vita. Quell'inverno fu terribile; il freddo, la fame e il mistero del signore della notte, che ora vi racconterò, uccisero quasi la metà dei passeri
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salva! Purtroppo molti cedettero alla paura e si lanciarono fuori: qualcuno fu ucciso sulla soglia, altri caddero nel cortile, nessuno arrivò alle
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ultimo insieme con Passeri e subito dopo cominciò il secondo turno. Fu in quel momento che il nemico, spazientito perché i passeri non entravano tutti
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l'ala della mamma, scavalcò il nido e scappò: ma il salto fu cosí lungo che andò a sbattere il becco contro il camino.
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! ... Ma lui: — Op là! — e saltava di là. Ad un tratto, proprio mentre diceva: Op là! come fu come non fu, gli scivolò una zampa e cascò nel buco nero
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. Prima andarono sull'alto susino dell'orto dove ogni sera prima di dormire i passeri del tetto si raccontavano i fatti della giornata. Per Cipí fu
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angolino, non si decideva a ritirarsi: ma un nuvolone accese all'improvviso un suo potente fiammifero: tutto il cielo per un attimo ne fu illuminato
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Quando il nido fu pronto, liscio, soffice e rotondo, Passeri vi depose tre uova e le covò. Di giorno Cipí andava e tornava dal tetto ai campi in
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La prima a visitare i piccoli fu Mamí. Appena li vide esclamò: — Queste sono tre meraviglie! — e li baciò. I piccoli sapevano già dire: pipì, pipà
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lo rivedranno. La vita dei passeri si era fatta molto dura: la pianta dai grappoli dolci, amica degli uccelli, fu spogliata dall'uomo che la coricò al
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! — Perché? — domandarono i passeretti. — Perché avrete fame. E fu proprio cosí; dapprima le farfalle erano rade e trovavano tutte un posto sulla terra
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Trovare altro cibo fu impossibile: la terra era ormai coperta da uno strato altissimo di farfalle bianche sulle quali calavano senza posa milioni di
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raggi erano cosí brillanti che Cipí ne fu abbagliato. — Passerì, vieni a vedere! — Nel buco nero ci sono due luci... ah, sono sparite! — brontolò Cipí
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verremo a conversare con voi, gentili passeretti... Fissate la nostra luce e venite senza paura... fissate la luce e venite... Passerì fu percorsa da un
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Si fece un silenzio di tomba. E Cipí raccontò: — Fu ieri sera: stavo aspettando il sonno quando vidi calare sul tetto due stelline che con belle
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apprezzato e voluto, fu chiamato al monastero di Santa Margherita in quella città, a dipingere sopra l'altare maggiore una Madonna e Angeli, e in
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, a partire da Volpe, scoppiò una risata: e quella di Marco fu la piú sonora. — Vedi, sputacchio, quante cose si sanno a leggere i libri? — sbraitò
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nessuno, e l'impressione di Gentile fu che il popolo di servi e guardie del palazzo, piú che immerso nel sonno, stesse obbedendo all'ordine ricevuto di
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. Non riesco a scegliere... Ci fu un breve silenzio. — Forse non è necessario scegliere, piccolo amico, - disse il pittore, — occorre solamente mettere
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una chiave dalla cintura ed aprì. Entrarono, e il cancello fu richiuso. Passarono una serie di chiostri muti e deserti, uno stretto corridoio a cielo
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che nell'ombra l'uomo vestito di nero ascoltava e vedeva. E non fu troppo sorpreso, un attimo dopo, di sentire al centro della nuca la punta di una
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lievissimo, fra le palme, segnò la chiusura della porta segreta. Poi tutto fu attesa silenziosa. Nessun rumore nell'harem: solo, da fuori, versi sparsi
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di Amilah era l'immobile centro: anche quell'attesa finì. Ci fu un lieve suono di passi, di tende che si aprivano. L'aria si mosse: la gran cortina di
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. Se mai pittore vide morire una pittura, Gentile fu quello. Incurante di lui, Amilah posò il curvo pugnale e si rivolse al Sultano, che la guardava fra
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verità ad una certa linea piú amara della bocca, ad una luce piú mesta degli occhi. Fu quel mostrarsi nel volto, da una parte, e nel raccogliere sulla
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: ma il corpo di tronchi era saldo. Spinta da vento e correnti, chissà da quanto vagava, inanimata, per le aperte acque dell'Egeo. Quando fu ancora piú
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2. Come Vasari dice, e Bandello ricopia, quando Filippo fu in noviziato, sotto la disciplina del maestro di grammatica, invece di studiare non faceva
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abbastanza da proteggere il grosso, mentre vi arrivavano dalla parte opposta, cieche nell'acqua, tre monache in corsa: e ci fu un mezzo scontro, un arruffío
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abbassò il capo tre volte, in segno di assenso profondo. Questo fu il patto tra Ganuan, signore di Nactumal, e Sakumat il pittore: mentre il piccolo
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dal letto di Madurer stava un basso scaffale in avorio, pieno di libri e di giochi. Fu proprio accanto allo scaffale che Sakumat fece collocare il
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concordato. Scomparve il bianco della prima parete, e al suo posto ci fu una parte montagnosa del mondo, uno spazio ben distribuito tra il vicino e l'infinito
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fu persa, attraversarono una zona brulla e asciuttissima: pochi alberi stenti, come sentinelle morenti di un bosco sconfitto, spiccavano nella conca
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sono infiniti. Fu Madurer a sorridere, adesso. — Forse è per questo, Sakumat, — disse.. Cosí niente rompeva la linea del mare, che coronava quasi
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resto, a suo tempo mi informai su questa possibilità, e tutti l'hanno esclusa. I tuoi colori sono per mio figlio solo fonte di contentezza. Fu come il
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me voluto ed amato. Ci fu un breve silenzio. — Ho notato, amico mio, che da quando sei giunto, ed è ormai molto più di un anno, hai lasciato crescere
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12. La costruzione delle nuove stanze fu interrotta. Poco dopo la fine della primavera Madurer ebbe un'altra crisi, peggiore della precedente. Per
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astuto, — sorrise il burban, — e poi nacque il bambino? O fu una bambina? — Un bambino: eccolo lassù! — indicò Madurer. - Lo vedi, sulla torre più alta
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diventato capitano. Un capitano si vede da lontano, no? Quel gioco fu l'ultimo che Madurer fece con lena.
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sollevò prima la testa, poi il busto. Segui in silenzio il lieve movimento delle spalle di Sakumat che dipingeva. Il sonno del bambino fu breve. Si svegliò
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16. Quando Madurer fu morto, e la casa e il villaggio ebbero pianto per molti giorni, il burban chiamò Sakumat. — Ora sei mio fratello, — disse, — la
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pericolo di vele pirate. Gentile non fu scontento o impaziente per la novità: da alcuni giorni il traballio della galea sulle instancabili corte onde
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potere di un uomo, e l'avrai. Quando il burban se ne fu andato Sakumat restò fermo ad aspettare, mentre continuava la scorribanda felice di Madurer, che
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l'inutile maestà del mio volto, con piú impegno e pazienza e bravura, nella notte, ritragga lei, imperatrice di bellezza. Fu il pittore, quasi oppresso
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