Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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 GLI  ANGELI. Gli Angeli non han corpo: son puri spiriti; sono le
ANGELI.  Gli  Angeli non han corpo: son puri spiriti; sono le creature
creature belle del Paradiso; l'ornamento del trono di Dio e  gli  esecutori della sua volontà. Molti degli Angeli si
diventaron subito demoni, e furono cacciati nell'inferno;  gli  altri che si conservarono fedeli (e sono i più) stanno
Nella Bibbia, che è il Libro del Signore, si trovare spesso  gli  Angeli, mandati da Dio ai Patriarchi. Ricordiamo l'Angelo
a casa sano e salvo e con una medicina per guarire  gli  occhi del suo vecchio padre che era cieco. Ricordiamo anche
occhi del suo vecchio padre che era cieco. Ricordiamo anche  gli  Angeli che accompagnano, come vedremo, la vita di Gesù:
portò alla Vergine il sospirato annunzio dell'Incarnazione;  gli  Angeli scesi sulla capanna di Betlemme la
Posso fare io una domanda? - Certo, Nadir. - Perché  gli  extraterrestri si chiamano così? - Perché non abitano sulla
trovano sulla Terra". Capito? - Capito. - E allora perché  gli  extracomunitari si chiamano così? - Perché non abitano
Comunità Europea, di cui l'Italia fa parte. - Allora anche  gli  svizzeri sono extracomunitari? - In effetti, anche gli
gli svizzeri sono extracomunitari? - In effetti, anche  gli  svizzeri. - E gli americani? - Pure loro. - Anche George
sono extracomunitari? - In effetti, anche gli svizzeri. - E  gli  americani? - Pure loro. - Anche George Bush? - Beh ... sì,
popolo, che è oggi il Duce dell'Italia fascista, accendeva  gli  animi con la parola e con gli scritti ardenti di
fascista, accendeva gli animi con la parola e con  gli  scritti ardenti di patriottismo. Gabriele d'Annunzio, poeta
trascinava le folle con la sua eloquenza. Entrambi, come  gli  scrittori ed i poeti del nostro Risorgimento, furono poi
stordito, il piccolo Enea Rìspoli: un nuovo alunno. Subito  gli  scolari della seconda gli han ficcato gli occhi addosso.
Rìspoli: un nuovo alunno. Subito gli scolari della seconda  gli  han ficcato gli occhi addosso. Hanno percorso con gli
alunno. Subito gli scolari della seconda gli han ficcato  gli  occhi addosso. Hanno percorso con gli sguardi la sua
gli han ficcato gli occhi addosso. Hanno percorso con  gli  sguardi la sua personcina stenta, il suo visetto magro,
bene. Sei contento di essere venuto in Italia, Rìspoli?  Gli  occhi neri del bambino sfavillano. - Oh sì - risponde - qui
 Gli  angeli ai pastori
 Gli  anziani sono due volte bambini ARISTOFANE
aspetta il Bambino Gesù e tiene  gli  occhi larghi. Non vuole addormentarsi. Gli altri sono
Gesù e tiene gli occhi larghi. Non vuole addormentarsi.  Gli  altri sono andati alla messa di mezzanotte ad attenderlo e
in camicina e a piedi nudi sopra un raggio di luna. Mimma  gli  offrirà il suo mantello. - Fermati, Bambino Gesù! Devo
ad essere buona, e ancora... Come tarda il Bambino Gesù!  Gli  occhietti di Mimma si fanno piccini piccini. Uno, due, tre.
