Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: giacinta

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alla  Giacinta 
per sviargli la mano. Appena il capitano fu andato via,  Giacinta  fece un piccolo giro attorno, con aria di annoiata; poi,
per prendere la solita tazza di thè e latte. A un tratto,  Giacinta  cessò di suonare e piantò in viso ad Andrea quel paio di
da un serpe. - Per carità, non farmi scene! E cosí dicendo,  Giacinta  lo aveva preso per una mano e gli scuoteva un po' il
l'anima! ... Ma è un'altra cosa, Dio mio! - Chi ti capisce?  Giacinta  fece una mossa di dispetto. - Mi tormenti per capriccio!
sguardi, Andrea, un po' rabbonito, rispose: - E l'avvenire?  Giacinta  stese un braccio sul leggío, vi posò la testa in atto di
sulle dita? Non riusciva a capirlo. - E dopo? - insisteva.  Giacinta  si era fermata a riflettere. - Dopo? ... Oh, no! no! - poi
tanto, le gridò sotto voce: - Grulla! - Mamma! - rispose  Giacinta  sdegnata. - Che c'è? - domandava il signor Marulli apparso
furia da dare appena tempo al marito di tirarsi da parte.  Giacinta  con le braccia tese in giú irrigidite, coi pugni stretti,
il signor Marulli, interdetto. - Nulla, babbo - rispose  Giacinta  frenando a stento le lagrime - Tu lo sai bene ... la mamma!
il conte Giulio e il signor Paolo stavano ad aspettarla,  Giacinta  ebbe quasi a venir meno. - Come sei pallida! - le disse il
vene a fior di pelle, alle tempie e alle mani. Gli occhi di  Giacinta  si ostinavano a restar fissati alla striscia di cielo
e intanto gli faceva largo per lasciarlo passare. Ma  Giacinta  levatasi in piedi, ripresa la mano al suo babbo, gliela
... Non appena lo vide slanciarsi per sedersele accanto,  Giacinta  si strinse tutta e chiuse gli occhi. Poi, al contatto di
tratto, presale la testa fra le mani, la baciò sulla bocca.  Giacinta  lo respinse, senza saper quel che si facesse, diventata di
correndo verso l'uscio. - Siate buona, contessa! ...  Giacinta  sii buona! - supplicava il conte, sbarrandole l'uscita,
in quell'angolo del salottino, fremente d'indignazione,  Giacinta  spiava uno scampo: - Lasciatemi uscire! Lasciatemi! Avrebbe
... Rimettetevi; vien gente! - Che ho mai fatto! - esclamò  Giacinta  un'ora dopo, torcendosi le mani, appena il conte e la
tavolino ingombro di matassine di lana di diversi colori,  Giacinta  lavorava a una piccola tappezzeria, girando sul pugno il
Andrea, chinato per accendere a un tizzo la sigaretta.  Giacinta  ripose nel cestino il suo lavoro e si alzò da sedere. - La
Quel tuo accento turbato mi rimase nell'orecchio. - Sí, sí!  Giacinta  si rizzò sulla vita, sdegnosamente: - Se ti annoi, se ...
