spettrale nel suo luccicante biancore, e delle figure dei sogni l’utensile possiede pure l’inconsistenza e la volubilità: muta, si deforma, tutte le sue parti
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la messa a punto di una zona di complicità fra l’opera e il suo pubblico; ma le figure in gesso di George Segal s’impongono con l’immediata violenza di
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avvenuta, azioni e figure familiari ci verranno restituite in vesti estranee; il mondo quotidiano, ciò che siamo abituati ad incontrare nel raggio del nostro
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la mise en scène, in cui gioca sempre un ruolo centrale la luce. Segal ha costante cura di ritagliare lo spazio luminoso attorno alle figure
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di Segal pone costantemente in risalto l’azione a scapito della riconoscibilità individuale delle figure. D’altra parte sarebbe assurdo pretendere che
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Osservando le isometre figure in gesso di Segal, misuriamo una volta ancora fino a che punto siamo condizionati dall’esperienza fotografica; il
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Arrestate in un gesto ordinario, un po’ enfatizzato, sorprese da un intervento esterno che le mette in posa, le figure di Segal appaiono condizionate
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obbligatoria che fagocita i componenti della massa. Accanto alle figure singole, le scene che raggruppano un insieme di persone, appaiono egualmente condizionate
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Le figure di gesso e i manichini di cera
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Nelle rozze figure di Segal la massa tende, invece, a debordare dai contorni, e lo stile appare come la versione moderna e congelata della tradizione
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Dato che alcuni critici hanno collocato queste figure a ridosso se non addirittura accanto ai figurini di cera, diciamo allora che ci troviamo invece
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specchio che, senza deformarla, la dilatasse materialmente e immaginativamente. Poiché le figure commerciali coinvolgono immancabilmente l’inconscio del
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fondo ed intricato, dove si annodano episodi e figure reali ed associazioni scattate nella fantasia, brani di ricordi e pure premonizioni. Ecco allora la
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di Cieli argentei (1963), dove le figure frammentate e rapportate su scale diverse di due pneumatici, un volto femminile, la testa di un uccello, il
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delle singole figure e più nel loro montaggio, che guasta l’intelligibilità bonaria, lusingatrice della, réclame: con una vigorosa e moralistica
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Tuttavia in Rosenquist le figure non valgono tanto in sé quanto soprattutto per il posto che occupano nel montaggio (nella situazione globale
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difficoltoso, costruito per di più attraverso spezzoni di figure che pure risultano decifrabili alla prima occhiata.
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(della parte, cioè, di esperienza personale accumulatasi sulle figure e sugli oggetti d’uso), è giusto sostenere che Lichtenstein non solo trae le sue
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delle mani. Dal campo americano di Ragazza con palla e di Mr. Bellamy del 1961 alle prime grandi figure del 1962, quali Piccola Aloha e Spugna II
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dalle figure di Steve Canyon o di Johnny Hazard e ritrovare nei loro linguaggi Seurat e Matisse: l’ottica analitica del primo nell’ordinata frequenza
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gli uomini non sono soltanto certe immagini e certi avvenimenti, una somma di cerimoniali e di volti mitici, ma i modi stessi con cui quelle figure e
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A questo punto le figure, gli oggetti e i paesaggi di Lichtenstein ci investono ancora, ma in un confronto alla pari, dove la forma ha la meglio
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sulle figure non riesce più a cogliere dei tratti singoli ed irrepetibili, bensì scorge dovunque solo schemi, stereotipi, forme generiche. Sul volto
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celebri fotogrammi dell’Incrociatore Potemkin e di foto di Eadweard Muybridge per conferire un accento di attualità alle sue stravolte figure umane. Da
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, come le figure pittoresche del musichall, del catch e dei lunapark. In altre parole, l’ambito di origine delle immagini presenta uno spessore storico
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assegnato all’osservatore che, intervenendo concretamente, è libero di spostare le figure, di mutare i loro rapporti, di alterare, insomma, l’ordine e il
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inscritte stelle, lune nelle loro mutanti fasi, onde del mare, sempre in semplici figurazioni realizzate in una grafia essenziale. Queste figure presentano il
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fra la rigidità delle grandi figure fotografiche, che testimoniano un attimo di vita trascorso, e la mobilità della vita presente che si svolge dentro
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cronaca, alla strutturazione nello spazio di volumi esatti ed anonimi; Renato Mambor dall’isolamento sulla tela di figure e di oggetti, alla
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, dove gli sguardi incrociano le chiassose figure pubblicitarie e le mani si esercitano sulle scatolette di Campbell’s Soup e sui bianchi tasti delle
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astratto, tiene il ruolo di futuro l’assunzione delle figure e degli oggetti correnti nel contesto del quadro. Con la conseguenza che il mondo reale riceve
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Per molti degli inserti ritornanti che punteggiano l’universo di Rauschenberg come gli animali, una specie di campionario di volatili, le figure
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prelievo degli oggetti e delle figure quotidiane, nei disegni il ricalco dell’immagine, l’uso del silk screen, ed il montaggio di lastre trasparenti
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Portando la ricerca artistica nel mezzo della città e dell’attualità ed operando su e con gli oggetti e le figure esistenti, Rauschenberg ha fornito
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’impiego di figure correnti. Il vero significato di questi luoghi comuni 20riesumati dall’artista scatta solo ad una seconda lettura, cioè quando
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’Espressionismo astratto cui fa ora più aperto ricorso, risulta adoperata in modo impersonale. Nelle composizioni dove introduce un certo numero di figure provvede
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’arte e l’evidenza delle figure convenzionali, senza mai pronunciarsi a favore di nessuno dei due. Ma la reticenza di Johns appare in sostanza come un
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, invece, con interesse conoscitivo ed intelligenza critica autentici. Cioè, mentre gli utensili e le figure tendono ad annullarsi nella funzione e a sparire
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situazione, di un comportamento e di un modo di vedere il mondo. La teatrale violenza con cui Segal espone ai nostri occhi le sue calcinose figure, vuole
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Così oggetti e figure risultano sottoposti ad un’enfasi visiva che non è qualcosa che si sovrapponga loro, ma ricalca l’impatto medesimo con cui
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