tentava di voltarsi, una trafittura acuta al fianco destro  gli  strappava degli ahi! ahi! da far accorrere qualcuna delle
Perché lo tenevano così fasciato? Le fasce, egli credeva,  gli  facevano male. E chiamava: - Mamma! Mamma! Fiocamente; non
Mamma! Fiocamente; non aveva forza di gridare. Chiudeva  gli  occhi, mezzo assopito; gli pareva di fare un lungo brutto
aveva forza di gridare. Chiudeva gli occhi, mezzo assopito;  gli  pareva di fare un lungo brutto sogno, e avrebbe voluto
avesse lì dentro carboni accesi. E che arsura alla lingua!  Gli  davano da bere di tanto in tanto, ma non gli sembrava mai
alla lingua! Gli davano da bere di tanto in tanto, ma non  gli  sembrava mai sufficiente. Avrebbe voluto aver là uno dei
fosse saziato. Faceva sforzi per destarsi e qualche volta  gli  pareva di esservi riuscito. Udiva bene quel che dicevano
bianchi, che lo scoprivano, e lo tastavano, là, dove  gli  doleva, gli levavano per un momento quelle fasce strette
che lo scoprivano, e lo tastavano, là, dove gli doleva,  gli  levavano per un momento quelle fasce strette strette; e
rimasto vuoto prendeva sùbito posto un altro, pallido, con  gli  occhi infossati, che non si reggeva in piedi. Dalla paura
 gli  tagliarono la cresta, e quella voglia non la ebbe più. E il
— Ma dunque che cosa voleva? Qualunque cosa avesse chiesta,  gli  sarebbe stata concessa. — Vorrei.... uscir fuori a
fuori a razzolare! — E bisognò permetterglielo. Allora  gli  strapparon gli sproni, e quella voglia non la ebbe più.
— E bisognò permetterglielo. Allora gli strapparon  gli  sproni, e quella voglia non la ebbe più. Venne il tempo di
Il Re quel giorno avea le paturne. Tira fuori la sciabola e  gli  taglia la testa. Ma, invece di sangue d'uomo, gli uscì
e gli taglia la testa. Ma, invece di sangue d'uomo,  gli  uscì fuori sangue di pollo. Si presentò allora la vecchina:
Si presentò allora la vecchina: — Maestà, ecco, è finita. -  Gli  riappiccicò il capo collo sputo, e il Reuccio tornò vivo.
ringrazia,  gli  domanda le nuove grazie di cui ha bisogno. Osserviamo che
raccolto, ha piegato le ginocchia, ha giunto le mani, ha  gli  occhi rivolti al cielo. Prega: la sua anima si innalza a
sua anima si innalza a Dio. Il fanciullo non vede Iddio con  gli  occhi del corpo, ma l'anima raccolta lo sente vicino: quasi
corpo, ma l'anima raccolta lo sente vicino: quasi lo vede e  gli  parla, cioè prega. Egli dice al Signore: - Signore, Tu sei
come un pazzo, verso il portone che dava nel giardino. Ma  gli  pareva, per quanto il suo passo fosse rapido, che non
rapido, che non avrebbe avuto la forza d' arrivarci....  Gli  stridi di quel topino bigio assassinato gli arrivavano all'
arrivarci.... Gli stridi di quel topino bigio assassinato  gli  arrivavano all' orecchio, penetranti come tante punte di
a che pro? Che avrebbe potuto far lui, contro quel mostro?  Gli  sarebbe toccata la stessa sorte, e allora, addio Moschino!
e allora, addio Moschino! E l' idea del pericolo corso  gli  faceva quasi venire le lagrime agli occhi. Finalmente, Dio
in giardino, sotto le piante, per quei lunghi viali che ora  gli  parevano eterni. Ogni cosa era bagnata dalla pioggia
laceri e pésti. Atterrito, ansimante, Moschino girò attorno  gli  occhietti neri; la notte era ormai scesa: una notte oscura,
disperati, ma li aveva sempre nel cuore, nel cuore che  gli  tremava. Stremato di forze, s'abbandonò ancora sotto una
ora? Che fare, lì, solo? A chi chiedere misericordia?  Gli  era penetrato nelle ossa un gran freddo; e dovunque si
i suoi piattini colmi di ghiottonerie sane, e soprattutto  gli  pareva d' esser cullato fra le manine della Rita, baciato
genitori e da' suoi fratelli!... Maledetto l' istante che  gli  era venuto in testa di conoscere il mondo, l' immenso mondo
insegnamenti di suo fratello Dodò, della storia del topo, e  gli  tornò alla memoria quel verso:
tutti i mestieri e non era riuscito in nessuno. Un giorno  gli  venne l'idea di andare attorno, a raccontare fiabe ai
l'idea di andare attorno, a raccontare fiabe ai bambini.  Gli  pareva un mestiere facile, da divertircisi anche lui.