... T'annoi con me; confessalo! - T'inganni, t'inganni!  Giacinta  crollava tristamente il capo: - No, non m'inganno. Ho
vino, forse, gli avrebbe sciolto la lingua. Scorgendo che  Giacinta  assaggiava le pietanze appena con la punta delle labbra,
levante - disse Andrea. - Ne avremo almeno per tre giorni.  Giacinta  rizzò la testa: - Finalmente! ... Mi pareva che non avresti
... Ogni bacio dev'essere una contusione pel povero Gessi.  Giacinta  fece mostra di sorridere. La Marietta, per non farsi
- Ti si sapeva a letto - risposero ad una volta  Giacinta  e Andrea. Stavano a vederlo mangiare, muti, un po'
signorina; ma ... - Al solito, gli scrupoli! - esclamò  Giacinta  con una piccola mossa di dispetto. - È una scommessa; me lo
... - È vero o no che il tenente Brogini ... ? - ripeté  Giacinta  spazientita. - Senta qua. Il Ranzelli fece girare sulle
due! - Eh? ... dico bene? - domandò il capitano. - Sí, sí.  Giacinta  aveva risposto chinando lievemente il capo, senza
faccione da mula. Quei due occhi collo strabismo davano a  Giacinta  il mal di capo ogni volta che le accadeva di fissarli un
con tanto interesse, quei due. Proprio in quel momento,  Giacinta  si era messa a sorridere, soddisfatta, abbassando le
neppure badare ai continui dinieghi di questa. Poco dopo,  Giacinta  diceva al capitano: - Gerace ci mangia con gli occhi. -
me non sono ancora passati ... , se non la infastidisco.  Giacinta  gli accennò di continuare, col ventaglio di tartaruga a cui
il seno ansante, infiammata nel viso. - Ma dunque questa  Giacinta  vi fa ammattire tutti! La signora Maiocchi prese
- disse la Maiocchi, levandosi a sedere. Nello stesso punto  Giacinta  si era alzata dalla poltrona. - Poesia! Poesia! -
le domandò tutt'a un tratto. E siccome a questa insistenza  Giacinta  non poté trattenere un sorriso, il Ranzelli, per ricambio,
dov'eran rimaste esse sole. Profittando della confusione,  Giacinta  si era avvicinata a Gerace. Imbroncito, in disparte, Andrea
 Giacinta  scriveva. Vedendo entrare sua madre, fece atto di levarsi
di quell'aria benevola, di quella dolcezza di voce,  Giacinta  si volse con tutto il suo corpo verso sua madre, strizzando
sorridono, si divertono e scambiano strette di mano ...  Giacinta  accennò negativamente col capo, ma sua madre non se
Noi non siamo ricche - soggiunse dopo una piccola pausa.  Giacinta  la fissò, sorpresa. - Non siamo ricche - ripeté la signora
... - Insomma, che cosa vuoi dirmi? - interruppe  Giacinta  spazientita. - Voglio dirti - e lasciava cadere le parole
al tagliacarte preso in mano e che voltava e rivoltava,  Giacinta  non aveva cessato di guardarla in viso. C'era un che di
addensata, metteva una piccante sfumatura di virilità ...  Giacinta  sentiva rimescolarsi in fondo al cuore la sua indignazione
testa, come se le avessero dato una puntura alla schiena.  Giacinta  si levò da sedere. - Senti, mamma! - disse. - Hai ragione;
suo terribile sguardo. - Non lo so! ... Non vo' saperlo ...  Giacinta  portò le mani alla faccia, singhiozzante, intanto che sua
sotto il seno, scotendo irrequietamente un piede ...  Giacinta  esitava. - Significa - poi disse - che l'avvenire è ancora
le voltò le spalle, sbatacchiando l'uscio con violenza. E  Giacinta  ricadde abbandonatamente sulla seggiola, sfinita dallo
cane rivolto umilmente verso il padrone che lo caccia via,  Giacinta  provava un soffocamento, come se ingoiasse, in quel punto,
faccia insolitamente rannuvolata. Presa da viva curiosità,  Giacinta  se lo lasciò venire dietro nella camera da letto, senza
da un angolo all'altro, con le mani dietro la schiena,  Giacinta  pareva intentissima a rovistare i cassetti di un piccolo
detto ... che avete un amante ... Andrea Gerace! ...  Giacinta  si sentí venir meno. Quell'accento d'umile tenerezza le
con calore. - Sí: Gerace è il mio amante! - rispose  Giacinta  con voce turbata, ma ferma. Si dibatteva per svincolarsi.
