Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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in casa, guaisce da due  giorni  E come un pianto dirotto. La vicina dice che il padrone
giocondo! Ma poi non ti rincresca pensar che questi tuoi  giorni  beati son giorni a me rubati; fa' che un sospiro al tuo
non ti rincresca pensar che questi tuoi giorni beati son  giorni  a me rubati; fa' che un sospiro al tuo gioir si mesca, ma
suoi  giorni  si sfaldano, granelli macerati. La sua ragione non ha più
verranno altri  giorni  di pioggia, altre falesie da sfidare e migliaia di
i dì già sorti e scesi al tumulo; un altro giorno che dei  giorni  morti correva al cumulo.
e bello, l'avvenire tu sei, l'ultima legge ormai dei  giorni  miei. Ti lascio, amico mio, molte sciagure di cui farai
tua indifferenza la mia morte. Né più mi giova mendicare i  giorni  né chieder altro più dal dio nemico, se non che faccia mia
nebbia nei boschi caduta, io dell'età vissuta, rammento i  giorni  sacri al primo amore; quelli in cui sbuccia il core come
dolore di nostalgia né dolore carnale. Noi morivamo tutti i  giorni  cercando una causa divina il mio dolce bene ed io. Ma quel
e di speranze complimentava fra beate stanze, era in quei  giorni  io stesso: io che il perduto imper sospiro adesso! I bei
giovinetto, che al vostro fido aspetto gloria sognò, sognò  giorni  felici! Addio corse alle selve, alle pendici ispiratrici,
e ti amerò ancor tanto di un amor puro e santo... Ma vi son  giorni  che il mio cor vien meno, e il fango mi conquista. Prega,
di eolie cetre e di tube al suon. Risorgerano i  giorni  dell'innocenza adorni; farai ritorno al dì che il primo
ai trenini per Sassuolo. E lì dentro giocavo, certi  giorni  di primavera dei primi Sessanta, tra vagoni abbandonati,
mese di pioggie e nevi, venga, ed io chiuda il guscio: oh  giorni  inerti e brevi, vetri appannati, e amabili grilli del
o dolcezze! Chi, chi di noi più puri e più beati in quei  giorni  d'affetto e di mistero? Ti ricordi i progetti inargentati
coltrice del letto infantile... - E noi siam le gioie dei  giorni  d'aprile.. - Son io la locanda dei queti villaggi... - Io
tutti commedianti, commediante è il tuo cantor! Spesso i  giorni  dei superstiti son da un feretro abbelliti, dei nepoti agli
rosa grata et grata sepulcris. I bei  giorni  trascorsi al presbitero! O mio santo curato che al
Verso l'inquieto mare notturno. Andavamo andavamo, per  giorni  e per giorni: le navi gravi di vele molli di caldi soffi
di un buco, sul foglio sparso di versi neonati. Rideano i  giorni  in cui sbuccia il sambuco, e vanno i grilli a spasso. La
al nido che le vide implumi, così l'uomo nel giro dei suoi  giorni  torna e ritorna al pensier della culla. Ed ogni anno quel
senza vita, arido triste fermo affaticato. Ed il giro dei  giorni  e delle lune, il variar dei venti e delle coste, il vario
per darvi l'aprile ritorno cantor. Parlate e, progenie di  giorni  dispersi, al vostro ginocchio cadranno i miei versi;
nella pacata luce, e la pena passata e il lungo tedio dei  giorni  grigi oblia: ché solo a gioco s'era offuscata: ed or con
prona al mio tumulo, di serti e incensi lieta: " Nei mesti  giorni  un tenero amante ci fu! " dirai, e l'orgoglio il mio
nuove fiamme leverà il sole ch'ei rispenga tosto: passano i  giorni  e già sarà qui '1 verno e il sol sorgendo pallido e
stessi, ora del volgo mi par fatto preda contaminata. Nei  giorni  del dolore e nelle notti senza riposo, nella valle triste