| gli | occhi) Sta per arrivare? |
LE ULTIME FIABE -
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al carnefice): | Gli | si mozzi quest'altra testa! |
LE ULTIME FIABE -
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| gli | occhi): he è stato? Che è stato? ... |
LE ULTIME FIABE -
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mangiare, poverini ... (Sbadiglia, richiude | gli | occhi e si riaddormenta.) |
LE ULTIME FIABE -
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compagno, | gli | rimaneva, spiando tra gli interstizi degli steli i |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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compagno, gli rimaneva, spiando tra | gli | interstizi degli steli i maledetti bracchi che cercavano |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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ed una scarica del picchetto di stranieri soldati spacciò | gli | infelici. Il più giovane figlio del tribuno romano |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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che venga da sé. (Sbadiglia chiudendo | gli | occhi) Attendiamo, Regina ... (Si addormenta.) |
LE ULTIME FIABE -
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| gli | occhi atterrito e mormora) Tutti contro di me! Tutti contro |
LE ULTIME FIABE -
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corriamo laggiù. (Corrono e si perdono tra | gli | alberi. Le Cameriere stentano a seguirli.) |
LE ULTIME FIABE -
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Dame): Andate nelle cucine reali. Fate eseguire | gli | ordini di Sua Maestà. (Le Dame obbediscono.) |
LE ULTIME FIABE -
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basta! (Estenuato, si sdraia su la seggiola, chiudendo | gli | occhi Entra Centovite.) |
LE ULTIME FIABE -
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improvvisamente | gli | occhi): Oh, potentissimo tra i potenti Maghi! ... (Al Re) |
LE ULTIME FIABE -
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Cominciamo noi ad augurare ogni bene agli sposi. Dicono che | gli | auguri dei vecchi portano sicuramente fortuna ... |
LE ULTIME FIABE -
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di tra | gli | alberi, saltellando e ridendo. Alla vista del Mago si |
LE ULTIME FIABE -
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dopo, quando la signora Emilia, che non sapeva nulla, | gli | disse: - È morta la contessa Grippa: l'hanno trovata morta |
GIACINTA -
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il ritratto di lei. - È morta! Non poteva crederlo. | Gli | pareva impossibile! E intanto sentiva penetrarsi da un |
GIACINTA -
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l'alba. A poco a poco, dietro | gli | alberi, il cielo si schiarisce fino al rosseggiare |
LE ULTIME FIABE -
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concessa. Non occorre spiegarmi ... Il mio Ministro darà | gli | ordini opportuni. (Si rimette a mangiare con gran gusto.) |
LE ULTIME FIABE -
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Come presentarsi in casa Marulli dopo quel bigliettino che | gli | diceva: "Astienti di venire fino a mio nuovo avviso. Non |
GIACINTA -
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dei maneggi di mia madre!". - Che cosa accadeva dunque? Che | gli | si tramava contro? Veramente, non s'era sentito mai |
GIACINTA -
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a rimuginare tutte le gravi difficoltà della vita che | gli | stavano sospese a un filo, minacciose sul capo; la brutta |
GIACINTA -
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su e giù per la stanza, vuotandosi il cervello. - Che | gli | si tramava dietro le spalle? Un pericolo conosciuto non gli |
GIACINTA -
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gli si tramava dietro le spalle? Un pericolo conosciuto non | gli | avrebbe fatto paura ... Un duello? Oh, avrebbe servito quei |
GIACINTA -
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... Pure, l'idea che i Porati non avessero voluto salutarlo | gli | fece stringere i denti. Il Caffè della Pantera rigurgitava. |
GIACINTA -
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e ridevano a scoppi. Andando verso di essi, volgeva | gli | occhi da ogni parte, in cerca di un posticino. - Né una |
GIACINTA -
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amici. - Buona sera. - Oh! ... Buona sera. Intanto nessuno | gli | strinse la mano, nessuno mostrò l'intenzione di volergli |
GIACINTA -
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ridere, come se egli non fosse stato lí. Anzi il Merli, che | gli | voltava le spalle, non gli aveva neppure risposto buona |
GIACINTA -
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stato lí. Anzi il Merli, che gli voltava le spalle, non | gli | aveva neppure risposto buona sera. Andrea si frenò a |
GIACINTA -
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a raggiungere una persona vista da lontano. Una gran risata | gli | corse dietro, quasi provocazione. - No; è un effetto della |
GIACINTA -
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due Maiocchi; scendevano incontro a lui dal lato sinistro. | Gli | erano apparsi improvvisamente sotto la viva luce d'un |
GIACINTA -
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bianchi delle Maiocchi, con nastri e fiori rossi, | gli | avevano fatto l'impressione di un piccolo urto nelle |
GIACINTA -
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di guardare le finestre del palazzo vicino: e l'ingegnere | gli | rispose con una specie di smorfiettina, sbadatamente. - Non |
GIACINTA -
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... Si trattava proprio d'una congiura ... Lo sfuggivano, | gli | facevano il vuoto attorno! ... Vigliacchi! - Non curartene. |
GIACINTA -
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- Non curartene. È un lavoro della mamma e del Mochi - | gli | diceva il giorno dopo Giacinta. - Rappresaglia di invidiosi |
GIACINTA -
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bella anche nel pallore della convalescenza, e con | gli | occhi lo pregava di calmarsi. |
GIACINTA -
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volta il giovane si rizza in piedi, e subito un'altra testa | gli | spunta sul collo): Oh ! Oh! |
LE ULTIME FIABE -
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il giovane si rizza in piedi, e subito un'altra testa | gli | spunta sul collo): Oh! Oh! |
LE ULTIME FIABE -
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il babbo andò davvero a trovare il maestro, e | gli | fece una bella lavata di capo, da ricordarsene per un |
STORIE ALLEGRE -
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tant'è vero che quando Masino tornò a scuola, il maestro | gli | si fece incontro tutto mortificato, e tenendo il berretto |
STORIE ALLEGRE -
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incontro tutto mortificato, e tenendo il berretto in mano, | gli | disse: "Scusa, sai, Masino, se l'altro giorno ti messi in |
STORIE ALLEGRE -
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la lezione ... Ma è forse questa una mancanza? Che forse | gli | scolari hanno l'obbligo di saper la lezione? Non ci |
STORIE ALLEGRE -
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quinterni! Benissimo! Sono tutti coperti di scarabocchi! | Gli | scarabocchi sui quinterni provano che lo scolaro è un |
STORIE ALLEGRE -
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pulito e che studia bene. Ti darò sette meriti per | gli | scarabocchi. I ragazzi di buona volontà, come te, vanno |
STORIE ALLEGRE -
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che ti torna benissimo a viso. Io ho avuto sempre a noia | gli | scolari con la camicia pulita. Gli scolari mi piacciono, |
STORIE ALLEGRE -
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ho avuto sempre a noia gli scolari con la camicia pulita. | Gli | scolari mi piacciono, come te, tutti coperti di macchie e |
STORIE ALLEGRE -
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si fece moltissimo onore, e il suo babbo e la sua mamma | gli | regalarono venti pasticcini e un panforte di Siena. |
STORIE ALLEGRE -
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ad Apollo, al padrone del mondo, di fare quanto più | gli | piace e di ammazzare chi vuote? Hanno atterrato le sue |
I sogni dell'anarchico -
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Schiavi, liberti, cortigiani saccheggiano il palazzo. | Gli | portano via tutto; financo le coperte del letto e la fiala |
I sogni dell'anarchico -
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le coperte del letto e la fiala preziosa, che Lomita | gli | aveva preparato. Vuole difendere le sue corone di alloro. |
I sogni dell'anarchico -
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I sucri strumenti musicali; la sua cetra. Anche questi | gli | vengono tolti. Nessuno ne ascolta i comandi, le proteste, |
I sogni dell'anarchico -
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Un sovrano decaduto. Quanto soffre! Pazzi pensieri | gli | passano per la mente»: vuole recarsi nelle Gallie, incontro |
I sogni dell'anarchico -
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Virgilio Rufo. E' disposto di rinunciare al trono, purché | gli | lascino la prefettura d'Egitto. Manda messi a Roma. Lo |
I sogni dell'anarchico -
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Nessuno si cura di lui; trova a stento uno schiavo che | gli | prepara un boccone. Il palazzo svaligiato è deserto, ma la |
I sogni dell'anarchico -
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Di fedeli? Vi erano adunque ancora degli uomini che | gli | erano rimasti fedeli? Tanti lo avevano abbandonato. |
I sogni dell'anarchico -
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possono conservargli il trono; non sta nella loro potestà. | Gli | vogliono conservare almeno la vita. Egli paventa un |
I sogni dell'anarchico -
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per te alla morte, lieti di morire per te, è la risposta. | Gli | viene un sospetto. ? Chi siete? L'uomo non risponde. - Mi |