dieci giornate di Brescia. Brescia cacciò  gli  Austriaci il 23 marzo 1849: sino al 10 aprile ne ributtò
1849: sino al 10 aprile ne ributtò con magnifica tenacia  gli  assalti rinnovati senza tregua. Anima della resistenza fu
della resistenza fu un giovane di 28 anni: Tito Speri.  Gli  Austriaci poterono riprendere la città, solo dopo averla
povero popolano, Carlo Zima, debole di corpo e sciancato;  gli  avevano cosparso le vesti di acqua ragia, e poi gli avevano
gli avevano cosparso le vesti di acqua ragia, e poi  gli  avevano dato fuoco. Gl'infami si preparavano a trarre
guardare in su, Nino ha il torcicollo. A un tratto qualcuno  gli  domanda: - Dunque non vuoi volare? È il comandante del
avviene tutto questo, il pilota si volta a guardarlo,  gli  strizza l'occhio, gli sorride: - Pronto? Ecco,
il pilota si volta a guardarlo, gli strizza l'occhio,  gli  sorride: - Pronto? Ecco, l'apparecchio è su, taglia l'aria,
Signore. Ma che! Invece è di nuovo giù, tra la folla che  gli  si raggruppa intorno, gridando e applaudendo. Il comandante
e applaudendo. Il comandante lo toglie dalla carlinga, e  gli  dà un buffetto, mentre Antonio gli domanda: - E così, come
toglie dalla carlinga, e gli dà un buffetto, mentre Antonio  gli  domanda: - E così, come è andata? Ti sei divertito? Ancora
dire; ride. Ride per nascondere qualche lagrima che  gli  fa velo agli occhi. - Eppure è gioia, capisci, comandante?
suona i nostri vicini corrono a sentirlo e ognuno  gli  porta qualcosa da mangiare, da bere o da vestirsi, così
Aziz se ne va via con un piccolo tesoro. Qualcuno, a volte,  gli  porta anche qualche nuovo tegame di cui sperimentare il
e percuote scrupolosamente, sorridendo, tutto quello che  gli  passa per le mani. L'ultima volta, a parte i grandi,
ti fui affidato dalla pietà celeste. Così sia. - Chi sono  gli  Angeli? - Gli Angeli sono i Ministri invisibili di Dio, ed
dalla pietà celeste. Così sia. - Chi sono gli Angeli? -  Gli  Angeli sono i Ministri invisibili di Dio, ed anche nostri
pietosamente, dietro al portone: — Ah, Reginotta! rendetemi  gli  occhi. - La Reginotta, dalla finestra, rispondeva: —
una gobbina! No, mai! — Perdonatemi, Reginotta; e rendetemi  gli  occhi! - La Reginotta dalla finestra rispondeva: —
più forte: — Ah, Reginotta! Ah, Cecina mia! rendetemi  gli  occhi. — La Reginotta scese giù e gli disse: — Ecco gli
Cecina mia! rendetemi gli occhi. — La Reginotta scese giù e  gli  disse: — Ecco gli occhi. — Il Re la guardò sbalordito. La
gli occhi. — La Reginotta scese giù e gli disse: — Ecco  gli  occhi. — Il Re la guardò sbalordito. La Reginotta non era
era un fabbro. L'Angiolo andò da lui perchè ferrasse  gli  zoccoli all'asino selvatico che doveva portare in Egitto il
il Bambino Gesù. Subito, appena l'Angiolo aveva pregato  gli  animali di aiutare la fuga della Sacra Famiglia, l'asino
aveva fuoco nella cucina. La lepre uscì a chiamare tutti  gli  animali perchè l'aiutassero a raccogliere legna nel bosco.