... Com'era eterna! E se sopraggiungeva qualcuno? ...  Giacinta  tardava troppo ... Già non doveva essere facile scomparire
Erano andate via? D'un tratto, Andrea vedevasi dinanzi  Giacinta  ritta in mezzo all'uscio spalancatosi senza rumore: una
smorzava: - Contessa! - Ah? ... Voleva una risposta? E  Giacinta  si strinse al petto la testa d'Andrea, ricercando
lo scricchiolio dei passi del conte che se n'andava,  Giacinta  ed Andrea si levarono in piedi. Sorridevano, ma impacciati,
mazzolino di fiori d'arancio staccatosi dalla testa di lei;  Giacinta  lo buttò via. E siccome egli faceva atto di voler tornare a
far altro ... Ma, era sicuro della propria volontà, se  Giacinta  avesse conosciuta l'intenzione di lui? E partiva, come un
... di confessarti ... . - Senti Andrea, - lo interruppe  Giacinta  - è una mia debolezza ... Assicurami, con una prova, che
risposta, le porse le chiavi. E mentre le mani febbrili di  Giacinta  cavavano fuori ogni cosa, buttando vestiti, camicie,
acconsentito a quel capriccio di donna. Vuotata la valigia,  Giacinta  apriva l'altra; ed era di nuovo un volar di pantaloni qua e
le porse lo scialle. Nell'acconciarsi il velo sulla testa,  Giacinta  parve, tutt'a un tratto, ricordarsi di qualcosa. - Chi è
che l'amico con cui dovevo partire perda la corsa per me.  Giacinta  lo tratteneva pel braccio, guardandolo in viso. - Fra dieci
all'inaspettata apparizione, balbettando una scusa.  Giacinta  gli accennò d'uscire. Il conte, voltandosi per vedere chi
il Mochi, con una specie di cantilena - temo che senza la  Giacinta  non ne faremo nulla! Giacinta trovavasi nel suo salottino,
cantilena - temo che senza la Giacinta non ne faremo nulla!  Giacinta  trovavasi nel suo salottino, abbandonata sulla poltrona, in
con le braccia in croce, ancora pallida dalla rabbia.  Giacinta  la guardava, sollevandosi a poco a poco sulla vita, già
vi sentisse il dolore di un colpo di mazza piombatovi su.  Giacinta  le accostò, trepidamente, il bicchiere alle labbra; poi,
tutte, sillaba per sillaba, ti verranno in viso ... Vedrai!  Giacinta  stette un momento ad ascoltarla a capo chino, atterrita
stendeva sulla coperta del lettino e sul tappeto, parve a  Giacinta  di buon augurio. La camera sorrideva, soffusa da quella
agitava sui guanciali la testina bionda, smaniando; e  Giacinta  rizzavasi un po' dalla seggiola, trattenendo il fiato,
sua carne? Ma confrontando il suo dolore con quello di  Giacinta  che pareva volesse impazzire, pensava che l'uomo è duro di
- Che ci sia qualcosa di nuovo? E accortosi che  Giacinta  stava per parlare, tentò di sviare il pericolo: - L'aria
la sua respirazione, un rantolo lieve. Intanto gli occhi di  Giacinta  restavan fissi su Andrea. - Sei contento del tuo nuovo
affliggentissima. Pensava appunto a quella ragazza, quando  Giacinta  gli rivolse la parola; e si contenne a stento. Gli era
tra le bracca, la baciava. - Non mentire! - riprese  Giacinta  con la voce raddolcita. - Non me lo merito. Abbi il
bambina che s'era mezza riversata fuori delle coperte,  Giacinta  si voltò e spinse violentemente Andrea verso il letto,
era bambina. - Ecco il dottore! - disse la signora Villa.  Giacinta  gli stese le braccia con le mani giunte. - Ah, dottore! La
il coraggio di avvicinarsi alla signora Marulli e a  Giacinta  per imitare gli altri. - E ora? - si domandava. - E ora? -
intanto che gli ultimi rimasti andavano via, si avvicinò a  Giacinta  che veniva, ancora un po' sbalordita, verso di lui. - Ah,
- Ah, io non mi rallegro! - le disse. - Perché? - rispose  Giacinta  che non aveva compreso. - Ora sei troppo ricca ... - Tanto
che intrattenevansi un po' più del consueto, in disparte,  Giacinta  lo avvertiva: - Ora lasciami. - Farò la corte alla signora
ammattire! E faceva il verso allo strabismo della Rossi.  Giacinta  ridendo: - Serviti pure! Gli bastava che per buona parte
piú accanitamente le occasioni di entrarle in grazia.  Giacinta  gli disse: - Guardi! Lei solo non mi fa la corte. - Se non
Contessa Grippa di San Celso! E scoppiò in una risata. Ma  Giacinta  aveva alzato la testa, riflettendo, intanto che la
- Signorina, c'è la sarta nel salottino. Ed era andata via.  Giacinta  chiuse il libro posandolo sulle ginocchia, incrociò le mani
