aleatorietà, d’un’arte affidata al segno e al gesto; in seguito, quasi ad opporsi a codesta accidentalità, l’importanza che venne a rivestire l’aspetto
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derivare a queste opere dalla loro reclamizzazione sfrenata da parte di gallerie e musei. Allora, quello che era un gesto esteticamente lecito, quella
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video-nastro - l’artista s’affida sempre di più all’estemporaneità del gesto, all’espressività del corpo, all’efficacia - appunto fàtica e conativa
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; e questo proprio oggi che, come dissi dianzi, la pittura molto spesso è ridotta alla macchia, al dinamismo del gesto, al ritmo del «foro», alla
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attraversando, e permetta di considerare come ormai obsoleti tutti quei movimenti che, personalizzando al massimo l’oggetto, il gesto, la creazione in
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alcuni movimenti recenti (pittura del segno e del gesto, action painting, tachisme, ripresa figurale e ripresa geometrica) noi continuiamo a credere - o a
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nettamente tanto ai giochi informali e tachisti, che a quelli (cui presto accenneremo) del «segno» e del «gesto», attraverso una più meditata ricerca dei
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automatici e propriocettivi), si può constatare l’importanza che viene conferita dall’attuale pittura al gesto istantaneo, alla proiezione miocinetica
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’istantaneo (questa però non legata al materiale ma al «segno» e al «gesto») è quella d’un Mathieu (non presente alla Biennale ma di cui una mostra
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note le vicende che portarono all’avvento dell’informale, alla pittura cosiddetta «di gesto» e «segnica», all’«action painting», ecc. Un riassunto di
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