e divenne una stella e ci fu luce come di giorno. Da allora  gli  animali, la notte di San Silvestro, escono dalle tane a
contenta d' esser tanto bella agli occhi del suo sposo,  gli  sussurrava alla sua, volta, perch'era anche una gran buona
su l' avvenire, dichiarò, volgendo qua e là la testina con  gli  occhi lucenti che piacevano tanto a Caciotta: - Adesso, se
ristabilito in salute. I fianchi, prima scarni, che  gli  facevano due incavi, s'eran venuti arrotondando; il pelo,
s'eran venuti arrotondando; il pelo, che prima qua e là  gli  mancava, gli era ricresciuto raffittendosi per modo, che
arrotondando; il pelo, che prima qua e là gli mancava,  gli  era ricresciuto raffittendosi per modo, che Rita appena gli
gli era ricresciuto raffittendosi per modo, che Rita appena  gli  ci poteva passare il pettine, e doveva contentarsi di
Sernici non intendeva che i suoi ragazzi trascurassero  gli  studi, così essi s' occupavano di Ragù e di Caciotta nelle
occupavano di Ragù e di Caciotta nelle ore di ricreazione.  Gli  era allora che si faceva la pulizia; gli era allora che
di ricreazione. Gli era allora che si faceva la pulizia;  gli  era allora che insegnavano ai topi a seguirli come
dalla bocca, come due piccioni, e altri simili garbi. Con  gli  antichi esercizi non li affliggevano più: non si parlava,
i modi di distrarlo, ma lui duro, impettito. Purchè non  gli  capiti tra i piedi un cane! Egli ha un terrore folle dei
ha un terrore folle dei cani. Piccoli e grossi che siano,  gli  fanno ugualmente paura. E allora non gli resterebbe che
grossi che siano, gli fanno ugualmente paura. E allora non  gli  resterebbe che fuggire! Quella maligna della Luisella, che
abbandonare il fucile di legno e la posizione, ma qualcosa  gli  grida dentro - Vergognati! un soldato che ha paura! E
e bianco, che lo annunzia risorto dal sepolcro. E  gli  Angeli che appaiono agli Apostoli dopo che il Maestro
ognuno di noi ha un Angelo Custode, che, per volere di Dio,  gli  è sempre vicino e lo protegge. Camminiamo sotto la guida
invisibile; non facciamo mai cosa che lo obblighi a velarsi  gli  occhi per non vedere. E non dimentichiamo di raccomandarci
guidare una macchina lucida e potente come fa il babbo, ma  gli  piacerebbe meno vegliare mentre gli altri dormono, guidare
come fa il babbo, ma gli piacerebbe meno vegliare mentre  gli  altri dormono, guidare nel buio il nero convoglio dagli
con noi. Non vedi quant'è buio? Non senti che freddo? -  gli  dice arrampicandosi sulle sue ginocchia. - Certamente -
provato nel ritornarvi. Al rivedere la famiglia, i parenti,  gli  amici, che festa! Che baci! Che strette di mano! Fin gli
gli amici, che festa! Che baci! Che strette di mano! Fin  gli  animali, i campi, gli alberi, tutto a te sembrava facesse
Che baci! Che strette di mano! Fin gli animali, i campi,  gli  alberi, tutto a te sembrava facesse festa pel tuo ritorno.
campicello, i suoi monti, la chiesuola del suo villaggio  gli  stan nel pensiero e nel cuore. Sogna sempre il ritorno ai
luoghi. E quando vi ritorna davvero, per non lasciarli più,  gli  sembra di rinascere. Fin le bestie amano il luogo, ove son
eh! — scoppia la mamma — Non ricominciare! Il papà dice che  gli  faccio venire gli incubi la notte, quando suono. I vicini
— Non ricominciare! Il papà dice che gli faccio venire  gli  incubi la notte, quando suono. I vicini stanno attenti alla
CORRIDONI Il 23 ottobre di ogni anno,  gli  abitanti del Quartiere Corridoni celebrano la data della
conobbe; fu un suo compagno. Operaio, Filippo Corridoni amò  gli  operai, li protesse; patì per essi l'esilio. Insieme con
1915, a ventisette anni, il giorno del suo compleanno.  Gli  fu assegnata la medaglia d'argento al valore, poi quella
sentendo rumori di passi e di voci, domandò chi fosse.  Gli  fu risposto che passava Gesù Nazzareno. Allora il povero
