colla gioia di affamati infermi morderti il cuore.
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bella amica, ma con gioia pudica; e non baciarti, e tener gli occhi chiusi, sol nei profumi assorto, per le tue membra candide diffusi. Che nebbia
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nostra gioia, il nostro salmo il secolo delle macchine annoia; cantiamo in ritmo algebrico del Cenisio le porte, cantiamo: o Roma o morte Tribuni o
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avete un pargolo gaio, ricciuto e bello, gli anatemi frenatemi del cuore e del cervello; per chi ha pianto d'angoscia, per chi di gioia ha pianto
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