per me? Marietta tornò a picchiare: - Signorina, la sarta.  Giacinta  diè un piccolo sbalzo e andò nel salottino di sua madre,
le mostre delle stoffe ... - Questa qui ... Ti piace? A  Giacinta  non piacque, perché scelta da lui. Preferiva quell'altra di
è da ragazza. - La signora dice bene - aggiunse la sarta.  Giacinta  lasciò che scegliesse sua madre; e appena la sarta ebbe
Che diplomatica quella Teresa. A quel sarcastico sorriso,  Giacinta  si sentì agghiacciare. - Perché? - domandò. - Pranzo, alle
piú! ... Vedendo entrare sua madre che precedeva la sarta,  Giacinta  ammutolí. E si lasciò spogliare dalla Marietta, e si lasciò
rientrare un pochino qui ... Il busto va a pennello. E  Giacinta  ubbidiva, paziente, senza dire nemmeno una parola, con
contenta e superba della sua bella padroncina. Appena  Giacinta  entrò nel salotto già pieno di signore e di invitati presa
si è fatta piú bella ... Ma brava! Come balla bene!  Giacinta  sguizzava leggera fra le coppie che ballavano confusamente,
dove già preludiava il Porati. - Che simpatico giovane!  Giacinta  si limitò ad accennare col capo che era della stessa
inquieto, da un pezzo; e le porse il braccio, mentre  Giacinta  rispondeva: - Non è difficile, a quel che pare. Vedendoli
Villa seduta dirimpetto. L'assiduità del Mochi attorno di  Giacinta  cominciava a dar nell'occhio: - Quel vecchio dissoluto era
Elisa era una sciocchina da aver poco o nulla da dire! Cosí  Giacinta  gustava tutta la delizia di quel risveglio primaverile che
anche la voce le si è cambiata. - Ho fatto la muda - diceva  Giacinta  con un leggiero sorriso che le rallegrava il volto bianco e
E gliel'accarezzava, quasi cercasse di scaldargliela.  Giacinta  fece atto di volerla ritirare. Il Mochi glielo impedì: - Il
ghiaccio ridotto in pezzetti e il cucchiaino di argento.  Giacinta  stendeva la mano. - Sono qui per nulla, cattiva? E le
si accorgeva che, di tratto in tratto, l'attenzione di  Giacinta  gli veniva meno. Gli occhi della ragazza si fissavano,
... Che cosa hai? - domandava, un po' contrariato. Allora  Giacinta  diventava subitamente rossa in viso. - Scusi ... Oh! Non è
e la tirava su per le mani. A quella dolce violenza  Giacinta  sorrideva, serrandosi meglio dentro lo scialletto,
lí dentro, in quel cuoricino, che tu non vuoi dirmi.  Giacinta  rispose di no, col capo. Cosí giunse fino a spazientirsi
di quelle conversazioni a mezza voce ... E un giorno intese  Giacinta  che commossa diceva: - A chi rivolgermi? ... Al babbo? Il
mignatta le succhia il sangue ... Si guardi in viso!  Giacinta  le diè sulla voce: - Vecchia mignatta? ... Sono parole che
... Quel tuo dottore ... - balbettò Andrea. - ... È geloso?  Giacinta  se lo ripeté, non osando credere ai suoi orecchi; poi, con
svincolatosi da lei si lasciava cadere sul canapè accosto,  Giacinta  con un rapido movimento gli si sedeva sulle ginocchia,
un gambero. - Sia capace di star zitto! - aveva conchiuso  Giacinta  con una risata che fece arrossire di piú quel povero
si vendicavano dicendone, quando capitava, questo e peggio.  Giacinta  era grata ad Andrea Gerace che non le aveva mai detto
quella ragazza soffrisse? - Senta, signor Andrea, - rispose  Giacinta  - Lei mi vuol bene sinceramente; certe cose non mi
Parlo sul serio. Andrea rimaneva incerto. Vedeva  Giacinta  sotto un aspetto nuovo e inatteso, con quella profonda
bene. - Oh, stia sicura! - Che serata dolce! - mormorò  Giacinta  dopo un pezzetto. - Dolcissima! Non dissero piú nulla. E
dopo un pezzetto. - Dolcissima! Non dissero piú nulla. E  Giacinta  rientrò in salotto. La mattina dopo, Gerace, disteso sul
testa, stringendo un pochino le labbra, e intanto osservava  Giacinta  di sbieco: - Povera ragazza! Si consuma dal cordoglio di
il merletto, un ricamo o la qualità di una stoffa.  Giacinta  stava zitta. E quando la signora Villa rivolgevasi a lei,
un gioiello. - Una cosa provvisoria - ripeteva la Marulli -  Giacinta  si è innamorata della palazzina qui accanto, ed è stata
in tasca dei milioni. Che ridicolaggine! - E quella  Giacinta  che sembrava cosí savia! - Se lasci mano libera alla
 Giacinta  viveva agitatissima: - Dunque Andrea le sfuggiva di mano?