udì la preghiera, si fermò, e comandò che l'infelice  gli  fosse condotto davanti e gli disse: - Che cosa vuoi che ti
e comandò che l'infelice gli fosse condotto davanti e  gli  disse: - Che cosa vuoi che ti faccia? - Signore, fa che io
il bestiame. Con minima spesa, e con lieve disturbo,  gli  alimenti ordinari si rendono più piacevoli al gusto, più
più piacevoli al gusto, più salubri e nutritivi. Anche  gli  alimenti mediocri si possono convertire in buoni cibi. Gli
gli alimenti mediocri si possono convertire in buoni cibi.  Gli  alimenti del bestiame si migliorano con le mescolanze, la
LEGGE DI DIO Un giorno, un giovinetto si presentò a Gesù e  gli  domandò: - Maestro, che cosa devo fare per salvarmi? - Gesù
domandò: - Maestro, che cosa devo fare per salvarmi? - Gesù  gli  rispose: - Se vuoi salvarti, osserva i Comandamenti. - Il
- Il giovinetto tornò a domandare: - Quali? - E Gesù  gli  ricordò, uno dopo l'altro, i Comandamenti della legge di
fin quasi a farsi uscire il sangue. Su le prime nessuno  gli  badò più che tanto; ma una mattina che la Rita lo prese in
che tanto; ma una mattina che la Rita lo prese in mano e  gli  sollevò il pelo, lo vide tutto così scorticato, che faceva
il pelo, lo vide tutto così scorticato, che faceva pietà.  Gli  eran venute delle bollacce, che stentavano a risecchirsi; e
Povero Moschino! La contessa se lo prese su le ginocchia,  gli  mise un asciugamano sotto, e, con un paio di forbicine da
con la testolina inclinata da una parte, e lasciò che  gli  facessero quel che volevano. Povero Moschino! Com' era
Moschino! Com' era brutto così, con la pelle rossiccia che  gli  si vedeva, spelacchiato, le orecchie basse, ingrullito
 GLI  INFORMATORI DELLA BANDA DEL NORD AVEVANO VISTO GIUSTO: LA
del fico, disse fra sé: — Ecco là l'animale coi baffi e  gli  artigli invisibili! — E gli venne una gran voglia di
— Ecco là l'animale coi baffi e gli artigli invisibili! — E  gli  venne una gran voglia di scoprire se era vero ciò che gli
E gli venne una gran voglia di scoprire se era vero ciò che  gli  aveva raccontato la mamma. Il gatto era coricato su un
lisci e rosati. «I baffi li vedo, — pensava Cipí, — ma  gli  artigli dove sono? Adesso è il momento buono per scoprire
In quel momento il gatto saltò su come una molla, sguainò  gli  artigli e, allungando una zampa su Cipí, gridò: — Ci sei,
armata, di scatto si buttò a terra per fuggire, ma  gli  artigli lo ghermirono per di dietro: allora, con uno
mi sei scappato! — urlò il gatto infuriato tenendo fra  gli  artigli la coda di Cipí. L'uccello, intanto, a rotta di
un po' e via nel nido da Mamí. Ma la mamma, assieme con  gli  altri uccelli, era in mezzo alla campagna a farsi il gozzo.
a farsi il gozzo. A quel pensiero Cipí si accorse che  gli  era venuta fame e ci andò anche lui.
 gli  animali feroci. Era uno spavento! Urlavano, digrignavano i
s' infuriò e venne fuori armato fino ai denti: ma, come  gli  vide in mano quella spada, urlò: — Povero me! - E si buttò
avrai salva la vita. — Il mago trasse di tasca un anello, e  gli  disse: — Prendi: va' a metterglielo nel dito mignolo della
— Chiamaron la Reginotta, e tutti quelli della Corte  gli  s' affollarono attorno, ma le avea appena messo in dito l'
potè scappare, e non si fermò finchè non giunse dove  gli  era apparsa la fata: — Fata, dove sei? — Ai tuoi comandi. —
mago; vedrai che questa volta non si farà beffa di te. — E  gli  disse minutamente come doveva regolarsi. Il giovinotto andò
Il mago infuriò e venne fuori armato fino ai denti. Ma come  gli  vide in mano quel pugnale, si buttò ginocchioni: — Salvami
generale, accompagnato da un colonnello della guarnigione,  gli  si avvicina e gli domanda chi è, quanti anni ha, come si
da un colonnello della guarnigione, gli si avvicina e  gli  domanda chi è, quanti anni ha, come si trova sotto le armi.
