Il Consiglio comunale di | Gerace | (Reggio Calabria) fa voti perchè la Camera voglia |
XXI Legislatura – Tornata del 30 aprile 1901 -
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- Volete star zitti? - brontolò il Villa. Soltanto allora | Gerace | si accorse che quegli altri discorrevano appunto di lei e |
GIACINTA -
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frenavano a stento le risa, accennandosi coi gomiti, mentre | Gerace | spingeva innanzi il volto, affettando gran curiosità, |
GIACINTA -
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soffriva intensamente di quell'ostentazione di | Gerace | ... - Dunque non aveva ancora compreso? ... E l'amava? ... |
GIACINTA -
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- No, punto. E giravano, giravano, sguizzavano; Andrea | Gerace | un po' serio, ella sorridente, da persona già come |
GIACINTA -
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primo ballo. - Lei balla come una meridionale - le disse | Gerace | in un momento di sosta. - È la prima volta che io non |
GIACINTA -
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del solito questa sera! - le diceva sotto voce. Quella sera | Gerace | aveva anche una singolare maniera di lanciar le note verso |
GIACINTA -
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... Un minuto secondo? Non sapeva rendersene conto. | Gerace | le si era avvicinato per ringraziarla degli applausi. - Son |
GIACINTA -
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di questa. Poco dopo, Giacinta diceva al capitano: - | Gerace | ci mangia con gli occhi. - Peggio per lui! Questa volta il |
GIACINTA -
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guardare laggiú, verso il pianoforte. Da un pezzetto Andrea | Gerace | non prestava piú orecchio alla signora Maiocchi che, seduta |
GIACINTA -
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capitava, questo e peggio. Giacinta era grata ad Andrea | Gerace | che non le aveva mai detto nulla, quantunque ella capisse |
GIACINTA -
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dopo alcuni minuti di silenzio. - Mi crede forse felice? | Gerace | non fiatò. Chi mai poteva supporre che quella ragazza |
GIACINTA -
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serrandola piú stretta, ribaciandola con calore. - Sí: | Gerace | è il mio amante! - rispose Giacinta con voce turbata, ma |
GIACINTA -
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le cortesie ricevute! Ma io l'ho sempre detto: quel | Gerace | non mi va! - Si tratta di Gerace? - domandò la signora |
GIACINTA -
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la sera stessa rimase da sola a sola colla Giacinta: - Quel | Gerace | ti è sempre alle costole - disse. - È un buon giovane ... - |
GIACINTA -
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alzò dal tavolino sbuffando. Si alzarono tutti. - Badate, | Gerace | - venne a dirgli il Mochi. - Da qualche tempo in qua voi |
GIACINTA -
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Credo che un po' c'entri di mezzo il dottor Follini. Forse | Gerace | prende ombra. - Dal dottore? È troppo serio. Dico bene? - |
GIACINTA -
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a questo - entrò a dire il Follini - è probabile che al | Gerace | gli si debba allungare un po' il collo, aspettando. - |
GIACINTA -
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Ma quel confessore biondo e giovane non poteva garbare a | Gerace | ... Il Follini, invece, studiava Giacinta con la fredda |
GIACINTA -
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- Che debbo fare? - domandò la Marulli, risoluta. - Indurre | Gerace | a ritirar la rinunzia. Ma temo - conchiuse il Mochi, con |
GIACINTA -
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già indovinando: ma rispose: - Perché? - Me lo dimandi? ... | Gerace | ha rinunziato al suo impiego ... E il tono della voce |
GIACINTA -
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Siete giovani, e abbandonate il campo? Trent'anni fa, o | Gerace | non avrebbe avuto quella buona fortuna, o essa sarebbe già |
GIACINTA -
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messa in giro dalla Teresa, di non so che lascito piovuto a | Gerace | da un parente lontano, che gli permetteva di vivere del suo |
GIACINTA -
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mandato dei soccorsi. Giú c'era un contabile di essa e il | Gerace | in conferenza col commendatore. S'aspettava il direttore |
GIACINTA -
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il mio. - E cosí? - domandò Savani, affannosamente, al | Gerace | comparso sull'uscio. - Si è chiuso pagando. Il |
GIACINTA -
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Ah, Madonna benedetta! Ah, Madonna! E invece di aiutare il | Gerace | col riporre la bambina sotto le coperte, lo impicciava. |
GIACINTA -
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| Gerace | camminava con lesti passi, sotto i rami degli alberi che |
GIACINTA -
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nel buio, sempre chiedenti pietà. - Come non capiva quel | Gerace | che cosí la torturava? ... Ma già, poteva anche darsi ... |
GIACINTA -
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stufa! Andrea s'era alzato per salutarla al passaggio. - | Gerace | - ella gli disse - che trista cera avete oggi! - Ho dormito |
GIACINTA -
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L. 2 50 Francesco Flamini Dopo il nembo... L. 3 50 Vincenzo | Gerace | Il fonte della vita... L. 1 - Kalevala. Versione ritmica di |
Parassiti. Commedia in tre atti -
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