il suo

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posizione a cui l'avevano condannata, scuotere la sua immobilità, aprire gli occhi e andare, come un'amica dimenticata a torto, incontro alla Marietta

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persuasa, a forza di sentirlo ripetere, ch'ella non meritava niente e che qualunque cosa era troppo per lei. Macchinalmente seguiva con gli occhi la

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posto? - gli domandava la signora Amalia quando lo vedeva tornare; e glielo domandava non col garbo d'una sposa affezionata che sì strugge di veder

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antica bambagia, Io guardava e gli faceva batter l'ore, come si fa con gli orioli a ripetizione. In pari tempo, sur un teatrino meccanico si eseguiva

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Camilla si faceva sempre più pallida; sembrava che gli occhi le si fossero allargati, per via della lucentezza strana della pupilla e di quel cerchio

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volte in fronte la creatura. - Camilla! Millina mia! - disse, rasciugandosi gli occhi. - Che cosa è stato? Come ti sei ammalata così? - Non lo so

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male, abiti troppo larghi e lunghi per lui, salvo i calzoni, ch'erano miseri, stremenziti; un cappellaccio unto, bisunto alle falde, gli si affondava

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manine di Camilla. Alla Giulia pareva non esser più lei, scalza, sciatta, unta. Nessuno, gli è certo, l'avrebbe mai riconosciuta per quella stupenda

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quel che mi pare, e voglio affittarla per guadagnar dei soldi. Tu, che c'entri? - T'ho detto che per Sara ti pago io! La sorella gli piantò in faccia i

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cose, tra loro, s'intendono: perchè hanno un linguaggio comune, come gli uomini e come le bestie; ciò nondimeno la Giulia, già tanto avvilita dalle

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A quest'ultimo verso anche i cani, in tutto il teatro, abbaiavano; le donne piangevano; gli uomini gridavano: - Dàlli a quella sgrinfia! - Ammazzala

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tristezza nel cuore della povera Giulia. - Capisco - riprese Orlando - a te rincresce d'aver perduto gli agi, la bellezza, tutto ciò che a molti sembra

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difendere il re, la bandiera e la patria, anche a costo del loro sangue; proteggono i deboli contro gli oppressi e non si lasciano soverchiare da certi

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