ma non muove ciglio. Finalmente il giovane generale  gli  pone una mano su una spalla e dice al colonnello - Quindici
alla presenza del Re, che lo squadrò con alterigia e  gli  chiese: - Buon uomo, avete merce preziosa da mostrarmi? -
su un timbro d'argento. Comparve un cameriere, e il Re  gli  ordinò di portargli tre canne di corda ben solida. Quando
ordinò di portargli tre canne di corda ben solida. Quando  gli  fu recata, la porse al mercante perché la desse alla
esposto? Il Re me ne ha fatta un'altra delle sue. Quando  gli  ho detto che volevi strozzarti per lui, m'ha dato questo
Re. Ma lei stessa, vedendo che si preparava per il viaggio,  gli  disse: - Padre mio, per il bene che mi volete, dovete farmi
se non volete trovarmi morta al vostro ritorno. - E qui  gli  si gettò ai piedi e tanto pianse e tanto lo supplicò, che
a strappargli la promessa che sarebbe andato dal Re e  gli  avrebbe fatta l'ambasciata. Il mercante giunge a Palermo,
Sovrano, che anche quella volta finse di non conoscerlo e  gli  domandò se aveva merce preziosa da mostrargli. - Maestà, ho
bussa alle porte, alle finestre: - Si può? - Indietro! -  gli  rispondono i bambini. Lui passa lo stesso attraverso le
con il cappello calato sugli orecchi. - Salutami -  gli  ordina il vento, soffiandogli alle spalle. Il vecchietto
alza il bavero della giubba. Con uno scappellotto il vento  gli  butta giù il cappello e glielo porta lontano. Per fortuna
si mise a piangere. Il padre  gli  disse: - Domani lo conduci nella distilleria del palazzo
- O lei o nessuna! - La Regina storse la bocca perchè  gli  aveva destinato una sua nipote e non poteva soffrire quella
una lettera al figlio, la consegnò a un corriere fidato e  gli  disse di portarla al Reuccio al campo. Il corriere parte a
ma quando ha viaggiato alcune ore, ecco che il cavallo  gli  cade e si tronca una gamba. Che fare? Proseguì la via a
Dopo un pezzo che bussava, dal bosco uscì un serpente che  gli  s'avvicinò strisciando e gli disse: - Che fate a quest'ora
dal bosco uscì un serpente che gli s'avvicinò strisciando e  gli  disse: - Che fate a quest'ora qui? - Sono il corriere del
ad aprir la porta, introdusse il corriere nel palazzo,  gli  cucinò la cena, e gli fece ogni sorta di gentilezze. Però,
introdusse il corriere nel palazzo, gli cucinò la cena, e  gli  fece ogni sorta di gentilezze. Però, non appena il corriere
gentilezze. Però, non appena il corriere fu addormentato,  gli  frugò in tasca, prese la lettera scritta dalla Regina, la
in tasca. La mattina dopo il corriere si alza, il serpente  gli  fa trovar pronta la colazione e il cavallo, gli fa mille
il serpente gli fa trovar pronta la colazione e il cavallo,  gli  fa mille complimenti e gli dice: - Al ritorno dovete
la colazione e il cavallo, gli fa mille complimenti e  gli  dice: - Al ritorno dovete assolutamente passar di qua;
Il corriere glielo promise e partì. Al ritorno il serpente  gli  dette da cena, da dormire, gli prese la lettera dalla tasca
Al ritorno il serpente gli dette da cena, da dormire,  gli  prese la lettera dalla tasca e gli ce ne mise un'altra
da cena, da dormire, gli prese la lettera dalla tasca e  gli  ce ne mise un'altra scritta da lui, in cui diceva al Re di
Perchè  gli  animali mangiano? Gli animali mangiano anch'essi per
Perchè gli animali mangiano?  Gli  animali mangiano anch'essi per crescere, per mantenere le
si cambiano in latte, in carne, in forza, in concime.  Gli  alimenti formano il miele delle api, la seta del baco,
maiale, il grasso degli animali da impinguamento. Dunque  gli  animali bisogna nutrirli bene, se li vogliamo buoni, ed
era addormentato sùbito su lo strame accanto a Pino; eppure  gli  sembrava di sognare di trovarsi colà, mentre fuori
destato dal rumore che faceva compare Nunzio sbattendo  gli  stivaloni inzaccherati agli spigoli del masso centrale. Un
di lui un'espressione così strana che Cuddu, aprendo  gli  occhi ancora ammammolati e alzando la testa per guardare,
quelle da risalare, e rimetteva in fila le altre ch' egli  gli  porgeva dopo aver compito l'operazione. L' imposta murata
del giorno. Cuddu si rizzò a sedere. - Bravo! Sei sveglio -  gli  disse il cacciatore. - Vieni qua; aiutami a dar il sego
