Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: finisce

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e c’è una stradetta vicinale che passa per i Campi e  finisce  in quel di Caravaggio, che mi son piaciuto di rifare.
e pacifica, soprattutto così costante ed organica che si  finisce  per prendere sul serio tutto questo suo mondo quatto e
palmo e dove l'enorme semplicità struttiva del corpo umano  finisce  per conversare d'accordo con la mobilia costruita a puntino
è un tormento di spirito. Si ammira tanto che l’ammirazione  finisce  in uno sbadiglio. Tra tanta roba non si guarda più a nulla,
che fa l'elemosina a un vecchio mendicante [figura 173].  Finisce  per fermarsi sul nome di Velazquez, che, a detta sua,
stilistica e così, eliminato il lato irrazionale o barocco,  finisce  neoclassico. BERNARDO VITTONE (1702-1770) è un ottimo
estrosa del Juvarra ad una solida prassi costruttiva e  finisce  per fissare, nelle sue molte costruzioni a Torino e in
delle immagini si è dimostrato tanto laborioso, e  finisce  ogni volta in un'impasse, quando dall’indagine sui messaggi
che racchiude un colore molto presente, sicché la linea  finisce  per essere subordinata al colore. In questo genere di
per via della concezione arrotondata e blanda della forma,  finisce  troppo spesso per soggiacere alla dolce sfumatura.
quale sia la grandezza specifica della pittura gotica si  finisce  dopo qualche esitazione per pronunciare la parola linea.
spinti a trovare una ossessione psicologica, una paura, che  finisce  per travolgere, malgrado ogni buona intenzione razionale,
martirio del Santo - acquista spesso un riposo serrato che  finisce  per non turbare troppo come delimitazione di campi
sui fondi chiari finemente distesi delle architetture e si  finisce  talora per creder di poter assistere alla nascita di un
la creatività dell’uomo si trasforma in feticcio e  finisce  col diventare soltanto moneta di scambio mercificata e
moltiplicatore di ispirazione, di qualità espressiva, e  finisce  per favorire proprio quel successo che, negato in vita,
fili, lo spunto iniziale, passando da un artista all’altro,  finisce  per subire tali e tante trasformazioni da rendersi
«vuota» anche quando esteticamente essa sia completa; e si  finisce  a considerarla una specie di magazzino dove, quando
ad oggi, si assiste ad una fluttuazione che per altro  finisce  sempre collo sfociare nel riconoscimento di qualche
la cui intonazione invece che dorata è argentina, e  finisce  nel colorismo magnifico ma neutro di Lotto.
Anche la scomposizione cubista, che frammentando l’immagine  finisce  per identificare lo spazio con la forma, si avvale di
spazi. Il congegno spaziale escogitato da Paolo Uccello  finisce  così per apparirci come una sorta di racconto dello spazio
dove affiora di nuovo la natura; e giacché nella natura  finisce  per sfociare anche l’uomo storico e tecnologico, simile
In tal modo l’attenzione potenzialmente sociale dei pop  finisce  per collocarsi agli antipodi dell’individualismo esasperato
in Arman, quanto un occultamento d’identità, col quale si  finisce  per conferire una presenza enigmatica all’oggetto, dove
un film che incomincia quando Christo ha i capelli neri e  finisce  quando li ha bianchi.
«oggettualizzazione» della sua «idea creativa», che  finisce  per condurre inevitabilmente al costituirsi d’una merce,
Poi, quando arriva a Beuys, quando arriva ad Andy Warhol,  finisce  tutto con uno schianto.
televisivo o nelle attualità cinematografiche. L’abitudine  finisce  per annullare la carica di choc che forse in origine
Mantegnesco che comincia con la Trasfigurazione Correr e  finisce  con la Pala di Pesaro. Esso infatti è certamente posteriore
seimila abitanti che regna su un principato di centomila.  Finisce  ministro, lo fanno nobile e s’innamora della signora Von
e non li oltrepassa. Il tempo dell’artista universale  finisce  col Bernini, comincia il tempo dell'artista-specialista.
da canonico e da segretario comunale: e Daniele Crespi  finisce  per andar sempre a scuola da gente inferiore a lui; ora,
densità materica dei colori; la ripetizione quantitativa  finisce  per innalzare gli oggetti in una dimensione estetica
predomina vi sono brani ineffabili a leggersi. E notate:  finisce  forse per predominare più spesso non l'antico elemento
una linea continua, che al basso comincia curva e all’alto  finisce  retta. Cosucce insignificanti, di cui un critico a notarle
e inconsolabile per il mancato ritorno di Ulisse da Troia,  finisce  per non riconoscerlo quando egli appare davanti a lei sotto
larga circolazione sociale e culturale, il campione dei pop  finisce  per acquistare il valore di sintomo: di una situazione, di
trasforma l’oggetto in immagine, in parola e in funzione,  finisce  per conferire al quadro la sua definitiva fisionomia
quasi magico, perde a poco a poco della sua quintessenza, e  finisce  per suonare un poco falso. L'impasto è apparentemente
reso con una forma di realismo così crudo ed efficace che  finisce  per trasformare il personaggio in una sorta di simbolo
di un’arte sempre più partecipata, dove anche il pubblico  finisce  per avere un ruolo rilevante nella realizzazione e nella
alla creazione dell’oggetto, un altro tipo di design che  finisce  per ridursi ad un «metadesign» (come del resto era già
l’evoluzione della fisiognomica stessa in psicologia.  Finisce  cioè il mondo magico in cui un’idea di “psiche” ancora
mai, mostrandosi impastoiato, stretto, premuto, tormentato,  finisce  col produrre un’impressione penosa e, a lungo andare, anche
implicazioni matematiche della teoria dell’informazione, si  finisce  per arrivare ad «una realtà dell’arte come realtà
tutto diverso. Infatti l’integrazione dello spettatore, se  finisce  per rientrare nella struttura dell’opera, non avviene