I sogni dell'anarchico -
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ji sangue che egli ha sparso. Deve fuggire. Un cortigiano | gli | suggerisce: ? Apriti le vene. E' il solo, che gli è rimasto |
I sogni dell'anarchico -
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gli suggerisce: ? Apriti le vene. E' il solo, che | gli | è rimasto fedele. Il suicidio! Mai! Non può privare il |
I sogni dell'anarchico -
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sopra un povero ronzino seguito da quattro servi; uno solo | gli | è fedele, gli altri lo seguono costretti. Un servo fedele; |
I sogni dell'anarchico -
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ronzino seguito da quattro servi; uno solo gli è fedele, | gli | altri lo seguono costretti. Un servo fedele; un fenice ?Chi |
I sogni dell'anarchico -
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non mi abbandoni tu pure? Il servo, il povero schiavo, | gli | parla; cerca di sollevarne lo spirito, di destare in lui |
I sogni dell'anarchico -
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di Faone E' un liberto che ha beneficato, che ha amato, che | gli | sarà rimasto fedele. La via è polverosa; il caldo |
I sogni dell'anarchico -
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lo era più. Sciocco! Perché non ha rinunziato all'impero? | Gli | dei gli hanno pur dato il canto! Giunge da Paone. - Il |
I sogni dell'anarchico -
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più. Sciocco! Perché non ha rinunziato all'impero? Gli dei | gli | hanno pur dato il canto! Giunge da Paone. - Il senato ti ha |
I sogni dell'anarchico -
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Eppoi pensa a se stesso. Deposto, condannato alle forche. | Gli | avessero lasciato almeno l'Egitto! ? Suicidati! Deve |
I sogni dell'anarchico -
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Il sudore dell'angoscia gl'imperla la fronte; il cuore | gli | si stringe come in una morsa; gli si fa scuro avanti agli |
I sogni dell'anarchico -
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la fronte; il cuore gli si stringe come in una morsa; | gli | si fa scuro avanti agli occhi; si sente tanto infelice. ? |
I sogni dell'anarchico -
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I Quello che vuole il Signore! E' lo schiavo cristiano che | gli | suggerisce cosi. Egli si avventa sdegnato contro di lui. - |
I sogni dell'anarchico -
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esclama con angoscia di morte. Ha tanta paura della morte. | Gli | manca il coraggio del suicidio. ? Suicidati! Il calpestio |
I sogni dell'anarchico -
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Ma il giovane si rizza in piedi, e subito una nuova testa | gli | spunta sul collo): Oh ! Oh! |
LE ULTIME FIABE -
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a tal punto molte voci. | Gli | assembrati si levano come un sol uomo, e iportabandiere del |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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Ma il rullo dei tamburi, il fragore delle tube egizie, e | gli | urli dei banditori di giornalismo ingrossati dai |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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come mi son divertito oggi a andare a trovare tutti | gli | originali delle fotografie che presi alle mie sorelle! Ho |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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entrare mi ha detto: - Oh, Giannino, sei guarito bene? - Io | gli | ho detto di sì, e poi ho risposto per bene a tutte le |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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vecchio gommeux; ma non so che cosa volesse dire. Di più | gli | erano stati allungati i baffi e allargata la bocca fino |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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detto subito: - Ah! sei stato tu, eh, brutto birbante? - Io | gli | ho risposto di no, che avevo trovato le fotografie a quel |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Ma lui non se lo figura nemmeno... - Buon giorno, Pietro, - | gli | ho detto. - O Giannino! - mi ha risposto. - E a casa stanno |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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ti piacciono le pasticche di menta? E senza aspettare che | gli | rispondessi, me ne ha date una manciata di tutti i colori. |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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ho tirato fuori la fotografia, e facendogli l'occhio pio, | gli | ho detto: - Guarda qui: l'ho trovata in casa stamani. - |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Fammi vedere! - E Pietrino Masi ha steso la mano, ma io non | gli | volevo dare il ritratto a nessun costo; però lui me l'ha |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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bianco come questo foglio, e lì per lì credevo perfino che | gli | venisse uno svenimento. Ma invece ha detto digrignando i |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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tipo che non vuole scherzi. Mi sono affacciato all'uscio e | gli | ho detto: - Scusi, sta qui il Vecchio Silva Stendere? - Ma |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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- ha risposto. - Ecco, ho qui una fotografia per lui! - E | gli | ho consegnato il suo ritratto sotto il quale era scritto: |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Come è buffo! Ugo Bellini l'ha preso, e io via, di corsa! | Gli | deve aver fatto un grande effetto; perché, mentre scendevo |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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mi ha fatto ridere più di tutti è stato Gino Viani quando | gli | ho dato la sua fotografia dove in fondo era scritto: |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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dove in fondo era scritto: Ritratto d’un ciuco Poveretto! | Gli | son venute le lacrime agli occhi e ha detto con un filo di |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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La mia vita è spezzata! - Ma non era vero niente, perché se | gli | si fosse spezzata la vita non avrebbe potuto camminare in |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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del porto di Cesenatico era un frangente. Immensi furono | gli | sforzi che si fecero per uscire dal porto co’ bragozzi |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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di tredici! Ma solo all’alba vi si riuscì ed all’alba | gli | Austriaci rinforzati e numerosi entravano in Cesenatico. Si |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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Anita nelle braccia dell’uomo del suo cuore sbarcò morente! | Gli | altri nove bragozzi s’erano arresi alla squadra austriaca, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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fulminati di cannonate. Come segugi in traccia delle fiere | gli | esploratori nemici inviati a perseguire i fuggenti, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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l'orologio con certe occhiatacce ... come se questo | gli | facesse il dispetto di ritardargli le ore. - Le dodici! Per |
Racconti 1 -
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finestra e guardava nella via, senza dir nulla; i passanti | gli | parevano ombre. Il cielo era grigio. Folate di nuvole scure |
Racconti 1 -
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come tanti uccellacci di mal augurio. Quel tempo minaccioso | gli | metteva l'uggia addosso. - O perché non splendeva una bella |
Racconti 1 -
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una bella giornata di sole? Anche il tempo lo contrariava, | gli | faceva un dispetto, gli dimezzava la sua felicità, gli |
Racconti 1 -
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Anche il tempo lo contrariava, gli faceva un dispetto, | gli | dimezzava la sua felicità, gli amareggiava uno dei piú |
Racconti 1 -
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gli faceva un dispetto, gli dimezzava la sua felicità, | gli | amareggiava uno dei piú squisiti piaceri della sua vita di |
Racconti 1 -
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lingue di fiamma. - Inutile! Non poteva leggere. Le lettere | gli | ballavano sotto gli occhi. Era troppo arrabbiato -. E si |
Racconti 1 -
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Inutile! Non poteva leggere. Le lettere gli ballavano sotto | gli | occhi. Era troppo arrabbiato -. E si allungava sulla |
Racconti 1 -
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arrabbiato -. E si allungava sulla poltrona, chiudendo | gli | occhi, strizzando la sigaretta fra i denti. - Domani alle |
Racconti 1 -
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un gorgheggio di usignuolo, da un'eco che sembrava | gli | arrivasse da una profumata regione tropicale verso cui si |
Racconti 1 -
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sogni, vertiginosamente. - Ah quella bionda testa di donna! | Gli | accendeva l'immaginazione di riflessi dorati, di rosei |
Racconti 1 -
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opalina della carnagione! Quella testa di bionda maliarda | gli | faceva degli accenni civettuoli, promesse che avean l'aria |
Racconti 1 -
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pretendevano di parere concessioni pietose. E il salotto | gli | s'illuminava di un vasto incendio di sole, e il pianoforte |
Racconti 1 -
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dubitava andasse avanti: - Possibile! Le due? Quasi quasi | gli | dispiaceva che mancasse appena un'ora all'arrivo di lei. - |