- Vieni qua; aiutami a dar il sego agli stivaloni. E  gli  indicò come doveva fare. Intanto aggiornava. Compare
doveva fare. Intanto aggiornava. Compare Nunzio, infilatisi  gli  stivali, caricato il fucile a due canne, preparava la
 Gli  abiti. Vesti semplicemente, come si conviene alla tua
Vesti semplicemente, come si conviene alla tua condizione:  gli  abiti grossolani, rattoppati, non fan torto a nessuno. Ciò
non fan torto a nessuno. Ciò che fa vergogna, sono  gli  abiti pieni di lordure, scuciti, cadenti a brandelli. Un
paio di grossi calzoni, e un ruvido giubbetto di lana, che  gli  serve di camicia, e muta questi abiti una volta all'anno, o
perchè è condizione di salute. Deponi subito le calzature e  gli  abiti bagnati dalla pioggia. Tenendoli in dosso, te ne
peggio. Ricòrdati quanto patì Giannetto, per una spina che  gli  entrò nelle carni, e quale pericolo della vita corse
tanti fiocchetti bianchi ballare nell'atmosfera. Sono  gli  angioli che scuotono le penne delle ali. A poco a poco le
il candore della neve abbaglia. Non si riesce più a tenere  gli  occhi sul quaderno. Ci sono troppe cose da vedere, fuori, e
di neve. Quando si rientra al caldo, le mani frizzano,  gli  orecchi frizzano, il naso frizza. Ninetto ha deciso che
casa, a ritirare la sua legna all'assistenza. La poveretta  gli  fa pena: è così sola! Se non avesse la pensioncina per il
è stato preso dalla polizia senza documenti, così  gli  hanno fatto il foglio di via, che significa che adesso deve
Questo dev'essere il quinto o sesto foglio di via che  gli  fanno e ogni volta Aziz dà loro un nome diverso, in modo da
i poliziotti italiani sono tutte uguali. Loro pensano che  gli  arabi si chiamino tutti Mohamed o Abdullah. Usa sempre nomi
Mohamed o Abdullah. Usa sempre nomi di cose, le prime che  gli  vengono in mente. La prima volta ha detto di chiamarsi
a fare un po' di vela. Ottavio si scusa, dice che il lago  gli  dà il mal di mare e intanto riflette: «Questi trincianti
camera dello zio Lamberto, che russa senza sospetto alcuno,  gli  appoggia la bocca della canna al cuore, preme il grilletto
letto si frega le mani: «Stavolta voglio ben vedere!» E chi  gli  dà la sveglia, la mattina? Di nuovo lo zio Lamberto, vispo
L'Italia, tua patria, è il più bel paese del mondo.  Gli  stranieri che vengono a visitarla, maravigliati del suo
Italiani stessi, in guerra fra loro. Prima i Francesi, poi  gli  Spagnuoli, poi i Tedeschi, poi a volta gli uni, a volta gli
i Francesi, poi gli Spagnuoli, poi i Tedeschi, poi a volta  gli  uni, a volta gli altri, son venuti a piantarsi in casa
gli Spagnuoli, poi i Tedeschi, poi a volta gli uni, a volta  gli  altri, son venuti a piantarsi in casa nostra; e noi si fece
da servi per un bel pezzo di tempo. Cacciati, bene o male,  gli  stranieri, sul principio di questo secolo, l'Italia restò
tutto. Finalmente nel 1848, nel 59, nel 60, nel 66 e nel 70  gli  Italiani scossero il giogo della servitù. Combatterono le
dall'inizio la vittoria arrise alle bandiere tricolori.  Gli  Austriaci furono ricacciati da Montebello e messi in rotta
III, acconsentì ad allearsi col Regno di Sardegna e  gli  promise il suo aiuto, se l'Austria gli avesse dichiarato
Regno di Sardegna e gli promise il suo aiuto, se l'Austria  gli  avesse dichiarato guerra. Il Cavour aiutò largamente quanti
avvenne una scena d'indescrivibile entusiasmo, mentre  gli  esuli presenti alla storica seduta piangevano di commozione
si sparse la notizia del fiero discorso! Si rinnovarono  gli  entusiasmi del 1848. Giovani d'ogni classe sociale e d'ogni
Garibaldi offerse la sua spada gloriosa, ed il Cavour  gli  affidò il comando dei volontari, che formarono un corpo
e buon appetito. - Bravo Minimì! Bravo Mimmì; carino!... -  gli  dicevano i ragazzi, dandogli quel nome che Rita gli aveva
- gli dicevano i ragazzi, dandogli quel nome che Rita  gli  aveva messo. E mentre egli divorava quel cibo nuovo
intorno alla gabbia a osservarlo e a fiutarlo, spalancando  gli  occhietti vivaci. - Ben venuto! - dicevano nella loro
dunque al topino bigio. Di fatti, quello di Rosicalegno non  gli  s' addiceva più, ora che egli rosicava de' biscotti con la
egli rosicava de' biscotti con la vainiglia, come facevano  gli  altri della sua nuova casa.
