precisamente alla Cecina, benchè fosse di giusta statura. Così fu perdonato, e da lì a poco lo sposò. Lei, per ricordo, volle sempre essere chiamata
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mastini: — Té! Té! — Quando fu giorno, il Re, che tremava ancora dalla paura, scese da quell'albero e cominciò ad inoltrarsi cautamente. Incontrò una
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Sole. Il giorno dopo, appena fu giunto nel luogo dov' era seppellita la Regina, picchiò sulla fossa e disse: — Tu che stai sotto terra Mi manda la tua
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preparativi delle nozze, e quando fu quel giorno, andò insieme coi ministri a rilevare la sposa con la carrozza di gala.
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di bel nuovo i preparativi per le nozze. E quando fu quel giorno, andò a rilevare la sposa colla carrozza di gala. Giunti al palazzo reale, disse
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di mangiare, ogni cosa sparì. Cavò di tasca il coltellino. — Comanda! comanda! — Spacca quell' uscio per legna. - E, in un attimo, uscio fu ridotto un
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scoperse il gallo d'oro appollaiato su d'un albero. Tirargli e ammazzarlo fu tutt' una. E tornò trionfante. — Va bene, — disse la Reginotta. — Mettetelo lì
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Reginotta sputò fuori l'erba e ridiventò bellissima. Da che il mondo è mondo non si era mai vista una bellezza pari a quella! Fu mandato a chiamare il Reuccio
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, se gli rilasciava il figliuolo! — Sono più ricco di lui! — A questa risposta del mago, la costernazione del Re fu grande. Spedì daccapo i corrieri
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infilzarono nello spiedo. Quando fu ora del pranzo, il cuoco lo servì in tavola. Sua Maestà cominciò a dividerlo, a chi un'ala, a chi una coscia, a chi un po
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della Corte gli s' affollarono attorno, ma le avea appena messo in dito l' anello, che la Reginotta divampò, tutta una fiamma! Fu un urlo. Nella
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aveano spento le fiamme, si fece coraggio e si presentò: — Maestà, perdonate; la colpa non fu mia; fu del mago traditore. Ora è un'altra cosa. Caviamo di
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conficcava gli sproni nei fianchi del cavallo: avrebbe voluto che volasse. Ma quando fu in mezzo al bosco, vide una gran fiamma: — Serpentina, dove tu sei
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aspettavano. Quando fu l' ora, s'intese nella via: — Cenci, donnine, cenci! — A questo grido il pattino di terra cotta scoppiò, e ne uscì fuori un bel
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e l'abbracciò, gridando: — Sarai Regina! sarai Regina! — Fu un lampo. E, invece della ragazza, che cosa si trovò fra le braccia? Un ceppo bitorzoluto
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intendere al Re che era nuovamente gravida e, quando fu l'ora, gli fece presentare una bambina nata di fresco, che lei avea fatto comprare a peso
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-di-rospo stava per farle! - Il brutto scherzo fu che il Reuccio, uscito dal canile, disse al Re: — Maestà, vi chieggo la mano di Testa-di- rospo. — La
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Il Re diè l' esempio egli il primo; e il palazzo reale fu pieno di gatti, tenuti assai meglio dei cortigiani e anche dei ministri. Inoltre, a tutti
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rosicchiati dai topi! Ma questo non fu nulla. I Ministri portavano al Re i decreti da firmare; e, il giorno dopo, le carte trovavnnsi rosicchiate proprio dov
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dell' oro? Ne avrai finchè vorrai. Ma quanto alla Reginotta, néttati la bocca. C' era una volta.... — Maestà, il patto fu questo. — Vuoi delle gioie
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fiaba gli usciva filata, come se l'avesse saputa a mente da gran tempo. E fu la fiaba di Spera di sole. La fiaba Piacque ai bambini: — Un' altra
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per moglie. Il padre ne fu lieto oltremodo, e rispose subito di sì. Ma la Reginotta: — Maestà, non voglio; vo' rimanere ragazza. — Quello montò sulle
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fu quando il Re di Francia mandò a dire che fra otto giorni arrivava. Come rimediare con quella figliolaccia caparbia? Dallo sdegno, le legò le mani e
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fu più il becco d' un quattrino. — Babbo, vendiamo la corona reale. — La corona reale non si tocca! — Si dee crepar di fame? Vendiamola! — La corona
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coltello di diamante e andò a nascondersi in fondo a uno stanzino. Quando fu giorno, aspettò che l'aquila e gli uccellacci di preda andassero a caccia
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bollente. — A che farne? — Lo saprete poi. — Quando fu il giorno, l'olio bolliva nella caldaia. Venne la vecchia e dietro a lei quel povero diavolo con
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) fu dannato a spazzar le stalle: — Imparassero in tal modo a farsi beffa del Re! — Un giorno Sua Maestà volea mangiare del pesce. Ma in tutto il mercato
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. Quando fu addormentato, il Re gli aperse la bocca e vide che avea davvero un dente soltanto, un dente d' oro. Però, siccome non voleva che quella loro
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ammazzarti! Ah, Ranocchino mio! E non ti vedrò più per la casa, non ti vedrò! Ah, coricino mio! E chi fu la strega che te lo cantò in culla, chi fu? Ah
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digli che voglio la Reginotta per moglie. Se non l'avrò qui fra tre giorni, guai a lui! — Il Re, sentendo questo, fu molto costernato e radunò il
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della balia erano accorse le guardie. Fruga e rifruga, tutto fu inutile. Venne l' ora del pranzo. — E la Reginotta? — domandò il Re. I ministri si
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