Racconti 1 -
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una giornata egualmente piovosa, in quel medesimo posto ... | Gli | pareva un sogno! Povera Erminia! Singhiozzava, col volto |
Racconti 1 -
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scappar via per la gola affumicata, tutto il passato | gli | si risvegliava nella memoria, viveva una vita quasi piú |
Racconti 1 -
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lo stesso posto della sua povera morta, di lei che | gli | avea fatto provare le gioie piú grandi e il piú grande |
Racconti 1 -
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rimormoravano pel salotto quegli addii dolorosi, pur troppo | gli | ultimi? ... Ora che gli si rinnovavano dentro l'orecchio |
Racconti 1 -
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quegli addii dolorosi, pur troppo gli ultimi? ... Ora che | gli | si rinnovavano dentro l'orecchio quei singhiozzi soffocati |
Racconti 1 -
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in quel momento sensazioni immediate, lo sbalordivano, | gli | davano la tortura di un rimorso, gli producevano un |
Racconti 1 -
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lo sbalordivano, gli davano la tortura di un rimorso, | gli | producevano un improvviso disgusto. Una gentile tenerezza |
Racconti 1 -
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producevano un improvviso disgusto. Una gentile tenerezza | gli | si affollava al cuore da ogni parte del suo corpo; le |
Racconti 1 -
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affollava al cuore da ogni parte del suo corpo; le pupille | gli | nuotavano in qualche cosa che aveva la soavità delle |
Racconti 1 -
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tempo! Lei, il fascino irresistibile della carne, per cui | gli | eran divampati nel sangue ardori divoranti da farlo |
Racconti 1 -
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nel sangue ardori divoranti da farlo soffrire come se | gli | fosse corsi carboni accesi dentro le vene! ... - Il |
Racconti 1 -
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suo braccio si arrestò quasi paralizzato, mentre il petto | gli | ansava forte; e le gambe gli si piegavano, al fruscio di |
Racconti 1 -
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paralizzato, mentre il petto gli ansava forte; e le gambe | gli | si piegavano, al fruscio di una veste e al lieve rumore di |
Racconti 1 -
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il salotto era affollato. Il Palloni, vedendolo entrare, | gli | era andato incontro e lo aveva tratto in disparte: - |
Racconti 1 -
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lo guardava negli occhi: - C'incontrammo per le scale - | gli | sussurrò all'orecchio; - ma feci le viste di non |
Racconti 1 -
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Io andavo dai Cerri, al primo piano -. Alberto | gli | rispose con un'alzata di spalle. La signora Moroni era |
Racconti 1 -
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l'imbecille! ... - E cercava una scusa, quando la Moroni | gli | accennò di accostarsi. - Come si chiamava quel rimedio |
Racconti 1 -
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abbandonata sulla spalliera. - Un poema, caro amico! - | gli | diceva sotto voce il Cardini. - Un vero poema! È arrivata |
Racconti 1 -
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al collo dell'imprecato spago! E or l'orribile morte pur | gli | è presso, e nol vuole. Come ad ebro sospinto in rapide |
FIABE E LEGGENDE -
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intorno a Steno, orribile famíglia macra e gialla. Son | gli | stocchi che guizzano come in mano a ribelli, son gli arazzi |
FIABE E LEGGENDE -
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Son gli stocchi che guizzano come in mano a ribelli, son | gli | arazzi che sembrano ali di pipistrelli; son le gonne |
FIABE E LEGGENDE -
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son le gonne vendute dalle Circi del ghetto che | gli | danzano in giro e gli sfiorano il petto; son le coltri, |
FIABE E LEGGENDE -
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vendute dalle Circi del ghetto che gli danzano in giro e | gli | sfiorano il petto; son le coltri, lasciate dalle tremule |
FIABE E LEGGENDE -
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Soffre indicibilmente; ha tutto il corpo pesto. Apre | gli | occhi ma non vede nulla. Il buio è fitto. Notte? Ma prova |
I sogni dell'anarchico -
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infinito agli occhi, e sente che sono bendati; la benda | gli | preme la fronte; vuole muovere le membra, ma tutte sono |
I sogni dell'anarchico -
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un rumore di ciabatte ode una voce senile, carezzevole che | gli | dice: ? Non si agiti! Il medico non lo permette. ? Dove |
I sogni dell'anarchico -
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agiti ? disse la voce. ??? Non vedo. - Le abbiamo bendati | gli | occhi. E' meglio. Sono ammalati. Un brivido gli scorse per |
I sogni dell'anarchico -
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bendati gli occhi. E' meglio. Sono ammalati. Un brivido | gli | scorse per le vene. - Sono cieco? - domanda. - Speriamo... |
I sogni dell'anarchico -
|
in modo speciale. Viene a rilevare a furia di domande, che | gli | anarchici hanno bruciato chiese e palazzi, rovinato e |
I sogni dell'anarchico -
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soffre di più, assai di più, per il disinganno che | gli | hanno recato i suoi, perché ha scoperto che il popolo non è |
I sogni dell'anarchico -
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e lo sdegno che sentivano necessariamente contro di lui e | gli | usavano misericordia, e gli sembrò che una voce gli |
I sogni dell'anarchico -
|
necessariamente contro di lui e gli usavano misericordia, e | gli | sembrò che una voce gli dicesse: Non l'anarchia ma Lui, Lui |
I sogni dell'anarchico -
|
lui e gli usavano misericordia, e gli sembrò che una voce | gli | dicesse: Non l'anarchia ma Lui, Lui solo, è la salvezza di |
I sogni dell'anarchico -
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di Italia... Si sentiva così stanco; sfinito; le sensazioni | gli | si sbiadirono. Cadde in un sonno profondo..... |
I sogni dell'anarchico -
|
polemica aspra e quasi divertita contro la tesi assurda che | gli | animali e le piante siano stati creati belli affinché siano |
La ricerca delle radici -
|
uomo. Ma perché ciò che è bello per noi è tale anche per | gli | insetti e per gli uccelli? È tipico delle grandi risposte |
La ricerca delle radici -
|
ciò che è bello per noi è tale anche per gli insetti e per | gli | uccelli? È tipico delle grandi risposte far nascere nuove |
La ricerca delle radici -
|
sorvegliare lui l'arrivo degli ortolani che portavano | gli | erbaggi, e i pesciaiuoli che avevano camminato tutta la |
Racconti 3 -
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negli affari dei «giornalieri» che attendevano, seduti su | gli | scalini della chiesola della Mercede, le proposte dei |
Racconti 3 -
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come importuna la sua grandissima curiosità. Appena | gli | ortolani, scaricate le enormi ceste dei cavoli, dei sedani, |
Racconti 3 -
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lattughe, dei ravanelli, andavano via cacciandosi davanti | gli | asini con le ceste vuote, don Rosario cominciava il suo |
Racconti 3 -
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a coloro che lo deridevano per questa mania. Dopo scritti | gli | appunti, don Rosario entrava nel caffè di Pizzo-'nterra per |
Racconti 3 -
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per raggranellare i «si dice», le notiziole, le malignità, | gli | scandali del paese, i fatti particolari di questo e di |
Racconti 3 -
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caffè di Pizzo-'nterra era il convegno mattutino di tutti | gli | sfaccendati, che vi andavano a prendere due soldi di acqua |
Racconti 3 -
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Che abbiamo di nuovo, signori miei? - Chi non campa muore - | gli | rispondeva qualche burlone. - E l'affare del Rospo com'è |
Racconti 3 -
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per filo e per segno. - Mettiamolo a libro, don Rosario! - | gli | diceva Pizzo-'nterra, ridendo. Egli «metteva a libro» |
Racconti 3 -
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Pizzo-'nterra, ridendo. Egli «metteva a libro» tutto, anche | gli | avvenimenti piú insignificanti: le messe solenni pei santi, |
Racconti 3 -
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dei parrocchiani defunti. E, subito, si metteva attorno per | gli | studi notarili, lavorando lunghe ore a trascriversi le |
Racconti 3 -
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quasi avesse avuto incarico dal governo di controllare | gli | atti pubblici. Non aveva egli nient'altro da fare? Alle |
Racconti 3 -
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di casa e di campagna pensava il fratello. Don Rosario | gli | lasciava mani libere, e quegli lo calcolava come una bocca |
Racconti 3 -
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stanza a gambe larghe, con le mani dietro la schiena, con | gli | occhi rilucenti di sodisfazione, quasi ogni volta, stando |
Racconti 3 -
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rileggesse tutte le miserie, tutte le porcherie, tutti | gli | imbrogli della gente colà annotati! ... E quella bestia di |
Racconti 3 -
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avrebbe lasciato alla famiglia dopo la sua morte! ... E | gli | imbecilli lo burlavano: - Che cosa dicono i registri, don |
Racconti 3 -
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notte, si svegliava di soprassalto. Aveva sentito rumore o | gli | era parso? Temeva, da qualche tempo in qua, che i ladri |
Racconti 3 -
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che bella accoglienza li attendeva! Un giorno, un imbecille | gli | aveva fatto la burla di dirgli: - Sapete? È morto don |