verniciato con uno smalto trasparente. Giungono anche  gli  esploratori col loro Tifone spinto a braccia, e son
corica coi polli?... Allora me lo dai o no, il cacciavite?  Gli  esploratori rimediano così ai guasti del loro Tifone, che
stato fatto un tentativo di sabotaggio! - Così gridano  gli  esploratori con spirito di cameratismo ai crociati, che
- Guardate se lo sterzo della vostra carretta funziona!  Gli  esploratori hanno trovato un guasto! - Così accoglie
le valvole di sicurezza. Non rientra nei suoi piani che  gli  esploratori abbian già rimesso in ordine la loro vettura!
è andato a cacciare con l'olio? - Ve ne possiamo dare noi -  gli  grida Alo. - I nostri cuscinetti a sfere guazzan nell'olio!
Ede si sente a disagio: quel minimo di coscienza che ancora  gli  resta gli rimorde. Si è comportato da mascalzone, e quei
a disagio: quel minimo di coscienza che ancora gli resta  gli  rimorde. Si è comportato da mascalzone, e quei ragazzi gli
gli rimorde. Si è comportato da mascalzone, e quei ragazzi  gli  vengono in aiuto senz'ombra di sospetto, da buoni compagni.
viene nessuno; poi ci sono di nuovo io! E prima che vengan  gli  altri, ce ne vuole!» Ede allora, accetta senza scrupoli il
Ede allora, accetta senza scrupoli il lubrificante che  gli  è stato offerto. Nel frattempo gli spettatori sono andati
il lubrificante che gli è stato offerto. Nel frattempo  gli  spettatori sono andati sempre più aumentando, e gli
gli spettatori sono andati sempre più aumentando, e  gli  ombrelli aperti formano ormai un'unica enorme cupola. La
un morente e forse verrà più tardi. L'essenziale è che poi  gli  possiamo dire che hai conquistato il primo premio. - Il
un pigmeo! - prorompe di rimando Stucchino. - Smettila con  gli  schiamazzi e pensa piuttosto alla corsa! Alo ha ragione:
minuti verrà dato il via! Il comitato del derby impartisce  gli  ultimi ordini, e i ragazzi devono sgomberare la pista.
contratti. Il vento lancia la pioggia su quei visi, che  gli  occhialoni e i caschi proteggono malamente. Ora le vetture
sulla linea di partenza. Lo starter fissa il cronometro.  Gli  ultimi secondi trascorrono con una lentezza esasperante.
almeno ritardarlo. Perché? Non lo sapeva neppur lui, ma  gli  pareva che il ritardarlo sarebbe stato bene. Sentiva dentro
con la Squadra, perché non lo conduceva via con lui?  Gli  avrebbe portato il fucile, come da Ràbbato a Catania. Più
Più non aveva paura delle fucilate; non si era turato  gli  orecchi l'altro giorno; il rumore, il fumo, le palle che
facciate delle case e spezzavano le mensole dei balconi e  gli  spigoli delle cantonate gli erano quasi parsi un
le mensole dei balconi e gli spigoli delle cantonate  gli  erano quasi parsi un divertimento. C'era mancato poco
su pel collo sotto il fazzoletto; pareva un maschio!... Non  gli  metteva ribrezzo neppure il
e con l'occhio intelligente e buono eseguirono  gli  esercizi che con due fruste, quasi senza toccarli,
osservava quel musetto malizioso di sorcio mal avvezzo, che  gli  piantava in viso i suoi occhiolini furbi, per iscoprire se
piantava in viso i suoi occhiolini furbi, per iscoprire se  gli  sarebbero capitate delle tirate d' orecchi o delle carezze.
senza lasciargli tempo di dire una parola. Con uno zampillo  gli  sollevava un baffo, con l' altro s' attaccava al labbro per