non sapeva ancora persuadersi che in quell'affare di  Giacinta  colui non c'entrasse per nulla. - Aveva, certamente, la
verso d'andarsene. Ella li aveva sorpresi parecchie volte,  Giacinta  e lui, che conversavano nel salotto, intimamente. Anzi,
e lui, che conversavano nel salotto, intimamente. Anzi,  Giacinta  un giorno, quasi per scusarsi, le aveva detto: "È il mio
poteva garbare a Gerace ... Il Follini, invece, studiava  Giacinta  con la fredda curiosità d'uno scienziato di fronte a un bel
le labbra le si inaridivano cosí presto. Appena  Giacinta  si avvide delle pupille quasi severe che le stavano
Non è precisamente il mio mestiere. - A domani? - A domani.  Giacinta  sorrise. - Come deve soffrire questa donna per sorridere
- Badi: la stagione è pericolosa. La difterite infierisce.  Giacinta  trasalí e strinse, istintivamente, la figliolina tra le
lei crede di amarlo ancora? - le disse il dottor Follini.  Giacinta  gli spalancò gli occhi in faccia, come s'egli avesse
di ferro fuso della ringhiera. Andrea, poco dopo, trovò  Giacinta  che si asciugava gli occhi. - Hai pianto? ... Che cosa è
con la lingua un po' impacciata e vedendolo pallidissimo,  Giacinta  balzò dalla seggiola: - Ti senti male? - Un leggero
prendeva gli ordini del signor Marulli pel bagaglio,  Giacinta  domandò al babbo: - Chi è costui? - Il portinaio della
somma, da non raccapezzarvisi. - E quest'uscio? - domandò  Giacinta  al padre che le mostrava ogni cosa. - Dà nelle stanze del
Che vita! - Va! - egli rispose - Quella donna è fatta cosí!  Giacinta  lo abbracciò tra intenerita e stizzita. Passava in camera
Che dispiacere? - Ma, non so ... Per l'affare ... di Beppe.  Giacinta  era diventata un po' rossa in viso, senza ben capire la
fra padroncina e cameriera, era nata una intimità che a  Giacinta  serviva di sfogo. Quel carattere allegro le piaceva, forse
E si dondolava, col busto in fuori, camminando lentamente.  Giacinta  moriva dalle risa. - Pareva proprio quella! E il ferro
d'osservar bene un album di fotografie, aveva aspettato  Giacinta  nella stanza precedente il salotto. Da qualche tempo in qua
strano, inesplicabile. Vedendolo accigliato, risoluto,  Giacinta  si era arrestata, con una mossa di rimprovero: - Ebbene? -
- Nulla. - Sí, c'è qualcosa: te lo leggo negli occhi.  Giacinta  lo fissò con quella sua aria di superiorità che gli dava
a quel modo, proprio come un pezzo da scacchiera, finché la  Giacinta  non si era decisa a far la bella mossa ... di sposare il
alludere, ma il ripeterle vi fa torto. Povera ragazza! La  Giacinta  commette, forse, una pazzia sposando quell'imbecille; ma
pensava ch'era proprio una stupidaggine il far scoprire a  Giacinta  quant'egli soffrisse pel tradimento di lei. Ma che poteva
conte un po' mortificato. - M'importa assai della politica!  Giacinta  si mordeva il labbro, seria con gli occhi bassi per non
il naso. In parecchie stanze mancava la tappezzeria;  Giacinta  voleva addobbarsele a proprio gusto; e la signora Teresa
attorno, per le stanze vuote, la interminabile discussione.  Giacinta  taceva. Finalmente! ... Finalmente aveva un cantuccio suo
su di lui, con le braccia sulla spalliera della seggiola,  Giacinta  seguiva ansiosamente quella traccia nera di scritto che la