Racconti 3 -
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quasi non stessero d'accordo. - Come? Non siete morto? - | gli | scappò detto dallo stupore. - Crepate voi, don pezzo |
Racconti 3 -
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detto dallo stupore. - Crepate voi, don pezzo d'asino! - | gli | rispose il Lagreca, facendogli le corna con tutte e due le |
Racconti 3 -
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Ma di queste picciolezze don Rosario non si curava. | Gli | bastava che ogni tre mesi rilegasse un volume di |
Racconti 3 -
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oltre ai volumi degli atti notarili trascritti. | Gli | bastava la sodisfazione che parecchi venissero a |
Racconti 3 -
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sapeva a chi dar retta, perché suo padre, quando il bambino | gli | riferiva le parole dello zio, rispondeva stizzito: - Pensi |
Racconti 3 -
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vecchio, a sessanta anni; e la sua vita, regolatissima, | gli | faceva sperare di campare almeno fino all'ottantina ... Ma |
Racconti 3 -
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- ogni primo di ottobre riprendeva il ferraiuolo. Non | gli | importava che talvolta nel giugno facesse freddo e |
Racconti 3 -
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segnare nei suoi scartafacci: «Gran buon'annata!» Non | gli | accadeva da un pezzo. E dava la voce ai contadini che |
Racconti 3 -
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siete contento? - Purché il Signore non ci castighi, come | gli | anni scorsi! - Tutti gli rispondevano cosí, diffidenti, |
Racconti 3 -
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il Signore non ci castighi, come gli anni scorsi! - Tutti | gli | rispondevano cosí, diffidenti, pensando che da parecchi |
Racconti 3 -
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si sdegnava di quella poca fede. La vista della campagna | gli | metteva in cuore vivissima gioia; gli sembrava di aspirare |
Racconti 3 -
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vista della campagna gli metteva in cuore vivissima gioia; | gli | sembrava di aspirare dall'aria tutta la bella forza di |
Racconti 3 -
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quel mal'augurio del Lagreca, a cavallo della mula, che | gli | grida: - Come? Ve ne state qui? A casa vostra c'è un |
Racconti 3 -
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Iddio che non sia andata in fiamme tutta la casa! - | gli | diceva suo fratello per consolarlo. A lui che sarebbe |
Racconti 3 -
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commesso il fuoco rispettando lo scaffale dove si trovavano | gli | atti notarili trascritti, e consumando i venti volumi che |
Racconti 3 -
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atti notarili trascritti, e consumando i venti volumi che | gli | costavano piú di trent'anni di fatica! Non sapeva |
Racconti 3 -
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qualche ora la notte, felice di vedersi rinascere sotto | gli | occhi, quasi la ricopiasse, la minuta cronaca del paese coi |
Racconti 3 -
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delle loro infamie ... - Bestia! Ti ammazzi cosí! - | gli | diceva suo fratello, che lo vedeva deperire, sfinito dalla |
Racconti 3 -
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colla Repubblica, e la maestà del sistema Repubblicano con | gli | Scipioni. Dopo la battaglia di Zama, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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Maestà ! (Un cameriere porta via il gran vassoio con | gli | assi, e un altro reca un grosso pasticcio, che io scalco si |
LE ULTIME FIABE -
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Il cielo, a poco a poco, si copre di stelle. Appare, dietro | gli | alberi, la luna falcata che sembra cullarsi tra le nuvole. |
LE ULTIME FIABE -
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lunga fino ai piedi, e una folta zazzera, pure bianca, che | gli | scende sul collo. Si appoggia a un nodoso bastone.) |
LE ULTIME FIABE -
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soliti : il ladruncolo che mette le mani su tutto quanto | gli | capita a portata: una sfilza di furti. E di testimoni. |
Vietato ai minori -
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(Ed è, l'ignoranza, una ingiustizia veramente grave fra | gli | uomini.) Aver a che fare comunque con la legge viene |
Vietato ai minori -
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soldi niente. Tutto va bene fin quando al ragazzo | gli | nasce il gusto dei soldi: per qualche sigaretta, un |
Vietato ai minori -
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dichiara _ altra cosa imparata dentro _ che le confessioni | gli | sono state estorte. Dice pittorescamente: Mi hanno fatto |
Vietato ai minori -
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testimonianza limitandosi a una bicicletta che l'imputato | gli | offrì di comprare e che lui non comprò perché non aveva |
Vietato ai minori -
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non aveva soldi. Domanda: È vero? Risposta: No. Ma come! | Gli | si mostra nel fascicolo la sua deposizione con la sua |
Vietato ai minori -
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italiano, lui che sa solo la parlata del paese) ciò che | gli | si chiede con incalzante velocità e interpolazieni ironiche |
Vietato ai minori -
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ironiche dirette ai giudici e all'avvocato, il cui senso | gli | sfugge. DÌ nuovo si risolve ad ammettere qualche cosa: che |
Vietato ai minori -
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su una sedia fra i due alti militi, le guance senza sangue, | gli | occhi smarriti ma ancora testardi, impietosisce. Non |
Vietato ai minori -
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carcere. E ha proprio l'aria di non sapere perché, perché | gli | facciano tutto questo. Su proposta dello stesso pubblico |
Vietato ai minori -
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certo a suo danno, qualche ammissione. No no e no. Non | gli | si può cavare altro. Il presidente irritatissimo si alza. |
Vietato ai minori -
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Non guarda e non risponde. Con la toga buttata sulle spalle | gli | avvocati si avvicinano. "Conferma, conferma la |
Vietato ai minori -
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questo e lo arrestino comunque. Perciò dice no e no. E non | gli | entra in testa perché, se nega, lo manderebbero in galera. |
Vietato ai minori -
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Ottavo comandamento: lo ripete come tra sé. Non | gli | hanno insegnato molte cose, ma questa la sa. La legge |
Vietato ai minori -
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La legge antica, nota, semplice ed essenziale, a un tratto | gli | dirada le tenebre. La sua faccia, ottusa nella negazione, |
Vietato ai minori -
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il Tribunale, richiamato, s'avvicina umilmente. Di nuovo | gli | occorre tempo. Finché escono, malcerte stentate incognite, |
Vietato ai minori -
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per lui, è evidente. Poco dopo i paesani l'attorniano, | gli | danno manate sulle spalle. Ora sa che il Tribunale non gli |
Vietato ai minori -
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gli danno manate sulle spalle. Ora sa che il Tribunale non | gli | tendeva un tranello, ma forse lo sospetta nel linguaggio |
Vietato ai minori -
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Ho voluto venire a morir qui! Almeno mio figlio mi chiuderà | gli | occhi! - ella ripeteva. - Fatevi coraggio! - aveva |
SCURPIDDU -
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poi! Ora apprende anche a lèggere. Basta che una volta | gli | si dica: - Devi fare così! - Non se ne dimentica più. Gli |
SCURPIDDU -
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gli si dica: - Devi fare così! - Non se ne dimentica più. | Gli | vogliono tutti bene qui. Non gli ho dovuto mai dare uno |
SCURPIDDU -
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- Non se ne dimentica più. Gli vogliono tutti bene qui. Non | gli | ho dovuto mai dare uno scappellotto, nè sgridarlo. È una |
SCURPIDDU -
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sua prossima fine. Pure la sera rideva insieme con tutti | gli | altri allorchè Scurpiddu rifaceva la rissa del cane col |
SCURPIDDU -
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l'uovo; e quando il Soldato , dandogli un bastone in mano, | gli | faceva ripetere gli esercizi militari: - Presentat'arm'! - |
SCURPIDDU -
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Soldato , dandogli un bastone in mano, gli faceva ripetere | gli | esercizi militari: - Presentat'arm'! - Per fila destra! - |
SCURPIDDU -
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o saltellando o abbaiando: e i cani della masseria | gli | rispondevano di fuori abbaiando tutti a una volta. Quando |
SCURPIDDU -
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stentava ad addormentarsi. Pensava allo zi' Girolamo che | gli | aveva detto: - Tua madre tornerà! - Ed era tornata!. Chi |
SCURPIDDU -
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questo che Scurpiddu si accorse di quei due che con la mano | gli | facevano cenno di avvicinarsi, mezzi nascosti fra i tronchi |
SCURPIDDU -
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che giusto il giorno avanti erano passati di là e | gli | avevano domandato: - Hai visto nessuno? - Nessuno. - Coi |
SCURPIDDU -
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di cuoio bianco sul petto. Guardavano, con la mano su | gli | occhi per la via del sole. Erano passati, un mese addietro, |
SCURPIDDU -
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Erano passati, un mese addietro, due volte, ma allora non | gli | avevano domandato niente. Chi cercavano? Ladri, forse. E |
