insieme architettonico preesistente, il cortile con doppio loggiato di Giacomo della Porta. È vero che il Borromini assume i lati del cortile come un
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’Angelico, e un solo ducato al mese per Giacomo d’Antonio da Poli, un collaboratore di origine laziale. Si badi, inoltre, che nel contratto era apertamente
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Antonio della Checca o da Giacomo da Poli, ma quelle di qualità più sostenuta, come ad esempio la testa di giovinetto con cuffia (tav. 3d), sembrano essere
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Benozzo o, eventualmente, da distribuire tra Benozzo e gli altri due aiuto dell’Angelico, Giovanni di Antonio della Checca e Giacomo da Poli. Ma quei
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apparta con tre di essi, Pietro e i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, mostrandosi solo con loro particolarmente afflitto, quindi si sposta «ad un
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esagerato del francese Giacomo Luigi David, allontanò per allora la pittura da una maggior perfezione: ma nemmeno può negarsi che queste opere del
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Napoleone I. Ma di quest’ultima però abbiamo di lui solo il cartone, perchè gli mancò la vita a colorirla. A Genova poi lavorò il martirio di San Giacomo
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Infine, torniamo per l’ultima volta al nord, ancora con Giacomo Ceruti (La lavandaia, fig. 102). Siamo nel cortile di una cascina lombarda. È mattino
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102. Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, La lavandaia. Brescia, Musei Civici d'Arte e Storia, Pinacoteca Tosio-Martinengo. 103. Gustave Courbet
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. Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, Il nano. Collezione privata. generale e particolare delle passioni (fig. 58). Il primo pittore del Re Sole, al culmine
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, Giacomo Ceruti, e di un suo quadro, Il nano (fig. 59), una vera sintesi di descrizione del personaggio e di attenzione alle classi umili, che nel
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’altro grande lombardo, Giacomo Ceruti. Entrambi, anche se Ceruti, detto il Pitocchetto, è noto soprattutto per la rappresentazione delle classi umili
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E arriviamo, infine, alla descrizione della povertà del grande Giacomo Ceruti. Dei suoi quadri erano pieni, piuttosto inspiegabilmente, i ricchi
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San Giacomo maggiore: Santo martire, fratello di San Giovanni Evangelista, rappresentato con i seguenti attributi: la spada, simbolo del suo martirio
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della pietà quale unica arma della vecchiaia. La stessa tipologia caratterizza una delle opere più intense di Giacomo Ceruti, la Vecchia contadina
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, Marco e Matteo, si riferisce al momento in cui Gesù manifestò la sua natura divina ai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Dopo averli condotti in cima
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In epoca rinascimentale avvengono ulteriori trasformazioni: gli apostoli sono soltanto tre (Pietro, Giacomo e Giovanni) e giacciono addormentati ai
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scultoreo, ricordiamo Henry Moore con le sue forme antropomorfe; Alberto Giacometti con corpi spigolosi e sofferenti; Giacomo Manzù, Marino Marini e Arturo
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polimaterico e Luigi Russoio produce gli Intonarumori, scatole il cui contenuto è un guazzabuglio di suoni. Sempre in ambito futurista, Giacomo Balla
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: quel Supremo convegno di Giacomo Grosso (1895) in cui un Don Giovanni cadavere esposto in chiesa, nella bara, appare circondato da donne nude che ancora
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Giacomo della Porta, Francesco Grimaldi e Carlo Maderno tra il 1590 e il 1650. Divenne esempio per la chiesa che impiantarono ai Quattro Canti di Palermo
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La scultura di Giacomo Manzú e i problemi a questa connessi non crediamo che attraggano irresistibilmente il «patito delle avanguardie». Chi, anzi
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’istituzione, l’Autorità. Persino nel più discorsivo e psicologico dei Cardinali seduti, il cui motivo si scioglie nel ritratto (Il Cardinale Giacomo Lercaro
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Guido Strazza e Giacomo Soffiantino sono due pittori che hanno in comune in questo momento una crisi di concretezza fantastica e si presentano in