non ci ha avuto nessuna colpa se la cosa si è risaputa ...  Giacinta  impallidiva, sudava fredda. Come sull'orlo di un
i capelli disfatti e le mani che brancicavano le coperte,  Giacinta  singhiozzava, convulsa. - Si calmi, signorina, si calmi! -
per scioglier lo zucchero, si accostava al letto, aiutava  Giacinta  a sollevarsi e le metteva il bicchiere alle labbra. - Beva,
tardi. Rannicchiata fra le coperte, nei momenti di tregua,  Giacinta  lasciavasi andare a seconda delle deliziose fantasticherie
veniva ad accompagnarla fino all'uscio della camera -  Giacinta  e il dottor Balbi avevano voluto cosí - ella si lasciava
a spogliare! Glielo chiese in grazie quella sera, e  Giacinta  non ebbe il coraggio di dirgli di no. Marietta dovette
fianco e le trecce nere disciolte sul bianco del guanciale,  Giacinta  dormiva ancora, respirando lievemente. - Ha dovuto passare
al letto urtò e rovesciò una seggiola. - Che paura!  Giacinta  a quel rumore, s'era improvvisamente destata. - Scusate!
finire della festa. - Come vi sentite? - replicò il conte.  Giacinta  stette un momento senza rispondere, cogli occhi chiusi. -
riposare. Il riposo val piú d'ogni rimedio - disse  Giacinta  languidamente. Provava un malessere indefinibile, una
- Il signor conte è in salotto - annunziò Marietta. - Ah!  Giacinta  quasi non si rammentava piú che quell'uomo avesse già
essi andavano rasente il muro dalla parte dell'ombra, muti;  Giacinta  gongolante per quella scappatina di innamorati, Andrea
di laggiú, nell'ombra. - Carabinieri in ronda, - rispose  Giacinta  che se n'era accorta prima di lui. - Svoltano cantonata.
sono barche di pescatori - disse Andrea. - Poveretti!  Giacinta  si strinse tutta a lui che già la teneva tra le braccia. -
- Ell'era la sua amante! Lo credeva appena ancora!  Giacinta  gli si rannicchiava addosso, quasi per frugarvi dell'altro
scogliera rumoreggiavano piú forte. - Il mare parla - disse  Giacinta  riscotendosi. - Non par di sentire i lamenti di creature
a casa! - No. Qui all'aria aperta, mi sembri piú mio. E  Giacinta  batteva l'acciottolato con dei lesti passi trionfanti.
fuori le mura parevagli al sicuro d'ogni sorpresa.  Giacinta  arrivava da una parte, lui dall'altra e quei due
gli pareva proprio in capo al mondo. - Le cinque!  Giacinta  tardava ... Come mai? Si sentì colpire al cappello e alle
il vecchio cancello di legno, si trovò faccia a faccia con  Giacinta  che gentilmente lo garriva: - Non ha fretta il signore! Si
lungo la siepe di cinta. - Siamo di già, ai sospetti, eh?  Giacinta  lo canzonava, leggermente, braveggiando contro quel
 Giacinta  era rimasta, tutta la nottata, seduta a piè del letto, con
allo specchio, tutta avvolta nel bianco accappatoio,  Giacinta  osservava il suo viso squallido e disfatto, dalle occhiaie
Quando mi vide fermare al portone ... Povero signor Ratti!  Giacinta  sorrise. Piú tardi, venne il dottor Follini. Chiedeva
Giacinta. - Giovanissima e bella. Il lavoro la uccide.  Giacinta  gli diede un biglietto da cento lire. - Grazie! ... È anche
saltandole sul dito, beccandoglielo delicatamente. Quando  Giacinta  lo punse con lo spillo avvelenato, ei mostrò appena di
col cuore che batteva forte, gli occhi pieni di lagrime,  Giacinta  quasi credeva di aver assistito alla propria agonia: - Oh!