SCURPIDDU -
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ansante, in sudore. Chiamato in disparte il massaio, | gli | aveva fatto l'imbasciata, senza dimenticare una sillaba. |
SCURPIDDU -
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preso? Notaio ? Don Pietro ? Scurpiddu ? Questo poi no. | Gli | piangeva il cuore all'idea che potessero portargli via il |
SCURPIDDU -
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via il suo prediletto. Quando arrivò lassù, non trovò | gli | amici . I tacchini si erano un po' sbandati. Posò per terra |
SCURPIDDU -
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in una tasca del panciotto. - Tieni, questi sono per te. | Gli | mise in mano dieci soldi. - Dice il massaio ... . E |
SCURPIDDU -
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il massaio ... . E Scurpiddu ripetè quel che massaio Turi | gli | aveva dato incarico di dire. Quando ripetè: Qui tira vento |
SCURPIDDU -
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fece una smorfiaccia che voleva essere una risata. - | Gli | dirai: Grazie anche di questo. Il tacchino lo mangeremo |
SCURPIDDU -
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Dunque il tacchino se lo erano già preso! E cercò con | gli | occhi tra il branco. Mancava Notaio ! Alzò le spalle, quasi |
SCURPIDDU -
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aveva scacciato dal servizio per una tacchina perduta. Non | gli | poteva perdonare la fame e il freddo patiti, e l'elemosina |
SCURPIDDU -
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tutte e due le mani, impensierito, quando lo zi' Girolamo | gli | gridò da lontano: - È quiii! È quiii! Volava da un bue |
SCURPIDDU -
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tàccola accorse ad ali spiegate, gracchiando allegramente; | gli | fece un bel giro attorno, in alto, e poi tornò dai bovi. - |
SCURPIDDU -
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E infatti poco dopo la tàccola volò diritto verso di lui e | gli | si posò su la spalla. - Non ti lascierò più sola, mai più! |
SCURPIDDU -
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più sola, mai più! L'accarezzava con una mano, e Paola | gli | beccava delicatamente l'orecchio. Lo ammoniva davvero di |
SCURPIDDU -
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ha la bocca aperta; la lingua ne esce penzoloni, inaridita; | gli | occhi si spengono; la povera bestia è prossima a morire di |
I sogni dell'anarchico -
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morte: Ha scannato già molti di sua mano. Suo padre, quando | gli | ha donato il pugnale gli ha detto: ? II miglior amico! Esso |
I sogni dell'anarchico -
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di sua mano. Suo padre, quando gli ha donato il pugnale | gli | ha detto: ? II miglior amico! Esso non permetterà giammai |
I sogni dell'anarchico -
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nel petto, voleva farla finita. La cometa era là e | gli | diceva: Schiavitù o morte! E tutto, tutto: la sua |
I sogni dell'anarchico -
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passato, il presente, i timori per l'avvenire, tutto, tutto | gli | diceva: Schiavo mai! Preferisci la morte; mille volte la |
I sogni dell'anarchico -
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Lo guardò a lungo e provò un senso d'infinita mestizia. | Gli | sembrava di veder morire un amico: anzi, più che un amico |
I sogni dell'anarchico -
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morire un amico: anzi, più che un amico un fratello. Ma poi | gli | si affacciò alla mente un pensiero; cercò di cacciarlo, ma |
I sogni dell'anarchico -
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Esso gettò subito radici; si abbarbicò nel suo cervello, | gli | s'impose. Non era quella la prima volta.... Non sacrificava |
I sogni dell'anarchico -
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per prepararle alla vendetta, si gettò sul cavallo, | gli | aprì, col pugnale, una vena al collo, portò le labbra alla |
I sogni dell'anarchico -
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egli non ci faceva conto. Non badava alla nausea che esso | gli | recava; era un liquido che spegneva la sua sete grande, |
I sogni dell'anarchico -
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che spegneva la sua sete grande, intensa, infuocata, che | gli | faceva ritornare la vita. Beveva, beveva. Bevette fin che |
I sogni dell'anarchico -
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Un dolore terribile ai polsi lo fece rinvenire. Spalancò | gli | occhi. Il sole era alto ed innondava il deserto di sua luce |
I sogni dell'anarchico -
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grande, immenso, infinito, cocente. Prigioniero, schiavo. | Gli | diedero da mangiare. Non rifiutò il cibo, gli diedero da |
I sogni dell'anarchico -
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schiavo. Gli diedero da mangiare. Non rifiutò il cibo, | gli | diedero da bere; non rifiutò la bevanda. Ma quando gli |
I sogni dell'anarchico -
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gli diedero da bere; non rifiutò la bevanda. Ma quando | gli | dissero di alzarsi si accorse che non aveva più al braccio |
I sogni dell'anarchico -
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bruciavano, attraverso a valli anguste, su rapidi pendii. | Gli | avevano tolto il mantello, i calzari, le armi, i |
I sogni dell'anarchico -
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il mantello, i calzari, le armi, i braccialetti, tutto; non | gli | avevano lasciato che i calzoncini di cuoio. Il piede ignudo |
I sogni dell'anarchico -
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Il piede ignudo sprofondava' nella sabbia; le pietre aguzze | gli | foravano la pelle; i granellini di sabbia, i piccoli |
I sogni dell'anarchico -
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un intenso prurito; le ferite si allargavano; il sudore | gli | colava copioso dalla fronte; ansava; non ne poteva più; era |
I sogni dell'anarchico -
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La sua tribù più non esiste; è stata annientata; tutti | gli | uomini sono morti e le donne trascinate sui mercati; la sua |
I sogni dell'anarchico -
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proprietà del fisco. Lo conducono allo stabulum, fra | gli | schiavi, dove la verga lo costringe all'ubbidienza, al |
I sogni dell'anarchico -
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acquistati dallo stato per venire inviati a Roma. Fra | gli | ischiavi vi sono parecchi suoi antichi sudditi, catturati |
I sogni dell'anarchico -
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tinta dei bellissimi colori dell’Iride, t’incantava. | Gli | astri minori impallidendo erano scomparsi nella brillante |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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dello Yacht della bella Giulia era sempre una festa per | gli | abitanti della Solitaria, che già lo avevano veduto altre |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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seguiti pure dal vecchio capo della famiglia che per | gli | anni e i malanni divenuto lento seguiva da lontano la |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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liete accoglienze da ognuno. Giulia presentò ai suoi amici | gli | ospiti Romani e tutti insieme salirono verso l’abitato. |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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a Giulia: «Ebbene, quali nuove dalla nostra Roma? Sono | gli | stranieri fuori? Ed i preti quando lasceranno respirare |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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- rispose la bella Inglese - «e chi sa quando lo saranno! | Gli | stranieri si sono ritirati veramente, ma altri stranieri |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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nell’infame incarico di mantenere nel servaggio del prete | gli | infelici Romani». E riprendendo, Giulia continuava: «io, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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bovi, si accingeva a spazzare l'agghiaccio, - Mattiniero! - | gli | disse il vecchio, - Su, dammi una mano, Scurpiddu prese la |
SCURPIDDU -
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intanto che le dita sembravano occupate per proprio conto, | gli | occhi lucidi e neri pareva contassero i capi di bestiame, e |
SCURPIDDU -
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La prima te la compro io. Scurpiddu lo trasse in disparte e | gli | parlò in un orecchio. Il bovaro strinse le labbra, |
SCURPIDDU -
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in un orecchio. Il bovaro strinse le labbra, socchiuse | gli | occhi e stette un momento a riflettere. - Sentite, - poi |
SCURPIDDU -
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giornata per Scurpiddu . La sera, tornando alla masseria, | gli | pareva di possedere un tesoro con quel fil di rame e quel |
SCURPIDDU -
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e i dieci giorni e le vecchie monete e lo zufolo e | gli | altri oggetti, tutta la sua ricchezza. Ogni giorno, appena |
SCURPIDDU -
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incurante di lei. - Quante coroncine, Scurpiddu ? - | gli | domandava lo zi' Girolamo. - Cinque. Quando avrò fatta la |
SCURPIDDU -
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sa se lo zi' Girolamo avrebbe potuto smerciarle tutte? E | gli | andò incontro, appena lo scorse da lontano. - Sei soldi |
SCURPIDDU -
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incontro, appena lo scorse da lontano. - Sei soldi l'una, - | gli | gridò il bovaro. - E col denaro ti ho comprato altro fil di |
SCURPIDDU -
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sarebbe stata ingratitudine verso il massaio e la massaia. | Gli | avevano fatto tanto bene! Gli si erano affezionati come a |