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tenaci; e il Vasari sentiva discorrerne i discepoli stessi del Francia, fors’anche il figlio Giacomo. È giusto pensare che tutta la brigata di
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giardino. Nella cappella in S. Giacomo al Costa sono lasciati i muri laterali; al Francia è ordinata la tavola dell’altare. Anton Galeazzo commette al
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La mattina del 12 marzo 1460 quasi tutta la popolazione di Bologna, attratta da una pompa insolita, doveva essersi stretta nella piazza di S. Giacomo
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viene innanzi. Dovrei dire press’a poco le stesse cose dei due Cristi morti che sono in S. Martino e in S. Giacomo nei lunettoni degli altari, sopra
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II e data alla chiesa di S. Giacomo. Preposto alla zecca dal Bentivoglio, fu confermato nell’ufficio da papa Giulio, e lo mantenne fino alla morte
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al nostro fanciullo decenne, se la previsione d’una Pace niellata per la cappella in San Giacomo dovea verificarsi, egli certo non seppe che avrebbe
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periodo storico. Non parlo di Giacomo Boateri che lavorò pochissimo e di cui resta, unico saggio autentico, una sacra famiglia nella galleria Pitti
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Giacomo Francia in tutta la vita non sembra aver avuto altra ambizione che di somigliare a suo padre. Ma non è mai avvenuto che chi parte da un
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Ad ogni modo, il primo periodo di Giacomo Francia è il più corretto. Protraendo la vita fino al 1557, egli passò noncurante, pigro, in mezzo ai
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Altre opere d’Innocenzo restano a Bologna in S. Maria dei Servi, in S. Salvatore, in S. Giacomo. Sempre è lo stesso principio di imitazione che vi
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. Giacomo, perchè tal giudizio è irto di dubbi; ma è dovere ricordare i tredici santi dipinti nella sagrestia di S. Michele in Bosco. Qui par
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. Giacomo.
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Diana con le ninfe di Gherardo delle Notti a Copenaghen, e quella di Giacomo Van Loo a Berlino: infine lo stesso soggetto trattato con arte simile da
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Alladio (de) Macrino, è ancora Gian Giacomo Fava che fra l'altro ha un'opera nella Chiesa di Fregarolo presso Magenta. Se nOn lo sapevate.
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d'Anversa, cioè di Giacomo Jordaens, v'era: «La favola del Satiro che ammira un contadino dalla cui bocca esce caldo e freddo, nel quale vi è una donna che
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Il Gio. Battista Genovese citato in una lettera da Venezia è il Langetti e non il Baciccia, come crede il Ruffo. Giacomo de Castro corrispondente e
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Altre lettere interessanti la storia della critica sono quelle da Napoli di Giacinto Giacomo de Castro, che considerava la pittura napoletana ormai
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E. GUSSALLI, Gian Giacomo Barbelli. Contributo alla storia della pittura nel Seicento. («Emporium», dicembre 1918) (in: 'L'Arte', 1919, p. 82).
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Tutto ciò probabilmente si s-piega col pellegrinaggio di Nicolò e di altri scultori lombardi a San Giacomo di Compostela. Infatti le sculture del
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Noè»; asserendo poco di poi «che le gallerie ancor solenni, le quali si vantano aver quadri di Giacomo non di rado abbian delle copie. Quindi è che i
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CAVEDONI, GIACOMO
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a Venezia tutte le maniere, tutte le varietà di archi, a cominciare da quelli ad alto peduccio e a grosso abbaco della chiesa di San Giacomo di Rialto
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avrebbero gli scultori nell’ancona, che il beato Giacomo di Ulma tiene con la mano destra, tracciato un disegno, che dappresso appena appena si vede; nè
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Trecento in Milano, certo non fu neanche Simone da Orsenico, nè Marco da Campione, nè Giacomo da Campione, nè l’Omodeo, venuto un secolo dopo. Ma non
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questo ricordo, cioè nel 1500, era già pittore; un Giacomo, che aveva dieci anni, e del quale Leonardo scrive queste belle lodi, ladro, bugiardo
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