a Elisa Gessi che aveva partorito il suo primo figlio,  Giacinta  era entrata distrattamente dal marito col largo cappello
tra le lenzuola, chiuse gli occhi e parve dormisse.  Giacinta  gli si era seduta dirimpetto, presso la finestra, ripetendo
all'ultimo. - Ora mangiate voi ... Non volete mangiare?  Giacinta  uscí di camera lentamente, voltandosi a ogni due passi.
Andrea, vedendola entrare in salotto e andandole incontro.  Giacinta  alzò la testa e si fermò, tutto commossa dall'orgogliosa
gli intermittenti sbuffi di fumo del suo virginia.  Giacinta  riprendeva spesso, ad alta voce, la lettura d'un romanzo,
senza voltarsi. - Non l'ho mica con te! ... Mi fai stizza.  Giacinta  chiudeva il libro, imbronciata; e il silenzio tornava a
Hai ragione! E l'ironica amarezza della voce costringeva  Giacinta  a non insistere. Ma quell'esclamazione: "Come sei bella
due giorni,  Giacinta  tenne il broncio alla delicata creaturina che vagiva a piè
che voleva prenderla in braccio, o semplicemente baciarla,  Giacinta  si trovava lí pronta a impedirglielo. - Non vi accorgete
- No, tu non le vuoi bene. Quando la bimba era sveglia,  Giacinta  si divertiva a solleticarle i labbrini e il mento con la
altri? Il signor Merli, per esempio, un buon ragazzo?  Giacinta  scrollava tristamente il capo. - O il signor Porati, che
ben fatto, con certi occhi! ... E sa cantar cosí bene!  Giacinta  si spazientiva. - Ma quel figuro (scusi signorina!) tutto
della società, capisci, renderei un bel servigio alla  Giacinta  ... - Carità pelosa! - Però ... - O che non si fida? ...
secondo piano. - Ah, se non parlo subito, scoppio! Ma da  Giacinta  c'erano la Elisa e la Gina venute per osservare alcuni
abitudine e per maggiore evidenza, anche i gesti e la voce,  Giacinta  trasecolava; provava, ad occhi aperti, l'incubo dei cattivi
 Giacinta  era stata parecchi giorni in grave pericolo d'abortire; e
cominciato a riflettere: - E se i bei castelli in aria di  Giacinta  crollassero? E se quel colpo di pazzia di donna innamorata
e non avvicinare nessuno. Le buone notizie della salute di  Giacinta  lo spinsero fuori. Aspettò che fosse sera, e scese le scale
non sono di bronzo; e se mi mettono con le spalle al muro!  Giacinta  lo accarezzava, sorridendogli dolcemente, bella anche nel
assai più lusinghiero di quello che l'illustre autore di  Giacinta  ha ottenuto sere addietro col suo Castigo, rappresentatosi
dalla grata del confessionario dove appoggiava la testa.  Giacinta  arrestavasi un momentino, quasi soffocata, poi riprendeva a
i tizzi uno sopra l'altro per poi soffiarvi col mantice.  Giacinta  diè una rapida occhiata attorno. Sua madre, il
cadeva fuori sin dal mattino e aveva spopolato il salotto.  Giacinta  sporse il capo quasi fino all'orecchio di Andrea. - M'ama
con un lungo bacio sulla mano tenuta stretta fra le sue.  Giacinta  diè un'altra occhiata, egualmente rapida, verso il posto
in quel punto. - È un buon augurio! - egli disse levandosi.  Giacinta  gli sorrideva tutta illuminata da quei bagliori.