SCURPIDDU -
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il massaio e la massaia. Gli avevano fatto tanto bene! | Gli | si erano affezionati come a un figlio. La massaia pensava a |
SCURPIDDU -
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a rivestirlo, a fargli lavare la biancheria; e il massaio | gli | aveva detto che l'anno venturo gli avrebbe insegnato a |
SCURPIDDU -
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biancheria; e il massaio gli aveva detto che l'anno venturo | gli | avrebbe insegnato a potare e a far gl'innesti dei peri, |
SCURPIDDU -
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e catenelle e lacci a maglie, se voleva. E poi, ormai, | gli | sembrava che la masseria fosse casa sua; in quattro anni se |
SCURPIDDU -
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ferito con un colpo di falce. Il Giudice istruttore con | gli | occhiali d'oro a capestro, il cancelliere che scriveva le |
SCURPIDDU -
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di aspetto avevano così atterrito Scurpiddu , che non | gli | era parso vero di scappar sùbito e tornare sano e salvo |
SCURPIDDU -
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pollaio era il suo palazzo, non ci entrava nessun altro. E | gli | otto tacchini? Se voleva, a Natale, sarebbero quaranta |
SCURPIDDU -
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allor Scurpiddu lo toccava sul dorso con la canna e | gli | faceva ritirare subito le ali e il bernòccolo: - Avanti, |
SCURPIDDU -
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Paola ! Tutto si era dato a quel lavoro. - E lo zùfolo? - | gli | domandava il Soldato . - Non ti si ode più! Lo zùfolo |
SCURPIDDU -
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quattrini; io sì, Paola ! Domani però ti farò la collana e | gli | anellini, uno per piede. Il giorno dopo, appena egli le |
SCURPIDDU -
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Il giorno dopo, appena egli le infilò al collo la collana e | gli | anellini ai piedi, Paola diventò irrequieta; voleva |
SCURPIDDU -
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impacci d'addosso. Se la prendeva particolarmente con | gli | anellini, due semplici cerchietti di fil di rame. Si |
SCURPIDDU -
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rideva: le rimetteva la collana a posto, e aggiustava | gli | anellini già un po' deformati. - Sta' cheta, Paola ! Sembri |
SCURPIDDU -
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- Sta' cheta, Paola ! Sembri una sposa, Paola ! Paola non | gli | dava retta. Ripreso a inveire contro gli anellini, per |
SCURPIDDU -
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Paola ! Paola non gli dava retta. Ripreso a inveire contro | gli | anellini, per essere più libera volava lontano, sur un |
SCURPIDDU -
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a cavarseli. Scurpiddu la vide tornare tranquilla. Pareva | gli | dicesse: - Vedi se l'ho vinta io? Di tanto in tanto |
SCURPIDDU -
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alla masseria il nuovo mestiere di lui, il Soldato non | gli | dètte requie. - Zanni, vieni qua; cavami un dente! Vieni a |
SCURPIDDU -
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d'ogni specie, sassolini, e preso Scurpiddu fra le gambe, | gli | attaccava quella corona al collo, quantunque il ragazzo si |
SCURPIDDU -
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il ragazzo si schermisse. - Così sembri uno zanni davvero! | Gli | zanni , infatti, per segno della loro valentia nel cavar |
SCURPIDDU -
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un po' curvo, con una gran barba rossa come una fiamma, che | gli | arriva alle ginocchia, e un lungo bastone in pugno; si |
LE ULTIME FIABE -
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- E io, - disse la minore - voglio che andiate dal Re e | gli | diciate che piango per lui e non ho pace. - II mercante |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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proporgli l'acquisto di merci preziose, lo fa passare e | gli | domanda con alterigia : - Avete qualche cosa di bello da |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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batte su un timbro d'argento, e al cameriere che compare, | gli | ordina di portargli il fazzoletto più grande che ci sia |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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più grande che ci sia nella sua guardaroba. Il cameriere | gli | porta un fazzolettone che pareva un lenzuolo e si ritira. |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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smania per sapere se il padre aveva portato loro quello che | gli | avevan chiesto ; ma la più smaniosa era la minore. La nave |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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il mercante sbarcò, andò a casa, e la maggiore delle figlie | gli | corse incontro e gli domandò : - Signor padre, me l'avete |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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a casa, e la maggiore delle figlie gli corse incontro e | gli | domandò : - Signor padre, me l'avete portato il vestito di |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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alle figlie quel che volevano per regalo. La maggiore | gli | chiese una collana di smeraldi, la mezzana un fermaglio di |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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di smeraldi, la mezzana un fermaglio di rubini ; la minore | gli | disse : - Signor padre, dovete farmi il favore di andare |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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sono infelice; mi promettete che anderete dal Re e | gli | riferirete le mie parole ? - II mercante voleva molto bene |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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alla presenza del Re, che lo squadrò con alterigia e | gli | chiese : - Buon uomo, avete merce preziosa da mostrarmi ? - |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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su un timbro d'argento. Comparve un cameriere, e il Re | gli | ordinò di portargli tre canne di corda ben solida. Quando |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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ordinò di portargli tre canne di corda ben solida. Quando | gli | fu recata, la porse al mercante perché la desse alla |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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esposto ? Il Re me ne ha fatta un'altra delle sue. Quando | gli | ho detto che volevi strozzarti per lui, m'ha dato questo |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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Re.Ma lei stessa, vedendo che si preparava per il viaggio, | gli | disse : - Padre mio, per il bene che mi volete, dovete |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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se non volete trovarmi morta al vostro ritorno. - E qui | gli | si gettò ai piedi e tanto pianse e tanto lo supplicò, che |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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a strappargli la promessa che sarebbe andato dal Re e | gli | avrebbe fatta l' ambasciata. Il mercante giunge a Palermo, |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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Sovrano, che anche quella volta finse di non conoscerlo e | gli | domandò se aveva mercé preziosa da mostrargli. - Maestà, ho |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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conficcato nel cuore. Torna a Messina e quando la figlia | gli | compare davanti, le dice : - Tieni, ecco che cosa ti manda |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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La ragazza parte, giunge alla capitale, cerca il cugino e | gli | narra tutto. Alla fine gli dice che vuole essere messa fra |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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alla capitale, cerca il cugino e gli narra tutto. Alla fine | gli | dice che vuole essere messa fra le schiave che erano |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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pretesto o con un altro, per vederla e parlarle, e Rosetta | gli | rispondeva appena, fuggiva quando lo vedeva, e in ogni modo |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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appena, fuggiva quando lo vedeva, e in ogni modo e maniera | gli | faceva capire di non poterlo soffrire. Un giorno il Re le |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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il fazzoletto che il Re le aveva mandato per il padre e | gli | dice : - Ecco, vedete, Maestà, come è grande! Questo basta |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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io mi strozzo ! - Che Vostra Maestà si strozzi pure ! - E | gli | da la corda lunga tre canne. - Ah ! questa è proprio la |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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bene, m'ammazzo ! - Ohe Vostra Maestà s'ammazzi pure! - E | gli | porge il coltello. Dopo questa prova, il Re si convinse che |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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Questa s'affaccia, e accertasi che era tutta una finzione, | gli | sputa sul viso. - Puh, per una donna quant'ha patito ! - e |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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disprezzarlo. Prima le mandò il gran cancelliere, e Rosetta | gli | disse d'andarsene perché del Re non voleva sentirne |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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e a discendere dal vagone, lo prese per un orecchio e | gli | disse: "Mi dirai tutto, mostro". Era naturale che fra gli |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
