Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: fuoco

Numero di risultati: 44 in 1 pagine

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La tecnica della pittura

254414
Previati, Gaetano 39 occorrenze
  • 1905
  • Fratelli Bocca
  • Torino
  • trattato di pittura
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Per accrescere il potere essiccante degli oli, se si adopera il fuoco o l’esposizione al sole, l’addensamento non si ottiene che colla diminuzione di

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cuocendolo al fuoco od al sole in modo da formare coi colori un composto estremamente ribelle al maneggio del pennello, doveva, per relazione, far

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). Giallo di vetro (sorta di giallo fatto a fuoco, per fresco). Giallo di zafferano. Giallorino (sorta di giallo portato dalla Fiandra). Giallo santo (fatto d

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fuoco prende un colore rosso bruno in uso per l’arte sotto il nome di terra verde bruciata.

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una di olio di lino che in vaso verniciato, a lento fuoco si fa liquefare versandolo in acqua fredda affinchè si congeli. Si prende allora tanto del

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lascia stare che sia asciutto senza o sole o fuoco, e senz’aria. Quando il trovi asciutto mettilo in cuoro o borsa e lascialo godere che è buono e perfetto

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eseguito in recipienti di ferro chiusi, arroventati al fuoco e poi lasciati raffreddare, li trasforma in carbone; materia nera più o meno vellutata, secondo

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: vernici dette a fuoco perchè disposto l’asfalto e altri colori, cui facilmente si unisce, sulle lamiere, queste vengono passate sul fuoco, che le

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risposto alla difesa dei dipinti, onde la mira di ridurle a vernice fu incessante. Senonchè, non sciogliendosi queste resine che a fuoco nudo e non

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essenze a fuoco medio.

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ricavarne una vernice, comportasi come la coppale in modo che ridotta col fuoco a sciogliersi in un olio seccativo o in un olio essenziale, perde i

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Questa resina è insolubile nell’alcool, negli oli essenziali e negli oli fissi, a freddo. Fusibile a fuoco nudo, può essere in tale stato disciolta

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traboccasse dalla bottiglia ed evitare così che si riversi sul fuoco la materia infiammabile. Ma si operi col fuoco vivo o a bagno maria, si devono

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In generale non si deve riempire che a metà il matraccio o la bottiglia che si pone sul fuoco, affine di ovviare a che sollevandosi la materia in

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del fuoco nudo, sempre regolare attentamente il calore perchè non volatilizzi l’essenza nè si carbonizzino le resine.

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Si tenga il matraccio senza turacciolo alzato di otto pollici dal fuoco dolcissimo, per abituare il vetro per gradi al calore, tastando colle dita il

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Si può fare la soluzione sul fuoco, come dirò in seguito, ma non bisogna adoperare che il fuoco dolcissimo, moderatissimo, e prendere le maggiori

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più niente che cenere calda. Si lasci un momento allo stesso posto, poi si avanzi a poco a poco, per gradi, sul fuoco più vivo, ma senza alcuna parte

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La stessa vernice si fa pure a bagno-maria; la sola differenza consiste nel porre il matraccio nell’acqua bollente, invece che collocarlo sul fuoco

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Se la vernice non è stata fatta ad un fuoco troppo vivo, e le droghe furono ben scelte, ed il matraccio era bene asciutto, la vernice non deve essere

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mastice si scioglierà più lentamente che non col fuoco diretto, ma finirà per sciogliersi benissimo, purchè si abbia cura di mantenere l’acqua del

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liquido si scalda troppo. Allorchè si vedrà il mastice fuso, eccettuata qualche particella grossolana, la vernice è fatta. Si ritiri dal fuoco e e si

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Il rischio che le bottiglie si rompano è minore, tuttavia bisogna vigilare, perchè dovendosi continuamente tenere vivo il fuoco, qualche scintilla

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preparazione dei colori da un pezzo gli oli seccativi si usino nel loro stato naturale, non più cuocendoli al sole od al fuoco, nè mescolandoli ai tanti

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formi il colore che si dice massicotto. Dal massicotto macinato ed esposto in un forno a riverbero, a fuoco continuato, si ottiene il minio. Se nella

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Dal litargirio bollito nell’aceto distillato, fatto filtrare e ridotto col fuoco a certa consistenza, si ricavano nel raffreddamento dei cristalli

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coprirli. La colla secca si gonfia lentamente, e poi, a lento fuoco e meglio a bagnomaria, si allunga d’altra acqua sino alla scorrevolezza che si

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acqua ragia e appiccarvi il fuoco!

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gialle, due terre rosse, due bruni ed un nero; notevoli questi due bruni ed il nero per essere resistenti al fuoco, a quanto assicurano Henry Crose

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rimarchevole per la sua resistenza agli acidi, agli alcali ed al fuoco; molto superiore in qualità alla cenere azzurra e prova di un’industria molto

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, convenientemente preparati, il sussidio del fuoco pel miscuglio delle tinte e la verniciatura finale.

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bulino, che scaldato abbruciava alquanto l’avorio messo poi di uno o più colori e infine verniciato di cera per mezzo del fuoco.

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della cera in ranno, ovvero, in termini più generali, in qualunque mezzo che valga ad incorporare la cera coll’acqua; la liquefazione al fuoco in olio

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L’abate Requeno sciogliendo al fuoco cera e diverse resine coi colori in polvere, trovò una composizione che, macinata ad acqua, si presta obbediente

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bastoncino senza interruzione e trattenendola al fuoco fino al bollore: la ritirai schiumosa, e gonfia; e dopo che fu questa massa bianca raffreddata restò la

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ti duri quindici dì o venti. E lasciala riposare qualche dì, tanto che n’esca il fuoco: chè quando è così focosa scoppia poi lo ’ntonaco che fai

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fuoco ben forte con volerle tenere ben levata la schiuma; e il che si fa per levarle quella salsedine e diminuirle quella forza di riaversi troppo

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fuoco del colorito apparso nelle opere di Giovanni Van-Eych, nè ad invogliare all’imitazione e diffondere quel processo nulla avrebbe potuto la

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ancora senza occuparli in parte alcuna, sì che da un vetro di fuoco lucido paiono coperte, come sono i veri e naturali.

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Piccolo trattato di tecnica pittorica

261178
De Chirico, Giorgio 5 occorrenze
  • 1928
  • Fondazione Giorgio e Isa De Chirico
  • Milano
  • trattato di pittura
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è sufficientemente tesa. Fatto questo si metta a bollire a fuoco lento, in un recipiente qualsiasi, della colla di pesce, o colla gelatina che dir si

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sopra un fuoco lento, possibilmente di carbon dolce, e non si dimentichi pure di mescolare lentamente la vernice via via che bolle. Quando tutta la

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che consisteva nel dipingere col pennello dopo aver sciolto le cere sul fuoco; questa pittura fatta sulle navi non s’altera né col sole, né coll’acqua

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; quello di Marsiglia è il migliore. Si fa bollire lentamente sopra un fuoco possibilmente di carbon dolce e si mescola la miscela con una bacchetta

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colla. Finito il dipinto, si lascia asciugare un paio di giorni. Poi se ne scalda la superficie presso il fuoco (d’estate al sole) e contemporaneamente si

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