volta la tranquillità di  Giacinta  durò appena una quindicina di giorni. Ella tentava di
quasi evocato da quell'intima voce che le ragionava di lui,  Giacinta  rimase muta. - Entro soltanto per salutarla - disse il
L'ho sgridato; lo sgridi anche lei. - Lo sgriderò - rispose  Giacinta  macchinalmente. - Si sente male? - riprese il Follini, dopo
un po' piccato, rispose subito: - A rivederci. Scappo via.  Giacinta  lo trattenne per la mano ch'egli le stringeva con brevi
Clerici, toccandole leggermente la spalla col ventaglio.  Giacinta  traversava il salone a braccio del Prefetto. - Che aria! -
- domandava piú in là la signora Rossi alla Villa. Infatti  Giacinta  s'inoltrava altiera, con certi sguardi che pareva volessero
verso l'orchestra. Andrea sentiva tremare la mano di  Giacinta  che, appoggiata al braccio di lui, lasciavasi trascinare,
 Giacinta  voleva partorire nella casa nuova; ma la vera ragione della
creduto, per debito di consorteria femminile! Sul tardi,  Giacinta  si era accostata ad Andrea, porgendogli una tazza di caffè
punto. - Ah! vi servite tra voi altri! Sta bene - replicò  Giacinta  con malizia. Gessi diventò piú rosso di prima. Elisa,
un che di cosí sforzato, di cosí eccessivo da far pena.  Giacinta  se n'accorse. - E tu? Come ti trovi ora? - le domandò, per
tra noi) valgono piú degli amanti. Se non che, capisci? ...  Giacinta  non capiva nulla. Nei momenti piú desolati, quando giungeva
effetto. A vederlo cosí, a sentirlo parlare a quel modo,  Giacinta  piú tosto s'irritava: - Mi prendi dunque per una bimba? È
Però, bisogna prendere il mondo com'è. Che si rimedia?  Giacinta  lo lasciava dire. Se ne stava sola sola nella penombra
e non so perché ... - Cosí mi fai piacere! Cosí ti volevo!  Giacinta  gli si attaccò al braccio, e intanto si aggiravano per
città, fra tanti visi nuovi di ragazze grandi e piccine,  Giacinta  si sentì a disagio. Era vissuta sempre quasi sola, perché
ti vuol bene? - Oh, tanto! Viene a trovarmi tutti i giorni.  Giacinta  la invidiava. Invece, il suo babbo e la sua mamma venivano
i baffi zitto zitto. - Un giorno o l'altro - gli disse -  Giacinta  farà lo stesso con lui. Il dottor Follini sta per dargli il
si compiaceva. Quella sera però, il ricordo della scena con  Giacinta  lo spingeva, negli intervalli di silenzio, a divagare: -
fatto una grossa corbelleria. All'arrivo della mamma,  Giacinta  si accostò alla finestra dove il conte Giulio stava a
il marcio sia troppo. - Ah! - ella esclamò dandosi ragione.  Giacinta  e Andrea s'erano scambiata una stretta di mano. - Ha
soltanto. - Sospettino pure! - Ti fidi troppo. - Eh, via!  Giacinta  sorrideva. Quelle paure di Andrea solleticavano, eccitavano
minuti dopo era morto, senza il piú lieve contorcimento.  Giacinta  non aveva perduto una sillaba della strana narrazione. Una
una risposta. Ad ogni nuovo assalto di lui, la povera  Giacinta  sentivasi con orrore diventar sempre piú fiacca; e voleva
quella sera in poi la tristezza di  Giacinta  si era quasi raddoppiata. - S'ammalerà di nuovo - le diceva
Spesso, quando l'allucinazione confondevasi col sogno,  Giacinta  si levava da letto sbalordita, spossata dalla inconsapevole
- Buonissimo! Ma pare che la gente non la intenda cosí ...  Giacinta  alzò la testa: - Come la intende? - Con una persona che non
lei un peso insopportabile, un impiccio odioso. La piccola  Giacinta  rimase quasi dimenticata in campagna. Quando la sua mamma
un mucchio di fronde e di erbe ripostovi il giorno innanzi.  Giacinta  tentò di scappare. Egli la trattenne pel braccio. - Vieni