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e gli disse: "Mi dirai tutto, mostro". Era naturale che fra | gli | Spazzoletti e i Ballanzini nascesse una certa amicizia. |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
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indietro le ciocche dei capelli che le scendevano su | gli | occhi. - Quella che vi siete presa ieri. - Sei pazzo? - Sì, |
SCURPIDDU -
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chiamata, comparve su la soglia la mezzadra. - Dice che | gli | abbiamo preso una tacchina, per chioccia. La mezzadra |
SCURPIDDU -
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mezzadra. Aveva fatto tre passi avanti, ma quella donna | gli | diè uno spintone che lo fece ruzzolare per terra. Scurpiddu |
SCURPIDDU -
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e prese una zolla per lanciargliela. Lesta, la mezzadra | gli | corse addosso e gli rattenne il braccio: - Vàttene! |
SCURPIDDU -
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per lanciargliela. Lesta, la mezzadra gli corse addosso e | gli | rattenne il braccio: - Vàttene! Vàttene! Se no, ti concio |
SCURPIDDU -
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Se no, ti concio per le feste! Lo prese per le spalle, | gli | fece fare un giro e lo respinse. - Ora vado io dalla tua |
SCURPIDDU -
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tornò mogio mogio tra i tacchini; e di là seguì con | gli | occhi la mezzadra che andava di furia, brontolando. Poco |
SCURPIDDU -
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ebbe tutto il branco davanti a sè: Marcia! Era allegro. | Gli | pareva di non aver più responsabilità dello smarrimento |
SCURPIDDU -
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poco prima scendere per la strada del Monte. Cercavano | gli | amici . Ma non li avevano trovati. Ecco, li rivedeva |
SCURPIDDU -
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carrozza, era andata a posarsi sul dorso di Capobanda , e | gli | beccava delicatamente la pelle grinzosa e bitorzoluta della |
SCURPIDDU -
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tacchina. - Ma che fai? Dove le conduci queste bestie? - | gli | domandò la massaia un po' stizzita, Scurpiddu non sapeva |
SCURPIDDU -
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un po' stizzita, Scurpiddu non sapeva che rispondere. | Gli | era balenato in mente il sospetto che quei di Poggio Don |
SCURPIDDU -
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tanto di occhi aperti. Nella vigna, tra le ginestre, tra | gli | ulivi non si era vista anima viva in tutta la giornata; e |
SCURPIDDU -
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o tùrati le orecchie per non sentire. - C'è qualcuno che | gli | vuol male a questo povero orfanello! - piagnucolò la mamma |
SCURPIDDU -
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si avvicinava massaio Turi: - Manca un'altra tacchina, - | gli | disse la moglie. Massaio Turi stette un po' a riflettere, e |
SCURPIDDU -
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giustificato. Ma il giorno dopo, lassù, senza Paola , | gli | sembrava di essere dimezzato. La massaia avea chiuso la |
SCURPIDDU -
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era partito con un po' di broncio, perchè la coscienza | gli | diceva di non meritare quel castigo. Lassù, le tàccole |
SCURPIDDU -
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dentro lo stanzone del frantoio, che quando la mula con | gli | occhi bendati faceva girare la màcina, era assai incomodo |
SCURPIDDU -
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- La mamma a letto… e Paola carcerata! Rimaneva a lungo con | gli | occhi fissi alla masseria. Poi, al passaggio di ogni stormo |
SCURPIDDU -
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sciò cadere sotto il peso del fastello; ma nel cadere tirò | gli | orecchi a Rosellina. La bambina non interruppe il lavoro |
Le Fate d'Oro -
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allo specchio. Ma nello specchiarsi gettò un grido; | gli | orecchi le erano cresciuti già tanto, dopo che la vecchia |
Le Fate d'Oro -
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a spun- tare un pelo scuro e folto, coma quello de- | gli | asini. La bimba corse in giardino per sup- plicare la |
Le Fate d'Oro -
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era sparita da quella casa, e più Rosettina piangeva e più | gli | orecchi le crescevano. Era diventata un mostro, e per |
Le Fate d'Oro -
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La strega le fece molte frizioni con pomate e unguenti, ma | gli | orecchi cre- scevano sempre e il pelo si faceva più folto. |
Le Fate d'Oro -
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un pezzo di pane; poi andava a guardarsi allo specchio, ma | gli | orecchi non scemavano. Allora incominciò a regalare i suoi |
Le Fate d'Oro -
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Allora incominciò a regalare i suoi ve- stiti, ma | gli | orecchi non scemavano. Dette tutto quel che le era |
Le Fate d'Oro -
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non scemavano. Dette tutto quel che le era superfluo, ma | gli | orecchi eran sempre lunghi e pelosi. Un giorno passò un |
Le Fate d'Oro -
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e sentendo che si lamen- tava tanto, prese un cencino e | gli | lavò il viso e le mani e gli dette da rifocillarsi. Quando |
Le Fate d'Oro -
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tava tanto, prese un cencino e gli lavò il viso e le mani e | gli | dette da rifocillarsi. Quando il vecchio fu andato via ella |
Le Fate d'Oro -
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dalla gioia e allora non volle più aspettare che i malati, | gli | storpi, i poveri passassero davanti alla sua casa; ma andò |
Le Fate d'Oro -
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sperando che quelle opere di carità le facessero sparir | gli | orecchi. Il pelo cadeva a poco a poco dopo ogni atto |
Le Fate d'Oro -
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pelo cadeva a poco a poco dopo ogni atto caritatevole, ma | gli | orecchi ri- manevano lunghi lunghi. A forza di curare |
Le Fate d'Oro -
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le ferite; ma davanti alla fontana rimase a bocca aperta. | Gli | orecchi d'asino erano spa- riti, ed ella era più bella di |
Le Fate d'Oro -
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bella di prima. - Carità! Carità! - si misero a can- tare | gli | uccellini di sui rami degli alberi - Carità! - esclamò |
Le Fate d'Oro -
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secondo lui, dai Saraceni in quei dintorni. In verità, non | gli | era mai accaduto d'incontrare fra le macchie e le siepi di |
Racconti 2 -
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sonanti quando li portava al barone Padullo, che si metteva | gli | occhiali per osservarli e sfogliava certi libroni grossi |
Racconti 2 -
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f aceva il sornione e alzava la gobba allorché i contadini | gli | dicevano - Perché non scavate le fosse per le fave, invece |
Racconti 2 -
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- E rideva loro in faccia, canzonando in cuor suo chi | gli | ripeteva la solita burletta: - Sapete dove c'è una |
Racconti 2 -
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dalla lontana, sape ndolo orso e ombroso di tutto, | gli | rispondeva secco secco: - Minchionerie! - Ma persone con |
Racconti 2 -
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dei feudi, e non avrebbe piú mangiato pane e cipolla, come | gli | toccava ora che doveva abbrustolirsi al sole, e bagnarsi |
Racconti 2 -
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dando colpi di zappa sodi ma cauti, per non rovinare | gli | oggetti, caso mai sotterra ce ne fossero. E quando gli |
Racconti 2 -
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gli oggetti, caso mai sotterra ce ne fossero. E quando | gli | accadeva di tornare con le mani vuote alla grotta antica e |
Racconti 2 -
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la propria sorte e quel porco di don Ottavio che non | gli | permetteva di scavare nella Grotta dalle sette porte! |
Racconti 2 -
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dalle sue parti; ed era capace di farlo. Invece, quando | gli | scavi davano buoni risultati, e venivano fuori al sole |
Racconti 2 -
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li ripuliva, li lustrava con la manica della camicia, quasi | gli | si dovessero guastar fra le dita toccandoli sgarbatamente. |
Racconti 2 -
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la minestra di farina di cicerca o le fave allesse | gli | sapevano piú saporite; e il vino se lo sentiva scendere giú |
Racconti 2 -
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... Quelle però erano tutte cosine da nulla; se non | gli | riusciva di prendere la trovatura del Mercante , aveva |
Racconti 2 -
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aveano capito della profonda scienza colà nascosta. Presi | gli | accordi per condurre lassú don Micio il crivellatore e la |
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a verga, e non voleva guardare sotterra, come don Micio | gli | ordinava tenendo le braccia tese e strabuzzando gli occhi |
Racconti 2 -
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Micio gli ordinava tenendo le braccia tese e strabuzzando | gli | occhi che gli luccicavano nel buio a ogni scoppio di |
Racconti 2 -
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tenendo le braccia tese e strabuzzando gli occhi che | gli | luccicavano nel buio a ogni scoppio di saetta. - Coraggio! |
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- Coraggio! coraggio! - ripeteva mastro Rocco. La voce però | gli | tremava e le braccia gli vagellavano nel dare, insieme con |
Racconti 2 -
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mastro Rocco. La voce però gli tremava e le braccia | gli | vagellavano nel dare, insieme con don Tino, i colpi di |
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lo scongiuro del Rutilio. E il vento soffiava, urlando tra | gli | ulivi e le rocce attorno; e la pioggia veniva giú a |
Racconti 2 -
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del fatto, sporse querela contro quel gobbaccio che | gli | aveva rovinato il fondo. E ora stava, giorno e notte, in |
Racconti 2 -
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a due canne, a quel gobbaccio. Aveva una gran paura che non | gli | rubassero davvero l'incantesimo della Grotta dalle sette |
Racconti 2 -
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era nelle loro mani. Forse mancava la chiave. Don Tino | gli | aveva mostrato il libro con una pagina strappata. - Giusto |
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contro don Tino, don Micio il crivellatore e la sonnambula. | Gli | era entrato il sospetto che volessero operare soli, da |
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- Buon pro! - E voi, la trovatura quando la prenderete? - | gli | domandò Zangàra, ridendo. - La prenderà don Tino, - |
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Ravagna, anni fa, ci capitò in mezzo per caso, e le Fate | gli | vendettero tre arance per un soldo? Il grullo le diede al |
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la grotta, non senza un po' di terrore in corpo, - con | gli | spiriti non si canzona - guardava quel fioco chiarore di |
Racconti 2 -
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po' di barlume del cielo nuvoloso. I tronchi degli alberi | gli | mettevano paura; e i macigni e le macchie già gli parevano |
Racconti 2 -
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alberi gli mettevano paura; e i macigni e le macchie già | gli | parevano strane figure di mostri. Verso la m ezzanotte fu |
Racconti 2 -
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di Cudduzzu; e le fiammate scoppiavano dietro i massi, tra | gli | ulivi, al suono dei sonaglini del cembalo agitati |
Racconti 2 -
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al chiarore d'una fiammata, una figura mostruosa che | gli | parve di fuoco e spari. Poi, da destra, da sinistra: - Psi, |
Racconti 2 -
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e spari. Poi, da destra, da sinistra: - Psi, psi, psi! - | Gli | spiriti gli accennavano: - Psi, psi, psi! - - Ah, madonna |
Racconti 2 -
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Poi, da destra, da sinistra: - Psi, psi, psi! - Gli spiriti | gli | accennavano: - Psi, psi, psi! - - Ah, madonna santissima! |
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senza una goccia di sangue nelle vene, fino a che | gli | spiriti non gli saltarono addosso, picchiandogli forte |
Racconti 2 -
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una goccia di sangue nelle vene, fino a che gli spiriti non | gli | saltarono addosso, picchiandogli forte sulla gobba. - Mamma |
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neppure quando si convinse che la burletta degli spiriti | gli | era stata fatta da Zangàra, Perillo e Passolone. A chi |
Racconti 2 -
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dopo trovate certe belle figurine che il barone Padullo | gli | aveva pagato dieci scudi. Chi sa quanto valevano, se colui |
Racconti 2 -
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Di queste, guardate, ne ho già pieno un armadio -. E | gli | additava le statuette - Cerere seduta e con le mani sui |
Racconti 2 -
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Mastro Rocco stette un bel pezzo senza farsi vedere. Quando | gli | si ripresentò, insieme col solito vecchietto, posata |
Racconti 2 -
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Voscenza resterà incantato! - Il barone si era messo | gli | occhiali per ammirare meglio; e vedendo quelle quattro |
Racconti 2 -
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legato al collo, imprecava al tristo compagno da cui | gli | era stata suggerita la bella novità della pipa! - Non |
Racconti 2 -
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soltanto di scavare e scavare. E se don Tino e don Micio | gli | riparlavano del Rutilio, rispondeva: - Non me ne parlate. È |
Racconti 2 -
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giorno o l'altro, l'autentico, quello del Cinquecento, come | gli | aveva detto il decano Vita. L'anno dopo, mentre padre |
Racconti 2 -
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padre Mariano d'Itria, confortandolo in punto di morte, | gli | raccomandava di chiedere a Dio la grazia dell'anima: - La |
Racconti 2 -
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Rutilio! - esclamò mastro Rocco con voce mezza spenta. E | gli | voltò la gobba. |
Racconti 2 -
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l'ha con voi, Maestà! Guardatevene, a meno che voi non | gli | offriate il regno in cambio del bene che cercate! |
LE ULTIME FIABE -
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del vostro regno, Maestà! Un Re, una Regina devono tener | gli | occhi aperti, ben aperti, sempre! |
LE ULTIME FIABE -
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per buttarci ai vostri piedi ... (Il Ministro s'inoltra fra | gli | alberi e sparisce.) |
LE ULTIME FIABE -
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momento in poi, tu sarai Re e tu sarai Regina! (Tutti | gli | astanti gridano.) |
LE ULTIME FIABE -
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di tutti | gli | voleva bene la massaia, un po' perchè le rammentava il |
SCURPIDDU -
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instancabile e allegro e buffone come uno scimmiotto. | Gli | si comandava di fare una cosa, e invece di rispondere di |
SCURPIDDU -
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l'ordine ricevuto. Certe sere, nel frantoio, mentre | gli | uomini si preparavano per la cena, egli andava a |
SCURPIDDU -
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di scapaccioni, per chiasso. Altre volte si udivano fuori | gli | abbai di due-tre cani. Qualcuno degli uomini si affacciava |
SCURPIDDU -
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tre lunghi steli di cipolle fioriti. - Che ne vuoi fare? - | gli | aveva domandato la massaia. - Niente. Mi servono. E quella |
SCURPIDDU -
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la massaia. - Niente. Mi servono. E quella sera, mentre | gli | uomini mangiavano la minestra, egli era sgusciato fuori |
SCURPIDDU -
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Soldato , riconosciuta la voce, si affacciò su la soglia e | gli | gridò: - Venite! C'è un bove smarrito. E lo zi' Girolamo |
SCURPIDDU -
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novembre, attorno al fuoco acceso per asciugarsi i vestiti, | gli | uomini lo invitavano: - Scurpiddu , fa' la rissa del cane |
SCURPIDDU -
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lo faceva dire due volte. E non imitava soltanto i ringhi, | gli | abbai, i miagolamenti e gli sbuffi dei due animali, ma le |
SCURPIDDU -
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non imitava soltanto i ringhi, gli abbai, i miagolamenti e | gli | sbuffi dei due animali, ma le loro mosse, e così abilmente |
SCURPIDDU -
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le mani. - Soltanto la lettura stenti ad apprendere! - | gli | rimproverava il Soldato . Infatti faceva fatica, quantunque |
SCURPIDDU -
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cominciava a sbadigliare. Certe sillabe non c'era verso | gli | entrassero nel cervello, o vi entravano a rovescio. E più |
SCURPIDDU -
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e peggio sbagliava. Nella masseria c'era il Soldato che | gli | gridava subito: - Bestia! Ma lassù, su la collina |
SCURPIDDU -
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- Bestia! Ma lassù, su la collina dell'Arcura o sotto | gli | ulivi del Piano del Galluzzo, egli rimaneva sempre incerto |
SCURPIDDU -
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il proprio nomignolo di Scurpiddu , ed era il tacchino che | gli | dava più da fare, sempre avanti a tutti, sempre sbandato e |
SCURPIDDU -
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avanti a tutti, sempre sbandato e sempre in rissa con | gli | altri. Da principio, quando alla masseria ignoravano quel |
SCURPIDDU -
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si sgridasse da sè. - L'hai con te stesso, Scurpiddu ? - | gli | domandava il Soldato . Si distraeva pure con fare la |
SCURPIDDU -
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e guardava all'ultimo le pagine con righe tutte unite che | gli | parevano un imbroglio inestricabile e che il Soldato però |
SCURPIDDU -
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che qui dice così? - Bravo, Scurpiddu ! Ora che il massaio | gli | aveva regalato una tàccola piccina, appena coperta di |
SCURPIDDU -
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dietro come un cagnolino. - Paola ! Paola ! E la tàccola | gli | salterellava appresso, gracchiando. La metteva sul dorso di |
SCURPIDDU -
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per chiamare: - Paola ! Paola ! - lieto che Paola | gli | rispondesse con un gracchio quasi per dirgli: Sono qui. - E |
SCURPIDDU -
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con un gracchio quasi per dirgli: Sono qui. - E sùbito | gli | tirava col becco i capelli che gli scappavano fuori del |
SCURPIDDU -
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Sono qui. - E sùbito gli tirava col becco i capelli che | gli | scappavano fuori del berretto su la fronte. La sera, egli |
SCURPIDDU -
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